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Autore: lilyblack90    22/07/2009    3 recensioni
Una storia un po' diversa dal Twilight che conosciamo. un Edward più immedesimato nel ragazzo diciassettenne che può avere tutte. una Bella che non accetta questo tipo di leggerezza da parte di uno sconosciuto, soprattutto nei suoi confronti. e diventerà una continua lotta tra i due protagonisti, finchè, ovviamente, il più orgoglioso comincerà a provare qualcosa...ma se lei non riuscisse a mettere da parte i pregiudizi per lui? e se quando ci riuscisse l'arrivo una persona rovinasse di nuovo tutto? -veramente preferisco studiare da sola- Sempre senza respirare mi avvicino al suo orecchio. (...) –e…l’altra cosa? Preferisci anche quella farla da sola?- chiedo suadente, strafottente e vagamente sensuale. La sento trattenere bruscamente il fiato. È fatta! È mia. Abbasso lo sguardo su di lei…e la sua espressione mi lascia sorpreso. Non serve legger e il pensiero per capire che è chiaramente arrabbiata. –sicuramente meglio da sola che con te!- sbotta, infuriata. Inarco le sopracciglia –scherzi vero?- (...) –ma guarda questo! Ma chi si crede di essere?- sussurra. Purtroppo per lei la sento. –ehi, bellezza, vedi di non fare troppo la preziosa. Qui le false caste non sono apprezzate.-
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo capitolo e un po’ meno di ritardo

Nuovo capitolo e un po’ meno di ritardo!! Nuovamente vado di fretta, quindi pubblico veloce senza troppe premesse. E mi dispiace non poter nuovamente ringraziarvi una a una come dovrei e come vorrei.

Spero la prossima volta ti riuscirci!!!

Per ora un grazie enorme a chi legge, commenta o semplicemente segue!!!!!

 

 

 

-Sei sveglio?-

Non rispondo. Lo sa benissimo che non sto dormendo. Sto fumando, maledizione.

Lauren allunga una mano affusolata e mi accarezza il petto nudo. Poi avvinca le dita alla sigaretta che stringo tra le labbra e fa per sfilarmela. Con uno scatto le blocco il polso. Sa che non deve. Con l’altra mano afferro il pacchetto di sigarette sul comodino e glielo lancio. La sento sorridere soddisfatta mentre se ne accende una.

Chiudo gli occhi. Sono arrabbiato, infuriato.

Abbiamo fatto sesso. Ovvio, era venuta per quello. E non mi sono divertito. Non ho fatto che pensare a quella piattola umana di Isabella Swan.

Mi sono costretto a non legger ei pensieri delle mie sorelle per capire cosa stavano combinando, ma non ho potuto di evitare le loro risate quando si facevano troppo forti.

E ora, oltre che rovinarmi la vita di giorno, mi rovina persino il sesso.

Di nuovo Lauren allunga la mano sul mio petto. Questa volta però il percorso è in discesa.

Non mi sono ancora rivestito, quindi gli basta scostare leggermente il lenzuolo per raggiungere la sua meta.

Sento le sue dita stringersi intorno al mio pene e ricominciare il gioco appena finito. Contro il mio umore la mia eccitazione si fa sentire. Stringo gli occhi, lasciandomi coinvolgere da quei movimenti quasi incalzanti. Ed è un attimo. Nella mia mente si creano immagini che mai avrei desiderati.

Capelli castani che mi accarezzano il petto. Lunghi, morbidi.

Un piccolo corpo che si stringe al mio. Il piacere che provo diventa ancora più forte quando immagina che a provocarlo sia una piccola mano calda. Quando sento i sospiri di Lauren mi sforzo per immaginare un’altra voce. L’altra voce. Più dolce. Più morbida.

Quando vengo il mio copro quasi trema. Difficile che mi lascia andare a queste emozioni. Avverto confusamente i pensieri di Lauren anche lei ne è stupita. E compiaciuta.

Non può sapere…non può immaginare che non pensavo a lei. Che speravo che a toccarmi fosse un’altra ragazza, così vicina in quel momento ma altrettanto lontana.

Se immaginarmi lei anziché un’altra mi provoca queste reazioni, posso solo immaginare cosa accadrebbe a poterla veramente toccare e…mi sforzo di non continuare quei pensieri. Apro gli occhi, speranzoso di incontrare quelle due pozze scure e invece ad accogliermi sono gli occhi azzurri di Lauren. Per un attimo la disprezzo.

 –Vestiti. Ti porto a casa. –

Sembra dispiaciuta, ma non m’interessa.

Esegue il mio ordine e anch’io comincio a vestirmi. Di nuovo la furia mi assale.

Sempre per l’umana-amica-delle-sorelle-Cullen.

Non sono abituato a desiderare tanto qualcosa, o qualcuno e ancora dimeno a non poterlo avere.

