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Autore: BALTO97    05/05/2019    5 recensioni
forse Billie si è sbagliata... forse rinchiudersi nella cassa non è l'unico modo per salvare il mondo dalla furia di Michele. questo è quello che crede Sam, suo fratello gli ha dato il beneficio del dubbio... almeno fino a quando l'arcangelo non batte più forte sulla porta...
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Un piccolo Missing moment di come Dean non riesca gestire l’arcangelo nella sua testa e come il fratello decida di aiutarlo
SPOILER META’ STEGIONE 14
 
( parce mihi = perdonami )
 
 
Era passato qualche giorno da quando erano tornati al bunker.

Sam odiava l’idea di aver quella orribile cassa così vicino: fosse stato per lui l’avrebbe volentieri gettata in un fosso, lontana il più possibile da Dean. 

Erano sicuri che Jack non avrebbe preso molto bene l’idea del maggiore e soprattutto reagito male alla notizia che la cassa fosse lì, così Mary suggerì di mandare il ragazzo qualche giorno da lei nello chalet, le avrebbe parlato e cercato di spiegare la situazione come meglio poteva.

Cass invece pensò che andare in qualche altra libreria o museo per cercare qualcosa potesse essere utile. 

I fratelli si diedero subito da fare con le ricerche sfogliando uno a uno i manuali di ogni singolo scaffale. 

“A che serve?” chiese Dean chiudendo malamente il libro vecchio secoli con le pagine ingiallite e le parole sbiadite.
“Abbiamo già controllato questi cosi e non abbiamo trovato niente!” aggiunse sbuffando.

“Potrebbe esserci sfuggito qualcosa” rispose Sam senza distogliere lo sguardo dal computer.

“Va bé io ho fame! Vado a prendere qualcosa” affermò Dean alzandosi alquanto fremente di uscire per prendere una boccata d’aria e sentire un odore diverso da quello di un vecchio libro chiuso da decenni.

“Vengo con te” si affrettò a dire Sam alzandosi anche a sua volta.

“Guarda che torno! Non preoccuparti” ci tenne a precisare il biondo con tono scherzoso.

“No… voglio sai… fare anche io due passi” 

La realtà era ben diversa ed entrambi lo sapevano.
Non si trattava solo di assicurarsi che Dean non scappasse per compiere un folle piano suicida come aveva fatto solo pochi giorni prima, Sam era preoccupato. 
Suo fratello aveva un arcangelo nella testa! 

Stava letteralmente tenendo con tutte le sue forze chiusa una porta per impedire a un essere sovrannaturale, super potente e cattivo di sfondarla per uscire e conquistare il mondo con il suo esercito di mostri… 
Non voleva che Dean se ne andasse in giro da solo, non dopo che lo aveva visto chiudere gli occhi e sospirare, stringere il tavolo o il bracciolo della sedia più volte.

Quello stronzo di Michele non doveva stare zitto un attimo, doveva continuare a battere sulla porta e urlare. 

Il moro conosceva bene la sensazione di qualcuno che ti urla nelle orecchie 24 ore su 24, ti tormenta e non ti lascia in pace divertendosi a farti solo soffrire. 
Non avrebbe mai potuto dimenticare quell'orribile periodo… 

Non si fidava a perdere di vista il fratello. 

############################

Arrivati al fast food, Dean lasciò che Sam scendesse e andasse a ordinare mentre lo aspettava in macchina. 
“Se mi prendi il cibo dei conigli non ti azzardare a tornare” 

Sam annuì esasperato. 
“Se mangiassi qualche verdura le tue arterie ti ringrazierebbero” borbottò entrando e mettendosi in fila 
Nel frattempo in auto, il maggiore, stava ascoltando la radio canticchiando le parole e tamburellando con il piede a tempo.

Da quando si era svegliato, circa due ore dopo essere andato a dormire, Michele non aveva smesso di gridare e battere sulla porta anche solo per un secondo, instancabile e insistente. 

Sperava davvero che uscire, vedere qualcosa, distrarsi lo avrebbe aiutato… 
ma sembrava solo che quello stronzo avesse alzato il volume della voce.
Temeva davvero che presto gli sarebbero scoppiati i timpani o sanguinate le orecchie

Riuscì a fare buon viso a cattivo gioco e quando Sam tornò con i sacchetti profumati sorrise.

Sulla strada del ritorno il minore stava leggendo un volantino preso vicino al bancone, giusto per fare qualcosa e non sentire la “vecchia” musica del fratello, mentre Dean, ancora canticchiando sulle dolci note di Bruce, guidava guardando anche i vari abitanti in giro.

Arrivati vicino ad un attraversamento pedonale il maggiore si assicurò che non passasse nessuno e procedette sicuro, ma quando si voltò la sua attenzione fu attirata da una ragazza che poteva giurarci lo aveva fissato mentre passava e, ne era certo gli aveva mostrato i denti appuntiti con lo sguardo cupo seminascosto dei capelli che ricadevano sulla fronte. 

