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Autore: Dreamer47    24/05/2019    1 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 10.
Mommy dearest.





Le prime luci dell'alba le colpirono con decisione il viso, infastidendola parecchio e facendola svegliare con prepotenza; Hailey si passò entrambe le mani sul volto, rendendosi conto di essersi addormentata con il viso appoggiato sulle braccia incrociate sul tavolo della cucina, mentre la schiena prese a fare dei crack insoliti per via della brutta posizione che aveva assunto nelle ultime ore. 
La donna si guardò attorno mettendo a fuoco la cucina attorno a sè, notando Sam seduto proprio davanti a lei intento ad inserire la cenere della fenice all'interno dei gusci vuoti dei proiettili, prima di richiuderli con l'apposita macchinetta di Bobby; quando il ragazzo si accorse che Hailey si fosse del tutto svegliata, alzò lo sguardo verso di lei e le sorrise teneramente. 
"Ehi.." sussurrò con voce impastata dal sonno, sbadigliando rumorosamente e stirando la schiena. "Perchè non mi hai svegliata?". 
"Avevi bisogno di riposo.." rispose Sam sorridendo, appoggiando la mano sinistra sulla propria coscia e guardandola con dolcezza. 
"A che punto sei?" chiese la ragazza alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il frigo, estraendo una delle bottiglie di acqua e bevendone qualche sorso abbondante. 
"Siamo a sette pallottole" rispose l'uomo sospirando, voltandosi verso di lei. 
"Le hai fatte tu? Davvero?" chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia ed appoggiandosi al frigo con le braccia conserte, osservandolo con aria sospetta. "Dove sono tutti?". 
"Bobby è uscito a comprare qualcosa da mangiare, siamo a secco di tutto, e Dean e Katherine sono andati a riposare.." sussurrò Sam sorridendo e facendo spallucce. "Li ho spediti al piano di sopra qualche ora fa, erano come zombie!". 
"Sam.." iniziò la ragazza con il suo tono da rimprovero e sollevando un sopracciglio. 
"No, sto molto meglio adesso Hailey!" esclamò il ragazzo alzandosi ed avvicinandosi con le mani avanti, cercando di non far scoppiare l'ennesima lite usando un tono calmo e pacato. "Sono stato in panchina per un pò, ma adesso sono pronto per combattere!". 
La donna serrò la mandibola e si morse la lingua per evitare che le uscisse una brutta risposta dalla bocca, e si soffermò a fissarlo, notando come il suo volto avesse assunto un colorito più roseo, le occhiaie fossero sparite quasi del tutto ed il suo solito sorriso fosse tornato sulle sue labbra. Sembrava stare bene, ma non le piaceva l'idea di rischiare un'altra crisi. 
"Devi riposare!". 
"Verrò con voi ad uccidere la Madre, Hailey e ne tu, ne Dean potrete fermarmi.." sussurrò Sam sorridendo, avvicinandosi ancora e stringendola delicatamente fra le braccia. 
La ragazza si lasciò cullare da quella stretta, con la consapevolezza che le sue parole fossero vere e che quando un Winchester si metteva in testa qualcosa, fargli cambiare idea diventava un'impresa impossibile; alzò il viso e gli sfiorò le labbra con le sue, baciandolo con delicatezza e riuscendo a percepire tutto l'amore che provasse per lei, oltre che la gratitudine per non averlo mai lasciato solo in quel brutto periodo che stava attraversando. 
Il ragazzo le mise le mani attorno al viso ed approfondì il bacio con dolcezza, mentre la donna si strinse sempre di più a lui, sentendo la voglia crescere dentro entrambi; erano settimane che non si lasciavano andare, dato tutti quei problemi che stavano attraversando, e la sensazione di calore li avvolse con decisione, facendogli scordare persino che si trovassero nella casa di Bobby. 
"Wooh, prendetevi una stanza.." sussurrò Dean entrando nella cucina e sgranando gli occhi, mentre un ghigno compiaciuto gli si disegnò sul viso ed il suo sguardo prese a lampeggiare come un insegna al neon verso il fratello, come se si stesse complimentando. 
I due ragazzi si distaccarono con una risata, mettendo un pò di distanza fra di loro e si avvicinarono al tavolo della cucina, osservando la ciotola contenente le ceneri della fenice e quella con i gusci vuoti dei proiettili; il maggiore dei fratelli tornò a sorridere compiaciuto, osservando il buon lavoro fatto da Sam e si voltò nella sua direzione con un sorriso, per poi diriggersi verso il frigo, prendendo una birra e stappandola. 
"Ok, sette proiettili, possiamo farne ancora, mmh.. quattro?". 
"Anche cinque direi.." lo corresse il fratello, annuendo. 
"Bene, ci pensiamo noi! Voi andate a riposarvi!" esclamò Dean sorridendo e bevendo qualche sorso della sua birra, salutandoli con la mano. 
"No, possiamo continuare" disse Hailey avanzando verso i due fratelli ed annuendo convinta, sedendosi e fissandoli con un sorriso poco convincente. 
"Andate!" esclamò il maggiore con tono e sguardo perentori, puntandogli un dito contro a mò di minaccia. 
I due ragazzi sorrisero a quella gentilezza e capirono quanto fosse inutile discutere con Dean, così lo salutarono e si diressero verso la scala per dirigersi al piano di sopra e dormire per almeno tre ore di fila. Era questo il massimo dei cacciatori. 
Nello stesso momento Katherine scese al piano di sotto, salutando i ragazzi e dirigendonsi in cucina a grandi passi, trovando il ragazzo già seduto e all'opera nella costruzione di uno dei proiettili; gli diede un leggero bacio sulla guancia, per poi prendere il telefono fra le mani e controllare i messaggi da parte di Liam riguardanti Judith che stava per prepararsi per andare a scuola. 
Sorrise verso lo schermo e sospirò, sentendo la mancanza di sua figlia lacerarle il petto giorno dopo giorno, chiedendosi se mai sarebbe arrivato il giorno per vivere sotto lo stesso tetto e condurre una vita normale. 
Sospirò e posò il cellulare nuovamente in tasca, avvicinandosi al ragazzo e guardando ciò che stesse facendo: ne aveva già completato uno e stava procedendo per il secondo, quando sentirono la macchina di Bobby posteggiare proprio davanti casa e l'uomo decise di andargli a dare una mano con le buste della spesa, mentre la ragazza rimase a continuare ciò che Dean avesse iniziato. 
Katherine sapeva esattamente come si svolgesse la costruzione di un proiettile fatto in casa e continuò la sua opera, fin quando parte della stessa cenere che avrebbe dovuto trasformare in polvere Eve, finì sul dorso della sua mano procurandole una bruciatura dolorosa e profonda. 
"Merda!" esclamò la ragazza ad alta voce, alzandosi di scatto ed aprendo il rubinetto del lavandino, lasciando che l'acqua scorresse sulla ferita appena creatasi e gemendo per il dolore. 
"Che è successo?" chiese Dean arrivando alle sue spalle tenendo fra le braccia due buste della spesa ed aggrottando le sopracciglia, avanzando nella sua direzione con sguardo interrogativo. 
"Non è niente.." sussurrò Katherine chiudendo il flusso di acqua e tamponando la parte dolorante con un panno pulito, sollevando lo sguardo imbarazzato verso l'uomo. "..incidente con la cenere". 
