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Autore: LadyPalma    05/05/2019    3 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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3.

Davos non impiegò molto tempo a trovare la Donna Rossa. La mezz'ora in cui erano stati lontani sembrava per lei non essere trascorsa. Tutto intorno la vita aveva ripreso a scorrere: parenti, amanti e amici si riunivano, mentre altri sopravvissuti piangevano la morte di quelli che non erano stati altrettanto fortunati. In tutto questo, Melisandre era rimasta nello stesso posto dove lui l'aveva lasciata, a fissare la deserta strada innevata in cui era stata sul punto di dissolversi, prima che il gesto dell'uomo la riportasse inaspettatamente indietro. Lui la notó da qualche metro di distanza e si ritrovó a concedersi qualche istante per guardarla, con i capelli completamente sciolti al vento e il suo corpo tremante, stretto nel solo vestito scollato.
"Avreste dovuto raccogliere il vostro mantello da terra" esordì poi, quando le fu abbastanza vicino da poter essere udito "Non vi ho risparmiata per vedervi morire immediatamente di polmonite. Non che l'idea mi dispiaccia"
Udendo la famigliare voce del cavaliere, la donna si voltò. Il tono che aveva usato, più tagliente del freddo che provava, e la frecciatina velenosa che aveva aggiunto alla fine erano il minimo che si aspettava. Anzi, ciò che non si era aspettata era, al contrario, di essere ancora viva.
A dire il vero, per un paio di volte aveva sentito lo stesso dolore che aveva avvertito quando si era tolta la collana e aveva anche visto i suoi capelli iniziare ad ingrigire, ma proprio quando pensava che Davos avesse finalmente deciso di ammazzarla, tutto era poi tornato allo stato iniziale. Forse ci aveva provato ed aveva poi cambiato idea, oppure semplicemente aveva posato la collana per qualche istante. Istintivamente, abbassò lo sguardo sulle mani dell'uomo in cerca dell'oggetto e quando non lo trovò, non poté che rivolgergli un'occhiata interrogativa.
"State cercando il vostro prezioso rubino?" la anticipò Davos, indovinando i suoi pensieri. Con un semplice gesto, alzò la manica del suo pesante vestiario, mostrandole la nuova collocazione.
"Vi sta bene addosso" commentò la donna in un sussurro. Difficile dire se fosse ironica o sincera, il suo tono sembrava quasi lontano ed evanescente. "Suppongo di dovervi ringraziare, Ser Davos"
Un mezzo sorriso apparve sulle labbra dell'uomo, o piuttosto una smorfia di sdegno. Dopo anni in cui erano stati sempre nemici che curiosamente combattevano sempre dallo stesso lato della barricata, Melisandre ancora si stupiva di come quell'uomo così innegabilmente buono, dolce e saggio, riusciva a mostrare così disgusto e durezza nei suoi confronti.
"Non voglio nessun ringraziamento. Mi accontento di non vedervi mai più, e se questo non è possibile, di vedervi il meno possibile"
Nettamente in contrasto con quelle parole, la donna si protese verso di lui. Stava quasi per afferrargli un braccio, cercando di creare un contatto fisico, come sempre era abituata a fare con tutte le persone cui si trovava a dover dire qualcosa di importante - salvo poi fermarsi e ritirare la mano di scatto.
Ma qualcosa di importante sentiva di doverla dire e lui l'avrebbe ascoltata.
"So di avervi ferito, so quanto tenevate alla piccola-"
"Non vi azzardate a pronunciare il suo nome!"
Quel sibilo veloce la fece rabbrividire più che se fosse stato un urlo.
"Mi dispiace" riprese, tuttavia "Quello che sto cercando di dire è che vorrei fare qualcosa per voi. Se non per ringraziarvi, almeno per tentare di farvi stare meglio"
Stavolta lui la fissò in silenzio per qualche istante, mentre lei lo fissava di rimando. Occhi azzurri contro occhi azzurri, la durezza e la dolcezza dello sguardo per una volta completamente invertita.
"L'unica cosa che potrebbe farmi stare meglio è farvi soffrire come avete fatto con Shireen" le rispose alla fine, calcando il nome come per sottolineare il fatto che lui, a differenza di lei, aveva ogni diritto di pronunciarlo. E che non lo avrebbe mai dimenticato. "Ma questo non la riporterà indietro. Quindi semplicemente cercate di non farvi vedere e ricordate che semmai proverete a usare una delle vostre magie ancora, non esiterò a ucciderci stavolta" concluse, sollevando leggermente la mano, mostrando ancora una volta il bracciale con cui di fatto poteva controllare la sua vita.
Lanciandole un ultimo significato sguardo, si cominciò ad incamminare.
"Ser Davos" lo richiamò quasi immediatamente "Non posso più fare magie, insieme a quella collana ho perso ogni mio potere, non posso neanche più vedere nel fuoco... Sono solo una donna adesso"
Davos arrestò il passo e voltò la testa per osservarla ancora una volta. Effettivamente gli sembrava più umana con gli occhi così tristi e non poteva negare di trovarla per questo più bella di quanto avesse mai pensato. In quell'istante lo sfiorò l'idea che da semplice donna poteva essere molto più pericolosa che da strega.
Forse perché una donna la si può capire, mentre una strega è più facile da odiare.
In ogni caso si astenne dal fare quella considerazione e annuì semplicemente.
"Questa è una consolazione"