“Ma che…” sussurrò cercandola anche nello specchietto retrovisore, ma era sparita 

Il biondo cercò di dimenticarsi, auto convincersi che si fosse trattato solo di uno scherzo della sua mente stanca. 
Ma se si trattava davvero di una visione, questa era destinata a durare ancora un po' 

Iniziò con una strana sensazione di calore che si diffondeva da dentro l’auto come se all'improvviso si fosse surriscaldata.
Poi i suoi occhi si posarono di nuovo sul mondo esterno e con stupore e orrore, vide quel macabro scenario decisamente post apocalittico
Case diroccate o bruciate, macchine ribaltate e il cielo oscurato dal fumo. 
Era impossibile distogliere lo sguardo da quello sfacelo 

Sam non era ancora arrivato in fondo al volantino quando percepì che qualcosa non andava.

“Dean!” chiamò vedendo che il fratello non stava proprio guardando davanti a lui ma fuori dal finestrino 

“Dean!” 

Il fratello doveva essere assorto in qualche pensiero perché non parve sentirlo e quando, ahimè la macchina sbandò di lato puntando proprio contro un albero accanto alla strada, Sam imprecò sonoramente sporgendosi e afferrando malamente il volante per sterzare prima che fosse troppo tardi guadagnandosi il clacson e un insulto dell’auto dietro. 

“Son of a bitch!” esclamò Dean alquanto sconcertato, riprendendosi.

“Ma cea cavolo Dean…” 
Sam si passò una mano tra i capelli “…potevamo ammazzarci!” aggiunse appoggiandosi pesantemente al sedile. “Che ti è preso?” 

Il biondo non disse niente limitandosi a respirare profondamente un paio di volte stringendo il volante

“Mi sono distratto un attimo” sussurrò 

Il minore voltò subito lo sguardo e si sentì un vero schifo nell'aver attaccato in quel modo il fratello, anche se non aveva proprio tutti i torti ad essere arrabbiato 
Però non era una scusa per inveire così con lui… 

“Ok, ok non fa niente. Sei solo un po' stanco tutto qui, capita” Provò a consolarlo con tono più calmo “Dai adesso andiamo a casa mangiamo e…” 

“Sam” lo interruppe brutalmente “Sta… sta zitto” tentennò 

“Dean, che succede?” 
Ora il fratello era davvero spaventato. Dean respirava quasi affannosamente, sembrava sudato ei suoi occhi così grandi da sembrare quasi che le pupille fossero enormi. 

“Dean, parlami” lo chiamò appoggiandogli una mano sulla spalla 

“Ti prego… sta zitto” 
Nella sua testa Michele stava urlando così forte che poteva sentire la porta tremare 
Un grido acuto e forte come un fischio incessante. 

“Dean, calma. Coraggio bello, respira” cercò disperatamente di incoraggiarlo riscuotendolo
“Andiamo” sussurrò 

Il biondo esasperato appoggiò la fronte sul volante mormorando qualcosa di incomprensibile 

“Hey, hey Dean ho un’idea” Esclamò continuando a mantenere il contatto poi, si sporse e alzò il volume della radio cosicché la musica riempisse tutta l’auto “Concentrati su questo” disse. “Ascolta la musica, le parole, non pensare ad altro” 
Sam era davvero preoccupato ma, per il bene di Dean, cercò di restare calmo 

“Puoi farcela Dean, spingi le sue urla indietro, ascolta la musica” affermò stringendogli ancora la spalla, poi vedendo che in effetti pareva funzionare e Dean aveva smesso di respirare così affannosamente, iniziò a canticchiare le parole 

“you can tell her there’s a hot sun beatin on the black top… ”

Il biondo sorrise appena con il viso leggermente imperlato di sudore.

“Sei veramente stonato” mormorò rimettendosi seduto e passandosi una mano sul viso .

Sam sorrise decisamente sollevato “Va meglio?” 

Dean annuì e Sam pensava, o forse sperava che fosse tutto apposto ma poi il fratello gli chiese se avesse voglia di guidare e capì che le cose non erano affatto migliorate anzi… 

Appena fecero cambio posto il maggiore si appoggiò contro il vetro e chiuse gli occhi sospirando e restò in silenzio fino a casa.

Arrivati nella grande sala Sam organizzò il tavolo sistemando le varie scatole di cibo, non aspettandosi che il fratello non si fermasse procedendo dritto verso il corridoio.

“Dean! Dove vai? Non mangi?” chiese preoccupato e allarmato.

Il biondo si limitò a scuotere la testa prima di girarsi e scomparire nel corridoio sotto lo sguardo sconsolato del fratello. 

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Qualche ora dopo il giovane cacciatore era ancora immerso nelle ricerche quando sentì dei passi e, alzando lo sguardo fu felice di rivedere il fratello, soprattutto che stesse bene 
Almeno così credeva 

“Sammy… credo che dovremmo fare due chicchere” affermò sicuro il maggiore 

“Ti ascolto” 

Dean sospirò appoggiandosi alla colonna della biblioteca dietro le sue spalle 
“Credo che tutto sia inutile” 
Il suo tono era basso come se stesse dicendo un segreto o una terribile verità 

“Stai dicendo che non vuoi più continuare le ricerche? Che vuoi arrenderti?!” domandò ironicamente Sam adirato alzandosi in piedi.

