Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Misatona    18/04/2019    5 recensioni
Se i personaggi che hai caratterizzato si accorgessero che qualcosa non va, come reagirebbero?
In un momento particolare, Vegeta, Radish e Bulma, vanno a riprendersi ciò che è loro affrontando un viaggio assurdo e forse no sense. Riusciranno a sconfiggere il nemico e a portare in salvo la misteriosa ragazza scomparsa?
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bulma, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I want you, I need you
I want you to be mine tonight
You need me, you tease me
Use you up, throw you away

 
You're fire, taking me higher
Don't burn me, don't let me down
You need me now, I'll teach you how
Come on, let's go all the way

 
Get a piece of your action
(Piece of your action – Motley Crue)
 
 
I tre erano rimasti a fissare la facciata scarlatta del Whisky a Go Go, facendo riaffiorare i ricordi che avevano di Saiyajin. Radish si accese una sigaretta sorridendo mestamente di fronte a quel colosso dove, le più grandi band del glam rock, avevano lasciato il loro segno.
Vegeta si stava spazientendo. Sbuffò sonoramente, richiamando l’attenzione dei suoi colleghi su di sé.
“Che cosa stiamo facendo qui davanti come tre idioti?” chiese allargando le braccia.
Bulma e il saiyan dai capelli lunghi, raccolti in una coda bassa, fissarono il principe cercando di trattenere le risate. Vegeta era diventato biondo ed aveva un tatuaggio sul braccio destro.
“Che cazzo avete da ridere?” adesso iniziava ad odiarli. Possibile che fosse l’unico a rendersi conto della situazione? Agitando il braccio si rese conto di aver qualcosa di diverso: era sicuro di avere indosso quegli stupidi abiti del GT e quindi avere le braccia scoperte.
Spalancò occhi e bocca per la sorpresa e poco dopo, la vena sulla sua fronte, prese a pulsare infastidita da quel continuo cambio look. Il suo braccio era pieno di scarabocchi.
“Sono di nuovo biondo, vero?” chiese rassegnato il principe.
Era impossibile trattenere le risate e sua moglie e il suo migliore amico, a quella domanda, scoppiarono a ridere tenendosi le mani sulla pancia per il dolore alla milza da tanto si stavano divertendo.
Vegeta ribolliva di rabbia e ringhiava in modo terribilmente simile a Tele Spalla Bob dopo esser stato colpito da un rastrello, spuntato dal nulla.
“Dai, Vegeta. Sei carino” Bulma ancheggiò vicino al marito, regalandogli un bacio sulla guancia che lo fece arrossire e calmare giusto un po'.
Fece roteare gli occhi al cielo e frugò nella tasca dei suoi pantaloni di pelle nera, estraendone il suo smartphone per controllare l’ora. Il Whisky a Go Go avrebbe aperto le porte alle 20.00 ed era ancora troppo presto per poter entrare in quel posto.
“Ma che diavolo..?” Mentre guardava lo schermo del suo telefono, questo si dissolse tra le sue mani. Che cavolo stava succedendo? Si voltò a guardare Bulma che rimase esterrefatta quanto lui di quello strano avvenimento.
