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Autore: rose07    23/07/2009    3 recensioni
Un ritorno inaspettato a Digiworld e un'amicizia messa a dura prova: quella che lega Tai e Matt.
Coppie trattate: Sora/Matt; Mimi/Tai.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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«E poi Sora l’ha attaccato! E sono scappati! Sono scappati!» urlava allegra Biyomon, raccontando a tutti la vicenda.
Gli altri stavano seduti attorno ad una tavola imbandita di leccornie preparate accuratamente dai loro Digimon.
«Ma cosa dici, Biyomon!» l’ammonì la ragazza, imbarazzata «Non elogiarmi così! Io non ho fatto proprio niente, anzi, sono stati Izzy e TK ad allontanare Hippymon. Io ho solamente portato Mimi e Kari al sicuro»
«E Joe, non dimentichiamo!» abbaiò il Digiprescelto della Sincerità dall’angolino più remoto del tavolo.
«Oh, Sora, quanto sei coraggiosa!» Biyomon strofinò la testa teneramente sopra il petto della ragazza che alzava le spalle perplessa.
«A proposito!» sbottò Izzy, quasi affogandosi con l’acqua «A parte gli scherzi, chi ha allontanato quei due mostri? Io e TK no di certo»
«Ad un tratto abbiamo visto Hippymon correre» aggiunse quest’ultimo «ma non credo a causa nostra»
«Boh, TK, dillo che ti senti l’eroe della giornata!» si agitò Joe «Guarda che se io ero un po’ più in forma» e si toccò il naso «avrei ucciso tutti col solo sguardo!»
«Ma smettila!» lo prese in giro TK «Avresti potuto distrarlo lo stesso, non ti serviva mica il naso per lanciargli quattro sassolini!»
«Senti, “sassolini” a me non lo dici! E poi che ne sai se io utilizzo altri metodi per difendermi? Eh?! Cosa ne puoi sapere tu, albino platinato?!» si sfogò il ragazzo burino, mentre si rovesciava addosso il piatto.
«E mannaggia a ‘sti Digimon!» imprecò.
Gomamon, nel frattempo, gli tirò uno scappellotto.
«Che cavolo ti meni, tu altro?! Vai a mangiare pesci, vai!»
«Joe, sei proprio zero» commentò Gomamon, sconsolato «Ti credevo più intelligente e anche un po’ più sveglio»
«Allora tu non conosci la storia di Joe!» esclamò Mimi «Io la so e ti posso assicurare che una caduta del genere non l’ ho mai fata»
«Boh, tu altra, se ti riferisci al fatto che sono caduto dal monopattino della Kinder e mi sono fatto la discesa della Pietra Liscia...»
«Che poi non si chiama neanche “Pietra Liscia”. E’ solamente la discesa della villa comunale» ci tenne a precisare Izzy.
«Va bè, quella... Ma senti, io la chiamo come voglio, okay?» si agitò e poi riprese a raccontare «E ho colpito alla testa, cosa vuoi? Tutta colpa di Tai e Matt, che quel giorno mi hanno dovuto fare uscire per forza! E alla fine l’unico col monopattino ero io! Loro avevano due Mountain Baick rosso fiammante e grigio metallizzato! Vi ricordate, ragazzi?» si rivolse ai due che non stavano ascoltando.
«Boh, cagatemi!» s’infuriò dopo aver ottenuto zero risposte «Io sono un bravo figliuolo,  credete che vada da Izzy o da TK e lo prenda a botte di bello e buono? Ma siamo tra i pazzi? Secondo me avete il cervello foderato, perlopiù vi ostinate a sentirvi fighi e a compiere atti di bullismo, quando poi il vero macho qua in mezzo sono IO!» Joe, dopo aver sudato (certo, dopo che si sparano così tante cavolate è normale), si sedette di nuovo e bevve tre bicchieri d’acqua, uno dopo l’altro.
Sora e Mimi si lanciarono uno sguardo preoccupato, visto che i propri ragazzi non reagivano. Fosse successo un’ altra volta lo avrebbero massacrato, ma adesso... Boh, ognuno stava in silenzio, chino sul proprio piatto, immerso nei propri pensieri.
La situazione era veramente allarmante, allora.
