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Autore: ballerina 89    05/05/2019    2 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV KILLIAN
Non potevo credere alle mie orecchie... dopo oltre un mese di punizione eccola ancora qui, più spavalda che mai, a chiedermi, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, di poter andare in gita con quel poco di buono del suo amico. Ma dico: stiamo forse scherzando? Dopo quello che avevo visto quel giorno davvero pensava che le avrei dato il permesso di passare del tempo con lui? Doveva solamente  ringraziare sua madre se ancora aveva modo di poterlo vedere almeno a scuola, se fosse stato per me le avrei proprio fatto cambiare istituto. Aveva superato un certo limite e bisognava riportarla sulla retta via.
- Ma papà ragiona... non si tratta solo di me! Rovinerai  la gita a tutti i miei amici così! - provò a impietorsirmi. - Noi avevamo in mente di trascorrere questa gita tutti insieme per...
- Per poter fare, lontando dalla supervisione di noi genitori, ogni genere di porcata? - finii la sua frase anche se a modo mio.
- PAPA'A'A'!
- KILLIANNN!  - dissero all’universo entrambe le mie donne.
- Che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato forse? Non è il motivo principale per cui i giovani d’oggi vanno in gita? Comunque non me ne importa nulla di rovinare la gita ai tuoi cari amichetti Chloe, voglio solo che tu e quel depravato stiate il più lontano possibile. Non dimentico quello che ho visto e voglio stare certo che la cosa non si ripeti.
- Ancora con questa storia papà? Io e Erik non stavam...
- No no no, non voglio ricominciare a discuterne di nuovo, sono quasi morto l’ultima volta se ben ricordi, preferirei non rivivere l’esperienza. Tutto quello che devi sapere lo sai quindi ora spetta a te decidere. Vuoi andare in gita? Andrai nella meta opposta alla sua. Non accetti questa cosa? Allora per me puoi anche restare a casa; anzi... preferirei se lo facessi sai? Starei di sicuro più tranquillo. - aveva gli occhi lucidi ma nonostante ciò si sforzò di non piangere, non voleva darmela vinta... come se poi a me facesse piacere vederla così triste. Non ero di certo un mostro, ero solamente un papà che cercava di proteggere sua figlia; è così tanto sbagliato? Tralasciando il fatto che sono geloso marcio della mia bambina, quello che stava per fare quel giorno non era di certo una cosa di cui andarne fieri. Ha solamente 15 anni, per quanto a qualsiasi età mi darebbe fastidio, ha comunque tutta la vita davanti per fare esperienze di quel genere, perché bruciare le tappe  e rovinarsi l’adolescenza? Non voglio che faccia il passo più lungo della gamba, deve pensare alla scuola, agli amici e alle sue passioni. Non è ancora il tempo dei fidanzati. Sua sorella maggiore è sempre stata più matura in questo, non abbiamo mai affrontato queste problematiche con lei, non ci ha mai dato modo di dubitare, possibile che con Chloe abbiamo sbagliato tutto? Mi rifiuto di crederlo. In fondo le abbiamo cresciute entrambe allo stesso modo. Non so cosa pensare, spero sia semplicemebte una fase della sua vita e che le punizioni date le serviranno a capire lo sbaglio fatto e a ritrovare la retta via.
- E va bene papà! Hai vinto. - rispose per nulla contenta - Sceglierò la metà opposta a quella di Erik ma almeno posso avere il permesso di chiamarlo? Vorrei parlargli io stessa di questa cosa. 
- No ,non puoi chiamarlo, sei in punizione ricordi?
- Ma papàààà! Almeno una chiamata concedimela no? - Mi supplicò - Se neanche posso chiamarlo come faccio a scegliere la meta dove andare? 
- Te l'ho già detto poco fa: chiamerò personalmente sua madre e me lo farò dire. Non prima però di avergliene cantate quattro naturalmente. 
- No papà non... - bastò uno sguardo per metterla a tacere. Qualsiasi cosa avrebbe detto non mi avrebbe di certo fatto cambiare idea. Anna doveva sapere che suo figlio era un poco di buono. Aspettai che Chloe tornasse in camera sua dopodichè raggiunsi il salotto e prendendo quel maledetto congegno elettronico che tanto odiavo, composi il numero di una delle più care amiche di mia moglie. 
- Pronto?!? - rispose al primo squillo.
- Anna? - domandai gentilmente sperando di non aver fatto casini con il parlofono
- Si sono io, chi parla?
- Anna ciao sono Killian, il marito di Emma... mi ha dato lei il tuo numero.
- Ohi Killian ciao! Come stai? Come mai mi stai chiamando? È successo qualcosa? Emma sta bene? I ragazzi?
- Anna tranquilla... - bloccai il suo solito fiume di parole - Emma sta bene, tutti stanno bene. - la tranquillizzai.
- Menomale guarda, stavo già entrando in panico; per chiamarmi tu pensavo fosse successo qualcosa a Storybrooke!
- Beh... non ci saranno mostri volanti in giro o nemici spietati che vogliono ucciderci ma qualcosa è successo. Sono successe due cose a dire il vero ed entrambe riguardano tuo figlio Erik!
- Erik???? O mio Dio! Sta bene? Gli è forse successo qualcosa? Arrivo sub...
- Ehi Ehi Ehi frena! Sta più che bene tuo figlio tranquilla, non gli è successo nulla. - “ancora” pensai.
- Se non gli è successo nulla allora ha combinato qualcosa... ho indovinato vero? Che ha fatto quel disgraziato? Emma l’ha portato in stazione per qualche bravata? Ha fatto qualcosa di grave? Oddio no no no non ce la faccio a restare qui! chiedo ad Elsa di teletrasportarmi da voi!
- Anna, Anna per favore lasciami parlare ok? Emma non l’ha arrestato e non c’è bisogno tu venga fin qui. Ha fatto una bravata è vero, una abbastanza grave per i miei gusti aggiungerei.... a casa mia e con mia figlia.
- Hanno mandato a fuoco qualcosa? Ti hanno creato qualche danno in casa? Killian sii sincero, se mio figlio ha fatto qualcosa devi dirmelo senza problemi, ti risarcirò! - ma possibile che quella donna non capisca mai nulla al volo?
- Anna volevo essere delicato ma a quanto pare con te non funziona. Ho beccato tuo figlio mettere le mani addosso a mia figlia, in casa mia e pergiunta in camera mia.
- Ma chi Erik? Erik ha... no non ci credo Killian. Erik non può aver... no no no, lui...
- Mi dispiace contraddirti ma l’ho visto con i miei occhi! - risposi serio.
- Mio figlio vuole un gran bene a Chloe, non gli passerebbe mai per la testa di farle del male e picchiarla, ma stiamo scherzando?- no ok ho capito... ci rinuncio. Parlare con Anna è un’impresa che solo Emma è in grado di fare. Dovrò ricordarmene una prossima volta.
- ANNA SVEGLIA!!! Non le ha messo le mani addosso in quel senso, non sarebbe ancora vivo se così fosse. Li ho visti in camera mia e di Emma a scambiarsi... “effusioni”, chiamiamole così, assai pericolose. Ora passi il bacio che ho saputo c’è stato tra di loro tempo fa ma sul resto proprio non transigo! Devi dire a tuo...
- Si sono baciati? Davvero???? Ma che cariniiiiiii! Aspettavo questo momento da una vita ormai, sapevo che quei due prima o poi...
- MA PRIMA O POI CHE COSA ANNAAAAAA! Non sono per nulla carini, sono.... grrr, non lo so! Quello che so è che devi tenere tuo figlio lontano da mia figlia se non vuoi che lo faccia fuori siamo intesi?
- Killian mah...
- Non sto scherzando Anna! Di a tuo figlio di tenere le sue luride manacce lontano da mia figlia se vuole tenere tutti gli arti al proprio posto. Non risponderò delle mie azioni se solo lo vedrò anche sfiorarla con un dito!
- Non... non ti sembra di stare esagerando adesso? Sono solamente due ragazzini innamorati, che mai potrebbero fare di così grave è? Lasciamoli vivere le loro esperienze. E poi sono sicurissima che Erik ha le più buone intenzioni con lei, puoi dormire su sette cuscini Killian, non le... - doveva ringraziare la sua buona stella che la nostra conversazione stesse avvenendo per telefono e non di persona perché credo proprio che non avrei risposto delle mie azioni.
- TENTARE DI PORTARSI A LETTO MIA FIGLIA, UNA BAMBINA DI 15 ANNI APPENA, TI PARE UNA BUONA INTENZIONE????????MA PER PIACERE ANNAAAAAA! - fui costretto a riprendere fiato o avrei rischiato il secondo infarto della mia vita. - Parla con Erik e fagli cambiare testa perché se non lo farai tu fidati che lo farò io e non sarà per nulla piacevole. Detto questo c’è un altro problema da affrontare: la gita scolastica!
- Di... dimmi pure! - rispose credo ancora sconvolta per la mia ultima affermazione.
- Come potrai immaginare non sono assolutamente d’accordo sul fatto che i ragazzi partano insieme quindi vorrei sapere da te se Erik ha già deciso a quale delle due gite prenderà parte in modo tale che potrò mandare mia figlia nella direzione opposta.
- Si si ha già deciso. Ho firmato proprio poco fa il modulo che mi ha faxato. Ha scelto Barcellona come meta. 
- Bene, grazie dell'informazione, mi sei stata davvero molto d'aiuto. Ci sent...
- Killian scusa se ti interrompo... lo so che non è una cosa che mi riguarda ma... si vedi ecco...  so che i ragazzi ci tenevano davvero molto ad andare in gita tutti insieme, non credi che Chloe si sentirebbe...
- Non venirmi a fare la morale su come potrebbe sentirsi mia figlia. E' colpa di tuo figlio se ho dovuto prendere questa decisione. Se avesse tenuto le mani al proprio posto quel giorno questo non sarebbe di certo accaduto. 
- Le avrà dato qualche bacio, che sarà mai... lo abbiamo fatto tutti alla loro età. Non essere sciocco Killian! Se le impedirai di andare in gita te lo rinfaccerà per tutta la vita. Ripensaci ok? Che vuoi che sia una gita di pochi giorni... ci saranno dei professori a controllarli cosa potrebbe mai succedere?
- Non venirmi a dare lezioni su come essere un buon genitore perchè non puoi proprio permettertelo. Hai fallito nel tuo compito cara Anna, hai cresciuto un poco di buono. 
- Non ti...
-  Pensa a far rigare dritto tuo figlio, a mia figlia ci penso io, so io cosa è meglio per lei, non tu. Te lo ripeto comunque, nel caso pensassi che io stessi scherzando: parla con Erik e sii chiara: non voglio che si avvicini mai più alla mia bambina. - riattaccai senza darle modo di rispondermi. Forse avevo esagerato ma poco importava: quando si tratta dei miei figli non avevo freni. Tornai in cucina da mia moglie e gli dissi di aver risolto il problema gita: Chloe sarebbe partita per la settimana bianca. Evitai di dirle che avevo insultato la sua amica ma a quanto pare non fui così fortunato. Uscii solo qualche minuto, il tempo di sistemare il capanno, e quando rientrai lei sapeva già tutto... Anna l'aveva chiamata piangendo. 
- Spero per te che ci sia una spiegazione più che logica al fatto che una mia amica mi chiami, in lacrime, dicendo che l'hai aggredita verbalmente! - iniziò così il discorso - Ma che accidenti ti è preso Killian!
- Lo sai come la penso, ho semplicemente detto la verità! - mi giustificai
- Dirle che è una pessima madre sarebbe la verità per te? - domandò già sul piede di guerra.
- Come la consideri tu una madre che non è stata in grado di spiegare al figlio che le donne vanno rispettate e non usate? Ha cresciuto un idiota Emma!
- Erik è solo un adolescente Killian... Anna può avergli insegnato anche alla perfezione l'etichetta ma questo non vuol dire che lui la rispetti. A quest'età i ragazzi ascoltano poco e niente quello che dicono i genitori, la maggior parte delle volte seguono la massa, le amicizie, le stupidaggini che dicono alla tv. Chiama Anna e scusati con lei mi sono spiegata?
- No tesoro, mi dispiace! Rimango della mia idea. Se fosse stata una buona madre non avrei visto quello che ho visto! - dissi seriamente convinto  delle mie idee. 
- Quindi io sono una pessima madre quanto lei allora! - e questo cosa voleva significare? Cos'era tutto quel vittimismo?
- E perchè mai scusa? Liam a soli 12 anni è centomila volta meglio di Erik. E' vero che è solo un bambino ma questi valori li ha già! 
- Non parlo di Liam ma di Chloe. Andiamo Killian non crederai davvero che Erik abbia fatto tutto da solo quel giorno vero? Svegliati... tua figlia è un'adolescente ribelle in piena crisi ormonale. 
- Mia figlia ha un'unica colpa, quella di essersi fatta convincere a provare a fare qualcosa di più grande di lei.
- Dici? A me il dubbio che possa essere partita proprio da lei l'iniziativa mi sfiora. Che strano... eppure le ho sempre parlato chiaro e le ho spiegato che non è mai un pregio concedersi così al primo che passa. Che ne pensi: mi avrà ascoltato? no! Quindi eccoti spiegato mio caro il perchè, in base alla tua teoria, anche io sono una pessima madre. - ripose secca. 
- Tu non sei per nulla una pessima madre Emma e metto entrambe le mani sul fuoco che la nostra bambina non ha preso nessuna iniziativa di sua spontanea volontà. Lei non ci pensa neanche a queste cose. E' stato quel depravato a convincerla... le avrà raccontato chissà quante frottole... - mi avvicinai a lei - Avanti, basta parlare di questo... facciamo pace ok? Mi hai rimproverato poco fa e ci sono rimasto tanto tanto male! - feci la voce di un bimbo appena sgridato per poi avvicinarmi ulteriormente, in particolar modo alle sue labbra, per cercare di strapparle un bacio. Si scanzò.
- No... non farò pace con te... sei stato un cafone e io non voglio avere niente a che fare con i cafoni.  - fece per andare di sopra ma la bloccai prendendola per un polso facendola così girare verso di me.
- Eddai amore... non vorremo mica litigare per colpa di quel ragazzino! Ha già fatto fin troppi casini per i miei gusti.
- Non stiamo di certo discutendo per lui. 
- E allora? - non mi rispose -  Emma... amoruccio... non tenermi il broncio ok? Avevo intenzione di passare un fantastico pomeriggio con la mia sexy mogliettina negli alloggi del capitano a fare tutte quelle cose che ci piacciono tanto... ma se mi tieni il broncio di sicuro dovrò rinunciare ai miei piani... - feci la faccia da bimbo bastonato. - Al mio bel corpicino manca il tuo bel corpicino. - mi fiondai sulle sue labbra approfittando di un suo momento di distrazione, l'avevo lasciata perplessa con quel'ultima frase. Purtroppo per me si riprese immediatamente e mi allontanò ancora una volta.
- UUh... ma che peccato che al tuo corpicino manchi il mio. Dovrà farsene una ragione e sai perchè? Perchè questo bel corpicino - indicò le sue forme muovendo in contemporanea i fianchi e facendomi già ardere di desiderio - lo rivedrai solo ed esclusivamente quando alzerai il telefono e ti scuserai con la mia amica per essere stato un gran cafone.
- Ma non è giusto! - protestai - Questo è un ricatto in piena regola amore!
- Prendere o lasciare Killian! - mi guardò come a farmi capire che non aveva nessuna intenzione di cedere. Maledetta! Sa sempre come fregarmi.
- E va bene! - sbuffai - Chiamerò Anna e mi scuserò ma non pensare che cambi idea su di lei, per me rimane una madre orrenda!
- Non mi importa se non cambi idea, mi importa solo che tu sia civile!
- Passami quel maledetto congegno elettronico avanti! Ma non uscire da questa stanza. Dopo che avrò terminato questa assurda chiamata tu verrai sulla Jolly Roger con me. Ho tutta l'intenzione di insegnarti come si porta rispetto ad un capitano di una nave pirata. - ammiccai facendole capire a cosa alludevo
- Devo andare a lavoro capitano, mi insegnerai come ci si comporta in un altro momento.
- Scordatelo mia cara. Prima regola: mai disobbedire al tuo capitano.  - non mi importava se doveva andare alla stazione dello sceriffo a dare il cambio a suo padre, nessuno mi avrebbe impedito di ottenere un paio di ore, forse anche piu, di pura passione con la mia donna.

