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Autore: Misatona    11/04/2019    7 recensioni
Se i personaggi che hai caratterizzato si accorgessero che qualcosa non va, come reagirebbero?
In un momento particolare, Vegeta, Radish e Bulma, vanno a riprendersi ciò che è loro affrontando un viaggio assurdo e forse no sense. Riusciranno a sconfiggere il nemico e a portare in salvo la misteriosa ragazza scomparsa?
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bulma, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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He’s the razor to the knife
Oh, lonely is our lives
My heads spinnin’ round and round
But in the seasons of wither
We’ll stand and deliver
Be strong and laugh and

Shout-shout-shout
Shout at the devil

(Shout at the Devil – Motley Crue)
 
“Non lo so dove sia.” disse amaramente Radish, prendendo una boccata di fumo.
Vegeta, senza staccare il contatto visivo con il suo interlocutore, prese dalla tasca interna del suo gilet in pelle una fotografia e la gettò sul tavolino, vicino ai piedi scalzi del capellone che si allungò a prenderla per osservarla meglio.
“Non volevo arrivare a tanto” disse il principe mettendosi comodo sul divano. Sapeva che quella foto avrebbe colpito il suo immenso ego, lo sapeva benissimo.
Il capellone sgranò gli occhi e poi sollevò lo sguardo sul principe che stava trattenendo a stento un ghigno di soddisfazione. Bingo.
“Chi cazzo è questo?”
“Dimmi dov’è”
L’aveva in pugno ormai, ne era certo. Freezer sarebbe stato fiero di questo suo sporco ricatto, se fosse stato ancora membro delle sue truppe.
“Tsk”
“Andiamo, Radish! Lo so che vuoi sapere come sta! Perché ti ostini a non volermi dire dove cazzo è quella stupida?” Vegeta sbottò. Quella situazione era diventata insostenibile e lui aveva bisogno di parlare con lei, adesso. Aveva bisogno di spiegazioni o forse di sapere solo che stesse bene. Bulma aveva ragione: era preoccupato per quella dannata scema e non sapere dove fosse lo urtava terribilmente. Lo urtava perché un tempo sapeva tutto di lei e ora.. era stato messo da parte e non lo sopportava. Non più.
“Non la vedo da più di un mese. Mi ha detto che voleva prendersi una pausa da tutto e da tutti. Beh, non tutti visto che è in dolce compagnia. ‘Fanculo!” il capellone prese l’accendino e iniziò a bruciare un angolo di quella stupida fotografia. Con soddisfazione per aver cancellato la faccia di quel pagliaccio, mise quel che restava della fotografia nel posacenere guardandola disintegrarsi del tutto.
Un giovane e prestante moro, dai lunghi capelli e dagli occhi scarlatti, abbracciava la ragazza dandole un bacio sulla guancia. L’espressione della donna sembrava rilassata e felice all’apparenza, ma non era così e Vegeta lo sapeva bene.
Stettero un po’ in silenzio mentre il capellone si teneva la testa dolorante tra le mani e poi, preso dalla gelosia del non esser più al primo posto dopo tanti mesi, si decise a confessare quello che sapeva o che credeva di sapere. Non era più certo di nulla.
“Credo sia a L.A.”
“In effetti potevo arrivarci da solo” Vegeta prese una sigaretta dal pacchetto lasciato sul tavolo da Radish e la fumò con il suo amico di vecchia data. Radish era distrutto: finalmente capiva anche lui cosa si prova ad esser messi da parte. L’aveva provato anche il moro dai capelli a fiamma sulla sua pelle e comprendeva ogni singola emozione che passava per il cervello del suo amico, ammesso ne avesse uno.
“Andiamo a riprendercela?”
Radish alzò lo sguardo notando la mano tesa nella sua direzione, incrociò poi i suoi occhi gonfi e segnati da alcune lacrime sul suo compare saiyan, che gli stava regalando un sorriso rassicurante e d’intesa. Lo sguardo del suo comandante e amico. Lo sguardo di chi sapeva cosa voleva e avrebbe lottato con tutte le forze per riprenderlo.
Radish sorrise di rimando con lo stesso sorriso sicuro di Vegeta, alzandosi diretto verso l’uscita.
“Andiamo a riprendere la stronza!”
I due saiyan tornarono alla Capsule Corporation, decisi a raggiungere la misteriosa ragazza e a riportarla da loro. Se Bulma non avesse voluto collaborare ci sarebbero andati da soli, su questo erano pienamente d’accordo.
Mentre Vegeta frugava tra tutte le capsule nel laboratorio di suo suocero, Radish osservava quelle foto a braccia conserte e con la sigaretta tra le labbra. Ne aveva bruciata una ma non pensava ce ne fossero altre. La rabbia gli ribolliva nelle vene, avrebbe dato fuoco a tutto il laboratorio per esser sicuro di cancellare il volto di quell’imbecille pieno di capelli.
“Che faccia da coglione”
