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Autore: Come What Klaine    11/04/2019    2 recensioni
Isabelle sta per sposarsi con Simon, per impegni vari si rivolge a un wedding planner per organizzare il loro matrimonio. Alec, il suo testimone, aiuterà Magnus. Ma i due si conoscono già.
"Aspettate, fatemi capire...è questo il problema? Un appuntamento andato male?" chiese Isabelle, sempre più confusa.
"Oh no, l'appuntamento, anzi gli appuntamenti sono andati bene. Il problema è quando mi ha portato a casa sua. Sembrava tutto perfetto, peccato che poi è arrivata la sua ragazza"
Isabelle quasi si strozzò con la sua stessa saliva e si voltò a guardare Magnus.
"Ex ragazza" specificò lui, quasi sibilandolo fra i denti.
***
"Dovrei essere io quello offeso. Mi hai voltato le spalle, senza neanche darmi la possibilità di parlare. Ti ho persino seguito in mezzo alla strada, ma tu non ti sei mai voltato. Mi hai tagliato fuori dalla tua vita, come se non fossi mai esistito. Sì, siamo usciti poche volte, ma...pensavo che..." aggiunse, senza riuscire a completare la frase. Non si sarebbe esposto più di tanto. Non voleva mostrarsi vulnerabile di fronte a lui. "Non importa più adesso"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Isabelle:
 
Alec, ti ricordi di oggi pomeriggio, vero??
 
Alec:
 
Come potrei non farlo? 
 
Isabelle:
 
Non fare il sarcastico con me. Io e Magnus siamo appena usciti dalla prima location. Bellissima, ma decisamente fuori mano e troppo all'antica. Adesso ne dobbiamo vedere un'altra, poi nel pomeriggio andrete entrambi a vederne qualcuna.
 
Alec:
 
Stai tranquilla, troverai il posto perfetto.
Ma non sarebbe meglio se le andassi a vedere tu? Devi essere tu a sceglierle.
 
Isabelle:
 
Lo so, ma da oggi ho orari assurdi in ospedale e non posso neanche cambiarli. Mi manderai le foto, o faremo una video chiamata in diretta, ma non posso esserci fisicamente. 
E poi so che farai la scelta giusta. E Magnus ti aiuterà
 
Alec:
 
Non vedo come la sua presenza possa aiutarmi...
 
Isabelle:
 
Ancora questa storia? Quando la smetterai?
 
Alec:
 
Mai.
 
Scherzavo, intendevo dire che lui può solo dare un parere obiettivo, non ti conosce così bene
 
Isabelle:
 
Lo so, per questo andrai tu con lui. Sei la persona di cui mi fido di più
 
ps:
 
 
 
Tutto concentrato mentre osservava la sala e pensava a come distribuire i tavoli e le composizioni dei fiori
 
Alec:
 
....
 
Isabelle:
 
E' bellissimo, vero? E poi è proprio un tesoro.
 
Alec:
 
Chissà cosa penserebbe Simon di questa tua fissazione per Magnus...
 
Isabelle:
 
Lo sa che mi piacerebbe solo averlo come cognato!
 
Alec:
 
Mh, non saprei, Magnus non mi sembra il tipo di Jace
 
Isabelle:
 
Ma è decisamente il tuo :)))) 
Ora devo andare, arrivati all'altra location. Ti tengo aggiornato! :* 
 
***
 
Isabelle:
 
Location all'aperto... ma Magnus non è molto convinto. Del resto, io e Simon ci sposeremo ad ottobre e potrebbe piovere.
 
Siamo andati via. Il dentro di questa location è piccolissimo e l'esterno non è l'ideale per il mese di ottobre e no, non mi sposerò sotto un tendone.
 
Ma non ci arrendiamo! 

 
Alec:
 
Hai intenzione di mandarmi foto di Magnus? Vivo benissimo anche senza, sai. 
ps: sei raggiante.
 
Isabelle:
 
Secondo me hai già messo la prima come sfondo del cellulare.
 
ps: grazie fratellone. Sono super felice, anche se più isterica del solito ahah
 
Che poi, solo ora ci sto pensando, ma voi due foto insieme non ne avete?
 
Alec:
 
Ma che domande sono?  
 
Isabelle:
 
Domande sensate?! Dai, siete usciti insieme qualche volta, dovrete pur aver fatto almeno una foto, no?
 
Non mi rispondi?
 