“Hey, la facciata del locale è cambiata” Radish richiamò l’attenzione dei due mentre fissava il locale con le mani in tasca e il suo look stava cambiando insieme ad esso.
“Anche i tuoi vestiti, Rad”
“Cosa?” disse il capellone osservandosi stranito. I suoi tatuaggi e il suo piercing erano spariti e avevano lasciato posto a dei pantaloni di pelle nera e un giubbino bianco dello stesso materiale, indossato senza nulla sotto a lasciare in bella vista il suo petto scolpito. Collane e anelli con teschi adornavano il suo look da vero rocker, unito a della matita nera nella rima dell’occhio per rendere il suo sguardo pece ancora più profondo. Si guardò riflesso nella vetrina di un negozio di liquori poco distante, sistemandosi la folta chioma cotonata. Sorrise con un sorriso da ergastolo, compiacendosi di quanto fosse figo.
Vegeta scrollò la testa sempre più indispettito. Come cazzo avrebbe potuto chiamare Trunks ora? Era l’unico dotato di serietà con cui poter parlare.
“C’è una cabina telefonica laggiù” disse Bulma guardandosi attorno “potremmo chiamare Trunks per capire cosa sta succedendo, anche se credo sia abbastanza evidente” proseguì portandosi l’indice sulle labbra come a riflettere sulla questione.
“Se hai già capito tutto perché vuoi chiamarlo? Ce li hai i soldi per quell’affare?” chiese Radish indicando la cabina telefonica.
Bulma sogghignò piegando la testa da un lato, si avvicinò sensuale ad un passante e si fece lasciare qualche monetina regalando un bacio sulla guancia a quel simpatico vecchietto che aveva l’aria così famigliare, da sembrare il maestro Muten.
“Ti sei sposato con un’opportunista, per non dire un’altra parola”
“’Sta’ zitto!”
La chiamata al giovane dai capelli color glicine aveva confermato i sospetti dell’azzurra: gli eventi intorno a loro cambiavano a seconda dei pensieri e degli stati d’animo della loro autrice. Secondo i dati raccolti dai giovani Brief, Misato aveva sempre avuto il desiderio di vivere in un posto e in un’epoca differente e loro, pian piano, erano stati catapultati in quello spazio che la sua mente aveva creato.
“Siamo negli anni ’80 quindi? Niente telefoni, social network e cazzate varie?” chiese il capellone per aver conferma di quello appena appreso. Bulma annuì mentre Vegeta era rimasto a fissare l’ingresso di quel famoso locale.
“Evvai! Sesso, Droga & Rock’n’roll” disse il capellone alzando ritmicamente le sopracciglia.
Vegeta posò una mano sull’ingresso di quel locale, con il volto pensieroso e allo stesso tempo determinato. All’improvviso tirò un pugno su quel legno un po’ disintegrato, facendo saltare qualche piccola scheggia in aria.
“Ti riporterò a casa, fosse l’ultima cosa che faccio” Si voltò poi verso i suoi compari, radunandoli per stilare un piano sul da farsi: Misato era una testona e non avrebbe ceduto facilmente, soprattutto ora che sembrava nel bel mezzo di una crisi.
 
