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Autore: Alyss Fibel    23/06/2019    0 recensioni
Gaara è appena diventato Kazekage.
Riuscirà a diventare importante per qualcuno e a farsi amare?
Amatsu è sconvolta dopo la verità scoperta. Riuscirà ad andare avanti e a riconoscere l'amore davanti agli occhi?
Non tutto è come sembra. Anche la notte più buia è illuminata dalle stelle più belle.
Un incontro felice. Un passato difficile. Una riconciliazione improbabile. Un grande amore.
-"Amatsu..." la sua voce era roca.
-"Gaara" sussurrai allungando una mano, che fu subito afferrata dalla sua. Era calda.
-"Grazie al cielo..." disse piano stringendo la presa.
Le lacrime che stavo trattenendo a stento solcarono il mio viso. Sorrisi, grata di essere qui con lui.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Una persona riesce a diventare vermanete forte
solo quando vuole proteggere qualcosa di importante.
Partimmo il mattino stesso non appena venne rivelata la missione.

L'uccione del nuovo Kazekage.
 
La notte prima avevo fatto la mia scelta. Una decisione dettata dal dovere e dall'amore verso mio nonno, colui che mi ha salvata. Mi ero convinta che se il nostro clan era ciò che era io non potevo farci nulla, se non addattarmi e vivere così.
Era davvero giusto quello che avrei fatto da d'ora in poi? E se il senso di colpa mi avesse perseguitato per il resto della vita?
Nella testa mi frullavano troppi pensieri e ogni volta che poggiavo i piedi su un ramo, una fitta di dolore si propagava nel mio corpo, impetuosa come una tempesta.
Mi diedi due schiaffi in faccia, gesto che servì per farmi calmare un attimo.

Dopo quasi dieci anni avrei rimesso piede a Sunagakure.
Nonno Akihito aveva avuto solo poche missioni vicino la zona di Suna, ma mai ci siamo addentrati nuovamente al Villaggio.

Chissà se sarà riusciuto a farsi degli amici? Cosa avrebbe pensato di me se sapesse che stavo per assassinare il Kazekage?

I miei pensieri corseso automaticamente verso il bambino conosciuto anni fa, Gaara, capelli rossi e occhi verde mare. Nel ricordare il nostro primo incontro l'ombra di un sorriso apparve sul mio viso.

Varcato il confine della Nazione del Vento provai una strana nostalgia. La vegetazione diminuiva ad ogni metro percorso e la temperatura si faceva sempre più calda.  Uno stormo di uccelli diretto a nord innondò il cielo. Volavano gli uni di fianco agli altri in maniera perfettamente sincronizzata.

<< Chi è il nuovo Kazekage? >> domandai.

<< Non lo so, ma ha assunto la carica da pochi mesi.>>

***

Il sole era calato lanciando su Suna le prime ombre della sera. La luna calante era apparsa pigramente dietro un'enorme montagna, accanto a lei due stelle luminose le facevano compagnia. Grazie all'abilità di Akihito nel mascherare il chakra, l'infiltrazione era avvenuta senza intoppi.

La città era ancora movimentata, i bambini giocavano spensierati nei parchi, le madri si dirigevano alle proprie abitazioni con sacchetti della spesa. Le locande erano piene di giovani appena tornati dalle missioni, si godevano una serata in compagnia con gli amici, felici di essere a casa.

Provai una strana gelosia nel sentire le risate dei miei coetanei provenire dai locali sotto di me.

In giro c'erano poche guardie, alcune delle quali avevano addirittura accantonato il loro incarico per una partita a carte.
Ci appostammo sopra il tetto di una casa. Alcune abitazioni erano state ricostruite da poco, il loro colore scuro spiccava tra le altre costruzioni.

La luce del sole scomparve del tutto nel giro di pochi minuti. Il cielo si era inscurito ed una leggere brezza portò nell'aria il profumo di una torta di mele appena sfornata. Era tutto così bello...


<< È ora di agire >> La voce di Akihito era tagliente e autoritaria.