Aleeeeeec
 
Va bene, ho capito. Tanto so il codice  del tuo cellulare. Le guarderò da sola.
Anzi ora le chiederò a Magnus
 
Alec:
 
NON TI AZZARDARE
 
Isabelle:
 
Oh, allora esistono queste foto!
 
Alec:
 
No. Non esiste niente di me e Magnus, niente.
 
Isabelle:
 
Sei così melodrammatico. 
Alec:
 
E' nel nostro DNA
 
***
 
 
 
"È bella sì, ma non è adatta ad Isabelle" osservò Alec, continuando a guardarsi intorno con fare scettico.
Magnus sospirò, stringendosi il setto nasale fra le dita. "È la terza location che visitiamo oggi e hai detto così per tutte" 
 
Alec si strinse nelle spalle. "Perché è vero. Sono tutti posti bellissimi, ma per Isabelle ci vuole molto più di questo. Deve essere stupendo, mozzafiato, come sarà lei. Deve avere un qualcosa in più... Ci vuole qualcosa di particolare" 
 
Magnus lanciò un'occhiata di scuse a Sophia, la ragazza che gli aveva fatto fare il tour della sala, nonché figlia dei proprietari. 
"Tranquilli, non c'è problema" si intromise lei, sorridendogli.
"I gusti sono gusti" li rassicurò.
 
"Non posso obbligarvi a scegliere questa location, ma se volete più tempo per decidere e magari discutere su come vorrete decorarla, non c'è fretta" 
Magnus annuì e la ringraziò, ma Alec se ne uscì con un 'non c'è bisogno', ricevendo un'occhiataccia da parte del wedding planner.
 
"Molto esigente" commentò Sophia, e non c'era alcuna accusa nel suo tono di voce. 
 
"Non fraintendere, questo posto è bellissimo, davvero, ma conosco Isabelle e-" provò a giustificarsi Alec, ma lei lo interruppe.
"Tranquillo, capisco, non rispecchia le vostre esigenze" replicò  con fare professionale.
 
"Esatto, più che altro quelle di Isabelle. Se fossi io a sposarmi, questa location sarebbe una probabile scelta, perché è davvero bellissima. E tutto intorno sembra così tranquillo e adoro il giardino dell'esterno e quella fontana all'ingresso..." 
 
"Bè, lo faremo tenere presente al wedding planner" disse Sophia, facendogli un occhiolino e piegando la testa verso Magnus, che alzò le mani in segno di resa.
"Non credo tesoro, non posso fare miracoli. Per il suo matrimonio credo che dovremmo chiamare un esorcista" replicò Magnus, sorridendo innocentemente. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Magnus in quel momento si sarebbe trovato stecchito a terra.
Alec fece un passo verso di lui, ma Sophia si mise in mezzo.
 
"Per favore,se lo devi colpire, fallo fuori. Le macchie di sangue sono così difficili da levare" 
 
Sia Alec che Magnus si girarono verso di lei, guardandola perplessi.
 
"Organizzate per caso incontri clandestini?" Chiese il wedding planner, e lei rise.
 
"No ovviamente, ma è successo che ad un matrimonio ci sia stato un episodio che ci somigliava tanto" rispose e quando i due uomini continuarono a guardarla in attesa che continuasse, sospirò.
 
"In pratica si è presentato l'ex di lei, rivelando certi altarini, che il marito non ha per niente gradito. E neanche i genitori della sposa, soprattutto il padre, che ha tirato il primo pugno all'ex 'non tanto ex'. Lui ha incassato il colpo, senza replicare, ma ovviamente il marito non poteva starsene senza fare nulla. Così ha afferrato il presunto 'non tanto presunto' amante di lei e l'ha colpito. Ma stavolta lui ha reagito e gli ha rotto il naso, facendo schizzare sangue ovunque, anche sul vestito candido della sposa. Quindi il povero sposo si è ritrovato single, col cuore spezzato e anche con il naso rotto. So che sembra terribile, ma ripensandoci è stata una scena esilarante" raccontò, ridacchiando al ricordo, mentre Alec e Magnus erano increduli.
 
L'incredulità di Alec durò solo un attimo, perché poi stese le labbra in un sorrisetto sarcastico.
 
"Gli ex sono sempre un problema. Rovinano sempre tutto" disse, lanciando un'occhiata eloquente a Magnus, che sbuffò.
 