Dean mollò le buste di carta a terra e si avvicinò immediatamente, prendendo la sua mano fra le sue e scostando il panno, notando la piccola ma profonda bruciatura circolare che le si era appena formata sul dorso; sollevò lo sguardo verso di lei ed accennò appena un sorriso, che lei non ricambiò e ritirò la mano. 
"Vado a medicarmi" disse la ragazza forzandosi a sorridere, dileguandosi e salendo in fretta le scale per recarsi al bagno. 
L'uomo sospirò rumorosamente, ignorando i richiami di Bobby, mentre un dubbio si insinuò nella sua mente, attanagliandolo e mandandogli in tilt il cervello; seguì l'istinto e si avvicinò al piccolo tavolo della cucina, avendo cura di non essere osservato, e prese un lungo sospiro, prima di prendere un pò di quella cenere fra le mani e spalmarla con non troppa delicatezza sull'interno del polso, guardando il risultato di ciò che avesse appena fatto con un sorriso amaro sul viso. 
La sua pelle non si ustionò, ne si squarciò, ne si irritò a contatto con quelle ceneri, al conrario di quella di Katherine. 
Dean deglutì a fatica, sapendo che ciò poteva voler dire soltanto una cosa, e non era di certo qualcosa di positivo. 
"Figlio di puttana, sei diventato sordo?!" esclamò Bobby entrando all'interno della cucina con almeno quattro buste stracolme di cibo, osservando il ragazzo come se fosse impazzito improvvisamente. 
L'uomo si affrettò a nascondere il polso sotto la manica della sua camicia e si sporse verso di lui, scusandosi ed aiutandolo a sistemare tutto ciò che avesse comprato in quel supermercato poco distante da casa loro; quando ebbero finito, il cacciatore più anziano si avvicinò ad osservare, notando ciò che avessero fatto in quelle poche ore. 
"Nove pallottole, bravi ragazzi!" esclamò Bobby accennando un sorriso ed annuendo con convinzione. 
"Quante pensi che ne verrano ancora?" chiese Dean accennando un sorriso amaro, notando la cenere sparsa sul tavolo per via dell'incidente di pochi minuti prima di Katherine e per il suo esperimento. 
"Due, credo.." sussurrò Bobby sospirando, avvicinandosi al frigo e prendendo una birra. 
"Continuo subito allora" disse Dean sospirando, sedendosi nuovamente e riprendendo ad armeggiare con i gusci vuoti dei proiettili, mentre mille pensieri gli attraverarono la mente. 




“Potresti avere ragione, fratellino..” sussurrò Dean accennando un sorriso, sedendosi sulla sedia al contrario, appoggiando le braccia alla spalliera ed aprendo le gambe, proprio accanto alla scrivania, mentre il minore stava seduto sul divano con i gomiti appoggiati alle cosce. 
“Quindi cerchiamo qualcuno con gli artigli ma anche con un po’ di umanità?” Chiede Hailey aggrottando le sopracciglia, pensando che fosse un po’ debole come piano, rimanendo con i gomiti appoggiati alla scrivania, per poi volgere lo sguardo verso Bobby, seduto ed intento a sfogliare ancora quel libro. 
“Non lo so ragazzi, di questi tempi è difficile trovare qualcuno così..” sussurrò Katherine mordendosi il labbro inferiore e guardandoli con un po’ di perplessità sul viso, per poi rivolgersi con lo sguardo verso il minore dei Winchester. “Insomma, bella pensata, ma come troviamo qualcuno così?”. 
I quattro ci pensarono su, cercando di ricordare quale fosse stato l’ultimo mostro cordiale che avesse mostrato loro un po’ meno di bestialità e un po’ più di umanità, mentre Bobby continuò a cercare di decifrare il libro portato da Katherine e Dean dopo la caccia ai draghi. 
“Ti ricordi di Lenore?” Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e voltandosi verso suo fratello. 
“La vampira che Gordon voleva uccidere?”. 
Quel Gordon?” Chiede Katherine spalancando leggermente la bocca per la sorpresa. 
Sapeva bene che i due fratelli conoscessero quel pazzo cacciatore da molto prima che lei entrasse a far parte della loro vita, ed in effetti non si era mai fatta raccontare la storia completa; colsero l’occasione per raccontare ciò che fosse successo anche ad Hailey, parlandole anche dell’odio profondo che Gordon provasse per Sam e delle svariate volte che avesse provato ad ucciderlo. 
Una volta trovato il mostro, non rimase altro da fare che trovarla ed andarla a prendere, oltre che convincerla a collaborare con loro; a Katherine non sembrò un piano fattibile, così propose per l’ennesima volta di farsi aiutare da Castiel, che il giorno prima era andato via con la speranza di riappacificarsi anche con i due Winchester, ma entrambi furono freddi e distaccati con lui. 
Sorprendentemente Dean accettò la sua idea senza neanche avere bisogno di essere convinto o tirarla per le lunghe, sapendo bene che fosse l’unico modo per risparmiare tempo e per arrivare prima ad Eve, così lui stesso chiuse gli occhi e lo chiamò con una preghiera, chiedendogli di andare da loro e di aiutarli per l’ennesima volta. 
Dopo pochi secondi, l’angelo si materializzò all’interno della stanza accennando un sorriso e guardandoli tutti con affetto, sentendosi felice e pensando che i ragazzi stessero ricominciando a fidarsi di lui; avanzò di qualche passo e, dopo aver capito come poterli aiutare e chi cercare, sparì nel nulla, per poi tornare dopo qualche minuto con la ragazza vampiro che gli avevano chiesto di portare. 
“Lenore ?” Chiese Sam alzandosi dal divano del salotto ed avvicinandosi lentamente, mettendo le mani avanti e mettendo su il suo guardò più sincero nel tentativo di tranquillizzarla. 
La donna smilza e parecchio impaurita si guardò attorno con occhi sbarrati, faticando a riconoscere l’omone che le si era parato davanti. “Ti ricordi di me? Sono Sam Winchester”. 
“Perché sono qui? Cosa volete ?” Chiese Lenore muovendosi di poco ma molto nervosamente, facendo oscillare lo sguardo fra tutto i presenti, compreso l’uomo che l’aveva trasportata in meno di un secondo in quella vecchia casa che non conosceva. “L’ultima volta il vostro amico Gordon mi ha quasi decapitata!”. 
“Se può farti stare meglio l’ho ucciso..” sussurrò Sam accennando un sorriso, ma ciò non la tranquillizzò affatto. 
“Si, con il filo spinato attorno al collo!” Esclamò Dean avanzando lentamente e sorridendole gentilmente, mimando con le mani il gesto. “Davvero una figata pazzesca!”. 
I tre cacciatori e Bobby gli lanciarono un’occhiataccia, a cui il ragazzo non rispose e continuò a sorride di gusto, ricordando la scena e quanto fosse stato fiero di suo fratello in quell’occasione. 
“Perché sono qui?!” Ripetè la vampira agitandosi ancora e sgranando gli occhi. 
“Abbiamo bisogno del tuo aiuto..” sussurrò Sam sorridendo genuinamente ed annuendo. “.. per Eve”. 
Lenore sgranò gli occhi e spalancò la bocca per la sorpresa, indietreggiando di qualche passo e scuotendo la testa con forza. “Sto cercando di starle lontana”. 
“Perché ?” Chiese ancora il minore aggrottando le sopracciglia. 
