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Autore: ChrisAndreini    24/06/2019    1 recensioni
Sei mesi dopo la morta di Rika, una ragazza chiamata Margo, con lo pseudonimo MC, entra nell'RFA tramite un hacker, scomparendo nel nulla poco prima del party.
Due anni dopo, una ragazza identica a lei entra nell'appartamento di Rika, e le sue amiche d'infanzia approcciano casualmente i membri dell'RFA.
Martha Campbell, tatuatrice eccentrica in America, torna in Corea per cercare la sorella scomparsa da due anni.
Monica Collins, giornalista idealista con più lavori che soldi, ha la carriera appesa al filo di un'intervista alla C&R.
Miriam Coppola, musicista di strada dalla testa calda, incontra per la prima volta il suo idolo.
Mindy Cooper, studentessa della Sky University dal cuore d'oro, molto più interessata alla cucina che al suo major, trova il coraggio di approcciare la sua cotta.
Megan Carson, atleta incoraggiante squalificata a causa di un imbroglio, cerca casa in Corea mentre indaga sulla scomparsa di una vecchia amica.
Mistiche coincidenze, o uno schema attentamente pianificato da un abile marionettista?
Che fine ha fatto Margo?
E riusciranno le MC ad aiutare l'RFA a trovare la pace nei loro cuori?
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Day 3

part 1

 

Megan si abituava in fretta alle nuove situazioni. Si poteva benissimo dire che se si fosse ritrovata sotto un ponte sarebbe comunque riuscita a dormire tranquilla e ad arrangiarsi. In qualità di orfana cresciuta per anni in mezzo alla strada, prima di essere portata in orfanotrofio, l’adattamento era una delle sue principali qualità. 

Eppure, ospite a casa di una donna che conosceva a malapena ma che già considerava un’amica, aveva avuto molte difficoltà a prendere sonno, e si era anche svegliata più volte, senza neanche sapere perché.

E alle tre di notte decise di alzarsi per prendere almeno un bicchiere d’acqua e muoversi un po’.

Indossava solo una maglietta e dei pantaloncini, ma sicuramente Jaehee dormiva, perciò non doveva troppo preoccuparsi di come era vestita.

Sbadigliando e cercando di fare il meno rumore possibile, Megan uscì dalla camera e si diresse in cucina, ma si fermò di scatto appena entrata in salotto, dove, seduta al tavolo, Jaehee scriveva qualcosa sul suo computer, concentrata e con due occhiaie che mostravano ampiamente i suoi trascorsi notturni.

Megan osservò l’orologio, chiedendosi se non avesse visto male quello del suo telefono, ma erano le tre passate.

-Jaehee…- la chiamò, con voce impastata dal sonno.

La sua nuova amica sobbalzò vistosamente, e alzò la testa su di lei, sorpresa, come se per un attimo si fosse dimenticata di averla ospitata.

-Megan! Che ci fai sveglia? Ti ho svegliata io?- chiese Jaehee, dispiaciuta.

-No, figurati. Volevo prendere solo un bicchiere d’acqua- la rassicurò lei.

-Oh, certo. Ti prendo un bicchiere pulito- Jaehee fece per alzarsi, ma Megan le fece cenno di restare seduta.

-Non preoccuparti, prendo quello che ho usato stasera- Megan si diresse in fretta verso la cucina -Tu torna a… fare quello che stai… che stai facendo a quest’ora?- indagò poi, fermandosi ad un passo dalla porta e girandosi verso Jaehee, che era tornata a scrivere molto velocemente sul computer.

Era veloce a scrivere quanto Monica, era ammirevole.

-Sto solo lavorando. Ho due giorni per finire una presentazione e se non ci lavoro stanotte non riuscirò mai a finirla in tempo, considerando le riunioni di domani. Mi consolo sapendo che il signor Han ha il pranzo con suo padre perciò riuscirò ad avere la mia pausa- rispose Jaehee, sbadigliando.

-Ah, ok…- Megan annuì e si diresse in cucina, riempiendosi il bicchiere d’acqua.

Poi sembrò capire esattamente cosa Jaehee le aveva appena rivelato, e perfettamente sveglia si precipitò nuovamente in salotto, rischiando di far cadere l’acqua da tutte le parti.

-Stai lavorando alle tre di notte?!- chiese, incredula, facendola sobbalzare nuovamente.

-Eh… sì… ti disturbo?- chiese Jaehee, confusa dalla sua irruenza.

-No, ma disturbi te stessa… cioè… non puoi lavorare tutta la notte!- esclamò, infiammandosi -Dovresti dormire, almeno un paio d’ore… ma in realtà almeno sette ore, credo, o otto. Prima il caffè, ora il lavoro. Il tuo capo è un mostro!- si arrabbiò, bevendo l’acqua e cercando di calmarsi.

Jaehee la guardò un attimo, poi accennò una risatina per la sua veemenza.

-Questa è la vita di un’impiegata-alzò le spalle, rassegnata.

Megan rimase di sasso. Era praticamente lo stesso scambio che aveva avuto con Monica.

Scosse la testa e si sedette sul tavolo vicino a lei, continuando a bere, decisa a fare qualcosa, ad aiutare la sua nuova amica.

-Non puoi prenderti almeno un’oretta per dormire?- provò a proporle, Jaehee scosse la testa.

-Un’ora è troppo, devo lavorare. E poi se mi metto a dormire non credo che mi sveglierei più- sospirò, stanca.

-Ok, allora… hai un hobby? Qualcosa che ti può dare almeno cinque minuti di pausa. Non so, vedere un film, sentire la musica, fare una passeggiata…- cambiò strategia.

Jaehee sembrò rifletterci su.

-Beh… ci sarebbe un hobby, ma non ho tempo…- si rammaricò, scartando l’idea, e ritornando sul suo computer.

-Che hobby?- chiese Megan, bevendo dal bicchiere lentamente per avere una scusa per continuare la conversazione.

-Oh… beh… musical, perlopiù- affermò Jaehee, un po’ in imbarazzo.

Megan non era minimamente esperta di musical, in particolar modo di quelli coreani, ma annuì, salvando l’informazione.

-Che genere di musical?- continuò ad indagare, smettendo di bere e guardando la ragazza.

-C’è questo attore, Zen… lui è davvero fantastico. Lo conosci?- a Jaehee iniziarono a brillare gli occhi, e alzò la testa verso di Megan per ascoltare la sua risposta, trovando però il suo sguardo pieno di interrogativi.

-Non credo di avere questa fortuna. Sono cinque anni che non ritorno qui, e non sono proprio esperta di musical- ammise, un po’ a disagio.

Jaehee tornò allo schermo del suo computer, un po’ delusa.

-Oh, peccato. È davvero bravissimo, ma sta ancora crescendo, non sono in molti a conoscerlo. Però ho tutti i dvd dei suoi musical- affermò, orgogliosa.

Bingo!

Ecco un’informazione che Megan poteva usare per aiutarla.

-Wow, deve essere proprio fenomenale. Potremmo vedere un pezzo del suo musical insieme, così me lo fai conoscere- le propose, entusiasta.

Jaehee esitò, la presentazione non era nemmeno a metà, ma era davvero stanca e qualche minuto di pausa non poteva certo farle male.

