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Autore: Krestal    28/05/2019    1 recensioni
Ha diciannove anni, sa controllare il tempo, ha la miccia corta e poca voglia di impegnarsi. Quando Valerie Jenkins arriva alla Yuuei per uno scambio scolastico, riesce subito a fare amicizia con Aizawa Shota, complice una comune passione per i gatti. Valerie sa bene che la prima volta che combatterà davanti ai suoi compagni potrebbe stabilire se diventerà la sfigata del corso o qualcuno da ammirare. Sarebbe proprio un peccato se combattesse contro chi può annullarle il quirk, vero?
Storia ambientata durante il terzo anno di Eraserhead/Aizawa Shota e Present Mic/Hizashi Yamada
Eraserhead/Aizawa Shota x OC
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 - Ci vediamo in finale?

 

Valerie, seduta negli spogliatoi in attesa che arrivasse il suo turno, aveva appena appreso della sconfitta di Nemuri tramite un messaggio di Hizashi.

Si sentiva enormemente in colpa per non essere stata lì a vederla, ma Nezu le aveva chiesto di andare a cambiarsi e prepararsi durante l’incontro di Iida e Nemuri, in modo che poi potesse salire sul ring entro pochi minuti.

Era stata un’agonia, perché non si era neppure potuta distrarre guardando l’incontro della sua amica, e si era ritrovata a tartassare il povero Hizashi con una tempesta di messaggi.

A quanto pareva, però, lo scontro era durato ben poco.

Valerie ripose il cellulare nell’armadietto e uscì dallo spogliatoio, vedendo Nemuri che le veniva incontro. Si sentiva pronta a dire qualche parola di conforto all’amica, ma invece Nemuri stava sorridendo.

Nemuri affrettò il passo e le venne incontro. “Gli ho chiesto di uscire, e ha accettato!”

Valerie cercò di elaborare quell’informazione. “Hai chiesto cosa a chi?”

“A Iida!” Rispose l’amica, con aria sognante. “Stasera andiamo a bere qualcosa insieme!”

Valerie aggrottò le sopracciglia. Da quando Nemuri era interessata a Iida? “Sono felice per te, anche se un po’...”

“OH, INSOMMA!” Entrambe le ragazze si voltarono verso l’uscita, vedendo Kobayashi che le guardava con aria esasperata. “Perché tutti si mettono a parlare nei corridoi prima di andare a combattere? Tocca a te, Jenkins! Ryuko è già lì fuori!”

Valerie fece spallucce. “Ne parliamo dopo.” La salutò, quindi corse nel corridoio.

Nel momento esatto in cui Valerie fu uscita nello stadio, le urla del pubblico riempirono l’aria. Valerie si fermò, realizzando solo dopo un attimo che stavano applaudendo e urlando il suo nome.

Non l’avevano fatto per altri, lo stavano facendo per lei.

Valerie sorrise, quindi agitò le braccia in segno di saluto. Gli applausi e le urla si fecero più forti.

“Stop.”

Valerie voleva godersi quel momento di fama e fare un po’ di scena, quindi corse nell’arena fino ad arrivare sul ring, di fronte alla sua avversaria.

“Play.”

L’applauso si fece ancora più fragoroso. Valerie si godette quella sensazione di gloria per qualche istante — era arrivata fin lì, se l’era meritato.

“Quante scene,” borbottò Ryuko.

Ryuko era una ragazza bionda e magra, con un’apparenza — contrariamente a ciò che aveva sperato Valerie — che non dava alcun indizio sul suo quirk. La guardava con le braccia conserte e un’aria scocciata. L’unica cosa atipica in lei erano due macchie azzurre e tondeggianti dipinte sulle guance.

Valerie fece roteare gli occhi, rifiutandosi di scusarsi di fronte a dei toni del genere.

“Si dia inizio all’incontro!”

Valerie sollevò le braccia, pronta a fermare il tempo. Si trattenne dall’attaccare Ryuko per prima, perché sarebbe stata una mossa potenzialmente molto fallimentare. La bionda, invece, appoggiò le mani sul terreno.

Valerie fermò il tempo. Si scagliò contro Ryuko. Quando le fu addosso, urlò “Play!” E la buttò a terra, dandole un pugno alla mascella che lei non parò.

Ryuko, però, non sembrava affatto colta alla sprovvista, stava sorridendo.

“Hai fatto quello che volevo,” le disse.

Valerie vide qualcosa che fluttuava ai margini del proprio campo visivo. Si voltò, vedendo che la terra ai margini dello stadio si stava alzando creando una parete di due metri intorno al bordo del ring; come se non fosse stato sufficiente, volando in aria per andare a ricompattarsi a un metro da loro, sotto forma di sagoma umanoide senza faccia.