La giornata era passata lentamente tra supposizioni e congetture riguardo Misato. L’orario d’ingresso al Whiskey a Go Go si stava avvicinando. I dintorni iniziavano a popolarsi.
Quella sera, come dicevano l’insegna e i volantini sparsi per tutta la Sunset Strip, avrebbero suonato i Motley Crue: una band locale che stava riscuotendo un successo stratosferico ed era vicina dall’esser presa in considerazione da una casa discografica.
“Chi cazzo sono questi fricchettoni cotonati?” Radish soffiò una nuvola di fumo sul volantino che aveva tra le mani, contrariato da tutta quell’ostentazione di testosterone mista al fascino effemminato di quei quattro.
I due coniugi erano esasperati: le lamentele di Radish, quando era contrariato per qualcosa, erano insopportabili.
La fila per l’ingresso era interminabile, tanto che non riuscivano nemmeno a vedere l’entrata dal punto in cui si trovavano.
“Wow, diventerai una rockstar tu?” chiese una giovane donna al capellone del gruppo.
“Tu cosa ne pensi, zuccherino?” Radish posò un braccio al muro per sporgersi verso quella bellissima bionda tutta curve che lo aveva puntato. Somigliava molto alla sua Lunch, che schianto!
“Non eri adirato un secondo fa?”
“Lascialo perdere! Se uno è idiota non cambia in epoca diversa!”
Vegeta era disgustato dai suoi modi di fare ma aveva imparato a conviverci, purtroppo.
Non aveva scelta, del resto. Radish era una parte fondamentale del mazzo di Misatona e, anche se erano più le volte in cui gli faceva perdere le staffe, in fondo, voleva bene pure a lui.
Una volta riusciti ad entrare nel locale, i tre presero posto mischiandosi con la gente del luogo. La musica era altissima e a breve sarebbero entrati in scena quei pagliacci, come li aveva apostrofati per tutto il giorno il capellone.
“Dove diavolo si è cacciata quella stronza?” disse Radish facendo viaggiare veloce i suoi occhi su tutto quel ben di Dio che passava sotto il suo sguardo affamato.
“Tenete gli occhi aperti e attenetevi al piano” sentenziò Vegeta soffermandosi sull’amico.
“Rad”
Nessuna risposta.
“Rad! Accidenti!”
“Eh? Ma sì, sì. Ho capito. Il piano” disse mangiucchiando la cannuccia del suo cocktail fisso su un abbondante fondoschiena.
Irrecuperabile. Il biondo si tirò una manata sulla fronte. Quel cretino era irrecuperabile.
“Hey, eccola là!” Bulma indicò una giovane mora in compagnia di un energumeno con i lunghi capelli raccolti in un mezzo chignon. Erano loro.
“Quel figlio di..” Radish cercò di scattare in direzione dei due. Era furente. Chi era quel cazzo di damerino tutto muscoli che stava tastando ciò che era suo? L’avrebbe pestato a sangue, di questo ne era certo se solo Vegeta l’impiccione non l’avesse fermato.
“Lasciami andare a dirgliene due”
“Calmati, fringuello! Ho appena detto di attenerci al piano! Andrà Bulma a parlare con lei, non di certo io o, peggio ancora, tu!”
Radish guardò in cagnesco il principe. Non capiva perché lui non fosse incazzato a vederla con il primo saiyan coglione di turno. Sembrava gli uscisse il fumo dal naso, da tanto il nervoso provato. Sostenne lo sguardo di Vegeta e poi, incazzato ma deciso a riprendersi la sua Misatona, si sedette cercando di mantenere la calma. I suoi sguardi d’odio viaggiavano su quei due che sembravano divertirsi come matti e che evocavano in lui ricordi meravigliosi, ma ora tremendamente tristi, di quando era lui a divertirsi con lei.
“Pensi che non sappia come ci si senta?” Vegeta posò una mano sulla sua spalla, sedendosi al suo fianco mentre Bulma attraversava il mare di folla che si era creata all’arrivo della band sul palco.
“Se lo sai perché non ti incazzi?”
“Perché mi sono già incazzato a tempo debito” disse sorridendo mestamente il principe. “Solo che quello è un coglione qualunque e tu eri il mio amico di infanzia”
“Io non te l’ho portata via”
“Si, l’hai fatto e da quando ti conosce si è allontana da me e B sempre di più”
“Non sono io la causa di tutto questo, è scappata anche da me”
Vegeta lo stava accusando, sicuro che il problema fosse il capellone ma era davvero così? Il problema era davvero Radish? O era lui? O B? O forse era su una strada completamente sbagliata? Si era smarrito e non sapeva dove sbattere la testa per uscire da quel casino.
Lo sguardo ferito di Radish che osservava la loro mora preferita era bastato a fargli tornare un barlume di lucidità.