***

<< Gaara quanto ancora hai intenzione di rimanere qui? >> Kankuro batteva nervosamente un dito sul mento. Dall'alba il fratello non si era mosso dal suo ufficio e, nonostante i suoi sforzi, il lavoro sembrava non diminuire.
<< Temari ci tiene a cenare insieme >> aggiunse sperando di convincerlo.

Dopo diversi anni finalmente i tre fratelli Sabaku si comportavano come una vera famiglia.

<< Wakatta, appena avrò finito qui vi raggiungerò a casa >> disse il fratello minore mentre prendeva un'altro plico di fogli.

Kankuro sospirò ed uscì chiudendo la porta alle spalle.
Era consapevole che Gaara, una volta diventato Kazekage, avrebbe avuto molto lavoro da fare. Doveva dirigere un'intero Villaggio, sebbene diversi abitanti non lo riconoscessero ancora come loro Kage. L'ostilità nei confronti del fratellino era cresciuta nelle ultime settimane, cosa che anche il diretto interessato aveva notato e cercava di sistemare guadagnandosi la fiducia attraverso il duro lavoro.

Gaara firmò il penultimo plico di fogli e posò la penna a sul tavolo. Il the alla camomilla che si era preparato era diventato freddo. Guardò l'orologio appeso al muro, rendendosi conto dell'ora tarda.

<< La cena finirà come questo the se non mi sbrigo... >>

Non ebbe il tempo di prendere in mano la penna nera che aveva appoggiato, che il vetro dietro di lui si ruppe in mille pezzi.
Si alzò di scatto voltandosi, ma in un lampo si ritrovò un kunai puntato davanti alla gola. Lo scudo di sabbia non reagì abbastanza in fretta.
L'aggressore guardava verso terra, la mano piccola che impugnava l'arma doveva essere di una ragazza. Sentì deglutire e pian piano la misteriosa figura alzò la testa.
Due perle d'orate incontrarono il suo sguardo. Solo pochi centimetri dividevano i loro volti.

Due occhi verde mare, cerchiati da due occhiaie scure, mi incatenarono. Sbattei le palpedre incredula.
Era davvero lui.
Il kunai che tenevo in mano scivolò sul pavimento. Le lancette dell'orologio scandevano ogni singolo secondo passato in quella stanza silenziosa. Il battito del mio cuore rimbombava nelle tempie.
<< Amatsu? >>
Il mio nome, pronunciato da Gaara, mi fece riprendere dallo stato di shock. Riuscì appena in tempo a notare l'ombra dietro di lui.
Akihito, con il braccio destro circondato da una sostanza simile al metallo nero incandescente, preparò un affondo.


<< No!! Nonno, fermati!! >> urlai mettendomi davanti a Gaara e, senza pensarci, mossa da un violento istinto, liberai i sigilli. << Rengoku no Jutsu >>.

Una luce abbagliante si diffuse in tutta la stanza ed una volta sparita mi resi conto dell'azione che avevo appena compiuto. Mi tremavano le mani e stavo sudando freddo. Balbettai qualcosa di incomprensibile e caddi in ginocchio. Akihito era a terra senza sensi.

<< Kazekage-sama state bene?! >>
Delle guardie accorsero dopo aver udito il trambusto. Si precipitarono nell'ufficio come delle furie, immobilizzandomi a terra. La mia guancia sinstra premeva contro il freddo pavimento, una lacrima scivolò lenta sul mio viso.

<< Fermatevi >>
La voce pacata di Gaara fece arretrare le guardie. Si abbassò al mio fianco e mi guardò, poi sfiorò appena i miei capelli bianchi.

<< Amatsu... >>

Deglutì a fatica. Un nodo mi stringeva lo stomaco.

<< Gaara... >>

<< Che sta succedendo qui?! >> Un'anziana signora, accompagnata da uno shinobi con la barba nera fecero capolineo nella stanza.

<< Riteniamo che i due soggetti a terra abbiano tentato di attaccare il Kazekage >> rispose colui che mi aveva messo a terra.

<< Portateli ai sotterranei della palazzina a fianco... immediatamente! >> ordinò la vecchia, imponendosi sopra il brusio generale.

<< Il vecchio è morto >> confermò uno shinobi della Sabbia dopo aver controllato il polso di Akihito.

