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Autore: Lady I H V E Byron    16/06/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Note dell'autrice: come noterete, ho omesso un altro personaggio di DAO, per adeguarlo al crossover. Ma spero che il risultato vi piaccia ugualmente.

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Il gruppo entrò dentro il mulino: ivi trovarono una botola che riuscirono ad aprire grazie al sigillo dell’anello di Teagan. Entrarono nelle segrete: secondo Teagan, usciti da lì, sarebbe stato facile accedere al cortile, di conseguenza entrare nel castello.
-Forse era meglio se Teagan non ci avesse dato il suo anello…- mormorò Sora, camminando con le mani dietro la nuca –Potevo aprirla io con il Keyblade.-
-No, Sora.- rispose, secco, Alistair; era stranamente serio; forse la vista di Lady Isolde lo aveva privato di ogni frammento di umorismo; o il sospetto che Teagan fosse stato adescato verso una trappola –Non dobbiamo far ulteriormente attirare l’attenzione. Anzi, forse è meglio se abbiamo il suo anello.- lo osservò; lo aveva messo al dito, per sicurezza –Almeno è in mani sicure, se dovesse succedergli qualcosa.-
Morrigan, ovviamente, volle dire la sua, facendo spallucce.
-Beh, non definirei le tue mani proprio “sicure”…- ridacchiò, facendo quasi innervosire l’interessato.
-Basta, adesso.- li fermò Leliana.
Fino ad allora, tutto era tranquillo. Nessuna ombra di Heartless o Nobodies. Troppo tranquillo. Persino le prigioni, che stavano attraversando, erano vuote. Nessun prigioniero. Nessun cadavere.
L’unico rumore erano i respiri e i passi del gruppo.
Paperino procedeva tremando e abbracciandosi. Anche Pippo era inquieto.
-Non mi piacciono i luoghi troppo silenziosi…- mormorò questi, guardandosi intorno, sul chi vive.
Sten, dietro di loro, si chinò in avanti.
-Avete davvero paura?-
La sua voce grossa e improvvisa colse di sorpresa i due animali antropomorfi: Paperino fece un salto di un metro, prima di saltare su Pippo, abbracciandolo, mentre Pippo si limitò solo ad urlare. Urlò a tal punto che persino le orecchie si alzarono.
Tale reazione fece sorprendere Sten. Era la prima volta, da quando si era messo in viaggio con Sora e Alistair, che assumeva un’espressione che non fosse corrucciata o seria.
-Oh, scusate tanto. Vi ho spaventati?- domandò, con un pizzico di senso di colpa.
Paperino e Pippo si voltarono, battendo persino i denti dallo spavento.
-Non… farlo… mai… più!- disse il papero, facendo una pausa tra una parola e l’altra.
-Ehi, che succede là dietro?- domandò Sora, incuriosito, voltandosi. Le urla degli amici non lo avevano allarmato: se gli Heartless e i Nobodies avessero fatto la loro comparsa lo avrebbe percepito.
-Niente, Sora.- spiegò il qunari –I tuoi amici sono solo un po’ nervosi.-
Niente di cui preoccuparsi, dunque.
O forse sì. In quel mondo non erano solo gli Heartless ed i Nobodies il pericolo: c’era la Prole Oscura, Loghain e, da come avevano spiegato Morrigan ed Alistair, gli abomini e chissà cosa altro. Era davvero il mondo più pericoloso che Sora, Paperino e Pippo avessero mai visitato.
Raggiunsero il cortile, completamente illesi.
-Beh, siamo stati fortunati.- commentò Alistair; il senso dell’umorismo era tornato –Meglio così. Prima raggiungiamo Teagan, meglio è.-
Ma il vero pericolo era lì, in agguato: da una chiazza scura, infatti, comparve un Neoshadow, che saltò, in direzione di Morrigan. La strega si voltò appena in tempo, pronta per lanciare un incantesimo.
-Attenzione!- il Keyblade di Sora eliminò il nemico.
La strega fece di nuovo spallucce e l’aria da strafottente.
-Non ho chiesto il tuo aiuto, ragazzino. Potevo farcela da sola.- nemmeno un “grazie”. Sora non si sarebbe mai abituato a questo.
-Ehi! Ti ho salvato la vita!- protestò, infatti.
