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Autore: Rfdl    07/05/2019    2 recensioni
*La storia è incentrata esclusivamente sulla relazione tra Luca e Sara e parte dall'ultima puntata della prima stagione.
Dalla storia:
"Io voglio che trovi la tua felicità.”
“Sei tu la mia felicità” lo interruppe Sara. Luca non riuscì a fermarsi dal sorriderle. Era tornata la Sara testarda e tenace che aveva imparato ad amare.
“È proprio questo il punto, Sà. Io non devo essere la tua felicità, tu hai bisogno di staccarti da tutto questo, di trovare una felicità che non mi rappresenti e solo allora ti renderai conto che l’amore che provi per me deve completare la tua felicità, non rappresentarla.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore e guardarlo, giacché, disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.
Alessandro Baricco
 
 



Marzo era ormai alle porte, Luca aveva aspettato l’inizio di quel mese con trepidante attesa, orgoglioso del traguardo che quel giorno si sarebbe realizzato. Sentiva un misto di emozioni battergli nel petto, un insieme di agitazione, orgoglio e felicità. Non sapeva dire quale fosse il suo stato d’animo in quel momento: ansia, forse ansia è la parola adatta per spiegare come si sentisse. Era seduto su quelle sedie blu da circa un’ora ad aspettare che finalmente il momento arrivasse. Al suo fianco, nella stessa situazione, vi era quella che ormai da sei anni considerava una famiglia a tutti gli effetti. In quell’ora aveva ascoltato circa quattro discussioni ma la verità è che aveva smesso di ascoltare dopo la prima ragazza, lasciando che quelle parole si disperdessero in quell’enorme aula. La sua pazienza iniziava ormai a scarseggiare, il suo piede andava a ritmo dei ticchettii del suo orologio mentre le sue mani erano strette a pugno da quando aveva messo piede lì dentro e ormai avevano raggiunto una temperatura di sessanta gradi, più o meno. Era quasi sul punto di impazzire ma quando la voce di un signore grassoccio risuonò nell’aula, la sua mente si bloccò.
“Sara Miranda”
Luca vide la ragazza alzarsi, farsi spazio tra gli altri studenti e finalmente percorrere quei venti passi che la separavano dalla commissione. I capelli raccolti in una coda raffinata, i ricci a sfiorare la giacca di quel completo blu che le fasciava perfettamente le forme, rendendola elegante. Luca non poté fare a meno di guardarla, rendendosi conto ancora una volta di quanto fosse bella. La vide stringere la mano degli insegnanti della Commissione, per poi sedersi ed iniziare il suo discorso. Luca ascoltò ogni parola con attenzione, seguendo un discorso che aveva sentito più e più volte nel corso di quei mesi. Ascoltò ogni sfumatura della voce di Sara che, con sicurezza, elencava una serie di articoli su cui si basava la ricerca che da oltre un anno cercava di perfezionare.
Aveva visto quella ragazzina crescere, innamorarsi e combattere. L’aveva ignorata, amata, ignorata e poi di nuovo amata. Aveva combattuto con lei per poi iniziare a viversi alla luce del sole. L’aveva vista scegliere la facoltà di giurisprudenza, per poi consolarla prima di ogni esame. L’aveva supportata nei sei mesi di Erasmus per poi accogliere le sue lacrime per la boccatura in diritto amministrativo.  L’aveva abbracciata nei momenti più difficili, amata con dolcezza, si era beato dei suoi tocchi, del suo profumo e delle sue carezze. Aveva visto quel corpo minuto diventare sempre più il corpo di una donna e l’aveva amato e venerato sotto ogni punto di vista. Non era stato semplice, doveva ammetterlo. C’erano stati momenti difficili in cui sembrava che tutto stesse andando male ma gli bastava toccare i suoi capelli ricci, mentre il suo sorriso riprendeva ad illuminare il suo mondo.
Aveva fatto tante cazzate nella sua vita ma innamorarsi di Sara era stata la migliore cazzata della sua vita.
Era totalmente immerso nei suoi pensieri ma fu costretto a tornare sulla terra quando una mano strinse la sua. Bruno era al suo fianco, teso come una corda di violino.
“Sara Miranda. Centodieci su centodieci” dichiarò l’uomo grassoccio, gli occhiali rotondi poggiati sul naso. Un boato di applausi e di grida riempì l’aula, tipico di ogni sessione d’esami. Luca vide Sara sorridere e accogliere la pergamena di laurea che l’uomo grassoccio le aveva consegnato.
 
Lo sguardo di Sara vagò per l’enorme aula, alla ricerca di un paio d’occhi che ormai era libera di amare. E quando li trovò non riuscì a leggere altro che orgoglio. Stavano costruendo una vita insieme e ogni tassello sembrava prendere il suo posto. Aspettò che la proclamazione di laurea terminasse prima di correre verso la sua famiglia. Si precipitò ad abbracciare i suoi genitori che, lo sapeva, non erano mai stati più orgogliosi. Abbracciò sua nonna, i suoi amici, Tito, Giuliano e persino il relatore della sua tesi.
Poi si voltò e un sorriso, se possibile ancora più radioso, le illuminò il viso. Luca l’aveva guardata tutto il tempo mentre veniva sommersa di abbracci e auguri. Aveva lasciato che si beasse dell’affetto di tutti coloro che in quegli anni avevano fatto parte della sua vita. Ma adesso era il suo turno perciò si avvicinò e fu un attimo prima di ritrovarsi l’uno nelle braccia dell’altra.
“Sei stata fantastica! Credimi, non potrei essere più orgoglioso della donna che sei diventata” disse Luca con un po’ di commozione nella voce.
Sara gli sorrise, gli carezzò il viso e pensò a quanto fosse orgogliosa lei ad avere l’uomo migliore del mondo al suo fianco.
“Sai, ho sempre voluto essere grande abbastanza da avere il diritto di stare con te. Adesso sono laureata e potrò iniziare la mia carriera di avvocato quindi mi sento grande abbastanza” disse, lasciando a metà la sua frase.
Luca la fissò per qualche secondo prima di chiederle “Grande abbastanza per cosa?”
“Per sposarti” disse con un sorriso e la sua solita sicurezza.
Lo sguardo di Luca non avrebbe potuto essere più sorpreso in quel momento ma non riuscì ad evitare la nascita di un sorriso sincero sul suo viso. Ne avevano parlato in alcune occasioni ma senza mai prendere sul serio il discorso. Quella ragazzina l’aveva incastrato già sette anni prima quando, con fermezza, aveva dichiarato che un giorno sarebbero stati insieme. Era proprio brava a spiazzarlo, lasciandolo senza parole. Non aveva bisogno di sentire altro per dirle che l’amava così tanto che l’avrebbe sposata anche quel giorno, se fosse stato possibile.
Ma non ebbe né il tempo e né la possibilità di dirle quelle esatte parole perché vide Bruno avvicinarsi con una ghirlanda d’alloro e poggiarla sulla testa di Sara.
Perciò “Si Sara, a breve pioverà” disse, gettando uno sguardo alle finestre.
Sentì Bruno sbuffare. “A Luca, pure oggi! Ma ndò la vedi sta pioggia che c’è un sole che spacca le pietre?” chiese, seriamente preoccupato per la stabilità mentale del suo amico.
Tutti scoppiarono a ridere, ma nessuno badò al significato di quelle parole, troppo impegnati a pensare al traguardo di Sara per tener conto delle previsioni del tempo di Luca.
Sara invece si voltò a guardare Luca, sorridendogli radiosa.
E semplicemente capì.
   
 
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