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Autore: La Polly    23/05/2019    1 recensioni
Momenti quotidiani di una psicologa alle prese con gli eroi più forti della Terra.
[Raccolta di one-shots collegata a "And then I met you"]
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'E poi ho incontrato te'
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«Avevo proprio bisogno di una giornata così!»

Denise sorrise alle parole della donna. Proporre una sessione di shopping “rilassante” – come lo aveva definito lei – a Wanda e Natasha era stata davvero un’ottima idea.

Nonostante si fosse trasferita alla Tower da circa un mese, ogni occasione era buona per passare del tempo con loro e con gli altri, tra cene, passeggiate a Central Park e uscite notturne nei locali della città.

Nulla era cambiato, fra loro, nonostante non vivessero più sotto lo stesso tetto.

«A chi lo dici, Nat…» rispose, con uno sbuffo divertito.

«A proposito: come procede la tua ricerca?» le domandò Wanda, dopo aver bevuto un abbondante sorso di Cola.

Denise sbuffò, sconsolata.

«Procede, anche se a rilento…»

Dopo aver lasciato il Facility – e di conseguenza il suo incarico di psicologa degli Avengers – Denise aveva capito che era arrivato il momento di dare alla sua carriera la svolta definitiva: aprire uno studio tutto suo.

Sapeva che sarebbe stata una vera e propria impresa; gli affitti a New York erano molto costosi ma anche crearsi una clientela avrebbe richiesto tempo e impegno. Tuttavia lei non aveva nessuna intenzione di mollare, anzi, era più determinata che mai.

«Stark si è già offerto di pagare tutto, vero?»

L'inflessione sarcastica nella voce di Natasha le fece capire che in realtà sapeva già la risposta.

«Sì, e abbiamo anche discusso per questo» disse lei, grattandosi la nuca, completamente libera dai lunghi capelli che quella mattina, prima di recarsi al centro commerciale, aveva raccolto in uno chignon alto.

Amava Tony e apprezzava il fatto che volesse aiutarla, ma quella era una cosa che doveva fare da sola. Aveva lavorato sodo in tutti quegli anni, mettendo da parte il frutto dei suoi sforzi, perciò aveva promesso a se stessa che ce l'avrebbe fatta a qualunque costo.

«Immaginavo…»

Denise sorrise divertita, scuotendo la testa, poi un negozio in particolare entrò nel suo campo visivo, facendole brillare gli occhi.

«Ragazze, qui dobbiamo per forza entrarci!»

A quelle parole, Wanda la fissò preoccupata mentre Natasha le rivolse un'occhiata di ghiaccio, bloccandosi di scatto.

«No.»

Sapeva benissimo perché stava reagendo in quel modo: l'ultima volta che erano entrate insieme da Victoria's Secrets, Denise l'aveva trattenuta lì per quasi due ore.

Quel giorno aveva seriamente rischiato di morire strangolata dalla Vedova Nera.

«Oh, andiamo, Tasha…» la supplicò lei, determinata a farle cambiare idea.

«Non ci provare, Denise.»

Sbuffò, sconsolata, poi però, all’improvviso, le venne in mente un'idea geniale.

«In cambio ti offrirò tutti i sandwich che vorrai, quando usciremo dal negozio.»

Natasha andava matta per i sandwich di qualsiasi tipo, e Denise lo sapeva bene, infatti, quando ancora alloggiava al Facility, ne preparava sempre uno in più solo per lei.

La donna assottigliò lo sguardo, minacciosa – perché quello era uno dei suoi piccoli punti deboli – poi però alzò agli occhi al cielo, fingendosi rassegnata.

«Andata. Hai vinto.»

Denise non poté fare a meno di sorridere soddisfatta.



«Che ne dici di questo?» le chiese Wanda, sollevando una gruccia su cui era appeso un babydoll di pizzo bianco.

Denise gli lanciò una rapida occhiata, poi scosse la testa.

«Molto carino, ma ne ho già uno simile. Sto cercando qualcosa di più… particolare

Wanda lo mise a posto, poi, guardandosi attorno, sbuffò.

«Non credo che avrò mai il coraggio di indossare una cosa simile.»

«Dicevo lo stesso quando avevo la tua età, tesoro» le confessò, sorridendole complice.

Il suo rapporto con Wanda si rafforzava ogni giorno di più. Ricordava ancora quando lei le aveva detto che ormai la considerava come la sorella che non aveva mai avuto; gli occhi le si erano subito riempiti di lacrime di commozione e, mentre la stringeva fra le braccia, le aveva risposto che per lei era lo stesso.

«E poi non devi vergognartene. Nessuno ti obbliga e se mai qualcuno di sesso maschile tentasse di farlo, potrai sempre prenderlo a colpi di telecinesi dove non batte il sole» aggiunge, con noncuranza, scatenando l’ilarità della giovane donna.

Voltando per metà lo sguardo, scorse Natasha raggiungerle.

«Hai trovato qualcosa di interessante, Nat?» le chiese, incuriosita.

«Sì, ma non per me…» rispose, maliziosa.