“Non disturbarti, faccio da solo” disse sarcastico il saiyan più basso, irritato dal mancato aiuto dell’amico.
“Ma l’hai visto? Con ‘sti capelli poi” affermò Radish disgustato avvicinandosi una foto al volto.
Vegeta alzò gli occhi al cielo, stufo della parlantina del suo compare. Poteva esserci un uomo più idiota e petulante di Kakaroth? Certo, suo fratello!
Prese dalle mani del capellone la foto costringendolo a guardarlo in faccia.
“Lo vedi che è identico a te? Ti sei dato del coglione da solo” disse gettando la foto sulla scrivania vicino a loro “e ora muoviti, idiota!”
Radish guardò malissimo il principe seguendolo in giardino. Lanciò la capsula, dalla cui coltre di fumo si presentò un magnifico jet marchiato Capsule Corp.
“Questo dovrebbe andare” disse soddisfatto.
“Però! Ha anche il cervello la tua donna allora” Radish si mise ad osservare l’aeroplano, picchiettando sulla superfice con l’indice e dando, come al solito, troppa aria alla sua boccaccia.
Per la sua uscita poco carina, ricevette come compenso un bel pugno in testa.
“Ahio” disse massaggiandosi la testa contrariato.
“Andiamo”
“Dove?” la voce di Bulma risuonò come la peste nera. Con i pugni posati sui fianchi e uno sguardo corrucciato tendente all’arrabbiato, la turchina aveva raggiunto a grandi falcate i due saiyan che non sapevano più come destreggiarsi in quella situazione.
“A recuperarla” disse Vegeta voltandosi verso sua moglie.
“Ancora con questa storia?”
“B hai qualcosa di diverso” Radish osservò la donna mettendola piuttosto a disagio con i suoi occhi insistenti.
“Io non…”
“Se osi toccarla ti ammazzo! Ti sei già divertito abbastanza in quella storia del cazzo!”
“Va bene, che permaloso” Radish fece il verso a Vegeta mentre si beccava la sua ramanzina. Non aveva fatto nulla, in fin dei conti… per ora!
“Vegeta perché ti ostini? Andiamo, vuole solo stare un po’ da sola!”
“Ha ragione papà!” I tre adulti si voltarono verso l’ingresso della Capsule Corporation, dove una figura dai capelli color glicine e degli occhiali da nerd si avvicinava a loro con le mani in tasca.
“Trunks che dici?” chiese la madre con sguardo allibito sbattendo un paio di volte le sue lunghe ciglia.
“Non vedi? Siamo tutti qui, nello stesso posto e tutti di età che non corrispondono alle nostre.”
Il lilla iniziò a fare un elenco contando sulle dita della mano le sue osservazioni, con il sorriso di chi aveva compreso perfettamente la situazione.
“In primis Radish non dovrebbe nemmeno esser vivo, io dovrei esser un adolescente e tu e papà dovreste avere quarant’anni almeno”
“e io dovrei esser appena nata” concluse giovale Bra nel suo tipico completo rosso di Dragon Ball GT.
“Uh, buongiorno bambola” Radish strizzò l’occhio alla giovane che ricambiò lanciandogli un bacio con la mano. Avevano avuto dei bellissimi tête-à-tête in quella fanfic ambientata nei meravigliosi paesaggi italiani. Ah, che bei ricordi.
“E quindi?” chiese la scienziata senza comprendere il punto.
“Quindi la Misatona è partita per la tangente” disse la giovane Brief facendo roteare l’indice vicino alla sua tempia. Le stava proprio dando della matta.
“Beh l’avrei detto più gentilmente ma…” il lilla si sistemò gli occhiali sul naso e fece spallucce.
Bulma guardò il marito sentendosi in colpa per non avergli creduto. Era l’unico ad essersi accorto da subito che qualcosa non andava e lei gli aveva sempre dato poco peso. Si avvicinò all’uomo posando le braccia sulle sue possenti spalle.
“Mi dispiace di non averti creduto” disse mestamente, affondando il viso sui suoi vestiti.
Vegeta si scostò appena: odiava la pietà, soprattutto se era sua moglie a dimostrargliela. La guardò con la coda dell’occhio, con sguardo severo e anche un po’ offeso, ma quello che contava ora era ripristinare il loro mondo e, soprattutto, liberarsi di quei terribili vestiti del GT. Quanto li odiava! E quanto non sopportava gli occhi indiscreti di Radish sul corpo di sua figlia!
“Vieni anche tu?”
L’azzurra annuì e insieme ai due saiyan partirono alla volta della grande giungla.
Durante il viaggio non parlarono molto, quasi imbarazzati dalla situazione in cui si trovavano. Radish fissava ancora quelle foto con sguardo vacuo. Non poteva davvero crederci fosse successo anche a lui. Quel tizio aveva davvero una faccia da coglione, Cristo!
Appoggiò la testa allo schienale, ripensando a quanti momenti felici aveva passato con lei. A quante risate, a quante idee del cazzo avevano avuto insieme e a quanto era bello sentirsi il centro dell’attenzione di qualcuno. A quanto faceva male sapere che lei era finalmente nella città dei suoi sogni ma era con un altro. Faceva malissimo, cazzo.
 
