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Autore: LilyProngs    25/07/2009    9 recensioni
Rin è una bambina di dieci anni che è cresciuta in un orfanotrofio ed aspetta, con speranza, di poter trovare un giorno una famiglia.
Kagome è una giovane che ha appena finito il suo apprendistato ed è pronta al suo primo lavoro come assistente sociale.
Kagome e Rin si incontreranno all'orfanotrofio e questo segnerà l'inizio d una nuova vita per entrambe. Ma se il passato di Rin tornasse a galla all'improvviso precludendole ogni possibilità di gioia?
Una fic all'insegna dell'amore in tutte le sue sfumature!
E' principalmente una Sesshomaru-Rin ma anche una Inuyasha-Kagome e inizia principalmente con la storia di quest'ultima coppia per poi dedicarsi pian piano completamente alla prima.
ATTENZIONE RATING ARANCIONE DAL CAP 32!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21

Ecco a voi il nuovo capitolo!
Scusatemi per il ritardooo!^^

Buona lettura!

La bambina alla ricerca di un sogno

La giovane si girò nel letto, avvolgendosi stretta alle coperte.
I lunghi capelli neri erano sparsi sul cuscino mentre il suo volto dai lineamenti fini era arricciato in un mezzo sorriso sognante. Sospirò nel sonno girandosi un'altra volta con più energia per poi ritrovarsi a terra, svegliandosi all'improvviso.
"Accidenti!" borbottò Rin assonnata e in quello stesso momento la sua sveglia prese a trillare assordante. La ragazza si portò istintivamente le mani alle orecchie ma il rumore non cessava: sbuffò sonoramente per poi alzarsi e spegnere l'aggeggio con un gesto di stizza. Sbadigliò di gusto, per poi grattarsi la testa scompigliata.

Era cresciuta Rin, ormai.

I suoi capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle ed il suo viso era fine e maturo, indubbiamente bello con quelle labbra rosee e piene e gli occhi grandi, dalle ciglia lunghe. Era piuttosto alta, il fisico magro ma dalle forme morbide, ben allenato dalle lezioni di Hip-Hop che prendeva da quando aveva 12 anni.
Molte cose erano cambiate nel corso di quei sette anni, altre erano rimaste le stesse.
Era indubbiamente cresciuta e le sue forme erano diventate quasi ingombranti, a suo parere, ma era riuscita a gestire quel senso di inadeguatezza che aveva da bambina. Il suo carattere gioioso e sveglio era sempre lo stesso ma c'era in aggiunta una certa timidezza che ancora la coglieva alla sprovvista. Aveva due migliori amiche: Shiori, una mezzo-demone dall'infinita dolcezza e Yumi, una punkette energica, stralunata e sempre pronta a dare buoni consigli. Faceva ogni tanto da baby-sitter ai tre figli di Sango e Miroku ed era al suo ultimo anno di scuola: aveva già inviato una domanda di iscrizione ad un università di medicina, perché nel corso di quegli anni delle immagini si erano manifestate improvvisamente nella sua testa ed aveva dedotto che provenissero da quel famoso microchip nel suo cervello tramandatole dal suo vero padre: questo l'aveva portata alla decisione di seguire le sue orme.
Ciò che non era cambiato in quegli anni era il suo migliore amico Shippo, che aveva trovato una famiglia due anni dopo di lei. Inuyasha e Kagome erano sempre i suoi fantastici genitori, belli e attaccabrighe che però, sfortunatamente, non riuscivano ad avere altri figli, figli del loro stesso sangue e Rin pregava sempre per una soluzione a quel problema. Non erano altrettanto cambiati Sango e Miroku, i suoi adorabili zietti: Miroku il solito maniaco, Sango la solita orgogliosa unica persona in grado di tenergli testa. Altra cosa che non era mutata nel tempo...

Rin si sedette alla sua scrivania e tirò fuori da un cassetto segreto un diario rilegato in morbida pelle color mattone. Lo aprì sfogliando le pagine scritte e disegnate... in ogni angolo dei grandi e sottili occhi ambra e la fugura di un demone dai capelli argentei e il volto pallido dominavano intere pagine accuratamente disegnate e colorate.
Una cosa che era rimasta assolutamente immutata dal tempo era il suo amore per Sesshomaru.
Era partito davvero, dopo quella sera maledettamente indimenticabile e lei aveva versato tutte le sue lacrime tra le braccia di sua madre. Allora era troppo piccola per capire, per comprendere il grande sentimento che era venuto a farle visita alla sua giovane età.
Dopo che era partito - senza averla salutata - , nel corso di quegli anni non l'aveva più visto né sentito e per molto tempo era rimasta devotamente legata al suo glaciale Principe Azzurro che non avrebbe mai voluto sostituire. Kagome aveva rispettato quel suo lutto per molto tempo, convinta che prima o poi quella sbandata sarebbe passata come tutte le cotte prese a quell'età, ma si era sbagliata e si era resa conto di quanto sua figlia le somigliasse...