-Ehm, non vorrei rovinare la discussione…- li fermò Sten, indicando in avanti –Ma quello non era solo…-
Heartless. Per tutto il cortile. Ecco perché non erano comparsi nelle segrete. Erano tutti nel cortile.
Degli stessi tipi che avevano affrontato la notte scorsa, sebbene in minor numero.
Sguainarono tutti le loro armi.
-Solo un ultimo ostacolo prima di trovare Bann Teagan e Arle Eamon!- esclamò Alistair, determinato, roteando la spada e mettendosi in posizione di combattimento.
-Giusto!- aggiunse Sora –Non arrendiamoci proprio adesso!-
Erano pochi rispetto all’orda della notte precedente, ma erano ugualmente tanti. Il gruppo, da solo, non poteva farcela. O meglio, non potevano sprecare le energie per quegli Heartless. E se all’interno del castello vi fosse stato un pericolo ancora più grande? Non avrebbero avuto ugualmente energia per affrontarlo. Ne avevano eliminato quasi la metà, quando udirono un urlo.
-Ehi, ragazzo con la chiave! Qui!-
Sora si voltò: c’erano dei cavalieri, dall’altra parte del cancello del cortile, che portava al ponte che separava il castello dal villaggio di Redcliffe. E con loro Ser Perth.
Senza pensarci due volte, Sora puntò il Keyblade verso il cancello, che si aprì.
Grazie ai cavalieri di Arle Eamon, il resto degli Heartless venne sconfitto rapidamente.
Sora eliminò l’ultimo Heartless, un NeoShadow, con un fendente che proveniva dal basso.
Tuttavia, mentre il cuore vagava in aria, qualcosa sembrava essere caduto da esso. Brillava ai raggi del sole. Sora, incuriosito, si chinò e lo prese: era un amuleto. E il simbolo era lo stesso che aveva scorto nelle Chiese che aveva visitato, il simbolo di Andraste. Notò delle piccole crepe, ma non dava segni di cedimento. Improvvisamente, si ricordò di una cosa detta da Alistair, la notte prima che giungessero a Redcliffe, su un amuleto rotto da lui stesso, un amuleto appartenuto a sua madre…
Lo osservò, in procinto di dire qualcosa. Ma poi mise l’amuleto in tasca.
Non era il momento.
-Grazie per l’aiuto.- ringraziò Alistair, ansimando, rivolto ai cavalieri.
-Dovere, dopo quello che avete fatto per il villaggio.- ringraziò a sua volta Ser Perth –Non dovrebbero esserci più quelle strane creature. Se siete d’accordo, direi di entrare tutti insieme nel castello.-
-Tutti insieme?- domandò Sora, preoccupato –Non dovreste sorvegliare il villaggio?-
-Il villaggio è al sicuro. Ma il nostro dovere è verso l’arle e abbiamo diritto di vederlo e, soprattutto, andare a fondo su quanto sta accadendo all’interno del castello.-
-E se ci aspettaste qui fuori?- propose Alistair, preoccupato anche lui –Non sappiamo cosa potrebbe esserci là dentro, quindi ritengo che dovreste rimanere fuori, in caso di nuovo attacco di Heartless o nel caso dovesse succederci qualcosa.-
-Mi dispiace, Alistair, ma la nostra decisione è presa. Entriamo con voi.-
Ser Perth e il resto dei cavalieri sembravano determinati: Sora e nemmeno Alistair insistettero oltre.
Entrarono, come stipulato, dentro il castello di Redcliffe: anche lì, come nelle segrete, silenzio.
O forse no.
Delle risate, degli applausi. Provenivano dal salone centrale, di fronte all’ingresso. Era una sala lunga quattro metri, con un grande camino in fondo. Lady Isolde era di fronte a quel camino, con sguardo triste. Accanto a lei, un bambino di dieci anni, circa, stava applaudendo e ridendo di fronte ad un giullare, che si stava dilettando in una danza. Ma non una vera danza, era una danza alquanto bizzarra: saltellava lì intorno, faceva capriole, esibiva buffe piroette, rideva sguaiatamente, ogni tanto faceva una lieve riverenza.
Ad un cenno del bambino, il giullare si fermò, si inchinò e prese posto accanto a lui, sedendosi sul pavimento.