POV CHLOE.
Mi rifugiai nella mia camera ancora molto arrabbiata per tutta quell'assurda storia, nemmeno una chiamata mi aveva concesso di fare... Tze... neanche fossi in carcere. Mi buttai a peso morto sul letto e, priva di ogni voglia,  passai tutta la giornatà li a contemplare il soffitto. Scesi in cucina solamente per cenare dopodichè tornai di sopra, questa volta  ad aspettare che morfeo mi rapisse. Non vedevo l'ora di buttarmi quella disastrosa giornata alle spalle. Il mattino seguente per mia sfortuna non fu tanto meglio. Non sentii la sveglia suonare e di consguenza arrivai a scuola in clamoroso ritardo. Di solito ero abituata a vedermi con Erik prima dell'inizio delle lezioni ma purtroppo quella  mattina non ne ho avuto modo... mi sono dovuta imbattere direttamente nella noiosissima lezione di letteratura non assaporando minimamente le magnifiche emozioni che solo lui riusciva a darmi. Sperai di recuperare durante la recreazione e onde evitare che qualcuno mi trattenesse in classe più del dovuto, al suonare della terza ora scattai in piedi e a grande velocità raggiunsi il nostro ritrovo segreto: un piccolo spiazzo di verde, in prossimità del campo da football, lontanto da tutto e da tutti. Lui era già li.  Lo avevo visto uscire dalla classe qualche minuto prima del suonare della campanella, avevo pensato che dovesse andare in bagno ma a quanto pare aveva altri piani.
- Baciami ti prego! Ne ho un disperato bisogno - confessai senza troppi giri di parole una volta averlo raggiunto. Non era da me aprirmi in quel modo ma con Erik era diverso, con lui mi sentivo libera di esprimere ogni mia emozione. Naturalmente non si lasciò pregare e come immaginavo mi regalò un bacio a dir poco meraviglioso che mi ridiete all’istante la voglia di sorridere.
- Eccolo finalmente: un sorriso! Non ce la facevo più a vederti con il broncio.
- Prenditela con mio padre, è colpa sua se sto così! - protestai.
- Sarà anche stato troppo severo ma abbiamo sbagliato quel giorno Chloe, tuo padre ha ragione in questo.
- Tu lo volevi quanto me... forse anche più di me! - puntualizzai.
- È vero, non lo nego... ma questo non implica il fatto che dovevamo essere più discreti. Siamo stati beccati e ora è giusto che sia arrabbiato.
- Ho capito ma non può tenermi sotto chiave per sempre! Se non fosse per la scuola non ti vedrei mai! Sono settimane che non usciamo... non posso chattare con te perché mi è stato bandito il pc e non posso neanche telefonarti che mi hanno sequestrato il telefono. A tutto aggiungi il problema della gita.... non ne posso più capisci? A saperlo avrei commesso qualche pazzia almeno sarei finita in carcere. Li una visita o una chiamata ogni tanto te la fanno fare.
- Non esagerare adesso! - mi abbracciò. - E' una punizione, non è la fine del mondo.
- Come faccio a non esagerare Erik? Sto malissimo e nessuno lo capisce. Mi manchi terribilmente, passavano ore intere al telefono a chiacchierare o a messaggiarci... e ora???? Niente di niente. Dobbiamo accontentarci dei venti  miseri minuti di questa stupida ricreazione. Che ci faccio con venti minuti è? - dissi con toni decisamente più alterati - Non ne posso più!
- Ho capito, è una giornataccia per te oggi, ma penso di sapere come raddrizzartela. - lo guardai negli occhi incuriosita. - So che sabato pomeriggio, qui a scuola, si terrà un’assemblea straordinaria per decidere alcune cose riguardanti il ballo di fine anno.
- E questo dovrebbe farmi tornare il buon umore? - lo guardai stranita - Odio il ballo di fine anno!
- Se solo mi lasciassi finire di parlare... stavo dicendo... ci sarà questa assemblea ma la presenza sarà facoltativa quindi pensavo che magari potremmo incontrarci qui per non destare sospetti e poi andarcene da qualche parte per stare un po’ insieme. Che ne pensi? - non potevo credere alle mie orecchie. Questo era un sogno.
- Sabato?  ODDIO ERIK SAREBBE MERAVIGLIOSO! - lo baciai con foga per poi staccarmi bruscamente dalle sue labbra qualche minuto dopo. - Aspetta un attimo! Questo sabato? - sperai dicesse di no ma invece annuì. - Maledizione! - esclamai - Questo sabato torna Leila a casa...
- Ah! Allora...
- Ma perché devo essere così sfortunata è?
- Ma dai amore non fa nulla, troveremo un altro giorno per...
- No no no, non se ne parla. Un’occasione come questa, per poter evadere di casa, non mi ricapiterà mai più! Vada per sabato! Pranzerò con lei e poi ti raggiungerò. La scuola prima di tutto no? I miei non potranno dirmi di no!
- Si... ma con tua sorella come la metti? Stavi contando i giorni per poterla rivedere.  - effettivamente aveva ragione, mi mancava terribilmente quella rompi scatole, quando a casa c’era lei era tutto diverso, ora che sono da sola mi sento come un pesce fuor d’acqua.
- Parlerò con lei e poi sono sicura che il pomeriggio si vedrà con Gideon quindi...
- Sei proprio sicura che per te vada bene? Non voglio sottrarti del tempo prezioso con lei, so quanto ci tieni. 
- Tengo anche a te però. - sorrisi per poi dargli un tenero bacio a stampo - È tutto ok fidati! Allora... che programmi hai in serbo per me? - cambiai completamente discorso facendo sorridere anche lui.
- Beh potremmo andare a far merenda da Granny e poi... beh mi hanno detto che le sue camere sono molto comode. Se ti va potremmo provarne una. - diventai rossa come un peperone, mi aveva colta alla sprovvista. Davvero mi stava proponendo una cosa del genere? Ora fin quando era l’istinto a prevalere su di noi ok ma programmarlo proprio... oddio che imbarazzo!
- Da... da Granny? Ma sei impazzito? Dimentichi che mi conosce e conosce tutta la mia famiglia? Non potrei mai chiederle una camera.
- Ma non lo farai tu! - aggiunse con fare ovvio.
- Non per contraddirti ma guarda che conosce anche te. - puntualizzai.
- Non la chiederò neanche io che sei matta? Lo direbbe di sicuro a tuo padre che mi farebbe decapitare seduta stante per poi incorniciare la mia testa sul vostro caminetto come trofeo. No no, non se ne parla.
- E allora come faremo scusa? -che altre possibilità c'erano? 
- Pensavo che magari potremmo estendere l’invito per la merenda anche a Sarah e Mark? - i nostri due migliori amici, la prima vera coppietta nata nella nostra classe - Potremmo chiedere a loro di prenderla per noi. Hai la magia no? Mentre loro parleranno con Granny noi faremo finta di andr via ma poi ci teletrasporteremo li! - avevo il cuore che mi batteva all’impazzata. Non scherzava, stava facendo sul serio.
- Ehm... - non sapevo cosa rispondergli, ero troppo in imbarazzo per poterlo fare e lui naturalmente, conoscendomi molto bene, se ne accorse.
- Naturalmente non devi dirmi di si per forza! Andremo lì solo te la senti! Non voglio forzarti a fare nulla lo sai.... non devi sentirti obbligata solamente perché al tuo compleanno noi...
- Lo so Erik! Lo so. - lo fermai - è tutto ok. Vada per sabato. Magari iniziano con la merenda, poi per il resto... decideremo al momento ok? - ma che mi succedeva? Facevo tanto la grande ma poi quando si trattava di essere grande sul serio tornavo la solita stupida ragazzina di sempre.
- Come vuoi tu tesoro ma sappi che ho un’altra piccola sorpresina per te.
- Ah siiii? E Qual’è?- domandai curiosa, amavo le sorprese.
- Curiosa è? Beh dovrai attendere sabato per scoprirlo. 
- Cosa? No no no no no! Non puoi farmi questo Erik, lo sai che sono curiosa! - scosse la testa, era intenzionato sul serio a non dirmi nulla? - Sei cattivo! Neanche un indizio piccolo piccolo? - gli feci gli occhioni da cucciola innamorata.
- Puoi dire o fare tutto ciò che vuoi, non cederò signorina, mi dispiace! - rise - Niente spoiler. Sabato riceverai la tua sopresa. 
Avrei voluto replicare con l'intento di estorcergli qualche informazione ma il suono della campanella ci interruppe e fummo costretti, anche secontrovoglia, a tornare in classe. Provai a stare attenta ma falliti miseramente, nella mia testa c’era solamente il pensiero fisso di quel che avremmo fatto sabato. Mi ero un po’ intimorita alla sua proposta lo ammetto ma ripensandoci capii che .... beh... che non vedevo l’ora che quel giorno arrivasse.
La mattinata era iniziata male, molto male, ma il resto della giornata, grazie anche all'entusiasmo per sabato, fu piacevolmente rilassante. Furono i giorni a seguire che furono duri da affrontare. A casa il clima era quello che era, nonostante mia madre facesse di tutto pur di farmi sorridere la tenzione aleggiava nell'aria Come se non bastasse ci si mise anche Erik poi a darmi dei grattacapi: per tre lunghissimi giorni non venne a scuola. Ero preoccupata... molto preoccupata, non era da lui sparire così senza avvisare e la cosa peggiore fu che essendo senza cellulare non potevo neanche mettermi in contatto con lui per capire cosa fosse successo. Non ha mai fatto tutte queste assenze di fila...neanche quando è stato malato.  Cercaidi tranuquillizzarmi ripetendo a me stessa che in fondo tre giorni non erano nulla, che poteva benissimo essersi improvvisamente influenzato e che di sicuro aveva provato ad avvisarmi ma senza telefono è stato impossibile per lui farlo, ma quando sabato mattina, entrata in classe, mi accorsi che era ancora una vota assente iniziai seriamente a preoccuparmi. Il primo pensiero andò a mio padre: che avesse davvero trovato il modo di fargli cambiare classe?  Mmh... no, non avevo fatto nulla di male per farmi aumentare la punizione... doveva trattarsi di qualche altra cosa... ma che cosa? Ero completamente immersa nei miei pensieri che neanche mi accorsi che Mark, il mio amico, si era appena seduto al banco accanto a me.
- Pensierosa stamattina... - esordi riportandomi con i piedi per terra.
 Eh già... - risposi senza troppi giri di parole.
- Pensierosa e angosciata oserei dire... chissà come mai! - mi prese in giro conoscendo il motivo di tale umore - Ascolta, ho un messaggio per te da parte della persona per cui sei così giù di morale.
- Hai sentito Erik???? - scattai in piedi - Come sta? Che gli è successo? Perché non viene più a scuola? Che ti ha dettoooo?
- Calma Chloe sta bene! - cercò di tranquillizzarmi - E' dovuto urgentemente tornare ad Arendelle per non ho capito bene che cosa... ha detto che te lo spiegherà lui oggi pomeriggio. Mi ha detto di ricordarti del vostro appuntamento e che ci tiene a farti sapere che non mancherà e non vede l’ora di rivederti. - improvvisamente tornai ad essere felice, il mio Erik stava bene e poche ore dopo lo avrei addirittura rivisto.
Mi sentii talmente sollevata che riuscii addirittura a  seguire senza distrazioni tutte le lezioni e mi feci addirittura interrogare.  Il voto di quell'interrogazione era indispensabile per permettermi di contrattare un’uscita con i miei nel caso non si fossero bevuti la balla della riunione. 
- Dal tuo sguardo deduco sia sata un'ottima giornata tesoro! - esordi mia madre una volta rientrata in casa. - è successo qualcosa di particolare? - mi sorrise gentilmente come al suo solito. 
- Niente di speciale, sono felice che torni Leila a casa e mi sono rincuorata un pochino scoprendo il motivo per cui Erik si è assentato tutti questi giorni. Inizialmente ho sospettato che centrasse papà, che  avesse trovato il modo di mandarlo in un’altra scuola, ma poi ho saputo che è semplicemente dovuto rientrare qualche giorno a casa. 
- Sono felice che ti sia tornato il buon uomore tesoro ma la prossima volta che sospetti di tuo padre perchè non vieni da me e me ne parli? Ti avrei quantomeno aiutato a scartare qualche ipotesi. - sorrise ancora e io annuii, lei non centrava nulla con tutto quel gran casino che era successo con papà, non meritava di essere ignorata allo stesso modo. - Per il resto tutto ok? Come è andata a scuola?
- Il resto mamma? Oltre la scuola non ho più vita sociale se ben ricordi... comunque a scuola tutto bene, ho presto un dieci in matematica oggi. - risposi come se fosse una cosa da niente. Oddio, per me era diventata una cosa da niente, ultimamente lo studio non mi affascinava più come un tempo. Andavo bene a scuola solo per semplice dovere, non mi appassionava più... avevo altro per la testa.
- Hai preso dieci? E me lo dici così! Brava tesoro! - disse euforica. - Il mio bel genietto! - le risposi con un sorriso ma questo le bastò per capire il mio stato d'animo interiore.
- Amore lo so che per te non deve essere semplice affrontare tutta questa situazione. Non dovresti neanche saperlo ma sappi che ci ho provato in tutti i modi a ridurti la punizione. Purtroppo però papà è ancora sotto shock per tutta quella vicenda... dagli del tempo, vedrai che tornerà il solito papà amorevole di sempre.
- Grazie mamma... e scusa se non sono stata la figlia perfetta neanche con te in questi giorni.
-  Scuse accettate! Vai a posare le tue cose adesso, tra poco tuo padre sarà qui con tua sorella!
Il tempo di salire in camera, posare lo zaino, e scendere nuovamente al piano di sotto che erano già li. Mi fiondai su mia sorella con tanta di quella forza che per poco non cademmo entrambe per terra. Mi era mancata terribilmente, con lei a casa tutto era diverso... anche le litigate con i nostri genitori erano più semplici da gestire. Era la mia spalla destra, il mio punto di forza... averla a casa per qualche giorno mi avrebbe di sicuro aiutato a non impazzire.
- Eccola la mia sorellina preferita! Mi sei mancata scimmietta! - mi disse stringendomi a se.
- Menomale che sei tornata! - risposi intenzionata a non mollare la presa. 
- Che c’è, non merito neanche più il tuo saluto adesso? - ci interruppe papà mostrandosi come al suo solito puntiglioso nei miei confronti. 
- Ciao papà! - risposi seria ma senza troppo entusiasmo.
- Ciao anche a te Chloe! - usò il mio stesso tono formale cosa che non ha mai fatto se non in questo periodo
- Mmh... interessante!  Vedo che le cose procedono alla grande qui! - disse mia sorella ironicamente guardando la mamma
- Non puoi neanche immaginare quanto! - alzò gli occhi per aria 
- Ho come la vaga impressione che lo scoprirò! 
- Già! - risero entrambe - Tutti a tavola adesso, è pronto!
 Durante tutto il pranzo i miei si dedicarono completamente a mia sorella, non la vedevano da un mesetto all'incira e ora erano li a tartassarla di domande. "Poverina" pensai ma non feci nulla per andare in suo soccorso, il suo interrogatorio mi serviva per prendere tempo e inventare una buona scusa per convincere i miei genitori a farmi uscire di casa per andare alla riunione. Non avevo detto nulla loro nei giorni addietro e quindi ora ero preoccupata che non mi dessero il consenso di andare.
- Mamma dovrei dirti una cosa... anche a te papà! Oggi pomeriggio alle 15:00 si terrà a scuola una'assemblea extra per stabilire tutti i dettagli del ballo di fine anno. Posso andare?
- Un'assemblea? - disse papà - Dopo l'orario scolastico e senza una comunicazione scritta? - ecco qua. Il danno era fatto. 
- Ce l'ho la comunicazione scritta ma ho portato a casa solo i libri che mi servono per i compiti di lunedi, il diario l'ho lasciato nell'armadietto. Non pensavo fosse così importante. - mentii
- Lo è eccome invece. Mi dispiace ma senza comunicazione non andrai da nessuna parte . Chi mi assicura che sia la verità  quella che mi stai dicendo e non l'ennesima balla che ci rifili? 
- Killian... è solo un'assemblea. - intervenne mia madre -  Ci porterà la comunicazione questa sera al suo rientro, non credo faccia la differenza prima o dopo.  - aiaaaa... e adesso? Non avevo nessuna comunicazione scritta nel diario essendo un'assemblea stabilita dai rappresentanti dell'istituto e non dai professori e non avrei potuto neanche crearla con la magia perchè mia madre se ne sarebbe accorta immediatamente. Ero nei guai. 
- Scusate, non voglio intromettermi ma se è un semplice pezzo di carta il problema posso aiutarvi io. Devo vedermi con Gideon tra poco, se per voi va bene posso accompagnare io Chloe a scuola e con la scusa di salutare i miei vecchi professori potrei informarmi della veridicià di questa cosa. Se non è in programma nessuna assemblea riporterò questa signorina immediatamente a casa. - Ho un genio di sorella! Vidi papà guardare Leila con uno sguardo che la diceva lunga, era intenzionato a dire di no anche a lei ma lei, prima che lui potesse dire qualcosa lo anticipò.  - Non sono più una bambina papà, vivo da sola adesso e so cosa sia giusto fare e cosa no. - lo vidi pensarci seriamente su.
- Voi due assieme siete un'associazione a delinquere... non è che mi fidi poi tanto. - ammise
- Mi mandi al college, a km di distanza e non ti fidi di me? Hai paura che nel caso fosse una bugia la copra? Sbagli papà. So perchè è finita in punizione e sono assolutamente d'accordo con voi. Non ho nessuna intenzione di coprirla. - Poco importava se non voleva coprirmi, un'assemblea c'era sul serio a scuola, il chiedere non avrebbe fatto altro che avvalorare la mia credibilità. 
- D'accordo allora ma non deludermi. 
- Non lo farò!
Finimmo di pranzare dopodichè mi diedi una sistemata veloce e insieme a Leila ci recammo verso scuola. Arrivati davanti ai cancelli notammo che c'era già gran parte dell'istituto li e questo portò Leila a credemi all'istante. 
- Sapevo che non saresti stata così stupida da mentire ancora. - disse sorridendo. - Non ci sarà neanche bisogno che entri a controllare. - guardò l'orologio - Accidenti sono anche in ritardo. Dimmi...a che ora finisce quest'assemblea? 
- Alle 18:00. - risposi con sincerità.
- Ok  ma visto il fatto che sono la sorella più figa di questo mondo, che tu non hai mentito  e che non sopporto di vederti così giù di morale, verrò a prenderti per le 18:45 così potrai startene un po' in pace con il tuo lui. 
- Da.. davveroooooo?????? Sei un maledetto genio sorellina ti voglio un bene dell'anima! - mi fiondai su di lei per abbracciarla. 
- Eiii eiii! Frena l'entusiasmo. - disse ridendo per poi tornare subito seria. - Non farmi pentire di questa decisione Chloe ok? Non fare niente di stupido mi sono spiegata? Prendetevi una cioccolata da qualche parte, fatevi una passeggiata ma non appartatevi per nessun motivo. Se vengo a scoprire una cosa del genere mi arrabbierò seriamente e saranno grossi guai per te.
- D'accordo farò la brava! - l'abbracciai ancora una volta dopodichè uscii dall'auto. Mi sentii subito un vero schifo... le stavo mentendo e lei non lo meritava affatto. Era l'unica che si è dimostrata sempre al mio fianco e dopo quella prova di fiducia non mi sentii per nulla a mio agio a sapere di avergli mentito così spudoratamente. Tornai decisa sui miei passi e prima che potesse rimettere a moto ecco che rientrai in auto. 
- E ora che c'è! - esclamò vedendomi tornare indietro - Hai bisogno di soldi?
- No, io devo... si beh ecco devo dirti una cosa importante. - cercai di evitare il suo sguardo. Sapevo già che si sarebbe alterata.
- Dimmi ma ti conviene sbrigarti, stanno entrando tutti in aula... farai tardi.
- E' proprio questo il punto! Io... io non sto andando all'assemblea. - confessai d'un fiato facendola rimanere di sasso.
- Come scusa?
- Hai capito! L'assemblea non è obbligatoria da seguire ma a me serviva come alibi per poter uscire di casa almeno per qualche ora! So che avrei dovuto dirtelo ma...
- E sentiamo Chloe, visto che siamo in vena di confidenze, dove staresti andando e'? E sopratutto: con chi? - conosceva già la risposta, potevo vederlo dai suoi occhi che aveva intuito giusto.
- Con... con Erik. - il suo sguardo divenne duro - No no no aspetta è che...
- Sul serio Chloe? Mi hai incastrata nel tuo piano malefico? E' incredibile! Dovrei riportarti a casa per i capelli lo sai si? - mise subito in moto il maggiolino.
- No no no aspetta per favore! - la supplicai - Non vedo Erik da quasi una settimana, non ho nessun mezzo a casa per potermi mettere in contatto con lui... o con chiunque altro. Ho bisogno di vederlo Leila! Ti prego! Se mi coprirai questo pomeriggio prometto di non mentirti mai più per tutto il resto della mia vita! Per favore sorellina...fallo per me.  Io devo assolutamente vederlo o potrei impazzire!
- Non mi piace che tu mi menta Chloe, lo sai. Da quando sono andata via è come se ti fossi trasformata. Dov'è finita mia sorella? La ragazza solare e sincera che tutti conoscono dove diavolo è andata a finire? Ultimamente sei una macchina di bugie incontrollabile lasciatelo dire e non è assolutamente un bene. Fa bene papà a tenerti reclusa in casa. 
- NO, NON FA BENE! - mi alterai - E' COLPA SUA! E' SOLAMENTE COLPA SUA SE NON FACCIO ALTRO CHE MENTIRE. Se mi lasciasse uscire qualche volta, se solo mi facesse chiamare i miei amici sono sicura che non direi tutte queste balle!
- Lo ammetti quindi che stai sbagliando... - mi fece notare - Perchè lo stai facendo è?
- PERCHE' MI SENTO SOLA CAZZO! -esplosi tirando finalmente fuori quello che sentivo. - Scusa... non volevo risponderti male. 
 La vidi restare in silenzio per qualche minuto. "Brutto segno" pensai. Fortunatamente mi sbagliavo - Tze... so già che me ne pentirò! - guardò l'orologio -  Sono le 15:00, ti vengo a prendere alle 17:30 in punto, non un minuto più tardi. Fatti trovare qui e possibilmente da sola ok?
- Davvero???? Leila dici sul serio? - annuì rassegnata - Grazie grazie grazie sorellina, sei la migliore! - l'abbracciai con quanta più forza avessi in corpo. - Sarò puntualissima te lo prometto!
- Testa sulle spalle mi raccomando, sii responsabile... non farmi pentire di averti dato fiducia.
- Puoi stare tranquilla sorellina, non te ne pentirai! Staremo da Granny insieme a due nostri amici. 
- Da Grannyyyyy??? Un locale meno frequentato dalla nostra famiglia no? O signore! Tu sei una kamikaze lasciatelo dire... se ti beccano sarà la tua fine lo sai vero? E la mia... Forse dovrei riportarti sul serio a cas...
- No no no ti prego! Fidati di me, non mi farò beccare! E poi papà sta andando a  lavoro e mamma è con Liam a cercare di farlo studiare. Non lo verranno mai a sapere. 
sospirò - Esci da questa macchina prima che cambi idea! - le sorrisi felice - Avanti che stai aspettando? Sparisci. 
La ringraziai ancora una volta dopodichè uscii e andai ad aspettare Erik nel nostro rifugio segreto. Non dovetti aspettare neanche un minuto... quando arrivai lui era già li.
- Pensavo che non scendessi più da quella macchina! - disse ironico.
- Amore mioooooo! - corsi direttamente tra le sue braccia incurante di aver indossato una gonna. - Non ti azzardare mai più a lasciarmi da sola tutti questi giorni senza avvisarmi! - lo ammonii - Potevi dirmelo che ti saresti assentato per tutto questo tempo, avrei evitato di preoccuparmi.
- Lasciamo stare questo argomento! Ho vissuto quattro giorni infernali. - alzò gli occhi al cielo - In pratica mi ha chiamato mia madre dicendomi di correre immediatamente a casa, doveva parlarmi di una questione urgente. Mi sono preoccupato, mamma non è mai così agitata e sono partito lo stesso giorno. Pensavo che qualcuno avesse attaccato il castello, che tentassero di invadere Arendelle e invece? No davvero lascia stare... meglio se non te lo dico... è alquanto imbarazzante come cosa. 
- Dimmelo avanti! Sono o non sono la tua fidanzata? Devi dirmi tutto. - lo baciai.
- Al mio arrivo al castello sono stato accolto direttamente dai miei genitori. Erano lividi dalla rabbia Chloe... tu non puoi capire quanto. Tuo padre gli ha raccontanto cos'ha visto quel giorno in casa vostra e loro mi hanno fatto una ramanzina infina. Devi credermi amore, è stata la cosa più imbarazzante mai provata in vita mia. Siamo stati più di un'ora a parlare di rapporti protetti, sesso sicuro... di quanto io sia giovane per andarmene in giro a "giocherellare" con le ragazzine... tutto questo per poi dirmi cosa? Per venire alla conclusione che semmai dovessero venire a conoscenza che ancora ti frequento smetteranno di pagarmi gli studi qui a storybrooke e dovrò tornarmene ad Arendelle per sempre. 
- Ma... ma questo non è giusto! - mi lamentai. 
- E senti questa: per punizione per aver mancato di rispetto ad una ragazza... o meglio, alla principessina della foresta incantata e a tutta la sua rispettabilissima famiglia,  quest'estate presterò servizio presso corte di Arendelle. Sarò uno dei cavallieri che scorterà e difenderà mia zia Elsa durante i suoi viaggi. Farò parte della loro accademia militare. 
- Mah... ma sono impazziti? Ma sanno quant'è pericoloso? Potrebbero farti del male.. ucciderti addirittura! - non potevo credere alle mie orecchie. 
- Hanno detto che solo in questo modo imparerò a vivere... e poi tanto sarebbe successo al compimento dei miei 18 anni quindi a quanto pare qualche anno prima per loro non fa differenza. 
- No! Assolutamente no! Io non voglio che tu te ne vada in giro a rischiare la vita per una reginetta da quattro soldi! Mi dispiace che sia tua zia ma se non è intervenuta per difenderti allora per me non merita nessun rispetto. - non riuscii a controllare le lacrime e nel giro di poco iniziai a piangere.
- Amore... amore dai non fare così! - mi strinse a se - Accidenti! Lo sapevo che non  dovevo dirti nulla. 
- Non ho nessuna intenzione di rinunciare a te sia ben chiaro! - esclamai continuando a singhiozzare. 
- La stessa cosa vale per me amore... non rinuncerò mai a te! Ti ho fatto la corte per tutta una vita, ti ho vista fidanzarti con i peggio soggetti esistenti sulla faccia della terra e io li impassibile... ora che sei finalmente mia non ti lascerò di certo andare perchè i nostri geniori non vogliono vederci insieme. Vivremo la nostra storia di nascosto, come in pratica stavamo già facendo, con l'unica differenza che eviteremo sia casa mia che casa tua.
- In pratica saremo come Romeo e Giulietta! - semplificai il tutto.
- Beh... spero che la nostra storia non finisca come la loro ma per quanto riguarda il fatto dei due amanti segreti beh allora si... siamo i nuovi romeo e Giulietta.  - mi baciò - Ora sorridi però... non voglio più vederti piangere. - mi strinse ancora un po a se - I nostri amici ci staranno già aspettando da Granny che ne dici: vogliamo andare? 
Asciugai le lacrime e ancora scioccata per quello che avevo appena sentito mi incamminai verso la tavola calda. I nostri amici come avevamo immaginato erano già li al tavolo ad aspettarci. Li raggiungemmo, ci scusammo per il clamoroso ritardo ed in fine ordinammo. Non c'era Granny quel giorno fortunatamente, a prendere le ordinazioni venne zia Ruby e quella fu davvero una manna dal cielo, non sapevo se Granny sarebbe riuscita a non farsi scappare nulla con i miei sulla mia presenza li, con zia Ruby avrei potuto dormire su sette cuscini. 
- Ma guarda guarda chi si vede... - disse lanciandomi uno sguardo d'intesa - Ti pensavo a casa ad annoiarti sai?
- c'è appena stata un'assemblea a scuola, è finita prima del previsto così abbiamo pensato di venire qui e sgranocchiare qualcosina prima che ci vengano a prendere... zia Ruby per favore potresti...
- Non dire niente ai tuoi? Mmh... fammici pensare - E va bene, tranquilla non dirò nulla, ma solo se ve ne starete qui buoni buoni ok?
- Grazie mille ziaaaa! 
- Sono stata giovincella anche io.  - sorrise  - Allora... ordinate? - avevamo una fame da lupi tanto che tutto il cibo che ci venne recapitato finì nei nostri stomaci nel giro di dieci minuti. Chiacchierammo un po, io e Sarah spettecolammo sulle nuove coppiette nate a scuola criticandone molte mentre Erik e Mark parlarono per tutto il tempo di videogiochi e console, dopodichè tutti e quattro insieme mettemmo in atto il piano del secolo: come ottenere una camera senza destare sospetti. Non fu un'impresa facile ma alla fine l'idea geniale arrivò: Mark era il più grandicello nel nostro gruppo e sarebbe stato proprio lui a portare avanti il nostro diabolico piano.  Aveva un anno in più a noi ma sembrava decisamente più grande della sua età; optammo per materializzare, tramite magia, un documento di identità falso cosicchè se zia Ruby avesse fatto storie, nel dargli una camera, lui avrebbe potuto controbattere mostrando il suo documento. Io ed Erik salutammo la zia e come concordammo facemmo finta di andare via,  Mark e sarah invece restarono all'interno del locale... uscirono quaranta minuti dopo. 
- Eccovi finalmente, come mai ci avete messo tutto questo tempo? - chiese Erik una volta che ci ebbero raggiunto.
- Non c'era verso di convincerla quella li... - alzò gli occhi per aria.
- Non gli hai mostrato il documento? - chiesi a quel punto io. Come poteva non accettare la prenotazione di un maggiorenne? 
- Certo ma ha iniziato a fare storie sul fatto che lei a differenza mia fosse minorenne, che non era una cosa moralmente corretta ecc ecc ecc... 
- Si si si ok, poco importa quello che ha detto. Sei riuscito si o no però a prendere la chiave?
- Certo Erik, ma per chi mi hai preso! Ho dovuto semplicemente  prometterle che prima di tornare qui avrei  riportato Sarah a casa - scrollò le spalle - Ecco a voi la chiave, mi raccomando... fate i bravi. - vidi i due ragazzi lanciarsi uno sguardo d'intesa dopodichè ci salutammo, loro tornarono realmente a casa mentre io e Erik ci diriggemmo, sempre con la magia, nella stanza appena prenotata. 
- Eccoci qui... - esordì lui per rompere il ghiaccio, eravamo entrati da solo due minuti ma io ancora non avevo proferito parola, ero agitata... mi sentivo strana. -Vuoi rimanere con il cappotto per tutto il giorno o hai intenzione di togliertelo? - mi prese in giro vedendomi ancora in piedi vicino alla porta con nessuna intenzione di muovermi. Si avvicinò a me sorridendo - Che c'è? Non ti mangio mica - mi baciò  per poi togliermi il cappotto e gettarlo a terra senza nessuna accortezza. - Chloe amore rilassati... non voglio fare nulla che tu non voglia. - Sorrise. - Abanti, andiamo a sederci. - mi prese per mano e gentilmente mi accompagnò verso il grande letto della stanza. Ci abbracciammo e restammo li, in quella posizione per un tempo indefinito. Mi bastò quel contatto a farmi riprendere dallo stato di incertezza iniziale, perchè mai avevo avuto timore? Ero con il mio amore, da soli e lontano da occhi iniscreti... cosa mai potevo volere di più? Mi maledii mentalmente per essere stata così stupida e iniziai a recuperare il tempo perso dandogli dei teneri baci sul collo... lo sentii sorridere. - Vedo che ti sei ripresa, molto bene ma credo che dovremmo rimandare queste piacevoli coccole per dopo: ho una cosa per te. - disse allontanandosi un pochino per poi guardarmi negli occhi.
- E' la sorpresa di cui mi parlavi? - annuì - Ok. ma me la dai dopo. Ora voglio continuare a baciarti... - sorrisi cercando di riprendere da dove avevo interrotto ma senza successo.
- Ferma ferma ferma... non così in fretta. - disse per poi gardarmi negli occhi - Ma come... un attimo fa eri quasi terrorizzata all'idea di stare qui e ora? 
- Non ero terrorizzata per te... adoro passare del tempo in tua compagnia, è tutto il complesso che mi destabilizza e non mi fa essere sicura di niente: il dover tenere segreta questa cosa, l'incessante mentire per poterti vedere... non per ultimo quello che mi hai detto prima: io non voglio che tu finisca in una specie di accademia militare per colpa mia. - in effetti un po' agitata per essere li da sola con lui lo ero veramente ma anche tutto quello che gli avevo appena raccontato non era da meno. 
- Non mi importa nulla di finire in un'accademi militare se in compenso posso avere te al mio fianco e per quanto riguarda il tenere nascosta questa cosa ti ricordo che sei stata tu a volerla tenere segreta: io lo griderei ai quattro venti che sei la mia ragazza e non ho di certo paura di affrontare tuo padre.
- Se papà avesse la certezza della nostra relazione dubito che si accontenterebbe di vederti in un'accademia militare... lui...
- ehi... non sono venuto qui per parlare di tuo padre o di qualunque cosa non riguardi noi due... voglio passare del tempo in tua compania senza pensare al resto. Ci siamo solo io e te qui dentro, per un paio d'ore cerchiamo di tenere il mondo fuori da qui ok? - annuii per poi prenderlo per la camicia e baciarlo con foga. Rispose immediatamente e nel giro di poco ci ritrovammo sdraiati su quel gigantesco letto ad accarezzarci e a sussurrarci smancerie.  - Aspetta un attimo... - mi bloccò ancora una volta mentre cercavo di sbottonargli la camicia. - Non adesso e non così!
- Mah... 
- Non ti ho portata qui per fare questo... - alzai un sopracciglio guardandolo scettica - Si ok va bene, inizialmente avevo in programma anche questo ma poi ho cambiato idea!
- Come sarebbe a dire che hai cambiato idea? Non sarà per prima vero? Se è perchè prima mi hai vista insicura te lo ripeto non era per..
- Si si tranquilla, l'ho capito questo e mi fa estremamente piacere che tu non abbia timore all'idea di stare, in tutti i sensi, con me... solo che pensandoci bene non mi sembra una buona idea, dopo la nostra prima volta, ripetere la cosa qui... in una specie di motel trasandato. Meriti il meglio del meglio e questo non lo è decisamente. 
- Non mi importa dove succede... mi importa solo che succeda -sorrisi perdendomi nei suoi meravigliosi occhi.
- Fammi fare le cose per bene per una volta ok? Fidati di me, non te ne pentirai.
- Sei un guastafeste ecco cosa sei... - mi imbronciai facendolo scoppiare a ridere. - Non c'è nulla da ridere, forza avanti, dammi il regalo.
- Regalo? Devo darti una cosa è vero ma chi ti dice che sia un regalo... potrebbe anche essere una sorpresa poco piacevole. - rise 
- Poche chiacchiere guastafeste... voglio il mio regalo! 
- E va bene - si alzò per prendere qualcosa dal suo zaino - Questo è per te, fanne buon uso e non farti sgamare dai tuoi mi raccomando... - mi porse un pacchetto regalo che immediatamente mi prestai ad aprire. Non potevo credere ai miei occhi, il mio fidanzato mi aveva appena regalato un nuovo cellulare
- E...Erik...  io...- ero senza parole.
- Così non vedrò più quel faccino triste perchè ti senti sola. Potremo sentirci ogni volta che vorrai e potrai tornare a spettegolare con le tue amiche. Ho già dato loro il nuovo numero...
-io... io non so cosa dire...
- Dimmi solo se sorno riuscito a renderti almeno un pochino felice.
- Un pochino.... Erik mi hai regalato la libertà! - mi  avventai sulle sue labbra - grazie tesoroooo. Grazie grazie grazie.
- Adoro vederti sorridere. Mi piacerebbe vederti sempre così!
- Non so allora quando mi ci rivedrai... sono felice quando sei con me e dubito fortemente che riusciremo a passare un'altra giornata come questa molto presto. Mio padre non ha nessuna intenzione di revocarmi la punizione e ora si è messo in testa che devo stare lontano da te anche in gita! uff... ma che avrò fatto di male nella mia vita per meritarmi una cosa simile? Non ne posso più... odio stare a casa con quel clima di tensione... non mi sento piu neanche a casa mia. Quando c'era mia sorella era tutto più semplice, lei sapeva sempre trovare il modo adatto per farmi uscire dai pasticci... da sola invece non riesco a combinare nulla, se non trovo un'argomentazione adatta da affrontare per rimediare a tutta questa stramba situazione credo proprio che rimarrò segregata in casa per tutto il resto della mia vita.
- Ho un'idea... e se parlassi io con tuo padre? - disse come fosse la cosa più normale di quesrto mondo. Era forse impazzito?
- Scherzi vero? Assolutamente no, è fuori questione! Ti massacrerebbe seduta stante e non voglio. 
- Non penserai davvero che tuo padre possa farmi del male vero? - oooh certo che potrebbe fartene - Chloe lo dice per intimidirti tesoro, non mi farebbe mai nulla tranquilla. 
- Non conosci mio padre allora. 
- Laciami provare ok? fidati di me! Mi scuserò per quello che è successo in passato e visto che ci sono proverò a sondare il terreno per la questione gita. Dovrebbe apprezzare lo sforzo non credi?
- Credo sia più che altro un suicidio... - in effetti lo era.
- Correrò il rischio, per te varrebbe la pena anche essere decapitati - mi baciò. - Proviamoci, mal che vada la situazione resterà invariata ma almeno non avremo il rimpianto di non aver tentato.
- Va bene ma una cosa è certa, o con le buone o con le cattive io verrò in gita con te. Ormai ho deciso, devo solo trovare un buon piano! - dissi convinta. vidi il suo sguardo passare dal serio al malizioso.
- mmmh a si? E sentiamo tesoro, come mai vorresti venire a tutti i costi in gita con me? 
- Per controllarti mi sembra ovvio... ci sono 4 o 5 soggetti che non hanno ancora capito che sei mio. Devo marcare il territorio. - dissi giocando con i bottoni della sua camicia.
- Ah si... e io che pensavo che volevi far qualcosa di speciale e divertente con me! - mi prese in giro per poi iniziare a farmi il solletico. iniziai a ridere a più non posso, mi mancava il fiato ma sarei voluta rimanere li a godere del suo tocco per sempre. Ero immersa in una gigantesca bolla di sapone, eravamo solo io e lui finchè, d'untratto, qualcuno si materializzò nella stanza scoppiando la mia bolla di felicità.
- Ma bene... molto bene! Devo ricordarmi di non darti più fiducia la prossima volta! - Era Leila... cosa ci faceva mia sorella li?
- LEILA! - esclamai sorpresa - Che... che ci fai qui?
- Sono venuta a cercarti non ti sembra ovvio! Ti avevo detto di essere puntuale ma a quanto pare hai avuto di meglio da fare piuttosto che guardare l'orolgio! - rispose. 
- E sei venuta a cercarmi con la magia? Non potevi semplicemente aspettarmi in macchina? 
- Non hai il cellulare con te, hai oltre 40 minuti di ritardo e secondo te io me ne dovevo stare buona buona in macchina ad aspettare i tuoi comodi? - Accidenti, non mi ero resa conto che fossi così in ritardo - Mi ero raccomandata Chloe! Ti avevo detto di rimanere in pubblico e invece? Ti ritrovo addirittura in una camera da letto di una squallidissima tavola calda?  - sembrava davvero arrabbiata.
- No, no e ancora no! So quello che stai pensando ma non è così! Giuro che non abbiamo fatto nulla!
- Ah si? Certo che sono proprio una malfidata allora... come avrò  mai potuto fraintendere? - mi indicò la camicia di Erik tutta sgualcita e sbottonata. - Tze.. Ti ho dato fiducia Chloe e tu mi ripaghi così? Beh... credo proprio che dopo questo affronto sia giunto il momento di una bella chiacchierata con mamma e papà!  
- COSAAAA!!!! NO NO NO LEILA TI PREGOOOO! Te lo giuro su quello che ho di piu caro che non è successo nulla di quello che pensi in questa stanza... 
- E dovrei crederti ancora una volta nonostante continui a mentirmi spudoratamente?
- Dice la verità - si intromise Erik. - L'ho portata qui per stare un po da soli, non la vedo da una vita e volevo passare del tempo con lei senza che nessuno ci disturbasse. Non ti nego che un pensierino poco casto ha sfiorato la mia mente, ma mi sono mantenuto a debita distanza te lo giuro. Come hai detto anche  tu questa è una squallidissima camera di una tavola calda... 
- Fila dritta in macchina!  - ordinò senza neanche degnarlo di una risposta -E tu, vedi quello che devi fare... ti tengo d'occhio. - mi prese per un braccio pronta a trascinarmi al piano di sotto ma Erik la fermò. 
- Leila aspetta! - la fece voltare nella sua direzione. - Lo stavo dicendo anche a Chloe, avrei il piacere di parlare con vostro padre per scusarmi del mio comportamento. Non è che potreste rincasare un po piu tardi questa sera? Sono sicuro che se Chloe fosse in casa non mi farebbe neanche avvicinare al vialetto.
- Avresti piacere a parlare con nostro padre... hai piacere a farti ammazzare vorrai dire? - rise sarcastica. - Non ti meriteresti nessun tipo di favore visto come ti stai comportando anche tu sai? Ma credo proprio che per questa volta chiuderò un occhio.
 - Grazie Leila! 
- Non lo faccio per te, sono curiosa di sapere come e se te la caverai. Buona fortuna principino. - con quelle ultime parole, senza aver avuto modo di salutarlo, fui trascinata per un braccio fino alla nostra macchina. Leila chiamò mamma dicendole che tardavamo qualche minito perchè avevamo incontrato una sua vecchia amica del liceo dopodichè mise a moto e ci mettemmo a vagare per tutta storybrooke senza una meta ben precisa. Fu il viaggio piu silenzioso di sempre, non avevo mai visto mia sorella così livida in viso... era arrabbiata con me e questo mi destabilizzava. 
- Io... - provai ad iniziare un discorso, quel silenzio mi stava davvero uccidendo.
- Non voglio ascoltarti. - rispose cercando di rimanere calma. Potevo vedere benissimo le sue mani stringere il volante con troppa forza, si stava trattenendo.
- Mi... mi dispiace ok? Io non volevo men... - frenò bruscamente l'auto per poi guardarmi dritta negli occhi.
- NON VOLEVI COSA E'? NON VOLEVI MENTIRMI? BEH... LO HAI FATTO SORELLINA E NON E' STATA PER NIENTE UNA BELLA MOSSA!  
- Non sapevo che altro fare... ci eravamo messi d'accordo ormai; se gli dicevo di no sarei passata ai suoi occhi come la fifona di turno... - tentai di giustificarmi.
- Metre passare come una buguarda agli occhi della tua famiglia è decisamente meglio secondo te! - commentò
- No però...
- PERO' CHE COSA? 
- Non gridare così... 
- NON GRIDOOOO??? RINGRAZIA LA TUA BUONA STELLA CHE SONO QUI A GRIDARE! DOVREI PRENDERTI SERIAMENTE A SCHIAFFI ALTROCHE'.... 
- Ti ho chiesto scusa. 
- A COSA SERVE CHIEDERE SCUSA SE POI CONTINUI IMPERTERRITA A MENTIRE? - sospirò  - Io non so più cosa fare con te. Hai una sorella con cui puoi parlare di tutto, che si metterebbe nei guai lei stessa pur di vederti felice e tu che fai? Ripaghi la sua fiducia non dicendole la verità? 
- Se ti avessi detto che avevamo intenzione di prendere una stanza da Granny tu non mi avresti mai dato piu il consenso di uscire.
- Mi sembra ovvio! 
- Vedi? Come posso essere sincera con te se anche tu come i nostri genitori non fai altro che impedirmi di vivere? Io mi sono sentita veramente un verme ad averti mentito ma non ho potuto fare altrimenti. 
- Impedirti di vivere... tze incredibile, è questo che pensi? - abbassai lo sguardo - Scusa tanto se ci preoccupiamo per te e cerchiamo di impedirti di rovinarti la vita. - prese un respiro - Dici di essere matura ed intelligente ma a me così non sembra, anzi... ti stai comportando esattamente come una ragazzina immatura e in piena crisi ormonale. 
- Tutto questo solo perchè ho un ragazzo? - iniziai  ad alterarmi anche io -  Cioè spiegami... tu hai potuto portare a casa Gideon senza tanti problemi nonostante fosse un tipo poco affidabile e io non posso portare a casa una persona che i nostri genitori conoscono da tutta la vita? Mi sono davvero stufata di questa storia che a te è sempre tutto concesso.
- Non esagerare adesso! Tra me e te quella a cui è sempre stato concesso tutto sei proprio tu. Sei sempre stata la cocca di casa, servita e riverita in tutto ciò che chiedeva e desiderava. Scusa se te lo dico ma è una fortuna che finalmente mamma e papà si siano svegliati. Avevo sedici anni e mezzo quando ho portato Gideon a casa, quasi dieciassette a dire la verità e quel poveraccio si è dovuto guadagnare la loro fiducia faticando come non mai... no quello che dici tu. Erik al contrario aveva già la loro fiducia, beh... quella di mamma almeno, ma si è giocato tutte le sue chance nel momento esatto in cui ha deciso di provare a portarti a letto. 
- Ancora con questa storia? - dissi ormai esasperata, passi papà ma anche lei si ci metteva adesso?
- Cerca di essere onesta almeno per una volta ok? Sappiamo entrambe che è la verità.Per non parlare che io già so della sera del tuo compleanno.
- Ok è la verità, allora? -ammisi per la prima volta e senza vergogna - Non posso fare quello che voglio della mia vita e con il mio corpo?
- Secondo me tu non ti rendi minimamente conto di quello che stai facendo. Ti sei innamorata di Erik, ci sta e se ben ricordi sono stata la prima a gioire di questa cosa, ma c'e differenza tra viversi un amore giovanile e affrettare le cose fingendo di essere grande. 
- Io sono grande!
- No, non lo sei. Hai solo quindici anni. Dici che Liam è un bambino ma tu hai solo tre anni piu di lui, non sei di certo tanto più grande di lui.
- E quindi dovrei rinunciare ad Erik perchè secondo tutti voi sono una ragazzina stupida.
- Io non ho ancora capito se non capisci veramente o se fai finta di non capire. Io, al contrario di papà, non ho nessun problema ad accettare il fatto che tu abbia un fidanzato, dico solo che dovresti smetterla di vivere questa storia come se fossi una donna adulta. Ancora non lo sei. Dovreste uscire, andare al cinema, prendervi un pezzo di pizza inzieme e perchè no anche scambiarvi qualche effusione. E' giusto che voi facciate le vostre esperienze, solo  che dovreste fare quelle adatte alla vostra età.  Avere rapporti completi con lui adesso non ti porterà a nulla di buono. Non è un gioco Chloe e se non sei completamente responsabile potrebbe finire davvero molto molto male. Hai tutta una vita davanti, perchè devi rovinarti l'adolescenza e il futuro?
- Mi fai davvero così stupida? Non sono una sprovveduta Leila!  So come funziona, non devi di certo venirmi a fare la lezioncina. 
- Cerco solo di aiutarti. Non voglio che tu ti rovini la vita per un capriccio del momento. - è vero voleva aiutarmi, ma io non ne avevo assolutamente bisogno. 
- Apprezzo che tu voglia darmi una mano ma no, non ne ho biogno, so cavarmela benissimo da sola.
- Ah si? - annuii - Bene argomento chiuso! - disse ancora seria in viso. Ci eravamo confrontate è vero,  ma di solito dopo una discussione tra di noi tornava sempre il buon umore. Questa volta sentivo che non era così.
- Si mah... sei ancora arrabbiata con me vero? - domandai alquanto preoccupata.
- Che c'è hai paura che dica tutto a mamma e papà? Tranquilla non dirò nulla, come dici tu sei grande quindi sei abbastanza grande per dirglielo da sola. Non sono affari miei. 
- E allora che hai? Sei arrabbiata con me posso sentirlo.
- Non sono arrabbiata, ti conosco da una vita e lo so che sei una testa dura, ma mi dispiace che pensi che io voglia solo criticarti quando invece non è così. - ammise, l'avevo ferita. 
- Non volevo ci rimanessi male... lo so che lo fai per il mio bene e ti chiedo scusa se ti ho risposto in malo modo. - l'abbracciai e lei inaspettatamente ricambiò - ti dimostrerò di essere una ragazza matura in grado di prendere decisioni giuste, adatte alla sua età, senza mettersi nei guai ok? Non mi sentirai più dire "Leila ho bisogno del tuo aiuto", te lo prometto. 
- Voglio sperare che questo discorsetto ti sia servito sul serio allora. - sorrise. - Torniamo a casa dai, vediamo se il tuo amoruccio è sopravvissuto a papà.

