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Autore: Neko    24/07/2009    2 recensioni
Non si gioca con il destino delle persone, nè di un intero villaggio. Ci possono essere delle conseguenze sia gradite che spiacevoli. C'è sempre una punizione per chi osa interferire con lo scorrere del tempo, ma qualsiasi cosa possa essere, quello a cui si può andare incontro non è niente, se ciò per cui si è compiuto un tale gesto porta a ciò che si è desiderato per anni. L'ultimo sogno di un uomo che ormai ha perso le speranze.
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 15: missione pericolosa.

 

Ormai era ufficiale, Naruto e Sakura stavano insieme e tutto il villaggio lo sapeva, rendendo più tranquilli i ragazzi, anche se non mancavano le “prese in giro” da parte dei loro compagni quando li vedevano insieme.

Tutto filava liscio per il momento.

NARUTO era felice che i due stessero insieme, ma allo stesso tempo era preoccupato. Sarebbe stata una storia duratura o qualcuno di sua conoscenza sarebbe venuto a mettere fine alla parola amore fra i due ragazzi?

Per questo motivo l’uomo difficilmente perdeva la ragazza di vista, quando il se stesso più giovane per un motivo o per un altro non era con lei.

Sakura si era accorda del costante pedinamento dell’uomo e sinceramente la innervosiva.

Sapeva e capiva il motivo per cui lo facesse, ma essere spiati quasi tutto il giorno era snervante.

se era Sasuke la minaccia, non era il caso che le stesse così a presso, perché se esso fosse entrato nel villaggio di sicuro non sarebbe passato inosservato.

Inoltre se le intenzioni del ragazzo erano di distruggere il villaggio, di certo non si sarebbe intrufolato in esso senza attirare l’attenzione.

No, avrebbe da subito fatto scoppiare una guerra.

Un giorno stanca della situazione, la ragazza parlò all’uomo e cercò di farglielo capire.

Sembrò riuscirci dato che non si sentiva più i suoi occhi costantemente addosso.

 

Nel frattempo Naruto aveva perseguitato il maestro Kakashi affinchè lo allenasse. Poteva anche chiedere a Yamato, ma il ragazzo aveva una cosa in comune con il copia ninja.

Entrambi dovevano arrangiarsi con un occhio solo, sebbene quella di Kakashi  fosse una scelta personale.

Comunque non toglieva il fatto che l’uomo sapeva bene gestire tutte le situazione anche facendo uso solo dell’occhio sinistro.

Naruto aveva molto da imparare da lui.

Kakashi convinto dalla tenacia del ragazzo lo aiutò.

Prima di tutto Naruto si dovette allenare al lancio degli shuriken e kunai, ma per i primi tempi fu un vero disastro.

Per quanto potesse mirare al centro del bersaglio lo mancava sempre e Kakashi non riusciva a capire il perché.

Sinceramente Kakashi non aveva mai avuto problemi con la mira e la motivazione era molto semplice, ma per i primi giorni la soluzione al problema del suo allievo, non gli venne in mente.

Un giorno l’uomo arrivò al campo di allenamento più tardi del solito e trovò Naruto steso a terra con il fiatone.

Erano ore che si allenava e l’albero che usava come bersaglio, aveva infilato nella sua corteccia un solo Kunai.

Kakashi sospirò, non c’erano miglioramenti.

Naruto! sono giorni che ti alleni eppure non hai combinato niente!”

Il ragazzo mise il broncio e si voltò dall’altra parte contrariato.

“Non è il caso che me lo faccia notare! Lo vedo da me!”

Kakashi solo allora si accorse dell’unico kunai incastrato nell’albero.

“Come hai fatto beccare l’albero con quel Kunai?” gli chiese l’uomo.

Naruto lo fissò confuso, poi cominciò a pensare.

“Veramente è l’unica volta che non ho preso bene la mira! L’ho lanciato a casaccio”

Kakashi sgranò l’unico occhio visibile.

“Ma certo! Ora ho capito! Il quarto Hokage mi aveva detto qualcosa a proposito. Dovevo pensarci subito!”

Naruto chiese spiegazioni, dato che non era arrivato alla stessa soluzione del maestro.

Il quarto Hokage, quando Kakashi aveva perso l’occhio destro, volle vedere se le sue abilità se erano calate a causa dell’incidente, ma con uno scontro con l’uomo,il ragazzo dai capelli argentati, non fece poi molta fatica. Riusciva ancora a combattere come prima e soprattutto la mira era uguale.

Gli disse che nella sua sfortuna era stato fortunato.

