33 - Say “dad”
Dopo le prime risate erano arrivate le prime parole. La primissima era stata “mamma”. Le altre erano più che altro versi che Neliel aveva imparato ad associare a ciò che succedeva intorno alla bambina.
Eppure c’era una parola in particolare che Naoko non aveva ancora pronunciato.
«Comunque io questa cosa non riesco a capirla», dichiarò Nnoira a braccia conserte. «Perché non dice “papà? È più facile che dire “mamma”. Lo fa a posta.»
«Ti rendi conto che stiamo parlando di una neonata, vero?» domandò lei accoccolata alla sua bambina. «Non ci fare caso Nao, papà è arrabbiato perché non hai ancora imparato a chiamarlo.»
«Tsk, fesserie. Dico solo che non ha senso.»
Figurarsi, prendersela tanto per una cosa così… anche se forse giusto un pizzico di fastidio provava.
Neliel si sistemò meglio Naoko in braccio.
«Va bene. Coraggio, Nao. Dì “pa-pà”.»
La bimba la fissò qualche istante. Poi gonfiò le guance e parve compiere uno sforzo sovraumano.
«Mamma!»
«Vedi? Lo fa a posta. Sta cercando di dirmi che fra i due preferisce te. D’accordo Naoko, me ne ricorderò fra qualche anno quando verrai a chiedermi qualsiasi cosa», dichiarò Nnoitra.
«Le tue scenate di gelosia sono adorabili.»
Non sono scenate di gelosia. Ma è mia figlia, voglio sentirmi chiamare così da lei e…» distolse lo sguardo. «Niente, fa finta che non abbia detto niente.»
Sprazzi di tenerezza che fuoriuscivano a tradimento, la prova che buona parte del suo cuore si era già sciolto da tempo.
Neliel lo fissò.
«Oh, Nnoitra… sei adorabile quando dici queste cose, ma non ti devi preoccupare.»
«D’accordo, però ti prego… non dire più niente. Mi sento stupido.»
Qualche ora dopo, Naoko dormiva tranquilla nella sua culla. O almeno, se n’era rimasta tranquilla fin quando non aveva deciso che una culla non era comoda come un paio di braccia. E quindi iniziò a piangere.
«Nnoitra, sono sotto la doccia, va tu!» lo pregò Neliel.
Lui sbuffò, uscendo dal suo studio e lanciando un’occhiataccia truce alla neonata.
«Non guardarmi così, ce l’ho ancora con te.»
Naoko si lamentò e allora si decise a tirarla su per tentare di calmarla. La bimba trovò subito un po’ di sollievo, ma non sembrava intenzionata a dormire. I grandi occhi fissavano l’espressione crucciata di Nnoitra.
«Ragazzina, cerca di dormire, stavo lavorando io. Maledizione a me, io odio i bambini, ma tu… tu mi hai stregato e non va bene. Non è che mi sorprenda tanto il fatto che tu preferisca tua madre, lei è molto più portata di me, ma almeno non avere la faccia tosta di farmelo presente. Basta, sono stupido.»
Adesso parlo con una neonata. Sono ridicolo.
Naoko batté le palpebre e poi prese a muovere le labbra. Ne uscì quasi un sussurrò, ma Nnoitra lo udì bene.
«Pa-pà.»
Per qualche attimo era rimasto interdetto. Per la prima volta sua figlia lo aveva chiamato. Non era niente di così straordinario, eppure era una sensazione magnifica.
Strinse a sé la bambina, chiudendo gli occhi.
«Va bene, Nao. Non sono più arrabbiato.»
Nota dell’autrice
Fluff ne abbiamo? Ho amato scrivere questo capitolo. Me lo figuro benissimo Nnoitra che si infastidisce perché Naoko dice “mamma”, piuttosto che “papà”. E boh, sembra una cosa scema, ma intanto ci rimane malissimo, così tanto che vorrei abbracciarlo. Poi però Naoko finalmente lo chiama e lui tipo morto. Il cuore gli è stato rubato totalmente <3