"Ancora questa storia?" chiese, sull'orlo dell'esasperazione. "Ma almeno adesso hai capito che è ex" 
 
Stavolta fu il turno di Sophia di essere perplessa.
 
"È ancora suscettibile sulla questione" spiegò Magnus, indicando Alec, sorridendole come se lei sapesse a cosa si stesse riferendo.
 
"Questo qui" iniziò a dire Alec, puntando il dito contro il wedding planner- "questo qui mi ha portato a casa sua, pronto a darci dentro, fin qui tutto ok. Peccato che è arrivata la sua ragazza, forse ex- specificò prima che Magnus potesse dire qualcosa- con la quale conviveva" spiegò Alec ridendo in modo quasi isterico.
"Divertente,no?" Domandò retoricamente, fissando Magnus con un velo di amarezza nei suoi occhi.
 
Sophia si morse le labbra per non ridere. La situazione non era divertente, ma quei due lo erano. Per tutto il tempo che erano stati lì, si erano punzecchiati e avevano battibeccato su tutto.
Ed era così ovvio che ci fosse qualcosa fra loro. 
 
"Come ho già detto, ci vuole l'esorcista" ribatté Magnus e stavolta lei non riuscì a trattenere un risolino. Alec inspirò bruscamente, cercando di mantenere la calma e non colpire Magnus. Poi si girò verso Sophia e le sorrise.
 
"È stato un piacere conoscerti, e grazie per la pazienza e la disponibilità" le disse, prima di voltarsi per uscire dalla sala.
 
"Anche per me, Alec" gli rispose lei e Alec si girò solo un attimo per salutarla di nuovo.
Magnus stava fissando la scena completamente attonito.
 
"Scusa, dove pensi di andare?" Chiese ad Alec, che scrollò le spalle.
"A casa. Ciao" rispose, dirigendosi verso l'uscita.
"Aspetta, non puoi lasciarmi qui! Devi darmi un passaggio" gli urlò dietro Magnus, mentre Sophia al suo fianco ridacchiava.
"Dai, non ti lascerà qua" disse per rassicurarlo, ma Magnus si girò a guardarla con un'espressione che diceva che sì, decisamente lo avrebbe fatto.
 
"Alexander, non puoi abbandonarmi. Non di nuovo" gridò, dirigendosi verso l'uscita a grandi passi.
 
Non appena uscì dalla sala, Alec spuntò da dietro un angolo, facendolo balzare in aria, dopodiché si affacciò dallo stipite della porta, rivolgendosi a Sophia.
 
"È ancora suscettibile sulla questione" disse Alec, sorridendo sornione e dopo aver lanciato un'occhiata compiaciuta a Magnus, corse via. Magnus impiegò solo un attimo prima di riprendersi e corrergli dietro.
 
"Alexander, aspetta" gli urlò, sentendo già il respiro farsi più pesante dopo pochissimi metri. Non era giusto. Alec era un istruttore di fitness, lui era abituato a correre e a tenere un determinato ritmo, era una causa persa in partenza.
"Okay che corro dietro le spose e i loro deliri, ma rallenta" gli disse, ma Alec non si fermò, anzi si mise a ridere.
 
"Se parli è peggio" gli fece notare, continuando a correre sull'erba del giardino che circondava la location.
 
"Queste scarpe non sono adatte per correre. Aspetta Alexand-oh" 
Alec si voltò di scatto, trovando Magnus seduto per terra, che si teneva la caviglia.
 
"Aiutami, Alexander" gli disse con tono seccato, dal momento che l'altro non accennava a muoversi.
 
Alec sbuffò e si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia quando arrivò di fronte a Magnus.
"Qual è il problema?" Gli chiese, provando a controllare la caviglia, ma Magnus ci teneva ancora le mani attorno.
"Se magari me la mostri, posso aiutarti" gli fece notare, allungando una mano. 
"Mi fa male" borbottò Magnus, stendendo timoroso la gamba verso Alec.
 
"Se magari non avessi fatto lo stupido" gli fece notare, prendendo la sua caviglia fra le mani.
"Se magari tu non avessi minacciato di lasciarmi qui" ribatté prontamente il wedding planner. 
 
"Questo è il karma, Magnus Bane" disse, stringendo e girando la caviglia fra le dita .Magnus balzò in aria, cacciando un urletto, e provò a ritirare la gamba, ma Alec la stava tenendo saldamente.
 
"Lo hai fatto di proposito" borbottò offeso Magnus, notando l'espressione fin troppo soddisfatta dell'altro.
 
