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Autore: rose07    22/07/2009    4 recensioni
Un ritorno inaspettato a Digiworld e un'amicizia messa a dura prova: quella che lega Tai e Matt.
Coppie trattate: Sora/Matt; Mimi/Tai.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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«Maledetti! Sventurati! Masochisti! Pugili in erba!» Joe sputava insulti di ogni genere, mentre curava a Tai i lividi sul volto e sulle braccia.
«AHI! Fai piano, imbecille!» si lamentava il ragazzo, mentre Joe gli appoggiava con forza un panno bagnato sulle ferite.
«Guarda, chiudi il becco, altrimenti ti mozzo!» si ribellò l’altro.
Tai fece una smorfia. Voleva restare solo ed invece Mimi e sua sorella avevano insistito purché lo curasse con il suo kit di pronto soccorso che, grazie al cielo, portava sempre dietro.
Solo che, stranamente, gli stava provocando più male visto che c’aveva la sensibilità di un elefante e un mammut messi insieme.
«Ahia, stronzo!» si lamentò per l’ennesima volta «Vuoi stare attento?»
«Senti, sono io che curo qua! Non tu! Perciò, stai zitto e moscati!» esclamò Joe, afferrando una bottiglietta d’alcol  dalla borsa.
«Cosa diamine stai prendendo?»
«Fatti i cavoli tuoi! I dottori come me» e qui Tai tossicchiò per non ridergli in faccia «hanno bisogno di privacy, porca vacca!»
Dottore, tu? Ma manco tra cent’ anni, pensò il castano.
Poi, ripensandoci, constatò che curare le ferite era quello che riusciva meglio a quel burino del cavolo.
«Oh, ecco Matt!» esclamò quello «Matt! Vieni qui! Non ti preoccupare, che è tutto gratis!»
Il biondo lo guardò interrogativo visto che chissà come mai aveva un siringa in mano.
«Matt, va' da Joe» gli consigliò Mimi, non appena lo vide arrivare «Ti medica dove ti sei fatto male»
«Sono contento che sei tornato, fratellone» gli sorrise TK.
«Tutto bene, TK?» chiese notando un grande cerotto sulla guancia sinistra del ragazzo.
«Mai stato meglio» disse, toccandoselo «Non fare caso a ‘sto coso gigantesco. Joe ha esagerato. Mi ha diagnosticato un ematoma»
«Un ematoma?!» esclamò Matt, preoccupato.
«Naaa, è solo un livido. Lascialo perdere»
Nel frattempo, il ragazzo chiamato Joe si avvicinava a grandi passi verso di lui.
«Intanto» incominciò, tirandolo dal braccio «quando ti chiamo, devi rispondere!»
«Oh cretino, mollami che mi fa male il braccio!»
«Senti, ”braccio” a me non lo dici! Semmai sono la “mente”! E adesso siediti qua di fronte a Tai!» esclamò, portandolo davanti al castano che era seduto per terra.
Gli sguardi dei due s’incrociarono per una manciata di secondi, dopodiché Tai si alzò e Matt si sistemò più avanti.
«Ma dove stai andando?!» urlò Joe «Ti ho detto qua, davanti a Tai, e che cavolo!»
«Non rompermi i coglioni, Joe» lo apostrofò Matt, ignorando quel che ordinava «Se vuoi resto qui, altrimenti non curarmi»
«Ma che c’è di male se ti siedi davanti a lui?»
I due sospirarono nello stesso momento. Come faceva, quell’essere, a sparare cazzate nel raggio di cinque-sei secondi al massimo?
Non erano pronti per vedersi, figuriamoci per sedersi di fronte.
«Joe, continua quello che stavi facendo» lo incitò Tai, per evitare.
«Eh un attimo!» rispose quello, prendendo del cotone «Voglio solo capire perché non vi sedete accanto»
Nessuno rispose; troppe parole sprecate.
Ad un certo punto, un colpo di genio s’impadronì del ragazzo eguale a Milhouse e, con carenza grammaticali, sbottò:
«Ma... voi... cioè... Che cazzarola-?! Mannaggia la miseria! Cosa cavolo-!? Cioè, figlioli, pensate che io lo faccio per voi?!»
 Ci fu un interrogativo nell’aria. Cosa stava blaterando?
«Io lo dico per me, così mi fate ombra!»
Bella cavolata, l’ombra alle otto della sera!
Ottenne zero risposte.
Incazzato, o quasi, prese due garze, e con tutta la sua forza, le spiaccicò sopra le loro braccia.