Quando la donna le mostrò quello che teneva nascosto dietro la schiena, a Denise brillarono gli occhi.

«Oh. È a dir poco perfetto!»

«A Stark verrà un infarto» disse Wanda, ridacchiando.

«Puoi dirlo forte.»

«Allora, che aspetti? Corri a provarlo» la incoraggiò Natasha,

«Solo un attimo. Voglio ricambiare il favore. Non usciremo di qui finché non avrò trovato qualcosa anche per te.»

Subito si mise a rovistare tra le varie grucce e dopo una manciata di secondi vide un bellissimo reggiseno a balconcino di raso nero.

«Che te ne pare?» chiese alla donna, mettendoglielo davanti agli occhi.

«Niente male. Ma non credi che mi farebbe le tette troppo grosse?» chiese, storcendo il naso.

«Come se non le avessi già...»

Tutte e tre scoppiarono a ridere in contemporanea, divertite.

Era quello che a Denise piaceva del loro rapporto: la complicità che si era creata, il modo in cui ridevano e scherzavano su qualsiasi cosa senza che si creassero imbarazzi o tensioni; perché sia Natasha che Wanda, in un certo senso, erano diventate delle sorelle: le sorelle che non aveva mai avuto e che aveva sempre desiderato.


****


Tony entrò nell’appartamento, sbuffando.

La giornata si era rivelata più stressante di quanto avesse immaginato. Tutto ciò di cui aveva bisogno era una doccia calda, qualcosa da mettere sotto i denti e stendersi nel letto con Denise fra le braccia. Nient'altro.

Solo un attimo dopo si accorse che c'era troppo silenzio.

La musica non era accesa come solito, quando la donna era in casa, né tantomeno la tv. Per un secondo credette che Denise fosse ancora fuori con Wanda e Natasha, eppure solo venti minuti prima gli aveva scritto che lo stava aspettando.

«Tesoro, dove sei?» chiese ad alta voce, ma non ottenne risposta.

Quando voltò l'angolo, entrando nel salone open space, però, per poco non gli venne un colpo.

Denise era a pochi passi da lui, in piedi a fianco del muro, su cui teneva appoggiata la mano sinistra. Indossava un body di tessuto nero aderente, con le maniche e alcuni inserti in pizzo che creavano un sensuale effetto vedo non vedo e la scollatura profonda le metteva in risalto il seno, nonostante fosse in parte nascosto dai lunghi capelli. L'altra mano era posata sul fianco destro, conferendole una posa provocante che gli mozzò il fiato in gola. Le belle gambe, inoltre, erano fasciate da un paio di autoreggenti nere che aderivano perfettamente alle cosce.

Lo sguardo languido della donna era fisso su di lui e, insieme al suo sorriso malizioso, gli trasmise le sue intenzioni in modo parecchio esplicito.

La reazione del suo corpo fu immediata e all’improvviso tutta la spossatezza che lo aveva attanagliato fino a qualche secondo prima, svanì.

«Bentornato a casa, signor Stark» disse, avvicinandosi lentamente a lui con passo deciso, e Tony non poté fare a meno di sussurrare un porca puttana mentre con gli occhi la scrutava attentamente dal basso verso l'alto, sentendo l'eccitazione crescere sempre di più.

La vide tentare di trattenere una risata, a quell'imprecazione, riacquistando serietà in men che non si dica prima di fermarsi di fronte a lui e afferrare con entrambe le mani la cravatta grigia, sfilandola dalla giacca.

Tony deglutì, nonostante la salivazione sembrava essersi del tutto azzerata.

«A cosa devo tutto… », si schiarì la gola, facendo di nuovo scorrere gli occhi sul suo corpo snello e invitante, «questo?» aggiunse alla fine, con tono eloquente.

«Beh, oggi ho comprato tante cose solo per me, durante la sessione di shopping con le ragazze… quando poi ho visto il negozio di Victoria’s Secrets ho pensato che avrei potuto trovare qualcosina di interessante per fare una sorpresa al mio supereroe…» rispose lei, facendogli l'occhiolino.

Tony, sempre più impaziente, le cinse i fianchi e l’attirò a sé.

«E che sorpresa…» ammiccò, facendola volteggiare per poter godere di tutta la vista.

Quando furono di nuovo occhi negli occhi, Denise lo guardò con tutto l'amore e la passione che provava per lui, poi si sporse verso le sue labbra e, sfiorandole appena, gli sussurrò: «Allora, vuoi andare in camera da letto o preferisci restare qui?»

«In realtà dovrei farmi una doccia, prima, sai com’è…»

«Oh, be’, vorrà dire che ti aspetterò tra le lenzuola, purché tu non mi faccia attendere troppo. Sai com'è…» lo stuzzicò, provocatoria.

«Tranquilla, bambolina, farò il più in fretta possibile così poi sarò tutto tuo!» esclamò, dopo averla presa in braccio di scatto, facendola ridacchiare divertita.

Con passo affrettato si diresse al piano superiore, pregustando il momento in cui l'avrebbe raggiunta a letto.

Quella sarebbe stata una serata molto piacevole.

   
 
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