Il bambino scrutò il gruppo innanzi lui con curiosità e sospetto. Aveva la pelle bianca e venosa e le labbra scure.
-Chi sono queste persone, mamma?- anche la voce era strana: non era di un bambino di dieci anni. Quanto quella di un demonio –Sono forse quelle di cui mi hai parlato? Le stesse che hanno fermato i miei Heartless dal reclamare il mio villaggio?-
Isolde non alzò nemmeno lo sguardo.
-Sì, Connor…-
Sora osservò quel bambino, allarmato. Anche Alistair.
“Quello è Connor…?!” pensò quest’ultimo, sgomento.
-Non vedo bene. Cosa sono?-
-Sono… persone, Connor. Uomini come tuo padre, donne come me.- non aveva parlato né del mabari, neppure di Paperino e Pippo; sembrava molto turbata.
Ser Perth, con sguardo severo, si fece avanti.
-Lady Isolde, cosa sta succedendo?- domandò.
La donna aprì la bocca, ma uscirono solo strani suoni.
-Dov’è Bann Teagan?- aggiunse Sora, anche lui facendo un passo avanti.
-Sono quiiii!-
Con grande sgomento di Sora, Alistair, i loro amici ed i cavalieri, scoprirono il volto del giullare: Bann Teagan! Non sembrava più lui: sorrideva in modo strano, come fosse sotto effetto di un agente allucinogeno. O di un incantesimo.
Fu il bambino a rispondere.
-L’ho sistemato.- rispose, strafottente –E’ venuto qui, urlando ed imprecando contro di me, e l’ho messo a tacere. Così è molto più divertente.-
Sora osservò Isolde, serio.
-Quindi era questo il vostro piano, Lady Isolde?-
Lei assunse uno sguardo strano, come se in ogni momento stesse per scoppiare a piangere.
-Era l’unico modo per calmare Connor!- giustificò –Ho dovuto farlo.-
Anche Morrigan si insospettì: era l’aspetto del bambino. E percepì anche qualcosa di strano nell’aria. Allertò i compagni.
-Attenti. Potrebbe essere magia del sangue.- disse, a bassa voce, per non farsi sentire da Isolde –O peggio, quel bambino potrebbe aver stretto un patto con un demonio. Sarebbero le uniche ipotesi per giustificare il cambiamento di Teagan.-
Anche Alistair si fece serio.
-In ogni caso, Connor è diventato un abominio. Ma come…?-
Abominio. Quella parola faceva sempre rabbrividire Paperino.
Isolde, con le lacrime agli occhi, scosse la testa.
-No! Non dire così!- esclamò –E’ stato quel mago! N-non so cosa abbia fatto a mio figlio, ma so per certo che è colpa sua se è accaduto tutto questo!-
-Un mago?-
Fu Connor a prendere la parola.
-Sì, l’uomo che mi ha permesso di controllare gli Heartless.-
Un uomo… che poteva permettere ed insegnare ad altre persone di controllare gli Heartless…
Sora, Paperino e Pippo pensarono alla stessa cosa, alla stessa fonte: l’OrganizzazioneXIII.
-Mi ha detto che potevo salvare mio padre e controllare queste creature per essere potente, se avessi seguito i suoi consigli! Potevo creare un esercito, se non foste intervenuti voi impiccioni! La pagherete per quello che avete fatto ai miei Heartless!-
Isolde si rivolse al figlio, con aria triste.
-Ti prego, Connor, basta con queste morti. Basta con gli Heartless.- poi osservò i forestieri –Vi prego, non fate male a mio figlio! Non ha coscienza delle sue azioni!-
-Non ha coscienza delle sue azioni?!- protestò Ser Perth –Con tutto il rispetto, Lady Isolde, ha ucciso delle persone innocenti, inviando quelle creature al villaggio! E voi vi ostinate a difenderlo?!-
Qualcosa scosse Connor: iniziò a barcollare e mettersi la mano sulla fronte.
-M-mamma…? Che succede…?- non aveva più la voce demoniaca, ma quella di un bambino normale. Sembrava spaventato.
Isolde tirò un sospiro di sollievo. Si mise sulle sue ginocchia e unì le mani in preghiera.
