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Autore: Sammer    21/05/2019    0 recensioni
Un passaggio collega il mondo degli umani ad Eldarya, purtroppo non è un normale cerchio di funghi, ma una vera e proprio breccia dalla quale si può entrare ed uscire a proprio piacimento, un pericolo per la Città d’Eel e pertanto va chiusa al più presto. Sembra l’occasione perfetta per tornare a casa ed Erika non può lasciarsela sfuggire, decide quindi di tornare dalla sua famiglia, attraversa il passaggio e cerca di riprendere la sua vita dal punto in cui l’aveva lasciata, non aveva considerato però che la sua assenza non sarebbe passata inosservata, soprattutto agli occhi di Nevra che sarà pronto a tutto pur di riaverla indietro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erika, Ezarel, Nevra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non potevo credere ai miei occhi, Arcades non mi era ma sembrata più bella di come lo era in quel momento, brulicante di vita ed illuminata da un sole estivo caldo e luminoso, avevo quasi la sensazione di essere appena svegliata da un lungo, lunghissimo, sonno ed ora ero qui. 
Chissà quante cose erano cambiate durante la mia assenza, chissà chi avrei trovato a casa ad aspettarmi. 
Senza pensarci oltre corsi a perdifiato per la strada, non pensai nemmeno ad indossare i miei vestiti da umana invece che quelli che mi aveva regalato Miiko molto tempo prima, la gente mi fissavano incredula, ma non mi importava, volevo solo arrivare in fretta a casa mia. Attraversai strade e vicoli, oltrepassai scuole e vetrine di negozi, nulla mi sembrava cambiato dall’ultima volta che avevo camminato lungo quel percorso e poi finalmente riconobbi la casa in cui ero cresciuta, la sua porta in ferro battuto e i suoi balconi cosparsi di fiori, usai la chiave nascosta sotto lo zerbino ed entrai.
“Erika, sei tu?”
Il cuore mi si fermò per un attimo, la voce di mia madre era limpida e cristallina ed il sentirla mi riempì il cuore di gioia “S-si mamma, sono qui, sono tornata” le risposi.
Si affacciò dalla cucina, i capelli castani raccolti in un disordinato chignon ed un paio di occhi blu che per forma ed intensità erano così simili ai miei, indossava un grembiule e aveva una parte del volto coperta di farina, mi accolse con un sorriso ed io feci lo stesso.
“Come mai già di ritorno?” mi chiese facendo cenno di seguirla.
Feci quello che mi disse anche se la sua domanda mi lasciò basita, in che senso “già”? 
“E’ una bella giornata, pensavo restassi di più al parco!” continuò poi mi lanciò uno sguardo da capo a piedi “Invece vedo che sei andata a fare shopping… Bel pantaloncino, ma non lasciare che tuo padre lo veda, lo sai com’è…” concluse lanciandomi una rapida occhiata e tornando ad impastare non so bene cosa.
Ero stata via tutto quel tempo e l’unica cosa che la preoccupava era il mio abbigliamento?
“No, certo… Papà?” le risposi, riuscendo a malapena a pronunciare quelle lettere.
“E’ al lavoro tesoro, come ogni venerdì quest’ora!” disse voltandosi verso di me con aria preoccupata “Ma stai bene? Mi sembri pallida…” continuò avvicinandosi e tastandomi la fronte come per controllare se avessi la febbre.
Mi spostai rapidamente dal tocco delle sue mani gentile “Mamma, scusa ma, per quanto tempo sono stata fuori casa?” le chiesi nella speranza di capire qualcosa in più di tutta questa situazione.
“Non lo so tesoro… Trenta o quaranta minuti credo” rispose lei con naturalezza.
Credetti di svenire, come era possibile che gli ultimi mesi ad Eldarya corrispondevano solo a mezz’ora nel mondo degli umani? Possibile che il tempo scorresse diversamente nei due mondi? Per quanto assurda questa era l’unica spiegazione che riuscissi ad elaborare in quel momento mentre la testa cominciava a girarmi e le gambe a cedere sotto il mio peso. “Io… io ho bisogno di rilassarmi… Credo che farò un bagno caldo” dissi a mia madre, lei mi accarezzò il volto e mi sorrise “Buona idea, ti metterà in forze!” le sorrisi anche io e senza aggiungere altro mi allontanai dalla cucina.

 
Camminammo a lungo prima di raggiungere l’accampamento degli umani, muoversi nei boschi senza far rumore con mezza guardia d’Eel al seguito non era certo facile e questo rese il tragitto dalla Grande Porta al Cuore della Foresta molto più lento e complesso.
“E’ qui” dissi a Valkyon riferendomi al portale, il ragazzo mi guardò con decisione e fece segno alla spedizione di fermarsi in modo da delineare con precisione i dettagli del piano d’azione.