Inoltre Megan sembrava davvero interessata, e se poteva aiutare Zen facendolo conoscere in giro non doveva esitare.

Perciò annuì, accennando un sorriso.

-Dieci minuti posso anche prendermeli- acconsentì, alzandosi e dirigendosi verso lo scaffale dove teneva tutti i dvd in ordine di data.

-Che genere preferisci?- chiese poi a Megan, che finì il bicchiere d’acqua in un sorso e le si avvicinò interessata.

-Cos’è “Jalapeno topping was pretty spicy”?- chiese confusa, osservando i titoli oltre la sua spalla.

Jaehee sobbalzò per la sua vicinanza, e si allontanò leggermente, arrossendo appena e andando verso i musical più recenti.

-Oh, non te lo consiglio. La trama è davvero assurda, e sebbene la recitazione di Zen valga la pena, come tuo primo musical è meglio qualcosa con una trama decente- le consigliò, iniziando a chiedersi perché era arrossita. Perché l’accenno al musical le aveva ricordato le scene più piccanti? Probabile, anche se non era certa fosse la risposta.

Decise di non pensarci.

-Ehi, che ne dici di Zorro?- propose poi, prendendo uno dei primi dvd che le capitarono a tiro e approvando mentalmente la sua scelta inconscia.

-Mi sembra forte. Ma lascio che decida l’esperta- fece un’occhiolino complice a Jaehee, e si sedette sul divano, mentre lei preparava il tutto.

-La ripresa è fatta molto bene per essere un musical teatrale, ma comunque non è come un film- la avvertì, sperando con tutto il cuore che le piacesse, e sedendosi sul divano accanto a lei, non abbastanza vicina perché si toccassero, dato che non si sentiva ancora così a suo agio con lei.

Megan non diede segno di notare il suo imbarazzo, ma non si avvicinò, e si limitò ad incrociare le braccia, curiosa.

-Tranquilla, da piccola Miriam… una mia compagna di orfanotrofio, si registrava cantando e ballando e ci costringeva a vedere tutte le sue registrazioni fatte davvero malissimo. Quindi sono abituata a questo tipo di cose- la rassicurò, con un grande sorriso.

Jaehee si sentì piuttosto rassicurata, e non potè fare a meno di segnare il nuovo nome che le aveva detto: Miriam.

Dalla ricerca di Seven aveva constatato che Megan, Margo, Martha e Monica si erano conosciute in orfanotrofio. Che questa Miriam fosse un altro tassello del puzzle?

Decise però di non pensarci, per il momento. Si era presa dieci minuti di pausa e voleva goderseli appieno, con la sua nuova amica.

Purtroppo si addormentò nel giro di cinque minuti, e, con un sorriso soddisfatto, Megan continuò a guardare il musical, fingendo di non essersene accorta. Alla fine della visione, mentre si addormentava a sua volta, doveva ammettere che quel Zen aveva davvero un certo talento.

 

Yoosung era stato sveglio tutta la notte a giocare, e ora si sentiva davvero stupido, perché aveva scuola e molto sonno.

In casi normali avrebbe mandato all’aria tutto quanto e sarebbe rimasto a casa, era anche sabato e tanto valeva fare il weekend lungo.

Ma voleva andare all’università, e non sapeva neanche perché.

Forse per provare ad entrare al club di cucina? O anche solo per rivedere da lontano la ragazza che il giorno prima gli aveva offerto quel delizioso biscotto con gocce di cioccolato.

Solo pensare al suo sorriso splendente, i grandi occhi verdi come smeraldi e i riccissimi capelli rossi che parevano fiamme di un drago lo faceva scogliere.

E non capiva esattamente cosa gli fosse successo, dato che non aveva mai avuto una cotta così prima d’ora e non ne conosceva i sintomi.

Perciò temeva fosse colpa del biscotto, e si era ripromesso di moderare gli zuccheri, dato che aveva avvertito centinaia di farfalle nello stomaco e il cuore aveva iniziato a battere ad un ritmo più alto del normale.

Erano le sei del mattino, doveva andare a scuola tra due ore e non sapeva esattamente se andarci o no.

Perciò decise di entrare nella chatroom, e chiedere consiglio a chiunque fosse online.

Anche se nessuno era molto bravo a dare consigli su quel tipo di cose.

 

Yoosung✮ è entrato nella conversazione

 

Yoosung✮: Buongiorno a tutti. Qualcuno è online?

Yoosung✮: Nessuno?

Yoosung✮: Uff. Sono stato tutta la notte a giocare, e ora sono troppo stanco per andare all’università T_T

Yoosung✮: Perché LOLOL è così divertente?!

Martha è entrata nella conversazione

MA PERCHÉ DOVETE ROMPERE LE SCATOLE 

ALLE SEI DEL MATTINO!?!!?!?!?

Yoosung✮: O.O

Yoosung✮: Scusa T_T

Ah, sei tu, Yoosung.

Scusami tu, ma non riesco a disattivare le notifiche del messenger

È come se qualcuno hackerasse il mio telefono per costringermi ad essere sempre

allertata ogni volta che qualcuno si collega

Yoosung✮: Pensi sia l’hacker?!?!?! O.O

Certo, e so anche chi è…

Yoosung✮: CHENCOSAA?!!?

Si chiama Luciel Choi, alias Seven, alias 707 

E NON MI RISPONDE AL TELEFONO DA IERI SERA!!

Yoosung✮: Oh, pensi sia Seven? 

Yoosung✮: Mi stavo preoccupando ^^’

Scusa

Ma sul serio, perché non mi risponde?!

Yoosung✮: Seven fa così, è molto occupato

Yoosung✮: …non so che fare

Yoosung✮: Posso chiederti un consiglio?

Non sono la persona migliore a cui chiedere consigli ma ok

Yoosung✮: Vorrei dormire, perché ho passato la notte in bianco T_T

Vorrei dormire anche io ma la gente entra nella chatroom ad orari improponibili -_-

Yoosung✮: Scusa T_T

No, vabbè, continua

Yoosung✮: Il fatto è che voglio andare all’università…

Yoosung✮: Quindi non so che fare…

Hai lezioni importanti?

Yoosung✮: Eh… non proprio… ma vorrei vedere un club e domani 

è domenica perciò non potrò vederlo quindi volevo vederlo oggi

Ohhhhhhhhhh!!!!

Un “club”…

Yoosung✮: …perché le virgolette?

Niente, niente.

Beh, se questo “club” ti interessa tanto allora potresti andare 

all’università dormire durante le lezioni e poi andare al club

Yoosung✮: E se mi vede dormire?

Chi?

Yoosung✮: EHH IL PROSESSORE!! 

Yoosung✮: NON STO PSRLAMDO DI NESSUNO!!!

Prendi un caffè nel caso

Se questo “club” è importante, devi proprio andarci

Yoosung✮: Dici?

Ma certo!

Yoosung✮: Ma smetti di mettere club tra virgolette Dx

Ma certo

Yoosung✮: Va bene, allora prendo un caffè e vado a scuola.

Ottima idea

Yoosung✮: Provo a riposare almeno un’ora ^^’

Ottima idea!

Yoosung✮: Grazie dei consigli

Prego

Yoosung✮: …ti lascio dormire u.u

GRAZIE MILLE!!