<< Un momento... >> intervenne Gaara, ma fu troncato dall'anziana. La parlantia affilata come un coltello.

<< Kazekage-sama  non possiamo ignorare un tale affronto. Bisogna portare la ragazza alla cella sotteranea ed interrogarla. Chiameremo i nostri specialisti. >>

Provai ad alzarmi, ma due kunai mi arrivarono in contemporanea a pochi centimetri dalla gola. Guardai i due shinobi e lentamente portai entrambe le mani dietro la nuca. << Portatemi nella cella... >> dissi, il tono di voce velato da tristezza, rabbia e rimorso.


***



Poche luci illuminavano il sotteraneo, il passaggio era stretto e sporco. Agli angoli le ragnatele bianche pendevano disordinate; era da un pezzo che qualcuno non ci metteva piede.
Scortata da due guardie, con le mani legate da una corda spessa, raggiunsi la cella.

Era abbastranze grande da contenere dieci persone. Non vi era alcuna attrezzatura all'interno, solo tre muri fatti di pietra ed una sbarra come porta.
Non ero ancora riuscita a riordinare i miei pensieri, nella mai testa c'era solamente il vuoto. Pensare mi risultava impossibile. Mi morsi l'interno della guacia e avanzai; la sbarra si chiuse alle mie spalle.
Ero rimasta sola.

Seduta in un angolo della cella buia guardai verso il soffitto nero e, le lacrime che finora non avevo versato, ricaddero come un fiume sul mio viso.
Da sola nell'oscurità ebbi il tempo di ripensare all'accaduto e a realizzare che ora ero davvero sola. Avevo ucciso la persona che mi aveva salvato; colui a cui dovevo la mia stessa vita.
Mi portai le mani tra i capelli disperata. Ogni respiro sembrava una pugnalata al petto.

<< Kazekage-sama! Non può avvicinarsi!! >>

<< Bisogna prima interrogarla ed estrarre tutte le informazioni in suo possesso. Potrebbe aver raccolto dei dati segreti sul Villaggio.>>

***

<< Il mio nome è Amatsu del clan Getsumei, ormai estinto da molti anni. >>
Recitai le parole come da copione mentre fissavo il vuoto.

<< Chi ti ha dato l'ordine di assassinare il Kazekage? >>

Non risposi. Non lo sapevo nemmeno io. A dire il vero avevo deciso di aiutare il nonno nel suo intento di far vivere il nome del nostro clan, cosciente delle possibili conseguenze; ma ignara del fatto che il bersaglio fosse lui.
Gaara era in piedi appena dietro lo shinobi di tipo sensoriale, al suo fianco una ragazza dai capelli biondi legati in quattro codini ed un ragazzo con un capello nero.

<< Rispondi! >>

<< Non lo so... >>

<< Cosa sai sul Villagio? >>

Rimasi in silenzio. Non sapevo nulla.
Lo shinobi si mosse di scatto e appoggiò una mano sulla mia testa. Aveva cominciato ad analizzare tutte le informazioni direttamente dal mio cervello. Sentivo le palpebre farsi sempre più pesanti.
L'altro esperto stava eseguendo la stessa pratica sul corpo inanime di Akihito da ormai due ore. Non avevo il coraggio di voltarmi.

Quando sentì la presa scivolare via, aprì a stento gli occhi rossi e gonfi.

Lo shinobi, seguito da Gaara, si allontanò verso il collega che aveva terminato la raccolta di informazioni. I risultati vennero discussi per diversi minuti.

Mi sentì mancare l'aria, chiusi gli occhi e caddì a terra.
Il buio mi avvolse.

<< Nonno, guarda! >>
Dissi correndo verso di lui. Avevo in mano una piccola coccinella rossa a puntini neri.

<< Oh! Quella ti porterà fortuna! >> Sorrise. L'espressione dolce..

<< Fortuna? >> domandai guardando il piccolo insetto con occhi grandi e un sorriso dipinto sul viso arrotondato.

 
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Konnichiwa! Ecco il terzo capitolo. Scusate l'assenza! Spero sia di vostro gradimento. :-)
 
   
 
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