Il biondo scosse la testa sbattendo le braccia lungo i fianchi “Credo che tu debba davvero iniziare a pensare all'eventualità… lo sai no?” 

“Hai detto che mi avresti dato tempo! Che ci avresti creduto” 
Dean scosse la testa 
“L’ho fatto… l’ho fatto Sam, ma adesso inizio davvero a pensare che non ci sia più un’alternativa. Sam… Sam io non credo di farcela! Hai visto cosa è successo oggi” tentennò poi le peggiori paure del giovane divennero realtà quando il fratello con lo sguardo basso e mortificato sussurrò “Credo che quel giorno sia arrivato prima di quanto pensassimo. Dio! Michele urla ogni minuto, ogni secondo Sammy e io…” aggiunse 

Sam annuì con le braccia incrociate facendo una delle espressioni più serie che Dean avesse mai visto, così lontano da quella disperata, impaurita, confusa con gli occhi lucidi di quella sera. 

Il biondo poteva quasi dire che suo fratello fosse freddo davanti alla sua confessione, lui invece era sull'orlo delle lacrime tanta era la sua paura e il senso di impotenza che provava.
Gli ricordò molto quando Sam non aveva l’anima e lo guardava sempre con quegli occhi vuoti privi di qualsiasi emozione.

“Mi dispiace” sussurrò voltandosi 
Credeva davvero che il minore avesse fatto qualcosa, certo sperava non un altro pugno, ma almeno dicesse qualcosa per fermarlo. 
Forse non sarebbe servito… o forse sì… infondo quando Sam stava male non lo aveva mai abbandonato… aveva sempre una parola di conforto… 

“Aspetta” disse bruscamente l’altro quando il maggiore aveva quasi raggiunto il corridoio “Forse hai ragione” affermò avvicinandosi “ma voglio prima farti vedere una cosa” aggiunse poi gli passò oltre invitandolo a seguirlo.

Dean, sebbene confuso, lo seguì e dopo aver percorso i lunghi corridoi arrivarono nella stanza adiacente al garage, una sottospecie di cantina, dove avevano sistemato la cassa.

“Sam?” lo chiamò il biondo confuso quando lo vide rimuovere il telo che la copriva

“Guarda” Il moro puntò il dito dentro quella macabra cassa di ferro.

Dean continuava a non capire l’intento del fratello, ma il suo tono duro e il viso senza espressione lo preoccupavano, ma questo non gli impedì di avvicinarsi. 

Mai, mai e poi mai neanche in un milione di anni si sarebbe aspettato che arrivato ad un passo dalla cassa, Sam lo afferrasse brutalmente per la felpa e con un movimento degno di un pugile lo sollevasse ribaltandolo nella cassa.
Dean non ebbe il tempo di difendersi che si ritrovò sdraiato all'interno parecchio confuso.

“Che diavolo stai facendo?!” quasi urlò cercando di alzarsi, ma ancora una volta il fratello fu più veloce e gli bloccò le mani prima di guardarlo un’ultima volta chiudere la cassa 

“SAM!” urlò il biondo spingendo il coperto con tutte le sue forze, ma il giovane sembrava dotato di una forza sovrumana, o forse era lui che dopo tutti quelle notti in bianco era solo più debole, ma comunque Sam riuscì a chiudere il coperchio e con orrore Dean sentì forti rumori. 

Non poteva certo sapere che Sam aveva preso dei pesanti blocchi di cemento e messi uno per uno sulla cassa. 

“SAM! SAM! NO NO NO !” 
Ancora una volta il maggiore provò a spingere il coperchio e urlare il nome del fratello mentre tirava altri calcio 

“Sei contento Dean?” arrivò la voce da fuori “Adesso sei dove volevi essere! Nella tua tomba” 

Poi l’ultima cosa che Dean udì prima del silenzio, fu il rumore di una porta sbattuta
“Sam…” sussurrò incredulo che il fratello se ne fosse andato lasciandolo li, letteralmente chiuso in una cassa.
Nella tomba come l’aveva chiamata 

Con mani tremanti come foglie scosse da un forte vento estrasse il telefonino dalla tasca e accese la torcia. 
“Sam” 
Niente 
“Sammy” 
Silenzio 
“SAAAAAAAAMMMMMMMM!” 

La verità era che Sam, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, non si era allontanato neanche di un passo 

Non era stato facile mantenere la voce sicura mentre chiudeva Dean dentro la cassa con le lacrime che uscivano a fiumi dagli occhi.

Scivolando si accasciò contro la porta nascondendo la testa tra le mani tirandosi le ginocchia al petto come fosse un bambino spaventato.
Nelle orecchie il grido disperato del fratello. 

“Mi dispiace Dean” mormorò con nuove lacrime che gli solcavano il viso 
“Mi… dispiace” 
 
   
 
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