"No, dovevo solo controllare che non fosse slogata. Hai solo preso una piccola storta" spiegò Alec, mollando la presa sulla caviglia. Magnus, che non se lo aspettava, non fu pronto a fermare la gamba prima che quella sbattesse sul terreno.
"Questo lo hai decisamente fatto di proposito" affermò Magnus, guardandolo in cagnesco mentre si massaggiava la caviglia lesa.
 
Alec ruotò gli occhi esasperato e si alzò da terra, porgendo una mano a Magnus per aiutarlo ad alzarsi. Quest'ultimo lo guardò in modo sospetto e Alec sbuffò.
"Vuoi che ti aiuti o no? Dobbiamo mettere qualcosa sulla caviglia" 
 
Magnus allungò esitante una mano verso di lui, e Alec lo aiutò a tirarsi su, rischiando di farselo finire addosso nell'impeto che ci mise. 
Magnus poggiò istintivamente le mani sulle grandi spalle di Alec, incespicando su i suoi stessi piedi. Le braccia di Alec furono pronte a sorreggerlo e ad evitargli un'altra rovinosa caduta. 
 
"Oddio, state bene?" sentirono gridare da Sophia ed entrambi si voltarono verso di lei annuendo. 
"Sì, Magnus stava solo cercando di catturare un coniglio" rispose Alec, sorridendo divertito. Magnus gli lanciò uno sguardo truce, assottigliando le palpebre.
"Vuoi metterci del ghiaccio?" chiese premurosamente lei.
"Non ce ne sarà bisogno, grazie lo stesso. Ho un kit di soccorso in macchina" rispose Alec, mentre lasciava scivolare via le braccia dai fianchi di Magnus, aiutandolo comunque a stare in piedi, tenendolo per un braccio.
 
Dopo aver ringraziato e salutato Sophia un'ultima volta, i due si diressero verso la macchina. Magnus zoppicava e si aggrappava sempre di più ad Alec ad ogni passo.
Una volta arrivati, Alec fece sedere il wedding planner sul sedile posteriore, e prese lo zaino dal porta bagagli. 
 
"Sei ben attrezzato" notò Magnus, mentre Alec tirava fuori delle garze e un tubetto di pomata contro le contusioni.
"Sì, bé vado spesso a correre e può succedere di prendere una storta o altro, quindi è sempre bene essere preparati" rispose, inginocchiandosi per prendere la sua caviglia fra le mani. Magnus ebbe un piccolo sussulto, e non seppe se fu per la fitta di dolore che lo colpì o se fu per la sensazione delle mani di Alec sulla sua pelle.
 
Alec spremette un po' di crema sulle dita e le poggiò sulla caviglia lesa. Iniziò a massaggiarla delicatamente, ma con decisione, facendo più pressione sui punti più indolenziti.
Magnus lo guardava senza dire una parola, sentendo il cuore traditore aumentare i battiti quando si accorse dell'attenzione e della cura che stava mettendo Alec in quel momento.
 
"Dovrai passarci dell'altra pomata per qualche giorno, mi sa" lo avvisò Alec, prendendo le garze per poterle avvolgere intorno alla sua caviglia.
Magnus non disse nulla, si limitò ad annuire, ma non fu neanche sicuro che l'altro lo avesse visto.
 
"Pensavi davvero che ti avrei lasciato qui?" chiese Alec, tenendo lo sguardo puntato sulla fasciatura che stava finendo di fare.
"Mi hai già lasciato solo una volta" rispose Magnus con un filo di voce, e per la prima volta non c'era alcuna accusa nel suo tono di voce, solo un accenno di malinconia.
"Bè, eri a casa tua, qui siamo a chilometri di distanza dalla città. E le circostanze erano diverse..." replicò, continuando a restare inginocchiato, nonostante avesse finito di medicarlo. 
"Preferivo non correre il rischio" disse Magnus, senza specificare quale fosse il vero rischio. Se restare sperso in mezzo al nulla, o vedere Alec che gli voltava un'altra volta le spalle. 
 
Dal momento che l'atmosfera si stava facendo tesa, Magnus provò a sdrammatizzare.
"Certo, avrei preferito non correre affatto" 
Alec accennò una risata, ma non c'era alcuna allegria in essa, e si alzò in piedi.
 
