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Autore: Nao Yoshikawa    12/06/2019    3 recensioni
Momenti di ordinaria follia...
#1 - “Sei un idiota! Almeno dividiamolo!”.
“Ma non ci penso proprio”.
#2 - "Voglio un cane".
"Cosa me ne faccio di un cane se ho già te?".
#3 - “Nnoitra, sei un bullo”.
“E tu una rompipalle certificata".
#4 - “Ma seriamente vuoi dormire sul pavimento?!”.
“Sicuramente mi darà più sollievo che continuare a dormire su quel materasso infernale”.
#5 - "Ora non mi verrai a dire che hai paura di un piccolo ago, eh?".
"Chiariamo una cosa, Nel. Io non ho paura di niente".
#6 - “D’accordo, visto che hai deciso così, mangerò gli spaghetti di soia da solo. Se vuoi puoi dividere i croccantini con Aries”.
“Smettila di prendermi in giro!”
#7 - “E tu che vuoi? È me che vuole baciare, di certo non te”.
“Credo che Aries sia geloso”.
#8 - “Dimmi che mi ami”.
“Lo sai già”.
#9 - "Sbaglio o quella era una scenata di gelosia?".
"Non è assolutamente questo, che sciocchezza".
#10 - "Perché non puoi amarmi tanto quanto ti amo io?".
Il capitolo 54 partecipa alla “Parole intraducibili Challenge” indetta sul gruppo facebook “Il Giardino di efp”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neliel Tu Oderschvank, Nnoitra Jilga
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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51 – Angel
 
 La casa era orribilmente silenziosa.
Era anche per questo che Nnoitra era sempre stato assolutamente contro al prendere un animale domestico. Perché quando poi andava via era troppo doloroso. Ed era troppo doloroso anche per lui, che più di dieci anni prima si era dimostrato restio, quando Neliel gli aveva proposto di pendere un cane.
Ovviamente lei non lo aveva ascoltato e facendo di testa tua era tornata a casa con quel cucciolo tutto rotoli che gli aveva ringhiato. Ma non era solo questo, Aries non era stato solo un cane, faceva parte della famiglia ed era anche il migliore amico di Naoko.
Quest’ultima non aveva preso affatto bene la notizia, e si era lasciato andare ad un pianto disperato e senza vergogna, come solo i bambini sapevano fare. Anche Neliel aveva pianto, e tanto. A distanza di giorni, il silenzio era diventato troppo assordante.
«Disordine, disordine, disordine» si lamentò chinandosi sul pavimento. «Naoko, che ne pensi magari di venire a sistemare i tuoi pennarelli? Fino a prova contraria, non sono ancora il tuo schiavo!»
Parlava, nel disperato tentativo di rompere quel silenzio. Si chinò sotto il tavolo e allungò una mano, raccogliendo qualcosa: si trattava di uno dei giocattoli di Aries, una pallina blu che se schiacciata produceva un rumore acuto e fastidioso.
Nnoitra la guardò per qualche istante.
«Pensavo di aver buttato via tutto. Farei meglio a metterla via.»
Poi rimase in silenzio. Sentiva un peso sul cuore e le lacrime pungergli gli occhi. Si portò una mano sul viso e respirò a fondo, nella speranza di riuscire a trattenersi.
«Sciocco di un cane. Perché te ne sei andato?» mormorò con la voce spezzata. Se lo era ripromesso, non avrebbe versato una lacrima, ma era il dolore era troppo forte anche per un cuore gelido come il suo.
Aries se n’era andato e aveva portato con sé una parte di loro. Anche di lui.
Neliel arrivò in quel momento.
«Nnoitra, perché gridavi? Ma cosa…?»
«Non dire niente, d’accordo? Quel cane tutto rotoli doveva vivere almeno altri dieci anni, come minimo. E poi non si muore così, senza avvertire. Almeno sarei stato più gentile con lui, no?!» esclamò cercando ancora invano di darsi un minimo di contegno. Neliel gli sorrise, dolcemente e tristemente, e corse ad abbracciarlo.
«Lui ti voleva bene. Lo sai, gli animali avvertono queste cose. Sono felice che alla fine hai trovato il coraggio di piangere.» sussurrò, accarezzandogli la schiena.
Udirono un rumore e capirono che era provocato dai passi di Naoko. Quest’ultima si fermò un attimo a guardare la scena.
«Papà, non piangere! Ho capito una cosa, Aries è morto, però adesso sarà nel paradiso degli animali!»
«Dove…?»
«Il paradiso degli animali, ovvio no?» fece Neliel. «Dopotutto anche loro meritano un posto dove andare, hanno un’anima come noi.»
«Quello sciocco di un cane aveva più che un’anima.» ammise infine. Magari Nao aveva ragione, e adesso il dolce Aries si trovava in un posto altrettanto bello.
 
 
Nota dell’autrice
Questo è stato un capitolo tosto, lo è stato in particolare per me, che posso capire sia cosa hanno provato i personaggi, sia perché di solito non scrivo queste cose. Ho un problema con le scene in cui ci sono animali, mi fanno piangere il 99% delle volte, però mi sono fatta forza e l’ho scritto. Ebbene sì, Aries se n’è andato. Era indecisa se inserire questo pezzo, ma poi ho pensato di sì, perché alla fine nella vita succede, i nostri amici ci lasciano sempre troppo presto, purtroppo. Spero di non mandare nessuno in depressione.
 
   
 
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