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Autore: Dimea    05/05/2019    2 recensioni
Marinette Du Pain-Cheng è la nuova stella nascente della cucina francese, figlia d'arte ma tutt'altro che raccomandata, ha un carattere d'acciaio ed il sarcasmo affilato quanto i suoi preziosi coltelli.
Chat Noir è il pupillo di uno dei più grandi e temibili critici di alta cucina: Papillon, colui che ha fatto chiudere più ristoranti al mondo. della salmonella.
Il loro sarà uno scontro ad armi pari o cuoceranno a fuoco lento?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Marinette arcuò il sopracciglio, enfatizzando il suo stupore alla notizia.
Non poteva accettare il passaggio.
Non poteva e non doveva.
Già, decisamente fuori discussione.
Sentiva la fatalità annegarla nel caso, quasi fosse una punizione per la sua forzata latitanza.
Si sentiva alle strette, come un gatto braccato in un angolo di un vicolo cieco.
Non era poi così difficile capire chi fosse il mandante di quello scherzo privo di gusto, soprattutto dopo il discorso di quella mattina, eppure sapeva di non poter far nulla per rimediare a quella situazione.
Se c'era qualcosa in cui la ragazza eccelleva, cucina a parte, era lo sprofondare nel panico più estremo e , se durante la rimpatriata non era andata poi così male, la corvina iniziò a fiutare la catastrofe imminente.
Alya l'avrebbe pagata cara.
Dunque allungò la mano nella borsa, rovistando frettolosamente, alla ricerca del cellulare... ma venne prontamente fermata dal giovane modello. Nei suoi occhi un velo plumbeo.
-Mari, non ho la minima intenzione di importunarti e, se la mia presenza ti disturba, posso sempre andarmene- sospirò Adrien con rassegnazione - L'unica cosa che mi premeva era vedere una cara amica, sparita nel nulla per anni e Alya mi aveva semplicemente chiesto di riaccompagnarti al ristorante. Non era un appuntamento e sai bene che non sono nemmeno uno stalker.-
Il senso di colpa pervase la coscienza della corvina, con la stessa velocità di una potente neurotossina.
Forse Adrien non aveva tutti i torti.
Forse si era davvero posta nel peggiore dei modi e non aveva capito cosa realmente il ragazzo volesse da lei.
Forse la teatralità adolescenziale l'aveva sopraffatta, riportandola a memorie che non voleva rivangare. Forse.
Forse doveva calare il ponte levatoio anche solo per un istante. Non voleva farle del male, dopo tutto.
Dunque sospirò, lasciando che lo sguardo scivolasse sul pavimento, pentendosi del suo carattere impulsivo e tutt'altro che positivo. Scusandosi con un filo di voce.
-Non preoccuparti- tagliò corto lui, volgendo lo sguardo verso la stanza gremita di gente -ora goditi il momento e, se vorrai, ti accompagnerò al ristorante-.
Il momento...
Il suo umore era decisamente sprofondato nell'entroterra, nonostante la presenza di lui la rendesse fin troppo felice... certo questo non lo avrebbe ammesso.
Il biondo le posò delicatamente una mano sulla spalla.
Era sincero, Marinette poteva sentirlo e per un istante tornò a vederlo come quel ragazzino troppo preso dai photoshoot per rendersi conto di lei.
Cosa diavolo le era successo?
Forse la sua migliore amica non aveva poi così tanto torto, erano passati anni e forse valeva la pena dare una possibilità ad un vecchio amico?
Così lei sfiorò di rimando la mano di lui, sovrappensiero. Marinette non poteva sapere però, quanto questo aveva riacceso una flebile fiammella nell'animo del giovane uomo, che a quel tocco sussultò. Una parte di lui avrebbe voluto abbracciarla, urlarle quanto le era mancata e che aveva avuto modi di pensare molto a lei.
Di ragionare su ciò che lei non aveva mai detto. Su ciò che lui aveva taciuto.
No, lui lo sentiva sulla sua pelle, quei dieci anni non erano passati.
La corvina, dal canto suo si trovava in piena tempesta emozionale e decisamente poco lucida. Se la riunione l'aveva scossa, in questo momento lei era davvero shoccata.
Lo osservava di sottecchi, cercando di mantenere il cuore ad un battito costante.
-Posso almeno offrirti da bere? O meglio, - lui sembrava decisamente nervoso - la scuola sta offrendo, ma potrei portarti qualcosa... se ti va-
Vederlo in quello stato scatenò una risata quasi incontrollabile nella ragazza ed un'espressione tra il divertito e l'impacciato bello sportivo.
-Cosa le fa tanto ridere, Mademoiselle, di grazia?-
Marinette non sapeva decidersi se svuotare i suoi pensieri o se lasciarlo con qualcosa su cui rimuginare, mentre cercava di ritrovare il fiato.
-Penso non lo saprà mai, monsieur... ma gradirei qualcosa di alcolico e possibilmente molto forte.- 
-Temo che non servano nulla più forte di uno Champagne!- Sbuffò lui divertito, portandosi una mano dietro la testa -Per quello dovrei portarti fuori...-
-Potresti sempre accompagnarmi al ristorante- sussurrò lei sorridendo. 
Marinette piantala! Due secondi fa non volevi nemmeno salire in macchina con lui, ed ora ci flirti? Riprenditi, Dannazione, non puoi permettere ad Agreste di timonare i tuoi ormoni!
Forse era leggermente confusa, ma di questo se ne rendeva conto. Insomma, era più di un decennio che lei aveva il priority pass per le montagne russe emozionali dirette dal biondo!
Un largo sorriso illuminò il volo dell'atleta, che le fece segno di seguirlo.
Un saluto qui, una breve stretta di mano lì e già si ritrovarono nel parcheggio della scuola.
-Comunque non te l'ho detto prima, hai un gran bel- Forza Marinette, concetrati! Non puoi certo dirgli quello che pensi davvero... respira. Brava, così, calmati - giubbotto di pelle- Deglutì la corvina. Non aveva del tutto sbagliato complimento, la pelle nera donava parecchio al ragazzo. Gli sottolineava il fisico tonico e le spalle larghe.
-Ehm, grazie... Devo dire che anche a te dona parecchio.- 
-Grazie, ma è merito di quella svitata della mia migliore amica. Secondo lei era adatto al discorso che stavo preparando...-
-Allora devo chiederti scusa,- Adrien si era fermato tutto d'un tratto - le ho chiesto di convincerti ad indossarlo- sogghignò lui, porgendole un casco.
-Voi due siete un'associazione a delinquere!- Esplose in una risata, la giovane -Vi eravate accordati anche su questo? E poi perchè non mi avevi detto di essere in motocicletta?-
L'aveva decisamente stupita, certo la sua migliore amica aveva firmato la sua condanna a morte, ma lui... beh lui l'aveva piacevolmente stupita.
-Non me l'hai chiesto- ridacchiò montando in sella - Quindi, pensi di accomodarti?-  la mano tamburellava sul cuoio lucido, invitante quanto il guidatore.


Guess Who is Back?!?
Scusate il ritardo, ma ora sono tornata per terminarla anche perchè sapete quanto sia affezionata a questa storia e quanto significhi per me.
Non vi tedierò con la motivazione del mio blocco forzato...
Per quanto riguarda il capitolo, è volutamente corto e serve come introduzione verso il prossimo.
Tenetevi stretti i pantaloni, potrebbero cadervi nel prossimo episodio!
Sempre Vostra
Dimea

   
 
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