POV EMMA
Ero in soggiorno, avevo da poco finito di riordinare il casino che Liam aveva combinato e decisi, per distrarmi un po, di accendere la tv e vedermi un bel film. Era una vita che non ne vedevo uno in santa pace, in casa mia ogni volta che si accende la tv c'è sempre qualcuno che deve comandare sul telecomando e con tre figli, quattro quando c'è anche Henry, fidatevi che è una vera impresa riuscire ad avere la priorità di scegliere cosa guardare. Quel pomeriggio avevo tutta l'intenzione di concedermi un paio d'ore tutte per me ma dovetti rinunciarci. Il tempo di scegliere il film e schiacciare play che ecco che il campanello di casa suonò.
- Vado io amore, rimani pure li! - mi disse Killian, il quale era da poco rientrato da lavoro, affacciandosi dalla cucina e raggiungendo la porta d'ingresso. Lo ringraziai mentalmente ma fui costretta comunque ad alzarmi qualche minuto dopo quando lo sentii inveire contro qualcuno.
- Che accidenti ci fai qui è? Non ti sono bastate le minacce della scorsa volta? Devo essere più esplicito per caso? - lo sentii dire
- Signor Jo...
- Non ti ho dato il permesso di parlare mi sembra, tornatene da dove sei venuto... non c'è niente per te qui. - stava per chiudere la porta e solo allora riuscii ad intravedere con chi ce l'avesse: Era Erik. Mi alzai dal divano e a passo sostenuto lo raggiunsi. 
- Killian tesoro non essere scortese... - esordii per poi rivolgermi al ragazzo. - Erik ciao, mi dispiace... Chloe non è in casa. - immaginavo che fosse li per lei.
- E anche se lo fosse tu non avresti di certo il permesso di vederla. - continuò da perfetto padre padrone. 
- Veramente non sono qui per Chloe ma per lei Signor Jones. Vorrei scambiare due chiacchiere con lei se non ha nulla in contrario. 
- Non ho nulla da dirti, ti ho già detto tutto e semmai non avessi recepito bene il concetto dovresti fartelo spiegare da tua madre: sono stato chiaro anche con lei.
- Ne sono a conoscenza signor Jones ma vede io vorrei avere modo di spiegarmi. - però... educato il ragazzo. Si vede proprio che è un principino. 
- Sei sordo o non ci arrivi? Non è poi così difficile da capire: non ho bisogno di parlare con te! So già quello che devi dirmi e la risposta è no! Devi stare il più lontano possibile da mia figlia, questa è l'unica cosa che per me ha importanza. Del resto non me ne importa nulla. - per la seconda voltà tentò di chiudergli la porta in faccia e per la seconda volta lo bloccai:
- Killian non essere scortese, è venuto fin qui per parlare con te, non vedo cosa ci sia di male nell'ascoltarlo.
- So già cosa vuole dirmi, è tutto fiato sprecato. Dovrebbe ringraziarmi... gli sto evitando di tornare a casa più umiliato che mai. - mi spiegò ma al contempo voleva spaventarlo. 
- Non dargli ascolto Erik, vieni accomodati; mio marito sarà ben lieto di ascoltarti. - gli sorrisi per poi fulminare Killian, che mi guardava contrariato, facendogli così capire che non ammettevo replice. Avrebbe ascoltato il ragazzo, che gli piacesse o no.
- Una cosa veloce però... ti voglio fuori di qui prima che mia figlia sia di ritorno. 
Feci accomodare il ragazzo sul divano del salottino principale mentre io e Killian ci allontanammo per qualche minuto, con la scusa di prendere qualcosa da mangiare, in cucina.
- Vedi che ti dico bene: non comportarti da cafone! - mi raccomandai.
- Non sono io quello che è nel torto. E' lui! Ha cercato di portarsi a letto mia, e sottolineo mia, figlia. Non puoi pensare che io me ne stia buono buono a farmi rimpizzare di balle.
- Non si sarà comportato nel migliore dei modi questo è vero ma adesso è qui e vuole parlare con te. E' un gesto che gli fa onore, sopratutto per un ragazzino dei giorni d'oggi.
- Vuole solo pavoneggiarsi Emma, non farti abbindolare.
- Sarà, ma devi ammetterlo: ha fegato il ragazzo. Tu non avresti mai avuto il coraggio di parlare con mio padre alle nostre prime uscite. - lo presi in giro colpendolo nell'orgoglio. 
- Non ne avevo bisogno... tu eri bella che maggiorenne! - rispose sulla difensiva... sapeva benissimo che avevo ragione.
- Maggiorenne o no comunque non avresti avuto coraggio quindi... - risi - Forza, torniamo di la, sentiamo cos'ha da dirci. - presi del the freddo, dei pasticcini e insieme a mio marito tornammo da Erik - Scusa l'attesa. Allora... cosa ti porta da queste parti?
- Credo che bene o male lo immaginiate già... vorrei parlare con voi della spiecievole situazione venuta a crearsi qualche tempo fa. Io...
- Tu non ti dovevi assolutamente permettere di toccare mia figlia brutto...
- Killian?!? Ne abbiamo già parlato... - lo ammonii - Lascialo parlare. Prego Erik, continua pure.
- Beh... io ci tenevo a scusarmi, in particolar modo con voi, per la mananza di rispetto che ho avuto nei vostri confronti e in quelli di vostra figlia. Non avrei dovuto agire in maniera così superficiale e poco consona. 
- Hai ragione, non avresti dovuto, ma questo non basta a pulirti la coscienza... non basta venire qui e scusarti dell'accaduto per farti perdonare, a chi vuoi darla a bere Erik. Lo so come siete fatti voi ragazzi... vi alleggerite la coscenza chiedendo scusa e poi, una volta abbassata la guardia, tornare all'attacco in maniera peggiore di prima. Non dovevi avvicinarti a mia figlia, hai oltrepassato ogni limite e questo gesto così plateale di scuse non ti servirà a nulla. - lui si che sapeva come terrorizzare un ragazzo. Mi ero tanto raccomandata eppure fu come se non lo avessi fatto. Era una fortuna che fossi li con loro, se fossero stati da soli di sicuro Killian non si sarebbe limitato alle parole. 
-  Io invece penso che è un gesto che ti fa onore questo. - intervenni - Non è da tutti venire in casa dei genitori della tua ragazza e chiedere loro scusa per un comportamento non propriamente maturo. 
- No no no signora Jones, ha frainteso! Io e Chloe non... beh ecco io e lei siamo solo amici, ottimi amici... lei non è la mia ragazza. 
- Andiamo... vuoi davvero farmi credere che tra di voi non ci sia nulla? Il fatto stesso che tu sia qui a scusarti delle tue e delle sue colpe ne è la prova vivente... 
- Glielo posso garantire signora Jones, tra me e sua figlia non c'è nulla se non una splendida amicizia. Lei non ha colpa di tutto questo gran casino... la colpa è solo ed esclusivamente mia. Ho agito da solo, è stato un mio momento di debolezza... lei non immaginava minimamente che... l'ho presa alla sprovvista e...
- e il bacio che ho visto scambiarvi il giorno del suo compleanno come me lo spieghi allora? Non dirmi che era solo un modo carino tra "amici" per augurarle buon compleanno - lo guardai come a dirgli "ricordati che quella sera vi ho beccato".
- Ecco, il bacio è un'altro punto su cui io e te dobbiamo discutere. - tornò all'attacco Killian - Nessuno ti ha dato il permesso di prendere e baciare mia figlia come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Lei è mia figlia, MIA...non so se ti è chiaro il concetto, tu non hai nessun diritto di avvicinarti a lei, figuriamoci baciarla. 
-  Ha ragione signor Jones ho sbagliato su molti fronti lo ammetto e sono qui ad assicurarle che questo non si ripeterà mai più. 
- Questo è poco ma sicuro. - rispose con fare ovvio
- Se la prenda con me se vuole, mi insulti, faccia quello che vuole, ma la prego non se la prenda con lei:  Chloe non ne ha colpa. La signra Jones forse non mi crederà ma quella che sto dicendo è la pura verità: vostra figlia non centra nulla con tutta questa storia, sono io l'unico e vero responsabile. Le tolga la punizione la prego, non la vede quanto è triste? Non è più lei ormai e io soffro nel vederla così. Non merita di essere punita per qualcosa che non ha commesso non le pare?
- Dimmi un po': credi che mi piaccia tenere in punizione mia figlia? 
- io...
- Ti rispondo subito: no! no che non mi piace, ma non posso fare altrimenti. E' l'unico modo per tenerla al sicuro e lontano da persone come te che non sono in grado di tenerselo nei pantaloni. 
- KILLIANNN!!!!! -  intervenni scandalizzata dalla sua affermazione.
- Emma è la verità e mi sono stufato di girarci attorno ok? Stava approfittando della mia bambina, una ragazzina innocente, non merita nessun tipo di comprensione perchè non riesci a capirlo è?  Sono sicuro che Chloe non aveva la minima idea di cosa avesse in serbo per lei questo pervertito, si è ingenuamente fidata di quello che pensava fosse un suo amico... tze amico, l'unico scopo che aveva questo qui era quello di strapparle l'innocenza. 
- Io penso che tu stia esagerando con Erik e stia sottovalutando tua figlia. Chloe avrà anche 15 anni ma non è stupida... sapeva benissimo quello a cui stava andando in contro. E' stata una fortuna che tu sia arrivato per tempo, sono assolutamente daccordo con te su questo, ma non puoi mortificare questo ragazzo per colpe e decisioni che non ha preso da solo!
- Ma certo che le ha prese da solo, l'ha anche ammesso poco fa! - beata innocenza mio caro Killian... ma forse è meglio così, se capisse che la sua piccola bambina non è poi tanto innocente come pensa, non credo che riuscirebbe più a dormire sonni tranquilli la notte. 
- Signora Jones suo marito ha ragione è per questo che sono qui, in primis voglio scusarmi, come ho già detto inizialmente, per il mio comportamento poco maturo e in secondo luogo sono qui per chiedere a lei e a suo marito di chiudere un occhio e toglierla dalla punizione o quanto meno allegerirgliela un pochino. Non sono nessuno per pretendere questa cosa ma essendo responsabile di tutto questo casino mi sento in dovere di provare a rimediare.
- Tu provi dei sentimenti per lei non è vero? - domandai a bruciapelo facendolo arrossire visibilmente.
- Io... no... lei per me è... - era un vero spasso vederlo così impacciaro. Ahhh l'amore... 
- Guarda che puoi dirlo! - sorrisi
- A me lei piace molto, ma purtoppo non ricambia i miei sentimenti... per lei sono semplicemente l'amico Erik.  - scrollò le spalle con fare dispiaciuto. Era una chiara e palese bugia ma evitai di farlo notare a Killian o non ne saremmo davvero mai venuti a capo. Avrei fatto un discorsetto con la mia bambina non appena ce ne sarebbe stata occasione. 
- Mia figlia è molto intelligente! - rispose Killian sollevato pensando fosse vero ciò che Erik diceva. Hai ragione Killian, Chloe è intelligente... o almeno è di sicuro più intelligente di te. - Ma nonostante ciò non credo che le toglierò la punizione per adesso, tra qualche tempo le permetterò nuovamente di vedere le sue amiche ma guai a te se ti vedrò anche solo mezza volta accanto a lei. 
- Sono anche io un suo ami.... 
- Prova ad avvicinarti  anche solo per sbaglio a lei e verrai infilzato dal mio uncino. - Lo minacciò - Lo vedi quanto è appuntito? Posso assicurarti che fa davvero male quindi attento a te. 
- Ha la mia parola signor Jones! - disse seriamente impaurito. Killian aveva colpito nel segno ma questo non bastò per impedire al ragazzo di fargli un'ultima proposta.  - Posso almeno chiederle di rivalutare l'idea della gita separati? - Killian si alzò in piedi e si avvicino di qualche passo verso il ragazzo che improvvisamente iniziò a tremare - Non è per me glielo giuro è solo che noi della classe vorremmo....
- VUOI ESSERE INFILZATO ADESSO PER CASOOOOOOO? - gli urlò a due centrimetri dal viso mostrandogli l'oggetto appuntito. Non riuscii ad intervenire tempestivamente per evitare il tutto ma prima che Killian potesse fare qualsiasi altra cosa Erik era già fuggito  a gambe levate. Lo aveva seriamente spaventato a morte.
- Sei forze impazzito? E' quasi morto di paura! - gli feci notare
- Ben gli sta! - rispose soddisfatto. 
- E' solamente un ragazzino Killian!
- Non sono stupido! Guarda che non avevo nessuna intenzione di infilzarlo sul serio. - ammise - Ma almeno adesso starò più tranquillo: non credo che dopo lo spavento che si è preso abbia ancora così tanta voglia di frequentare la mia bambina. 
Lasciai cadere l'argomento li tanto sarebbe stato inutile continuare a parlarne e tornai al mio meritato momento di riposo. Mi accomodai sul divano e sperando che nessuno venisse a disturbarmi iniziai a vedere il film che avevo scelto poco prima dell'arrivo di Erik. Incredibile ma vero, riuscii a gustarmi tutto il film senza essere interrotta neanche una volta. Un vero e proprio miracolo. Una cosa sola mi era mancata per rendere il momento perfetto: le coccole di mio marito. Corsi nella stanza accanto per reclamare qualche sua attenzione ma lo vidi distratto, pensieroso. Di sicuro stava ancora pensando al piccolo scontro avvenuto poco prima. Killian. KIllian, Killian... ma che bisogna fare con te è? Lo lasciai ai suoi pensieri nella speranza che presto sarebbe tornato in se ma niente da fare, nelle ore successive la cosa non accennò a migliorare... anzi, lo vidi sempre più strano. Si mise fuori il nostro porticato a leggere un manuale nautico e non si mosse da li per l'intera giornata. Provai a parlargli facendo finta di aver bisogno di aiuto in alcune faccende domestiche ma niente... rispondeva a malapena alla mia domanda dopodichè tornava a far finta di leggere, perchè ne ero più che sicura che stesse semplicemente facendo finta. Lo conoscevo fin troppo bene quel testone, non era in se... qualcosa lo turbava. Cercai di non fargli pressioni e non dirgli nulla, magari era semplicemente una giornata "no", ma quando i nostri figli rincasarono e ci sedemmo a tavola per la cena notai una cosa che mi fece scattare un campanello dall'allarme. Era solito, quando c'era un problema, nasconderlo davanti ai ragazzi eppure quella sera non ci riuscì, era chiaro come il sole che qualcosa lo turbasse e se lo percepì Liam che era solo un bambino la cosa era davvero seria. Ero preoccupata, odiavo vederlo turbato, ma aspettai che fossimo in camera da letto, da soli, per poter indagare un po'. Se avessi esordito con un "amore tutto ok?" di sicuro mi avrebbe liquidata in tre secondi con qualche scusa banale del tipo "si si tesoro, sono solo stanco" o cose del genere, così decisi di lasciare la fase comunicativa come piano di riserva e optare per qualcosa decisamente più d'impatto. Approfittai del fatto che fosse entrato nel bagno della nostra camera per farsi una doccia per scegliere, dal mio armadio, il miglior completino da "notte" e lo indossai. Non vi era giorno che non provasse ad avere un incontro ravvicinato con me, non lo fermava nulla, potevo indossare anche un pigiama di flanella antisesso che lui tentava ugualmente di saltarmi addosso. Quella era la prova del nove: se vestita, o meglio... svestita in quel modo non mi avrebbe calcolata allora le mie intuizioni erano giuste e quindi sarei passata di conseguenza al piano B. Mi stesi sul letto e facendo finta di guardare qualcosa sul cellulare aspettai che uscisse dal bagno. Incredibile... sarà successo si e no 4 volte in tutta la nostra relazione eppure quella seria, uscito dal bagno, si infilò al volo i pantaloni del pigiama e ancora umidiccio per via della doccia andò a mettersi sotto le coperte. Evitò volutamente di guardarmi. Piano fallifo... occorreva passare al piano di riserva: la comunicazione.
- Mi eviti da questo pomeriggio, parli a malapena e hai uno sguardo che non mi convince per niente! - esordii - si può sapere che ti è successo?
- Cosa mi è successo? A me? Niente perchè? - rispose facendo finta di cadere dalle nuvole.
- Non mi incanti Killian... te ne stai qui, senza proferire parola e sopratutto senza battere ciglio per quello che ho indosso... concorderai con me che è strano. - lo vidi finalmente prestarmi attenzione. Percorse tutto il mio corpo con il suo sguardo. Partì dalle gambe per poi salire al mio seno riscendere giù. Degludì...
- Amore scusami,sul serio... ero un po pensieroso e non ti ho dato la giusta attenzione... volevi farlo non è vero? Possiamo farlo adesso se vuoi. 
- E' di sicuro il peggior metodo di seduzione che tu abbia mai usato. - commentai incredula di quello che era appena uscito dalla sua bocca. "possiamo farlo adesso..." tze.. come se mi stesse facendo un favore. -  No che non voglio farlo, non con te che non mi desideri minimamente e chissà a cosa stai pensando. - risposi leggermente offesa.
- Ti desidero in continuazione lo sai...
- Lo so... non ti fermerebbe neanche un pigiama di flanella con i pupazzetti sopra e con i calzini di lana messi ad incastro per non permettere alle caviglie di scoprirsi, ecco perchè mi sembra troppo sospetto il fatto che tu non abbia notato questo! - indicai il mio striminzito abbigliamento... se così si poteva chiamare. - Che ti succede Killian, sei turbato. Perchè non me ne parli? Non ti fa bene tenerti tutto dentro. 
- Sono solo pensieri di poca importanza... non servirebbe a nulla parlarne fidati. - Finalmente riuscì a incrociare il suo sguardo con il mio. - Lasciamo stare  va bene? Se vuoi ancora possiamo...
- No che non lasciamo stare e no che non lo faremo... sarebbe una cosa forzata e non mi va. Avanti, sputa il rospo! - non lo vedevo convinto - Per favore Killian, sono tua moglie, non devono esserci segreti tra di noi, me lo hai insegnato tu ricordi? Posso aiutarti.
- Non credo tu possa aiutarmi ad avere una visione differente del mio pensiero. Parlarne quindi non risolverebbenulla. Mettiti a dormire dai, hai avuto una giornata stancante.
- Io sto benissimo, sei tu quello che non sta per niente bene, mi vuoi dire si o no quello che sta succedendo?
- Sono angosciato perchè la nostra bambina sta crescendo ok? Ecco l'ho detto. - mi intenerii solo al sentirlo confessare questa cosa. - Fino allo scorso anno era solo ed esclusivamente la mia bambina: ero il suo eroe... il suo grande amore... il suo tutto. Ora, da quando ci sono questi ragazzi insulsi che le girano attorno io sono diventato invisibile ai suoi occhi e questo mi fa star male. Lei è mia...  - Ma quanto poteva essere tenero nelle vesti di papà?
- Non sei assolutamente invisibile ai suoi occhi, lei ti adora, stravede per te. - cercai di rassicurarlo.
- E pensi che me la beva? Andiamo Emma sii obiettiva, se non mi guarda più neanche in faccia. 
- E' arrabbiata per tutta la situazione che si è venuta a creare... ha 15 anni, sarebbe strano se non lo fosse. Non avere paura, quando questa storia sarà finita nel dimenticatoio Chloe tornerà ad essere la solita ragazzina innamorata del suo papà. - ero assolutamente convinta di questo ma doveva convincersene anche lui. 
- E se non dovesse mai finire questa storia? In fondo lo sappiamo bene entrambi che prima o poi anche lei abbandonerà il nido... chi mi garantisce che nessun'altro si metterà nel mezzo tra me e lei? 
- Posso assicurarti che anche il giorno in cui avrà un marito amorevole e affettuoso al suo fianco tu sarai sempre al primo posto nel suo cuore. Sei il suo papà Killian, non c'è punizione, litigio o fidanzato che tenga contro l'amore che provate l'un l'altro, fidati di me. - lo baciai dolcemente. - Lei resterà per sempre la tua dolce piccola donna. - sospirò non proprio del tutto convinto ma alla fine, dopo qualche minuto di puro silenzio, mi rivolse il suo irresistibile sorriso. Non sarò riuscita a rassicurarlo del tutto ma almeno in parte credo di averlo fatto.
- Ripetimi una cosa... Non c'è nessun marito in grado di superare l'amore per un papà? - Ok mi sbagliavo, ancora non aveva capito.
- Ancora? Si Killian e te lo ripeto: nessun marito sarà mai in grado di prendere il posticino d'eccezione che una ragazza riserva solo ed esclusivamente per il suo papà. - sperai di essere stata abbastanza chiara.
- E quindi questo vale anche per me? Non sono ancora riuscito a conquistare tutto il tuo cuore? Il principino azzurro è ancora al primo posto nella tua top ten? Io vengo solo per secondo? -no... non potevo credere alle mie orecchie, era passato dall'essere angosciato per la sua bambina all'essere in competizione con mio padre? Ok era ufficiale... avevo sposato uno pscicopatico, un amorevole psicopatico.
- Beh... avresti problemi al riguardo? - lo presi in giro. Essendo cresciuta senza figura paterna non ho mai sviluppato quella sorta di legame speciale che c'è tra un padre e una figlia. Mi sono legata molto a lui è vero ma questo non potrà mai essere messo a confronto con il sentimento che c'è tra Leila, Chloe, Liam e Killian. Vorrei urlarglielo ai quattro venti, vorrei dire al mio uomo che ad eccezione dei nostri figli lui è l'unica persona in grado di entrare nel mio cuore, ma non credo che glielo dirò, voglio aspettare che si faccia perdonare di non avermi considerata per niente nonostante avessi in dosso un completino intimo davvero niente male. 
- Molti!- rispose facendo il finto offeso.
- Allora dimostramelo capitano e forse potremmo riparlane.