«AHIA!» urlarono i due, all’unisono.
«Almeno così parlate, gasolina ladra!» esclamò il “medico”, strizzando l’occhiolino.
E adesso avrò la mia rivincita! Dio, quanto sono molesto e infame! Così la pagheranno per il mio povero nasino, pensò con crudeltà.
E uno, e due, e...
«AHIAAA!»
 
 
Dopo averli fasciati per bene ed averli pestati, senza “farlo apposta”, seguendo direzioni diverse, andarono entrambi dagli altri, mentre il burino li seguiva scimmiottando.
«Manco grazie! Toh, che gente!» borbottava.
«Oh Joe, li hai massacrati!» commentò il suo Digimon.
«Senti, Gomamon, non ti credere quattro patate e mezzo, okay?!» si agitò «Io il mio lavoro l’ ho fatto e neanche un “ ti ringraziamo infinitamente” m’ hanno detto!»
«Ma quelli hanno altre cose per la testa! Cosa vuoi che ti dicano?»
«Stai calmo e non agitarti, stupido mostro!»
«Senti chi parla!»
Ignorando le loro discussioni, Sora e gli altri andarono incontro ai due che, naturalmente e con tutta la semplicità del mondo, s’ignoravano, anche se era stato un duro colpo ritrovarsi l’uno di fronte all’altro per curarsi.
Dannato Joe e il suo kit per le emergenze!
«State bene?» domandò Izzy, osservandoli.
Erano malconci e fasciati dovunque.
«Io sto bene» rispose fermo Tai.
«Non parlavo solo di te» lo rimbeccò il rosso con una smorfia.
«Grazie della considerazione, allora» fece quell’altro.
«Eddai, risparmia i nervi per qualcos’ altro!» sbuffò Izzy, posando il computer nello zaino.
Tai incrociò le braccia e si allontanò da Matt e dal gruppo, raggiungendo il fiume.
«Amore» lo richiamò sull’attenti Mimi, che lo aveva seguito «Non mi parli?»
«Scusa, piccola» si tenne la pancia che gli doleva «Sto male»
La ragazza lo guardò con apprensione.
«Ma chi ve lo ha fatto fare?» si avvicinò, toccandogli il labbro che, per fortuna, aveva smesso di sanguinare.
«Non ho problemi, io» rispose il castano, duro «E’ lui che c’è ne ha!»
«Beh, evidentemente c’è ne hai anche tu, visto che gli hai alzato le mani» lo corresse Mimi.
«No, no» negò «Per me era tutto apposto»
«Ma va’, non dirmi che adesso non lo volevi picchiare!» esclamò sarcastica l’altra.
«No, è che...» Tai osservò di nascosto il biondo che stava parlando con Sora e gli altri «Non lo capisco»
Mimi alzò gli occhi al cielo, mentre il ragazzo si faceva abbracciare da lei.
«E adesso?» domandò lei tra le sue braccia «Che si fa?»
«Non chiederlo a me» mormorò il Digiprescelto del Coraggio «Voglio solo riposarmi»
 
Dieci minuti dopo, la fame e la stanchezza si fecero sentire sui corpi di tutti i Digiprescelti e dei loro Digimon.
«Sora» la chiamò Biyomon «Ci venite alla nostra locanda, allora? Così vi riposate»
«Certo. Diteci dov’è e vi raggiungiamo»
«Oh, non è tanto lontano» rispose Agumon «Basta che svoltate a destra dopo quegli alberi» indicò «Vi ritroverete davanti un piccolo condominio!»
«Ma quale condominio!» sbottò Patamon «Se è una locanda è un locanda!»
«Eh va bè, lo dicevo così» si giustificò il Digimon.
«Allora abbiamo un posto dove dormire!» esclamò contenta Mimi «E ci sono anche tutti i comfort?»
«Sì, c’è una terrazza per fare la fotosintesi» rispose Palmon alla sua padrona.
«Ma io non sono una pianta!» ribatté la castana, offesa.
«Bene, allora presto» li incitò Tai «Che ci facciamo ancora qui?»
«Aspettiamo Joe che si sta curando il naso. Dopo un’ ora si ricorda solo adesso di essersi fatto male!» esclamò Izzy, sconsolato.
«Ragazzi, è solo scena» li assicurò Gomamon «Non fidatevi di quello»
«E chi si fida!» esclamò Sora «Io non di sicuro!»
«Idem!» alzò la mano Mimi.