"Dovremmo ritornare. Isabelle non sarà contenta del fatto che anche questa location non andasse bene" disse, rimettendo lo zaino nel porta bagagli, e sedendosi al posto di guida. Magnus rimase sul sedile posteriore, così da tenere la gamba stesa e la caviglia a riposo.
 
Per i primi minuti di tragitto, nessuno dei due proferì parola. Ogni tanto i loro occhi si incrociavano nello specchietto retrovisore, ma distoglievano subito lo sguardo. Alec con la scusa di guardare la strada, e Magnus i suoi appunti per il matrimonio di Isabelle.
 
"Hai da fare dopo?" chiese Magnus all'improvviso, sollevando lo sguardo su Alec, che si ritrovò a balbettare, non sapendo che rispondere. 
Magnus sbuffò e ruotò gli occhi. "Non c'è nessun secondo fine. Te lo chiedo solo perché mi è venuta una location in mente e vorrei andarla a vedere ora stesso, se possibile" spiegò, cercando di non mostrare la sua delusione al pensiero di Alec che cercava una scusa per evitarlo.
"Oh" replicò stupidamente Alec, arrossendo furiosamente. Era stato uno stupido a pensare anche solo per un attimo che Magnus gli stesse per chiedere di uscire di nuovo insieme. 
"Sì, possiamo andare. Ho avuto il turno di mattina in palestra oggi" rispose, tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
"Ok, faccio subito una chiamata per vedere se possiamo andare direttamente" disse Magnus, già con il cellulare pronto in mano.
 
"Catarina, tesoro, ho bisogno di te. Devo fare un tour lampo delle sale per matrimoni. Sì, tutte, e anche quella del piano superiore. Sì, lo so, tu non ti preoccupare, lascia fare a me. Sì, stiamo venendo adesso, siamo per strada. Okay a dopo"
 
"Al prossimo incrocio, gira per la Fifth Avenue" disse Magnus e Alec lo guardò incuriosito dallo specchietto.
"Mi dirai dove stiamo andando?"
"Al Plaza"
 
Alec rimase interdetto per un attimo e dopo scoppiò a ridere. "Sei serio? Abbiamo visto location bellissime, con esterni stupendi, e costeggiati da giardini e alberi, e secondo te Isabelle si sposerà in un'anonima stanza di hotel, circondata solo da quattro mura?" chiese Alec, quasi indignato e Magnus sospirò profondamente per mantenere la calma. Quando Alec si comportava in quel modo saccente e odioso, si innervosiva parecchio.
 
"Un'anonima stanza di hotel? Stiamo parlando del Plaza, Alexander. La gente farebbe follie per potersi sposare lì. Ha delle sale spettacolari" gli fece notare, ma Alec ruotò gli occhi e sbuffò.
"Se lo dici tu"
 
"Puoi fidarti?" domandò Magnus di botto. "Almeno per un dannata volta, puoi fidarti di me? " continuò, rendendosi conto solo dopo averlo detto di quanto fosse stato duro e impulsivo. Si era lasciato sopraffare dall'istinto e aveva portato la discussione a livello personale, cosa che non doveva assolutamente fare. Prima che potesse rettificare ciò che aveva appena detto, Alec parlò.
 
"Certo, tanto cosa potrebbe andare mai storto? Al massimo mi ritrovo la hall piena delle tue ex...e dei tuoi ex pure" rispose, rivolgendogli un sorriso così falso che le sue labbra sembravano più contratte in una smorfia che in un sorriso.
 
Magnus lo guardò incredulo, e dopo scosse la testa. "Non posso crederci. Ancora questa storia, Alexander? Quando la finirai? Ti rendi conto di quanto sia immaturo?" 
 
"Io immaturo? Davvero, Magnus?" replicò Alec, guardandolo duramente dallo specchietto retrovisore.
"Ti comporti come un bambino. Continui a farmi ripassate su questo fatto, basta. Superalo" ribattè Magnus esasperato, distogliendo lo sguardo da Alec e puntandolo sui fogli che teneva sulle gambe.
 
All'improvviso sentì la macchina frenare di botto e sobbalzò in avanti, aggrappandosi allo schienale del sedile anteriore per non perdere del tutto l'equilibrio.
"Sei per caso impazzito?" chiese ad Alec, sollevando il volto e trovandolo più vicino di quanto si aspettasse. Alec si era sporto verso di lui, e a dividerli c'era solo la spalliera del sedile.
 