“Per colpa sua il mio nido è uscito di testa!” Esclamò la vampira mentre i suoi occhi divennero lucidi e pieni di ricordi dolorosi che avevano l’aria di tormentarla. “Colpa della sua voce nella testa”. 
“C’è anche una
 radio demone? Cosa vi dice?” Chiese Dean guardando per qualche secondo l'angelo ed accennando un sorriso ironico sul viso, che sbiadì quando la vampira si voltò nella sua direzione con sguardo vitreo. 
“Di trasformare più persone possibili..” sussurrò Lenore passandosi le dita sotto gli occhi, asciugando delle lacrime ribelli, sentendosi pervasa dall'angoscia e dal dolore. 
"Dove possiamo trovare Eve?" Chiese Katherine sbuffando leggermente e scuotendo la testa, facendo qualche passo avanti. 
La vampira probabilmente non si era ancora accorta delle due donne che la fissavano con le braccia incrociate ed uno sguardo incredulo ed incredimentlmente cinico sul viso, ma notò immediatamente il machete che entrambe portavano attaccato alla cintura di cuoio; deglutì a fatica ed indietreggiò, mettendosi fra i due ragazzi e l'angelo. 
"Chi siete voi due?". 
"Io sono Katherine e lei è Haile; allora, dove possiamo trovare Eve?" chiese ancora la minore delle Collins sbuffando appena ed avvicinandosi. 
"Siete pazzi? Se ve lo dico, lei saprà che state arrivando!" Esclamò Lenore allargando le braccia e guardandoli ad uno ad uno, soffermandosi sui due ragazzi. "Sono come una telecamera ambulante per lei!". 
I quattro si scambiarono un'occhiata e poi guardarono Bobby, che accennò un sorriso amaro pensando a quanto attirassero la sfortuna come se fossero delle calamite. "Io correrei il rischio". 
"Addio effetto sorpresa, ma si, sono d’accordo anche io!" esclamò Hailey annuendo ed avanzando con ancora le braccia conserte. 
Katherine ci pensò su qualche secondo, sapendo che quell'imboscata si sarebbe trasformata in una trappola per loro e avrebbero dovuto fare molta più attenzione del solito; si passò una mano sulla fronte con lo sguardo verso il basso e poi lo risollevò, intercettando quello di Sam e Dean e trovandoli titubanti. Lei annuì e Sam fece lo stesso, così il maggiore si voltò verso la vampira e fece uno dei suoi grossi sorrisi. "Tranquilla dolcezza, ce la caveremo! Puoi dircelo!". 
“Grants Pass, Oregon” disse Lenore sospirando, avanzando verso i due uomini ed annuendo. “Adesso sa che state arrivando”. 
“Grazie, sei stata fondamentale” disse Sam guardandola dritta negli occhi esprimendo tutta la sua gratitudine e poggiandole una mano sulla spalla con delicatezza. 
“Già, adesso Castiel ti riporterà a casa” disse Dean accennando un sorriso ed annuendo, spostando lo sguardo verso l’angelo. 
“No! Non l’ho fatto per bontà d’animo, voglio qualcosa indietro!” Esclamò la vampira scostandosi dal tocco del minore dei fratelli e guardandoli con uno sguardo diverso, supplichevole. “Uccidetemi per favore”. 
“Perché dovremmo farlo?” Chiese Haiely aggrottando le sopracciglia e guardandola con curiosità. 
“Non posso vivere in questa maniera, Eve mi sta facendo impazzire!” Esclamò Lenore portandosi le mani alla testa e scuotendola con decisione, come se sentisse le voci anche in quello stesso momento. 
“Perchè non rimani qui e quando tutto sarà finito..” iniziò Katherine con una smorfia sul viso, annuendo nonostante la sua stessa idea non le piacesse per niente. 
“Ho ucciso una ragazzina. Non ho resistito ed ho dilaniato la gola di una ragazzina di nemmeno 16 anni!” Esclamò Lenore con le lacrime agli occhi alzando la voce e guardandoli con la speranza negli occhi. “Io non posso convivere con questo peso! Per favore, dovete farlo!”. 
I fratelli si scambiarono un’occhiata eloquente, intuendo che quella potesse anche essere una menzogna detta nel tentativo di farsi togliere la vita e sapevano che se non avessero accettato la sua richiesta di aiuto avrebbe fatto qualcosa di terribile pur di morire. 
Avrebbero voluto avere più tempo per aiutarla, ricordando come Lenore avesse risparmiato la vita a Sam molti anni prima, chiedendogli gentilmente di smettere quella caccia perché lei ed il suo nido erano potenzialmente innocui. 
Ebbero pochi secondi per continuare a mettere i pensieri in fila e per decidere cosa avrebbero fatto con Lenore, quando una luce bianca irradiò la stanza e subito dopo gli occhi della vampira vennero completamente bruciati: Castiel le si era avvicinato alle spalle, poggiando la sua mano destra sul suo capo ed esaudendo il suo ultimo desiderio, le regalò la morte e la pace. 
Non gli importò che i suoi amici lo guardassero con aria sconcertata e sorpresa, ne che fossero rimasti immobili senza dire neanche per una parola perché un’azione del genere proprio non se l’aspettavano; li sorpassò con lentezza, lasciando che il cadavere della vampira cadesse rovinosamente per terra, e si avviò verso la porta d’ingresso, per poi voltarsi nuovamente verso la direzione dei ragazzi e li guardò con curiosità, non riuscendo a capire perché ancora perdessero il loro tempo a guardare Lenore con gli occhi ancora pervasi dalle fiamme e l’espressione priva di vita sul volto. 
“Dobbiamo andare!”. 




"Me l'aspettavo più come la terra degli zombie.." disse il maggiore dei Winchester con aria titubante, guardandosi attorno per poi scendere dalla sua auto con aria un pò spazientita. 
Erano passati più di quindici minuti da quando lui, Sam e Bobby avevano oltepassato il cartello che dava il benvenuto a Grants Pass, attendendo che le due ragazze arrivassero nel luogo d'incontro; Katherine ed Hailey avevano intrapreso un percorso diverso rispetto a quello dei ragazzi, sondando le vie della città da un altro fronte per avere una visione a trecentosessanta gradi. 
"E' molto tranquillo, è strano" disse Sam guardandosi attorno con aria circospetta, notando come la città fosse animata dal buon'umore. 
Le persone erano cordiali, era tutto curato nei minimi dettagli, tutto fin troppo.. perfetto
"Cosa vi aspettavate? Uno striscione con su scritto La madre è qui?" chiese Bobby ironicamente, scendendo dall'Impala e chiudendosi lo sportello alle spalle. "Solo perchè sembra tutto tranquillo, non vuol dire che lo sia! Sa che stiamo arrivando!". 
Il suv della minore delle Collins li sorpassò proprio in quel momento e si posteggiò proprio davanti a loro, e dopo qualche secondo le due sorelle scesero dall'auto, avvicinandosi e guardando nella direzione dei tre uomini che sorrisero di getto. 
"Avete notato che è molto lontano dall'idea di Zombieland?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e chiudendo la sua auto con il tasto presente sulla sua chiave. 
"L'ho detto anche io!" esclamò Dean con tono divertito ed annuendo, voltandosi verso Bobby, che roteò gli occhi e sbuffò rumorosamente, facendoli ridere per qualche secondo. 