Gli spiegò  che quando si aprono e si chiudono alternativamente gli occhi, gli oggetti intorno a noi si spostano anche se di poco. Questo è dovuto al fatto che gli occhi, essendo distanziati tra loro, non hanno la stessa visione e questa differenza di qualche millimetro, fa si che il mondo che ci appare abbia una profondità.

L’hokage gli spiego che fra i due occhi, c’è ne uno predominante. Esso è l’occhio con il quale si prende la mira e che non subisce alcun movimento del mondo, chiudendo l’altro occhio.

“quando prendevi la mira, di solito quale occhio chiudevi?” chiese Kakashi.

Il ragazzo ci pensò su “il sinistro se non sbaglio!”

“quindi miravi con il destro! Ed è proprio l’occhio di cui ti è stata privata la vista.” Il maestro sospirò “Dato che il tuo unico occhio rimasto è quello con cui vedi gli oggetti leggermente spostati, non devi mirare esattamente il punto che intendi colpire, ma spostarti leggermente in modo tale da colpire il punto che desideri! Prova a mirare qualche grado a sinistra e vedi cosa succede!” disse Kakashi.

Il ragazzo obbedì e lanciando il Kunai mancò nuovamente il bersaglio e guardò Kakashi sorpreso.

Uhm…sta volta prova a spostare la mira verso destra rispetto a dove vuoi colpire!”

Il ragazzo obbedì e anche se non fece centro perfetto, si avvicinò molto.

Il ragazzo inizialmente incredulo, esultò.

“Quindi se ho capito bene, da oggi in poi devo sempre mirare leggermente più a destra, ma come farò a colpire perfettamente il centro?”

“Questione di allenamento. Ora che abbiamo capito quale era il problema, ti resta capire quanto devi deviare la mira ed il gioco è fatto!”

Il giorno dopo il ragazzo aveva capito esattamente come fare e ora non mancava più il suo bersaglio. Anche nella lotta corpo a corpo era tornato a muoversi normalmente.

Quando Kakashi non era presente, Naruto più volte aveva provato a usare l’occhio che kyuubi gli aveva promesso, ma esso non sembrava voler comparire.

“Uffa, come faccio a usare un occhio che nemmeno so che poteri ha!”

 

Quella sera Naruto rientrò a casa sua e, stanco morto, non si preparò nemmeno da mangiare, ma si buttò direttamente nel letto e si addormentò di botto.

La mattina dopo quando si svegliò aveva i crampi nello stomaco talmente era affamato. Si recò in cucina con l’intento di preparare del ramen, ma sul tavolo vide un bigliettino bianco.

 

Ieri sera sono passata da te, ma vedendo che dormivi profondamente, non ho voluto svegliarti.

Prevedendo che non avessi nemmeno cenato, ti ho preparato una colazione abbondante che ti darà l’energia necessaria per un’altra giornata di allenamento, inoltre è più salutare del solito ramen.

È nel frigo. Spero che ti piaccia.

Un bacio

La tua Sakura.

 

Naruto sorrise. Si riteneva fortunato ad avere una ragazza come Sakura, tanto che non si ritenne minimamente sfortunato per tutte le altre cose spiacevoli che gli erano accadute.

Il biglietto di Sakura però non fu l’unico che ricevette.

 

Uscì di corsa e si recò verso l’ospedale dove sapeva che avrebbe trovato Sakura, la quale aveva avuto il turno di notte.

Entrò nella stanza nella quale lo avevano informato si trovasse la ragazza. Senza farsi sentire le giunse alle spalle e mettendole un fiore di capelli, le diede un bacio sulla guancia.

“Grazie per la colazione! Non potevo avere un risveglio migliore di questo!”

La ragazza si girò e gli sorrise.

“è io non potevo chiedere una buona notte migliore!”

La ragazza aveva intenzione, appena finito il turno, di andare a casa a dormire, ma questo non le venne concesso.

“Mi dispiace, ma per dormire dovrai attendere! Baa-chan ci ha convocato!”

Sakura sgranò gli occhi. Era passato talmente tanto tempo dall’ultima convocazione che non ci era più abituata.

 

I due ragazzi si recarono al cospetto dell’hokage, la quale aveva intenzione di affidare loro una nuova missione. All’interno dell’ufficio trovarono Sai, il quale non portava più il gesso al braccio per la frattura riportata in seguito allo scontro con Sasuke.

Questa volta il loro accompagnatore non sarebbe stato Kakashi, ma Yamato.

La missione consisteva nell’accompagnare un criminale di Konoha rinchiuso nei sotterranei delle prigioni, in un villaggio soprannominato “il villaggio dei lavori forzati.”

Esso era semplicemente un enorme recinto con all’interno 3 costruzioni lunghe e strette, dove vivevano i prigionieri di più paesi, quando non dovevano lavorare.

