Si consiglia l’ascolto di questo brano durante la
lettura:
Nothing But Thieves – I Need Air
Trying to breathe
Era sinuoso il suo corpo, si muoveva dolcemente al ritmo delle mie
spinte. Non mancava mai di rispondermi, non perdeva occasione per accogliermi.
I capelli biondi e scarmigliati ricadevano sul viso imperlato di sudore
del mio cantante, mentre lo tenevo per i fianchi e ansimavo con il viso
affondato sulla sua spalla.
Conor gemeva piano, tentando di non fare troppo rumore, ma io sapevo fin
troppo bene che per lui era difficile contenersi. Era sempre così passionale,
prorompente, e teneva moltissimo a farmi capire quanto lo facessi stare bene.
Stava per raggiungere il culmine. Me ne accorsi perché il suo bacino si
muoveva ancora più frenetico, i suoi muscoli caldi pian piano si stringevano
con più intensità attorno a me, e la sua voce fuoriusciva spezzata e acuta dalle
sue labbra.
«Conor...» farfugliai, lasciando un lieve bacio sulla sua pelle rovente.
Esplose in un potente orgasmo, irrigidendosi violentemente contro di me e
lasciando che dalla sua gola sgorgasse un prolungato e vibrante gemito.
In quel momento mi venne in mente qualcosa di assolutamente fuori luogo,
ma ero troppo scosso dal mio stesso piacere per potergliene parlare. Lo tenni
stretto e mi spinsi ancora in lui, alla ricerca di quelle sensazioni che
soltanto lui sapeva farmi provare.
Conor ancora respirava a fatica quando anche io raggiunsi l'apice e mi
lasciai andare a un furioso gemito gutturale, mordendomi il labbro inferiore
con forza, finché non avvertii il sapore metallico del sangue sulla lingua.
«Cazzo...» bofonchiai tra un sospiro e l'altro.
«Phil, che succede?»
Mi sfilai con cautela dal suo corpo e lo presi tra le braccia, facendolo
voltare nella mia direzione. Mi misi su un fianco e presi il suo viso tra le
mani, godendomi finalmente la vista del suo viso delicato ancora stravolto
dalla passione.
«Ah, ti sei fatto male anche stavolta» commentò, sfiorando con il pollice
il mio labbro inferiore spaccato.
«Sì.»
«Solo perché non vuoi farti sentire dal tuo amato Conor» mi punzecchiò,
facendo scorrere le dita sul mio viso.
Mi sentivo accaldato e stremato, avvertivo il mio corpo ancora scosso da
leggeri fremiti. Era stato pazzesco, non riuscivo a trovare un altro termine
per descrivere ciò che era appena successo.
«Amato Conor? Da dove porti fuori tutta questa presunzione?» lo schernii, per poi lasciarmi sfuggire un lieve sorriso.
«Sei bellissimo» buttò lì il mio ragazzo, lasciandomi spiazzato. Aveva
l'abitudine di farmi spesso dei complimenti, e io non sarei mai stato pronto
per accoglierli. Certe cose mi mettevano in imbarazzo, non potevo farci niente.
Avvampai e tentai di evitare il suo sguardo, ma lui mise una mano sulla
mia guancia e si accostò a me per baciarmi sulle labbra.
«Grazie» sussurrai.
Conor stava per dire qualcosa, quando a me tornò in mente ciò che avevo
elaborato in maniera casuale mentre facevamo l'amore. Presi a ridacchiare,
beccandomi una delle sue occhiatacce omicide.
«Oh, merda...» Mi sdraiai supino e continuai a sghignazzare, portandomi
una mano alla fronte.
«Si può sapere che ti prende?» domandò Conor, osservandomi confuso.
«Devo dirti una cosa. Ho avuto un'idea per una canzone» ammisi, cercando
di calmarmi.
«Cosa? E quando?» volle sapere, puntellandosi su un gomito per potermi
guardare meglio.
«Poco fa» ammisi.
«Poco fa?»
Sospirai. «Mentre facevamo l'amore» dissi, leggermente a disagio.
«Eh?» Conor si mise a sedere al mio fianco e cercò il mio sguardo. «Stai
scherzando?»
«No!»
«Spiegami subito cosa cazzo ti passa per la mente, uomo!» mi ordinò,
puntandomi contro l'indice della mano destra.
Scoppiai nuovamente a ridere e lo afferrai per un braccio,
trascinandomelo addosso. Lui si stese sopra di me e tenne gli occhi fissi sui
miei.
«Allora?» insistette.
Dovetti concentrarmi per non continuare a sghignazzare, ma soprattutto
per non farmi vincere dal mio stesso imbarazzo. Era difficile spiegargli la mia
folle idea.
«Ti sembrerà da pervertiti, ma oggi... be', quando sei venuto, hai...
ecco, io mi sono immaginato la tua voce in una canzone, in quel momento,
quando...»
Lui strabuzzò gli occhi e mi prese il viso tra le mani. «Che cosa?!»
sbottò.
«Giuro, ci starebbe benissimo!» affermai, tentando di convincerlo.
«E come avrei fatto? Che verso ho fatto?» mi interrogò, senza lasciare un
attimo i miei occhi.
«Be'... è difficile da riprodurre, io non sono un cantante!» mi
giustificai.
Lui si scostò da me e si rimise seduto, incrociando le gambe e
appoggiando i gomiti sulle cosce. Abbandonò il mento sulle dita incrociate
delle sue mani e rifletté per un po' in silenzio, senza più degnarmi di uno
sguardo.