I cinque cacciatori si guardarono per qualche momento senza dire nulla: nonostante avessero fatto centinaia di volte un'operazione del genere, questa volta erano tutti molto nervosi. Affrontare la Madre di cui nessun altro cacciatore aveva mai sentito parlare con solo nove proiettili, specialmente sapendo che lei avrebbe sicuramente preparato una trappola mortale apposita per loro, in quel momento non sembrò più un'idea brillante. 
"Da dove iniziamo?" chiese Hailey sospirando, rompendo il silenzio e serrando le bracia al petto. 
"Mi servirà un computer.." sussurrò Bobby sospirando, sorpassando i ragazzi ed avviandosi verso la tavola calda proprio davanti alle loro auto. 
I cacciatori lo seguirono, entrando insieme a lui e sedendosi ad un tavolo: mentre Bobby cercava di entrare all'interno dei server della polizia, i quattro ordinarono qualcosa da mettere sotto i denti nell'attesa, continuando a guardare le persone attorno a loro con sospetto. Sfortunatamente, il cacciatore più anziano non riuscì a trovare nessuna morte sospetta, ne alcun caso sospetto in quella città, e ciò fece venire a tutti i presenti il dubbio che Lenore avesse detto la verità o meno. 
Chiamarono Castiel, che gli si materializzò accanto senza neanche preoccuparsi che qualche umano potesse vederlo e spaventasi, e quando provò a volare via per cercare più velocemente qualcosa di sospetto in quella città, scoprì di non potere più usare i suoi poteri. 
Sicuramente Lenore non aveva mentito e i ragazzi non furono felici di scoprire che l'unico con i poteri della loro squadra fosse bloccato dall'essere che avrebbero dovuto affrontare entro quella giornata. 
"Perfetto! Senza i tuoi poteri non ci servi e sei come un bambino con il trench!". 
Per quella frase, il maggiore dei Winchester si meritò un calcio sotto il tavolo, che lo fece sobbalzare un pò, mentre Castiel si voltò verso qualcosa di indefinito oltre la finestra, lasciando trasparire quanto quelle parole lo avessero ferito, ma al maggiore non importava. In fondo era ancora molto arrabbiato con l'angelo, Dean non avrebbe scordato facilmente ciò che avesse fatto e che continuasse a fare Cass. 
"Ho trovato qualcosa: ieri sera un certo Dott. Silver ha chiamato il CDC per denunciare una malattia non identificata” disse Bobby facendo una smorfia sotto i baffi e girando il camputer nella loro direzione, facendo vedere al resto del gruppo ciò che aveva appena scoperto dai server. “Il paziente afroamericano di 25 anni si chiama Ed Bright”. 
"Non è molto.." sussurrò Dean sospirando, facendo spallucce e allontanando ciò che restava della sua colazione. 
Guardò il fratello che di rimando gli mandò un’occhiata preoccupata, non riuscendo a capire a fondo ciò che stesse succedendo e perché quella cittadina sembrasse così tranquilla e pacata. 
"E' un inizio” rispose Hailey accennando un sorriso amaro, muovendosi irrequieta sulla sedia e guardandosi attorno con sospetto. 
"Bene, nuovo piano: io, Hailey e Cass andiamo allo studio del dottore, voi andate a casa sua..” iniziò Katherine alzandosi dal tavolo e dando loro una breve occhiata. “..ci rivediamo fra un'ora?". 
“Si, separarci renderà tutto più veloce!” esclamò Bobby posando il computer dentro la sua custodia, alzandosi e poggiando alcuni dollari sul tavolo, iniziando ad uscire dalla locanda senza neanche aspettarli. 
“Stai bene?” Chiese Dean avvicinandosi alla minore delle Collins con aria preoccupata, aggrottando le sopracciglia. 
"Benissimo! State attenti, ci vediamo dopo.." disse la donna accennando un sorriso e sfuggendo al suo sguardo con troppa veemenza, prendendo fra le mani le chiavi della sua auto ed uscendo, mentre la sorella e l’angelo la seguirono in silenzio. 


Con molta discrezione, Dean posteggiò la sua auto proprio davanti alla clinica del Dott. Silver e, quando scesero dall’auto, gli si avvicinarono con sospetto: era pieno giorno, eppure sulla porta era posto il bella vista un cartello con scritto “Closed”. 
I tre uomini si scambiarono un’occhiata eloquente e si recarono sul retro della clinica, e Sam e Bobby coprirono il maggiore mentre forzava la serratura, cercando di scoprire più notizie possibili su ciò che stesse accadendo; la porta sul retro dava sulla piccola sala d’aspetto e subito i tre uomini notarono lo studio completamente in disordine, cartelle cliniche gettate sul pavimento e schizzi di sangue sulle pareti e sulla piccola scrivania che c’era all’ingresso. 
I due fratelli continuarono ad addentrarsi nello studio, fino ad arrivare all’unica porta che vi era all’interno, ovvero quella della stanza nella quale il dottore visitava i suoi pazienti. 
Degli strani rumori provenivano da lì e subito estrassero la loro pistola dai pantaloni, e il minore fece segno al fratello di aprire lentamente la porta, mentre lui scattava con velocità all’interno; ciò che si trovarono davanti li lasciò molto perplessi e strinsero ancora di più la loro pistola. 
Due uomini con lo stesso aspetto di Ed Bright erano sdraiati sui lettini da visita, ma uno dei due aveva un colorito più pallido e molto sangue sul viso e sulla canotta blu che indossava; Sam gli si avvicinò con prudenza, poggiando delicatamente due dita sul suo collo, non riuscendo però a sentire il battito. 
Guardò il fratello e gli fece segno di controllare la condizioni del secondo uomo, e non appena gli si avvicinò, l’uomo fece un balzò mettendosi a sedere e sgranando gli occhi, prendendo a tossire e a tenersi la testa con le mani. 
“Ehi, va tutto bene, calmati!” Esclamò Dean facendo qualche passo indietro e facendo attenzione a non toccare nulla che potesse essere stato infettato. 
“Che mi sta succedendo? St-sto morendo?” Chiese l’uomo guardando gli occhi e guardando i due uomini con terrore, respirando a fatica e tenendosi il petto. 
“No, hai la febbre alta..” sussurrò Sam avvicinandosi ed annuendo, abbassando la pistola. 
“Perché sono uguale a Ed?” Chiese l’uomo guardando le sue mani e non riuscendo a capire cosa gli stesse succedendo, sentendosi sconvolto. “Io sono Tod, un amico di Ed, ma non sono lui!”. 
“Cos’è successo?” Chiede Dean aggrottando le sopracciglia, sentendosi appena confuso per quella situazione. 
L’uomo cercò di rispondere, ma il suo tentativo venne stroncato da un altro attacco di tosse che lo fece accasciare nuovamente sul lettino e vomitare un fiotto di sangue, che prese a colargli sul labbro; dopo poco si pulì con la manica della sua giacca e prese a respirare affannosamente. 
“Tod ascoltaci, è importante che tu ci dica cosa è successo prima di ammalarvi!” Esclamò Dean alzando il tono della voce nel tentativo di sovrastare i suoi innumerevoli colpi di tosse, scuotendolo appena con la sua pistola. “Siete stati in qualche luogo?”. 
“Un bar sull'ottava strada..” rispose con fatica l’uomo, appoggiando il capo sul cuscino, facendo fatica anche a tenere su la testa. 
“Ok, ed è successo qualcosa di strano?”. 
