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Autore: SweetPaperella    01/06/2019    5 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo venti

«Emma... Robin, Robin è... stato rapito.» dice, prima di accasciassi sulla prima poltrona davanti a lei, ci è mancato poco che svenisse.
Nessuno dei presenti riesce a credere alle proprie orecchie, Emma si è alzata per porgere un bicchiere d’acqua alla donna e Booth, si è seduto accanto a lei per rassicurarla e cercare di capire una volta che si è calmata cosa sia successo, cosa le fa credere che l’uomo sia scomparso. Ed é ovvio per tutti i presenti, chi sia Robin, non c’è bisogno di fare il suo cognome, capeggia da mesi sotto i loro occhi, ed è stato anche grazie a lui che sono partite le ricerche più approfondite nei confronti del trafficante, che sono uscite le prime rivelazioni importanti.
Regina dopo aver bevuto un po’ d’acqua, punta i suoi occhi marroni verso lo sceriffo e inizia a raccontare tutto, ogni cosa successa, del messaggio in segreteria e di come ha scoperto che Robin non si fosse presentato a prendere il figlio, cosa per niente da lui visto che per nulla al mondo si dimenticherebbe di andare a prenderlo a scuola.
É chiaro che l’uomo sia scomparso o meglio, rapito. Il suo cellulare risulta ancora attivo, ma nessuno risponde e soprattutto, é chiaro che Peter Pan, si sia avvicinato a lui dopo che Robin ha ignorato il suo messaggio, ha agito prima che potesse recarsi a denunciare la cosa.
Emma ha ascoltato in silenzio il racconto di Regina e ha pensato subito di correre da lei e abbracciarla, dirle che lei ci sarebbe stata, che non l’avrebbe lasciata sola e che insieme avrebbero ritrovato Robin, ma poi piccata ancora dal suo maledetto orgoglio non ha fatto nulla di tutto ciò, si è però seduta alla sua scrivania per cercare di rintracciare il cellulare di Robin. Mentre i due uomini hanno finito di ascoltare la deposizione di Regina. Trovare quel cellulare é estremamente importante e il fatto che sia ancora attivo, fa ben sperare la ragazza che l’uomo non ce l’abbia con sé, che magari sia caduto nella colluttazione e che nemmeno Peter Pan se ne sia accorto, commettendo un grosso errore.
«Bingo! Eccolo. Ho rintracciato il cellulare di Robin, non é tanto distante da qui, è situato in una stradina vicino alla parte del bosco. Graham, andiamo a prenderlo.» dice autoritaria e decisa. Dimenticandosi per un momento che il suo collega é il suo alto in grado.
«Brava Emma. Andate a recuperarlo si, quel telefono é di estrema importanza.» dice rivolto ai due agenti lo sceriffo.
Regina intanto guarda Emma con estremo orgoglio, questa é sua figlia. La sua piccola Emma. Determinata, forte, coraggiosa, autoritaria, pronta a battersi per proteggere le persone. Non le ha detto chiaramente che è preoccupata, ma lo sta dimostrando con il suo atteggiamento e questo, per la donna, é un primo vero passo verso un possibile riavvicinamento. Non vuole illudersi, ma conosce abbastanza bene Emma, da sapere che è così, se pur non lo ammetterebbe mai.
Prima di uscire, afferra velocemente la sua giacca di pelle rossa e seguire il collega, ma ha un attimo di esitazione, guarda Regina negli occhi e le fa un sorriso, breve, non troppo accennato, ma è pur sempre un sorriso, portando la sua mano sulla spalla della donna come a rassicurarla, ed esce, non incrociando nuovamente il suo sguardo.
I due agenti salgono sulla macchina dello sceriffo nella direzione indicata dal gps attivato da Emma per condurli direttamente al telefono di Locksley.
«Graham, scusa per prima, non volevo mancarti di rispetto... é che...» Emma, prontamente una volta in macchina chiede scusa al suo collega per aver assunto quel tono di comando nei suoi confronti.
«Tranquilla, lo so che eri solo preoccupata per tua madre.»
«Cosa? Tu come...» chiede sorpresa, non ha confidato a nessuno che Regina é sua madre, quindi ora é maledettamente sorpresa che il suo collega sappia la verità.