Lo osservai senza dire niente, sapevo che quello era un momento mistico e
molto importante per lui. Succedeva sempre quando eravamo in fase di
composizione, e stavolta non faceva eccezione, nonostante l'idea provenisse da
un momento intimo che avevamo appena condiviso.
«Senti un po'!» esclamò all'improvviso, per poi schiarirsi la gola e
prendere fiato.
I need air
I, I, I need air
Mi misi seduto a mia volta e lo fissai negli occhi.
Bastò quello sguardo per intenderci.
«Come al solito riesci sempre a fare la cosa giusta. È una bomba, ti
rendi conto?» mi entusiasmai, gettandomi su di lui per poter riempire il suo
viso di baci.
«Cercavo da tempo una melodia per quel testo!» esultò Conor, stringendomi
forte. «Cazzo, che idea hai avuto!» proseguì.
Mi scostai appena e lo fissai negli occhi. «Me lo rifai?» chiesi con
innocenza.
Lui scosse il capo e ridacchiò, in quel modo così dolce e
inconsapevolmente sensuale che mi faceva sempre fremere da capo a piedi.
«Sporcaccione» mi accusò in tono malizioso.
«È colpa tua» mi difesi, facendo scorrere le dita sul suo torace magro.
Conor ridacchiò ancora e mi spinse all'indietro, per poi mettersi a
cavalcioni su di me. Poggiò le mani sul mio petto, drizzò la schiena e, dopo
aver riso per l'ennesima volta, chiuse gli occhi e lasciò fuoriuscire la sua
voce in tutta la sua potenza.
I need air
I, I, I need air
* * *
Joe teneva tra le mani un foglio spiegazzato. Dopo aver scambiato
un'occhiata con tutti noi, disse: «Vediamo cosa dice questa canzone».
Si sistemò meglio sul bracciolo del divanetto in tessuto verde e appoggiò
la gamba sinistra su quella di James.
Stuck in a hollow
Somewhere so deep
Down in the water
A drop in a dream
Everything's
quiet
Smothered in
peace
Sometimes it's
easier to sleep
Even the fishes
Know what I mean
Under the water
Trying to breathe
«Ora comincia il ritornello» lo interruppe Conor, fermo al centro della
sala prove.
Io me ne stavo seduto accanto a James sul divano e mi preparavo
psicologicamente ad affrontare l'ondata di imbarazzo che sentivo già farsi
largo in me.
Joe annuì e continuò a leggere.
And I need air
I need air
I, I, I need air
«Per il ritornello ho già un'idea» cinguettò Conor, per poi scoccarmi
un'occhiata che mi fece venir voglia di sprofondare all'interno del divano su
cui faticavo a stare seduto.
«Sentiamo, sono curioso» lo incoraggiò James, giocherellando con una
delle sue bacchette. Per sbaglio colpì la coscia di Joe, il quale si esibì in
una piccola smorfia di dolore.
Conor ci guardò tutti negli occhi e si soffermò un po' più a lungo quando
il suo sguardo incrociò il mio, poi eseguì il ritornello come aveva fatto
quando eravamo soli e in intimità.
Strinsi più forte le dita attorno alla stoffa del bracciolo del divano,
sentendomi andare a fuoco. Era imbarazzante, ma la cosa più grave sarebbe stato
registrare e, ancor peggio, eseguire dal vivo quel brano. Avevo la netta
impressione che non sarei mai riuscito a vivere con tranquillità quel momento.
«Stupendo, stupendo! Come ti è venuta?» si esaltò subito Dominic,
battendo con decisione sulla spalla del cantante.
«Oh, be'...» Conor incrociò le braccia al petto. «È un piccolo segreto»
rispose, per poi strizzarmi l'occhio.
Dominic cercò il mio sguardo con fare perplesso. «Tu ne sai qualcosa?» mi
apostrofò.
Mi strinsi nelle spalle. «Io? No, perché dovrei?» buttai lì, stupendomi
di quanto stessi riuscendo a mantenere la calma. Dalla mia avevo la capacità di
non esternare eccessivamente le mie emozioni, ma Dominic era mio cugino e mi
conosceva meglio di chiunque altro là dentro.
Prima o poi mi avrebbe fatto parlare, ma per il momento parve decidere di
lasciar perdere.
Joe attirò nuovamente la nostra attenzione. «A me piace, ottima idea»
commentò.
«Tu, Price, che ne pensi?» domandò mio cugino, rivolto al nostro
batterista.
James si sistemò meglio il cappellino da baseball sulla testa e fece
scorrere distrattamente le dita su una delle sue bacchette. «È una figata!
Dobbiamo registrare subito il ritornello, al resto penseremo più avanti!»
esclamò.
«Phil?» mi interrogò Conor.
Annuii. «Okay, sì, va bene» acconsentii infine.
Il cantante sollevò il pollice della mano sinistra e ridacchiò, per poi
mandarmi un bacio e voltarsi per sistemare il suo microfono.
Sarebbe stata dura assistere alle registrazioni e respirare regolarmente.
Ma ne sarebbe valsa la pena.
Conor era un cantante eccezionale e in quel momento volevo soltanto che
la sua voce accarezzasse le mie orecchie e mi cullasse in un tenero e
avvolgente abbraccio.
° ° ° ° °
Carissimi lettori, sono tornata con una storia sui NBT!
Questa band è capace di ispirarmi le cose più assurde, come questo breve
racconto un po’ folle e scemo :D
Che ve ne pare?
Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere e chi dedicherà due minuti
della sua esistenza per lasciare una recensione! ^^
Alla prossima ♥