Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    02/06/2019    2 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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TRE





JON

Jon era sceso nelle cripte da solo e aveva lasciato Spettro libero di correre fuori nella foresta, magari andare a caccia avrebbe calmato il suo lupo.
Dalla morte di Rickon, Sansa si era rifiutata di scendere con lui nelle cripte e quindi aveva preso una torcia e si era fatto coraggio nonostante le voci nella sua mente gli urlassero di andarsene perché quello non era il suo posto.
Erano solo voci immaginarie ma a Jon sembravano così reali.
Continuò la discesa fino ad arrivare alla statua di una donna, l’unica donna a giacere nelle cripte di Grande Inverno e accanto a lei c’erano suo padre e due dei suoi fratelli.
Un giorno anche io riposerò qui? - si chiese Jon - Non sono uno Stark perché mai dovrei avere un posto accanto a loro?
Eppure lo desiderava, desiderava poter riposare accanto a coloro che aveva amato e che ora non c’erano più.
La sua torcia illuminò quei volti di pietra fredda e dura, austeri.
Si domandò come fossero in realtà suo nonno, suo zio e sua zia.
Eddard Stark ne parlava raramente e quando lo faceva non diceva molto sul loro conto.
«Padre» sussurrò posando la mano sulla statua di lord Stark, «guidami ti prego, io non so cosa fare. Come posso convincere Daenerys Targaryen ad aiutarmi? Lei pretenderà la mia sottomissione e quella del Nord ma non posso inchinarmi, non posso cederle il Nord.»
Accanto alla statua di Ned si trovavano anche quella di Robb e di Rickon, ma il corpo di Robb non riposava a Grande Inverno, Vento Grigio era ai suoi piedi, sembrava voler correre come il suo lupo ma ormai non poteva più farlo.
«Dovresti essere tu al mio posto Robb, non io, eri tu il predestinato a diventare re» disse con amarezza alla statua del fratello.
I suoi antenati lo osservavano con quegli occhi grigi scolpiti da chi li aveva conosciuti in vita, le spade dei re e dei lord posate sulle ginocchia o tenute in mano, suo padre gli aveva spiegato che quelle spade trattenevano gli spettri dei defunti, ma la statua di Lyanna Stark non aveva una spada.
Chissà come era - si domandò Jon - so solo che lui la amava molto per aver concesso al suo corpo di riposare nelle cripte, ma io non farei lo stesso per Sansa o Arya? Dei proteggetele e proteggete anche Bran.
Si voltò quando sentì dei passi, per un istante credette che Sansa fosse discesa fino a lì ma poi quando l’ombra divenne una persona Jon riconobbe Ditocorto e la sua rabbia aumentò.
«Maestà.»
«Lord Baelish, cosa fai qui?»
«Desideravo parlarti, purtroppo non ne abbiamo avuto occasione.»
«Solo gli Stark hanno il diritto di stare qui» disse ma poi si ricordò che lui non era uno Stark e Baelish lo sapeva bene.
«Lo so bene, ma poterti parlare è quasi impossibile quindi…»
«Cosa vuoi? Ho molte cose a cui pensare.»
«Certo… mio re io non sono tuo nemico, sono venuto in tuo aiuto con gli uomini della Valle.»
«Non lo hai fatto per me, ma per mia sorella.»
«Lady Sansa ha chiesto il mio aiuto e io…»
«E tu hai cercato di rimediare al tuo errore se così vogliamo chiamarlo.»
«Forse dovresti ringraziarmi per averti salvato la vita.»
«O forse dovrei ucciderti per ciò che hai fatto a Sansa» disse Jon voltandosi verso Ditocorto.
«Non credevo che lui le avrebbe fatto del male…»
«Roose Bolton ha tradito e ucciso Robb! Cosa credevi che le avrebbero fatto?»
«Non ciò che il suo bastardo le ha effettivamente fatto. Maestà posso aver commesso molti errori ma li ho fatti solo perché volevo riportare tua sorella a casa, a Grande Inverno. Era tutto ciò che desiderava dalla morte di vostro padre e io… io volevo aiutarla.»
«Aiutarla» ripeté Jon quasi incredulo.
«Si, io amo tua sorella» disse Ditocorto, i pungi di Jon si contrassero assieme al suo viso, «così come un tempo ho amato sua madre, io…»
Lord Baelish non riuscì a terminare la frase, le mani di Jon scattarono e gli strinsero il collo, lo costrinse contro la parete delle cripte con i lineamenti del volto stravolti dalla rabbia che provava in quel momento.
«Tocca mia sorella mentre sono via e ti giuro difronte ai miei avi che al mio ritorno ti ucciderò con le mie mani!»
A fatica lo lasciò libero di andare, lo vide arrancare per risalire in superficie ma almeno ora sapeva cosa lo aspettava se avesse osato fare del male a sua sorella.
Rimase nelle cripte a riflettere mentre fuori nevicava incessantemente e il tempo scorreva, alla fine fu il suo lupo a trovarlo mentre osservava silenzioso il volto di Lyanna Stark domandandosi quanto delle storie che gli erano state raccontate fossero vere.
Tra qualche ora avrebbe cavalcato con Ser Davos e altri uomini fino a Porto Bianco e poi da lì si sarebbe imbarcato fino a Roccia del Drago dove la giovane regina Targaryen lo attendeva per fare atto di sottomissione.
«Hey ragazzone, vieni qui» disse Jon abbassandosi, il suo lupo andò immediatamente da lui e gli annusò la mano, «Spettro tu dovrai aspettarmi qui e mentre sarò via dovrai vegliare su Sansa, dovrai proteggerla per me» disse accarezzando il metalupo dagli occhi infuocati.
«So che lo farai Spettro.»
Il lupo si avvicinò al suo padrone ancora di più e Jon Snow si strinse a lui.