“La porteremo a casa, vedrai”
Radish non ebbe il coraggio di rispondere nulla, fissò per un tempo indeterminabile il suo amico e quando vide con la coda dell’occhio la giovane uscire dal locale, probabilmente alla ricerca di una pausa sigaretta, decise di agire come il suo istinto comandava.
“Vado a fumare una sigaretta” e così dicendo, senza dar alcun sospetto al suo principe, si avviò all’esterno del locale dove si accese una sigaretta cercando il soggetto dei suoi pensieri.
Eccola. Appoggiata ad un muro mentre fumava col sorriso sulle labbra una Chesterfield blue. Sorrise nel vederla così tranquilla. Il suo sorriso, però, nascondeva qualcosa: i suoi occhi non erano così felici come il falso sorriso dipinto sulle sue labbra. Lentamente decise di avvicinarsi, affiancandosi alla sua figura con passo felino.
“Hai da accendere, dolcezza?” chiese sensuale il capellone guardando dritto avanti a sé con la sigaretta tra le labbra e una gamba appoggiata al muro.
“Ah, si cer..” mentre Misatona alzava lo sguardo sull’imponente ragazzo che aveva al suo fianco, sgranò gli occhi nell’accorgersi che la figura accanto a lei corrispondesse a quella di Radish. Del suo Radish.
“Rad..” sospirò portandosi una mano alla bocca.
“in capelli e muscoli, baby” Il capellone le strizzò l’occhio sorridendole.
In un lampo l’uomo si ritrovò la ragazza attaccata al collo, in un abbraccio così stretto da sembrare una morsa. Una calorosa morsa di affetto.
Radish si inebriò del suo profumo, stringendo sempre più forte la giovane. Avrebbe voluto che quell’abbraccio durasse per sempre.
“Che ci fai qui?”
“Mi mancavi” le disse carezzandole la guancia con il dorso della mano.
Si sorrisero dolcemente con gli occhi celanti tristezza per come erano andate le cose nell’ultimo periodo. Nonostante il trucco tipicamente anni ’80, il volto della giovane era segnato da pesanti occhiaie violacee e il suo colorito non era più di quell’ambra delicato che ne caratterizzava la sua carnagione.
“Hey tesoro! Ho trova..” lo sguardo di Radish si spostò in direzione di quella voce profonda che chiamava “tesoro” la sua Misatona. Quel damerino del cazzo!
Il ragazzone, sorpreso di trovare la giovane in atteggiamenti che sembravano piuttosto intimi con quello sconosciuto, si infuriò. Era un tipo geloso e manesco. Non avrebbe mai accettato che qualcuno gli portasse via il tesoro prezioso che aveva trovato.
“Ah, arrivo subito. Sto salutando un amico” Misatona era titubante: sapeva di non dover far arrabbiare il suo nuovo partner in crime per il suo bene.
Kanba, con la rabbia che evaporava da ogni suo centimetro di pelle, si avvicinò ai due con sguardo cupo. I suoi occhi vermigli fiammeggiavano colmi di gelosia e i suoi muscoli sembravano gonfiarsi sotto quella t-shirt attillata. Radish, dal canto suo, sogghignò da vero bastardo senza mai distogliere lo sguardo da quell’energumeno che fisicamente era molto simile a lui.
“Ti sta infastidendo?” chiese abbracciando la giovane a sé.
“No, Rad è un mio amico.”
I due saiyan continuarono a scrutarsi per qualche istante finché la ragazza riuscì a convincere l’ultimo arrivato ad aspettarla all’interno del locale.
“Perché non bevi qualcosa con noi dopo? Ora devo rientrare”
Il capellone non ebbe nemmeno il tempo di replicare. La giovane era già rientrata nel locale a crogiolarsi insieme a quell’uomo tutto capelli e sicuramente pieno di gh. Puah! Figuriamoci se quelli erano davvero muscoli naturali!
Amareggiato dalla situazione, decise di raggiungere nuovamente Bulma e Vegeta all’interno del locale.
La turchina si aggirava in quegli spazi evitando tutti quegli zotici, come li aveva definiti Vegeta, che erano in cerca di prede per la serata. L’azzurra rientrava sicuramente in quella categoria, data la sua spiccata bellezza e il suo gran fascino.
“Dove diavolo si è cacciata?” pensò tra sé e sé la turchina, mordendosi un labbro pensierosa.
Si fermò in un punto dove la folla sembrava essersi diradata leggermente: la musica alta e le luci bassi, miste alle persone che si dimenavano di fronte al palco non permettevano una buona visuale del locale.
Abbassò lo sguardo sconsolata, appoggiandosi ad una colonna del pub. I ricordi iniziarono a prendere vita nella sua mente e si trovò a sorridere mestamente di quanto il destino fosse strano.
 