“Una ragazza..”. 
“Ok, che aspetto aveva questa ragazza?” Chiese Sam avvicinandosi di poco e provando pena e dispiacere per il ragazzo. 
Lo sguardo dell’uomo cambiò, divenendo vitreo, ed i colpi di tosse ed il respiro affannoso si fermarono di colpo, lasciando intendere che la sua vita si fosse appena stroncata in quello studio medico, ed i due fratelli sentirono un forte nodo in gola, sentendosi sempre più determinati a trovare Eve ed a eliminarla una volta per tutte. 
Si voltarono verso la porta e vi trovarono Bobby, leggendo nel suo sguardo le loro stesse sensazioni, ed immediatamente uscirono dalla clinica in silenzio, correndo verso la macchina per raggiungere gli altri e discuterne con loro. 
I tre uomini si recarono verso la casa del dottore, trovando ancora il Suv di Katherine posteggiato fuori, e Dean fermò l’auto proprio dietro la sua, vedendo le ragazze e l’angelo uscire dalla casa con aria furtiva; scesero dall’auto e aspettarono che li raggiungessero, adagiandosi comodamente contro la fiancata dell’Impala. 
“Il nostro dottore deve essere stato rapito o ucciso e gettato da qualche parte..” sussurrò Hailey avvicinandosi ed osservandosi attorno, avendo cura di non farsi ascoltare da orecchie indiscrete. 
“Già, la casa è in ordine, l’auto è nel vialetto!” Disse Katherine avvicinandosi e serrando le braccia al petto, adagiandosi anche lei contro la fiancata dell’Impala proprio tra i due fratelli. "E' tutto così tranquillo!". 
“Potrebbe essere andato via senza passare da casa” ipotizzò Bobby aggrottando le sopracciglia e dando una sistemata al suo cappello. 
“No, ci sono tutte le carte di credito..” disse Castiel con il suo solito tono composto e pacato, assottigliando gli occhi quando gli altri lo guardarono straniti, chiedendosi come un angelo avesse potuto pensare di controllare quel tipo di dettaglio. “Me l’ha detto Katherine”. 
“Ok, in clinica invece cosa avete trovato?” Chiese la maggiore delle Collins sorridendo per l’angelo, ma sentendosi preoccupata per quella situazione. 
“Due corpi morenti uguali a Ed..” rispose Sam di getto, sospirando. 
“Mutaforma?” Chiede Katherine aggrottando le sopracciglia, guardandolo con sguardo molto dubbio. 
“Una specie, era più come se stessero mutando per la prima volta e qualcosa fosse andato storto” rispose Dean allargando le braccia leggermente, mentre le sue mani rimanevano nelle tasche della sua giacca. 
“Di solito si tramanda, ma questa sembra un'infezione..” sussurrò Bobby scuotendo appena la testa, distogliendo lo sguardo dai ragazzi e sollevandolo verso un punto indefinito, cercando una risposta. 
“Ed in più l’unico che era ancora vivo ci ha parlato di una ragazza, sicuramente Eve..” sussurrò Dean sospirando, lasciandosi scivolare più vicino alla minore delle sorelle e passandole il braccio sulla spalla, stringendola un po’ di più a se. 
“Eve sta trasformando tutti?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e voltando lo sguardo per qualche secondo nella sua direzione, per poi tornare a fissare gli altri. 
“A quanto pare..” sussurrò Bobby sbuffando leggermente, mettendosi una mano nella tasca dei suoi vecchi jeans. 
“Si, ma perché ?” Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, sentendosi sempre più confusa. 
Castiel si mosse leggermente prendendo a gesticolare e pensò un po’ a quanto poco potesse fare in la quella circostanza, sentendosi profondamente amareggiato. “Vuole altri mostri”. 
“Allora perchè non partire con uno sano?” Chiese Sam allargando le braccia ed osservando la ragazza davanti a se con un sorriso amaro sul volto. 
“Non ha senso..” sussurrò Bobby grattandosi distrattamente la testa, continuando a guardare nel vuoto. 
“Andiamo in quel bar..” sussurrò Dean sporgendosi sopra la testa di Katherine, guardando il fratello e Bobby, per poi tornare a guardare anche le ragazze e Castiel. “Ci ha parlato anche di un bar in cui erano stati prima di.. trasformarsi tutti in Ed”. 
Tutti i presenti annuirono e si recarono alle rispettive auto pieni di pensieri e di dubbi nella testa, chiedendosi come potesse Eve riuscire a creare questi mostri dal nulla e soprattutto quale fosse il motivo per cui lo stesse facendo; accesero i motori e si diressero con velocità verso il bar indicato da quel Tod, sperando di trovare qualche indizio in più su dove trovare la Madre. 
I conducenti posteggiarono le due auto sempre vicine, ma sui due lati della strada opposti della strada e tutti i cacciatori scesero e chiusero le portiere, prima di dirigersi verso quel locale che aveva l’aria di essere ancora aperto, nonostante sarebbe dovuto essere chiuso a quell'ora del mattino. 
Tirarono la porta nella loro direzione, trovandosi davanti una delle scene più brutte che avessero mai visto nella loro vita da cacciatori: almeno una quindicina di persone stavano stese a terra, con le labbra e il corpo sporchi di sangue, occhi sbarrati ed espressioni turbate e doloranti sul viso. 
Trovarono dei vampiri e dei licantropi fra quelle persone prive di vita, ma quando ne esaminarono per bene uno, notarono le zanne da vampiro ed un pungiglione sporgere dal polso, capirono che qualcosa non quadrasse: perché Eve continuava a trasformare la maggior parte delle persone di quella città in mostri mai visti prima? 
Lo sguardo del cacciatore più anziano si posò su quelle nuove creature così strane ed il primo pensiero che gli passò per la testa e che disse ad alta voce fu: “Non ho mai visto una cosa del genere”. 
“Come si uccidono?” chiese Sam sgranando gli occhi, continuando a camminare in quel locale che sapeva solamente di morte. 
“Credo che tagliargli la testa sia un buon modo per tenerli a bada.." sussurrò Katherine avvicinandosi ad uno dei cadaveri ed osservandolo con tristezza.
Si trattava di una ragazza di qualche anno più grande di sua figlia ed un forte nodo le chiuse la gola, facendola smettere di pensare da cacciatrice e passando il timone alla sua parte materna e più emotiva; si avvicinò e sfiorò con le sue dita le palpebre, chiudendole leggermente, non riuscendo a sopportare quella vista. "Dobbiamo ucciderla, ragazzi.." . 
"Sono ibridi quindi?" chiese Hailey continuando a guardarli con aria a metà fra la sorpresa e lo shock. 
"Tutti quelli in questo bar sono stati trasformati in..." iniziò Sam cercando le parole adatte per definire quelle creature, ma strinse le labbra e assottigliò gli occhi senza riuscire a concludere il suo pensiero. 
"Jefferson Starship!" esclamò Dean continuando la frase del fratello, guardando i cacciatori con un sorriso sulla faccia, notando che Castiel non stesse prestando molta attenzione, intento per com'era a controllare tutti i cadaveri.
Le due sorelle, Sam e Bobby si scambiarono uno sguardo quasi divertito, per poi voltarsi cverso il maggiore dei Winchester con un'espressione quasi di rimprovero, perchè fra tutti, Dean aveva scelto il momento meno adatto per fare una delle sue solite battute. 