 


 

 

 

 

DAENERYS

Non si fidava ancora di alcuni dei suoi alleati e in particolar modo non si fidava di Varys l’uomo che aveva servito prima suo padre, poi l’usurpatore con i suoi figli e la moglie e infine suo fratello Viserys.
Non aveva dimenticato l’avvertimento che le era stato dato a Qarth: ‘Non fidarti di nessuno. Ricorda l'Eterno e attenta al siniscalco profumato.'
Un uomo che complottava nell’ombra e si muoveva nell’ombra, lui era l’uomo di cui la donna di Qarth le aveva parlato.
Fuori dal castello pioveva, una terribile tempesta infuriava quella notte, proprio come la notte in cui lei era venuta al mondo tra il sangue e la pioggia.
«E’ in una notte come questa che sei venuta alla luce maestà, ricordo bene quel giorno i cani ad Approdo del re ulularono tutta la notte.»
«Io non ho alcun ricordo» disse tristemente la regina dai capelli d’argento.
«No, so che non ne hai.»
«Credevo che qui mi sarei sentita a casa, ma non è stato così.»
«Forse quando sederai sul trono ti sentirai finalmente a casa.»
«Forse» rispose lei cercando di risultare convincente.
No, so già che non accadrà. La mia casa è a Pentos ma il mio compito è salvare questa gente dalla tirannia come ho fatto a Meeren.
«Presto la città cadrà e senza versare sangue di innocenti come tu desideri e come anche tutti noi desideriamo. E per questo dobbiamo ringraziare lord Varys» disse Tyrion Lannister.
«E’ vero, lord Varys non ti ho ancora ringraziato.»
«Non devi mia regina, io ho solo esaudito le preghiere del popolo.»
Daenerys si spostò toccando i disegni nel tavolo senza osservare i presenti nella sala.
Preghiere, il popolo non ha mai pregato per me o per Viserys.
«Magistro Illirio fece credere a mio fratello Viserys che il popolo attendeva il suo ritorno, che pregava per lui e che segretamente cuciva il nostro stendardo e beveva alla salute del vero re. Ma io non sono Viserys lord Varys. Il popolo non prega per me, non cuce il mio stendardo e non beve alla mia salute, così come non faceva queste cose per mio fratello. Un tempo ser Jorah mi disse che il popolo prega solo per la pioggia, perché l’estate non finisca e per il cibo e che a nessuno di loro importa il gioco degli alti lord. Non dimenticare con chi stai parlando perché io non lo faccio mai.»
«Mia regina…»
«Hai servito mio padre lord Varys?»
«Si» ammise lui immediatamente.
«E poi ti sei schierato dalla parte di Robert Baratheon?»
«Ho dovuto farlo, vivere servendolo o morire questa è stata la scelta che mi è stata data e se non avessi accettato chi avrebbe aiutato il popolo?»
«Il tuo vero re, non è forse così che chiamavi Viserys? Come può colui che tutto sa ignorare quanto Viserys fosse stupido, crudele e debole? Come può lo stesso uomo che ha rivelato i miei segreti a l’usurpatore che ha cercato di avvelenarmi quando ero incinta e che mi ha venduta ai Dothraki ora dire di servirmi per lealtà?»
Tyrion era rimasto in silenzio ad osservare la sua regina avvicinarsi sempre di più a Varys.
«Mia regina, se Varys non mi avesse parlato di te ora non sarei il tuo primo cavaliere.»