Yoosung✮: Ciao!

Buon “club”

Scusa

club 

Yoosung✮ è uscito dalla conversazione

Martha è uscita dalla conversazione

 

Verso le sette del mattino Megan riuscì a trovare la forza di svegliare Jaehee, perché sapeva che se non l’avesse fatto sarebbe arrivata tardi a lavoro e non voleva essere la causa di problemi alla nuova amica.

Come aveva fatto per Monica poco più di ventiquattro ore prima, le si avvicinò e le mise delicatamente una mano sulla spalla.

Esattamente come Monica, Jaehee si svegliò di scatto, ma a differenza di quest’ultima si alzò in piedi e corse al computer senza neanche chiedere l’ora.

-Grazie di avermi svegliata. Devo lavorare. Non riesco a credere di essermi addormentata davanti a un musical di Zen!- si lamentò, rimettendosi a scrivere.

-Jaehee… sono le sette del mattino- le fece notare Megan.

La donna impallidì, e alzò lo sguardo su di lei, come sperando che scherzasse.

-Addio pausa pranzo- si prese la testa tra le mani, sospirando rassegnata -E addio anche al caffè. Grazie comunque di avermi svegliata- Jaehee si alzò e si diresse in camera in tutta fretta per vestirsi.

-Mi dispiace di non averti svegliata prima- si rammaricò Megan, anche se onestamente non le dispiaceva affatto. Dormire era importante -Comunque quel musical mi è piaciuto- alzò un po’ la voce per farsi sentire, e Jaehee fece spuntare la testa fuori dalla camera e le sorrise, orgogliosa.

-Zen è bravissimo, vero? È anche stupendo. Ha un fascino che esalta alla perfezione la sua recitazione e il suo canto- iniziò ad esaltare l’attore, e sembrava già più serena.

-Comunque se vuoi posso accompagnarti in ufficio, ci metti meno tempo- propose Megan, cercando di cambiare argomento, dato che non era la persona più indicata per discutere della bellezza e del fascino dei ragazzi, dato che aveva altre preferenze. Che però si era abituata a non dire in Corea, dove la mentalità era ancora piuttosto arretrata e conservatrice.

Non credeva che la donna che l’aveva ospitata avesse pregiudizi, ma non voleva neanche dirglielo già da subito.

-Non vorrei farti perdere tempo- rispose Jaehee dalla camera.

-Per me è un piacere. Se non ti preoccupa andare in motocicletta- la rassicurò Megan, ancora fuori dalla porta di Jaehee per riuscire a sentirla.

-Sai che Zen va in motocicletta?- commentò Jaehee, quasi tra sé. Megan però la sentì, e alzò gli occhi al cielo. Certo che aveva proprio una cotta, per questo Zen. Non fu molto felice di arrivare a questa conclusione, ma cercò di non pensarci.

-Allora ti alleni per quando sarà lui ad accompagnarti in giro in motocicletta- scherzò. Sentì Jaehee ridacchiare.

-Ti ringrazio per la proposta. Anche perché sono un po’ in ritardo- acconsentì.

Megan sorrise e tornò in salotto, dove prese il caffè che era andata a prendere appena sveglia e che per fortuna era ancora caldo.

Jaehee uscì, pronta e perfettamente ordinata, pochi minuti dopo.

-Sei pronta? Possiamo andare?- chiese, prendendo la borsa e le chiavi.

Ne aveva data una copia a Megan, dato che sapeva di non essere abbastanza presente in casa per aprirle nel caso dovesse prendere qualcosa o rimanesse lì per qualche motivo.

-Certo. Tieni- Megan le porse il caffè, che Jaehee prese, un po’ confusa.

-Caffè doppio, giusto?- le fece un occhiolino. 

-Ti prego, dimmi che non mi hai di nuovo dato il tuo caffè- Jaehee esitò. Privare qualcuno del proprio caffè mattutino per due giorni di fila le sembrava uno dei gesti peggiori del mondo.

Megan ridacchiò e scosse la testa.

-No, non preoccuparti. Questa volta sono stata previdente e ne ho presi due- la rassicurò. Jaehee le sorrise e prese il caffè.

-Grazie. Ti devo due caffè adesso- commentò, iniziando a bere.

-Posso barattarli con la rassicurazione che pranzerai in modo dignitoso?- provò a contestare.

Jaehee sospirò, e rispose iniziando ad avviarsi fuori dalla porta.

-Due caffè sono molto più semplici da rendere. Ho la presentazione e non penso riuscirò neanche a mangiare un panino- obiettò.

Megan la seguì, tirando fuori le chiavi della motocicletta dalla borsa.

-Posso portarti qualcosa, se vuoi. Così eviti di perdere tempo comprando qualcosa tu- le propose -E poi mangiamo insieme. Cinque minuti. Che ne dici?-

Jaehee le lanciò un’occhiata obliqua.

-Ieri dovevano esserne dieci ed eccoci qua- le fece notare, indicando il computer nella borsa con la presentazione ancora a meno di metà.

-Touché, ma stavolta li cronometriamo, se ti fa stare più sicura. Non voglio crearti disagi a lavoro, ma voglio che almeno mangi qualcosa- cercò di convincerla, salendo sulla moto.

Jaehee prese un altro sorso di caffè, e la guardò negli occhi per un attimo, prima di salire dietro di lei.

-Perché ci tieni tanto?- chiese, confusa, mettendo il casco.

Megan non dovette pensarci un attimo.

-Perché siamo amiche, e io tengo alle mie amiche, anche se a volte non sembra- rispose ovvia, mettendo il casco a sua volta e partendo.

Jaehee sorrise tra sé, strinse il caffè in mano in modo che non cadesse durante la marcia e annuì, pur sapendo che Megan non poteva vederla.

-Va bene allora, cinque minuti!- acconsentì infine, a voce abbastanza alta perché Megan la sentisse.

Forse fu fortunata a perdersi il sorriso brillante che Megan fece subito dopo, perché probabilmente il suo cuore non l’avrebbe retto.

 

Seven era forse assonnato quanto Jaehee, se non di più, visto che non aveva avuto un amico che lo imbrogliasse in modo da farlo dormire, ma una guardia che, al contrario, l’aveva incoraggiato a lavorare tutta la notte mentre puliva la sua casa.

Ed era così stanco, assonnato, e con la mente che ormai vedeva tutti a strisce di numeri neanche fosse finito dentro Matrix, che i propositi di stare il più lontano possibile dalla chatroom e soprattutto di evitare in tutti i modi di rispondere alle telefonate di Martha, andarono a farsi benedire.

Quando il telefono squillò non vide nemmeno il nome, rispose semplicemente, felice di poter staccare da lavoro per cinque minuti.

Dopotutto erano appena le dieci, Martha sicuramente stava ancora dormendo della grossa, dato che sembrava proprio adorare dormire fino a tardi.

-Pronto?- rispose, sbadigliando, e a bassa voce in modo da non farsi sentire da Vanderwood.

-Finalmente!! È da ieri sera che non mi rispondi. Ti sei già stancato di me?- lo accolse la voce scherzosa di Martha.