Se ne accorsero anche TK e Izzy, abituati a vedere Joe tra le loro grinfie. E da sottolineare che avevano parlato di nascosto tutti quanti, sotto riunione di Sora, e avevano deciso che finché i due non se la sentivano di parlarsi, nessuno avrebbe dovuto aprire quell’argomento; ma ora che tutti ci pensavano, Joe era assente al momento...
Nessuno sapeva, però, che i Digiprescelti del Coraggio e dell’Amicizia pensavano uno all’altro, chiedendosi come mai il fenomeno della strana luce li avesse salvati, e come mai Tai avesse aiutato Matt dopo un litigio del genere.
Era quello che evidentemente si chiedeva anche il castano stesso, visto che aveva appena sospirato tanto da far girare la sua fidanzata verso di sé.
«Tai, mi dici che hai?» bisbigliò preoccupata «Non mangi?»
«No, è tutto apposto. Non preoccuparti, Mims» rispose fermo quello.
«Come faccio a non preoccuparmi se hai davanti una torta al cioccolato e neanche la degni di uno sguardo?!»
Mimi era stupita. Il suo ragazzo aveva sempre fame e quella sera aveva lasciato quasi tutto intatto.
«A me preoccupa più il fatto che l’abbia preparata Agumon, sinceramente»
«OOOH!» lo sentì il suo Digimon «Guarda che io sono un cuoco provetto!»
La castana ridacchiò.
«Dai, mangiane un po’, così almeno lo fai contento»
«No, non mi va» negò.
La ragazza sbuffò.
«Si può sapere che cosa ti prende?»
«Nulla!» ripeté, alzando gli occhi al cielo «Mangiati tu la mia fetta»
«Mi vuoi tutta ciccia e brufoli?! Spero di no, tesoro» rispose sarcastica la Digiprescelta della Purezza.
Tai se l’abbracciò, sorridendo.
«Sono stanco, scusami» si giustificò, anche se in realtà Mimi sapeva perché stava in quel modo.
Gli si era chiuso lo stomaco a causa di tutto quello che era successo con Matt; forse non avrebbe dovuto forzarlo.
«Solo per ‘sta volta, eh?» gli tirò un buffetto affettuoso.
Per fortuna che c’è lei, pensò Tai rincuorato, mentre le accarezzava i capelli.
 
Sora, nel frattempo, si alzò dalla tavola prendendo tutti i piatti.
«Biyomon, ti aiuto» disse.
Ma Biyomon fece una brutta faccia, come se la ragazza le avesse appena confidato una brutta bestemmia.
«No, Sora, tu devi riposarti!» cinguettò «Vai, tanto mi aiutano Palmon e Gatomon»
«Non dire sciocchezze, ti do una mano io!» rispose la ramata, insistendo.
«No! Sora, tu sei stanca» ripetette Biyomon, prendendole i piatti dalle mani «E adesso vieni con me, ti porto nella mia stanza»
«Ma, dai, io non-»
«SOOORA!» Mimi si precipitò come un furia dall’amica «Palmon ha detto che possiamo dormire in camera sua e di Agumon! Andiamo? Dai, voglio fare una seduta tutta femminile. Chiamiamo, Kari! Eccola lì! KAAARI!» agitò le mani.
Quella, nel frattempo, stava discutendo con suo fratello.
«Perché non posso dormire in stanza con TK?! Dai, per favore!»
«Neanche per sogno! Dormi sola con Gatomon!» Tai era con le braccia conserte, dopo aver origliato i piani di sua sorella e del biondino di condividere la camera.
«Ma perché?!» si ribellò Kari «Uffa! Sei antipatico!»
«Con TK non dormi!» tagliò corto Tai «Con qualcun altro sì, ma con lui no»
«Ma non facciamo nulla di male! TK, diglielo pure tu!»
«Tai, dai... Ti giuro che non la tocco con un solo dito» cinguettò il ragazzo, incrociando i piedi.
«Quelli non li devi incrociare, bello» il castano se ne accorse e rimase risoluto sulla sua decisione.
TK e Kari sbuffarono nello stesso momento.
«Se vuoi» s’intromise Joe, passando di lì «Posso dormire io con Kari»
Joe sorrideva e a Tai vennero desideri omicidi in testa. Lui, il burino, voleva dormire con la sua sorellina?!