Per questo mi fa quell’effetto pensarci. Non è certo un sentimento pure e gentile. no. Ho voglia di lei per umiliarla, ho voglia di lei per sentirla pregare, ho voglia di lei per spezzare i suoi pregiudizi.

-Sono pronta.-

Senza voltarmi mi incammino fuori da camera mia con Lauren dietro.

Passando vicino camera di Alice sent la voce di…quella.

-Ragazze…forse è meglio che torni a casa…-

Sorrido, trionfante, pregustando una piccola vendetta.

Alice ovviamente è troppo presa dalla sua nuova amichetta per controllare le mie decisioni.

Afferro la mano di Lauren.

Giunti fuori casa le sorrido.

-Ti va di stare qui ancora cinque minuti?-

Lei, ovviamente, non si fa pregare.

Cammino sotto il portico illuminato fino all’inizio del prato ben curato da Esme.

Lì mi lascio cadere, a terra in mezzo all’ebra. Lauren mi segue.

La stringo a me e le mordo l’orecchio.

-devo ricambiare il favore di poco fa…-

Ancora prima di terminare la frase la mia mano ha aperto i suoi jeans.

E mentre lei butta la testa all’indietro sulla mia spalla, io aspetto che tutto vada come spero.

Ovviamente calcolo tutto alla perfezione.

Nel momenti in cui sento Lauren irrigidirsi per poi lasciarsi andare al piacere che tanto generosamente le ho provocato, la porta si apre. Due ombre si stagliano lungo il prato.

Io sorrido, sfilo con lentezza le dita da Lauren, poi le afferro il mento e la bacio.

Quando mi volto vedo Alice e Bella in piedi, paralizzate che mi osservano disgustate. Ciò significa che il mio piano ha funzionato e hanno visto abbastanza da farle incazzare.

Lauren come se niente fosse si sistema.

Alice la osserva freddamente –Edward, accompagna me e Bella.-

Io spalanco leggermente gli occhi –Cosa? Non credo pro-

-Ho detto accompagna me e Bella.-

Rimango a guardarla. Entrambi cerchiamo di non ringhiare né saltarci addosso.

Poi, sconfitto, abbasso la testa e mi alzo, portando con  me Lauren.

-Andiamo allora.-

Bella è rimasta in silenzio tutto il tempo.

La guardo mentre comincia a camminare seguendo Alice, passandomi di fronte.

Arrivati al garage io mi dirigo dalla parte del guidatore. Lauren già si è seduta nel sedile di fianco. Bella fa per aprire lo sportello posteriore dietro al mio, ma io l’afferro per un polso. Tanto Alice è già in macchina e non può intervenire a meno che non ammette di aver sensi super fini.

Le stringo il polso e mi inchino al suo orecchio.

-Avresti potuto esserci tu al suo posto…avresti potuto provare tu quel piacere…-

Non si volta di un millimetro –Ti piacerebbe.- sibilia.

Non sai quanto. Non posso però rispondere come vorrei.

Mi limito a un

–Mai quanto sarebbe piaciuto a te. -

Finalmente volta il viso per osservami, fiera e arrabbiata.

-Leva quella mano.-

-Certo, la preferiresti da un’altra parte, non è vero?- chiedo, malizioso.

-esatto…nel fuoco.-

Sussulto leggermente. L’idea che si avveri quel suo desiderio mi provoca un immenso fastidio.

La lascio andare.

Saliamo in macchina e partiamo.

Ovviamente la prima a venir accompagnata è Lauren.

Sia perché non la sopporterei ancora per tanto, sia perché le minacce mentali di Alice sono ben forti nella mia mente.

Una volta lasciata lei, prima di ripartire, lancio un’occhiata allo specchietto retrovisore, osservando le altre due passeggere.

-Chi passa avanti? –

-Vai tu Alice, tanto io ora devo scendere.-

Emozioni contrapposte mi colpiscono lo stomaco a quelle parole.

Ma Alice scuote la testa.

-Veramente io dovrei vedermi con Jasper. Mi aspetta al parco giochi.-

Indica il parchetto proprio dall’’altro lato della strada.

Sia io che Bella la guardiamo increduli –cosa??-

Alice sorride, falsa

–Bè, Bella…è tutta la sera che passo con te e Rose e mi sono molto divertita, ma…ora vorrei stare un po’ con lui…anche perché oggi è il nostro anniversario.-

Ovviamente l’ultima scusa convince Bella a lasciarla andare. Ma non me.

-il vostro anniversario? Non era un mese scorso?-

Alice mi sorride dolcemente.

-Ti sbagli fratellone… quello era di Rose e Emmett -

Scende dalla macchina seguita da Bella, ora costretta a sedersi davanti.

Alice giunge dalla mia parte e si inchina a parlare tra il finestrino aperto.

-Sai che io mi ricordavo che Rose e Emmett dovevano festeggiare tra due mesi?-

Di nuovo sorride e questa volta mi risponde a voce bassissima.