“Tesoro sei pronta?”
“Sono nata pronta!” la mora alzò la mano verso l’alto, attendendo il cinque dell’azzurra che non tardò ad arrivare. Presero le loro borse sportive e si avviarono alla palestra, dove avrebbero speso un’ora della loro giornata ad allenarsi e a rendere il loro corpo tonico e perfetto.
“Guarda quanto siamo migliorate” disse Bulma ammirandosi soddisfatta allo specchio.
“Siamo fantastiche! Non ho mai avuto la pancia così piatta” proseguì soddisfatta Bulma mentre Misato si asciugava dopo esser uscita dalla doccia.
“Abbiamo lavorato sodo” rispose compiaciuta la mora.
 
Era bello passare quell’ora insieme a tonificare il proprio corpo. Erano splendide ed avevano raggiunto degli ottimi risultati, piacendosi molto. Bulma era molto vanitosa e consapevole della sua bellezza e aveva visto in Misato del gran potenziale, che aveva deciso di sviluppare al massimo. Quell’estate l’aveva resa stupenda, in forma come mai prima di allora e consapevole di tale bellezza.
“Cosa fai qui tutta sola, dolcezza?” l’energumeno biondo che si era posto di fronte a lei, l’aveva risvegliata dai suoi tristi pensieri. Prima di rispondere malamente a quel buzzurro, che non aveva niente a che vedere con la bellezza del suo principe, il suo sguardo fu catturato da un viso famigliare. Misato.
“Levati” disse scansando l’omone.
Seguì la donna cercando di non perderla dalla sua visuale, ma il locale era troppo affollato per muoversi con agilità. La vide entrare nella toilette delle signore in compagnia di quel fusto dai lunghi capelli raccolti in un mezzo chignon. Dannazione, non ci voleva!
Vegeta le aveva parlato di quanto fosse pericoloso quel tipo: si era già scontrato con lui in passato, in una lotta che l’aveva tenuto in scacco per diversi anni. Non era stato semplice battere quel saiyan malvagio ma, dopo una battaglia estenuante, ce l’aveva fatta. Il principe dei saiyan aveva vinto e, come segno della sua supremazia, aveva lasciato un solco sul volto dell’energumeno.
Lo sfregiato e Misato si erano appartati nel bagno del Whiskey a Go Go. Negli anni ’80, così esagerati e strani, queste scene erano all’ordine del giorno. Sbattuta contro il lavandino, con le gambe allacciate alla sua vita ed avvinghiata alla sua possente schiena, la mora si stava lasciando conquistare dalla prepotenza dell’uomo. Kanba sorrise malvagio alla sua preda, si sfilò dalla tasca una piccola pillola che si mise in bocca e che passò alla ragazza in un bacio che, di casto, aveva veramente poco. Mentre le sue mani vagavano sinuose su quel corpo non più al top ma ancora tonico, la mora si distaccò sorridendo al giovane.
“E questa cos’è?” chiese riferendosi al dono che le aveva posato sulla lingua.
Kanba illuminò i suoi occhi vermigli accennando un sorriso compiaciuto per cercare, di nuovo voglioso, la sua lingua e spezzare la pillola in due.
“Diciamo che è felicità” le sussurrò all’orecchio con voce sensuale.
“Kanba..” la giovane lo allontanò leggermente, impaurita per aver compreso cosa stesse per succedere ma, l’influenza di quel mostro, era tale da rassicurarla e invitarla a procedere. Si sorrisero ingoiando quella piccola dose di felicità.
Bulma, che era rimasta ad osservare dietro la porta, rimase sconvolta dalla situazione e si precipitò dal suo compagno raccontando ciò a cui aveva appena assistito.
“Merda!” imprecò il biondo.
“Veg” Radish raggiunse i due compagni d’avventura, osservandoli con uno sguardo talmente serio da preoccupare anche il principe dei saiyan. Si era sempre comportato in modo poco maturo e responsabile che, vederlo in quello stato, era cosa talmente rara da mettere i brividi.