Flashback

Rin aveva quindici anni ai tempi e quel giorno stava tornando a casa da sola, le cuffie inforcate nelle orecchie che trasmettevano musica hard rock a tutto volume. D'un tratto qualcuno le posò una mano sulla spalla e lei si girò all'improvviso per poi trovarsi davanti a Kohaku, il fratello di Sango che aveva la stessa età di suo zio Sota, ovvero tre anni in più di lei.
"Ciao Rin!" disse il ragazzo con un sorriso raggiante a cui lei rispose.
"Ciao Kohaku, com'è?" chiese la ragazza con la sua solita voce allegra.
"Tutto bene, grazie... tu?" domandò a sua volta: sembrava agitato, Rin si chiese come mai.
"Sì, sì tutto a posto...Volevi dirmi qualcosa?" chiese con curiosità. Le guance lentigginose del ragazzo si fecero porpora e abbassò lo sguardo. "Sì... Rin, volevo chiederti... volevo chiederti se avevi voglia di uscire con me, uno di questi giorni.." domandò in attesa di risposta. Rin lo guardò confusa.
"Ma noi usciamo sempre insieme, con Sota, Shippo e gli altri..." rispose perplessa, non certo quanto Kohaku che la guardò stralunato e sempre più in difficoltà.
"S-sì, certo... ma io intendevo noi due... soli" cercò di spiegare con fare eloquente. Rin rimase assorta e poi il suo volto si illuminò di consapevolezza.
"Aaaaaaaaaaah mi stai chiedendo un appuntamento!" esclamò, felice di aver capito il concetto; Kohaku si animò di quella speranza che fino a poco prima aveva perso, fraintendendo la sua gioia come la felicità per quella sua proposta.
"Esatto!" cinguettò entusiasta ma Rin si fece di nuovo seria e scrollò le spalle.
"Sono onorata, Kohaku, ma mi dispiace..." iniziò e poi di rese conto di essere un po' brusca e tirò fuori un sorriso conciliante, imbarazzandosi. "Però per me tu sei un amico, nulla di più" rispose, in difficoltà.
Kohaku la guardò, visibilmente deluso. "Oh... ehm... beh, va bene... non... cioè..." iniziò a balbettare per poi riprendere un po' del suo orgoglio maschile: "Va bene allora... io vado" disse in imbarazzo, per poi scappare via.

Rin lo guardò allontanarsi rendendosi conto che aveva ricevuto la prima proposta di appuntamento nella sua vita. Ma non voleva prendere in giro nessuno, lei amava il suo principe Sesshomaru, nessuno avrebbe mai preso il suo posto!
Quando era rientrata in casa, Kagome l'aveva guardata con un cipiglio serio.
"Rin, dobbiamo parlare" disse, salendo le scale verso la sua camera. Rin la seguì confusa, chiedendosi se aveva fatto qualcosa di male. Entrò nella sua stanza posando per terra la sua cartella.
"È successo qualcosa?" chiese titubante. Kagome la guardò addolorata.
"Rin... io credevo fosse una cosa passeggera! Mi son detta: sì, è una bambina, lei non sa ancora cosa voglia dire! Ho rispettato... la favola che ti eri creata in testa..." iniziò, facendo un gesto stizzito verso il murales con un grande cane bianco dalla mezza luna viola al centro della fronte, che dominava la parete della sua camera. Rin seguì lo sguardo della madre, sempre più confusa, ma non fece in tempo a rispondere perché Kagome aveva ripreso a parlare.
"Mi sono detta: passerà, è una bambina. Ma poi gli anni sono passati e non cambiava niente, tu eri sempre più devota ad un uomo... lontano chilometri e chilometri da te! Che chiamava solo alle feste e che non chiedeva mai di te! Ho creduto che anche questo potesse farti cambiare idea, ma niente!" esclamò angosciata e Rin aveva capito cosa intendesse dire ed andò all'attacco con quel suo tono aggressivo tipico della sua età, dove ogni situazione era vista in maniera molto più grande, dove le convinzioni, anche quelle più irrazionali, erano intoccabili.
"Mamma, tu sei l'ultima che dovrebbe parlare. Tu ti sei innamorata di papà quando avevi la mia età! E quando lui è partito hai continuato ad amarlo ed ora guarda: siete sposati!" esclamò con rabbia.
Kagome la guardò e annuì lentamente. "In effetti è incredibile quanto tu mi assomigli, ma... era diverso, Rin. Io e Inuyasha eravamo migliori amici, e siamo cresciuti insieme. Non puoi paragonare le due situazioni!Sono simili, è vero, ma non uguali" spiegò.
A quel punto Rin scoppiò a piangere, posando il viso sulle gambe della madre che aveva preso ad accarezzarle la testa. "Tesoro mio, tu non hai ancora idea di cosa voglia dire..." iniziò a dire, consapevole di quanto le stesse mentendo, lei aveva vissuto le stessa situazione della figlia ed era convinta che Rin avrebbe aspettato Sesshomaru per tutta la vita... Ma era sbagliato.