Quella sorta di mostro era alto un paio di metri, con gambe e braccia spesse. E stava venendo verso di loro. E lei doveva aspettare ancora una manciata di secondi prima di poter usare di nuovo lo stop.

Oh, cazzo.

Valerie si alzò in piedi, lasciando libera Ryuko. Il mostro di fango le diede un colpo con il braccio, sbalzandola a un metro di distanza, togliendole il fiato.

Ryuko si era seduta a terra, a gambe incrociate. “Con un quirk del genere, avevo paura che avresti provato a buttarmi fuori, quindi ho risolto il problema. E lascerò che il mio amichetto combatta per me.”

Non andava bene. Non andava bene per niente.

Valerie fece un salto all’indietro per schivare un altro colpo. Doveva aspettare ancora qualche istante.

Il mostro sollevò entrambe le braccia e parve cercare di afferrarla, ma la prese solo di striscio, a un braccio, e Valerie riuscì a divincolarsi. Alcuni pezzi di terra caddero sul pavimento, per poi tornare a riattaccarsi al corpo un attimo dopo.

Doveva restare calma e ragionare. E continuare a schivare.

Era ragionevole pensare che colpirlo al corpo non sarebbe servito a nulla, stando a ciò che aveva visto. Ma la testa, forse?

Doveva aspettare che si chinasse. Era goffo e sgraziato, e ogni volta che cercava di colpirla si abbassava un po’.

Il fiato le si stava facendo pesante per i colpi che aveva schivato, uno dopo l’altro. Attese che il mostro cercasse di nuovo di colpirla, quindi: “Stop!”

Valerie saltò, appendendosi alla testa del mostro con entrambe le braccia. Il colpo del fantoccio sarebbe andato a vuoto e avrebbe avuto il tempo per danneggiarlo.

“Play!”

Appoggiandogli i piedi sul busto, Valerie tirò con forza. La testa si staccò dal collo con un rumore secco, andando a cadere sul pavimento. Valerie sorrise, rimettendo i piedi a terra. Il mostro si era fermato, con le braccia lungo il corpo. Ora si sarebbe sbriciolato, no?

No.

“Mi dispiace,” sentì dire a Ryuko. “Non serve a niente spaccargli la testa.”

Valerie si voltò verso la palla di terra che aveva staccato, scoprendo che non era più lì, che stava volteggiando in aria. Andò ad attaccarsi di nuovo al busto.

“Oh, cazzo.”

Valerie corse, per mettere più distanza possibile tra lei e il mostro. Quello ricominciò ad agitare le braccia e inseguirla.

Forse doveva cambiare strategia. Svoltò, puntando a Ryuko.

La ragazza parve colta alla sprovvista, appoggiò le mani a terra e il fantoccio affrettò il passo. Valerie riuscì a buttarla a terra, ma si sentì sollevare all’altezza della vita.

Il mostro le mise l’altro braccio al collo. Lì dove c’era stata solo una protuberanza indistinta, ora c’erano delle dita, che la stavano stringendo appena.

“Arrenditi, sei finita,” disse Ryuko, ancora seduta a terra.

No, non si sarebbe arresa. “Stop!”

Valerie inspirò a fatica, aveva solo pochi secondi per capire come poteva uscirne, poi sarebbe stata costretta alla resa. Per prima cosa, doveva liberarsi.

Nel corso degli ultimi allenamenti, aveva appreso che il suo quirk generava una bolla di stasi intorno al suo corpo. Durante la corsa a tre gambe, era riuscita — dopo duri allenamenti fatti con i professori — a estendere la bolla a Nemuri.

Doveva solo estendere la bolla alla mano di quel mostro, e liberarsi.

Aveva imparato a controllare la bolla come se fosse stata solo un altro muscolo del corpo. Concentrandosi, strinse i denti e la estese.

Valerie cadde a terra con un urlo di sorpresa. Della terra le finì addosso. Alzò lo sguardo, scoprendo che lì dove era stata estesa la bolla la mano si era sgretolata. In qualche modo, però, le sembrava che la terra si fosse comportata in modo diverso da prima, tornando a essere solo terra.

Le venne un’idea. Si avvicinò al mostro il più possibile, quindi allargo di nuovo la bolla. Man mano che lo faceva, il mostro si sbriciolava. La estese fino a inglobarlo tutto, fino a quando non fu solo una montagnetta di terra.

“Play.”

Ryuko sgranò gli occhi. “Ma che cosa…”

Come aveva ipotizzato, il mostro non si era ricreato.

“Come cazzo è possibile?” La ragazza aveva alzato la voce e battuto i pugni a terra.