«Emma, non sono mica vice sceriffo per caso» le dice ridendo e facendo ridere di conseguenza anche lei.
«Quando ne vuoi parlare io ci sono.» le dice ancora schiacciandole l’occhio, se inizialmente ha desiderato tornare con lei, ora non la vede più come una potenziale ragazza, anche se estremamente bella e desiderabile, ma come una collega in gamba, determinata e coraggiosa e se lei vorrà, anche una buona amica. Gli piace parlare con lei e le volte che si sono fermati a pranzare insieme in ufficio, chiacchierare é risultato sempre molto piacevole, ancora di più di quando stavano insieme. Hanno parlato di serie tv, videogiochi, di libri e film, come forse non avevano mai fatto.
«Grazie Humbert, ne terrò conto» lo prende in giro volutamente chiamandolo per cognome, ma ha apprezzato, il suo collega si sta rivelando un buon amico e sicuramente non è più il giovane che le ha spezzato il cuore, é maturato e tra loro può nascere davvero una bella amicizia.
«E poi autoritaria così, mi piaci Swan, presto mi farai veramente le scarpe. Con il computer stai diventando sempre più brava.» Le dice punzecchiandola a sua volta, ma anche facendole un complimento sincero, da quando lavora come tirocinante sceriffo, é migliorata molto nelle sue abilità tecnologiche e anche nello svolgere le indagini o le semplici problematiche quotidiane.
«Grazie. Ci siamo comunque, é qui.» risponde Emma, é arrossita dal complimento e quindi non ha saputo rispondere diversamente, ma decisamente ha apprezzato le parole del collega sul suo operato. Si impegna ogni giorno per diventare una brava agente.
Non aggiungendo altro, scendono dalla macchina alla ricerca del cellulare.
Lo trovano sepolto dall’erba, poco distante da dopo ci è stata la colluttazione e lo possono dedurre dal fatto che sulla strada ci sono evidenti segni di pneumatici. Prontamente il Vicesceriffo fa una fotografia e se la manda per mail all’indirizzo dell’ufficio.
I due agenti si continuano a guardare intorno alla ricerca di altri indizi, ma a parte questo dettaglio, é tutto maledettamente calmo.
Tornano in centrale con il telefono recuperato e non perdono tempo, mettendosi subito a lavorare. Graham cerca di risalire al modello de i pneumatici che hanno trovato, mentre Emma cerca di rintracciare da dove è partito l’sms che gli ha inviato Pan.

Regina è tornata subito sulla Jolly Roger, per riprendere Roland, ma non sa che cosa dirgli, come si può dire a un bambino che il proprio papà è stato rapito? Non è facile accettarlo per una persona adulta, figuriamoci per un bambino così piccolo, un bambino come Roland per giunta che ha già perso la mamma e che ha solo suo padre come punto di riferimento.
Ma ha imparato a sue spese che la sincerità è la prima cosa, il suo rapporto con Emma si è inclinato proprio per questa sua mancanza e decide di essere sincera almeno in parte.
Il bambino appena la vede tornare è entusiasta, si è divertito moltissimo a bordo della nave insieme al suo amico Henry e Killian, ha fatto giocare i piccoli a qualunque gioco volessero, ha insegnato anche loro qualcosa sulla navigazione.
«Regina! Posso restare qui con Henry stanotte? Ti prego. Voglio dormire in una nave pirata.» la supplica. Lei annuisce e non si sente di dire al bambino la triste verità su suo padre, gli spiega semplicemente che è andato fuori per lavoro, non vuole rovinare il suo entusiasmo, glielo dirà il giorno successivo.
«Sicuro che non dà fastidio?» chiede a Killian.
«No, c’è posto e poi anche Emma è stata subito d’accordo, stasera non deve nemmeno lavorare.»
«Ah no? Ma oggi è mercoledì...» di solito Emma lavora sempre di mercoledì.
«Si, ma ha chiesto di fare solo tre volte a settimana adesso, il caso la sta tenendo occupata, rientra a casa spesso per l’ora di cena.» le spiega. Ha deciso di rallentare un po’ con il lavoro al pub per concentrarsi esclusivamente sul lavoro di sceriffo.