POV LEILA
Quando rincasammo percepii un clima molto teso in casa, di sicuro Erik aveva avuto modo di parlare con papà e la cosa non sebrava assolutamente aver calmato gli animi... anzi. Consigliai a Chloe di non dire nulla, di far sbollire la rabbia di papà perche era evidente che fosse arrabbiato, e salimmo su in camera. Scendemmo solamente per la cena ma la situazione non era di certo migliorata. Il clima era talmente teso che nessuno di noi osò proferire parola. Mangiammo in religioso silenzio dopodichè senza nessuna motivazione che ne spiegasse il comportamento vidi Chloe alzarsi da tavola in tutta fretta e raggiungere il piano di sopra. Nonostante mi fossi ripromessa di lasciarla agire secondo i suoi istinti non me la sentii di lasciarla sola e di conseguenza la seguii almeno per capire cosa le fosse successo. La trovai con un cellulare in mano intenta ad aspettare che qualcuno dall'altro lato dell'apparecchio le rispondesse.
- DANNAZIONE! - Esclamò riattaccando e dando un calcio al suo zaino.
- Ei... che ti prende? - provai a chiedere sperando di non essere troppo invadente. Non volevo iniziare nuovamente a litigare con lei.
- Non mi risponde... è da prima che sto privando a chiamarlo. Squilla e non risponde! - stava parlando senza ombra di dubbio di Erik. 
-Non agitarti, molto probabilmente sarà solo impegnato. - cercai di tranquillizzarla. - Vive in una specie di colleggio, ci saranno delle regole da rispettare penso. Magari sta semplicemente cenando.
- No. Lui risponde sempre se lo chiamo... non è normale che non risponda, sono preoccupata. - mmh ho capito cosa le stava passando per quella testolina. 
- Non penserai mica che papà gli abbia fatto qualcosa vero? - Mi guardò come a farmi capire che era propio questo quello a cui pensava. - Andiamo Chloe non essere ridicola. Papà non sarebbe in grado di far del male neanche ad una mosca. Poggia quel telefono e rilassati... vedrai che non appena vedrà la tua chiamata ti richiameà... Ah proposito... di chi è quel cellulare? - sapevo che papà glielo aveva sequestrato e poi a guardarlo bene si vedeva chiaramente che non era il suo.
- Me lo ha regalato lui... per poterci sentire. - confessò - Ti prego non dirlo a papà! - mi supplicò. Faceva tanto la grande ma poi alla fine dei conti era ancora la mia piccola sorellina. 
- Tranquilla ma nascondilo in un posto sicuro e togli la suoneria. Se papà lo scopre saranno cavoli amari per tutte e due. - Rimasi in camera sua per quella sera, era agitata e non volevo lasciarla da sola. Guardammo un film dopodichè tra una chiacchiere e l'altra ci addormentammo. La sentii muoversi per tutta la notte ma ero troppo stanca per controllare cosa stesse facendo. Lo feci solo al mattino e quando la vidi controllare il cellulare ogni due secondi capii che aveva fatto quello per tutta la notte. - Ancora non risponde? - chiesi.
- No... squilla ma non risponde. Sono preoccupata, forse dovrei andare da lui e controllare che sia tutto ok!
- Non essere ridicola, è domenica e sono solo le sette del mattino... mettiti a dormire. 
- Non posso mettermi a dormire ma non lo capisci? Deve essere successo qualcosa ieri. Papà era strano e Erik non risponde.... e se.... e se avesse chiamato i suoi genitori? Oddio sarebbe una tragedia. Lo toglierebbero da scuole e lo spedirebbero al servizio di Elsa come cavagliere. NO! Devo andare da lui adesso! - si mise in piedi e iniziò a cercare nel suo armadio qualcosa da poter indossare. 
- Aspetta Chloe non saltare a conclusioni affrettate. 
- Ma Leila... tu non riesci a capire... lui...
- Fidati di me, mandagli un sms. Ti prometto che se entro l'ora di pranzo non avrà ancora risposto allora ti accompagnerò personalmente, prima di tornare a Boston, da lui. Torna a letto adesso, non hai dormito tutta la notte, ne sono piu che sicura, devi riposare un po. - Non so come ma riuscii a convincerla, scrisse l'sms al suo fidanzato dopodichè tenendo stretto a se il telefono, aspettando impaziente una sua risposta, si addormentò. Erano quasi le dieci quando si degnò di risponderle. Non servì neanche svegliarla, saltò in piedi non appa il suo cellulare vibbrò. 
- E' lui? - chiesi mentre controllava chi le avesse appena scritto. Non ci fu bisogno di risposta, i suoi occhi risposero per lei. Mi alzai dal letto per darle la giusta privacy, non volevo dare l'aria dell'impicciona nonostante stessi morendo di curiosita, ma lei mi chiese di restare e mi fece addirittura leggere la loro conversazione.
 
