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Autore: rose07    23/07/2009    4 recensioni
Un ritorno inaspettato a Digiworld e un'amicizia messa a dura prova: quella che lega Tai e Matt.
Coppie trattate: Sora/Matt; Mimi/Tai.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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«Piangevi?» chiese Palmon, guardandolo in volto.
Lui tentò di nascondersi, ma non riuscì a fare a meno di tirare su con il naso
«Certo che no, per chi mi hai preso» sorrise amaramente.
«Mai mentire ad una donna» disse lei, calma «Che cos’ hai, litigato con Mimi?»
«No, non è questo, è che...» biascicò, ma si fermò d’un tratto.
Aspetta, si disse, stava per confidare tutto alla Digimon della sua ragazza, che perlopiù era una pianta parlante che adesso lo guardava con occhi curiosi e nello stesso tempo sorridenti.
Sorridenti? Ma va’, che gli importava. Doveva pur parlare con qualcuno!
«E’ per Matt?» lo precedette Palmon, raggiungendolo sul balcone «Non è così?»
Il ragazzo esitò un po’ prima di annuire.
«Perché vi siete alzati le liane?» domandò «Cos’è successo di tanto grave?»
Dopo aver associato “liane” con “mani”, il ragazzo parlò:
«Perché sono un idiota, Palmon! Perché l’ ho trattato di merda! Perché non l' ho cagato neanche un secondo e ho pensato solamente a me stesso!» ammise.
«Non è colpa tua»
«Ah no?!» sbottò «Lui l’ ha detto per aiutarmi e io gli ho sparato in faccia un sacco di cose brutte... Perché non dovrebbe essere colpa mia?»
«Voi due siete come il caldo e il freddo, caro Tai» disse lei con aria da sognatrice «E quando entrambi si fondono può succedere di tutto: acquazzoni, cicloni, tempeste calde... Ed è questo che è accaduto a voi»
«Quindi stai dicendo» rimuginò il ragazzo «che noi due abbiamo litigato proprio perché siamo una... beh, una cosa sola?»
Faceva un po’ strano dirlo, ma era così.
«L’ Amicizia e il Coraggio di essere amici si uniscono spesso» rispose.
Tai si stupì. Come faceva quell’ochetta di Palmon a dirgli quelle parole così profonde? E lui che l’aveva sottovalutata!
«Senti, Palmon, secondo te io e Matt siamo mai stati veramente amici?» Palmon lo guardò strano.
«Beh, giudica i tempi di quando eravamo ragazzini, magari»
«Allora eravate piccoli, ma ti posso assicurare che il vostro era il legame più solido. Era quello che teneva unita la compagnia» rivelò lei.
«Davvero?!» domandò Tai, incredulo «E’ veramente così? Dici... dici di...»
«Dico di metterci una pietra sopra. Il passato è passato, ma il presente può diventare anche il vostro futuro, cara pianta piangente» Palmon sorrise dolcemente ed enigmaticamente.
Lui scosse la testa, pensando che non sarebbe stato per niente facile.
«Matt non mi perdonerà mai» affermò con un sorriso amaro «Lui è fatto così»
«Matt starà soffrendo almeno quanto te in questo momento. E’ la regola dell’amico, la conosci?»
«No» ammise Tai, aggrottando le sopracciglia.
«“Amico mio, tu ed io rimarremo estranei alla vita, e l’uno all’altro, e ognuno a se stesso, fino al giorno in cui tu parlerai ed io ti ascolterò, ritenendo che la tua voce sia la mia voce: e quando starò ritto dinanzi a te pensando di star zitto dinanzi ad uno specchio”» recitò lei, mentre l’altro rimaneva a bocca aperta.
Come aveva fatto? Come aveva fatto, cazzo, a fargli capire in due minuti quello che avrebbe dovuto comprendere fin dall’inizio?
Le prese le “mani” e gliele baciò con gratitudine.
«Grazie, Palmon» disse sincero e un po’ sollevato «Sei fantastica, grazie!»
Mimi, nel frattempo, uscì fuori con i capelli bagnati.
«Palmon, dov’è il ph-?» rimase stupita di fronte la visione del suo ragazzo e della sua Digimon in così tanta confidenza.
«Oh, Tai» lo richiamò Palmon «Devo andare a prendere il phun o il phan...»
«Il phon, forse?»
«Ah sì, a Mimi» si dileguò «Vado subito. Ciao, salice impiegabile!» lo saluto sognante e scappò via.
«Ciao, pianta saggia. Ma... Ehi, Mimi!» esclamò il castano, accorgendosi della sua fidanzata che lo fissava davanti alla porta.
«Mio Dio, Tai!» si avvicinò notando gli occhi rossi e lo accarezzò «Piangevi... per Matt?»
Lui si morse il labbro imbarazzato, ma poi non ebbe paura a mostrare le sue debolezze.
«E’ inutile. Mi manca» ammise, abbassando lo sguardo.
Mimi lo guardò dolcemente. Lui voleva bene a Matt. Era solo l’orgoglio che lo frenava.
«Se ti manca, allora fa’ tu il primo passo» si abbandonò tra le sue braccia.
«Palmon mi ha fatto capire-»
«Palmon?!»
Non credeva che la sua Digimon fosse così sveglia da dare consigli!
«Sì, è stata veramente carina» annuì «Ora ho capito, bisogna solo avere un pò più di coraggio» disse Tai, sorridendo.
«E quello a te non manca» rispose lei, prendendolo dalla mano.
 
