Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
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Autore: AlsoSprachVelociraptor    11/04/2019    1 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
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[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Jo pensò di essere stata buttata in mare, perché sentiva freddo ovunque e l'aria non voleva saperne di entrarle nei polmoni.

Tenne gli occhi serrati e premette la fronte sul legno. Sarebbe morta come quel fantasma..?

Quando il quintale di uomo che le era crollato addosso si tolse dalla sua schiena, Jo capì che non era in fondo al mare ma solo schiacciata sul pavimento dell'hotel in cui era nata e cresciuta. I fantasmi pesavano?

Che camera era? Non la sua e nemmeno quella di sua madre in cui si era avventurata quella notte.

Gli occhi color ghiaccio di Lloyd Richmond la congelarono sul posto. -Di solito non accetto visite.- borbottò lui, con una voce grave che non si addiceva al suo corpo giovane e fragile. Alzò lo sguardo sull'altro uomo nella stanza, che stava diligentemente aggiustandosi i vestiti stropicciati nella fuga.

..il fantasma? Era lui?

Fin da piccola Jo sapeva che c'era qualcosa di soprannaturale nell'hotel in cui abitava. Lo sentiva nell'aria gelida chiusa tra quelle mura, i passi fuori dalla porta, le orme bagnate nel corridoio. I suoi fratelli maggiori, Charley e Alfred, non ne volevano parlare. Mamma si arrabbiava ogni volta che aveva tentato anche solo di nominare la faccenda.

Perché erano lì a Ronansay se erano tutti originari di Londra? Perché mamma era sempre arrabbiata? Perché tutti sembravano ignorare quel fantasma così palese?

L'uomo aveva un aspetto quasi ordinario, eppure qualcosa in lui faceva capire che non era un uomo come tutti gli altri. Alto quasi due metri, dai lunghi capelli rosso scuro che ricadevano pigramente sulle sue spalle larghe, e... e...

-Meno male che mi hai ripetuto fino al vomito "Lloyd, non mettere in mezzo Jo!" e invece tu me la porti in camera.- starnazzò ancora il regista londinese, imbacuccato in un largo e pesante pigiamone e i capelli legati in qualche imbarazzante treccina. L'uomo, il fantasma, non rispose alla sua provocazione. Voltò le spalle a Jo, senza ancora parlare.

-Io non volevo, ma... lei c'è, in mezzo. Lei è il motivo per cui io sono ancora qui, ne sono quasi sicuro.-

La sua figura netta svanì nell'aria fresca della camera, ma Lloyd non sembrò scomporsi.

Jo, al contrario, era distrutta. Aveva visto un fantasma, ma quel fantasma l'aveva aiutata a fuggire da sua madre... si premette le mani sugli occhi, cercando di respirare e ragionare. Un fantasma! Aveva toccato un fantasma! Le aveva anche parlato, qualcosa riguardo al suo cognome... Jo era troppo terrorizzata per ricordare le sue parole.

Vicino a lei, rumore di carta. Era Lloyd, che le si era avvicinato per scartabellare i quaderni e le cartelline che aveva rubato dalla camera dei suoi genitori, inginocchiato al suo fianco.

-Un diario... un'agenda... e delle cartelle. Sono dei dati personali quelli qua dentro? Oh sì. Tessera sanitaria, carta d'identità...- lesse ad alta voce il ragazzo moro, tirando fuori con pazienza tutti i fogli all'interno della cartella in cui erano rinchiusi da chissà quanti anni. -... e certificato di morte. Tutti di Kenneth Marsh.-

Jo alzò finalmente lo sguardo, appena più sicura. -Marsh... il fantasma ha detto qualcosa del genere. È lui?-

Lloyd alzò il suo sguardo color ghiaccio solo per fissarla in modo strano. Piegò la testa in un movimento che non era un sì e non era un no.

-L'uomo annegato qui, anni fa.- continuò lei. -Voglio sapere chi è e perchè ce l'ha con noi!-

Lloyd rimise a posto tutti i documenti che Jo era riuscita a trafugare dalla camera della mamma e rimase a guardarla con un sorrisetto strafottente e un'aria di sfida che le faceva ribollire il sangue nelle vene. -Ma dunque sai anche formulare due frasi di seguito? Che brava bambina...-

Quel Richmond era un famoso youtuber e, successivamente, regista alla BBC. Aveva girato diversi corti e Jo ne aveva visti alcuni, i più famosi che erano finiti in tendenza su Youtube, e sapeva che era lì per una qualche ragione... mamma e papà non l'avevano detto, ma Alfie e Charley sì: il fantasma.

Loro erano sempre restii a svelarle cosa sapessero su cos'era quell'essere che si aggirava per i corridoi, ma qualcosa nei loro sguardi la bloccava sempre, a un passo dalla verità.

Jo divenne rossa di rabbia in viso. Cercò di riprendere i fogli che aveva trovato, ma il ragazzo glieli allontanò ancora. -No. Ascoltami. Li terrò io, così quella stre... tua madre non li troverà. Tu verrai qui a studiarli, anzi, li studieremo assieme. Tu mi dirai cos'hai scoperto, e io tutto quello che ho scoperto.-

-Tutto?- ripeté Jo, incredula.

Lloyd fece per rispondere, ma si bloccò di colpo. La temperatura calò drasticamente, come se qualcuno avesse spalancato tutto ad un tratto tutte le finestre del mini appartamento del londinese.

Ma le finestre erano chiuse. Il ragazzo si morse un labbro, alzando sarcasticamente le sopracciglia. -Mi sa che è un "no".-

Era stato il fantasma. Sospirò e annuì, alzandosi da terra. 

-Kenneth Marsh, nato nel marzo del 1963 a Londra. Ho letto e riletto quei documenti chissà quante volte, ma... su internet non esiste. Non esiste da nessuna parte.- tentò ancora Johanne. Doveva provare, o non avrebbe mai scoperto nulla... Si avvicinò al ragazzo, che era tornato a sedersi sul letto. Lui si strinse le mani sul grembo, stritolando il pesante pigiama che portava. Il suo viso era cereo e i suoi pungenti occhi azzurri erano contornati da orribili occhiaie viola.

Non l'aveva visto fuori per qualche giorno, ed evidentemente era stato molto male. Lui la squadrò male, ma la lasciò parlare.

-Tu... sai qualcosa di lui.-

Lloyd annuì.

-Quanto?-

-Non molto- rispose. Sembrava sincero. -So quello che devo sapere. Spererei di sapere altro. Non è un tipo di molte parole, sai?-

Johanne annuì a sua volta. Era stanca, e mamma probabilmente la stava cercando.

Non poteva scoprire tutto subito, ma col suo nuovo "socio" avrebbe potuto fare qualche passo più avanti.

-Gli asciugamani sono lì. Fai finta di aver fatto i mestieri perchè ti avevo chiamata. E ora sparisci, pidocchia, hai già sprecato troppo del mio tempo.-

Lloyd Richmond era tutt'altro che un ragazzo simpatico. Prese uno zainetto da sotto al letto e, dopo aver tirato fuori da esso un computer portatile di ultima generazione lo accese, iniziando a scrivere qualcosa, sotto lo sguardo infuriato della ragazza più giovane. 

Maledetto londinese...

Lo odiava, ma aveva un tremendo bisogno di lui. Jo era stanca di segreti.

   
 
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