                        
                                               
 
- Non vorrai metterti nei guai un'altra volta vero? - dissi guardandola negli occhi dopo l'ultimo messaggio che aveva inviato. 
- Papà non può passarla liscia e minacciare la gente così come se nulla fosse. Lo avrà spaventato a morte e sono sicura che è per questo motivo che non si è fatto sentire per tutta ieri. 
- Avrà reagito in maniera esagerata ma questo non giustifica il tuo ultimo messaggio. Cosa intendi dire con la frase "per la gita si farà a modo mio?" Non penserai davvero di partire con lui e sperare che papà e mamma non se ne accorgano vero?
- Tu lasciami fare... - sorrise in una maniera che non mi piaceva per niente
- No no no... non ti lascio fare. Non puoi andare in gita con lui! Eddai Chloe riiniziamo adesso? Dovevi dimostrare di essere matura e responsabile e invece? 
- Va bene, va bene hai vinto! Non partirò con lui e non farò niente di stupido. Contenta?
- Ti sei convinta un po' troppo velocemente per i miei gusti. - non era da lei cedere così senza prima discutere per almeno un'ora.- Stai forse cercando di abbindolarmi?
- No! E' che non voglio litigare con te... non un'altra volta. Mi resti solo tu della famiglia con cui posso parlare senza problemi, non mi va di dover rinunciare anche anche a questo, quinsi si! Ti prometto che non andremo in gita insieme. - potevo fidarmi? Mmh... qualcosa mi diceva di stare molto attenta a quella signorina ma nonostante ciò decisi di darle fiducia e crederle.
- Ti darò il beneficio del dubbio ma guai a te se vengo a scoprire che mi hai mentito. Non sto scherzando Chloe, non tradire la mia fiducia ok? Pensa bene a quello che fai. 
- D'accordo.

POV CHLOE
Il mattino seguente come di consueto presi l'autobus ed andai a scuola. Erik era li, alla fermata, pronto ad aspettarmi. Non lo vedevo da un paio di giorni ormai ma per me era come se fosse passara un'eternità. Scesi dal bus saltando  tutti e tre i gradini e gli corsi incontro per poi baciarlo. 
- Mmh... però! se mi riservi queste speciali attenzioni credo proprio che verrò più spesso a prenderti alla fermata. - disse per poi continuare il nostro bacio incurante dei passanti che ci stavano fissando come se fossimo due depravati. - Che ne dici amore, Cornetto e cappuccino? Offro io.- adoravo il suo modo di viziarmi. Da bravo principe prese il mio zaino  e andammo in un bar li vicino a fare colazione. Mi feci raccontare per filo e per segno cosa gli avesse detto mio padre dopodichè, piu arrabbiata che mai, mi avviai con lui in classe. Furono tre ore interminabili, pregavo arrivasse la recreazione per poter finalmente dar sfogo a tutta la rabbia che minuto dopo minuto si stava facendo spazio in me. Ma come si era permesso mio padre di trattarlo in quel modo? Anni e anni di ramanzine per insegnarci a non aggredire il prossimo e lui che fa? Decisi di non pensarci un solo minuto di più o avrei dato di matto in classe. Una cosa era sicura: avrei vendicato il mio amore. 
Al suonare della campanella presi per mano Erik e andammo a rifuggiarci nel nostro solito ritrovo.
- Quanta fretta am... - non gli diedi neanche il tempo di finire la frase che gli saltai letteralmente addosso. Dovevo sfogare la mia rabbia in qualche modo e lui era l'unico in grado di farmi calmare. - N... non che me ne lamenti tesoro ma... - mi prese il viso con entrambe le mani - Tutto bene? Ti ho vista nervosa per tutta la mattinata.
- Non va niete bene... zitto e baciami ora! - dissi categorica cercando, inutilmente, di riprendere da dove avevo interrotto. 
- No.. no no aspetta! Parliamone un secondo ok? 
- Non ho voglia di parlarne, voglio solo distrarmi!
- E io voglio sapere che cosa ti turba, anche se penso già di saperlo. - disse sedendosi sul muretto e facendomi sedere sulle sue ginocchia - Avanti, parlami.
-  Sono furiosa ok? Non riesco ancora a crederci che mio padre ti abbia inveito contro in quel modo. - dissi ancora incredula di tutto quello schifo.
- Non è un problema amore, davvero! Non è successo nulla di irreparabile. 
- Non lo sarà un problema per te ma lo è per me. Sei il mio fidanzato cavolo, non può trattarti come fossi uno stupratore seriale. 
- E' geloso della sua bambina, è anche comprensibile da un lato non trovi?
- No. Vuole isolarmi dal mondo ecco cosa vuole fare ma non ci riuscirà. Vuole la guerra? Bene, la guerra avrà! Non ho di certo paura di lui. 
- Credo che tu stia esagerando un pochino amore... 
- Assolutamente no, dimostrerò a tutti che posso abbindolarlo tranquillamente senza che lui se ne accorga. 
- Ah si? E come? 
- Come? Beh... andando in gita insieme mi sembra ovvio. Il caro papy ti saprà sperduto a Barcellona e dormirà sonni tranquilli mentre in realtà sarai sulle piste da sci insieme alla sua dolce e innocente figlioletta. - risi divertita - Amo il sapore della vittoria!
- No no no aspetta... ma quale vittoria! Non credi che prima di organizzare il tutto tu debba chiedere a qualcuno se è disposto a fare questa pazzia?
- E a chi devo chiedere scusa? Non devo chiedere il permesso a nessuno io. Sono grande e faccio quello che voglio.
- Sei grande... mmh... sorvolerò su questa cosa facendo finta di non aver ascoltato ma forse a qualcuno dovresti seriamente chiedere cosa ne pensa.
- Ah si? e a chi?
- Forse a me? - rispose come se fosse la cosa più scontata del mondo.
- Che c'è non vuoi più partire con me per caso? Ma come... amore, tesoro, sei tutta la mia vita... e poi mi pianti in asso così? - stava forse scherzando? sarebbe stato meglio per lui.
- Frena un secondo! Accidenti Chloe sei un fiume in piena oggi. Non è che non voglio partire con te... ci mancherebbe altro, mi piacerebbe davvero.
- E allora? Tu lo vuoi e io lo voglio, non vedo dove sia il problema. - dissi ormai spazientita. Ci mancava solo lui adesso.
- E che... beh io credo che non sia il momento più adatto per partire insieme. Dopo quello che è successo e dopo aver parlato con tuo padre credo sia giusto, almeno per adesso, rispettare il suo volere. Sai che casino succederebbe se lo venisse a scoprire? 
- Non verrebbe mai a scoprirlo, ho un piano perfetto. - dissi convinta.
- Ah si e quale sarebbe? 
- Beh... chiamerò tua madre con il cellulare che mi hai regalato e camufferò magicamente la mia voce trasformandola in quella di mio padre. Le dirò che la cara e dolce Chloe ha una visita medica proprio negli ultimi giorni in cui si terrà la settimana bianca e quindi onde evitare che non possa proprio partire gli chiederò se possiamo fare uno scambio di mete. In questo modo tua madre, convinta che andrò a Barcellona, ti lascerà venire in settimana bianaca mentre mio padre... beh lui resterà convinto che tu sarai a barcellona mentre io a sciare. 
- Sto seriamente iniziando a preoccuparmi amore. Ti rendi conto di quello che vuoi fare? Butteranno la chiave e ti lasceranno marcire per sempre in casa se accidentalmente mia madre e tuo padre dovessero incontrarsi e parlare! Per non parlare che io finirei all'accademia militare. 
- Non si vedono da una vita, devono incontrarsi proprio adesso? Ma per piacere Erik.... - alzai gli occhi al cielo. - Allora sei con me o no? - sorrisi vittoriosa. Ero sicura che mi avrebbe assecondata.
- Non lo so... non credo sia giusto e non voglio che tu finisca nei guai. Forse è veramente il caso di viaggiare separati quest'anno. - Lo guardai meravigliata e anche un po delusa, non me lo sarei mai aspettato da lui. - Magari il prossimo anno... 
- Di la verità: c'è qualcosa di più interessante a Barcellona non è vero? Basta dirlo se ti sei stufato di me!
- Mah... che... che dici Chloe? - mi guardò come se stessi dicendo chissà quale assurdità
- Guarda che lo so che quella troietta ha scelto come meta Barcellona. - mi riferii ad una ragazza del terzo anno che cercava in continuazione scuse per avvicinarsi al mio ragazzo. - E prova un po ad immaginare perchè o per chi lo ha fatto? 
- Scherzi spero... non vorrai tirare in ballo questa storia proprio adesso. Ma come devo dirtelo è? Non vado a Barcellona per lei, non la calcolo proprio se ci tieni a saperlo, vado a Barcellona per te, per poterti vedere anche dopo questa stramaledetta gita. Forse non ti è chiaro il concetto che i nostri genitori non stanno scherzando Chloe. Se vogliamo fargli capire che siamo maturi e vogliamo portarli ad accettare la nostra relazione, dobbiamo stare alle loro condizioni. Non possiamo sempre fare di testa nostra. 
- D'accordo come vuoi, fai come ti pare.  - mi allontanai a passo sostenuto verso l'aula. 
- Aspetta un secondo. - mi corse dietro - Non puoi arrabbiarti solo perchè ho espresso la mia opinione.
- Non mi sono arrabbiata, ho detto solo "fa come ti pare". Ora scanzati che ho da fare. 
Se quella mattinata era iniziata male, il proseguimento fu anche peggio. Aspettai impaziente la fine delle lezioni e senza neanche degnare di uno sguardo Erik me ne tornai a casa. 
- Giornataccia? - domandò mia madre non appena mi vide entrare in casa. Ci mancava solo lei adesso.
- Pessima... e no! Non ho voglia di parlarne. - l'anticipai sapendo già che me lo avrebbe chiesto. Le voglio un bene dell'anima ma ultimamente mi sento un verme nei suoi confronti e non me la sento di parlarle come se niente stesse accadendo. 
- Come vuoi, ma sappi che con me puoi...
- Parlare di tutto lo so! Me lo dici da quando sono nata mamma! - sorrisi leggermente, non volevo farla preoccupare piu del dovuto.
- è sempre meglio ribadirle le cose! - sorrise - C'è la lasagna di tua zia in frigo se hai fame, io vado a prendere Liam e torno, se cambi idea sul volermi parlare sappi che sono a tua completa disposizione. So che non è un periodo facile per te quindi se posso allegerirti di qualcosa ne sarei ben che felice. 
- Grazie mamma ma sto bene. Vado a studiare. Ci vediamo dopo. - andai in camera mia e come precedentemente detto anche a lei aprii i libri e mi misi seriamente a studiare. Non passò neanche un'ora che ecco Erik tornare all'attacco... 

       

Aveva accettato, pur di dimostrarmi il suo amore era andato contro i suoi principi e aveva accettato di venire in gita con me. Mi sentii un po triste per averlo costretto facendo finta di volerlo lasciare, non avrei mai avuto il coraggio di lasciarlo, ma gli avrei parlato e di sicuro o a parole o in altri modi sarei riuscita a farmi perdonare. 