«Piuttosto, vuoi rimanere anche tu?» chiede ancora il pirata, vorrebbe che le due donne si riconciliassero, conosce la sua Emma e sa che muore dalla voglia di tornare a parlare con Regina, che prima ancora di scoprire la verità, è stata la sua migliore amica per anni.
La donna scuote la testa, resterebbe molto volentieri, ma vuole tornare a casa e cercare di rilassarsi, anche se sa bene che è materialmente impossibile farlo. E poi non vuole mettere a disagio Emma, è vero che quest’ultima si è preoccupata per lei, le ha dimostrato di tenerci, ma non vuole forzarla ulteriormente a fare qualcosa che non è ancora pronta a fare.
«Grazie comunque Killian, per tutto quello che stai facendo, anche a stare vicino a Emma.»
Il ragazzo sorride e fa segno che è un piacere, lui non lo fa certo per dovere, ma perché ama immensamente Emma.
«Amo Emma, farei qualsiasi cosa per renderla felice.»
«Lo so.» e lo saluta, facendo un ultimo saluto anche ai due piccolini.
Il pirata, sapendo che sicuramente Emma tornerà stanchissima, ed avendo saputo del rapimento di Robin da Regina, si mette a preparare tutto lui per non farla stancare. E poi, da quando vivono insieme, si alternano tranquillamente i compiti di vita domestica, hanno trovato un vero e proprio equilibrio e sembrano già una coppia che sta insieme da parecchi anni. Rispettano ognuno lo spazio dell’altra, cucinano insieme o si alternano nel farlo, svolgono i lavori domestici insieme... Sono affiatati da qualsiasi punto di vista.
Quando Emma rientra, ha un terribile mal di testa, ma non vuole nemmeno smettere di lavorare, deve rintracciare la zona in cui è stato spedito quel maledetto sms e non si darà pace finché non sarà così. Dopo cena, infatti, e aver messo a letto i bambini, ha acceso nuovamente il pc, per tornare a lavorare e trovare una minima traccia.
Killian si è messo seduto accanto a lei, per aiutarla in qualche modo, si è fatto più che altro spiegare come funzionassero i suoi software.
Solo in tarda serata, con Emma con gli occhi rossi per le ore passate davanti al pc, ha deciso di passare alla fase “basta lavoro” e farla riposare almeno un pochino. È mezzanotte e lei sarebbe capacissima di passare tutta la notte davanti a quello schermo.
«Killian, dai... Sto lavorando.» dice lei abbozzando un sorriso, ai baci che lui le sta dando sul collo.
«Love, devi riposare un po’, non ricaverai nulla adesso. Sei stanca, hai gli occhi rossi. Riposati e domani in ufficio continui.» le dice dolce, accarezzandole adesso i capelli, che lei ha posizionati sciolti su una spalla.
«Non posso... Ci sono vicina, lo so.» non girandosi di proposito e continuando a guardare lo schermo del computer per non incrociare i suoi occhioni azzurri, perché sa che potrebbe cedere.
Killian non si scoraggia e con il naso percorre prima i suoi capelli e poi nuovamente il suo collo.
«Te l’ho mai detto che il tuo profumo mi fa impazzire, Swan?» le dice all’orecchio, mordendolo un po’ subito dopo.
Emma appoggia la testa all’indietro a quel sussurro così sensuale e dolce, alle sue parole che le fanno sempre un certo effetto.
«Kil...» protesta, perché sta di nuovo maledettamente cedendo, non riesce a resistere al suo accento, al suono della sua voce, ai suoi baci.
«Basta parlare, love. Andiamo a nanna» facendola voltare per far incrociare i loro occhi.
Emma in risposta lo bacia dolcemente, ed è Killian che intensifica immediatamente il bacio, andando a cercare la lingua di lei.
«Ci sono i bambini nell’altra stanza» protesta Emma, non che non voglia cedere e fare l’amore con lui, ma sente davvero di essere vicina a scoprire qualcosa su Pan e non può staccare adesso, se pur sia stanchissima e abbia un forte mal di testa.
«Ma infatti chi ha parlato di fare ciò che pensi, Swan, io ho parlato di dormire, sei maliziosa forte eh.» le dice per prenderla in giro, la conosce molto bene e sa che vorrebbe stringersi a lui, ma che vorrebbe anche continuare a lavorare, perché non sopporta le cose lasciate a metà, specie se non riesce a venirne a capo.