«Va bé, TK, dormi pure con lei» fece sbrigativo, mentre Kari sorrideva – «E tu, burino del cavolo, smamma!»
Il maggiore se ne andò alzando le mani in segno di resa.
«KAAARI!» Mimi veniva verso la ragazza «Aspetta!»
«Cosa c’è?»
«Lascia perdere TK, stasera facciamo un pigiama party!» esclamò sorridente.
La più piccola guardò Sora interrogativa, la quale alzò le spalle.
«Davvero?» chiese stralunata.
«Sì, noi e le nostre Digimon. Una seduta tutta in rosa!» e rivolgendosi verso la ramata chiese conferma «Non è così, Sory?»
«Ehm... Va bene» tentennò, pensando al fatto che passando la notte insieme avrebbero lasciati da soli Tai e Matt.
«I maschi se ne stanno insieme, li chiudiamo tutti in una stanza. Tanto c’è Izzy che li controlla!» spiegava Mimi, pimpante.
Sia Tai che Matt, alle spalle della fidanzata, trasalirono.
Loro due insieme? No. Questo non sarebbe successo.
Esclamando insieme un “eh?!” ed un “che cosa?!” nello stesso momento, il biondo prese per primo la parola:
«Sora, tu devi dormire con me» affermò duramente.
«Perché “ deve”?» chiese Mimi, imbronciata «Chi è, la tua serva?»
Sora cercò con gli occhi il suo ragazzo e dallo sguardo che le stava rivolgendo capì che aveva bisogno di lei. Le sue amiche potevano aspettare.
«Mimi, non mi sembra il caso...» tentò di farle intendere che non era il momento adatto per fare una cosa del genere.
«Infatti non lo è!» sbottò Tai, nervoso «Quindi tu vieni con me»
«Cosa?!» chiese Mimi, incredula «Volete rovinarci il pigiama party?»
«Andiamo» insistette il castano prendendola dal braccio, mentre Matt faceva lo stesso con Sora.
Non erano più amici, giusto?
Quindi sarebbero andati ognuno per la sua strada.
Kari e TK rimasero perplessi dopo aver assistito alla scena, ma poi, sorridendosi, si avviarono in camera mano nella mano.
D’altronde, loro due volevano solo stare insieme e basta.
 
«Ma che ti prende, Tai? Sei un guastafeste!» si lamentò Mimi non appena entrarono nella stanza dei loro Digimon.
Il castano si gettò sul primo letto a tiro.
«Ehi, sta attento!» lo rimproverò Palmon, entrando «Quello è il mio, guai se me lo rompi!»
«Peserò in tutto 70 chili, su!» la rassicurò, mentre il Digimon gli tirava una botta in testa.
Mimi se ne stava appoggiata alla porta imbronciata, ma d’un tratto la sua espressione si ammorbidì. Evidentemente Tai non voleva dormire con Matt e viceversa; era logico, come aveva fatto a non capirlo!
Dannata lei e le sue voglie impossibili!
Delle volte era davvero esagerata e pretenziosa. Doveva badare un po’ meno a sé stessa e più agli altri.
Evitando di fare domande al castano, che stava sdraiato a pancia in giù, aprì la presunta porta del bagno e fece per ficcarsi dentro.
«Dove vai?» le chiese, d’un tratto, Tai.
«Mi faccio una doccia» rispose con un sorriso «Tanto l’acqua c’è»
«Va bene, ti aspetto qui»
Mimi annuì ed entrò, pensando con estasi al piacere del bagnoschiuma e dell’acqua sulla sua pelle. Magari si sarebbe lavata anche i capelli!
«Arrivo tra un attimo, Tai» fece Palmon, uscendo «Dico ad Agumon che rimanete qui a dormire»
Strano, pensò il ragazzo, lei e quello scansafatiche di Agumon, che adesso sta facendo un casino di sotto, hanno una storia. Veramente strano.
Beh, che c’era di strano se si volevano bene? Già. Lui a Mimi ne voleva, ma il dubbio era su un’altra persona...
Si toccò il petto, aspettando che ne fuoriuscisse una luce arancione come qualche ora fa, ma niente.