Non aspettandosi minimamente di sentirla, il cuore di Seven fece una serie di capriole, e per poco non fece cadere il telefono.

-Martha! No, ma certo che no. Chi potrebbe mai stancarsi di te?- scherzò a sua volta, senza riuscire a farne a meno. E poi doveva mantenere la sua facciata davanti agli altri.

-Mia sorella si è stancata, perciò ogni tanto è bene indagare al riguardo- commentò Martha, quasi tra sé, ma cambiò argomento prima che Seven potesse rassicurarla in qualche modo -Comunque, hai parlato con V?- chiese ansiosa.

-Ancora con Netflix? Non dovresti pensare agli invitati al party?- ridacchiò lui -Non pensavo fossi una scansafatiche, forse dovremmo richiamare Margo. Aveva invitato una ventina di persone in sette giorni, è stato problematico disdire tutto senza che lei ci aiutasse- la sfidò.

-Se riuscite a richiamarla ben venga. In realtà non sono bravissima a convincere le persone- ammise, un po’ nervosa.

-Io scherzo, sono sicuro che stai facendo un lavoro migliore di quello che potremmo fare noi altri membri- cercò di rassicurarla Seven.

-Onestamente, però, perché non se ne occupa qualcuno come Jumin? Lui è super carismatico, potrebbe fare un lavoro davvero ottimo- rifletté Martha.

-Questo è il tipo di domande che rompono la quarta parete che è meglio non fare. Comunque, tornando a Netflix. Devo ancora parlare con V, purtroppo è irraggiungibile, al momento. Ultimamente è sempre in viaggio, e a malapena l’ho visto, da quando Rika…- Seven si interruppe -Da allora l’RFA passa un periodo parecchio orribile, tra Margo, e ora tu… glielo chiederò appena possibile, ok?- cercò di tagliare corto, dato che doveva tornare a lavoro.

-Non preoccuparti, non è così urgente, solo… non ti stressare troppo con il lavoro, ok?- dall’altro lato della cornetta, Seven avvertì che Martha era più seria di quanto non fosse stata da quando era arrivata lì.

E si stava davvero preoccupando per lui, cosa che riscaldava il cuore di Seven e allo stesso tempo non sarebbe affatto dovuto succedere.

-Non preoccuparti per me, alla fine il mio lavoro non è male, è grazie ad esso se ho centinaia di buste di Honey Buddha Chips- provò a buttarla nuovamente sul ridere.

-Oh, mi devi assolutamente raccontare questa storia! Adesso lo pretendo!- e anche lei tornò scherzosa.

-Magari questo pomeriggio, se fai la brava e paziente- la provocò Seven, guardandola dalle telecamere.

Era a testa in giù sul divano, in quella che sembrava la sua posizione preferita, e sembrava guardarlo dritto negli occhi.

-Quindi se non ti chiedo più niente su Netflix?- indovinò Martha, sbuffando.

-Esattamente, come hai fatto ad indovinare?- ridacchiò lui.

-Che poi, in realtà non ti avevo chiamato per questo. Volevo chiederti se posso andare a comprare al negozio all’angolo un nuovo album da disegno e soprattutto farti una piccolissima e insignificante richiesta da nulla- gli fece occhioni da cucciolo.

-Per la prima cosa devo chiedere a V, per la seconda che richie…- ma Seven venne interrotto subito, e per poco non si assordò.

-SMETTI DI HACKERARMI IL TELEFONO E ATTIVARMI LE NOTIFICHE DEL MESSENGER!!!- gli gridò infatti Martha nelle orecchie, facendolo cadere a terra e facendolo scoppiare a ridere.

-Guarda che io non faccio nulla, deve essersi attivato l’algoritmo che avevo installato per Zen il primo aprile- le rivelò.

-Beh, disattivalo!- insistette Martha -Io ho bisogno delle mie quasi dodici ore di sonno, almeno adesso che non ho molto altro da fare- 

-Vedrò cosa posso fare, ma anche questo… solo se fai la brava e paziente- continuò a provocarla.

La vide alzare gli occhi al cielo, e scuotere la testa.

-Vorrà dire che mi vedrò solo soap opera coreane da quattro soldi e le notizie per un bel po’- si rassegnò, prendendo il telecomando e accendendo la televisione, sempre restando in quella posizione, e iniziando a vedere la TV.

-Almeno vedi le cose da un’altra prospettiva- ridacchiò Seven.

Martha lanciò un’occhiataccia alla telecamera.

-Sai, continuo a sostenere che non è carino spiare le persone- osservò Martha, senza però dare segno che l’attenzione le desse fastidio.

-Stai lavorando?!- il rimprovero di Vanderwood, arrivato all’improvviso alle sue spalle, fece cadere Seven nuovamente a terra, ed interruppe la conversazione il più in fretta possibile, sperando con tutto il cuore che Martha non avesse sentito la voce del suo collega.

Le sue speranze andarono in frantumi quando la vide strabuzzare gli occhi e lanciare un’occhiata sorpresa alla telecamera, che poi salutò con un grande sorriso.

-Stavi parlando con Martha Campbell?!- tuonò Vanderwood, incrociando le braccia e fulminandolo con lo sguardo.

-Potrei o non potrei averlo fatto. Faccende dell’RFA. Comunque sto lavorando- obiettò Seven, togliendo in tutta fretta la finestra da dove osservava Martha e tornando a scrivere codici su codici.

Vanderwood scosse la testa.

-Stai attento con quella ragazza. Non è ai livelli della sorella ma può comunque essere una minaccia per la tua cara RFA- lo mise in guardia, tornando poi nella stanza accanto per pulire. La casa di Seven era proprio un porcile.

L’hacker scosse la testa.

Aveva fatto ricerche su ricerche, parlato con V e con Martha più volte.

Forse Margo li aveva traditi, o forse era una vittima, ma Martha era pulita, e buona, e non nascondeva nessun coinvolgimento con l’hacker.

Doveva esserlo.

Se non lo fosse stata, Seven non avrebbe proprio saputo cosa fare.

 

Yoosung aveva bevuto tre caffè per essere sveglio abbastanza da sembrare un cuoco a malapena decente, al club di cucina che aveva deciso di visitare, ma iniziava a pentirsene perché era solo molto più nervoso e iniziava ad avere qualche tic ansioso.

E non capiva perché fosse tanto nervoso, in realtà, dato che aveva visitato quasi tutti i club dell’università, anche solo per dare un’occhiata, e non aveva mai avuto tutti questi dubbi, queste incertezze e il desiderio di far vedere che era molto bravo.

Soprattutto perché, a parte nei videogiochi, in particolar modo LOLOL, non era bravo praticamente in nulla.

Anche se se la cavava a cucinare, vivendo da solo.

Dalle informazioni che aveva trovato, il club si riuniva prima di pranzo e nel pomeriggio, perciò, verso le 11.30, dopo una decisamente pesante lezione di filosofia che aveva passato più addormentato che in piedi, felice che Mindy non la frequentasse, era finalmente davanti alla porta del club, cercando di farsi coraggio per aprirla.

Mise su il suo migliore sorriso, fece un profondo respiro e aprì la porta, entrando con la sua massima sicurezza.