Ci trovavamo in prossimità di una radura al cui centro gli umani avevano acceso un fuoco ed era proprio vicino ad esso che ora stavano dormendo; il portare si trovava a nord-ovest rispetto al falò e le provviste con le trappole a sud-ovest, concordammo che la guardia Ombra, l’Ossidiana e Miiko avrebbero circondato il fuoco per impedire la via di fuga ai nostri sfortunati invasori, mentre l’Assenzio e Leiftain si sarebbero avvicinati quanto più possibile al portale in modo da studiarlo ed eventualmente a chiuderlo,  quando tutto fu deciso con estrema precisione entrammo in azione.
Il nostro piano era ben studiato e gli umani erano temporaneamente indifesi, per cui non fu affatto difficile attuarlo ed in men che non si dica ci trovammo un posizione, Valkyon a spada sguainata si avvicinò lentamente fino a dare un calcio ad uno dei due uomini presenti che dormiva beatamente vicino al fuoco ignaro di ciò che stava per accadere, questi spalancò gli occhi e si guardò attorno spaventato “E voi chi sareste?” disse a nessuno in particolare, il capo della guardia Ossidiana gli puntò l’arma contro il petto “Alzati!” gli ordinò, senza controbattere l’uomo dei capelli castani  obbedì, mentre gli altri membri della guardia di Valk svegliavano un secondo uomo dai capelli biondo cenere e gli facevano cenno di seguire il suo compagno, quando furono ormai vigili, Miiko diede l’ordine di legarli e di immobilizzarli su uno dei trochi tagliati e posti in orizzontale vicino al falò.
Ezarel e Leiftan intanto erano vicini al portale, l’elfo stava disegnando delle rune nel terreno e quando ognuna di esse vaniva tracciata la breccia reagiva illuminandosi o vibrando, non capivo cosa significassero né capivo cosa stessero facendo i membri dell’Assenzio, ma ero affascinato da quell’insieme di fenomeni tanto da non riuscire a distogliere lo sguardo da quell’arcobaleno di colori e suoni che provenivamo da un’entità altrimenti buia e silente.
“Nevra, procedi…” mi chiamò all’ordine Miiko, indicandomi i due prigionieri, le feci cenno di si ed iniziai ad interrogarli.
“Chi siete?” chiesi senza ulteriori indugi.
Nessuno dei due rispose, ma entrambi mi lanciarono uno sguardo colmo di disprezzo e di ira.
Estrassi uno dei miei pugnali da lancio, “Chi siete?” chiesi di nuovo e senza aspettare una risposta lanciai la mia arma che graffiò la gamba dell’uomo moro per conficcarsi poi nel troco su cui erano seduti.
L’uomo soffocò una risata “Mi hai mancato…” disse con ostentata sicurezza.
Mi avvicinai a lui per riprendere il mio pugnale “Se avessi voluto ucciderti saresti già morto…” osservai e mentre estraevo la mia arma dall’albero gli mostrai i miei canini “… E in maniera atroce!” conclusi, fui felice di vedere il suo volto cambiare e la sua aria da supponente fu presto sostituita da una più naturale preoccupazione per una situazione che non riusciva a capire.
“Proviamo a cambiare registro…” dissi una volta recuperato il pugnale e allontanatomi dai due prigionieri di qualche passo “…Potrei sapere il nome di voi due perfetti gentiluomini?” chiesi ironico.
Fu l’uomo biondo a parlare questa volta, era visibilmente più spaventato del suo compare, pallido e madido di sudore, il battito accelerato e aveva l’aria di chi stava per perdere i sensi “I-Io mi chiamo Lucas e lui è Marcus… Eravamo in 3 ma l’ultima volta che abbiamo oltrepassato quel coso Carl è spar-” 
“Stai zitto idiota!” Lo interruppe il tale chiamato Marcus, sussurrando nella speranza di non essere sentito da nessuno “Se gli diciamo tutto ci uccideranno senza pietà”. 
“Stai zitto tu, potremmo anche sopravvivere se diciamo tutta la verità!” rispose Lucas, tenendo il tono della voce ugualmente basso e chiaramente preso dal panico.
“Non vorrei intromettermi nella vostra piccola discussione…” dissi, i due si zittirono e mi guardarono con occhi sgranati, un umano non avrebbe potuto sentire una sola parola a quella distanza, ma io non ero umano e finalmente i nostri ospiti inattesi stavano iniziando a capirlo, senza badare ai loro cuori che battevano sempre più velocemente e alle loro pupille dilatate dissi “…Ma il nostro amico Lucas qui ha ragione, vi conviene parlare e dirci tutto!”
“Tu non sei umano… Non puoi esserlo…” disse Marcus quasi come se stesse ragionando ad alta voce o stesse tendando di convincersi di qualcosa di assurdo.
“No, non lo sono, nessuno lo è qui…” dissi allargando le braccia indicando gli altri membri della guardia.