"Davvero non capisci, Magnus?Pensi che io sia infantile? Come avresti reagito tu, mh? Come avresti reagito nel scoprire che una persona di cui ti fidavi, ti stava nascondendo una cosa così? Come?" sbottò Alec, puntando gli occhi nei suoi. Magnus si sentì morire dentro quando vide la rabbia e la delusione nel suo sguardo. E in parte, si sentì colpito in pieno. Cosa avrebbe fatto lui, se i ruoli fossero stati invertiti? Avrebbe reagito diversamente da Alec? Poteva veramente biasimarlo?
 
Vedendo l'esitazione di Magnus, Alec sospirò. "Proprio come pensavo" 
 
"Non è così, Alexander. Io capisco perché tu sia andato fuori di testa" si affrettò a dire il wedding planner. "Quello che non capisco è che tu non abbia neanche voluto ascoltarmi, o darmi la possibilità di spiegarmi. Ti ho mandato così tanti messaggi che ho perso il conto, ti ho chiamato centinaia di volte, ma tu non hai mai risposto. Non volevi avere più a che fare con me? Va bene, ci sta, ma almeno dimmelo. Invece no, sei sparito nel nulla. Non hai avuto neanche il coraggio di dirmi che volevi chiudere quel qualunque cosa fosse fra noi" continuò, sentendo il cuore battere furiosamente nel petto e il respiro farsi più irregolare. Sperava che Alec lo capisse, ma ciò che aveva appena detto, non fece che peggiorare le cose.
 
"Sul serio, Magnus? Tu dici a me che avrei dovuto parlare? L'unico che era in dovere di dire qualcosa, eri tu. E sai qual è il problema? Non mi sono tanto  incazzato per il fatto che vivessi ancora con la tua ex, perché ci sono delle circostanze di cui tener conto, ma per il fatto che tu non me l'abbia detto. Io dovevo sapere la situazione e decidere se continuare a frequentarti oppure no, lo capisci? Tu mi hai privato di questa scelta, tenendomi all'oscuro" lo attaccò Alec, il tono di voce più alto e duro, tuttavia il suo sguardo non aveva la stessa durezza. Sembrava stanco e anche affranto, e Magnus lo guardò senza proferire parola. Se fosse per lo shock dello scatto di Alec o della verità di ciò che aveva appena detto, Magnus non lo capì. Forse era per entrambe le cose. 
 
"Hai ragione" sussurrò, stupendo sia Alec che sè stesso. 
"C-come?" 
"Hai ragione. E' quello che volevi sentirti dire, no? Che hai ragione" ripetè, un po' più chiaramente, stringendosi nelle spalle. 
Alec fece una piccola smorfia. "No. Non è quello che voglio sentirmi dire, Magnus. Non mi interessa avere ragione" 
 
"Cosa ti interessa allora?" chiese con un filo di voce Magnus, osservando il viso di Alec così vicino al suo. Dovette trattenersi per non allungare una mano e sfiorare la sua guancia, accarezzarlo e rassicurarlo, per poi colmare quella breve distanza e baciare quelle labbra che non sentiva sulle sue da settimane. 
Per un attimo, sembrò che anche Alec ci stesse pensando e Magnus poté giurare di averlo visto pronto a sporgersi verso di lui, ma poi si tirò indietro, schiarendosi la gola.
"Non importa" tagliò Alec, facendo ripartire la macchina. Magnus andò per dire qualcosa, ma le parole gli restarono bloccate in gola. Con un sospiro si sistemò sul sedile, chiedendosi come avevano fatto ad arrivare a quel punto. 
 
***
 
"Questa è la Terrace Room, ha l'aspetto un po' antico e storico, in stile rinascimentale, sia nella struttura che nei dipinti sulle pareti" spiegò Catarina, indicando con un gesto della mano la sala. Alec non sembrava molto convinto e storse appena le labbra.
 
"Non credo sia nello stile di Isabelle, non con il matrimonio che vuole lei" disse, e Catarina fece un piccolo cenno con la testa.
"Certo, capisco. Allora, passiamo all'altra sala. E' più grande di questa e adattabile a qualunque stile" spiegò la manager, conducendoli verso l'altro lato dell'hotel.
 
Catarina lanciò un'occhiata a Magnus, chiedendogli silenziosamente cosa stesse succedendo, ma lui ruotò gli occhi e si strinse nelle spalle, stando ben attento a camminare il più lontano possibile da Alec, che li seguiva in silenzio, tenendo le mani dentro le tasche dei jeans, chiaramente a disagio.
Non appena arrivarono, Catarina aprì le grandi ante della porta, e fece segno ad Alec di accomodarsi.
Alec diede una rapida occhiata alla sala e le sue labbra pian piano si stesero in un sorriso. 
"Ora sì che ragioniamo" disse in un sussurro, e Catarina sorrise soddisfatta. 