-Oh, grazie al Creatore. Connor, riesci a sentirmi?-
Durò un attimo. Connor la osservò, seccato.
-Stai lontana da me, donna! Le tue parole mi stanno infastidendo!- la voce demoniaca tornò, facendo sobbalzare la donna –E in quanto a voi, so che siete qui per vedere mio padre. Spiacente, non lo vedrete mai. Una volta che vi avrò eliminati, chi mi impedirà di conquistare il mondo?-
Bann Teagan scoppiò in una fragorosa risata.
-Nessuno gli dirà cosa fare!- esclamò, come fosse ubriaco –Nessuuuuno!-
-Silenzio, zio!- rimproverò Connor -Non ti avevo detto di tacere?- Alzò le mani: comparvero dei sospetti aloni oscuri –Venite a me, miei Heartless! Eliminate questi impiccioni!-
Gli Heartless Cavalieri, Lanceri, Invisibili, Blu Ciccio, Mastini Oscuri, Soldati, e anche Shadows comparvero nel salone.
Isolde indietreggiò, spaventata e con le lacrime agli occhi.
Il gruppo si mise in posizione di combattimento.
-Ne abbiamo eliminati un’orda, a Redcliffe.- ricordò Alistair, per tenere alto il morale –Questi saranno una passeggiata.-
Sora annuì. Anche il resto del gruppo fu d’accordo.
Ripeterono la stessa strategia usata la sera prima, per difendere Redcliffe. Gli Invisibili furono eliminati per primi da Sora, Paperino e Pippo. Gli altri, nel frattempo, si stavano occupando di quelli più deboli, soprattutto Soldati e Shadows. Morrigan cercò di lanciare un incantesimo di bomba virulenta, ma non aveva effetto sugli Heartless. Questo perché non erano veri corpi, come i Prole Oscura o gli esseri umani. Erano ombre. Ma continuò ugualmente a lanciare loro incantesimi elementali, assieme a Paperino e Leliana. Sten affrontò gli Invisibili con i tre forestieri, ed eliminò tutti i Blu Ciccio, ogni tanto urlando qualcosa in una strana lingua, probabilmente la sua. Alistair affrontò persino un paio di Cavalieri e un Lancere. Ma alle sue spalle si stava avvicinando un nuovo nemico. Si voltò appena in tempo, parando un colpo con la spada: Bann Teagan. Aveva in pugno la sua spada e il suo scudo, che aveva usato la sera precedente contro l’orda di Heartless. E rideva. Continuava a ridere in modo sguaiato.
-Teagan, vi prego, svegliatevi!- esclamò Alistair, cercando di resistere –Siete sotto l’effetto di un incantesimo!-
Come risposta ottenne una risata, ancora più forte.
-Io servo il mio padrone!- esclamò, facendo ancora più pressione –E eseguo i suoi ordini! A morte gli impiccioni!-
Scambiò un paio di colpi con Alistair, forti, ma lenti. Bann Teagan non aveva fama di essere un bravo guerriero. Per fortuna, “l’incantesimo” di Connor non lo aveva cambiato da questo punto di vista. Alistair riuscì a tenergli testa, senza contrattaccare.
“Non posso ferirlo…” pensò, tra un colpo e l’altro “Non è in sé, ma è pur sempre Teagan. Sarebbe un peccato se morisse adesso. Devo trovare un modo per farlo tornare in sé, e la magia del sangue è troppo potente per tenerla a bada con un semplice incantesimo templare…”
Parava, parava, e nel frattempo stava cercando una soluzione per far rinsavire l’uomo. Poi, parò con la spada un colpo dall’alto, girò su se stesso, finendo dietro il suo avversario, e lo colpì sulla testa con lo scudo.
Teagan cadde sul pavimento privo di sensi.
“Oh-oh…” pensò Alistair, mordendosi il labbro inferiore “Speriamo di non averlo colpito troppo forte…” mise due dita sul suo collo; tirò un sospiro di sollievo “Meno male ha solo perso i sensi… meglio così, ora torniamo agli Heartless.”
Come gli Heartless erano apparsi, così scomparvero. Il salone tornò sgombro: solo qualche mobile messo a soqquadro, ma niente di grave.