Era una sera come le altre. Radish e Misato si erano come al solito isolati dal resto dei loro amici e avevano iniziato una gara di bevute prepotente, dalla quale non sarebbero usciti sani. Le luci soffuse e il fumo delle sigarette che aleggiava intorno a loro, creava un alone di magia in quella saletta dai colori caldi. Appoggiati su un gomito con la mano a reggersi le teste pesanti dal troppo alcool, appoggiati su di un rustico tavolino, i due erano uno di fronte all’altra con le gambe intrecciate tra loro. Radish aveva posato una mano sulla soda coscia della ragazza, all’altezza del suo sensuale tatuaggio e lei l’aveva lasciato fare, troppo brilla per dire no.
“Dobbiamo dirci tutto, dolcezza! Così faremo avverare ogni cosa! È importante per il futuro!”
“Dici sul serio?”
“Certo! Sai cosa vorrei in questo momento?” disse ridendo sguaiatamente il capellone, salendo sempre di più con la sua mano verso l’interno coscia della donna.
“Fermo, casanova! Nessuno ti ha dato il permesso di fare certe cose!”
“Oh, no! Sei tu che le devi fare a me! È questo che voglio per il futuro! Ahahah”
Radish ricevette un’occhiataccia e un pugno affettuoso sul bicipite per la sua sfrontatezza, dettata in gran parte dalla quantità di birra ingerita fino a quel momento.
“Smettila di fare il coglione”
“Dai, sul serio.. voglio sapere che cosa vorresti fare nel tuo futuro. Giuro che non farò battute ignoranti” Radish si mise una mano sul cuore e la giovane, dopo averlo osservato per un po’, cercando di capire se potesse realmente fidarsi di quel mammalucco, decise di aprire lo scrigno dei suoi sogni.
“Vorrei visitare L.A. e vedere tutti quei posti che ho descritto in Saiyajin. Non mi basta più sognarli, Radi. Voglio respirare l’aria che aleggia in quei posti. Voglio cantare, voglio surfare, voglio disegnare, voglio farmi un piercing, tatuarmi e tatuare.. Voglio conoscere Kat Von D, voglio.. vivere!”
L’entusiasmo che aveva Misatona, sempre felice e sempre pronta a sorridere alla vita anche quando questa sembrava non sorriderle, l’aveva rapito. Come avevano rapito ogni personaggio di cui aveva plasmato il carattere.
“Ti ci porto io, allora” disse il capellone.
“Davvero? Verresti davvero con me, Rad?” gli occhi da cerbiatta si illuminarono, entusiasti di aver ricevuto una risposta affermativa dal suo amico.
Il capellone si avvicinò, spostandole una ciocca di capelli ribelle dal volto e le schioccò un bacio sulla guancia.
“Certo e domani ci facciamo un piercing!” 
 
Ma qualcosa, da quella confessione alcoolica, era cambiato.
Michelle, perché ora si faceva chiamare così, si era spenta. Era piombata in un loop negativo che da tempo non la torturava più. La voglia di scrivere, disegnare, cantare e fare qualsiasi cosa riguardasse le sue passioni era stata accantonata. La voglia di condividere le sue passioni era stata accantonata. Cos’era cambiato? Che cosa stava succedendo a quella ragazza solare?
 
“Radi io devo andarmene da qui”
“Cosa? Perché?” sgranò gli occhi allarmato. Che cazzo voleva dire che doveva andarsene?
La ragazza prese le sue mani intrecciando le loro dita in una salda morsa.
“Mich che cazzo dici? Dove vuoi andare?”
“Ho bisogno di allontanarmi dai miei demoni, Radi.”
“Ci sono io ad aiutarti, non andare”
“Lo sai quanto odio lamentarmi con la gente dei miei problemi”
“Io non sono la gente!”
“Rad.. ti prego. Ho solo bisogno di un po’ di tempo. Non mi fa bene stare qui, in questo limbo.”
Il capellone fece brillare di tristezza e preoccupazione i suoi occhi neri in quelli castani della giovane. Si sentiva inutile e non sapendo cosa fare in quella situazione, decise di assecondarla.
“Va bene, ma fatti sentire e non farmi stare in pensiero”
Stettero abbracciati per un lungo momento finchè, la figura di Michelle, non svanì tra le braccia del capellone.
 