"Questa è la Grand Ballroom, come puoi ben vedere è abbastanza spaziosa da poter avere un'ampia pista da ballo, nonostante la presenza dei tavoli. Lo stile è elegante, classico e raffinato, ma adattabile a tutti i generi. Questi archi predisposti su entrambi i lati della sala, danno un'impressione quasi teatrale. Quel soppalco può essere utilizzato per sistemare il tavolo degli sposi, oppure la band o deejay, in base a cosa verrà scelto, ovviamente" spiegò Catarina, mentre Alec continuava a guardarsi intorno con un piccolo sorriso sulle labbra.
"Credo che sia l'opzione migliore al momento per il matrimonio di Izzy e Simon. E' giusto che prima di decidere, vengano a vederla loro" disse Alec e Catarina annuì.
 
"Certamente. Ma non è finita qui, perché Magnus ha pensato ad un'altra cosa" 
 
Alec, finalmente, puntò lo sguardo su Magnus, che era stato in silenzio finora e aspettò che parlasse.
"Se per Izzy e Simon va bene, vorrei far tenere anche la cerimonia qui, non solo il ricevimento. Chiameremo un reverendo che celebrerà la loro unione" 
 
Alec aggrottò la fonte, non sicuro che fosse una buona idea, ma Magnus lo fermò prima che potesse obiettare qualcosa.
"Non in questa precisa sala, ma sì, vorrei proporre di farla qui. Se permetti, voglio mostrarti dove si terrebbe" disse, e Alec annuì. 
 
"Andrai con Magnus. Del resto, è merito suo se adesso esiste quella sala" disse Catarina ad Alec, per poi rivolgersi a Magnus.
"A te l'onore" scherzò, facendogli l'occhiolino. Magnus le sorrise e le accarezzò una spalla quando le passò accanto.
 
Camminarono in silenzio lungo il corridoio e, una volta entrati in ascensore, Alec si mise all'angolino e Magnus dovette sforzarsi per non sbuffare. Tuttavia si schiarì la voce e parlò, anche solo per spezzare un po' quell'atmosfera carica di tensione che si era creata.
"La sala che stiamo per vedere in realtà non è una vera e propria sala, difatti prima era una suite, ma è sicuramente qualcosa di particolare. Non viene usata spesso, ma credo che ad Isabelle potrebbe piacere" disse, e aggrottò la fronte quando sentì Alec ridacchiare.
"Non fraintendere, non sto ridendo per ciò che hai detto. E' solo che mi sono reso conto che quando parliamo di cosa potrebbe piacere o non piacere, ci riferiamo solo ad Izzy, senza considerare Simon" spiegò Alec quasi divertito.
"Però non è un problema, perché Simon andrebbe anche in capo al mondo pur di rendere felice Izzy" aggiunse, con un sorriso intenerito.
 
"Adesso non saremo proprio in capo al mondo, ma qualcosa di simile..." disse Magnus, proprio mentre l'ascensore si fermava e le porte si aprivano.
 
Appena entrarono in quella stanza, Alec trattenne il fiato.
Proprio di fronte a lui, al posto di una parete a muro, c'era un'enorme vetrata che si stagliava fino al tetto, offrendo una visuale mozzafiato di New York. 
 
"Sposarsi proprio di fronte allo skyline di New York...riesci a immaginare qualcosa di più magico?" disse Magnus, muovendo qualche passo dentro la stanza, seguito a ruota da Alec, che si guardava intorno meravigliato.
 
"E' molto più di quanto Izzy e Simon avrebbero potuto immaginare" commentò Alec, fermandosi a pochi passi dalla vetrata. Nonostante il Plaza non fosse una delle strutture più alte di New York, si riusciva comunque a vedere la maggior parte della città. Palazzi e grattacieli che costeggiavano le strade, una perfetta visuale di Central park, e del fiume Hudson in lontananza. 
 
"Magnus è...è spettacolare" sussurrò, osservando meravigliato i mille colori di New York. 
 
"Lo è" concordò Magnus, ma i suoi occhi erano puntati sul viso di Alec, illuminato dagli ultimi raggi di sole che stava tramontando.
Perché New York era spettacolare sì, ma Alec lo era di più.
 