Lady Isolde, per tutto il tempo della battaglia era rimasta in un angolo, a pregare. A battaglia conclusa, si precipitò a soccorrere il cognato.
-Teagan!- esclamò, scuotendolo; l’uomo aprì lentamente gli occhi, mettendo gradualmente a fuoco l’immagine della persona che aveva di fronte; Isolde lo aiutò a rialzarsi, lieta che fosse ancora vivo –Teagan! Tutto bene?-
Anche Alistair tirò un sospiro di sollievo: il colpo non era stato fatale. Ma notò l’uomo toccarsi ugualmente la testa.
-Che dolore…- si guardò intorno –Ma cosa è successo? Dov’è Connor? E perché sono vestito così?-
-Oh, mi dispiace! Non volevo arrivare a questo!-
Isolde era quasi in lacrime. Stava nascondendo qualcosa. Inoltre, Connor non era più nel salone. Doveva essere scappato dopo aver invocato gli Heartless.
Ser Perth si rivolse nuovamente all’arlessa.
-Lady Isolde, con tutto il rispetto, ci dovete delle spiegazioni.- disse, rigido nel suo tono.
La donna tirò su con il naso e si asciugò le lacrime con il dorso della mano.
-Va bene. Vi racconterò tutto.- ammise –E’ successo tutto un mese fa, circa. Connor mi aveva chiamata nella sua stanza, dicendomi che c’era qualcosa che voleva mostrarmi. Senza farmi domande, mi sono recata da lui e… una fiamma. Era comparsa una fiamma sulla sua mano!-
I presenti si incuriosirono, persino i tre forestieri.
-Non sembrava spaventato, anzi. Sembrava piuttosto felice. Mi disse “Guarda, mamma, cosa riesco a fare!”. Il mio bambino, il mio Connor… un mago!-
Alistair si mise a riflettere.
-Connor… un mago? Davvero incredibile.- mormorò.
-In questo caso si spiegherebbero molte cose.- aggiunse Morrigan, anche lei a bassa voce –In particolar modo il controllo mentale su Teagan.-
-Ero nel panico…- proseguì Isolde –Non sapevo cosa fare. Nemmeno Eamon sapeva che Connor fosse un mago. Nessuno doveva saperlo!-
-E poi cosa è successo?- domandò Teagan.
-Circa una settimana fa un mendicante ha bussato alla nostra porta, chiedendoci da mangiare. Ha rivelato di essere un mago scappato dal Circolo e che sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa per il nostro silenzio. E io gli ho offerto di fare da mentore a Connor.-
-Cosa?! E voi avete lasciato che un mago qualsiasi insegnasse la magia a Connor?!-
-Volevo che imparasse almeno a celarla! Se si fosse saputo che Connor era un mago, me lo avrebbero portato via e Redcliffe sarebbe rimasta senza un erede che prendesse il posto di Eamon, alla sua morte. Ma come conseguenza, mio marito è malato e mio figlio controlla quelle… cose! Ho ordinato alle guardie di catturare quel mago, ma a quanto pare era già scappato! Quel maledetto…!-
Sten scosse la testa.
-La magia non porta a niente di buono.-
Sora volle dire la sua.
-Perché da queste parti ce l’avete tanto con i maghi?- domandò –Sono esseri umani. Come voi, come me, come tutti noi. Solo con qualche dote magica.-
La donna lo osservò offesa.
-Solo con qualche dote magica…?!- sibilò –Non so da dove tu venga, ragazzino, ma è evidente che non conosci la nostra cultura e la leggenda di Andraste!-
-Ancora questo nome…?- sbuffò Sora –La nominate spesso. Ha fatto qualcosa di importante?-
Isolde rimase scandalizzata da tale frase, come Teagan e Alistair. Paperino e Pippo nascosero i loro volti dietro le mani. Morrigan ridacchiò.
Poi sentì la mano di Leliana toccargli leggermente la spalla.
-Ehm, Sora…- disse, un po’ imbarazzata –Più tardi dovrò ragguagliarti su un bel po’ di cose…-
Sora non comprese, ma annuì ugualmente, come segno di assenso.