«Comunque, dicevo di Palmon...  Da oggi in poi la guarderò con occhi diversi» ammiccò scherzosamente il ragazzo con l’intento di stuzzicarla.
«Non dire sciocchezze!» esclamò Mimi, accigliata, tirandogli un orecchio «Le piante sono fastidiose!»
Lui scoppiò a ridere.
Mims aveva ragione. A lui il coraggio non mancava di certo. Neanche per dire certe cose.
 
 
 
 «..strappa la foto!»
Che stupido. Come aveva potuto dire una cosa del genere?
Quella foto era un ricordo di quando erano bambini. Non potevano strappare quel pezzo di carta, e neanche lui, Matt, poteva pensare di non essere più il suo migliore amico.
Erano dopo litigi come quelli che non sapeva più come comportarsi.
Stava pensando da ormai un’ora sempre al solito argomento. La luce e tutto il resto.
Perché l’aveva fatto? Se non fosse stato per lui quel Digimon lo avrebbe spiazzato via. E lui si era fermato ad aiutarlo, ignorando perfino il fatto delle botte e di tutti quegli insulti che si erano detti.
Non era forse questa amicizia? Dimmi, Matt... tu che ne detieni il simbolo, non era forse questa una prova di amicizia?
No, no, no si diceva Matt, per auto convincersi.
In cuor suo, sapeva che Tai era il solo amico che aveva. Il solo vero amico. E quella notte, non sapeva proprio con chi parlare, perché parlava solo con lui.
Rannicchiato alla destra del divano letto, strinse le lenzuola con forza.
S’ interrogò su parecchie cose, si interrogò sul vero senso dell’amicizia, sul suo amore per Sora, sulla premura che aveva verso TK...
Cercò di capire se era stata sua, realmente, la colpa. E in effetti, forse, era così.
Era stato troppo precipitoso. Anzi, avrebbe dovuto farsi contagiare dall’ottimismo di Tai.
Ma che importava in quel momento?
Sentiva di essere di troppo ancora una volta, voleva andarsene...
Se non poteva avere l’appoggio di Tai, tanto valeva che andare via. Si sentiva stretto là.
Non face caso alle lacrime che stavano colando, anzi, le lasciò fare per una volta.
Che c’era di male a mostrarsi deboli ogni tanto?
Sono una persona, ho sentimenti, pensò.
Mise le braccia dietro la testa e si scoprì dalle lenzuola. Faceva freddo, ma non era questo ciò che lo preoccupava; perché pensava a Tai?
Ripensava alla lite, alla luce... e stava singhiozzando.
Nel mentre, Sora, mezz’ addormentata, alzò la testa per associare quel rumorino a qualcosa.
Impossibile, non poteva essere...
«Matt?» lo chiamò, interrogativa.
Il ragazzo si girò dall’altro lato, velocemente. Okay piangere, ma farsi vedere mentre piangeva non lo sopportava.
«T-tutt’ apposto» biascicò, asciugandosi le lacrime.
Sora non si bevve la balla e si avvicinò al bordo del letto dov’era gettato. Con una mano girò il suo viso verso di sé, e disse:
«Questo non me lo sarei aspettato. Da Tai sì, ma da te...» sorrise.
«Tai è sempre quello che fa tutto?» tirò su col naso il biondo «Io non posso sfogarmi?»
«Ehi, non prenderla come un rimprovero!» esclamò «E’ una cosa positiva. Significa che sei umano!»
Il ragazzo si mise a sedere, mentre Sora lo imitava.
«Cosa ti turba?» domandò apprensiva «C’è qualcosa che devi dirmi?»
Matt fece di “no” con la testa.
«Bugiardo!» replicò la ramata sbadigliando «Ormai ti conosco»