«Stupido! Quindi mi stai dicendo che non hai voglia? Peccato, ho addosso un completino intimo nuovo, niente male.» decide di giocare anche lei e lo provoca a sua volta, ma addosso ha davvero un completino intimo nuovo. Nero con del pizzo.
Ma si allontana prontamente da lui, per recarsi nella loro camera. Alla fine, è riuscito a farla allontanare dal lavoro. Il pirata la segue prontamente e l’afferra per un braccio attirandola a sé.
«Non solo lo voglio vedere, te lo voglio anche sfilare.» iniziando a baciarla con desiderio e sollevandole la maglietta da dietro, avendo le mani sulla sua schiena.
Emma ride di gusto e poi si lascia completamente andare alla passione che la lega al suo meraviglioso pirata. Si stendono sul letto, Emma già solo con il reggiseno, Killian con i pantaloni già slacciati.
«Questa cosa che l’hai sempre vita tu, deve finire.» gli dice la ragazza dandogli una botta sul petto, prima di toglierli la maglietta e gettarla a terra insieme alla sua.
«Certo, love.» la prende in giro, ma prima che possa replicare, porta una mano alla coppa del reggiseno della ragazza, insinuandola poi sotto di esso e Emma geme, dimenticandosi ciò che stesse per dire.
Una volta che sono completamente nudi entrambi, si lasciano andare a quella passione che ormai li ha travolti completamente e di cui non possono fare a meno.

Il giorno seguente, Emma dopo aver accompagnato i due bambini a scuola, come il suo pirata si era messo d’accordo con Regina; si reca da Granny’s per prendere la sua solita cioccolata prima di andare a lavoro, per fortuna è presto e può godersi qualche minuto in più alla tavola calda.
Entra nel locale e trova al bancone David ad aspettarla.
È andato alla tavola calda della nonna con l’intenzione di parlare con la ragazza e passare del tempo con lei.
Emma lo saluta non appena i loro sguardi si incrociano e poi rivolge immediatamente la sua attenzione verso Ruby per ordinare la sua cioccolata con un muffin con gocce di cioccolato.
«Ti va di sederci a parlare un po’?» le chiede l’uomo, aspettando che lei facesse la sua ordinazione.
La ragazza non è molto entusiasta della cosa, non sa se accettare o meno la proposta dell’uomo di parlare e sedersi al tavolo insieme, ma alla fine accetta.
«Va bene, ma non parliamo di ciò che è successo e non voglio sentire nemmeno le tue giustificazioni.» mette subito in chiaro le cose, non vuole sentire ancora una volta quanto sia dispiaciuto per la situazione o lui che cerca di spiegare le sue motivazioni e quelle di Regina.
Si siedono a uno dei tavoli liberi e con grande sorpresa di Emma, l’uomo le chiede del caso, ha saputo da Regina del rapimento di Robin e anche lui si mostra molto preoccupato. Non conosce benissimo l’uomo ma da quel poco che l’ha conosciuto lo trova molto simpatico e dolce, una persona con cui è facile parlare e poi sta rendendo felice la sua migliore amica e questo per lui conta più di qualunque cosa. Emma non può dire molto sulle indagini, ma si mostra preoccupata, non negando di esserlo anche per Regina, tanto che chiede all’uomo come sta.
«Non bene, le ho detto di rimanersene a casa ma non ha voluto, mi ricorda tanto qualcuno in questo.» le dice David lasciandosi scappare quel commento è Emma finge di non aver sentito, portandosi alla bocca un pezzo di muffin, così ha la scusa perfetta per non replicare e poter cambiare argomento.
«E come procede invece, la gravidanza di Mary?» un totale cambio di argomento, di cui l’uomo si accorge, ma anche lui finge di non aver detto nulla poco prima. Ha fatto una promessa.
Le dice che inizia ad avere moltissime voglie e che l’altra sera è dovuto uscire per andare a comprarle i tacos, perché non riusciva a dormire se non li mangiava, sostenendo che il bambino avrebbe scalciato per tutta la notte. Le dice che hanno scoperto il sesso del bambino, sarà un piccolo maschietto, ma che ora sarà difficile scegliere il nome, il più gettonato, al momento, è il nome del padre di Mary, visto che lui con il suo non ha mai avuto un bel rapporto anzi... Non si sono mai veramente parlati e David ha lasciato casa molto giovane, studiando e mantenendosi da solo per realizzarsi. Da quando è andato via di casa non si sono più sentiti.
