Torno
a casa verso le due di
notte, stanchissima e con i piedi doloranti per i tacchi che ho portato
tutta
la sera. Passo il salotto dove trovo mio zio Fito addormentato sul
divano,
sorrido nel vederlo così rilassato, non oso immaginare la
sua faccia quando
domani gli racconterò quello che mi è successo.
Mi butto a letto e mi ritrovo a
pensare alla serata che ho appena passato. Quattro anni sono passati, e
ritorni
così, ripiombi senza avvertimento nella mia vita, proprio
come hai fatto tanto
tempo fa. Affondo la testa nel cuscino e scoppio in un pianto
liberatorio,
troppe emozioni tutte insieme. Una cosa però mi rende
contenta e triste allo
stesso tempo: ti ho visto felice. Con me sei stato molto tranquillo e
rilassato, vuol dire che sei soddisfatto della tua vita, o almeno
credo. Sono
triste, perché avrei voluto essere io a darti quella
felicità, ma sono anche
contenta perché ho visto che la tua vita va avanti anche
senza di me. Cosa che
non è successo a me, ora che sono stata con te anche se solo
per poco tempo mi
domando come ho fatto a resistere per così tanto tempo senza
di te. Anche se
nel mio cuore so che una risposta c’è. Lei, la mia
bambina. Che mi sa strappare
un sorriso in ogni momento triste. Ed eccola qua anche adesso. Sento la
porta
cigolare e aprirsi lentamente, io dormo ancora nella mia vecchia
stanza, la tua
stanza invece è diventata quella di Elizabeth.
Entra
pianino in punta di
piedi, graziosa come al solito nel suo pigiamino rosa.
-Mamma?-
sussurra.
-Amore
sono sveglia.-
Scosto
le coperte e gli
faccio spazio per accoccolarsi accanto a me. Lei si rifugia tra le mie
braccia.
-Non
riuscivi a dormire?- le
domando accarezzandole una ciocca di capelli.
-Stavo
pensando.- mi dice.
-A
cosa?-
-Al
mio papà.- ho appena
passato la serata col tuo papà vorrei risponderle, ma non le
dico niente, è
troppo piccola. Sto zitta in attesa che dica qualcos’altro e
con la speranza
che cambi argomento.
-Mamma,
ma era bello il mio
papà?- mi domanda, bè questo posso dirglielo.
-Amore,
era tanto bello
naturalmente, come te!- le rispondo.
-Ma
tanto bello quanto? Così
o così?- allarga le braccia prima un pochino e poi le
distende.
Io
le allargo ancora di più
e le rispondo.
-Tanto
così.-
Lei
mi sorride soddisfatta.
-Era
il migliore quindi?-
-Si,
era il migliore, ma la
migliore di tutto il mondo chi è?- le domando.
-La
mia mamma.- mi dice
ridendo e io le faccio il solletico per continuare a farla ridere.
-Ma
perché non vive con noi
il mio papà?- mi domanda.
-Perché
ha preferito abitare
lontano.- le dico. Non so cos’altro risponderle. Passiamo 5
minuti in silenzio,
mi arriva un messaggino nel cellulare. Clicco su
“leggi”.
Ciao stella, immagino che la serata sia andata alla
grande. Ho voglia di rivederti presto. Preparati che domani sera ti
porto a un
ballo che organizzano in casa del sindaco, spero vorrai essere la mia
dama.
Dolce notte. Un bacio, Pablo.
Non
oh voglia di rispondere,
domani gli risponderò. Pablo è il ragazzo con cui
mi frequento in questo
periodo, sto provando a vederlo come più di un amico, ma
questa serata ha annullato
tutti gli sforzi. Ha 22 anni, è ricco, bello, suo padre
è il consigliere del
sindaco, ma perde comunque il confronto. Però sono tentata
di accettare
l’invito al ballo, ho bisogno di distrarmi. Accarezzo i
capelli di Elizabeth
che si gira per guardarmi e sorridere.
E
poi ci addormentiamo
accoccolate ognuna nelle braccia dell’altra.