***
 
 
Isabelle:
 
 
Alec:
 
E questa????
 
Isabelle:
 
Me l'ha mandata Magnus. 
 
Alec:
 
.....
 
Isabelle:
 
Ci tiene ancora a te. Ha le vostre foto sul cellulare! 
 
Gli stai appiccicato addosso. Tu odi il contatto fisico con le persone, ma ti sei spalmato su di lui.
 
 
Non ti ho mai visto ridere in questo modo. Le fossette, Alec. Hai addirittura le fossette. Sembri così felice...


 
Ti prego parliamo di questa...

 
Siete perfetti. E tu lo guardi in un modo così adorante che mi stanno tremando le gambe, giuro... Voglio solo che tu sia felice, lo sai  fratellone. E so che sei arrabbiato con Magnus, e ne hai tutte le ragioni, ma tutti meritano una seconda possibilità, no? Non è troppo tardi per ricominciare da dove avete interrotto o magari iniziare qualcosa di nuovo.
 
Alec:
 
Non lo so, Izzy. Non voglio illudermi di nuovo. Perché se prima significava solo qualcosa, ho paura che Magnus arrivi al punto da significare tutto. 
Non so se ha senso quello che ho detto, ma non voglio dargli questo potere, non dopo che mi ha mentito una volta
 
Isabelle:
 
Ma non ti ha mentito! Ti ha nascosto la verità... E okay, detta così è anche peggio, ma perché non provate a vedere l'uno il punto di vista dell'altro, senza finire per ammazzarvi possibilmente? 
 
Alec:
 
E quale dovrebbe essere il suo punto di vista? 
 
Isabelle:
 
Per l'angelo, pensavo che fosse Jace lo stupido della famiglia, e invece devo ricredermi mi sa. 
Pensi che per lui sarebbe stato facile dirti che viveva con la sua ex? Magari aveva paura che tu avresti dato di matto e fossi scappato a gambe elevate, cosa che hai fatto. Non voleva perderti...
 
Alec:
 
Se me lo avesse detto, sarebbe stato diverso. Sì, ci sarei rimasto male, ma almeno avrei apprezzato l'onestà
 
Isabelle:
 
Lo so, ma non poteva sapere come l'avresti presa, del resto vi stavate ancora conoscendo, siete un territorio inesplorato
 
Alec:
 
Doveva pensarci prima. Io non posso farmi incantare di nuovo da lui. Mi stavo affezionando molto, mi stavo legando, mi stavo lasciando andare e guarda come è finita...
 
E sai anche cosa? Non ha neanche provato a spiegarmi, o a scusarsi, niente. Il silenzio totale, solo prese in giro su quella maledetta sera. Oggi ne stavamo parlando e lui è stato evasivo. Non ha detto nulla. Anzi, secondo lui sono io quello che ha sbagliato.
 
Isabelle:
 
Ripeto, non è troppo tardi. E Magnus merita una seconda chance. 
So che non vorresti sentirtelo dire, ma in parte è davvero così. Hai sbagliato. Ci sta la tua reazione, ma non hai neanche cercato un chiarimento. Magnus non può dirti niente se tu non vuoi sentire.
 
Alec:
 
....
 
Isabelle:
 
Proprio come pensavo. 
 
 
Ti stringe come se fossi la cosa più preziosa al mondo. E tu non smetti di sorridere. Sei raggiante. Per favore, Alec, non rinunciarci. 



Alec si passò le mani sugli occhi inumiditi, prendendo un respiro profondo.
Non avrebbe permesso a Magnus di avvicinarsi un'altra volta. Doveva solo resistere per quei pochi mesi di preparativi, e poi non avrebbe più rivisto Magnus Bane.
 
 
 
 
 
 
 
Spoiler dal prossimo capitolo: 
 
Alec:
Non lo so quello che voglio. Ma è piombato di nuovo nella mia vita, ed è travolgente, Iz. 
 
Isabelle:
Sai qual è il vero problema, Alec? Tu pensi che lui sia ritornato nella tua vita, ma la verità è che non se ne è mai andato. E lo sai, dentro di te lo sai. Non l'hai chiuso del tutto fuori, gli hai lasciato un piccolo spiraglio, ma sufficiente abbastanza da permettergli di entrare di nuovo. 
Lo vuoi ancora, non è così?
 
  
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