"Perchè.." iniziò il ragazzo alternando lo sguardo fra tutti i presenti, annuendo leggermente e indicando tutti i cadaveri con le dita. ".. sono orribili e difficili da uccidere!".
I quattro risero appena, pensando che senza di lui, qualsiasi caccia sarebbe stata estremamente noiosa, e successivamente continuarono le proprie indagini in silenzio; Cass continuò a toccare ogni corpo senza paura di infettarsi, muovendoli e studiandoli come se riuscisse a capire cosa gli fosse successo e perchè; Sam e Bobby camminarono all'ingresso, notando tutti i segni tipici di una grossa rissa, come bottiglie spacccate, tavoli rovesciati e sedie distrutte. Katherine si mosse per tutto il locale, chinandosi a prendere fra le mani un cellulare semidistrutto, sperando di trovare qualche video o foto che qualche ragazzo avrebbe potuto fare poco prima dell'esplosione dell'infezione, mentre Hailey e Dean si chinarono su uno dei cadaveri, osservandolo bene in viso e pensando quanto fosse triste che Eve avesse ucciso quei poveri ragazzini. 
"Perchè sono tutti morti?" chiese Dean a voce bassa, scuotendo leggerrmente la testa e sospirando profondamente. 
"Sembrano provati.." disse la maggiore delle Collins, fissando quel povero ragazzo in viso e deglutendo a fatica, aggrottando le sopracciglia. "..come da febbre!". 
In quell'esatto istante la porta del locale venne scardinata da un sonoro calcio e cinque agenti della polizia irruppero all'interno imbracciando le loro armi, puntandole verso i cacciatori che provarono a presentarsi come agenti dell'FBI, ma vennero tutti brutalmente ammanettati, mentre Dean afferrò con forza il braccio di Hailey, nascondendosi dietro il bancone e intimandole di fare silenzio; entrambi erano sicuri che quella fosse una trappola per dei cacciatori come loro lasciata da Eve e non potevano correre il rischio di essere arrestati anche loro. 
Avevano il dovere di seguirli a distanza, arrivando in centrale appena in tempo per sentire i due fratelli minori, l'angelo e Bobby urlare e dimenarsi, mentre gli agenti mostravanno loro la loro vera natura; i due maggiori entrarono ad armi spianate, impugnando le loro lame e prendendo a decapitare più agenti possibili, mentre Sam urlò loro di lasciare vivo almeno lo sceriffo per interrogarlo ed estrapolargli più informazioni. 
Una volta liberato dalle manette, Bobby si avviò a grandi passi verso il loro ostaggio, notando con piacere come l'intera centrale fosse vuota, e lo trascinò verso la stanza degli interrogatori, torchiandolo e torturandolo con un coltello d'argento, ottenendo però scarsissimi risultati. Lo sceriffo lo prese in giro e rise di lui, dicendo che mai nulla sarebbe stato in grado di fargli tradire la sua stessa Madre; Cass lo prese come un invito a nozze e chiese a tutti i cacciaori di lasciarlo da solo con lui per soli cinque minuti, e tutto ciò che arrivò con prepotenza alle loro orecchie furono delle grida disperate e supplichevoli, che cessarono dopo pochi secondi. 
La porta si aprì ed uscì un Castiel meno composto rispetto a prima, ma molto più rilassato e soddisfatto, brandendo una stoffa fra le mani che utilizzò per pulirsi dal sangue di quel mutaforma ibrido; si avvicinò al gruppo di cacciatori appoggiato alle scrivanie degli agenti uccisi poco prima e li guardò in viso con un mezzo sorriso sul volto. 
“Eve è al 25 di Buckley Street”. 
Per qualche secondo i ragazzi rimasero sorpresi ed incrudeli che l'angelo fosse riuscio a far parlare quell'ibrido, successivamente Dean annuì e strinse la mano sulla sua spalla, dimenticando solamente per un attimo il motivo per cui avesse costretto se stesso ad allontanare Castiel dalle loro vite. 
“Bene, prepariamoci..”. 
L'angelo osservò il cacciatore allontanare la sua mano e voltargli le spalle, notando però la sua espressione un pò sorpresa ed un pò ferita; Castiel scosse appena la testa ed abbassò il capo, sentendosi ancora depotenziato e molto debole. Aveva bsogno di un pò di aria, sentendosi quasi soffocare li dentro, così comunicò loro che li avrebbe aspettai fuori ed uscì dalla centrale; non si accorse di essere seguito da Katherine, che chiuse di scatto il suo borsone e lo raggiunse, sentendosi sempre più preoccupata per il suo amico. Lo vide fissare un punto indefinito davanti a se, mentre continuava a sfregare le sue mani contro quel panno omai macchiato dal rosso del sangue. 
“Stai bene?”. 
L’angelo si voltò appena, udendo chiaramente la voce della ragazza e aggrottando le sopracciglia per quella domanda; non era ferito, il suo corpo era ancora intatto, allora perché glielo chiedeva in quella maniera? 
“Si”. 
Katherine si mise le mani suoi fianchi e gli si avvicinò ancora di qualche passo, fino a trovarsi proprio accanto a lui, e sorrise quasi divertita dall’espressione dell’angelo; lo guardò negli occhi per qualche altro secondo, leggendo un po’ di preoccupazione e di agitazione. “No, non credo..”. 
“Beh, neanche tu”. 
La risposta secca di Castiel le fece scemare il sorriso ed abbassare lo sguardo, sentendosi come una bambina colta sul fatto; avrebbe voluto tenerlo celato a tutti, ma a quanto pare ad un angelo del Signore non si può proprio nascondere nulla. 
“Non so di cosa tu stia parlando”. 
“Ti senti spossata, svuotata di energie?” Chiese Castiel voltandosi completamente con il corpo verso di lei ed inclinando la testa. 
La donna sospirò rumorosamente e tornò a guardarlo negli occhi, accennando di nuovo un sorriso e decidendo di non mentirgli, perché tanto il suo interlocutore lo avrebbe capito. 
“No, tutto l’opposto; mi sento piena di energia..”. 
“Deve essere il sangue demoniaco..” sussurrò Castiel annuendo e guardando nuovamente verso un punto indistinto davanti a se. “Io vengo bloccato e tu vieni amplificata”. 
Amplificata?” Chiese la donna aggrottando la fronte e ridendo nervosamente, sentendosi un po’ disorientata. 
“I tuoi poteri sono amplificati”. 
“Se avessi dei poteri ad un certo punto me ne sarei accorta, Cass” rispose la donna ridendo ancora per il nervosismo, mettendo le mani all’interno delle tasche posteriori dei jeans e stringendo forte la stoffa nel palmo della sua mano, come se vi si potesse aggrappare con le unghie e con i denti. 
“Penso che sia questo il momento”. 
Katherine sospirò ancora e si passò una mano sul viso e sulla fronte, chiudendo gli occhi per qualche secondo e chiedendosi se le parole dell’angelo fossero vere o se fosse solamente una lontana ipotesi che albergava nella sua mente; ciò che la frenò dal chiudere la conversazione e andare via fu il pensiero di non riuscire più a mentire a se stessa in quella maniera. Sapeva di avere sempre avuto una parte demoniaca dentro di lei e di non averla mai percepita per via dell’essere una Cacciatrice, ma da quando quella parte l’era stata strappata via con la forza da Morte, sapeva che qualcosa sarebbe cambiato e non affrontare la faccenda non avrebbe fatto altro che rendere le cose sempre più difficili da accettare.