Essi erano costretti ai lavori forzati, per scontare la loro pena. In quel luogo finivano solo i criminali condannati alla reclusione per tutta la vita. Chi entrava in quel luogo sicuramente non ne sarebbe mai uscito vivo.

I ninja che controllavano la situazione in quel luogo erano alcuni fra i migliori delle cinque terre e non avevano pietà per nessuno. Se qualche criminale dopo ore di lavoro sotto il sole cocente si sentiva male, lo lasciavano a terra a morire.

Non era un loro problema. Quelle persone si erano condannati da soli, sporcandosi le mani con alcuni dei crimini peggiori che potessero compiere.

Il prigioniero che dovevano scortare, era già pronto alle porte di Konoha con alcuni ambu che avrebbero dato loro una mano.

L’uomo in questione era altro due metri e molto robusto…in poche parole un gigante. Era considerato il prigioniero più pericoloso che al momento le prigioni di Konoha ospitavano. Aveva già ucciso con l’inganno almeno una decina di guardie.

La situazione era diventata incontenibile e l’hokage si era vista costretta a scendere a misure drastiche, nonostante ritenesse quella fine, una morte orribile.

 

Naruto e gli altri si misero subito in marcia.

L’uomo era legato da delle catene di acciaio ai polsi e alle gambe per evitare che scappasse.

Era silenzioso e stranamente innocuo, tanto che hai ninja sembrava strano che fosse considerato un tale criminale.

Il luogo dove erano diretti era a 2 giorni di marcia a passo normale e i ninja furono costretti a fermarsi per la notte.

Con la tecnica del legno Yamato creò una costruzione dove avrebbero pernottato e una gabbia per mettere il prigioniero.

I due anbu si addormentarono aspettando il loro turno di sorveglianza e, mentre Sakura preparava la cena, Sai, Yamato e Naruto sorvegliarono il prigioniero.

“non  sembra così pericoloso!” disse Naruto.

“Non giudicare mai una persona dalle apparenze!” gli disse Yamato.

“Veramente dalle apparenze direi che questo tizio, se dovesse liberarsi, ci farebbe a fettine!” disse Naruto ingoiando della saliva.

Sakura chiese a qualcuno di andarla ad aiutare e il prescelto fu Sai.

Naruto continuava a fissare il prigioniero, il quale lo guardava insistentemente mettendogli addosso un disagio incredibile.

Si girò verso Yamato e vedendo che non prestava attenzione a lui, decise di provare una cosa.

Sentiva che questa volta ci sarebbe riuscito.

Alzò il copri fronte dall’occhio destro e lo aprì. Per la prima volta rivide il mondo per intero con una piccola differenza. Ora riusciva a vedere il chakra delle persone.

Quello degli ambu era calmo e sembrava quasi non muoversi. Quello di Yamato era in movimento, anche se in modo leggero. Naruto pensò che quello doveva essere il flusso del chakra quando le persone sono sveglie e tranquille, alla fine spostò il suo sguardo verso il prigioniero.

Sussultò. Era di un colore strano, un blu intenso quasi tendente al nero ed era in fermento.

In quel momento entrarono Sakura e Sai. La ragazza si avvicinò alla gabbia per dare qualcosa da mangiare al prigioniero.

In quel momento il ragazzo vide il chakra dell’uomo incupirsi ancora di più e diventare ancora più veloce. Naruto sentiva la violenza che possedeva quel chakra e ne fu allarmato.

Chiuse l’occhio e alzandosi di scatto si diresse verso  Sakura e l’allontanò subito dalla gabbia con fare brusco.

Nessuno ebbe nemmeno il tempo di capire cosa era successo, che il prigioniero era riuscito a  liberarsi dalle catene e aveva tentato di rompere anche la prigione di legno.

Yamato scattò subito sull’attenti e legò come un salame il prigioniero in modo tale da bloccargli i movimenti.

“meno male che non sembrava più cosi pericoloso!” disse Naruto risistemandosi il copri fronte sull’occhio.

 Sakura si mise una mano sul cuore, il quale aveva iniziato a battergli talmente forte, che le sembrava che da un momento all’altro le sarebbe uscito fuori dal petto.

Naruto dimmi…come fai sempre a salvarmi per un soffio?” chiese Sakura.

“diciamo che sei baciata dalla fortuna!” disse il ragazzo sorridendole

“io credo che con te la fortuna non centri niente!” disse Sai.

Naruto abbracciò Sakura per farla calmare e la ragazza non potè fare a meno di farsi cullare dalle forti braccia del ragazzo.