Valerie sorrise. Nella bolla di stasi, il controllo da parte di Ryuko era stato interrotto. “È finita,” disse Valerie. Le saltò addosso, mentre Ryuko era ancora a terra, afferrando la ragazza per il colletto della maglia.

Ryuko appoggiò i palmi sul pavimento. “Idiota,” bofonchiò a denti stretti, per poi beccarsi un pugno alla mascella.

Un altro fantoccio si stava formando accanto a loro. Valerie alzò gli occhi al cielo, allontanandosi da entrambi. Iniziò a contare i secondi che la separavano dal prossimo stop.

Il respiro di Ryuko si era fatto pesante. Creare quei cosi doveva costarle uno sforzo non indifferente. Ancora qualche secondo. Restò ferma, mentre il mostro le correva incontro con le braccia alzate.

“Stop!”

La testa iniziava a dolerle, ma poteva farcela. Si mise accanto al mostro e allargò la bolla, ottenendo lo stesso risultato di prima. Guardò Ryuko, seduta a gambe incrociate con le mani a terra, pronte a dare il comando successivo.

Avrebbe potuto solo ripetere quel procedimento più e più volte, ma non era certo che Ryuko avrebbe avuto meno energie di lei. Inoltre, non era nel suo stile.

Si sarebbe sforzata molto più del dovuto, ma ce l’avrebbe fatta. Era ben lontana dal limite. Corse per riempire la distanza tra lei e Ryuko, quindi si posizionò alle sue spalle e allargò la bolla di stasi su di lei.

L’altra ragazza trasalì senza capire, iniziando a guardarsi intorno. Appoggiò i palmi e parve dare un comando, ma nella bolla non avrebbe funzionato, perché non era possibile interagire con qualcosa di così lontano. Valerie le afferrò un braccio e glielo torse dietro alla schiena, mentre Ryuko iniziava a dimenarsi, ma era stanca e senza energie.

Ripeté il procedimento con l’altro braccio, schiacciandola con il peso del proprio corpo.

“Play.”

Il muro intorno all’arena si sgretolò in una nube di polvere. Ci fu un lungo attimo di silenzio.

“Ryuko è impossibilitata a combattere, Jenkins vince!”

 

“Il prossimo scontro è tra Aizawa Shota, della 3-A, e Sekijiro Kan, della 3-B!”

Sekijiro sarebbe stato una scocciatura, Shota ne era certo. Al di là del risultato dello scontro, sapeva che avrebbe dovuto sopportare un sacco di scenate.

Mentre Shota si era già messo in posizione sul ring, Sekijiro stava salutando i compagni sugli spalti. “Terrò alto l’onore della sezione B, non temete!”

Shota si trattenne dall’alzare vistosamente gli occhi al cielo. Sekijiro era uno dei migliori dell’altra sezione, anche grazie al suo quirk che gli permetteva di manipolare il proprio sangue. Anche senza quirk, Sekijiro — o Vlad, come amava farsi chiamare — restava un avversario pericoloso, era alto poco meno di due metri ed era una montagna di muscoli.

In quegli anni, però, Shota aveva imparato che più potente era il quirk di qualcuno, più quel qualcuno tendeva a farvi affidamento.

“Quest’anno finalmente mostrerò a tutti chi sono i migliori,” disse Sekijiro, impettito, posizionandosi di fronte a Shota, a qualche metro di distanza.

Shota sospirò, esasperato. “Come vuoi tu.” Non comprendeva il senso di quella faida tra sezione A e sezione B che sembrava esistere senza alcun motivo particolare. Le affermazioni di Sekijiro non erano di alcun interesse, per lui.

“Ti toglierò quell’aria di superiorità dalla faccia, te lo prometto.” Vlad gli puntò contro un indice, senza perdere quell’espressione perennemente incazzata.

“Non è aria di superiorità, sono solo annoiato,” rispose Shota, ottenendo solo di farlo arrabbiare ancora di più.

“Tre, due, uno… Combattete!”

Sekijiro corse verso di lui non appena Nezu ebbe dato il via, mollandogli un gancio destro. Shota schivò il pugno abbassandosi e lo colpì alla pancia, strappandogli un grugnito, quindi balzò di lato e

“Maledetto,” ringhiò Vlad, cercando di nuovo di danneggiarlo con un altro pugno.

“Come sei prevedibile.” Shota si spostò di nuovo, schivando senza grossi problemi. Vlad sembrava aver imparato dagli errori del festival del primo anno: era stata una pessima idea quella di ferirsi nel tentativo di sfruttare il blood control ancora prima di scoprire il quirk di Aizawa. Vincere contro un nemico che stava perdendo un sacco di sangue era stato elementare. Shota sospirò. “Credevo volessi far vedere ai tuoi compagni qual è la sezione migliore della scuola, a me sembra che tu non ti stia neppure impegnando,” disse, cercando di mantenere il tono più disinteressato possibile.