“Sto bene..”. 
“No, non è vero e se non lo dirai ai ragazzi peggiorerai..” sussurrò Castiel osservando uscire dalla porta i tre ragazzi e Bobby, brandendo i loro borsoni. 
I tre cacciatori si soffermarono con lo sguardo su di loro, chiedendosi cosa si fossero detti e perché avessero messo su quelle facce ambigue, ma non dissero nulla, limitandosi a procedere dritto e a caricare le loro auto con le loro pistole e il resto delle loro armi. 
Il sole erano ormai calato e non avevano molto tempo, dovevano agire in fretta per prendere Eve ed ucciderla; le due sorelle e l’angelo salirono sul Suv, mentre Sam, Dean e Bobby andarono con l’Impala verso l’indirizzo che Cass era riuscito ad ottenere con la forza dallo sceriffo ibrido. 
Posteggiarono nuovamente davanti alla tavola calda nella quale avevano fatto colazione quella mattina, chiedendosi mentalmente come avessero fatto a non notarlo prima; il posto sembrava molto tranquillo e con poche persone in circolazione, ed i cacciatori si passarono le pallottole imbottite di cenere della fenice e caricarono le proprie armi, sperando che almeno uno di loro sarebbe riuscito a colpirla a morte e a porre un punto almeno a quella faccenda. 
Si scambiarono un ultimo sguardo di incoraggiamento e decisero di entrare: Dean varcò la soglia e tenne la porta aperta per le due donne che lo seguivano, per poi accomodarsi direttamente al bancone ed osservare tutte quelle persone che stavano consumando la propria cena, ignari di ciò che sarebbe potuto accadere da li a breve. 
Il primo passo consisteva nell’individuare Eve e capire se ci fossero altri ibridi lì con loro, così Sam dopo essersi seduto accanto al fratello, estrasse il suo telefono e attivò la fotocamera, puntandola verso ogni persona presente, scoprendo con molto sdegno che gli unici umani li detto fossero loro. 
“Siamo in minoranza, dobbiamo andarcene..” sussurrò il minore alternando lo sguardo verso i cacciatori seduti accanto a lui, sgranando gli occhi e serrando la mandibola. 
“Vi portò qualcosa, ragazzi?” Chiese una delle cameriere avvicinandosi e sorridendo dolcemente nella loro direzione. 
“No, grazie..” sussurrò Hailey con una smorfia, voltandosi nuovamente verso i suoi compagni di sventura, sentendosi completamente sopraffatta dall’enormità di quella trappola. 
“Ma non si entra in un locale senza ordinare qualcosa, ragazzi!” Esclamò la cameriera trasformando il suo dolce sorriso in un ghigno malefico. “Io lo dico sempre ai miei figli!”. 
Lo sguardo dei cacciatori seduti al bancone si puntò su di lei, sgranando gli occhi e capendo immediatamente di aver appena individuato la Madre che tanto bramavano di incontrare: era una donna sui vent’anni, con dei lunghi capelli neri ed un viso scarno, mentre un leggero colore roseo le ricopriva le gote. 
Si irrigidirono, così come l’angelo che strinse i pugni quando si accorse che gli ibridi si fossero messi in piedi per chiudere l’unica via d’uscita del locale con una chiave, pensando che se avesse avuto i suoi poteri avrebbe potuto fare uscire tutti e cinque i cacciatori con un solo schiocco delle dita. 
“Eve..” sussurrò Dean sgranando gli occhi, cercando però di non lasciare trasparire la sua paura. 
“È un piacere! Sono contenta che siate riusciti ad arrivare, volevo proprio parlare con voi..” sussurrò la Madre appoggiando le mani al bancone e fissandoli uno ad uno, studiandoli e fissando ogni particolare nelle loro espressioni. “Sam e Dean Winchester, le sorelle Collins, il papà surrogato e l’angelo corrotto: ma che bel quadretto!”. 
“Hai detto che vuoi parlare puttana, allora parliamo!” Esclamò Hailey sollevando un sopracciglio e fissandola con aria di sfida. 
Eve voltò il viso nella sua direzione ed ignorò i ringhi da parte delle creature che aveva creato da pochissime ore, tenendoli a bada con una semplice mossa delle dita; guardò la Cacciatrice con un sorriso sulle labbra e un’espressione indecifrabile sul viso, che però non le mise alcuna paura. 
“Parlavi anche alla tua mamma in questa maniera?”. 
“Comincia col dirci che cazzo stai facendo a questa città!” Esclamò Sam stringendo i pugni ed alzando il tono della voce, trovando un pretesto per mettere fine a quella futile conversazione per evitare che la Madre facesse del male alla ragazza al suo fianco. 
“Mi sembra ovvio: sto creando la bestia perfetta!” Esclamò Eve sorridendo, lasciando che i suoi lunghi capelli ricadessero sulla schiena con un gesto della mano, alternando lo sguardo fra tutti i nemici. 
“Perché?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia e sentendo il sangue gelare quando lo sguardo della Madre si posò sul suo. 
“Crowley vuole aprire il purgatorio e io mi devo difendere” disse Eve facendo spallucce, come se fosse la cosa più normale del mondo. 
Lo sguardo dei cacciatori si spostò sull’angelo al loro fianco, chiedendosi ancora perché Castiel stesse lavorando con quel demone e perché Eve ne fosse così irritata. 
“Potrei anche ucciderti sai? Sono più vecchia di te, conosco un paio di trucchi angelici che ti farebbero soffrire molto..” sussurrò Eve sorridendo malignamente guardandolo in viso, avvicinando una mano nella su direzione e tirando con forza la sua cravatta, facendogli sbattere la testa contro il bancone con un forte tonfo. 
“Non lo toccare, figlia di puttana!” Esclamò Katherine con un alto tono della voce, uscendo dalla forma di mutismo in cui era entrata da quando aveva messo piede in quella tavola calda. 
Dilatò le pareti del naso e assottigliò leggermente gli occhi, sbattendo i pugni sul bancone e lanciandole uno guardo di fuoco, mentre le lampadine all’intero locale si ruppero allo stesso momento, facendoli sobbalzare tutti e facendo calare il buio nella stanza. 
“Wow..” sussurrò Eve sorridendo, lasciando la presa sull’angelo e facendo il giro completo del bancone, avvicinandosi alle spalle della minore della minore delle Collins. 
Le spostò i capelli su un lato e avvicinò il volto al suo orecchio, mentre Katherine rimase immobile ed il respiro di tutti i presenti si bloccò per qualche secondo; Eve le carezzò la spalla e poi le sussurrò: “Che cosa sei?”. 
“Scorpione, ascendente sagittario e tu?” Chiese Katherine inclinando il volto verso il suo, prima di fare scattare il suo sgabello e di colpirla con una gomitata sotto il mento e con un pugno in pieno viso. 
La Madre si portò la mano al viso e fece qualche passo indietro, perdendo l’equilibrio e tenendosi al tavolo che le stava dietro, mentre un rivolo di sangue le scese dal naso, e con un gesto della mano bloccò i suoi uomini che si stavano per scagliare contro la Collins. 
Rise di gusto, pulendo il suo viso con la manica della sua uniforme da cameriera e si voltò di nuovo a guardarla in viso, sentendosi quasi appagata per quella reazione; aveva sentito parlare di lei e della storia delle Maledizioni, così come quella che aveva colpito Hailey, che si voltò verso la sorella con occhi sgranati e carichi di disappunto per ciò che avesse appena fatto, così come i restanti cacciatori e l’angelo. 