Cosa gli era accaduto? A parte la luce, aveva persino aiutato Matt  ed ora come ora non lo voleva più rivedere.
Ma era sicuro che lui a Matt non voleva bene? Che non lo considerava più il suo migliore amico? Erano vere tutte quelle stronzate che aveva sparato per orgoglio, prima?
Eh no, Tai, menti a te stesso.
Di nuovo questa vocina fastidiosa, pensò, ma aveva assolutamente ragione, non si poteva negare l’evidenza.
Lui a Matt voleva bene e in quel momento più che mai.
Avevano ragione a parlare tutti quei poeti e scrittori, a spiegare che ci si rende conto di voler del bene a una persona quando si capisce di averla persa.
E lui e il biondo avevano litigato furiosamente.
E si erano detti un sacco di idiozie, parole non vere, bugie grosse...
Strana la rabbia, vero? Ti porta a dire e compiere cose di cui non vorresti esserne il responsabile. Ed era vero che magari Matt aveva  un carattere suscettibile e permaloso, ma era anche vero che lui aveva sbagliato, era stato troppo ottimista e sì, superficiale.
L’attacco improvviso di quei due Digimon ne erano stati la prova.
Si alzò dal letto e raggiunse il balconcino da dove si potevano osservare le stelle luminose e, ora che vedeva bene, anche una piccola fontanella posta al centro del giardino.
Sorrise. Un pomeriggio lui e Matt si era bagnati dalla testa ai piedi da ragazzini.
La colpa era stata sua che aveva cominciato a schizzare l’amico che a sua volta l’aveva completamente bagnato.
Ricordi…
In quel momento si rese conto di essere uno stupido e di non aver seriamente e minimamente pensato a lui da quando avevano messo piede a Digiworld.
Che egoista, che stronzo... E forse era proprio quello che Matt, involontariamente, stava cercando di fargli capire.
E, naturalmente, aveva fatto schifo. Lo aveva accusato di essere geloso e di tante altre cose. Cosa diamine c’entrava prendersela con lui quando alla fine lo diceva solo per il suo bene?
«...strappa la foto!»
E poi quelle maledette parole... Perché avrebbe dovuto strappare la foto di loro due?
E perché aveva detto di non tenerla più con sé quando la portava sempre dentro il suo portafoglio?
La tirò fuori e la guardò intensamente.
Quei bambini erano loro due.
Ricordò i giri in bicicletta e le corse per chi arrivasse prima al lago del parco.
Una volta ci era quasi caduto lì sotto ed era stato proprio Matt a dargli una mano per aiutarlo; quella stessa mano che adesso lo aveva colpito in viso.
Si toccò il livido sulla sua guancia e fece una smorfia di dolore.
Non si picchiavano così da quando avevano undici anni...
Ed erano amici da sempre.
Non era possibile... non poteva essere vero... anni d’amicizia gettati al vento...
Ed era tutta colpa sua...
Sfiorò ancora la foto, mentre, senza accorgersene, piccole lacrime sbucavano prepotentemente ai bordi dei suoi occhi nocciola.
Matt… Matt che non era più accanto a sé… Matt che gli aveva detto di avere finto… Matt che non gli voleva bene... Matt che non era più suo amico…
Si sentì uno stupido piangere a diciotto anni, specie per un litigio, ma... Matt lo voleva accanto a sé, con Matt non aveva finto, a Matt voleva bene e...
Matt era il suo migliore amico e lo sarebbe stato sempre, si disse.
Strinse i pugni e si appoggiò sul balcone.
Si sentiva debole. Non avrebbe mai voluto mostrarsi in quel modo, ma stava male.
Stava veramente male.
E voleva parlare con qualcuno, voleva assolutamente farlo. Sentì Mimi canticchiare allegramente sotto la doccia.
Si lasciò andare in un singhiozzo e con un po’ di fatica tentò di posare la foto in una delle tasche posteriori dei jeans.
Fu scosso, però, da un rumore e non si accorse di aver mollato prima del tempo la fotografia che adesso cadeva lentamente di sotto.
«Palmon!» si asciugò subito le lacrime e si voltò «Mi hai spaventato!»







   
 
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