E andando a sbattere contro Mindy, che passava lì davanti proprio in quel momento trasportando un sacco di farina grande quanto lei, che sembrò esplodere e li sommerse completamente entrambi, facendoli cadere a terra.

Tutti i membri del club si girarono a guardare la scena comica, lanciando occhiatacce a Yoosung.

-Mi… mi dispiace… volevo solo… aspetta… ti aiuto!- Yoosung fu il primo a riprendersi, e si alzò in fretta porgendo la mano a Mindy per aiutarla ad alzarsi, già pronto a scappare subito dopo, cambiarsi di scuola, recludersi in camera e non uscire mai più nella sua vita, ma limitandosi a vivere di patatine e LOLOL.

Era felice di essere completamente coperto di farina, altrimenti il rossore sulle sue guance sarebbe stato fin troppo evidente.

Mindy tossì un po’, poi sollevò la testa verso di lui, e spalancò gli occhi, che sembrarono accendersi.

Gli fece un enorme sorriso e gli prese la mano, alzandosi in piedi con grande agilità nonostante il vestitino a balze verde che portava, le ballerine che sembravano piuttosto scomode, la farina tutta addosso e la presa non proprio ferma di Yoosung, che quasi venne trascinato nuovamente giù.

-Sei venuto!- esclamò, felicissima.

-Forse era meglio se non venivo- si autocommiserò Yoosung, prendendosi il volto tra le mani e sporcandosi ulteriormente di farina.

-Ti aspettavo! Cioè, a me fa un sacco piacere. Oh, che caos. Aspetta qui, ti prendo un panno- senza dare segno di essersi resa conto di essere sporca a sua volta, Mindy corse verso un ripiano pieno di panni per pulire e ne prese al volo uno che porse a Yoosung, che lo prese tremante.

-Mi dispiace- disse solo, con un filo di voce, senza iniziare a pulirsi.

-E di cosa? Sono io che dovevo stare più attenta. Pensavo di fare qualche biscotto. Se vuoi, dopo puoi aiutarmi- gli propose.

Di nuovo il cuore di Yoosung iniziò a battere furiosamente. Era colpa dei biscotti? Si ritrovò però ad annuire senza poter controllare il suo corpo.

-Oh…- Mindy sembrò rendersi conto che un chilo di farina era sparsa a terra, e si rivolse agli altri membri del club -Tranquilli, ripago io la farina perduta- li rassicurò -E pulisco subito- aggiunse poi, prendendo una scopa e iniziando a spazzare.

Era più energica di chiunque Yoosung avesse mai incontrato, e il suo sorriso e la sua positività gli ricordavano molto Rika.

-Aspetta, ti aiuto- si propose Yoosung, affrettandosi verso di lei senza però sapere bene cosa fare.

-Non preoccuparti. Tu pensa a pulirti. Ci penso io qui- lo rassicurò lei.

Era ancora completamente bianca, anche più di Yoosung, e se non si puliva subito rischiava davvero che la farina le finisse negli occhi.

Istintivamente, Yoosung le avvicinò il panno che lei gli aveva dato, e le pulì leggermente il viso, almeno il necessario per impedire alla farina di entrarle nel naso, negli occhi o in bocca.

Mindy si immobilizzò, sorpresa, e lo guardò dritta negli occhi.

Sembrava essere diventata molto rossa anche lei, ma mai lo era quanto Yoosung, che non era neanche del tutto certo di cosa stava facendo, e sperava solo di non sembrare una brutta persona o qualcosa del genere.

Si allontanò poi il più in fretta possibile, lasciandole i suoi spazi, e iniziò a pulirsi a sua volta, evitando la zona guance per nascondere ancora un po’ il suo rossore.

Mindy era rimasta completamente senza parole, e spazzava con un sorriso ebete sulla faccia, il cuore che minacciava di esploderle nel petto.

Si sentiva il personaggio di un anime sentimentale, e il ragazzo impacciato e imbarazzato davanti a lei le era sembrato non dissimile da un cavaliere in armatura splendente.

Tutti i membri del club di cucina alzarono gli occhi al cielo, due gemelli del secondo anno fecero una scommessa sul tempo in cui i due ragazzi si sarebbero messi insieme, tutto nel silenzio generale, che venne interrotto quando Mindy posò la scopa e si avvicinò a Yoosung, ancora intento a pulirsi, con un timido sorriso.

-Allora… ti va di aiutarmi a preparare i biscotti o preferisci fare altro?- gli chiese, sorridendo amabilmente ed entrando lentamente nel suo campo visivo.

-Mi farebbe piacere aiutarti- Yoosung non seppe esattamente come trovò la forza di risponderle, ma fu felice che le sue corde vocali non l’avessero abbandonato.

-Prendo gli ingredienti, tu aspettami lì- Mindy gli indicò un punto vicino al forno, poi si diresse in tutta fretta verso la dispensa.

Yoosung raggiunse il bancone che Mindy gli aveva indicato, tenendo nervosamente il panno tra le mani.

-Allora, hai intenzione di iscriverti?- gli chiese un ragazzo dell’ultimo anno, evidentemente il leader, con sguardo un po’ freddo, squadrandolo da capo a piedi.

-Eh… non saprei… sono venuto a dare un’occhiata… mi piace cucinare- balbettò lui, un po’ a disagio. “Soprattutto i biscotti con gocce di cioccolato di Mindy” si ritrovò a pensare, ma cercò di togliere il commento dalla testa.

-Spero che sarai meno imbranato d’ora in poi. E non distrarre Mindy!- gli ordinò lui, a bassa voce e in tono minaccioso.

-Minho. Non spaventare le nuove reclute- lo rimproverò Mindy, accorrendo con tutti gli ingredienti, per fortuna senza far cadere nulla.

-Posso darti una mano?- propose Yoosung, vedendola leggermente in difficoltà.

-Non preoccuparti- Mindy posò tutti gli ingredienti sul tavolo e prese vari contenitori, poi si voltò verso Minho, che era rimasto fermo, a braccia incrociate, e continuava a guardare storto Yoosung.

-Allora, mi lasci lavorare?- gli chiese con un gran sorriso, che però poteva sembrare quasi spaventoso.

Yoosung lo trovò affascinante, mentre Minho alzò le mani in segno di resa.

-Evita che bruci tutto- si raccomandò solo, prima di tornare alla sua postazione.

-Che problema ha?- chiese Yoosung, un po’ a disagio, iniziando a torturarsi le mani.

Mindy alzò le spalle.

-Non ne ho idea. È solo molto geloso della cucina, probabilmente. Non badare a lui. Vieni, laviamoci le mani e cominciarono- lo incoraggiò a seguirla verso il lavandino, e Yoosung eseguì, come un cagnolino fedele.

Cucinare con Mindy fu decisamente riposante e piacevole.

Era a un livello superiore, senza ombra di dubbio, ma non se la prendeva per gli errori di Yoosung, lo metteva alla prova e non dava nulla per scontato, consigliandogli i modi migliori per fare qualcosa senza imporre però i suoi metodi.

Quaranta minuti dopo, stavano già assaggiando i biscotti, che tutto il club di cucina voleva provare.

-Ti sono venuti meglio ieri- commentò Minho, lanciando un’occhiataccia a Yoosung.