"Tu devi vivere la tua vita, uscire con i giovani della tua età, fare le tue esperienze! Sei grande ormai, la storia del Principe Azzurro dovrebbe esserti uscita dalla testa da un pezzo" disse. Sapeva che la stava ferendo, ma era giusto che aprisse gli occhi. Rin pianse più forte.
"Ti ho vista, prima... Rin, tu hai diritto di essere amata come tutte le ragazze della tua età!Non voglio che arrivi a venti e più anni con il rimpianto di non aver vissuto la tua adolescenza appieno, con il rimpianto di aver amato un uomo che faceva parte solo di un sogno..." le disse con dolcezza.
"Ma io lo amo!" esclamò Rin tra le lacrime.
"Come puoi saperlo, Rin? In un mondo roseo e cristallino di bambina il tuo amore può vivere, ma nella realtà? Come puoi dire di amarlo se non hai nessun metro di paragone, se non hai mai provato a vivere l'amore nella sua vera completezza con qualcuno?" chiese Kagome, mentre le lacrime della figlia si affievolivano. Rin alzò debolmente lo sguardo e ancora una volta parte della sua fanciullezza volò via lasciando dischiudere sempre più quel bozzolo di farfalla, avvicinandosi sempre di più a quella meravigliosa meta che era l'essere donna.
Dopo quella discussione si concesse di iniziare ad uscire con qualcuno. Aveva fatto le prime uscite, aveva dato il primo bacio e per un po' di tempo si era davvero convinta che quell'amore fatato che l'aveva seguita per molto tempo era davvero solo un sogno. Aveva iniziato a costruire il primo ponte con la sua femminilità, a scoprire i primi legami con l'altro sesso, a vedere le cose in maniera più adulta e affascinante com'era giusto che fosse. Ma poi, quando stava con un ragazzo, aveva incominciato a pensare a come avrebbe potuto vedere Sesshomaru con i suoi nuovi occhi di donna. Sarebbe stato il Principe perfetto dei suoi sogni di bambina? L'avrebbe emozionata la sua vista?Affascinata? O al contrario le sarebbe stato indifferente? Ne sarebbe stata orripilata, magari? Il tempo passava, e per quanto lei cercasse di imprimere quel viso dei suoi ricordi sulla carta, la sua figura rimaneva sempre più sfocata abbandonandosi ai tratti delicati e appena accennati che si delineavano nella sua mente. Si chiedeva ancora come sarebbe stato il tocco delle sue labbra sulle sue... le avrebbe creato quel piccolo brivido che sentiva quando un ragazzo la baciava?O non avrebbe sentito niente?
Queste domande sembravano lasciar spazio all'idea di lasciarselo alle spalle, ma al contempo l'idea rimaneva sempre fissa nella sua mente e nel suo cuore.
Così aveva capito che nonostante alcuni fidanzatini che aveva incontrato nel corso negli anni nessuno era riuscito a colmare il vuoto e l'affetto che Sesshomaru le aveva lasciato.
Era grande ormai, e sapeva ciò che voleva.
Aveva avuto il suo metro di paragone. Aveva avuto le sue esperienze, aveva provato a vedere le cose in maniera diversa, ma niente era cambiato.
Lei amava Sesshomaru e l'avrebbe sempre amato.
Non sapeva se l'avrebbe mai rincontrato, magari avrebbe trovato un altro uomo da amare nel suo cammino. Ma di una cosa era certa: nessuno nel suo cuore avrebbe preso il posto di Sesshomaru.

Scosse la testa, rendendosi conto di essersi lasciata un po' troppo andare nei suoi pensieri.
Prese a scrivere sul suo diario. Era molto emozionata. Era il suo ultimo giorno di scuola, ormai era maggiorenne e non vedeva l'ora di iniziare l'università! Voleva dare risposta a quelle immagini e formule che a volte affollavano la sua mente, voleva percorrere la via e l'ideale che suo padre le aveva lasciato prima di morire: la possibilità di congiungere alla perfezione la vita dei demoni e degli umani, ed era anche il suo amore a spingerla verso quella strada. Forse il suo desiderio non si sarebbe mai avverato, ma sperava comunque che magari il sogno di altra gente si realizzasse. Anche solo quello di Inuyasha e Kagome. Sua madre era ancora molto giovane, aveva solo 29 anni e non era cambiata molto nel corso degli anni, ma un giorno sarebbe successo e le sarebbe tanto piaciuto riuscire a fermare la sua giovinezza per permetterle di vivere quanto Inuyasha, che doveva la sua longevità al suo sangue di demone.
Chiuse il suo diario e si andò a preparare.
Quando scese le scale, già pronta nella sua divisa verde-bianca, si sedette a tavola dando un bacio prima ad Inuyasha e poi a Kagome.
"Buongiorno!" esclamò con allegria. Kagome la guardò divertita e commossa al contempo.
"E' il tuo ultimo giorno di scuola! Come sei cresciuta, piccola mia!" piagnucolò strngendola forte: Rin rise tra sé.
"Mamma, risparmia le lacrime per il giorno del diploma!" rispose Rin sedendosi a tavola, mentre vedeva Inuyasha alzare gli occhi al cielo.
"Kagome, non cambierai mai!" sospirò il ragazzo per ricevere uno scapellotto.
"Neanche tu, se è per questo!" rispose Kagome facendogli la linguaccia e borbottando un 'insensibile' mentre preparava la colazione. Finalmente aveva imparato a cucinare decentemente, alla fine Inuyasha le aveva regalato davvero un corso di cucina!
Rin ridacchiò mentre li sbriciava. Erano sempre i soliti! Guardò l'ora e si alzò, e proprio in quel momento il telefono suonò. "Io vado!" salutò per poi precipitarsi a prendere il pullman.