“Mi sa che conviene una maggiore sorveglianza sta notte!” disse un ambu “L’ora di dormire è finita!”

 

La notte volò e nessuno dei ninja aveva dormito per controllare il prigioniero. Verso metà pomeriggio giunsero a destinazione e, dopo aver consegnato il permesso dell’hokage a entrare nella prigione, i ninja di Konoha ricevettero il permesso di condurre il prigioniero al luogo al quale era stato designato. Solo le guardie del luogo ebbero però  il consenso entrare nella struttura vera e propria. I ninja dovevano aspettare fuori.

“Mi dispiace amico, ma marcirai qui fino alla fine dei tuoi giorni.

Disse un ambu facendo entrare il prigioniero in una cella. A dire la verità era esistente una singola e lunga cella, dove all’interno erano ammassati tutti i prigionieri, i quali erano legati al muro.

Essi vivevano in condizioni pietose.

L’ambu non ebbe nemmeno il tempo di bloccare il prigioniero con nuove catene, che si sentì afferrare la testa dall’uomo e successivamente  solo un rumore di ossa che si spezzavano, fu udibile.

Il corpo del ninja cadde a terra senza vita.

Si sentì un forte urlo e il prigioniero, eliminando anche le altre guardie che gli si erano scaraventate addosso, liberò anche tutti gli altri criminali per guidarli verso una rivolta.

Naruto e co., sentendo le numerose grida che urlavano vendetta, non ebbero nemmeno il tempo di entrare all’interno della costruzione per vedere cosa stava accadendo che, tutti i criminali liberati uscirono all’aperto armati di tutto.

Subito venne dato l’allarme.

Tutte le guardie corsero cercando di fermare la rivolta, ma i criminali erano una cinquantina ed essi non sarebbero mai riusciti a  controllare tutti quelle persone.

Cominciò una guerra fra buoni e cattivi.

Entrambi le parti persero numerosi componenti, ma i criminali erano comunque in numero maggiore, se si pensa poi che qualcuno era riuscito a liberare anche gli altri prigionieri della altre strutture.

Ora i ninja erano davvero nei guai.

Yamato era senza più un briciolo di chakra e non riusciva più a creare muri per contrastare gli attacchi e dei nemici e inoltre era preoccupato per i suoi compagni dal quale si era diviso.

I tre ragazzi erano a terra pieni di lividi e di graffi.

Solo pochi ninja continuavano a provare a resistere a quella mandria di bestie inferocite, ma uno ad uno vennero scaraventati uno ad uno per terra.

I più crudeli invece non si accontentavano di sfinirli, ma ci giocavano fino ad ucciderli.

Naruto era a terra dopo l’ennesima botta. Vide Sakura e Sai partire all’attacco, i quali con le loro tecniche riuscirono a stendere numerosi ninja, ma non fu sufficiente. Altri criminali si avventarono loro addosso.

Sakura venne scagliata contro un muro e giaceva a terra a pancia in giù. Inutili furono i suoi tentativi di rialzarsi. Sai invece venne afferrato al collo dal prigioniero che avevano fino ad allora scortato, e cominciò a sentirsi mancare il respiro.

Naruto chiamò a se centinaia di copie e nonostante riuscì a battere altri criminali, non riuscì a liberare il suo compagno e giaceva nuovamente con il sedere per terra.

Strinse i pugni e guardava a terra.

Il suo corpo tremava e senti una grande rabbia e forza crescere dentro di se.

Fu in quel momento che sentì la voce di Kyuubi.

“Usalo!”

Naruto si alzò lentamente da terra sempre con la testa china, si levò il copri fronte e quando rialzò il capo fu visibile un occhio rosso come il sangue.

Era l’occhio di Kyuubi, più malvagio che mai.

Tutti i criminali ancora in piedi si portarono le mani alla testa e cominciarono a urlare di dolore. Tutti, dal primo all’ultimo, anche se Naruto non aveva posato lo sguardo su di loro.

L’ultima cosa che si vide fu il campo di battaglia pieno di corpi senza vita.

Naruto si inginocchiò a terra shoccato da quello che aveva fatto.

Tutti erano increduli per quanto accaduto e tutti gli sguardi erano puntati sul jinchuuriki.

In quel momento Yamato, ignaro di quanto successo, raggiunse i ragazzi.

C-cosa è successo?” disse l’uomo che aveva avvertito la presenza del Kyuubi, nonostante non avendo visto la sua manifestazione.

Si avvicinò a Naruto, il quale teneva la testa china enon sembrava reagire. Lo scrollò costringendolo ad alzare il volto e fu allora che Yamato potè vedere il suo nuovo occhio.

 

  
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