-Io li trovo più pieni di amore- scherzò uno dei gemelli, in tono malizioso, guadagnandosi una gomitata dall’altro.

Yoosung arrossì.

-Concordo- sospirò tra sé Mindy, senza farsi però sentire da nessuno.

-Abbiamo altri venti minuti prima del pranzo, vuoi fare qualcos’altro, Yoosung?- propose poi, girandosi verso Yoosung che osservava il biscotto mezzo mangiato leggermente confuso, dato che il suo cuore continuava a battere decisamente più velocemente del normale e aveva ancora le farfalle nello stomaco ogni volta che sembrava mangiare, pensare o preparare quel tipo di biscotti.

Sollevò la testa verso Mindy, e le sorrise.

Ma prima che potesse rispondere con un coraggioso “Qualsiasi cosa tu voglia fare”, venne stroncato sul nascere dalla porta che si spalancò, rischiando di far cadere una povera malcapitata che passava di lì.

-Dovremmo mettere un cartello “Bussare prima di entrare”- commentò Minho, scuotendo la testa, mentre una ragazza con la pelle scura si guardava intorno.

-Mindy!- esclamò poi, attirando l’attenzione della riccia, che si voltò verso di lei, poi sembrò illuminarsi e le si precipitò addosso, abbracciandola con un acuto -Meggie!- che fece sobbalzare tutti.

Yoosung osservò la nuova venuta, curioso.

-Quando sei tornata? Sono cinque anni che non ti vedo! Dove alloggi? Miriam non mi ha detto niente. Stai bene?- le chiese Mindy, saltellando euforica da una parte all’altra.

Megan ridacchiò.

-Sei sempre la solita. Mi sei mancata. Sono tornata due giorni fa e alloggio da… un’amica… si può dire. L’ho conosciuta ieri perciò non so, ma è una brava persona. Comunque volevo… chiederti… un piccolissimo favore- esordì, un po’ a disagio.

Mindy alzò gli occhi al cielo, senza perdere però il sorriso.

-La solita scroccona. Di che hai bisogno? Sappi che ho solo venti minuti fino alla pausa pranzo- le spiegò, senza esitazione, felice di poterla aiutare.

-Sei proprio un angelo. Mi sento in colpa a venire da te solo per chiederti un pranzo- sospirò Megan.

-Fai bene a sentirti in colpa, ma sei fortunata perché mi sei mancata un sacco e oggi sono davvero di ottimo umore- le sorrise, lanciando un’occhiata a Yoosung, che si ritrovò ad arrossire di nuovo, e, fatalità, proprio mentre prendeva un altro morso di biscotto.

Megan lo guardò a sua volta, incuriosita e leggermente maliziosa.

-Capisco. Sono proprio fortunata questi giorni. Mi potresti fare un pranzo leggero da mangiare in cinque minuti per due persone?- chiese, sperando di non chiedere troppo.

-Necessità vegane o vegetariane?- indagò Mindy, andando da una parte all’altra della cucina in cerca di ingredienti.

Megan ci pensò un attimo -Non penso… ma fa qualcosa di equilibrato… se puoi… se hai tempo e se vuoi- aggiunse, cercando di non imporsi e di non sfruttare troppo l’unica vecchia amica che non ce l’aveva con lei.

-Tranquilla, ho un’idea. Yoosung, mi dai una mano?- chiese al biondo, che scattò sull’attenti.

-Certo. Arrivo- la raggiunse in tutta fretta.

-Sono sorpresa che Miri non mi abbia detto che eri tornata- commentò Mindy, leggermente seccata, mentre tagliava le carote e le metteva in una ciotola che Yoosung teneva per lei.

-Lo sai che mi detesta. In realtà sono venuta ora e qui soprattutto per evitare di incontrarla- ammise Megan, un po’ a disagio, e cercando di non disturbare gli altri membri del club che lavoravano.

-Già, lo capisco, dopo Margo è pure peggiorata- commentò Mindy, tristemente. Yoosung rischiò di far cadere la ciotola.

-Immagino. Non sono stata una brava amica- né Megan, né Mindy, sembrarono notare la reazione sconvolta di Yoosung, che decise di non dire nulla.

-Beh, ci sei ora. È già qualcosa- Mindy sorrise incoraggiante a Megan, e tornò a cucinare.

 

Jumin odiava profondamente pranzare con suo padre. Non perché non volesse bene a suo padre o detestasse l’idea di passare del tempo con lui, ma perché ogni volta che pranzavano insieme era quasi sempre un’occasione che Jumin trovava decisamente fastidiosa: fargli conoscere la sua nuova compagna.

Jumin non riusciva proprio a capire cosa suo padre trovasse in quelle donne arraffagrana che ridevano alle sue battute e lo affascinavano con falsissimi comportamenti civettuoli, ma aveva sempre rispettato le sue scelte e i suoi desideri, anche se non approvava affatto.

Aveva sperato di dissipare l’irritazione entrando nel messenger, ma da quando Martha si era unita all’RFA, Jumin non trovava più pace neanche lì, dato che era quasi sempre online e sempre in vena di scherzi che non gli piacevano per niente, come le supposizioni fatte il giorno prima che aveva ripreso anche in quel momento.

Sospirando, Jumin uscì dalla conversazione e rimise in tasca il cellulare, sollevando poi lo sguardo verso suo padre e la sua nuova fiamma: una certa attrice che sicuramente sarebbe durata poco, come tutte.

Era incredibile come suo padre non si rendesse neanche conto della faccenda e non imparasse dai suoi errori, ma anzi sembrava solo peggiorare man mano che invecchiava.

Fu osservando con occhi di ghiaccio la coppietta che parlava ignorandolo, che notò una figura che mai si sarebbe aspettato di vedere lì, che vestita da cameriera scriveva qualcosa su un taccuino.

E la sua irritazione per tutta la situazione non fece altro che aumentare, mentre un nodo gli si formava nello stomaco.

Infatti la cameriera che sembrava prendere appunti era Monica, e guarda caso si era fermata proprio ad un tavolo di distanza, leggermente nascosta alla vista.

Dopo aver finito di scrivere posò la penna, disse un paio di parole ai tipi del tavolo dove evidentemente fingeva di prendere ordinazioni e si diresse tranquillamente in cucina, senza dare segno di essersi accorta che lui l’avesse beccata.

Non aveva dubbi che fosse Monica, l’avrebbe riconosciuta anche se si fosse messa una parrucca e lenti a contatto, e il motivo per cui una giornalista poteva essere lì a fingersi cameriera poteva essere solo uno, per Jumin, e lo faceva sentire piuttosto tradito. 

Si ripresentava nella sua vita dopo otto anni senza neanche riconoscerlo, gli mandava in confusione il cervello e adesso era anche una cameriera nel ristorante preferito di suo padre, luogo che frequentava da almeno un anno ma dove non l’aveva mai vista prima, almeno che ricordasse. Anche se una parte razionale di lui doveva ammettere che raramente osservava le cameriere, e Monica era cambiata in quegli anni, quindi poteva anche averla vista senza riconoscerla.

Purtroppo era talmente irritato a causa di suo padre, di Martha, e delle strane sensazioni che provava da qualche giorno, che la sua razionalità era del tutto andata a farsi benedire.