Quando arrivò davanti a scuola vide i suoi amici aspettarla nel cortile.
Shippo sembrava discutere animatamente con Yumi, e Shiori li guardava rassegnata.
"Buongiorno!" salutò Rin raggiungendoli.
"Oh, ecco! Rin, diglielo tu: vero che sono stati i Ramones a fare 'Bonzo goes to Bitburg' e non i Clash come afferma questo totale ignorante?!" chiese subito Yumi appena la vide.
La sua amica era una ragazza solitamente molto chiusa e timida, tranne con loro con cui si mostrava per la ragazza allegra e un po' matta quale era. Yumi aveva ondulati capelli castano chiaro e dei grandi occhi azzurri dal taglio misterioso ed enigmatico. Anche se indossava la divisa, dalla sua cartella nera con spille e teschietti e dal suo trucco pallido ma concentrato sugli occhi lasciavano intendere il suo stile dark-punk. Rin adorava la sua amica Yumi, il suo essere un punto di riferimento e anche quella sua natura artista così simile alla sua, anche se Yumi scriveva e invece Rin disegnava.
Shiori al suo fianco la guardava disperata. La dolce Shiori, mezzo-demone come Inuyasha. Erano stati i suoi lisci capelli bianco-argenteo ad aver attirato la sua attenzione la prima volta che l'aveva vista quando aveva iniziato le medie. Aveva la pelle leggermente abbronzata, dei bellissimi occhi lilla, il contorno delle sue iridi viola intenso e le labbra rosse. Shiori era davvero bellissima, ed era anche la sua natura demoniaca a darle tutto quel fascino. Ma lei non se ne rendeva mai abbastanza conto. Era molto timida e modesta. Era considerata la piccola del gruppo, per via di quella sua natura calma e fanciullesca che la caratterizzava.
Ed infine Shippo, il suo adoratissimo Shippo. Ovviamente anche lui, come lei, era cresciuto nel corso degli anni. Era piuttosto alto, dal fisico atletico. Lo stesso codino a trattenere i capelli rosso fuoco, gli stessi occhioni verdi e il viso tondo che nonostante fosse ormai maturo gli dava l'aspetto di un bambino che non sarebbe mai cresciuto.
Eccoli i suoi amici, un quartetto indivisibile. Due umane e due demoni. Caratteri completamente diversi, ma assolutamente complementari.
Rin guardò Shippo severa.
"Ma certo che sono i Ramones! Shippo, questa da te proprio non me l'aspettavo!" lo rimproverò Rin divertita. Il ragazzo incrociò le braccia rassegnato, consapevole che due contro uno non poteva proprio vincere.
La campanella suonò.
"Dai ragazzi, pensiamo al nostro ultimo giorno di scuola!" esclamò Shiori. Gli altri annuirono con allegria.
"Non dobbiamo perderci di vista quest'estate, mi raccomando!" disse subito Yumi, Rin le cinse le spalle.
"Scherzi? Noi perderci di vista? Impossibile!" esclamò solennemente. Il quartetto sorrise spensierato, tutti emozionati per quella nuova via che stavano per intraprendere.
"A proposito, sabato festicciola in birreria: C'è un bel gruppo che va a suonare!" avvisò Yumi.
"Sì, sì, ci ricordiamo..." risposero pazientemente Rin e Shiori, ma Shippo andò all'attacco con il suo tono polemico.
"E come dimenticarlo? Sono mesi che ce lo ricordi, visto che c'è quel tipo che ti piace che suona nel gruppo!" disse subito il ragazzo con il solo intento di imbarazzare l'amica. Infatti Yumi arrossì violentemente e gli fece la linguaccia.
"Brutta comare che non sei altrio" lo canzonò offesa.
"Su, su non litigate... Shippo dice così solo perchè è geloso!" disse subito Rin e Shippo sbuffò.
"Tsé, figurati!" rispose stizzito mentre le altre tre ridacchiavano.
Rin sospirò felice. Se c'era qualcosa di bello e realizzato nella sua vita erano proprio i suoi amici (senza contare i suoi amati genitori, ovvio!). In fondo lei amava la vita che nel corso degli anni, grazie a Inuyasha e Kagome, si era modellata facendola crescere e rimanere la Rin di sempre ma più felice. I tristi ricordi di infanzia erano incancellabili, ma superati dall'affetto delle persone che la circondavano. L'unica cosa che avrebbe coronato la sua vita era l'amore, ma a quello aveva rinunciato ormai da un pezzo.