“Ok Supergirl, mi hai convinta!” Esclamò Eve tornando ad avvicinarsi e sorridendo con il ghigno malefico che aveva usato per guardare Castiel pochi istanti prima. “Puoi restare con me”. 
“Non succederà mai!” Esclamò Katherine sorridendo appena, terminando la frase con una smorfia. 
“Non dirmi che non ti piace..” sussurrò la Madre avvicinandosi di nuovo. “..la sensazione di potere che provi da quando hai messo piede in questa città! È per via della mia vicinanza che i tuoi poteri da mezzo demone si amplificano!”. 
Katherine rise di gusto ed abbassò lo sguardo, per poi estrarre la pistola dalla sua guaina con un movimento fulmineo e mirare all’altezza del petto; lo sparo riecheggiò all’interno della sala, ma Eve bloccò il proiettile a mezz’aria con lo sguardo, lasciandolo poi cadere rovinosamente a terra. 
Con un sorriso divertito sul volto, osservò l’espressione sorpresa e sconvolta della donna e di tutti i presenti, e si chinò a prendere con le dita il proiettile, rigirandoselo fra le mani. 
“Ceneri di fenice, vero?” Chiese ridendo di cuore, per poi lasciarlo cadere nuovamente al suolo. “Bel trucchetto, ma non riuscirete a spararmi!”. 
“Almeno ci abbiamo provato, stronza!” Esclamò Dean sorridendo con la sua faccia da poker, distogliendo l’attenzione della Madre dalla Collins e lasciando che si voltasse verso di lui. 
Eve si avvicinò lentamente al ragazzo e lo guardò per qualche istante, notando come si fosse istintivamente ritratto e cercasse di mettere più distanza possibile fra di loro; la Madre sospirò rumorosamente e scosse la testa, fissandoli tutti. 
“Comunque nessuno di voi si è chiesto perché questi due vogliono aprire il Purgatorio?” Chiese allargando le braccia e guardandoli con aria quasi delusa, aspettandosi molto di più da dei cacciatori come loro. Osservò le loro espressioni un po’ perplesse e dubbie, e roteò gli occhi, stanca di dover continuare quella conversazione. “Vogliono le anime! Sono come reattori nucleari, pure fonti di energia. Per questo motivo voglio trasformare ogni umano in un mostro, così tutte le anime saranno mie!!”. 
Quelle parole arrivarono come un sonoro schiaffo dritto in faccia a tutti e cinque i cacciatori, che non riuscirono a trattenere l’impulso di voltarsi a fissare l’angelo con uno sguardo perplesso e quasi scioccato sul viso, non aspettandosi una rivelazione del genere; possedere anime voleva dire possedere il potere e non potevano correre il rischio che Crowley o chiunque altro si ingozzasse di anime fino a scoppiare e ridurre la terra a brandello. 
“Voglio fare un patto, sarò clemente: consegnatemi l’angelo e Crowley e vi lascio vivere!”. 
Nonostante la delusione ed il dolore per il tradimento del suo amico fraterno fosse tangibile nei suoi occhi, Dean accennò un sorriso divertito, chiedendosi perché i demoni ed i nemici continuassero a proporre dei patti pur di non farsi uccidere. 
“Fottiti!”. 
La Madre ride sonoramente e si passò una mano fra i capelli, avanzando verso il maggiore dei fratelli e afferrandogli con uno scatto la testa, inclinandola all’indietro e facendolo leggermente gemere dal dolore; avvicinò i loro volti e mise su il suo ghigno malefico, guardando dritto nei suoi occhi ed infastidendosi enormemente non riuscendo a trovare neanche una traccia di paura. 
“Pensaci Dean: si fermerebbe questa guerra!” Esclamò Eve facendo più pressione sui suoi capelli ed inclinando ancora di più il suo viso. “Decidi in fretta!”. 
Il maggiore dei Winchester ricambiò lo sguardo e sorrise per niente intimorito, afferrandole il braccio e tentando di farle mollare la presa, ma la Madre si avvinghiò ancora di più al suo corpo, non lasciandogli speranza di scampo. 
“La risposta non cambia, puttana: fottiti!”. 
Eve sentì la rabbia farsi largo dentro di se e con violenza sbattè la testa del maggiore contro il bancone, spaccandogli un sopracciglio e facendolo sanguinare, per poi sollevare di nuovo il suo capo e si avvicinò pericolosamente; la faccia della Madre cambiò e delle lunghe e spesse zanne uscirono dalla sua bocca. 
Con lo stesso ghigno malefico di qualche minuto prima, Eve affondò i suoi denti dentro la carne del cacciatore, squarciandolo e lasciando che altro sangue sgorgasse dalla sua pelle lacerata; la sua intenzione era quella dice trasformalo, ma dopo pochi secondi una strana fitta la travolse, costringendola ad allontanarsi con uno scatto e mollando la presa sulla sua preda. 
Si aggrappò al tavolino vicino, urlando e dimenandosi in una maniera disumana, guardando con odio il ragazzo e cercando in qualche modo di riprendersi. 
“Ceneri di fenice, stronza!” Esclamò Dean tenendo premuta la ferita sanguinante del collo, mentre un sorriso sghembo si fece largo sul suo viso. “Mandate giù con un cicchetto di Whisky!”. 
Una luce nera venne irradiata dal petto della Madre che ancora urlava e si dimenava, avendo tutta l’aria di soffrire parecchio, ed in pochi secondi cadde rovinosamente a terra ormai priva di vita; dei sorrisi si dipinsero sui volti dei cinque cacciatori, ma successivamente tutti gli ibridi presenti nella tavola calda so scagliarono contro di loro, che si prepararono alla lotta sfoderando le loro lama, mentre i figli di Eve corsero nella loro direzione furiosi per ciò che fosse appena accaduto. 
L’angelo con il trench si mobilitò immediatamente, muovendosi con velocità ed uccidendo in pochissimo tempo tutti quei mostri, evitando qualsiasi spargimento di sangue e che i suoi amici si facessero male; il silenzio piombò di nuovo nel locale ed i cacciatori non riuscirono a fare a meno di voltarsi per l’ennesima volta verso l’angelo con sguardo di disapprovazione. 
“Adesso parliamo!” Esclamò Dean deglutendo a fatica e puntando la sua lama verso di lui. 
“Quella non mi farebbe nulla, lo sai” rispose Castiel sospirando ed indicando con lo sguardo l’arma del ragazzo che si faceva sempre più vicino. 
“Cass, per favore, fermati e parliamone!” Esclamò Katherine bloccando il maggiore dei Winchester dal braccio e posando la sua arma sul bancone. “Sei ancora in tempo!”. 
L’angelo abbassò il suo sguardo cupo e pensieroso, sentendo dei grossi dubbi e sensi di colpa crescere dentro di lui, e decise di fare l’unica cosa che ultimamente gli riusciva bene: scappare. Si smaterializzò dalla stanza con il cuore pesante ed un’espressione sofferente sul viso, dopo averli guardati tutti un’ultima volta e sentendosi terribilmente combattuto; se ne andò però con un unico pensiero nella testa, ovvero che Raffaele dovesse essere fermato a tutti i costi. Non importava nient’altro.
  
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