«Va bè, ma vai a chiamarlo!» sbottò Tai, innervosito «I Digimon sono già andati»
Voltando lo sguardo, si scorsero Agumon e Gabumon che facevano a gara su chi arrivasse prima all’ alloggio.
«Lasciali andare avanti, magari vogliono prepararci qualcosa da mangiare» gli disse Sora.
«M’ immagino» commentò lui, sarcasticamente, con le braccia incrociate.
Matt gli lanciò uno sguardo di fuoco. Aveva sempre quella voglia di dare ordini, aveva sempre quell’atteggiamento fiero e superiore che lo irritava.
«JOE!» urlò Kari ad un certo punto «Cosa diavolo hai messo sul naso? Cos’è quella sbobba grigia? Non sarà stucco per i muri?»
Il ragazzo si pulì subito e, mostrandosi indifferente, disse:
«Ma che dici, Kari? Secondo te, io mi metterei mai robe del genere? Stai impazzendo, figliuola!»
«A me sembra esattamente quello» La ragazza si avvicinò e lo squadrò meglio «Mio padre lo usa per tappare i buchi. Non vorrai farci credere che sia del gesso?!»
 «Ma che dici, non ho-» Il ragazzo eguale a Milhouse alzò lo sguardo in aria appena in tempo per riuscire a scorgere due figure volanti che si libravano verso di loro.
Socchiuse gli occhi per mettere a fuoco meglio le immagini, visto che era mezzo cieco e che non vedeva con tutti gli occhiali.
«AAAAAAH!» urlò, saltando in piedi e raccogliendo in un attimo tutte le sue cose «Due… due… insomma, quelle due cose là!» indicò le due losche figure.
Kari e tutti gli altri si voltarono all’ allarme del ragazzo, restando a bocca aperta. Due Digimon volanti, e di certo non erano i loro, venivano proprio verso di essi.
«Chi diavolo sono?!» domandò Izzy, cercando di aprire il computer ed analizzarli  «State giù!» ordinò.
Gli otto si abbassarono appena in tempo, mentre quei due mostri volavano sopra le loro teste cantando e danzando.
«Hippymon» analizzò il computer in direzione di un Digimon di vari colori, simile ad una pianta carnivora «Digimon  a livello campione in grado di stendere il nemico, grazie alla sua tattica “ Hippy-Hippy”»
«Oh, cielo!» esclamò Izzy, mentre Hippymon urlava qualcosa «E l’altro? Come si chiama l’altro?»
«Nicolamon» analizzò il portatile verso un Digimon più piccolo a forma di uccello «Digimon a livello intermedio; il suo attacco: “PeaceAndLove”»
«Ma chi sono ‘sti qua?!» esclamò Joe, tenendosi la testa «Chi vi conosce, andate via!»
«Pace e amore, ragazzi! Io essere l’hippy, Nicolamon» si presentò il mostro, atterrando «E lui essere mio amico hippy, Hippymon. Holà
«Holà!» ripetè Hippymon, facendo un inchino.
«Questo essere nostro territorio! Sfrecciare contro al mio tre! Uno… due... tre!» Nicolamon ed Hippymon fecero per sfrecciare contro i ragazzi che, al suono di quel comando, scapparono tutti via a gambe levate.
Sora, TK e Izzy andarono verso destra, Mimi, Kari e Joe verso sinistra e, stranamente, Tai e Matt correvano entrambi a fatica lungo la stessa traiettoria.
Hippymon sembrava avercela con Joe, visto che prepotentemente gli urlava di andarsene a quel paese. Così si posizionò davanti a lui e sia Mimi che Kari si ripararono dietro le spalle del maggiore, il quale alzava bandierina bianca come per volersi arrendere.
«Ma Joe, che cazzo fai?!» sbottò Mimi, mentre si nascondeva dietro la sua schiena «Già te la fai sotto?! Stuzzicalo, intrattienilo!»
«Ma secondo te sono il tipo che fa cose del genere?!» esclamò il Digiprescelto della Sincerità
 «Per chi mi hai preso?!»
«Joe, sbrigati, quello ci attacca!» esclamò Kari, allarmata.
Joe si voltò di scatto.
Cosa poteva fare? Aveva solo diciannove anni e tra due mesi sarebbe dovuto andare all’università. Non voleva porre una fine così presto alla sua vita!
Le gambe tremavano, le braccia tremavano, tremava tutto, e lui era con le mani davanti agli occhi ad aspettare la sua morte.