-E un’altra domanda, Lady Isolde…- riprese; qualcosa lo aveva insospettito –Ricordate per caso l’aspetto di questo mago? O il suo nome?-
-Non ricordo il nome, ma il suo aspetto non lo dimenticherò mai. Aveva una benda all’occhio destro e una cicatrice sulla guancia sinistra. E l'occhio sinistro era giallo. -
I sospetti dei tre forestieri erano fondati.
-XIGBAR!- esclamò il ragazzo, digrignando i denti e stringendo i pugni –Quel farabutto…-
-L’uomo di cui mi hai parlato, Sora?-
-Esatto, Alistair, proprio lui. Lady Isolde, costui non è un mago. E’ un manipolatore della peggior specie, in grado di far leva sulle tue debolezze e manovrarti a suo piacimento. Noi lo conosciamo bene. Siamo qui proprio per dargli la caccia. Deve aver approfittato dell’ingenuità di Connor per farlo cedere all’Oscurità e controllare gli Heartless, al solo scopo di ottenere il suo cuore. E non mi sorprenderebbe se fosse sempre lui ad aver avvelenato vostro marito.-
-A me non sorprenderebbe se il mandante fosse Loghain.- concluse Teagan, con approvazione di Alistair. Era deluso dal comportamento della cognata.
Anche Isolde strinse il pugno.
-Quel maledetto…! Ha rovinato il mio bambino e la mia famiglia! E’ solo colpa sua!-
Sora strinse le labbra e batté un piede per terra.
-Se qui c’è qualcuno da biasimare, quella siete voi, Lady Isolde!-
La donna era sempre più offesa.
-C-cosa?!-
-Siete stata voi ed i vostri capricci a iniziare! Avete cacciato Alistair dalla sua stessa casa perché la sua presenza vi dava fastidio, non c’entrano le voci fasulle sul suo essere figlio illegittimo di Eamon! Avete manipolato Eamon per soddisfare ogni vostro capriccio! Vi siete ostinata a difendere vostro figlio, nonostante ogni notte permettesse agli Heartless di sterminare la VOSTRA stessa gente! Avete mentito a tutti sulla sua vera identità! Avete attirato Teagan in una trappola per compiacere vostro figlio! Siete una donna viziata e capricciosa, tutti vi odiano e io non ho alcun rispetto per voi! Se a Orlais sono come voi, allora i fereldiani hanno più che ragione di odiarvi!- Era dal primo momento in cui l’aveva vista che voleva riferirle tali parole. L’aveva odiata da quando Alistair gli aveva parlato di lei. Ma poi si ricordò di un particolare. -Senza offesa, Leliana…-
Anche lei era di Orlais. Ma non era viziata e capricciosa, anzi. Era buona e gentile. Lei non si offese.
-Tranquillo, è così.- rassicurò.
Isolde, da seccata, andò su tutte le furie; alzò una mano e camminò in direzione di Sora.
-PICCOLO IMPERTINENTE! TU NON SAI COSA VUOL DIRE ESSERE MADRE!- esclamò, in procinto di dargli uno schiaffo.
Alistair si era posto da scudo a Sora, ma nessuno ricevette lo schiaffo: Teagan stava stringendo il polso della cognata.
-Adesso basta!- intimò, severo. Isolde ritirò la mano con un gesto scattoso.
-Dov’è lui, adesso, Isolde?-
-Forse è andato in camera di suo padre, al piano di sopra.- rispose lei, massaggiandosi il polso -Cosa volete fare? Vi prego, non fategli del male.-
-Di certo non combineremo nulla restando qui.- aggiunse Sten, seccato da tutto quel parlare.
-Qualunque cosa ci sia dentro Connor, non è una buona ragione per lasciarlo vagare liberamente per il castello.-
-Non temete, cercheremo solo di parlare con lui.- conclusero Pippo e Paperino.
Teagan annuì. Isolde non disse nulla.
-Andate. Io resterò qui con Isolde.-
-Anche noi.- disse Ser Perth, parlando anche per il resto dei cavalieri.
Superato il salone, il gruppo notò le scale per il secondo piano.
Mentre salivano, Alistair si avvicinò a Sora.
-Sei stato grande con Lady Isolde.- gli sussurrò all’orecchio –Nessuno riesce a tenere testa ad un’arlessa in quel modo…-
Sora fece il suo sorriso a trentadue denti.
-Non è la peggiore che ho incontrato nei miei viaggi.-
 
   
 
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