 
**
 
I sette giorni immediatamente successivi trascorsero rapidamente, come una pausa fatta di festeggiamenti e riposo, inframmezzata dalla conta dei morti e la sepoltura dei cadaveri. Per Davos l'entusiasmo della sopravvivenza era stato smorzato dal peso di quel nuovo oggetto attaccato al suo braccio; il pensiero di Melisandre lo coglieva spesso durante la giornata: un mare di odio con onde fugaci e inattese di indulgenza e compassione. L'unico sollievo era che almeno era riuscito a non incontrarla neanche una volta.
Tuttavia la ripresa dalla guerra non durò a lungo e al termine di quella settimana ci fu il primo incontro tra i Lord, i consiglieri e i principali cavalieri. Gli obiettivi erano principalmente due: organizzare la ricostruzione di Grande Inverno e preparare la guerra contro Cersei per il trono. Fu proprio al termine di quella riunione, mentre usciva dalla sala parlando con Tyrion Lannister, che fu avvicinata da Brienne di Tarth.
"Ser Davos, posso avere una parola in privato?"
L'uomo fu inevitabilmente sorpreso, ma in ogni caso fece cenno al nano di procedere senza di lui. Non riusciva a capire cosa lo scudo di Lady Sansa potesse volere da lui; per un momento si chiese perfino se non fosse un diversivo della donna per evitare i suoi due assidui corteggiatori.
"Ser Brienne, cosa posso fare per voi?" le domandò cordialmente, calcando sul nuovo lusinghiero appellativo.
La donna accennò un breve sorriso nel sentirsi chiamare in quel modo, ma giunse schiettamente all'oggetto che voleva trattare.
"Voglio parlare di voi in verità. Ho saputo della nuova situazione della Donna Rossa e, se permettete, volevo dirvi qualcosa su cui riflettere"
Lui accolse quelle parole con uno sguardo che esprimeva sospetto e al tempo stesso divertimento.
"Vi ha forse mandato Lady Arya?"
Brienne esitò per un momento.
"Lady Arya ha a cuore le sue sorti a quanto pare, ma è stata Lady Sansa ad informarmi e ciò che ho da dirvi è qualcosa di personale" disse e dall'espressione improvvisamente quasi dolorosa sul suo volto non si poteva dubitare della sua sincerità. "Se ricordate, anche io ho perso qualcuno di caro per colpa della Donna Rossa. Avevo una fedeltà assoluta per Renly e avrei fatto qualsiasi cosa per lui. È stata lei a creare il mostro che lo ha ucciso davanti ai miei occhi… Lei insieme a Stannis"
Fece una pausa, forse ripercorrendo nella sua memoria i tempi passati in cui era la guerriera del più giovane dei fratelli Baratheon, oppure tutte le avventure che aveva vissuto proprio perché a un certo punto il suo re era morto.
"Ho giurato vendetta per il mio re e l'ho avuta" riprese poco dopo. "Ho piantato una spada nel petto di Stannis, eppure per quante occasioni abbia avuto di uccidere la Donna Rossa, non ho mai sentito l'impulso di farlo. Riuscite a indovinare il perché?"
Davos la fissava in attesa. Non aveva dimenticato che era stata Brienne ad uccidere Stannis, ma aveva completamente rimosso che invece avrebbe dovuto uccidere anche Melisandre.
"Ditemelo" disse, quasi con urgenza.