“Do-Dove siamo finiti?” mi chiese Lucas, gli sorrisi teneramente “Ed io che pensavo che tu fossi quello sveglio dei due…” sospirai avvicinandomi a lui, ad ogni mio passo la sua paura cresceva, era chiaro che se volevo scoprire qualcosa in più su di loro avrei potuto utilizzare ciò che in quel momento l’umano stava provando in mio favore “Sono io che faccio le domande qui” mi sedetti accanto a lui e gli misi un braccio attorno alle spalle, sobbalzò al contatto con la mia pelle fredda, “A tal proposito, come funziona questo portale?”
Lucas deglutì a fatica e guardando in direzione della breccia fermò i suoi occhi su Ezarel e la sua guardia che continuava nel loro lavoro sul portale, poi guardò me e alla fine parlò “Basta pensare ad un luogo e lui ti ci porta, so solo questo lo giuro!”
“Non sai dove ti trovi adesso, vero?” gli chiesi simulando preoccupazione.
Fece segno di no poi aggiunse “Pensavamo di essere in qualche paese del Sud America, ma lì non ci sono persone come... come voi!” disse alla fine, capii che era sincero visto in base alle sue razioni corporee non avrebbe mai avuto il coraggio di mentirmi in una circostanza come quella.
“Parlami di questo Carl allora, che gli è successo?” chiesi accavallando le gambe e mettendomi una mano sotto il mento, sentii Miiko schiarirsi la voce, più per richiamarmi che per prepararsi a parlare, lei non aveva mai approvato il tono scherzoso che conferivo ai miei interrogatori, ma a me non interessava, soprattutto non in quel momento.
È stato il primo di noi a passare, poi abbiamo sentito un urlo provenire da quel portale e Marcus è entrato subito, io non so che è successo lì dentro…” ammise Lucas.
“Racconta” dissi rivolgendomi all’altro uomo i cui occhi erano già fissi su di me, a differenza di Lucas, Marcus era ancora teso, la mascella serrata ed i muscoli in tensione, sentivo lo sfregare delle corde ai suoi polsi, stava cercando di liberarsi, non sapeva però che quelle stesse corde erano intrise di magia e non lo avrebbero lasciato andare tanto facilmente.
“Ho visto una ragazza…” spuntò.
Inconsciamente trattenni il respiro stupito da quella frase lasciata cosi a mezz’aria, mi alzai per raggiungerlo deciso a sapere di più “Descrivila!” gli dissi.
“Non credo che lo farò” disse l’uomo facendo spallucce, probabilmente non gli era sfuggita la mia reazione impulsiva, aveva capito che era una questione delicata con la quale avrebbe potuto ottenere qualcosa.
“Fallo o ucciderò Lucas” gli risposi fermamente, non era più il momento di scherzare avevo bisogno di risposte e le volevo avere subito, feci un cenno ad una mia recluta che si mise in posizione di tiro, pronta a scoccare una freccia che avrebbe trafitto da parte a parte l’umano.
Sentii il cuore di Lucas accelerare di nuovo, l’odore della sua paura mi invase le radici, devo ammettere che provavo pena per lui la cui unica colpa era di essere capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
“Facciamo un patto…” disse Marcus “Ti dirò tutto ciò che so e tu ci lascerai tornare a casa!” concluse.
“Non possiamo permetterlo…” intervenne Miiko decisa a non scendere a compromessi con loro, poi continuò “Non hanno informazioni utili per noi, probabilmente non volevano neppure arrivare qui… Valkyon, Nevra sapete che fare a questo punto!”
“Non possiamo Miiko!” le dissi stringendo i pugni dalla rabbia e stanco dei suoi ordini “Non sappiamo ancora nulla!”
“Io dico che sappiamo abbastanza!” mi rispose lei a tono.
“Ma potrebbe aver visto Erika!” le dissi indicando Marcus.
“Erika se ne è andata!” mi urlò contro “Smettila di pensare a lei e concentrati sul tuo ruolo qui! Sbarazzati di loro o lo farò io stessa!” e così dicendo sprigionò fuoco azzurro dalle mani e si preparò a colpire.
La sequenza di eventi a seguire fu rapidissima, mi scagliai contro Miiko bloccandole il braccio, Marcus approfittò di quel momento di distrazione per alzarsi e correre verso il portale, Lucas gli gridò qualcosa, provò a fare lo stesso ma il membro della mia guardia lo colpì alle spalle, sentii il tonfo di un corpo che cade, mi voltai per verificare l’accaduto e vidi Marcus entrare nella breccia non potevo permettere che se ne andasse così, non potevo permettere che la raggiungesse, lasciai il braccio di Miiko ed inizia a correre anche io nella stessa direzione dell’umano, Miiko urlò qualcosa ad Ezarel, ma prima che elaborassi ciò che gli aveva detto avevo già oltrepassato il portale.

 
   
 
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