Quando Radish riaprì gli occhi, incazzato per i ricordi appena vissuti, si trovò di fronte Vegeta ad osservarlo.
“Sai ho sempre invidiato il rapporto che aveva con te” disse il più basso dei due a bruciapelo.
“Tsk, ma per favore” Radish incrociò le braccia al petto indispettito da quella sua affermazione.
“Mi ha amato per vent’anni e poi è arrivata la prima terza classe cogliona a fottermi il posto” proseguì il principe.
“Almeno non sono Kakaroth” disse Radish disgustato.
“Già”
“Quando avete finito di fare le prime donne, preparatevi all’atterraggio” Bulma richiamò l’attenzione dei due saiyan, facendoli vergognare della loro conversazione. Come si erano ridotti? Una volta erano guerrieri assassini, i più temibili dell’universo e ora discutevano di sentimenti. Puah! Che vergogna per la razza saiyan.
Una volta arrivati nella grande giungla, i tre si guardarono attorno non del tutto spaesati: dopotutto avevano passato trentanove fottuti capitoli in quella città.
“Ora che siamo qui?” chiese l’azzurra che aveva cambiato nuovamente look. Ora era la B di Saiyajin e i suoi orecchini a cerchio insieme alle unghie smaltate di rosso, ne contraddistinguevano la sua figura.
Radish deglutì l’aria guardando la ragazza con la quale aveva avuto una storia complicata, ma bellissima e finita in una splendida eterna amicizia.
“Ti ho detto che ti ammazzo” sibilò a denti stretti Vegeta con la vena sulla fronte che prese a pulsare in modo incessante.
Radish si schiarì la voce, facendo finta di nulla e riportando i suoi occhi curiosi su quelli del principe.
“Potrebbe esser ovunque” proseguì l’azzurra.
“No” Radish si accese una sigaretta e iniziò a camminare in direzione dell’oceano.
“Stai dicendo che sai dove si trova?”
“No, ma ne ho una vaga idea.” Disse fermandosi di fronte ad un locale tipicamente notturno.
 
“O. Mio. Dio.” Misato era piombata nell’appartamento di Radish senza bussare, conscia di trovarlo a bighellonare sul divano. La sua espressione entusiasta era molto simile a quella di Janis del telefilm Friends.
“Non si bussa più?”
Il tono sfaticato del capellone fece infuriare la mora che si precipitò sul divano, facendo spostare il suo amico per farle un po' di spazio.
“Si può sapere che c’è? Il tuo fidanzato te l’ha dato?”
“Oh, ma piantala! Non sono un animale come te! Cioè… si, lo sono! E me l’ha dato, ma non è questo il punto!” disse con una punta di rossore e imbarazzo. “Guarda!” Misato prese il telecomando della televisione, sintonizzandosi su Netflix. The Dirt era finalmente arrivato.
“No” il capellone sgranò gli occhi e si voltò a guardare la sua amica, la quale sorrideva soddisfatta incrociando le braccia al petto.
“Prendi le birre, bello!”
Passarono quelle due ore entusiasti, eccitati da quello che la biopic sui Motley Crue aveva riportato a galla nelle loro menti. Misato era sempre stata affascinata da quella musica e da quel mondo e viverla per quelle due ore l’aveva fatta star bene.
 
“Al Whiskey a Go Go? Ma è chiuso ora” disse Bulma facendo tintinnare i suoi grandi orecchini a cerchio.
“Sono sicuro che la troveremo qui”
 
 





 
 
 
Note: Ebbene, la ragazza scomparsa è proprio Misatona!
Complimenti a Eevaa che aveva azzeccato subito! Anche se non vale avere i miei stessi problemi mentali u.u
Ho voluto inserire anche un nuovo nome per la misatona: Michelle. Mi ha dato lo spunto il commento di Shanley :p Quindi grazie cara! Diciamo che hai vinto anche tu! :)
Comunque, tornando a noi, cosa possiamo dire?
C’è un nuovo misterioso personaggio che ha allontanato la vostra autrice preferita dalla sua vita. Chi sarà mai? Dai, è facile questo! XD
Vegeta conosce già questo brutto ceffo, in qualche modo. Lo conosce bene anche Misato.
È un tipo piuttosto pericoloso. Il capitolo si intitola “Shout at the Devil” non a caso! ;) Sarà la sorta di antagonista della storia. O della mia vita? Vi sto confondendo eh? XD
Pian piano spero si capirà sempre meglio questa storia… e se non ci capisce metterò delle postille, perché lo so! Il mio cervellino è un po' contorto e non tutti conoscono il misatonese XD
Un abbraccio e a presto
 
Misato
  
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