Finalmente la scuola era finita e per la prima volta si sarebbe goduta l'estate, per poi iniziare l'università. Quando uscirono, tutta la classe si fermò in un bar e rimasero insieme a lungo facendosi la promessa di rimanere in contatto, cosa che solo per alcuni sarebbe successo. Nonostante la gioia, tutti conservavano una certa malinconia. Alcuni avrebbero continuato gli studi, altri avrebbero iniziato a lavorare... ma una cosa era certa: la vita sarebbe stata assolutamente diversa. Niente più corsi extrascolastici, ore in più a pulire la scuola, niente più divise. In fondo era giusto così, si doveva crescere prima o poi.
"Ci vediamo sabato, allora?" chiese Rin.
"Ovvio!" risposero gli altri tre e poi si divisero. Shippo tornava a casa con Shiori e Rin con Yumi.
"Ah libertà, finalmente!" commentò quest'ultima stiracchiandosi tealtralmente. Rin guardò l'amica divertita.
"Già... niente più divisa scolastica" disse con un sorriso, Yumi annuì.
"Finalmente potrò mettermi i miei anfibi senza essere minacciata di sospensione!" esclamò la ragazza, le due risero.
"Così sabato vedrai il ragazzo che ti piace" cambiò discorso, Rin. Yumi arrossì violentemente.
"Eh sì... quello non mi guarda nemmeno però!" disse sconsolata.
"Non dire sciocchezze, sei così bella che appena ti vedrà stramazzerà a terra!" esclamò Rin convinta. Yumi scoppiò a ridere.
"Ahah, bella! Tu sei bella Rin, con i capelli lisci scompigliati dal vento e gli occhioni nocciola. Shiori è bella, con quel visetto da bambola e gli occhi lilla. Io non lo sono..." Rin la guardò contrariata e fece per rispondere, ma Yumi l'interruppe.
"E con il tuo Principe?" chiese. Rin sorrise amaramente, Yumi era sempre rimasta affascinata dalla sua utopica storia d'amore. Rin ormai aveva perso la speranza, il suo amore viveva vivido nel suo cuore, in quel suo lato bambino che non se ne sarebbe mai andatoi ma che non poteva vivere nel mondo reale, ma solo nel suo mondo di fantasia.
"E' dov'è sempre, Yumi, a Londra" rispondeva sempre, sconsolata e arresa.
"Sono sicura che un giorno tornerà! E quando lo farà dovrò essere la prima a saperlo, ancor prima di Shippo!" disse la ragazza alzando un dito minaccioso verso di lei. Rin sorrise divertita.
"Tanto non c'è pericolo, e poi anche se fosse? È impossibile, lo è sempre stato e lo sarà sempre..." disse Rin assorta. Yumi la guardò contrariata.
"Allora perchè lo pensi sempre?"
"Il fatto che lo ami non rende la cosa possibile. Di amori non ricambiati è pieno il mondo!Un giorno incontrerò un altro uomo e lo amerò" disse Rin, consapevole che la sua era solo una mezza verità.
"Ma non sarà mai lui..." e Yumi l'aveva smascherata in un attimo, come era suo solito fare.
"Sì, è vero... la mia vita avrà sempre un retrogusto amaro. Da bambina era la mancanza di una famiglia. Ora è la mancanza di un amore. Ormai mi sono rassegnata a questa condizione!"
"Sciocchezze!" esclamò Yumi con enfasi e Rin sorrise intenerita dall'appoggio che le dava senza rendersene conto. Ovviamente lei, ma anche Shippo e Shiori. Aveva un rapporto speciale e un po' diverso con ognuno di loro.
"Ora vado, ci vediamo presto!" disse Rin abbracciando l'amica.
"Ovvio, telefonata a quattro stasera alla solita ora!" le ricordò, e Rin annuì con un sorriso, dopodiché si salutarono definitivamente.
Girò la chiave nella toppa della portà e l'aprì con energia.
"Sono a casa!" trillò saltellando, ma d'un tratto si bloccò. Si sentì sbiancare, tutti i suoni si ovattarono e per un attimo fu davvero convinta che il suo cuore si fosse fermato... ma era solo un'impressione, visto che in quel momento batteva così freneticamente che temeva che le esplodesse nel petto.
Attirati dal suono della sua voce, Inuyasha e Kagome si girarono ed anche un'altra persona che era di schiena un attimo prima.
Lunghi capelli di un argenteo luminoso e perlaceo. Occhi ambra. Alto e maestoso.
La sua vista era offuscata, ma l'aveva riconosciuto.
Sesshomaru.
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!" strillò ancor prima di rendersene conto ed uscì fuori di casa trafelata, presa da un euforia troppo forte, da un'emozione esageratamente grande, da un sentimento così spossante che l'aveva colpita all'improvviso e completamente alla sprovvista. Erano anni che le sensazioni non prendevano il sopravvento su di lei in maniera così ingestibile.