POV ERIK
 Andare in gita con lei era la cosa che più desideravo al mondo, per quanto potesse sembrare prematuro dirlo io amavo quella ragazza e passare un’intera settimana con lei sarebbe stata una cosa estremamente piacevole. Solo un pazzo avrebbe potuto dirle di no e tra il gruppo dei pazzi purtroppo c'ero anch'io. È contraddittorio, volevo andare ma le avevo ugualmente detto di no. c’era una motivazione più che valida dietro. Suo padre avrebbe infilzato me e segregato in casa lei se solo lo avesse scoperto e per quanto potesse essere geniale il suo piano non ero del tutto convinto che sarebbe andato in porto senza alcun intoppo. Mi giustificai dicendole che forse era meglio seguire le regole, che avevano tirato la troppo la corda e che non mi sembrava il caso di tirarla ancora per paura delle possibili conseguenze ma lei reagì malissimo. Come darle torto,  ultimamente non fa altro che sentirsi criticate, si sente sola, non capita... l’unico che è riuscito a strapparle un sorriso, per quanto minimo, sono stato io e ora grazie al mio rifiuto si è sentita tradita anche da me. Tutta la rabbia repressa, quella che non può tirare fuori davanti alla sua famiglia, l’ha buttata su di me per poi mettermi davanti ad una scelta:  se non ero in grado di capire  le sue motivazioni, se non ero ancora riuscito a capire il motivo per cui mi voleva con se evidentemente non eravamo fatti per stare insieme. Ok... non me lo disse proprio così, usò termini più chiari e di sicuro meno gentili, ma il succo della situazione era quello. 
Per tutta quella giornata le mandai sms tentando di salvare il salvabile ma niente, fu tutto inutile...  aveva iniziato addirittura ad ignorarmi. Non potevo perderla, per una sciocchezza del genere poi, così senza ragionare sulle possibili conseguenze le scrissi di aver cambiato idea e che non vedevo l’ora di partire insieme a lei. Mi ero forse messo nei guai? Ma no... se stavamo attenti a non farci beccare cosa mai sarebbe potuto andare storto?
Ottenni il suo perdono immediatamente e già dal giorno seguente iniziammo a mettere in atto il suo, ma ormai nostro, piano. Chiamò mia madre spacciandosi per il signor Jones ottenendo così l’autorizzazione al cambio meta. L' obbiettivo principale era riuscito, ora bisognava solamente lavorare sui piccoli dettagli.  Convocammo i nostri compagni di classe durante la ricreazione e spiegammo loro la situazione in cui ci trovavamo. Chiedemmo loro di stare molto attenti a non farci comparire  insieme nelle foto che avrebbero pubblicato e per essere ancora più sicuri di non creare casini gli facemmo bloccare tutti i contatti dei nostri genitori, nonni, zii e parenti vari: nessuno, neanche un lontano parente ormai perso di vista da anni, avrebbe dovuto scoprire di noi. Bloccammo anche noi la visualizzazione delle immagini alle nostre famiglie ma a differenza loro avevamo intenzione di pubblicare almeno un paio di foto a testa da mostrargli quotidianamente onde destare troppi sospetti. Come avrei fatto io a mostrare ai miei genitori foto di Barcellona? Semplice, avevo un complice anche lì. Un mio amico mi avrebbe inviato le sue foto e io furbamente le avrei postate. Avevamo architettato tutto nei minimi dettagli,era tutto pronto, bisognava solamente attendere il giorno della partenza.
Quando quel giorno finalmente arrivò ero super emozionato ma allo stesso tempo agitato a morte, se ci avessero scopererti sarebbe stata la nostra fine. Arrivai in perfetto orario al punto di ritrovo mentre per quanto riguarda Chloe... beh lei aspettò il mio segnale per farsi accompagnare dai suoi genitori, non potevo di certo farmi trovare ad aspettare il suo stesso autobus quando in realtà, per andare in aeroporto, la scuola ne aveva prenotati due differenti in base alla meta prestabilita. La diedi il segnale di via libera solamente quando sistemati i bagagli andai a nascondermi direttamente all'interno del bus. Non sarebbero mai saliti lì sopra i suoi e di conseguenza non mi avrebbero visto. Se riuscivamo a non farci beccare in quel frangente allora non ci avrebbero mai più beccato. 
Come immaginavo tutto filò liscio come l’olio e una volta che furono arrivati tutti partimmo per la nostra tanto agoniata gita dando così inizio alla nostra piccola fuga d’amore.
Come facilmente intuibile mi misi a sedere accanto a lei e senza perdere un solo minuto iniziai a coccolarmela. Non era molto loquace di prima mattina, non lo è mai stata, è una dormigliona di prima categoria, ma sperai vivamente che le mie attenzioni servissero a farla finalmente  approdare nel mondo dei viventi. Si lasciò trasportare dalle mie attenzioni quasi subito ma nel giro di poco la vidi interrompere quel magico momento e iniziare a prendere le distanze. 
- Ehi tesoro,tutto ok? - chiesi non capendo il motivo di tale atteggiamento, di solito è lei la prima a cercare questo genere di contatto.
- Si sì, tutto bene! - rispose mentendo spudoratamente.
- mmh non è vero... che hai? C’è qualcosa che ti turba è chiaro come il sole! Perché non me ne parli?
- È tutto ok... davvero! - sorrise cercando inutilmente di abbindolarmi. 
- Chloe! Vogliamo iniziarla così la nostra gita? Lo so che mi stai nascondendo qualcosa quindi perché non me lo dici? Risparmieremo del tempo prezioso così perchè  fidati, se non mi dici immediatamente il motivo di questo tuo visino così preoccupato, giuro di perseguitarti per tutta la durata della gita. - dissi prendendo il suo viso tra le mani e facendole incontrare il mio sguardo. 
- Ok hai vinto! - sospirò rassegnata - Mi sento in colpa contento? 
- Di cosa?
- Tze... sei proprio un maschio! Davvero non ci arrivi? - scossi la tesa. Avevo intuito quale poteva essere il problema ma volevo che fosse lei a parlarmene. - Volevo che venissi in gita con me a tutti i costi e non ho voluto sentire ragioni. Ho giocato tutte le mie carte per far sì che questo avvenisse... ho addirittura... - prese un respito -  Ti ho minacciato di lasciarti.
- Beh... sono qui con te adesso. 
- Lo so, ed è proprio questo il punto! Sei qui è vero, ma solo perché ti ho costretto, non saresti mai venuto altrimenti. Mi dispiace... avrei dovuto ascoltarti e non avrei mai dovuto trascinarti qui con la forza. 
- A me no! Non dispiace affatto essere qui con te posso garantirtelo... anzi, sono felicissimo che tu abbia insistito. - ammisi sinceramente. 
- Non sono stata rispettosa Erik, avrei dovuto almeno ascoltare le tue motivazioni e invece ho pensato solo a me stessa... sono un’egoista!
- Allora mettiamola così... sei l’egoista che più amo al mondo! - la baciai d'impulsò.
- Erik...
 - No Chloe, ascoltami.  Non sto scherzando, sono davvero felice che tu abbia trovato il modo di farmi venire qui. L'unico vero motivo per cui ti ho detto di no è perchè avevo paura, preferivo vivere una settimana senza di te piuttosto che non poterti vedere mai piu... tutto qua. Non ti avrei mai detto di no altrimenti. 
- Ma adesso sei qui per un mio capriccio e non per una tua decisone! - continuò imperterrita.
- Dici? Guarda che la decisione finale l'ho presa io, non tu!
- Solo perchè ti ho messo alle strette. - replicò
- E tu pensi davvero che io mi sia bevuto la storia che mi avresti lasciato? - la guardai maliziosamente - Tu non ci sai stare senza di me... come del resto io non so stare senza di te... mi avresti tenuto il broncio per qualche settimana ma non mi avresti mai lasciato. - finalmente la vidi sorridere, l'avevo sgamata.  - Togliti dalla testa quell'assurda idea che mi hai trascinato qui con la forza perchè non è così. Godiamoci questi giorni senza pensare a nulla ok? Ho intenzione di regalarti emozioni uniche. 
- E... e se dovessero beccarci? - che c'è... aveva fatto tanto la dura fino ad ora, che era grande ecc ecc, e ora iniziava ad avere paura? è proprio una cucciolina.
- Vorrà dire che finiremo in punizione... tu verrai segregata nella torre del tuo castello e io andrò a fare il finto cavalliere in quale paesello sperduto nelle montagne di Arendelle. Non preoccuparti però... tu sei tecnicamente una principessa e io un principe, faremo come nelle favole: in sella al mio cavallo bianco oltrepasserò tutti i reami fino a trovarti e salvarti dal tuo infausto destino. Non ci sarà prigionia che tenga, io ti troverò e ti porterò con me. 
- Mi t... troverai? 
- Certo che ti troverò, io ti troverò sempre. - la vidi sbiancare a quella frase, cosa avevo mai detto di male? L'avevo per caso spaventata? - Chloe che... perchè mi fissi così?
- N.. niente, non... non importa. 
- Avanti dimmelo - la spronai
- Mio nonno disse questa frase a mia nonna e anche mia mamma la disse al mio papà... loro sono.. beh: loro sono il vero amore... - divenne rossa in viso. - Erik, lascia stare dai, fai finta che... - non esitai un secondo di più, le presi il viso con entrambe le mani e senza darle modo di finire la frase, perchè tanto avevo capito che stava cercando di chiudere li l'argomento, la baciai cercando di trasmetterle tutte le emozioni che in quel momento stavo provando. Non mi regolai però e prendendola alla sprovvista le feci sbattere la testa contro il finestrino. Ci staccammo un secondo per ridere di quella comica scenetta dopodichè tornai serio e ripresi a baciarla non curante degli schiamazzi dei nostri amici. Sarei rimasto li, ad assaporare le sue labbra per sempre ma purtroppo fummo interrotti e anche in malo modo.
- Ei voi due! Cominciamo molto male questa gita vedo. Staccati immediatamente da lei e vai a sederti insieme al tuo inseparabile amico -  disse il professore avendoci beccati in atteggiamenti per lui poco consoni. - Ti tengo d'occhio ragazzo. E tu, signorina Jones, le sembra il modo di comportarsi? Non si faccia più trovare in queste situazioni o sarò costretto a chiamare la sua famiglia. - aspettai che si allontanasse dopodichè diedi un ultimo bacio alla mia ragazza e solamente dopo averle sussurrato un "non ho nussun dubbio sul fatto che tu sia il mio vero amore" mi spostai di posto andando a sedermi accanto al mio migliore amico. 
- Mi dispiace che il prof ti abbia rovinato il viaggio - mi disse alludendo al fatto che ci avesse appena separati. 
- Non cedo sia proprio una disgrazia sai? Avrò più tempo per decidere cosa organizzarle per questa sera. Voglio stare un po da solo con lei e farla sentire speciale.
- Uh uh... sento aria di cose zozze! - mi diede una pacca sulla spalla.
- Ma smettila! 
- Ragazzi venite qui! - gridò rivolto a due compagni della nostra squadra di football - Dobbiamo discutere di una cosa moooolto particolare. - li vidi avvicinarsi immediatamente curiosi di ascoltare cosa avesse da dire quel pervertito di Mark. - Erik vorrebbe passare una bella seratina con Jones. - iniziarono a fischiettare e a fare allusioni poco caste - Che ne dite... gli diamo un aiutino? 
Tentai di persuaderli ma fu tutto inutile, dissero che eravamo una squadra e che i membri di una squadra non si abbandonano mai. Parlammo per tutto il viaggio su cosa poter fare per rendere interessante e piacevola quella prima sera ma, a parte le solite porcate del mio amico, non ci venne nessuna idea sensata fin quando non arrivammo nella struttura che ci avrebbe ospitati. Era un'hotel a dir poco spettacolare, lussuoso e caratteristico allo stesso tempo. aveva un'hall immensa e a giudicare dalle foto sulle pareti anche le camere non dovevano essere male. Aspettammo che ci vennero consegnate le chiavi dopodichè ognuno raggiunse la propria stanza. Io ero in camera con i miei 3 inseparabili amici, gli stessi che mi stavano aiutando, mentre Chloe era capitata con tre delle sue migliori amiche. Chiamammo anche loro tre per farci aiutare con il piano e alla fine, dopo aver smosso un po di cose qua e la trovammo l'idea e organizzammo il tutto. Qual'era il piano? Beh... spostare i due letti singoli che si trovavano nella stanza di Chloe in altre due stanze e lasciare solamente il letto matrimoniale. In questo modo la loro camera da quattro si sarebbe trasformata in una doppia dove avremmo potuto dormire io e lei indisturbati. cedetti il mio letto a sarah che avrebbe condiviso la stanza con marck e gli altri due nostri amici mentre le altre due ragazze, che volontariamente mi avevano ceduto la loro stanza si sitemarono in camera con altre nostre compagne di classe. Agimmo all'insaputa di Chloe la quale era nella hall insieme alla maggior parte della nostra classe per il primo incontro con l'istruttore di sci. Mi sembrò strano che non fosse venuta ancora a cercarmi ma presto mi resi conto che in realtà mi aveva già scritto sul cellulare:
Le avevo mentito, non c'era nessuna divisione di gruppi, ma era una bugia a fin di bene, le stavo organizzando una sorpresa e volevo che tutto fosse perfetto. 
Devo dire che mi sarei accontentato anche di un semplice ritrovo solo nostro dove passare qualche tenero momento, ma ammetto che le ragazze fecero un lavoro eccezionale... non c'è che dire: le donne hanno davvero una marcia in più. Impiegammo all'incirca due ore ma alla fine il risultato fu sorprendente. Avevamo cosparso di petali di rosa il letto della stanza, avevamo preparato un piccolo tavolinetto con dello champagne e delle fragole e come se non bastasse avevamo riempito di candele e altri petali di rosa il bagno della stanza. Vi era un'enorme vasca idromassaggio e decisi, di mia spontanea volontà di prepararla all'uso cospargendo anch'essa di petali. Se l'acqua si fosse freddata l'avrei riempita nuovamente ma volevo che lei vedesse tutto ciò che avevo intenzione di vivere con lei.  
Quando finimmo di sistemare il tutto era già ora di cena, scendemmo nella sala ristorante e immediatamente la vidi. Corsi subito da lei e dopo essermi guardato attorno, assicurandomi che non ci fosse nessun professore che ci stesse osservando, la baciai. Mi era mancata tanto. Aspettammo che tutta la nostra classe ci raggiungesse dopodichè iniziammo a mangiare. 
I professori subito dopo cena ci dissero di raggiungere le nostre rispettive stanze e che presto sarebbero venuti a fare le ispezioni delle camere. Accidenti... non avevo assolutamente pensato a questa eventualità. Se solo uno dei prof fosse capitato in quella che doveva essere la camera di quattro ragazze e trovare solamente un letto matrimoniale cosparto di candele e fiori credo che qualcuno, in questo caso le ragazze in questione, avrebbero ricevuto una vera sospensione oltre che una chiamata a casa. Mi preoccupai per la mia lei ma fui tranquillizzato pochi minuti dopo da una delle sue amiche.
- So a cosa stai pensando ma non temere... lo abbindoliamo noi il professore.
- Ah si? - chiesi - E come?
- Beh... la nostra stanza si trova al centro del corridoio. Quando busserà e non troverà nessuno di sicuro verrà a cercarci nelle altre stanze. Ci faremo trovare nella camera difronte cosicchè non ispezionerà la nostra stanza. Il massimo che ci dirà sarà "filate in camera vostra". 
- Dici che funzionerà? 
- Se ci trova tutte e quattro li si, non arriverebbe mai a pensare che ci sia qualcuno nella nostra stanza mentre noi non siamo presenti. L'importante è che tu non ti faccia trovare nei nostri corridoi o si che saranno guai. 
Sperai che quelle tre avessero ragione e mentre loro trascinarono, come concordato, Chloe nella stanza difronte alla loro, io andai momentaneamente nella mia stanza giusto per l'ispezione del prof. Non appena andò via, corsi a nascondermi nella mia attuale camera: indossai un vestito decisamente più consono rispetto alla tuta che portavo e mandai un messaggio a Sarh dandole il segnale per mandare con qualche scusa Chloe in stanza. Non vedevo l'ora di vedere la sua faccia per la sorpresa che le avevo riservato. Spensi tutte le luci lasciando solo alle candele il compito di illuminare la stanza e attesi il suo arrivo. Non appena varcò la soglia rimase di stucco, si guardò attorno  dopodichè fece qualche passo indietro, affacciandosi al corridoio, per controllare che il numero della stanza fosse giusto e che non avesse sbagliato. 
- è la stanza giusta non preoccuparti - le dissi facendomi vedere. 
- Erik... che... io... - continava a guardarsi intorno incapace di proferire parola
- E' tutto il giorno che lavoro a questa cosa, la storia dei due gruppi di sci era tutta una balla. Mi hanno aiutato i ragazzi e le tue amiche, ecco perchè si sono assentati anche loro. - le porsi una rosa - spero che ti piaccia.
- E'... è meraviglioso Erik! - mi baciò - Grazie... grazie davvero. 
- Dai vieni... non vorrai restare li impalata - risi - la porta si reggerà benissimo da sola anche senza che tu la sostenga. - la presi per mano e facendola sedere sul letto le porsi il flute di chamagne che avevo preparato. - Mi ha aiutato Marck ad ottenerlo... sa, con quel famoso documento falso. - presi anche io il mio bicchiere. 
- Immaginavo... mah... dove sono finiti gli altri letti? Dove dormiranno Sarah e le altre?
- Sarah si è rubata il mio posto accanto a Mark mentre le altre hanno preso i letti e senza farsi vedere da nessuno si sono trovare altre sistemazioni. Questa sarà la nostra stanza per un'intera settimana. Che dici: ti piace come sorpresa? - potevo vederlo nonostante la luce soffusa delle candele, era imbarazzata. - Se non vuoi però posso benissimo...
- Shhhh.... è la cosa più carina che qualcuno abbia mai fatto per me! - mi mise un dito sulle labbra per poi sostituirlo con le sue di labbra. Fu un bacio casto inizialmente, un piccolo ringraziamento per quella piacevole sorpresa, ma piu passavano i minuti e più il contatto diventava più insistente... romantico... passionale. Fui costretto a rompere il contatto, non avrei resistito a lungo altrimenti e non avevo assolutamente intenzione che la serata finisse subito in quell'ambito, volevo gustarmi ogni singolo momento. 
- Facciamo un brindisi ti va? - annuì - alla nostra prima fuga d'amore... che sia esattamente come tu te la sia immaginata. - facemmo toccare i nostri rispettivi bicchieri dopodichè bevemmo il loro contenuto accompagnando il tutto con qualche fragola. Chiacchierammo stretti l'uno nell'abbraccio dell'altra, ci coccolammo un po' tra carezze e baci dopodichè la vidi alzarsi e raggiungere la sua valigia. - Che accidenti fai? - le dissi.
- Beh... sei vestito tutto d'un pezzo mentre io... beh puoi vederlo da te, faccio pena. - mi alzai e la raggiunsi. - Vado in bagno a cambiarmi ok? Ci metto due minuti.
- Shhh... non fai pena, sei uno spettacolo della natura sempre e comunque, ma su una cosa ti do ragione... credo che tu in bagno debba andarci... - non capì il senso delle mie parole e la vidi guardarmi con curiosità. La presi per mano e senza dire nulla la condussi proprio nel bagno mostrandole il resto della sorpresa.
Rimase a bocca aperta per circa una diecina di secondi. Mi avvicinai al suo orecchio sussurrandole un sensuale :"cosa ne pensi?" e lei senza proferire parola mi fece capire il suo stato d'animo a suon di baci. Quello fu il momento decisivo... recuperammo i  nostri flute dall'altra stanza e senza aspettare un secondo di piu inugurammo la vasca idromassaggio e di conseguenza la prima notte di quel magnifico viaggio. 