Si mettono a parlare di possibili nomi insieme. Ritrovandosi a ridere e scherzare a pensare ai nomi più strani. David la guarda ridere di nuovo in quel modo con lui ed è felice, non chiede niente al mondo che continuare a guardare il suo sorriso, soprattutto quando è grazie a lui che le compare sul volto.
«Tu per esempio hai il nome della nonna di Regina, lo sai?»
«No. Non lo sapevo... Però David...» di nuovo sta sfociando nel campo minato e Emma si chiude nuovamente a riccio, facendola subito smettere di sorridere. Sul suo volto è nuovamente sparita ogni traccia di allegria.
«Lo so, Emma mi hai chiesto di non parlare della nostra famiglia, ma come faccio? Ti voglio bene e ti rivoglio nella nostra vita, non mi accontento di un caffè in un bar a parlare di lavoro o del più e del meno. Voglio che tu sia la madrina del tuo fratellastro, voglio che tu ci sia in ogni giorno della mia vita, insieme al piccolo Henry, non voglio che il nostro rapporto sia come quello con mio padre.» le ha raccontato di non avere mai avuto un rapporto con suo padre, Emma sa a che cosa si riferisce, al fatto che David è andato via di casa e non si sono mai più visti e né sentiti. Lei pure è andata via di casa e ora teme che anche le sparisca dalla sua vita.
«Abbiamo sbagliato, se potessi tornare indietro non ti lascerai Emma. E non ti lascerebbe nemmeno Regina.» le dice cercando di farle capire quanto siano pentiti e che vogliono solo recuperare un rapporto con lei, non è così sbagliata come pretesa.
«Ho bisogno di tempo. Mi mancate, mi manchi tu, mi manca Regina, mancate tanto anche a Henry... Ma sono ancora arrabbiata e non tanto per il fatto che mi abbiate abbandonato, ho capito perché l’avete fatto e l’ho in parte accettato, non riesco a perdonarvi che mi abbiate mentito in questi quattro anni. Ora scusami, ma devo andare, devo mettermi a lavoro sul caso Gold e salvare Robin. Grazie per la colazione.» facendo un lieve sorriso verso di lui e uscendo senza voltarsi indietro.
David la guarda andare via e nonostante lei gli abbia detto che ancora non è riuscita a perdonarli, ha ammesso che comunque tiene a loro, anche se su questo non ha mai avuto dubbi. Come li ha trattati le ultime volte che si sono visti, quello è un notevole passo avanti.
Ed è sicuro che con il tempo riusciranno a ricucire il loro rapporto, ciò che è certo che lui non lascerà stare come ha fatto suo padre con lui, arrendendosi alla prima difficoltà.
Emma recandosi in ufficio, sorride, è davvero contenta di aver fatto colazione con David e aver messo le cose in chiaro su come si sente, aver tirato fuori il suo dolore l’ha fatto sentire meglio e chissà che questo incontro, non possa essere il primo di tanti altri e cercare in questo modo di ricucire il loro rapporto. Non è facile, visto che ancora si sente tradita, ma vuole provarci, soprattutto vuole ritrovare Robin e far sì che Regina smetta di stare male. Lei è sempre stata la loro prima sostenitrice e vuole che abbiano una lunga vita insieme, se lo merita Robin, il piccolo Roland e Regina.

Regina è uscita prima da lavoro per poter andare a prendere il piccolo Roland a scuola e offrirgli un gelato per parlare con lui. Ha parlato con la maestra del bambino, la quale ha sconsigliato di dire la verità al piccolo, che avendo perso anche la mamma, può risentirne a livello psicologico e quindi, al momento, in attesa di notizie di suo papà, è meglio dirgli che è fuori per lavoro.
Così la donna, mentre sono seduti su una panchina al parco, con un enorme gelato tra le mani, gli dice che il suo papà è dovuto partire per lavoro e che non l’ha avvisato perché è dovuto andare via urgentemente, ma che ha detto a lei di dargli tantissimi baci e che gli vuole tantissimo bene.