Sono
le tre di notte, io
Emma e suo padre siamo tornati da poco dal ricevimento, ma non avevo
sonno e
così ho detto che andavo a fare una passeggiata, ma in
realtà so già dove
andare, ho bisogno di parlare con una persona di cui mi fido e che mi
è mancata
un sacco in questi anni. Sono ancora scosso per tutto quello che
è successo
stasera, rivederla, riparlarci, passare del tempo con lei mi hanno
fatto
impazzire. Ho bisogno di lei per vivere. Se riuscissi a liberarmi dei
Taylor
forse potrei riuscirei a sistemare le cose con lei e spiegargli tutto.
Il
problema più grosso è appunto come liberarsi dei
Taylor. Prima in Spagna era
praticamente impossibile, ma in questo paese ho un sacco di gente che
di sicuro
mi aiuterà. Proseguo per il quartiere e mi dirigo verso una
casa che conosco
bene. Spero mi apra proprio lui.
Arrivo
davanti la porta e
busso piano, sperando che qualcuno mi senta, non vorrei svegliare tutta
la
famiglia.
Sento
la porta aprirsi, il
mio cuore batte all’impazzata e sorrido non appena davanti a
me si presenta
Fito, l’unico migliore amico che io abbia avuto. Lui spalanca
la bocca e per
qualche secondo non riesce a dire niente.
-Nicolas.-
sussurra con un
sorriso enorme. E poi mi abbraccia.
-Ciao
Fito.-
-Ma
cosa ci fai qua? Oh
mamma, entra dai, ma fai piano, sono tutti a letto.-
Entro
e passo con gli occhi
tutta la casa, è esattamente come la ricordavo, non
è cambiato niente, sono
proprio contento. Mi siedo in divano e aspetto che anche Fito si sieda
accanto
a me.
-Non
sai quanto sono felice
di rivederti, ma quindi se riuscito a liberarti dei Taylor.- mi dice.
-No,
veramente sono qua con
loro, ci siamo trasferiti, mi tengono sotto controllo. Non ce la faccio
più Fito
e poi c’è anche un altro problema.-
Mi
appoggia una mano sulla
spalla.
-Quale?-
mi domanda.
-Non
ho ancora scordato
Antonella, e neanche voglio farlo, voglio raccontargli tutto, ma
così la
metterei in pericolo. Non so cosa fare Fito, devo liberarmi dei Taylor,
in più
stasera ho rivisto Antonella, siamo stati un po’ insieme, la
amo ancora come un
tempo, anche di più se possibile. Fito ho bisogno del tuo
aiuto.- dico quasi in
lacrime.
-Stai
tranquillo Nicolas,
ora che sei qua ci sono io ad aiutarti.- Lo abbraccio amichevolmente
sapevo di
poter contare su di lui.
-Zio,
ma lui chi è ?- dice
una vocina dolce.
Alzo
lo sguardo e a metà
scale vi è una bambina, dovrebbe avere all’incirca
tre anni, ma è la bambina
più bella che io abbia mai visto. È dolcissima,
mi si stringe qualcosa nello
stomaco a vederla. Ha chiamato Fito zio, quindi è proprio
come pensavo, Fabio e
Tamara hanno avuto una bambina. Mi giro verso Fito.
-Non
sapevo che Fabio e
Tamara avessero avuto una bambina.- gli dico e lui mi guarda annuendo
con un
sorriso incerto, poi si gira verso la bimba.
-Lui
è un mio amico tesoro,
ma perché eri scesa?-
-Ho
tanta sete.- dice.
-Vado
a prenderti un
bicchiere d’acqua, tu Nicolas vuoi qualcosa?- mi chiede Fito.
-No
grazie mille.-
Fito
se ne va in cucina e la
bimba scende le scale e viene a sedersi vicino a me.
-Ma
tu come ti chiami?- mi
chiede.
-Nicolas,
e tu?-
-Elisabeth.-
-Che
bel nome- le dico, ed è
vero, ha un suono bellissimo questo nome, mi ha incantato questa
bambina.
-Grazie.
L’ ha scelto la mia
mamma. Sai mi sa che sei bello come il mio papà tu.- mi
dice, ha pure bei gusti
questa bimba.
-Grazie,
quanti anni hai?-
Mi
mostra tre dita e poi
aggiunge un quasi.