I tre si guardarono. Sesshomaru conservava il suo cipiglio serio ma sotto, sotto, dietro quella maschera gelida, era confuso e perplesso.
Kagome era palesemente preoccupata e Inuyasha sconvolto.
Sapeva che avrebbero dovuto avvisarla! Cosa poteva pretendere? Anche a lei era venuto un colpo al cuore, quando aveva visto Inuyasha dopo anni. Ok, non aveva reagito così, ma l'energia di Rin era troppo lampante e sorprendente.
"Vado a cercarla..." disse per poi uscire anche lei dalla casa.
I due fratellastri rimasero in silenzio a lungo e, stranamente, fu Sesshomaru a parlare.
"E quella chi è?" chiese col suo tono indifferente ma vagamente interessato.
Inuyasha assunse un'espressione ancora più sconvolta.
"Ma come chi è? È Rin ovviamente!" rispose Inuyasha come se fosse ovvio.
Vide per la prima volta un'espressione sul volto del fratello maggiore: stupore puro.
Rin? Si era fumato il cervello quell'ibrido inetto che non era altro, Inuyasha! Rin era una bambina! Una bambina piccola e arzilla. L'unica persona che gli avesse dato un minimo di calore nella sua vita... il motivo per cui era tornato.
Dopo che ben sette anni prima aveva comunicato la notizia del suo ritorno a Londra, non l'aveva neanche salutata. Quella mocciosa era riuscita ad aprire un piccolo spiraglio nella sua anima. Non l'avrebbe mai ammesso, ma quel blocco di ghiaccio si era lievemente sciolto da quando l'aveva conosciuta, regalandogli quel tepore a cui non avrebbe voluto rinunciare... ma doveva farlo.
Quando era tornato a Londra, per un attimo era stato convinto che fosse nata in lui un'assurda predisposizione per i bambini, tanto che aveva iniziato ad affiancare un'assistente sociale per fare un lavoro simile ad Inuyasha. Ma niente, gli altri bambini erano fastidiosi, sporchi e urlanti proprio come aveva sempre creduto che fossero ed il suo cuore si era di nuovo indurito. Era tornato quel blocco di ghiaccio, non più tagliente come una volta ma condensato di tristezza e angoscia. Ma a lui andava bene così. Tanto meglio, sarebbe tornato il glaciale Sesshomaru che era una volta e non avrebbe mai rivisto quella bambina. Era decisamente meglio così, non era riuscito a rammollirsi!
Però in quel grande incrocio di strade che si ricongiungevano, dividevano e univano, ovvero il destino a cui lui non credeva, l'aveva portato a ricongiungersi con quella bambina.


Era in tribunale, in riunione con dei suoi colleghi, elencando nuovi casi fin quando non arrivarono al caso Shinkon. A quel nome gli si erano rizzate le orecchie, l'aveva già sentito, ma dove? E quando gli raccontarono di un criminale di nome Naraku che era rinchiuso in Giappone, la sua mente iniziò a collegare.
"So che non è cosa che ci riguarda, ma sapete i nostri contatti con il Giappone. Ci hanno chiesto un avvocato per la controparte. Vorrebbero rilasciare questo Naraku per buona condotta, ma ci sono pareri contrastanti. Ora se qualcuno di voi si offre per l'incarico bene, sennò mando una lettera di rifiuto" disse il direttore con tono annoiato. Di solito ciò che non riguardava il suo paese era di poco conto. I suoi colleghi avevano borbottato, assolutamente contrariati all'idea, e mentre il direttore si stava pronunciando sulla rinucia all'incarico la sua voce glaciale era uscita ancor prima di fermarla.
"Andrò io" disse.
"Siete sicuro? Beh, ovvio, è una questione personale" rispose l'uomo con un sorriso elegante. Sesshomaru alzò di scatto lo sguardo verso di lui, tanto che per un attimo il suo capo si spaventò.
"In che senso, scusi?" ringhiò. L'uomo si aggiustò la cravatta agitato, non credeva di aver detto niente di male.
"Lei è giapponese, credevo che per questo..." iniziò a borbottare e Sesshomaru si rese conto dell'assurda uscita che aveva fatto.
"Sì, infatti. Vado io" aveva risposto seccamente ed era partito, avvisando suo fratello solo dopo essere arrivato in Giappone.

Era convinto però di ritrovare la bambina gioiosa che aveva lasciato. Quella non era di certo una bambina! Dov'era finita la sua piccola Rin?