Che burino.
«Ehi, Hippymon!» urlò d’un tratto TK «Prenditela con quelli della tua taglia, non con le donne!» Il ragazzo, gli lanciò uno, due sassi e si nascose dietro l’ albero davanti a sé.
«Già, noi abbiamo diritti e siamo indipendenti!» urlò Joe dietro il Digimon che aveva cambiato bersaglio.
Mimi e Kari lo guardarono strano.
«Joe, ma tu... sei un uomo!»
«Oh!» arrossì «Certo, certo, era logico... Lo dicevo in vostra difesa...»
Mentre TK distraeva Hippymon da una parte e Izzy dall’altra, Sora corse da loro.
 «Venite, nascondiamoci là dietro!»
«Aspetta!» la frenò la castana «E Tai? Dov’è?»
«Sarà con-» La ramata si bloccò.
Aspetta, con Matt non poteva essere, pensò, o almeno...
Non rispose e, prendendo le due dalla mano, le trascinò dietro un cespuglio.
«Aspettatemi, ci sono anch’io!» urlava loro dietro Joe.
«Muoviti, fifone!»
 
«PeaceAndLove!» Nicolamon, scagliava i suoi attacchi contro Tai e Matt che correvano e, per fortuna, schivavano i colpi.
«PeaceAndLove! PeaceAndLove, e che cavolo!» arrabbiato perché da tre ore che colpiva solo alberi e cespugli, decise di atterrare e di sperimentare la sua forza personalmente.
I due ragazzi correvano a fatica e, non appena giratosi, Matt vide il Digimon alle sue calcagna, inciampò su una radice e cadde per terra.
«Ahi, il ginocchio!» Aveva ricevuto i calci di Tai là e bruciava da morire.
Quest’ultimo continuò a correre, fin quando per puro caso del destino o solamente perché non sentiva Matt correre accanto a sé, si voltò vedendolo per terra.
Si fermò un attimo decidendo che fare.
Non gli rivolgeva  la parola perché si sarebbe dovuto trattenere a soccorrerlo? Che senso aveva? Non erano amici...
Vedendo Nicolamon accanito che si avvicinava, provò ad immaginare Matt colpito da un di quegli attacchi. Fece una smorfia.
Non poteva lasciarlo lì, non avrebbe mai sopportato che gli venisse fatto del male.
Senza rimanere a riflettere ancora sul dafarsi, si precipitò dal biondo che si teneva il ginocchio dolorante.
«Tirati su» disse, prendendolo dal braccio.
«Cosa-?» Matt aveva alzato gli occhi e lo guardava stupito. Quello non se lo sarebbe mai aspettato da lui, non dopo aver litigato in quel modo.
«Alzati!» lo ignorò lui, mettendolo in piedi.
Ma non si accorsero che il mostro era a tre passi da loro e che a momenti li avrebbe colpiti entrambi.
Il castano, instintivamente, si mise davanti all’altro come per difenderlo.
Chiuse gli occhi e aspettò l’attacco che non arrivò.
Una luce abbagliante provenne fuori dal petto di Tai. Una luce arancione che emanava un forte calore.
Sia Tai, sia Matt, rimasero a bocca aperta.
Nicolamon fu accecato immediatamente e, insieme ad Hippymon si abbracciarono urlanti, lasciando perdere le loro prede.
«Fuoco magico
«Liane avvolgenti
Biyomon e Palmon vennero troppo tardi, ma appena in tempo per stordirli, legarli e lanciarli al di là della foresta.
«Pace e Amore, ragaaaaaaaazzi!» urlava Nicolamon, mentre cadevano.
«Hippy Hippy Yè!» annuì quell’altro come per dagli ragione.
Si sentì un sonoro tonfo. Colpiti e atterrati.
Le grida di giubilo di Joe e i sospiri di sollievo degli altri si fecero sentire all’istante.
Sia a Tai che  Matt il cuore batteva forte e, nello stesso momento, si lanciarono uno sguardo misto di perplessità e stupore.
Primo, perché il castano avesse aiutato il biondo ad alzarsi e si fosse messo perfino davanti a lui per... insomma, salvarlo?
Secondo, cos’era quella strana luce che era appena fuoriuscita dal petto di Tai?
Il ragazzo si toccò vicino al cuore, ma non disse niente. Appena in tempo, visto che li stavano raggiungendo gli altri, e i due ragazzi fecero giusto in tempo a dividersi per evitare domande.







   
 
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