POV CHLOE
Non potevo credere a quello che era appena successo... è stata senza ombra di dubbio la notte migliore di tutta la mia vita. Erik è stato così... wow... non ho neanche le parole per descrivere tutto quello che mi ha fatto provare  quella notte. La sera del mio compleanno non è stata nulla in confronto... o forse non sapevo cosa stavo facendo e di conseguenza non ho capito nulla. Non che questa volta sapessi cosa stavo facendo, ma è stato tutto così... come dire... naurale. la parte piu bella di tutto questo? l'aver dormito per la prima volta insieme stretti l'uno nelle braccia dell'altro. Mi ha fatto sentire protetta tra le sue braccia possenti e avrei voluto  che quel momento non terminasse mai. Ero talmente persa nei miei pensieri che neanche mi resi conto che si era svegliato. Si strinse ancora di piu a me e come se fosse la cosa piu naturale di questo mondo iniziò  a baciarmi insistenemente il collo facendomi tornare a rabbrividire come solo lui finora  era riuscito a fare.
-Buongiorno cucciola - disse staccandosi dal mio collo e iniziando a fissarmi con i suoi meravigliosi occhi. Mi sentivo in imbarazzo e involonatriamente spostai lo sguardo da un'altra parte. - Che c'è, ti vergogni adesso? - sorrise vedendomi così imbarazzata - O per caso ti sei pentita delle acrobazie che abbiamo fatto qesta notte? - lo stava facendo apposta ad utilizzare quei vocaboli, gli piaceva vedermi in imbarazzo. Senza aspettare una mia risposta tornò ad occuparsi del mio collo e piano piano, bacio dopo bacio, raggiunse le mie labbra. Mi regalò un baciò a dir poco mozzafiato. Non che non lo avessi mai baciato in quel modo, ma le sensazioni che in quel mometnto stavo provando erano di gran lunga piu intense e differenti dal solito... nel nostro rapporto era appena cambiato qualcosa. - Se hai ricambiato il bacio vuol dire che allora non sei così pentita... - mi fece arrossire ancora di più. 
- Erik dai... - perchè doveva stuzzicarmi così
- Sei bella quando sei imbarazzata lo sai? - mi diede l'ennesimo bacio - Ma aimhè, credo che dovremmo riprendere queste piacevoli coccole questa sera purtroppo... sono le sette e mezza e tra meno di mezz'ora dobbiamo essere nella Hall. Ci attende la nostra seconda giornata di sci. 
- La nostra? La mia seconda giornata, tu ieri neanche ti sei presentato.
- Avevo ottime ragioni non trovi? - mi indicò quei petali di rosa ormai buttati sul pavimento e la bottiglia di champagne ormai vuota. - Stavo preparando un'ottima accoglienza alla mia donna che a quanto pare a gradito molto - si morse il labbro. - Andiamo adesso o credo che non ti darò più il permesso di uscire da questo letto. 
- A dire il vero non ho nessuna voglia di andare a sciare. Preferisco tornarmene a dormire - dissi sinceramente.
- Lo so, ti ho fatto fare le ore piccole e tu non sei abbituata dormigliona come sei, ma non possiamo fare altrimenti... se non ci trovano giù insieme  agli altri ci verranno a cercare in stanza e se ci verranno a cercare ci beccheranno qui in questo letto a fare altro e se ci beccheranno allora alzeranno il telefono e...
- Basta così grazie! Sei stato chiaro, non c'è bisogno che continui. - mi lamentai buttandomi un cuscino sul viso.
- Vuoi andare prima tu a fare la doccia? O ti va di provare a farla insieme... - ammiccò.  Stava scherzando vero? Non avrei mai fatto la doccia insieme a lui... certo avevamo fatto di peggio nella vasca idromassaggio ma era differente, le luci erano spente, c'erano solo le candele...
- Non faremo mai la doccia insieme! - dissi paonazza in viso. 
- Ce lo sapremo ridire a fine gita! - mi baciò per poi sparire in bagno. Ne approfittai per ricompormi al meglio, in quanto ero decisamente svestita, dopodichè tornai sotto le coperte. Non sarei riuscita ad andare a sciare quella mattina... non dopo tutto quello che era successo. 
- Pigrona non dirmi che ti sei rimessa a dormire? - disse buttandosi sul letto ancora mezzo nudo. Lo stava facendo apposta per imbarazzarmi, ma perchè doveva farlo? - Avanti scendi da questo letto. - mi diede tanti piccoli teneri baci su tutto il viso. 
- Non mi va... sono a pezzi! Non posso nenache muovermi. - confessai. 
- OOOPS... colpa mia! - disse quasi orgoglioso di se. 
- Certo che te la tiri parecchio... - lo presi in giro anche se forse un minimo di verità nelle sue parole c'era. - Ti ricordo che ieri ho sciato per ben quattro ore... è normale che i muscoli ne risentano.
- Non abbiamo solo sciato però... - ammiccò! 
- Ok ok ok ho capito il concetto: mi alzo o non la smetterai più di mettermi in imbarazzo. - rise
- E' divertente farlo ma se ti da fastidio...
- Se rimane nella nostra sfera privata ok ma non te ne uscire con nessuno o ti ammazzo!
- Agli ordini principessa, ora va a vestirti o ci becceremo un bel richiamo!
Fu così che demmo il via alla seconda giornata. Devo essere sincera, fu molto stancante riuscire a stare al passo con gli altri visto le poche ore di sonno della sera precedente ma quello non fu nulla in confronto a i giorni seguenti. Ogni sera io e Erik, con una qualsiasi scusa riuscivamo ad allontanarci dal gruppo e tornando nella nostra stanza finivano sempre  per fare l’amore e non una volta... ma più e più volte. Mi stavo in tutti sensi godendo la vita se così si può dire... il mio amore... e questo mi portò ad arrivare alle lezioni di sci sempre più stanca e meno arzilla. Ero talmente stanca che il  quarto giorno rinunciai proprio a presentarmi alla lezione. Avevo appena trascorso una intensa notte di fuoco e non avevo assolutamente voglia di muovermi dal mio letto. Erik ci provò a convincermi, ma niente da fare: nessuno mi avrebbe impedito di trascorrere l’intera giornata tra le calde lenzuola del mio fantastico letto gigante. Feci avvisare il professore dalle mie amiche il quale venne immediatamente a controllare che la situazione fosse ok, gli raccontarono che avevo la febbre e di conseguenza non potevo uscire all’aria aperta. Onde evitare di farlo entrare nella mia stanza e farlo insospettire mi trasferii momentaneamente in una delle altre camerare. Il professore non sembrò farci caso e dopo aver parlato un po’ e confermato la mia tesi, facendo finta di avere anche una tosse spaventosa, mi lasciò riposare e raggiunse il resto della classe. Tornai nella mia stanza e dalla finestra, che dava proprio sulla pista da sci, mi misi a seguire Erik con lo sguardo. Mi dispiaceva non essere lì con lui ma davvero volevo solamente riposare. Con la scusa di ammirarlo da lontano controllai anche che nessuna sciaquetta ci provasse con lui. Era il ragazzo più bello della scuola, il capitano della squadra di football... era circondato da mille ragazze e la cosa mi dava alquanto fastidio. Sembrava stesse comportandosi bene ma di punto in bianco, dopo essermi distratta per una chiacchierata al telefono con mia mamma, non lo trovai più in pista. Continuai a scrutare l’orizzonte sperando in una svista ma niente, sembrava essersi volatilizzato. Dove accidenti poteva essersi andato a cacciare? Non dovetti aspettare molto per conoscere la risposta neanche dieci minuti dopo lo vidi entrare in stana.
- Amore!!!! - esclamai non pensando di rivederlo li così presto.
- Ti sono mancato??? - disse maliziosamente
- Cretino! Come mai sei qui? Ti pensavo fuori a far lezione.
- Si beh... ho avuto invidia di te che te ne stavi  in questo letto caldo senza fare nulla e ho pensato: "perché non andare a farle compagnia?" Sorpresa!  Eccomi qua.
- Sei fuggito dalla lezione - risi - Ma sei pazzo? Se ti beccano tu uccidono.
- Mi fai così scemo? Tranquilla sanno che sono qui. Ho fatto finta di cadere e di farmi male. Sono stato in infermeria e poi mi hanno detto di tornare in stanza a riposare. - scrollò le spalle.
- Tu... tu sei tutto matto!
- Lo so, ma a te piaccio anche così giusto? - mi baciò - senti... che ne diresti di... beh... riprendere il discorsetto di ieri sera? Non vorrei che questo bel lettino si offendesse per non essere stato usato a dovere.
- Non dovevi risposare? - lo presi in giro?
- Beh... potremmo -"riposare" insieme che ne dici? 
- Dico che... - niente, non dissi nulla. Lo lasciai fare e questo mi portò... ci portò, a replicare la nostra serata mentre tutto il resto della nostra classe era impegnato nelle piste da sci. Mi sentii in colpa per aver mentito? Neanche un po. 
Passammo tutto il pomeriggio in quel letto e ormai distrutta e senza alcuna voglia di scendere al piano di sotto per la cena, con il permesso del professore me la feci portare in camera, la scusa della febbre reggeva ancora. Ordinai anche per Erik naturalmente. Era stata una bella giornata, la più bella senza ombra di dubbio.
- Credo che abbiamo dato abbastanza per oggi... filmetto e poi nanna? - propose. Ci aveva visto lungo, l'unica cosa che avrei voluto fare quella sera era dormire. Se non lo avessi fatto molto probabilmente non sarei riuscita neanche a mettere i piedi per terra il giorno seguente senza senza cadere a faccia avanti.
- Credo sia una magnifica idea! - lo baciai.
- Prima però voglio immortalare questo momento in onore di questa giornata. - prese il suo telefono e ci facemmo un selfie... nel letto, coperti solo da un lenzuolo e più stanchi che mai. Decidemmo di pubblicarla sui nostri social, avevamo bloccato la visualizzazione a tutti i nostri conoscenti quindi non correvamo nessun pericolo. Accompagnammo la foto con la didascalia "questa gita ci distrugge" dopodichè mettemmo via i cellulari e iniziammo a guardare il film... o meglio, lui guardò il film io mi addormentai all'istante risvegliandomi direttamente il mattino seguente. Non fu affatto un risveglio piacevole però. Aprii gli occhi solo a causa del mio cellulare che continuava imperterrito a squillare. Non feci in tempo a rispondere, ero talmente assonnata che per capire dove lo avessi poggiato ci volle un'eternità.  Quando lo trovai, oltre a quattro chiamate senza risposta da parte di Leila trovai anche un suo messaggio.

      
Accidenti... l'avevo bloccata sul nuovo profilo, quello che avevo creato sul nuovo cellulare, ma avevo dimenticato di bloccarla sul vecchio. Maledetta me pensai... perchè accidenti avevo deciso di utilizzare il mio solito vecchio cellulare per quella cosa? Papà me lo aveva ridato solo per la gita, per tenerci in contatto, ma forse sarebbe stato meglio rifiutare l'offerta e continuare clandestinamente ad utilizzare il nuovo spacciandolo, durante le chiamate con i miei, come il cellulare di qualche mio amico. Ero nei guai fino al collo e dovevo assolutamente trovare il modo di far calmare mia sorella o sarebbe stata la fine... la mia fine. Le feci una videochiamata, era infuriata nera, non l'avevo mai vista così, avevo tradito la sua fiducia mentendole spudoratamente, ed era comprensibile quindi che lo fosse. Cercai di giustificarmi tentando di nascondere ancora una volta la verità; inventai bugie su bugie pur di salvaguardare almeno qualcosina, ma quando mi resi conto che la situazione stava diventando assai rischiosa e che era davvero sul punto di chiamare i nostri genitori e farmi così radiare dalla famiglia decisi di essere sincera e confessai di averla presa palesemente in giro. Mi gridò addosso quante più parole possibili immaginabili, non si aspettava da me un inganno del genere, ma qualche ora dopo, come eravamo consuete fare dopo un furiosa litigata, facemmo pace. Continuava a non accettare e a non vedere di buon occhio la mia decisione ma ormai non si poteva tornare indietro. Si limitò a farmi tremila raccomandazioni, mi disse di avere la testa sulle spalle, di tornare immediatamente in stanza con le mie amiche, di non dormire piu con lui e di non fare più niente di quello che pensava avessi gia fatto perchè davvero quella era l'ultima volta in cui mi avebbe coperta, al mio prossimo sgarro sarebbe corsa tempestivamente ai ripari incurante di ciò che ne sarebbe susseguito. Mi ero comportata male ancora una volta e per l'ennesima volta lei mi aveva coperta. Non ce altro d'aggiungere su questo, i fatti parlano chiaro: Ho proprio un amore di sorella!
Cercai di comportarmi bene per tutto il resto della gita ma una cosa devo dirla... non fu semplice cambiare abitudini così improvvisamente e infatti alcune cosette non riuscii proprio a modificarle. Di cosa sto parlando? Beh... come prima cosa non riuscii a cambiare stanza e poi... per quanto io abbia provato a resistere, qualche volta, non più spesso come prima, è capitato di cedere a dei momenti di passione con il mio lui. Furono molto più pesanti quei giorni da gestire rispetto ai primi ma tutto sommato le cose furono divertenti ugualmente... anzi devo ammettere che forse quelle giornate lo erano state ancora di più perchè oltre ad Erik riuscii a godermi anche i miei amici che in un primo momento avevo decisamente abbandonato a loro stessi. Finita la gita tornammo tutti alla nostra vecchia vita e questo per me voleva dire una cosa soltato... punizione. Restituii il mio vecchio cellulare a mio padre come concordato e questa volta, con suo grande stupore, non provai a convincerlo a farmelo tenere o altro. Dissi di aver capito il motivo per cui mi aveva punito e che era giusto cosi. La realtà naturalmente era un'altra: ero in possesso di un'altro cellulare e quindi restituire quello vecchio non aveva poi così tanta importanza. 
Andai avanti con la mia vita per un paio di settimane poi qualosa in me cominciò a cambiare. Iniziai a sentirmi in colpa per le bugie dette e non riuscivo più a guardare negli occhi i miei genitori. Mi sentivo sporca e nonostante fossi ancora molto arrabbiata per essere stata trattata come una a cui non era piu possibile dare fiducia mi sentii in colpa di starli prendendo in giro in quel modo così subdolo. Avevo un cellulare nascosto, vedevo Erik almeno una volta a settimana con la scusa di qualche progetto extra scolastico inesistente e andavo alle feste di compleanno dei miei amici fingendo di andare a dormire a casa dei nonni. Stava diventando ingestibile per me la cosa, non mi riconoscevo più e non sopportavo il senso di colpa che avevo dentro ogni qualvolta incrociavo lo sguardo dei miei. Mia madre non meritava di certo un comportamento simile da parte mia, ha sempre cercato di aiutarmi in ogni circostanza, anche quella più brutta, ma a dire la verità, per quanto potessi essere arrabbiata con lui, neanche mio padre meritava un trattamento simile. Decisi così che era giunto il momento di parlare con lui a quattro occhi. Era mercoledì mattina, penso che non lo dimenticherò mai, ero appena uscita da scuola e piuttosto che diriggermi a casa come di consueto, presi la strata per il porto e raggiunsi mio padre sulla jolly Roger. 
- Chloe! - esclamò sorpreso di vedermi li - Non dovresti essere a casa? Che ci fai qui.
- Ciao papà... sei... sei impegnato per caso? 
- Sto lavorando. Ti serve qualcosa? Ti manda la mamma? 
- No ma tranquillo, l'ho chiamata per informarla che venivo qui. Volevo parlare con te di una cosa ad essere sinceri... possiamo o sei troppo indaffarato con il lavoro? - ero intenzionata a parlargli ma in quel preciso istante sperai quasi che mi dicesse di non avere tempo.
- Se vuoi parlarmi ancora una volta d...
- Niente di quello che immagini. Voglio parlarti di una cosa seria questa volta. - lo vidi scrutarmi negli occhi per una manciata di secondi per capire se stessi dicendo la verità.
- Hai combinato qualcosa? 
- Lo scoprirai solamente se accedtterai di parlarmi... allora puoi abbandonare dieci minuti il lavoro o no?
- Certo che si. Aspettami sotto coperta, sistemo al meglio le cime e sono subito da te. - ne approfittai per apparecchiare la tavola e mettere su di essa il pranzo che avevo preso da Granny strada facendo. Era ora di pranzo dopotutto e per quando fossi agitata per la sitazione alla mia fame non sembrava importare nulla. - Deve essere una cosa lunga se hai portato anche il pranzo... o hai intenzione di comprarmi con il cibo? - disse con aria sospettosa.
- Papà... per una volta, una sola, possiamo tornare ai tempi in cui il nostro rapporto era meno conflittuale e senza battutine? 
- Mi piacerebbe molto tornare indietro nel tempo... mi piacerebbe davvero capire dov'è che ho sbagliato con te. - ammise. - Mah non si puo... - sospirò - andiamo dimmi, di cosa vuoi parlarmi?
- Prima che tu salta a conclusioni affrettate ti ribadisco che non sono qui per impietosirti o per farmi togliere le punizioni. Non mi interessa nulla sul serio. Ci sono rimasta molto male ma se hai ritenuto giusto prendere questi provvedimenti un motivo ci sarà. E poi... beh... non credo che dicendoti quello che ho da dirti tu sia intenzionato a restituirmi la libertà... anzi...molto probabilmente finirò ancora di più nei guai ma non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e il clima che si sta creando a casa mi fa stare male. 
- Non sembra l'inizio di un bel discorso. Non mi piacerà vero?
- Affatto... - confermai - E' giunto il momento che tu sappia come siano andate le cose. - Feci una pausa... il suo sguardo attento mi stava creando un'ansia assurda, non era per nulla facile dire quello che stavo per dirgli. - Il giorno del mio compleanno mamma e zia Regina mi sorpresero a baciare Erik... ho detto loro che è stata cosa di una volta, un semplice bacio scattato così dal nulla, un qualcosa che non aveva nessuna importanza per me. Era tutta una bugia. Io e erik stavamo insieme già da un paio di mesi papà... è si: Erik è il mio fidanzato. - mi fermai dandogli il modo di digerire la notizia e replicare. 
- Continua - rispose impassibile
- Con la scusa che da sempre è stato il mio migliore amico è sempre venuto a casa nostra o io sono andata da lui ma devi credermi, te lo giuro, non c'è mai stato niente che andasse oltre il bacio tra di noi. Beh... almeno fino a quel famoso giorno. Non so cosa mi sia preso papà, non ho pensato con razionalità e mi sono fatta trascinare dall'impulso del momento. Non avrei dovuto farlo e me ne rendo conto solamente adesso. Avevi ragione tu, avevi visto giusto... io e Erik non stavamo semplicemente giocando come ho ingenuamente tentato di farti credere. 
- Hai decisio di ammetterlo quindi... e perchè? Cosa ti ha spinto a dirmi finalmente la verità? E' successo altro? - vedevo diventarlo sempre più serio, non mi piaceva proprio la piega che stava prendendo la nostra discussione, forse avevo sbagliato... avevo fatto male ad andare a parlare con lui.
- Perchè mi sento sporca papà! Ti ho visto quasi morire, è stata colpa mia e Dio solo sa quanto io mi sia spaventata e sentita in colpa per averti fatto questo. Nonostante ciò però, sarà perchè ero arrabbiata per via delle punizioni o per il semplice fatto che ti ostinavi a non credere alle mie parole, ho continuato ad avere un atteggiamento poco consono nei tuoi confronti e in quelli della mamma, mancandovi ulteriormente di rispetto. 
- Avevo ragione a non credere alle tue parole però! - escalmò - Va avanti, sono sicuro che la parte peggiore deve ancora venire.
- Ti ho fatto credere che per tutto questo lungo periodo, nonostante le continue lamentele e tentativi di farmi togliere le punizioni, mi sia rassegnata alla mia nuova vita fatta interamente di scuola e famiglia... beh non è così. La mia vita diciamo che bene o male non è mai cambiata... se non per quanto riguarda il rapporto con voi. Erik mi ha regalato un cellulare nuovo per poterlo sentire e per parlare con le mie amiche e ho detto di seguire il corso di teatro per ottenere dei nuovi crediti ma in realtà era solo una scusa per vedere una volta a settima Erik.... tranquillo però non abbiamo tentato di replicare quel brutto gesto, sono troppo piccola hai ragione.
- Chl...
- Aspetta, non ho finito. Devo confessarti un'altra cosa... tutte le volte che per voi sono rimasta a dormire a casa dei nonni in realtà sono andata alle feste di compleanno dei miei amici. - stava ancora una volta per prendere la parola ma lo anticipai - La nonna e il nonno non centrano nulla quindi non arrabbiarti con loro,  non mi hanno coperta. In realtà ho mentito anche a loro. Ho creato una sagoma umana con dei cuscini e l'ho coperta con le lenzuola per far sembrare che stessi dormendo. Non appena li vedevo andare nella loro stanza scappavo dalla finestra e raggiungevo i miei amici. Scusami papà, mi dispiace veramente tanto... 
- Non... non so assolutamente cosa dire... - Il semplice fatto che stesse parlano in maniera pacata senza gridare come invece mi ero immaginata era già un gran traguardo per me. Restammo in silenzio per alcuni minuti, non dissi nulla, aspettai che fosse lui a prendere in mano la situazione. - Chloe sono sotto shock! Davvero... Non mi sarei mai aspettato da te un comportamento del genere. Non avrei mai immaginato che potessi arrivare a tanto...
- Me ne rendo conto da sola che ho tirato troppo la corda ed è per questo che sono venuta qui oggi a parlartene... non voglio più continuare a vivere nella menzogna. Sono arrivata al punto di non saper più distinguere la verità dalla bugia, non riesco più a guardarvi negli occhi senza sentirmi in colpa...io voglio solo che tutto questo finisca e che torniamo ad essere la famiglia che siamo sempre stati. Mi mancate... mi manca parlare con la mamma... mi manca scherzare con te. Non lo dico per compassione, è la pura verità e non mi interessa se mi terrai in punizione a vita. Sono disposta anche a farmi murare in stanza senza magia pur di risolvere questo gran casino che ho creato. 
- Guadagnarsi la fiducia di una persona dopo averla imbrogliata in tutti i modi possibili immaginabili è un duro lavoro Chloe...
- Lo so... ma non mi importa quando ci vorrà, spero solo che tu me ne dia la possibilità e che  un giorno, per quanto lontano sia, io riesca ad ottenerla. 
- Fammi finire... dicevo: guadagnarsi la fiducia dopo aver tradito il prossimo è un passo assai difficile ma il sempice fatto che tu sia venuta qui oggi a raccontarmi la verità nonostante nessuno di noi sospettasse nulla e che quindi non fossi messa alle strette per farlo, non solo ti fa onore ma è anche il primo passo verso la redenzione. 
- Questo significa che mi... che mi perdonerai?
- Mi hai deluso... mi hai deluso parecchio sono sincero, non credevo che saresti arrivata fino a questo punto, ma sei la mia bambina e qualunque cosa tu faccia, lieve o grave che sia, io ti perdonerò sempre. Ci vorrà un po prima che io possa guardarti nuovamente negli occhi e fidarmi ciecamente di te come un tempo, ma prima o poi succederà. 
- Davvero papà? - non potevo crederci... mi stava perdonando.
- Davvero... e poi siamo onesti, neanche io ti ho reso le cose facili. - finalmente mi rivolse un piccolo sorriso e io, senza aspettare oltre, gli corsi incontro per abbracciarlo. Ricambiò all'istante. - Voltiamo pagina che ne dici? Iniziamo un nuovo capitolo e tassello dopo tassello ricostruremo insieme la fiducia perduta. 
Parlare con mio padre fu senza ombra di dubbio una delle cose migliori fatte in quel periodo buio . Mi sentii subito come rinata, non ero più sola e avevo ancora una volta qualcuno su cui contare. Parlai anche con la mamma dovo aver parlato con lui ma con lei fu molto più semplice spiegarmi. Tralasciando il fatto che lei avesse già intuito della mia relazione con Erik, non si scandalizzò per l'enorme quantita di bugie che le avevo rifilato. Si arrabbiò, non posso negarlo, ma a differenza di papà, con il quale dopo qualche settimana ancora stavamo ricostruendo passo dopo passo il nostro consueto rapporto, mi perdonò subito. Solo un paio di cose avevo evitato di confessare: la gita scolastica insieme a  Erik e il fatto che io e lui avessimo iniziato ad avere dei rapporti. Sulla gita avevo ancora qualche piccola perplessità sul fatto di confessarla o meno ma sulla seconda cosa proprio no. Non ero di certo ne la prima ne l'ultima ragazza ad avere con il suo fidanzato questo genere di rapporto quindi non vi era assolutamente motivo per parlarne. Riuscii ad ottenere anche una riduzione della punizione, sembra strano vero? Eppure a quanto pare l'essere onesti ripaga sempre. Mi venne restituito il mio vecchio cellulare e non meno importante mi venne data la possibilità di uscire un sabato si e uno no con le mie amiche. Non avevo nessuna intenzione di imbrogliarli questa volta, uscii sul serio con le mie amiche e per quanto riguarda Erik per un periodo mi limitai a vederlo solamente durante la scuola. Tutto sembrava procedere a meraviglia ma aimè il periolo era dietro l'angolo. Se pensavo che quello che avevo appena vissuto fosse il periodo peggiore della mia vita ero proprio un'ingenua... un mese e mezzo dopo qualcosa di ben peggiore sconvolse la mia vita. Ero in camera mia, con il calendario alla mano a fissare, ipoteticamente, le varie interrogazioni da volontaria che avrei voluto sostenere quel mese quando il mio sguardo si soffermò su un appunto preso qualche tempo prima. Accidenti... con tutti i casini avuti in quel periodo avevo completamente dimenticato quella cosa. E ora? Continuai a fissare quella scritta per più di un'ora, non poteva essere vero, una precisina come me che perde di vista una cosa del genere. Dovevo aver di sicuro sbagiato qualcosa non poteva esserci altra soluzione. Sfogliai tutto il calendario alla ricerca di vari indizi e mi resi conto che l'appunto preso purtroppo non era affatto un errore... era ufficiale: la mia vita era finita. Iniziai a piangere spaventata e senza dare al mio cervello modo di ragionare presi il telefono e scrissi all'unica persona a cui potevo raccontarlo. 
        