“Quel tipo è pericoloso, non è vero?” chiese sedendosi tra i due coniugi con una calma apparente e agghiacciante.
Il principe annuì iniziando a raccontare il loro terribile scontro avuto tanti anni prima. Radish rimase in silenzio ad ascoltare, con gli occhi fissi nel suo Jack Daniels. Lo odiava.
Era stato lui a non permettere che si conoscessero prima. Era lui che l’aveva bloccata in quell’oblio di cui Vegeta aveva fatto tristemente parte e che, con tanta fatica, era riuscito a sconfiggere. Il principe aveva fatto un ottimo lavoro con la sua compagna di bravate rendendola quella che era oggi, ma adesso avrebbero dovuto combattere tutti e tre insieme perché quel mostro era tornato ad annebbiarle il cervello.
Dopo attimi di silenzio, il capellone sorrise sicuro di sé.
“Per prima cosa io sono l’unico che può pomiciare nei bagni delle bettole” disse spezzando la tensione, riferito a quella fanfic on the road “e poi… chi cazzo si crede di essere con quei capelli raccolti come una donnetta?! Non lascerò che uno stronzo simile me la porti via” bevve il contenuto del suo bicchiere tutto d’un fiato e lo batté sul tavolino violentemente, sorridendo al principe in modo quasi sadico.
Vegeta sgranò gli occhi sorpreso dal suo ardore ma allo stesso tempo compiaciuto: erano sulla stessa lunghezza d’onda, finalmente. Insieme l’avrebbero riportata a casa. Sorrise di rimando alla terza classe e a sua moglie che li stava osservando ammirata.
“Andiamo a riprenderci la nostra stronzetta!”
La serata rumorosa si era quasi del tutto conclusa e i nervi di Vegeta ringraziavano calorosamente. Non sopportava i posti affollati e rumorosi. Non sopportava nemmeno gli idioti e quel posto, per i suoi gusti, ne era pieno. Mentre la folla si dileguava e lasciava spazio ai pochi coraggiosi superstiti della serata, si guardò attorno alla ricerca della sua Misatona.
Fu un attimo. I loro sguardi, ai lati opposti della sala, si incrociarono in un turbinio di scintille.
La mora sgranò gli occhi e sentì mancarle il terreno da sotto i piedi. Il suo cuore aveva perso un battito e la presa di Kanba intorno alla sua vita si faceva sempre più stretta, portandola lontana da quei tre.
Il principe scattò nella loro direzione, incurante della gente attorno che si voltò ad osservare il maleducato che li aveva colpiti al passaggio.
Raggiunti i due fuggitivi a fatica, bloccò la loro corsa alla fuga trattenendo la ragazza per il polso.
Misato si voltò spaventata, sgranando i suoi grandi e stanchi occhi da cerbiatta sull’unico, dei suoi personaggi, che non avrebbe voluto affrontare.
 
 
 
 
 
 
 
Note: Eccoci qui con il terzo capitolo.
Credo che il prossimo sarà il conclusivo.
Questo viaggio che stiamo facendo è folle, sì.
Diamo qualche spiegazione? Sarà il caso XD
Ovviamente i miei personaggi non sono solo dei semplici personaggi. Cosa nascondono? O meglio… cosa rappresentano?
Cos’è la pillola che Kanba passa a Misato? Ovviamente non è droga, ma è qualcosa che alla fine ti crea involontariamente dipendenza. Non voglio dirvi troppo perché voglio vedere chi di voi ci arriva senza l’aiuto da casa XD
I titoli e pezzi di canzone non sono messi a caso. Potrebbero aiutarvi.
Tutto cambia a secondo di quello che Misato pensa. (Ho parlato di me in terza persona. Bene. È il primo sintomo di pazzia, credo XD) Quindi… la storia in realtà dove è ambientata secondo voi?
Con questi quesiti, che credo vi abbiano confuso maggiormente XD, vi lascio e attendo le vostre risposte.

Vorrei ringraziare tutti voi che leggete, seguite e commentate la storia! Grazie davvero, siete super carini (e davvero coraggiosi a proseguire <3).
Un abbraccio
Misatona
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Misatona