Non sapeva nemmeno perché avesse reagito così! Doveva essere stato lo stupore.
Non si era certo immaginata così un suo ipotetico ritorno. Aveva rinunciato a struggersi con quelle fantasticherie da tempo, solo nei suoi disegni si concedeva di evadere dalla realtà, ma nella vita reale aveva provato a pensare il meno possibile e a vivere al massimo delle sue forze. Comunque, tra tutto quello che si era immaginata non aveva mai creduto di uscire di casa strillando come una matta. Cosa le era saltato in mente? Cosa avrebbe pensato di lei Sesshomaru?
Sesshomaru...
Si fermò all'improvviso in quella frenetica corsa.
Era tornato davvero, non era più un sogno ormai. Si pizzicò forte.
"Ahi" si lamentò scioccamente.
"Rin!" sentì chiamare. Era Kagome. Rin si rifugiò tra le sue braccia come faceva da bambina e si lanciò così forte che le due caddero a terra in mezzo alla strada.
"Tesoro mio..." disse Kagome con dolcezza. Poteva capire alla perfezione cosa si stava scuotendo nel suo animo. Era incredibile quanto la sua storia fosse simile... un assurdo gioco del destino.
"Perchè non me l'avete detto?" chiese Rin con voce tremante.
"L'abbiamo saputo stamattina, subito dopo che sei andata a scuola. Sesshomaru ci ha avvisati solo dopo che era arrivato in Giappone" spiegò Kagome.
Una lacrima solcò il bel volto di Rin. Una sola, che conteneva mille emozioni. Gioia, stupore, sollievo... benessere.
"E perché?" chiese ancora.
"Andiamo a casa, ti spiegheremo per bene, non possiamo mica stare in mezzo alla strada!" esclamò Kagome alzandosi; Rin la seguì.
Le sue gambe erano molli e il cuore aveva ripreso a battere forte.
Kagome la sbirciò con la coda dell'occhio e sorrise divertita. "Emozionata, eh? C'era da aspettarselo, so che non hai mai smesso di amarlo... Non ti scorre il mio stesso sangue ma parte di me ti è entrata comunque dentro..." disse Kagome con voce esperta. Rin sorrise imbarazzata.
"Io ci ho provato, davvero, ma nessuno mai... è riuscito a prendere il suo posto nel mio cuore... ma certo non mi sarei mai aspettata di vederlo tornare" confessò sinceramente. Kagome le cinse le spalle.
"Tesoro, non voglio fare la guastafeste ma sai che..." iniziò, ma Rin la interruppe.
"Non mi illudo certo che lui possa provare ciò che provo io. Non so neanche se abbia mai provato qualcosa nella sua vita. Voglio solo sapere perché è qui, per quanto, e passare un po' di tempo con lui come ai vecchi tempi, se sarà possibile" disse. Kagome la guardò con un moto d'orgoglio.
"Sei diventata una donna fantastica, come ho sempre creduto" le disse con un sorriso, Rin si strinse a lei.

Quando arrivarono a casa c'era solo Inuyasha che stava controllando dei fascicoli. Alzò lo sguardo e si precipitò da Rin. "Rin, tutto bene? È successo qualcosa?" chiese preoccupato. Rin scoppiò a ridere e lo abbracciò. Inuyasha non sarebbe mai cambiato e certe cose non le avrebbe mai capite, non in maniera istantanea almeno.
"Dov'è Sesshomaru?" chiese Kagome.
"E' andato a farsi la doccia" disse Inuyasha con una scrollata di spalle.
"Io vado a cambiarmi" disse Rin salendo le scale. Non vedeva l'ora di rifugiarsi nella sua camera, ma quando aprì la porta rimase di sale.
Sesshomaru era nella sua stanza e teneva la porta dell'armadio aperta. Lo vide girarsi verso di lei all'improvviso, chiudendo bruscamente l'anta. La guardò a lungo tanto che non riuscì a sostenere il suo sguardo ed abbassò gli occhi arrossendo violentemente. Non si era neanche concessa di guardarlo come si deve.
Di una cosa era certa, una risposta alle sue vecchie domande l'aveva: l'effetto al suo ritorno non era stato affatto indifferente, né tantomeno orripilato.
Arrossì ancora.
"Cosa ci fate qui?" chiese, si rivolse a lui dandogli del voi senza neanche accorgersene.
"Sei proprio tu...." sentì rispondere.
Oh, la sua voce! Non se la ricordava così profonda, calda, melodica... suadente.
Un'altra risposta alle sue vecchie domande: lo vedeva certamente con gli occhi di una donna, ed era una sensazione nuova, mai provata prima - splendida.
"Cosa ci fate nella mia camera?" chiese avvicinandosi con passo tremante e quando gli fu vicino lui indietreggiò. Rin sorrise tra sé: lui, al contrario, non era cambiato affatto.
Si prese coraggio e alzò lo sguardo verso di lui.
I lunghi capelli argentei gli ricadevano dolcemente sulle spalle larghe e la sovrastava, non certo come quando era bambina, ma era sicuramente molto più alto di lei.
Il suo viso era niveo, le labbra rosee e dalla forma tentatrice e morbida.
Ed i suoi occhi: grandi, allungati, di quella forma intensa, specchi glaciali dal color d'oro incantevole.
Eh sì, non aveva più quelle fattezze accenate, delicate e principesche come quelle che vedeva da bambina. Erano fattezze affascinanti, bellissime, incantatrici.
Decise di riscuotersi da quello stato di trance che non aveva mai provato con nessun ragazzo nella sua vita. Non l'avrebbe mai creduto ma aveva sempre avuto ragione.
Solo Sesshomaru sarebbe stato l'uomo che avrebbe sempre amato.
"Co-cosa facevate nel mio armadio?" chiese con voce titubante aprendolo. Sesshomaru cercò di fermarla, ma era troppo tardi. Vide il pacchetto e lo tirò subito fuori.
"Mi avete fatto un regalo?!" esclamò saltellando. Sesshomaru la guardò come se fosse una marziana. Stentava ancora a crederci ma era certo che quella ragazza fosse proprio Rin!
Come aveva fatto a dimenticarsi del fatto che Rin era un'umana e che sicuramente negli anni sarebbe cresciuta. Per quanto sapesse che fosse proprio lei, era ancora guardingo nei suoi riguardi.
"Non lo aprire, è una sciocchezza..." disse cercando di toglierle il pacchetto dalle mani ma lei lo schivò prontamente e strappò la carta.
Tra le sue mani una stoffa leggera color arancio scuro (che era rimasto il suo colore preferito), lo spiegò e si ritrovò davanti ad un bellissimo e adorabile scamiciato... da bambina.
Rimase un attimo stupita e poi un sorriso amaro comparve sulla sua bocca carnosa.
Sesshomaru attendeva la risata di scherno da parte della ragazza, che però non arrivò.
"Sarò sempre una bambina ai vostri occhi..." sussurrò e Sesshomaru la guardò confuso.
Era stato sciocco, lo ammetteva segretamente a se stesso, ma non era certo una cosa brutta! Sesshomaru sperava di tornare e ritrovare la Rin bambina che aveva lasciato, con quella ragazza cresciuta non sapeva come comportarsi... ma in quel momento, chissà come mai, si rese conto che davvero era lei. In quel momento ne era certo più che mai, sopratutto per un motivo: Rin era sempre stata in grado di sorprenderlo.