«E quando torna?» chiede il piccolo un po’ preoccupato dalla cosa, è stato separato dal suo papà solo quando è stato in casa-famiglia, ma non allungo, grazie all’intervento di Regina.
«Presto, nel frattempo starai a casa con me.» ha fatto tutte le dovute comunicazioni a chi di dovere per prendere la custodia temporanea del bambino, affinché non venga rimandato in casa-famiglia e l’assistente sociale, ha accettato visto e considerando che lei è la compagna di Loskey e che quindi, il bambino la conosce e la vede come un punto di riferimento.
«Okay, ma spero che il papà torni presto, presto e possiamo stare di nuovo tutti insieme.»
«Sarà così.» gli dice dolce, stringendolo forte a sé. Hanno finito i gelati e può abbracciarlo forte, forte, per infondergli coraggio, anche se in quel preciso momento ne ha più bisogno lei, che conosce la verità e spera proprio che non accada nulla di grave a Robin, che presto entrambi potranno riabbracciarlo.

Robin si è svegliato in una stanza luminosa e spaziosa, non è la solita stanza in cui vengono sbattuti i rapiti, buia e triste, al contrario c’è un materasso, anche se situato per terra e una finestra, che se pur messa chiusa, fa entrare una bella fetta di sole ad illuminare. È legato a una sedia di legno e non riesce a muoversi. Ha dormito per parecchie ore, visto la forte botta ricevuta alla testa, ed il dolore alla nuca è ancora forte, tanto da ripercuotersi sugli occhi che gli bruciano, ma a parte questo è lucido. Ha già rivisto Pan, il quale l’ha minacciato di fargli fare quello che vogliono o con le buone o con le cattive; ed ha visto una donna giovane, dai capelli lunghi e castani e dagli occhi azzurri, in stato di gravidanza. Non l’ha mai vista ma da quel poco che ha saputo da Regina, non è difficile per lui capire che è la donna di Gold. Il suo sguardo però è rimasto impresso all’uomo quando le ha portato da mangiare. Triste e sperduto. Come se fosse costretta a restare in quel posto.
All’apparenza non è un brutto posto, solo la stanza in cui è rinchiuso lui è molto spaziosa, sicuramente stanno in qualche villa sperduta nei boschi, impossibile da rintracciare, perché nemmeno collocata sulla mappa delle città. Ma pur sempre una villa, con tutti i confort.
Solo che non è una mega villa che fa la felicità di una persona e probabilmente Belle, sente proprio di non desiderare ciò per la sua vita. Per niente. Lei rivuole la sua libreria, il suo appartamento e crescere il suo bambino senza lussi e ricchezze, quando la vera ricchezza è la gentilezza d’animo. Non può fare altrimenti, deve proteggere il suo piccolo e l’unico modo in cui può farlo, è assecondando Tremotino, il quale le ha promesso che non torcerà un solo capello alle persone che conosce, se lei vivrà con lui. Per sempre. Tutti e tre insieme. E le ha promesso che presto andranno lontano a vivere una vita nuova.



Spazio autrice: Buon sabato a tutti, ecco un nuovo capitolo, in cui tutti si danno da fare per riportare Robin a casa, in particolare Emma, la quale è ovvio che lo sta facendo per Regina, se prima aveva un motivo per mettere fine a Gold (visto che è il nonno di suo figlio), ora ne ha un altro... Salvare l'uomo di sua madre. Ma non è finita qui, molte cose devono ancora succedere, vi ricordate quando vi avevo anticipato che il caso Gold/Pan avrebbe coinvolto più di una persona e qualcuno più direttamente? E se io non mi riferivo solo a Robin? :P Dai, dai, che qui involontariamente forse, qualche spoiler ve l'ho lasciato.
A parte essere come al solito cattivella e mettervi curiosità per il prossimo capitolo... Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo. Ah una piccola premessa, Belle non è esattamente come l'abbiamo imparata a conoscere, lo so, ma l'ho resa un po' più debole perchè ciò mi serviva ai fini della trama, ma si riscatterà la ragazza.
Vi saluto e vi auguro un buon week end, io invece torno a studiare inglese. Help me.
Alla prossima.

 

   
 
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