"Perchè Renly non era nessuno per lei, voleva semplicemente vincere una guerra per il suo re e ha trovato il modo di farlo. E la stessa cosa è successa con la vostra Shireen, non lo capite? È stata lei a partorire l'ombra, è stata lei ad accendere il fuoco, ma solo perché l'idea è stata approvata prima da Stannis. Stannis ha dato l'ordine. Stannis era il fratello di Renly, Stannis era il padre di Shireen. Renly e Shireen erano sue responsabilità, non della Donna Rossa"
Il Cavaliere delle Cipolle si prese tutto il tempo per elaborare il significato di quel discorso. Non poteva dire di condividerlo, ma doveva ammettere che non aveva mai visto le cose in quella prospettiva.
Era da sempre stato così concentrato ad odiare Melisandre e ad addossare ogni colpa, che aveva finito per ridurre Stannis a un uomo privo di volontà che si era fatto irretire. Eppure l’uomo che aveva servito per anni aveva scelto volontariamente di affidarsi alla magia, e lo aveva fatto per ambizione e smania di potere. Era stato per la promessa del trono che aveva ucciso il fratello e la figlia.
Shireen per Melisandre era stata una bambina qualsiasi da bruciare in cambio di quello che credeva un bene più grande, un sacrificio folle per il Signore della Luce.
Ma quanto era valsa Shireen per Stannis? Una stupida battaglia.
Una figlia in cambio di una battaglia.
A pensarci adesso, in questi termini, si sentiva percorso dai brividi.
"Mi state suggerendo di perdonarla?" riuscì a domandare alla fine.
Curioso come ci fossero più persone di quante ricordasse che avrebbero avuto un motivo per odiare Melisandre.
Curioso come tutte quelle persone ora volevano al contrario difenderla.
Brienne scosse la testa e gli rivolse un sorriso.
"No, sto solo dicendo di cominciare finalmente a smettere di pensare a Stannis come l'amico che avete perso. Forse così troverete in voi uno spazio per odiare di meno la Donna Rossa"

 
 



 
NDA: Eccomi con un altro rapido aggiornamento. Dopo un periodo di vacanza, ho ripreso a scrivere a pieno ritmo la tesi ma questo non mi impedisce di partorire (ombre assassine?) idee per questa storia. In questo capitolo ho ufficialmente trasformato Stannis nel big villain; del resto credo che parte del grande odio di Davos per Melisandre sia proprio per l'incapacità del nostro cavaliere delle cipolle di accusare Stannis, che in qualche modo al contrario ha sempre cercato di giustificare. L'atteggiamento di Brienne verso la Donna Rossa in merito a Renly è effettivamente particolare: nella 6 stagione fa capire che è a conoscenza del ruolo svolto nell'uccisione del suo re ma non tenta minimamente di farle del male. Ho tentato dunque di esplorare i pensieri di Brienne e penso che questa sia l'argomentazione decisiva per provocare un piccolo cambiamento in Davos.
Un'ultima cosa: tenete a mente il fatto che Melisandre vuole fare qualcosa per sdebitarsi nei confronti di Davos e le parole di lui "L'unica cosa che potrebbe farmi stare meglio è vedervi soffrire". La nostra Mel farà qualcosa di molto stupido nel prossimo capitolo, che per questo sarà un po' dark (and full of terrors). Alla prossima!
 
   
 
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