-Perdonatemi un attimo- si pulì la bocca con il tovagliolo e si alzò, fingendo di andare in bagno, ma con un’altra idea in mente.

Perché si sentiva alquanto preso in giro, e sentiva il bisogno di condividere con Monica il fatto che l’aveva smascherata, e che se voleva preservare un minimo di dignità era il caso di smetterla con quella farsa da santarellina.

O forse, più semplicemente ma a livello più inconscio, voleva ricevere una spiegazione, o sfogarsi con una delle poche persone con cui aveva raggiunto quella complicità, e che ora neanche si ricordava di lui, perciò meritava di essere bersagliata.

Riuscì ad intercettarla davanti alla cucina, mentre usciva dopo essere entrata un attimo, diretta verso un’altra zona o forse scappando via in quanto si era resa conto di essere stata scoperta da Jumin.

Non sembrò notarlo, così Jumin si schiarì la voce, e lei si girò di scatto, parendo davvero sorpresa di vederlo lì, e anche felice, ma probabilmente era solo un’impressione troppo ottimistica di un Jumin che sperava ancora che lei lo riconoscesse. 

-Signor Han, buongiorno. Se cerca il bagno è in quella direzione sulla destra- lo informò, in tono professionale e decisamente tranquillo.

Furba. Aveva studiato l’edificio in modo da sembrare una vera cameriera. O magari aveva iniziato a lavorare lì proprio perché sapeva che da qualche mese era il ristorante preferito di suo padre e non si era lasciata sfuggire l’occasione, soprattutto con l’intervista alle porte.

-Cosa ci fa qui?- chiese Jumin, incrociando le braccia, in tono decisamente ostile.

Monica piegò la testa, decisamente confusa.

-Ci lavoro- rispose ovvia -Le crea qualche problema?- chiese poi, iniziando a sentirsi un po’ a disagio, e lisciandosi il grembiule per tenere le mani impegnate.

Il signor Han la guardava davvero in modo strano. Eppure era sempre stato un uomo così a modo. C’era sicuramente sotto qualcosa, ma le sfuggiva completamente. Avrebbe anche potuto pensare che vedendola lavorare in cucina l’avesse ricordata, ma lo sguardo era troppo freddo, perciò la giornalista non credeva proprio fosse un’attenzione positiva.

-E immagino sia un caso che questo sia il ristorante preferito di mio padre, vero?- indagò l’uomo d’affari, e un lampo di consapevolezza colpì la mente di Monica, che strinse i denti e distolse lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi.

Il gesto di offesa venne male interpretato da Jumin, che lo prese come una conferma.

Scosse la testa, deluso, e strinse i denti a sua volta, aggiustandosi la cravatta e dandole le spalle.

-Non me l’aspettavo da te, signorina Collins- commentò, scuotendo la testa, deluso.

In un caso normale, Monica avrebbe fatto finta di niente, lasciato che credesse quello che voleva e sarebbe tornata a lavoro, soprattutto visto che aveva la coscienza pulita e il giudizio di qualche uomo importante non le era mai importato molto, ma con Jumin Han sentiva di dover ribattere, e lo richiamò prima che potesse controllarsi, facendo uscire in superficie la Monica dell’università, quella impulsiva con la risposta sempre pronta che teneva soggiogata in un angolo da quando aveva abbandonato il caffè.

-Signor Han- non alzò la voce, ma era talmente decisa che Jumin si fermò immediatamente, e si voltò a guardarla.

In realtà Monica non sapeva esattamente cosa dirgli, perciò agì di puro e semplice istinto, senza neanche pensare di misurare le parole.

-Se pensa che io sia un’opportunista che ha preso questo lavoro per sentire qualche pettegolezzo si sbaglia di grosso. Ho due lavori perché non arriverei a fine mese altrimenti, e ho scelto questo ristorante perché mi pagano abbastanza bene, anche se non gli straordinari. Ci lavoro da due anni, e sebbene abbia sentito molte storie interessanti non le ho mai utilizzate in nessun articolo, come tutti i miei precedenti dimostrano ampiamente. Si informi prima di sparare a zero la prossima volta- gli consigliò, con la massima eleganza possibile prima di girarsi impettita e tornare a servire i tavoli dell’altra area.

Jumin rimase di sasso, mentre la parte razionale di lui ricominciava a funzionare.

Ma cosa gli era preso?

Iniziò a massaggiarsi le tempie cercando di riordinare i pensieri e riflettendo su quello che Monica gli aveva detto. Combaciava perfettamente su quello che ricordava di lei, anche se era decisamente più matura e decisa, e molto meno nervosa. Che avesse finalmente smesso di prendere caffè? Ma non era questo l’importante. Perché l’aveva aggredita in quel modo? A Jumin queste faccende erano del tutto indifferenti. Quei giorni era davvero confuso, non si sentiva sé stesso. 

Il confronto che i due avevano avuto non era passato inosservato al proprietario del locale, che gli si avvicinò lentamente, molto servile, distogliendolo dalla sua riflessione.

-Quella cameriera l’ha importunata, signor Han? Me ne occuperò seduta stante- si offrì, con un rispettoso cenno del capo.

Jumin scosse la testa.

-No, non ha fatto nulla di male. Parlavamo solo di lavoro- si affrettò a difenderla, era abbastanza uomo da ammettere quando era in errore, anche se gli costava davvero tanta fatica -Da quanto tempo lavora qui?- chiese poi, per confermare la sua versione.

-Saranno… non saprei con certezza… due anni, forse? Se vuole controllo i registri e le faccio sapere- si offrì, in modo affabile.

-No, non serve. Quando finisce il turno?- chiese poi, mentre un’idea iniziava a formarsi nella sua mente.

Senza farsi domande e senza riflettere su come quella informazione potesse essere una violazione di privacy, il proprietario gli rispose immediatamente.

-Il turno pomeridiano finisce alle 4.00, quello serale alle 11.00- lo informò, servile.

Jumin era abituato a quel tipo di persone, che gli offrivano ogni cosa neanche fosse un’entità superiore, che cercavano il suo favore in attesa di qualcosa in cambio. Che lo trattavano come una fonte di pettegolezzi, denaro e aspettandosi da lui sempre qualcosa.

Monica Collins era forse l’unica persona, oltre a suo padre, a V e a Rika, che gli aveva parlato come fosse un uomo, a prescindere dalla classe a cui entrambi appartenevano.

Probabilmente era il suo completo disinteresse verso la ricchezza che l’aveva resa un’amica ai suoi occhi, all’università.

E già allora lo trovava troppo inaudito perché fosse vero, tanto che anche adesso si comportava di conseguenza.

Ma probabilmente aveva torto, per una volta.

Salvò le informazioni nella sua mente, poi tornò al tavolo, dove suo padre e la nuova fiamma continuavano a parlare senza neanche essersi del tutto resi conto della sua assenza.

Jumin non riuscì a non sbuffare appena tra sé, e incrociò per un attimo lo sguardo di Monica, che era rientrata e lo evitò subito dopo, fredda e continuando a lavorare, cercando di non distrarsi.

Fu il pranzo più lungo e pesante della sua vita.

 

Yoosung✮ è entrato nella conversazione

Come è andata con la tua cotta?

Cioè, il club

Yoosung✮: Ciao Martha!!