-A
te ti piace cantare?-
-Si
lo adoro, ma non dirmi
che sai già cantare.-
-Ovvio,
la mia mamma mi ha insegnato
un sacco di canzoni, vuoi che te ne faccio sentire una?-
-Va
bene, le rispondo.-
-Zio
Fito, suoni al piano la
canzone che mi ha insegnato la mamma con la zia Patty? Che la faccio
sentire a
Nicolas.-
Dice
Elisabeth a Fito che
intanto è arrivato. Fito annuisce e si mette al piano.
Partono le prime note,
la conosco benissimo questa canzone, quante volte ho sentito Antonella
cantarla
con Patty.
Hoy pienso donde estaraaas
Me quiero
imaginaaar,
Que te voy a encontraaar
y entre tus braazos, ya no
habra tristeza ni soledaaad
Ha
una voce stupenda, ha un
talento straordinario e poi adoro questa canzone, mi piacciono troppo
le
parole. Parla di una bambina che non conosce suo padre e che spera di
incontrarlo, nella canzone ci sono le emozioni del padre e della bimba.
Patty
la cantava spesso, ma anche Antonella, entrambe con un padre distante,
anche se
Patty ha avuto fortuna. Inizio a cantare io il secondo pezzo.
Hoy algo
extrañoo senti
Porque en tus ojoos viiii, que hay algo tuyo en miii
Sii estamos juntos ya no haabraa tristeeza ni soleedaaad
Se stiamo insieme non ci
sarà tristezza e solitudine, troppo belle queste parole.
Elizabeth mi guarda
sorridendo quando inizio a cantare.
Yo te
quieroooo, yo te esperooo
Cadaa nochee pido al cielooo, Que apareeezcaas yaaa
Quiero tenertee a mi laadoo papaaaa
Improvvisa
anche qualche
passo di danza mentre canta, mi ricorda tanto Antonella, questo suo
modo di
muoversi, ma d’altronde è la zia.
Yo tambien
mi amor te esperooo,
Y te jurooo que me muerooo de feliiiciidaad
solo pensaaar que alguna veez vas a deciirmeee
Paapaaa!!
Oooh!!
Cantiamo
insieme e le nostre
voci si fondono perfettamente creando un’armonia stupenda. Il
visino di
Elizabeth però si fa un po’ triste mentre finisce
di cantare.
Yo te quieroooo, yo te
esperooo
Cadaa nochee pido
al cielooo, Que apareeezcaas yaaa
Quiero tenertee a
mi laadoo papaaaa
Ormai
il suo visino è pieno
di lacrime, ma non capisco perché, mi fa segno di finire la
canzone e io canto
l’ultimo pezzo.
Yo tambien
mi amor te esperooo,
Y te jurooo que me
muerooo de feliiiciidaad
solo pensaaar que
alguna veez vas a deciirmeee
Quiero tenerte a
mi lado PAPAAA!
Se que hay algo tuyo en
miiiii
Finalmente
la canzone
finisce e mi posso avvicinare a lei, mentre Fito sistema il piano.
La
prendo in braccio.
-Ehi piccola,
perché stai
piangendo?-
-Perché
voglio il mio papà.-
mi dice e io sorrido, pensavo qualcosa di grave.
-Adesso
ti porto, dov’è? In
camera di sopra?- gli chiedo.
Lei
mi guarda triste.
-Il
mio papà non c’è Nicolas,
non lo conosco.-
Come
non lo conosce? Ho
visto Fabio poche ore fa, c’era e stava bene.
In
cima alle scale compare
Antonella con gli occhi spalancati.
-Nicolas!-
esclama.
-Mamma!-
-Mamma?-
Fine capitolo!
Ciao a tutte,
scusate se vi
ho fatto aspettare, ma non avevo proprio più tempo, ora
però ho finito di
lavorare e aggiornerò prima. Devo dire però che
sono soddisfatta di questo
capitolo!!
Fatemi sapere cosa
ne
pensate. La canzone è algo tuyo en mi di patito feo.
Grazie mille a:
bulma4ever,
Giulysan, saku_cele, Ilary_Divina. Nel prossimo capitolo prometto che
vi
ringrazio personalmente.
Un bacione.
Gaia