“Credi davvero di vincere con dei trucchetti così banali?” Urlò Sekijiro.

Certo che sì. “Certo che no. Sto solo constatando l’ovvio.” Sekijiro stava evitando di usare il proprio quirk, consapevole di quello che sarebbe successo nel caso. Senza quirk, restava un avversario con una notevole forza fisica, ma impreciso e grossolano nel combattere. Shota era sicuro che l’altro si stesse sentendo sotto pressione, e che facesse il gradasso anche per quello. Doveva solo farlo stancare ancora un po’.

“Beh, indovina un po’? Non funzionerà.” Vlad ricominciò ad attaccarlo, sferrandogli una serie di colpi ravvicinati e imprecisi. Shota contrattaccò con un pugno alla pancia quando Sekijiro gli parve distratto, facendogli perdere l’equilibrio. Sekijiro cadde in ginocchio.

“Vi odio, voi della A!” Sekijiro provò ad alzarsi, ma Shota gli diede un colpo al volto.

Invece di pararlo, Sekijiro voltò leggermente il capo, in modo da farsi colpire sul naso. Shota sentì il rumore delle ossa dell’altro che si rompevano per l’impatto. Il sangue gli schizzò sulla mano.

Quello non andava per niente bene.

Vlad si portò l’altra mano al volto, bagnandola di sangue e muovendola verso Shota, che istintivamente sollevò l’altro braccio per proteggersi. Fu sufficiente quell’interruzione del contatto visivo per ritrovarsi la mano destra bloccata in una prigione di sangue cristallizzato.

Vlad alzò una parete di sangue per impedire a Shota il contatto visivo, mentre quest’ultimo diede un pugno a terra nel tentativo di liberarsi la mano. Ottenne solo di farsi male. Aveva commesso due errori: aveva fatto quello che aveva voluto lui, e si era distratto una seconda volta — solo per un attimo — per guardarsi la mano.

La parete di sangue cadde, e Sekijiro aveva ora in mano una scheggia di quaranta centimetri fatta dello stesso materiale che gli bloccava la mano. Era appuntita e affilata come un rasoio.

Shota aveva un’idea, ma avrebbe avuto una sola occasione. Sekijiro iniziò ad attaccarlo con la lama, mentre lui era costretto a mantenere il contatto visivo. Shota indietreggiava. Iniziò a fare una stima dei metri che mancavano al bordo, tenendo il braccio bloccato lungo il fianco. Sekijiro menava un fendente dopo l’altro, con un ghigno sulla faccia. Era sicuro di aver vinto, e forse era davvero così.

Forse.

“È la tua fine, hai finito di scappare,” gli disse Sekijiro, sollevando la lama. La calò su di lui.

Era il momento. Invece di schivare come Sekijiro si aspettava, Shota sollevò il braccio destro, parando il colpo con la mano ricoperta di sangue cristallizzato.

Un dolore lancinante gli percorse tutto il braccio mentre schegge di cristalli rossi schizzavano ovunque per l’urto. Con la vista annebbiata dagli spilli che sembravano perforargli il braccio, Shota sfruttò l’effetto sorpresa per colpire Sekijiro all’addome e alla gamba, per poi balzare di lato e spingerlo giù dal ring.

Un boato di applausi riempì l’arena, mentre Shota riusciva solo a pensare a quanto avrebbe avuto bisogno di Recovery Girl. Alzò lo sguardo verso la tribuna degli studenti, vedendo che, accanto a Mic, Valerie si era alzata e stava esultando e battendo le mani. Shota sorrise, anche se lei probabilmente non era in grado di vederlo.
Avrebbe fatto del suo meglio per arrivare in finale, e sarebbe stato bello se ci fosse arrivata anche lei.

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L'angolo dell'autrice
Posso solo dire che mi dispiace un sacco per aver interrotto gli aggionamenti per un sacco di tempo. Purtroppo non è un periodo facile, e quando mi cala l'umore finisco per essere schifata da tutto quello che scrivo, quindi non sono riuscita ad aggiornare, lasciando la questione in un angolino della mia testa.
Ora sto un po' meglio, e non posso promettere che aggiornerò regolarmente, ma posso promettere che ci proverò.
Passando a questioni più leggere, come potete vedere ho aggiunto qualche altro personaggio della serie. Continuo a trovare curioso che siano tutti coetanei ^^
Grazie per chi avrà comunque avuto la pazienza di leggere questo capitolo e arrivare fin qui, grazie davvero <3
K

 

   
 
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