Eccomi!!!
Una piccola nota, nel caso che qualcuno non si ricordi Shiori è la piccola mezzo-demone che permette ad Inuyasha di potenziare la sua Tessaiga nella rossa, permettendo di spezzare le barriere.
Yumi, invece, è un personaggio di mia invenzione (che mi assomiglia un po'), volevo mettere come migliori amici di Rin personaggi che nel manga hanno più o meno la sua età così che crescessero con lei, ma solo Shippo e Shiori mi ispiravano e visto che volevo un quartetto ho aggiunto un personaggio in più, spero che la cosa non vi dispiaccia!^^

Sapete non so perché ma sono piuttosto affezionata a questo capitolo!Sarà che finalmente Rin è cresciuta e si apre una nuova fase della storia, sarà che mi è piaciuto scrivere del suo flashback o sarà il fatto che mi diverto un mondo a scrivere di lei,Shippo,Shiori e Yumi...Ma probabilmente è tutto questo insieme!XD...
Quindi sono curiosissima di sapere il vostro parere!Vi aspettavate di vedere una Rin cresciuta in questo capitolo??

Ringrazio:

Mikamey: Carissima!Ahah non ho proprio idea, sai tutto!Ma devo ammettere che mi fa piacere riuscire comunque a stupirti perché anche se mi dici che la tua passione per questa storia non cambia credo che sia più bello che tu ti sorprenda leggendola!:)Capolavoro...Mi sembra un po' troppo ma ti ringrazio comunque!XDCome vedi l'addio non c'è stato...E' un po' particolare come capitolo!Ma spero comunque che ti piaccia!Un bacione!

Achaori: Ciaooo!Eheh Sesshomaru è così, imprevedibile e se fa un passo avanti poi ne fa due indietro!XDGrazie per la recensione!Al prossimo cap!baci

Dolcekagome:Ciaoooo!Ti ringrazio moltissimo per i complimenti, mi fa piacere che la fic ti piaccia!Spero allora che continuerai a seguirmi!:)

FairyFlora:Che bello rivederti!!Mi sei mancata, immaginavo fossi in vacanza!!^^Ti ringrazio per la doppia recensione, ci tenevo al tuo parere per il matrimonio visto che ci tenevi tanto!!!Eh sì la piccola Rin è speciale e profonda ma Sesshomaru è sempre troppo complesso ed imprevedibile!Al prossimo cap!Di nuovo buone vacanze!!!baci

XxKagome_ChanxX: Ciaoo!Eh sì la piccola è innamorata e come vedi non è solo una roba da ragazzina come credeva Kagome, ma molto, molto di più!:)Grazie mille!Al prossimo cap!

Monyprincesslovett:Ciao nuova lettrice!!!!Ti ringrazio moltissimo per i complimenti, sono davvero felice di esser riuscita a trasmetterti delle emozioni, spero che mi seguirai ancora!Ti ringrazio anche per la recensione alla mia shot 'Somewhere over the rainbow'!:)Al prossimo cap!

JhonSavor: Ciaooooooo!Lo so,lo so sono in ritardo!XDAaaah non ci credo, ammeeettilooo che ti sei commosso!;)No a parte gli scherzi grazie mille per la recensione(unica nel suo genere come sempre!)sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero sia lo stesso anche per questo!Al prossimo cap!baci

nimi_chan: Ciao!!Be' che dire...A vedere il ghiacciolino forse, forse mi sarei innamorata anche io!;)Scherzo, il fatto è che Rin è una bambina speciale, intelligente ed è affascinata da Sesshomaru proprio per il suo carattere complesso, forse perché dentro se si rende conto di essere diversa dagli altri agli occhi del glaciale demone!:)Grazie mille!Al prossimo cap!

Vale728:Cara grazieee mille per il tuo adorabile commento!:)mi fa sempre piacere...Ti ringrazio moltissimo per i tuoi complimenti!Come vedi sono molteplici i discorsi madre e figlia in questa fic!;)Grazie mille!Al prossimo cap!

Ringrazio anche per chi ha commentato la mia shot 'Somewhere over the rainbow':
Niki92
vale_cullen1992
monyprincesslovett
mikamey
Vale728
lua82
Danche of death
Lis94

Un saluto,
by LilyProngs


  
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