-di nuovo ha sbagliato, quello è l’anniversario di quanto il tuo cervello ha abbandonato definitivamente il tuo corpo…ormai sono parecchi anni, vero?-

Ringhio, sottovoce.

Alice osserva Bella ormai seduta vicino a me.

-Bene, Bella, grazie per tutto. –

-Grazie a te Ali…-

Alice le sorride, radiosa, poi lancia un’ultima occhiata.

“fa per bene. Ricorda che tutto ciò che io deciso ha un senso

E con questo pensiero se ne va.

Di nuovo metto in moto. Per fortuna il viaggio è breve, e con la mia velocità ancora di più.

Noto che Bella guarda con ostinazione fuori dal finestrino, costringendosi a non parlare.

Inchiodo la macchina di fronte a casa sua con una certa violenza.

E infatti Bella è catapultata leggermente in avanti, ma ovviamente la cintura la trattiene.

- ops…scusa.- Le sorrido, strafottente.

Lei mi rivolge  un’occhiata di fuoco.

Si libera della cintura e apre la portiera.

Prima che possa fare altro però di nuovo l’afferro per il polso e la tiro a me.

Ci ritroviamo vicini. Forse troppo vicini, ma non abbastanza.

I suoi occhi si spalancano leggermente, increduli e non più tanto arrabbiati.

Le prendo un ciuffo di capelli con le dita.

-Hai dei begli occhi- Sussurro sulla sua pelle.

-Lasciamo subito Cullen.-

Buone intenzioni, niente forza di volontà.

Non fa nulla per allontanarsi.

Infondo, sempre un vampiro affascinante e seduttore rimango. E se devo ricorrere alla mia natura repressa per averla, bè, tanto peggio per lei.

Mi avvicino a lei.

Le mie labbra stanno per sfiorare le sue, quando la sento trattenere bruscamente il fiato.

La guardo: i suoi occhi sono chiusi, il viso quasi sofferente.

Non ci vuole molto a capire cosa prova: di nuovo, desiderio di avermi che fa a toccare il suo orgoglio e ciò la fa soffrire e umiliarla.

Sospiro leggermente e mi allontano da lei.

Non sono ancora pronto a baciare una ragazza per farla soffrire tanto. Soprattutto, con lei, sarebbe una vittoria troppo facile.

Voglio piegarla, voglio che sia lei a chiedermi di baciarla.

Con la forza è troppo semplice. Soprattutto, non sarebbe una vittoria.

Bella apre gli occhi, sconcertata e quasi…dispiaciuta?

Mha, valle a capire le donne.

Le sorride.

-Io non obbligo nessuna a baciarmi. Vedrai che presto sarai tu a pregarmi.-

Sicuro di ricevere una rispostaccia a quest’ultima provocazione, rimango stupito quando i suoi occhi si riempiono di lacrime.

-Non obblighi nessuno eh?-

Tiene il viso basso e vedo che una mano stringe il polso.

E anche al buio posso vedere i lividi quasi guariti che le ho lasciato due giorni fa nel bagno.

Prima di poter dire qualcosa Bella apre la portiera corre via.

Come sempre mi succede con lei rimango per qualche minuto immobile. Poi, finalmente, mi decido a ripartire. Mi sento strano. Dispiaciuto?

Ma la tortura non è finita.

Ovviamente la mia cara Alice, invece di andarsene davvero da Jasper, è rimasta nei dintorni, per controllare che non ammazzassi la sua amichetta.

Ora, mentre torno a casa, la ved correre nella foresta che costeggia la strada. È troppo offesa per entrare in macchina. È troppo arrabbiata per lasciarmi stare.

Ma invece di aggredirmi a parole, mi lancia un’immagine, un ricordo recente, di sole due ore fa.

E per quanto tento di bloccarlo, l’immagine si fa sempre più nitida.

Rappresenta lei, Rose e Bella, prima a casa nostra. Alice è stesa sul letto, Rosalie è seduta su una sedia. Bella è vicino ad Alice, gambe raccolte al petto.

Non so bene di che parlano. Ma a un certo punto scoppiano a ridere.

Rimango ad osservare Bella. Il volto le si illumina, mentre le labbra si aprono in una risata vera, sincera.

Una mano va a posarsi sopra la bocca e gli occhi sembrano ancora più belli. Sono ancora più belli.

Quell’immagine provoca un triste contrato con il mio ultimo ricordo di Bella poco fa.

Diciamo con tutti i ricordi che ho di lei. Arrabbiata, offesa, sarcastica, umiliata, triste, in lacrime.

Mi godo fino all’ultimo il piacere che quella nuova immagine mi suscita.

Rimango ad osservare ogni sfumatura del viso, ogni particolare della labbra, degli occhi.

E un uovo desiderio nasce in me. Una nuova scommessa.

D’ora in poi, il mio unico obbiettivo, sarà vedere quell’espressione dipinta nel viso di Bella.

E a provocarla, dovrò essere io.

 

  
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