Yoosung✮: È andata benissimo!! :D

Yoosung✮: E non ho una cotta -.-

Yoosung✮: Il club di cucina è fantastico, pieno di 

persone simpatiche e ho imparato a fare i 

biscotti con gocce di cioccolato

Yoosung✮: Credo di essermi preso una fissazione

Per i biscotti o per chi ti ha insegnato a farli?

Yoosung✮: PER I BISCOTTI!!

Yoosung✮: Non è niente di quello che pensi!!

Certo, certo, ci credo tanto

Piuttosto, Seven non entra da un secolo 

nella chatroom

Mi aveva promesso che mi diceva come 

aveva ottenuto tutte quelle patatine

Yoosung✮: Non credo che ce lo dirà mai

Yoosung✮: Sono anni che glielo chiedo e non 

me lo ha mai rivelato

707 è entrato nella conversazione

707: Mi fischiano le orecchie, parlavate di me?

Solo se sei la cotta di Yoosung ;)

Yoosung✮: NON HO UNA COTTA PER NESSUNO!!

707: OMG! Finalmente accetterai la mia 

lettera d’amore natalizia!!

Gli hai scritto una lettera d’amore a natale?

707: Se l’è bevuta tantissimo. 

707: Pensava di avere un’ammiratrice

Sembrerebbe che ne abbia davvero una adesso

O forse c’è solo una ragazza che LUI ammira

Yoosung✮: Piantatela! Non mi piace nessuna!

Yoosung✮: Ma credo che mi iscriverò al club

Yoosung✮: Anche se i biscotti con gocce di 

cioccolato mi fanno uno strano effetto

707: Ah sì? Farfalle nello stomaco?

Magari batticuore?

Yoosung✮: Non prendermi in giro, Seven! 

Yoosung✮: E Martha, non incoraggiarlo!

Yoosung✮: Piuttosto, come hai ottenuto tutte 

quelle Honey Buddha Chips?

707: Ah, questa sì che è una storia interessante.

707: E piuttosto lunga

707: Non vorrei ammorbarvi con i miei aneddoti pittoreschi

Yoosung✮: Ti ho detto che non l’avrebbe detto -.-

Immagino sia una storia

che porta a un’altra storia

che porta a un’altra storia

707: La storia infinita in pratica, sì

Allora non ho proprio il tempo di ascoltarla

Ah no, aspetta

Non ho niente da fare

Quindi racconta!

707: Ok

Yoosung: COOOSA?! LA RACCONTI?!

707: Dopo la pubblicità!

707: Comprate Sevenstar Drink! 

707: Il drink migliore per svegliarsi.

Anche meglio di Dr. Pepper?

707: Non farmi scegliere

707: Anche se Dr. Pepper è una piccola ma fondamentale percentuale del drink

Allora ne ordino subito una cassa

Yoosung✮: Ma le Honey Buddha Chips?!

707: Giusto.

707: Fine spazio pubblicitario

Molto illuminante devo dire

707: Vero? Pensavo di brevettarlo ma

l’erede Han ha detto nope

Si è perso molto

Ma ora non cambiare argomento!

707: Giusto

Yoosung✮: Finalmente!!

707: È stata la prima volta in cui sono stato sfruttato

Oh, ma è terribile T.T

707: Già, è stato terribile

707: Un mercato nero si stava formando intorno alla 

rarissime Honey Buddha Chips!

707: E un agente mi ha chiamato e mi ha affidato 

il compito di recuperarle

707: Una missione pericolosa

707: Ardua!

Non dirmi che sei morto :O

707: Purtroppo sì

707: Ma poi mi sono detto.

707: NO!

NO!

707: Il difensore di giustizia non può morire!

NON PUÒ MORIRE!!

707: E ho fermato i criminali che compravano tutte

le patatine per poi rivenderle a prezzi più alti!

Dio Seven Difensore di Giustizia!!

707: DIO SEVEN!! 

Yoosung✮: …

707: Grazie alle mie brillanti doti di hacker

ho scoperto i pericolosi criminali

707: E non erano altro che poveri uomini

licenziati dalle loro aziende che non potevano

fare altro per pagare gli studi dei figli

Yoosung✮: Oh, ma che cosa triste

So sad T.T

707: I miei occhi si sono offuscati di lacrime

707: Ed ero in un grande dilemma

707: Perché potevo rivelare i loro piani di fuga

707: O approfittarne per fare più soldi

YEEEE! Viva i soldi!

707: Viva i soldi!!

Yoosung✮: Sei un pessimo esempio 

Yoosung✮: E una terribile influenza per Martha

707: Non volevo dire che i soldi sono più importanti per me

707: Coooomunque…

707: Coooomunque…

Coooomunque!

Yoosung✮: Confermo, pessima influenza.

Yoosung✮: SEVEEEN!! Finisci la storia!!

707: Giusto, giusto

707: Sono saltato sulla mia bambina e ho catturato i criminali

Tipo Fast and Furious 

707: In un momento Fast and Furious 

707: … smetti di leggermi nella mente

Ahahahahah

Yoosung✮: E quindi poi cosa è successo?

707: Alla fine ho risolto la situazione, ma il tipo che mi 

aveva commissionato il lavoro non aveva più soldi da darmi

707: Perciò mi ha pagato con tutte le patatine che

avevo recuperato

707: End of story

Troppo forte!

Yoosung✮: Ma non sei stato sfruttato

Yoosung✮: Magari avessi io tutte quelle patatine T.T

Magari tu preferisci biscotti con 

gocce di cioccolato ;)

707: Ma solo quelli prodotti nel club di cucina

Yoosung✮: Voi due dovreste essere banditi dallo stare 

in chatroom nello stesso momento -.-‘

Che c’è, ti mettiamo a disagio?

Ma scherzi a parte, la situazione

sentimentale dell’RFA è più interessante

di qualsiasi cosa

707: Peccato che sia praticamente inesistente

Era praticamente inesistente

Intanto sto scoprendo il grande dilemma della storia

Does Jumin Han is gay?

707: Ho notato i tuoi progressi a pranzo.

Ottimo lavoro mia discepola

Ho imparato dal maestro, senpai

Cioè, Sensei 

;)

707: Questo è un colpo basso. Sai che sono già 

impegnato con 606, non tentarmi

Yoosung✮ è uscito dalla conversazione

Forse esageriamo

707: Concordo, dobbiamo anche 

mantenere il PG-Yoosung

Hai ancora molto da lavorare?

707: Purtroppo sì, ma appena mi sento con V

ti faccio sapere, promesso ;)

Grazie mille

E fa qualcosa per le notifiche

707: Oki doki!

707 è uscito dalla conversazione

Martha è uscita dalla conversazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Perdonate il ritardo, fortuna che non avevo molto da cambiare in questo capitolo.

Vabbè che tanto nessuno sta leggendo ma chissà magari un giorno.

Spero che a chiunque legga, se codesto essere mitologico esiste, piaccia come la storia si sta evolvendo, spero di riuscire a mantenere il ritmo di un capitolo a settimana ma penso che quando finirò con il giorno 4 dovrò passare a un capitolo ogni due settimane o qualcosa del genere.

Vabbè non sarà una gran perdita.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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