Con la scusa di dover uscire urgentemente per andare a comprare della cancelleria che mi serviva per poter finire i compiti incontrai Erik nel nostro rifuggio segreto a scuola. Non era orario scolastico ma quello era l'unico posto dove potevo parlare con lui senza essere sgamata. Quando arrivò mi trovò in un mare di lacrime e con il mascara completamente sbavato... erano ore che piangevo, avevo smesso solamente per non destare sospetti ai miei. Si preoccupò all'istante vedendomi così e cercò per più di quaranta minuti a spronarmi a parlare... inutile, non ci riuscivo, non potevo dirgli una cosa così grave. 
- Mi... mi hai detto che mi avresti trovata sempre ricordi? - dissi tra un singhiozzo e l'altro - Tralasciamo la parte in cui tu mi trovi e passiamo direttamente alla fase successiva... andiamocene via di qui! - dissi tutto d'un fiato.
-Cosa? E' uno scherzo forse? Che accidenti dici! - rispose non capendo.
- Dobbiamo andarcene di qui... non posso più restare a Storybrooke... dobbiamo sparire dalla circolazione. 
- Ma di che accidenti stai parlando Chloe? Sei sconvolta, non so cosa sia successo, penso tu abbia nuovamente litigato con i tuoi, ma questo non giustifica le pazzie che stai dicendo! Calmati ok? Prendi un respiro spiegami che sta succedendo; sono sicuro che non è poi nulla di così grave.
- PER TE MAI NULLA E' GRAVEEEE! - persi il controllo - scusami non volevo urlarti contro così. Dicevo... Per te c'è sempre la soluzione a tutto ma sbagli! Ci sono cose a cui non si può porre rimedio! E io...beh... io sono nel bel mezzo di questa situazione. Dobbiamo andare via di qui! 
- Io non me ne andrò mai da Storybrooke Chloe! Non senza un motivo razionale almeno e visto che sono sicuro che neanche tu ne abbia uno al momento allora penso proprio che anche tu te ne resterai qui. - sembrava stesse per alterarzi. - Mi hai chiamato perchè avevi urgente bisogno di parlarmi... che è successo qualcosa di grave dove anche io sono convolto a me sembra solo che tu stia dicendo un sacco di cavolate adesso piuttosto che dirmi la verità. Hai qualcosa da dirmi di sensato si o no? Non possiamo stare qui tutto il giorno senza cavarne fuori un ragno dal buco. 
- Sei... sei arrabbiato?
- Ma no amore che non sono arrabbiato ma mi mette ansia vederti in questo stato ok? Non è da te. Non girarci attorno, lo sai che a me puoi dire tutto. - ora o mai piu pensai e senza aspettare un secondo di più mi avvicinai all'orecchio di Erik e gli rivelai il mio più grande segreto. La sua reazione? Lo annientai. Non parlò per oltre dieci minuti.
- Allora? l'idea di scappare ti sembra ancora così azzardata? - dissi ancora in lacrime. 
- Io... io non... deve esserci un errore. 
- Ho controllato bene... sono una precisina, scrivo tutto ciò che non deve essere dimenticato, non posso essermi sbagliata.
- Questo significa che siamo nella merda lo capisci?
- SIAMOOOOO? SONO! Io sono nella merda Erik, non tu!
- Sei la mia donna, se ci sei tu automaticamente ci sono anche io. Non parlavo a vanvera il giorno in cui ti ho detto che sono sicuro che tu sia il mio vero amore, lo penso sul serio e non ci sarà un solo momento in cui non sarò al tuo fianco. 
- Si ma adesso...
- Adesso dobbiamo solamente capire la verità! Sono sicuro che ci sia una spiegazione più che logica. - lo vidi pensare frettolosamene - Ci sono! Domani dopo scuola, inventa una scusa con i tuoi, ce ne andremo ad Arendelle... abbiamo bisogno dell'aiuto del gran papà.
- Il.. il troll delle rocce?
- Lui sa tutto Chloe, lui può mostrarci la verità. 
- io non...
- Abbi fede in me, non te ne pentirai. - non ero assolutamente in grado di pensare lucidamente  in quel momento così gli diedi retta e gli dissi di si. La notte però, non riuscendo a chiudere occhio vista la drammatica sitazione, pensai molto e capii che non avevo assolutamente bisogno di una roccia parlante che mi dicesse quanto sarebbe stata disastrosa la mia vita, non nell'immediato almeno... avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui sentirmi me stessa... qualcuno a cui avrei potuto dire qualsiasi cosa senza mai sentirmi giudicata. 
Al mattino preparai, come di consueto lo zaino per la scuola ma questa volta non vi misi dei libri dentro. Optai per riempirlo di vestiti e una volta preso l'autobus al posto di scendere a scuola proseguii per Boston. Erik avrebbe capito, non era il momento di parlare con gente a me estranea, quello di cui avevo davvero bisogno era parlare con mia sorella. 

POV LEILA
Avevo un esame a breve... uno di quelli importanti, forse il più importante di tutto il semestre. Stavo studiando giorno e notte, la mia vita sociale era diventata quasi pari a quella di un'eremita e come se non bastasse avevo addirittura litigato con Gideon. Eh già... si era arrabbiato perchè secondo lui stavo trascurando la nostra relazione. Avevo più volte cercato di spiegargli, tramite chiamate e sms, che il semplice motivo per cui non ci vedavamo più così tanto spesso era il semplice fatto che avevo troppo da studiare, ma lui sembrava non voler capire. Metteva sempre in ballo le solite cose: "sei cambiata, prima cinque minuti per me li avresti trovati, gli altri vengono sempre prima di me ecc ecc ecc". Addirittura si era messo in testa che lo stavo tradendo. Con chi? Con il mio tutor universitario. E' capitato qualche volte durante le nostre conversazioni che parlassi di lui e di come fosse stato una manna dal cielo ad illuminarmi sul programma da seguire ma ninte di più... a quanto pare questo per Gideon era abbastanza da poter intravedere in quelle parole l'inizio per me di una nuova relazione. Peccato che non sappia che il mio tutor ha 65 anni suonati. 
- Ha chiamato il tuo fidanzato mentre eri in doccia...  - lupus in fabula - Ha detto che potresti anche rispondere ai suoi messaggi. - disse la mia coinquilina alzando gli occhi al cielo. Lei e Gideon non potevano vedersi. Lui la considerava una poco di buono e non vedeva di buon occhio la nostra amicizia mentre lei lo considerava un pallone gonfiato capace solo di lamentarsi, comandare gli altri e dettar legge.  - gliel'ho spiegato che eri in doccia ma secondo me dubito che capisca il concetto che congegni elettronici e acqua non vanno d'accordo se messi insieme. 
- Ti ha detto anche qualcosa di sensato per caso? - risi alla sua precedente battuta
- Ha detto di richiamarlo... vuole sapere che intenzioni hai per questo fine settimana... se torni a casa o se deve venire lui. 
- Ancora? Ma se gli ho detto già 15 volte che non possiamo vederci questo fine settimana... è sordo per caso? - sospirai rassegnata. 
- Non lo so! E' il tuo ragazzo, non il mio - mi prese in giro
- Devo studiare! penso di averglielo detto in tutte le lingue del mondo ma continua a non capire. Vuole vedermi? Bene, gli dirò di venire qui ma non si mettesse in testa di fare chissà che cosa... vi guarderete un bel film mentre io continuerò a friggermi il cervello su questi schifosissimi libri. 
- Te lo scordi che io rimanga qui se lui verrà a trovarti! Chiederò ospitalità a Karen cosicchè voi piccioncini possiate stare un po da soli... per quanto non mi stia simpatico non ti farebbe di certo male scaricare lo stress facendo del buono e sano s...
- Railyyyyyy!!!! 
- Adoro quando ti scandalizzi così! - Scoppiò a ridere . Comunque fidati... non farebbe male nenache a Mr brontolone stanne certa. - non riuscii a trattenermi a quell'ultima battuta e iniziai a ridere insieme a lei. In effetti un po acidello lo era divedntato davvero. 
- Forse dopo l'esame... prima proprio no! Non ci crederai mai, visto che dici che non faccio altro che studiare, ma mi mancano ancora due libri prima di iniziare il ripasso finale.
- Dueeee???? E ancora qui a parlare con me stai? Che aspetti a metterti a studiare è? Fila ad aprire i libri... scrivo al tuo brontolone con il tuo telefono dicendogli di starsene a casina questo weekend e poi vengo a darti una mano. Hai bisogno di un miracolo!
- ALT! Stai lontana dal mio telefono punto primo... secondo ora ho lezione e non posso assolutamente mancare. 
- Se fai così adesso che sei solo una matricola cosa farai alla laurea? - sospirò rassegnata - Ti aspetto qui, non ho lezione oggi, porta immediatamente il culo a casa non appena la lezione sarà terminata. 
- Si mammina! - Presi la mia tracolla, la salutai e uscii di casa.  Ero abbastanza in ritardo visto l'incessante parlare della mia coinquilina e così decisi di prendere l'autobus con la speranza di guadagnare un paio di minuti ed arrivare, forse, in orario. Una volta arrivata in facoltà, con ben 15 minuti di ritardo,  notai di essere stata miracolata: Il professore era appena entrato in aula. Andai a sedermi accanto ai miei amici, che mi avevano gentilmente tenuto il posto e aspettai che iniziasse la lezione. 
Ero più concentrata che mai, la lezione di quella mattina prevedeva il ripasso di uno degli argomenti che ancora non avevo avuto modo di studiare. Stavo li con penna alla mano a cercare di prendere più appunti possibile in modo da ridurre il lavoro quando improvvisamente venni disturbata dalla vibrazione del mio cellulare. Diedi uno sguardo veloce al display per capire chi potesse essere e quando vidi che era la mia coiquilina rifiutai la chiamata senza pensarci due volte; la conoscevo bene, di sicuro aveva combinato qualcosa con uno dei suoi amici e ora moriva dalla voglia di raccontarmelo. Tornai a seguire la lezione ma fu impossibile riuscire a concentrarsi a dovere, il cellulare era un continuo vibrare. Lo presi un'ultima volta per mandarle un sms ma lei mi anticipò lasciandomi senza parole. 
 
Rimisi tutti i libri all'interno della tracolla e senza pensarci due volte corsi in direzione della fermata dell'autobus. Che accidenti ci faceva mia sorella, da sola, in una giornata di scuola a Boston? Che accidenti le era successo di così grave tanto da farla uscire da Storybrooke. Arrivai a casa con il cuore in gola, a parte il piccolo tratto in auto, avevo persorso tutto il tragitto correndo. La trovai buttata sul divano a singhiozzare in maniera incontrollata mentre la mia amica cercava in qualche modo di estorcerle qualche informazione.
- Chloe amore! - dissi andandomi a sedere sul divano con lei e stringendola forte contro il mio petto - scimmietta, tesoro... calmati ok, ci sono io adesso. Va tutto bene. - le feci dei massaggi circolari dietro la schiena cercando di riuscire a calmarla un po... niente... non sembra intenzionara a farlo. Ero preoccupata, in 15 anni della mia vita non avevo mai visto mia sorella comportarsi in quel modo. - Mi fai spaventare così... - le dissi dolcemente baciandole la fronte. -Andiamo a sciacquarci il visoo  ok?Magari dopo ti sentirai un po meglio. - scosse la testa in segno di negazione... bene, almeno iniziavamo a cominicare. - Ok, rimaniamo qui allora, va bene? - annuì - Ok, come vuoi. Te la senti però di dirmi quello che è successo? - scosse nuovamente la testa. Non era ancora pronta. Non la forzai e la lasciai sfogarzi, se sentiva il bisogno di piangere era giusto che lo facesse. Sperai solo che alla fine oltre al mal di testa che sicuramente avrebbe avuto, si sarebbe sentita un po piu leggera. Aspettai un'ora e mezza che il suo singhiozzo di calmasse ma quando mi resi conto che la cosa si sarebbe portata per le lunghe dovetti intervenire. - Senti, la mamma sa che si qui? - anche questa volta rispose a gesti e disse di no. - Ok, allora la chiamo e le dico di non preoccuparsi se non ti vede arrivare.
- NO NO NO LEILA NOOOOO! NON CHIAMARE MAMMA TI PREGOOOOOOOOO! - gridò talmente forte che mi mise paura. -NON DIRLE CHE SONO QUI!
- Chloe tesoro devo chiamarla per forza... anche se ti mettessi in viaggio adesso dubito che riusciresti a tornare a casa prima dell 16:00. Si preoccuperà non vedendoti tornare e sarà peggio. - scosse la testa per l'ennesima volta - Hai litigato con mamma per caso? - non vedevo altra spiegazione a quella reazione così esagerata
- ..no.
- E allora fammela chiamare ok? Le dico che ho voluto farti una sorpresa e ti sono venita a prendere prima per portarti a Boston così non si arrabbierà ok. Va bene così? 
- Si... - finalmente ero riuscita a convincerla. presi il telefono e chiamai mamma per informala. Mi beccai una ramanzina infinita sul fatto che non dovevo riprenderla da scuola senza prima chiederle il consenso, che quel pomeriggio aveva la visita di controllo per il problema al cuore avuto qualche mese prima e ora a causa mia era costretta a rimandarla e non per ultimo che non è stato assolutamente un comportamento responsabile il mio e che da me non se lo aspettava. Mi presi tutte le colpe del caso, non volevano se la prendesse con lei ancora una volta,  dopodichè riagganciai con la promessa di rimetterla su un'autobus quanto prima.
-  Mi sono appena beccata una strigliata infinita dalla nostra cara mammina per il "mio" comportamento poco responsabile lo sai scimmietta? Che ne diresti adesso di metterci comode davanti ad una bella tazza di cioccolata a chiacchierare su cosa ti ha spinto a venire fin qui? Credo di meritarmelo dopo quello che ho appena fatto per te non credi?
- Non... non pos... non posso dirtelo.... - niente, non riusciva a non piangere. 
- Certo che puoi dirmelo lo sai. Non saresti venuta qui altrimenti. Andiamo Chloe non farti pregare, non abbiamo tutta la giornata, volente o nolente tra poco dovrò accompagnarti alla fermata dell'autobus. Mamma ti vole a casa per un orario decente.
- Non... non ci torno a casa.  voglio re...re.. restare qui. Fammi restare qui ti prego. Farò la brava ma non farmi tornare a c...casa. 
- Amore fosse per me ti farei restare più che volentieri ma hai anche una visita da sostenere oggi - scosse la testa e si strinse ancora di piu al cuscino che del divano. - Non avrai mica paura di una stupida visita vero?
- No... ma a casa non... non ci torno. 
- Perchè Chloe, perchè? Dimmelo avanti. - cercai di spronarla nella speranza di riuscire a convincerla a parlare. 
- per... perchè ho... ho paura! - riuscì ad ammettere. - Mi... mi faranno a pezzi se solo sap... sapessero quello che è succ...successo. Io non... non volevo che succedesse lo giu... lo giuro... è la fine. La fine della mia vita. - singhiozzava incontrollabilmente, avevo quasi paura potesse sentirsi male da un momento all'altro.
- Andiamo non esagerare adesso che sarà mai successo di così tanto tragico da fari pensare una cosa del genere.Forse papà ti ha pizzicata con Erik e ora hai paura di tornare a casa per la sua reazione?
- Peggio... molto pe... peggio.
- cosa c'è peggio di papà che ti striglia Chloe? Devo preoccuparmi? - annuì facendomi gelare il sangue. Il mio pensiero andò subito ad Erik - E' successo qualcosa con Erik vero? - annuì ancora - Ti ha forse fatto del male? - non rispose subito e la cosa mi insospetti - Chloe guardami negli occhi per favore. Erik ti ha fatto del male?? Devi dirmelo se è così!
- N... no....
- Sicura? Ti ha costretta a fare qualcosa che non volevi? Parlami ti prego voglio solo aiutarti scimmietta. - la conoscevo bene e quello sguardo non era uno sguardo di chi ha intenzione di cedere facilmente. - Qualunque cosa sia successa può risolversi tranquilla. Ti aiuterò io non devi aver paura di niente. 
- Non... non si risolverà! - disse convinta ma angosciata allo stesso tempo. 
- Sono più grande di te tesoro e so per certo che nella vita tutto si risolve. Non c'è scampo solo alla morte quindi a meno che tu non abbia ucciso qualcuno rilassati, andrà tutto bene! 
- Me... me lo prometti?
- Certo che te lo prometto scimmietta ma tu devi dirmi che ti succede, solo così potrò aiutarti. Avanti respira profondamente, prendi coraggio e senza pensare ai se e ai ma dimmelo. Te lo ripeto scimmietta: non c'è nulla che tu non possa dirmi. 
La convinsi. La vidi prendere un respiro profondo dopodichè dando fiato alla bocca disse l'unica cosa che mai mi sarei aspettata di sentire - Penso di essere incinta!
 
Note dell'autore:
Eccomi qui, scusatemi per l'estenuante attesa ma tra il lavoro e le feste non sono riuscita a ritagliarmi molti momenti per dedicarmi alla scrittura. Cosa dire... è uno dei capitoli più lunghi che abbia mai scritto tanto che ho deciso di fare un'ulteriore divisione. Eh già, ci sarà una terza parte per quanto riguarda questa storia. Ho provato a concentrare il tutto in soli due capitoli ma mi è stato letteralmente impossibile. Spero che per voi non sia un problema. Spero che il capitolo, nonostante i vari errosi ortografici che sicuramente troverete sia di vostro gradimento. Appena avrò un attimo di tempo mi dedicherò a sistemare i casini commessi ehehehehe.  Vi auguro una buona lettura e un buon inizio settimana. A prestissimo. 


 
 
 
 

 
  
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