«Sono stata io a renderti tale, non lui.»
«E’ vero, tu mi hai concesso la tua fiducia quando ormai tutto ciò che desideravo era morire e non mi sarebbe nemmeno importato e se Varys non mi avesse parlato di te ora sicuramente lo sarei.»
«Dovrei forse ringraziarlo per avermi dato la caccia per tutta la vita?»
«Sono stato io a salvare la tua vita quando eri una neonata, io vi ho condotti da Magistro Illrio e io ho fatto si che tuo fratello Viserys vivesse tanto a lungo da farti sposare con Khal Drogo.»
Come osa nominare mio marito? Se Drogo fosse qui ora gli chiederei di ucciderti.
«Quindi tu sei fiero di avermi venduta come una giumenta ai Dothraki?»
«Ho fatto ciò che dovevo fare e ora mi sembra che la situazione si sia ribaltata, tu sei il loro Khal.»
«Per tutta la vita non ho desiderato altro che vivere in pace senza dovermi nascondere, ho giurato a me stessa che se mai avessi posseduto una corona non l’avrei venduta come invece ha dovuto fare Viserys. Sai come lo chiamavano? Il re mendicante» rammentò lei.
Il giorno in cui Viserys fu costretto a vendere la corona della regina Rhaella fu il giorno più terribile, da quel momento in poi suo fratello cambiò diventando un altro, diventando cattivo e crudele con lei, eppure una parte di lei ancora lo amava.
«Se vuoi sapere in chi è riposta la mia fiducia la risposta è sempre la stessa: nel popolo. Il popolo non ha voce, il popolo non può difendersi dai re o dai lord potenti che li seviziano e li torturano e li lasciano al digiuno per divertirsi. Io ho sempre servito il reame anche durante il regno di tuo padre, il popolo era la mia preoccupazione. Ora mia regina sei libera di farmi uccidere da Verme Grigio se è ciò che desideri o farmi divorare dai tuoi draghi, io non posso impedirtelo. Ho commesso tutti i crimini di cui mi accusi e non ho scusanti, ma ti assicuro che se mi lascerai in vita io farò tutto ciò che in mio potere per farti sedere sul Trono di Spade perché sono stato io a sceglierti e perché credo che tu sia l’unica speranza per i Sette Regni e l’unica sovrana ad amare il popolo tanto quanto me.»
Come posso fidarmi di te lord Varys? Eppure vorrei tanto farlo.
Daenerys si avvicinò a Varys e si fermò difronte a lui.
«Guardami lord Varys. Hai tradito tutti i re che hai servito ma ti giuro che non farai lo stesso con me perché se dovesse accadere ti farò bruciare vivo dai miei figli. Non posso avere la tua lealtà e lo rispetto ma ti chiedo allora di essere sincero con me e se crederai che io stia sbagliando o deludendo il popolo non cospirerai alle mie spalle, ma mi guarderai negli occhi come hai fatto oggi e mi dirai ciò che pensi.»
Lord Varys guardò prima Tyrion che gli fece un debole segno, un segno che alla regina non passò inosservato.
«Lo giuro mia regina.»
«Bene e ora discutiamo su come assediare la capitale e riprendere il comando di Approdo del Re e dei Sette Regni, almeno finché il re del Nord non si degnerà di venire da noi.








 

Spero che la storia vi stia prendendo abbastanza, in caso fatemi sapere cosa non va!

  
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