«Cosa dovrei dirti?» chiese scontroso.
«Ciò che ti passa per la testa»
Abbassò lo sguardo, esitando, prima di rispondere.
«Avanti, puoi fidarti di me» Sora appoggiò la testa sopra il suo petto, cercando di non addormentarsi.
«Forse... forse ho sbagliato» ammise a fatica lui.
«Hai reagito come diceva il tuo cuore. Forse un po’ troppo d’impulso, ma...» sbadigliò «tu sei fatto così»
«L’ ho picchiato, Sora. E’ da tempo che non succedeva» si sentì in colpa il ragazzo , sentendo nuovamente gli occhi umidi «Mi sento uno stupido!»
«No!» si alzò lei «Vieni qua» lo abbracciò, accarezzandogli la testa.
«Io so quanto vali» gli sussurrò «Non mi sarei messa con te, sennò. Ed anche se alle volte sei un po’ brusco, diretto... Stai bene così come sei. E questo lui l’ ha capito»
«Non so se veramente» diede voce alle sue paure.
«Sì, sta’ tranquillo. Devi solo moderarti quando parli» sogghignò lei, prendendolo in giro.
«Non è vero che fingevo, Sora. Lui fa tanto l’ antipatico in certe situazioni, ma l’ ho sempre considerato il mio migliore amico» disse deciso Matt, stringendosi più a lei.
E bravo, l’amore mio, pensò la ragazza, ammettere di volere bene a qualcuno è sempre un po’ difficile.
«Ti amo, Sora. Ti amo veramente» disse in un soffio il biondo
La ramata rimase un po’ stupita. Di solito il suo Matt non era così esplicito sui sentimenti che provava per lei. Che il litigio con Tai gli avesse fatto scattare qualcosa in quella testolina?
«Oh, Yama» sussurrò la ragazza, prima di sfiorare le sue labbra con un bacio «Non vivrei senza di te»
«“Matt”, tesoro mio,  chiamami “Matt”» la corresse quello che non sopportava il suo vero nome.
Sora rise di cuore.
«Allora, come la mettiamo col nostro migliore amico?» chiese poi, mettendolo alle strette.
Voleva che facessero pace, non avrebbe sopportato di vederli in quel modo ancora per molto.
«Già, è anche il tuo» sospirò il biondo «Beh, non so. Non saprei neanche se è disposto a parlarmi»
«Ed è qui che sbagli!» esclamò con enfasi la ragazza «Dici che lui è scontato, ma tu non sei da meno»
«Sì, ma... io...» Matt era insicuro. Per l’ennesima volta, insicuro.
La ramata sbadigliò, insonnolita. Era tardi, meglio rimandare tutto all’indomani.
«Perché non ci dormi su, adesso?»
«Va bene» Matt fece per incastrarla da un braccio «Ma devi patire alcune pene, prima!»
«NO! E perché?»
«Mi ha dato dello “scontato”!»
Lei urlò, cercando di divincolarsi dalle sue braccia. E alla fine la stava solo baciando.
«Ma chiudete quella bocca?!» si sentì d’un tratto la voce di Gabumon provenire dall’oscurità.
I due si fermarono improvvisamente.
«Sì, scusa Gabu» fece la ragazza, mordendosi la lingua.
«Non permetterti di dare ordini a Sora, tu!» si agitò Biyomon, tirandogli uno scappellotto.
Matt e Sora ridacchiarono, poggiando entrambi la testa sul cuscino.
Il biondo, dopo aver osservato la sua fidanzata chiudere gli occhi, stette a riflettere. Lei non c’è l’aveva con lui per quello che aveva fatto, anzi, stava dalla sua parte.
Doveva solo parlare con Tai, si disse, ma non ne aveva il coraggio.
Forse era la forza dell’ amicizia a farlo convincere del contrario.







   
 
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