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Autore: Aliasor    26/06/2019    3 recensioni
Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore.
[Capitolo uno]
Qualche anno dopo la sconfitta di Le Papillon, appare un emulatore che ha ottenuto, in qualche modo, il miraculous della farfalla e lo sta usando per creare le Tenshi, una nuova versione delle Akuma.
Contemporaneamente, durante l'ultimo anno di liceo, nella classe arriva un nuovo studente cieco che non nasconde il proprio humor verso la propria condizione.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Papillon'
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Sass dormiva ormai da ore, Marinette lo aveva portato a casa sua convincendo Rebecca. Le aveva assicurato che ci avrebbe pensato lei a lui, una volta scoperto che la ragazza non solo aveva tenuto testa a Lila che era anche figlia dei proprietari di quella panetteria da cui il fratello portava spesso quei panini e dolci così buoni, aveva accettato di buon grado.
Tikki era la più preoccupata, si chiedeva se fosse il caso di avvisare Flagg della situazione, non aveva un buon presentimento. Dopo di loro, Sass era il più importante e forte di loro, chi poteva avergli fatto questo?
Come ci era riuscito? Anche senza un compagno era abbastanza forte da mettere in difficoltà un umano normale.
Un brivido freddo le attraversò il corpicino come se un fantasma l’avesse toccata, il tremendo sospetto del suo ritorno.
No, non era possibile, se ne erano liberati ancora prima da prima della Seconda Guerra Mondiale. La sua presenza non era contemplabile.
<< Tikki, stai bene?>>
<< Eh? Sì, Marinette! Sono solo preoccupata per Sass, forse ci potrà aiutare a ritrovare il maestro Fu.>>
<< Sì, lo spero anche io.>>

Camminò per le strade con nonchalance, non nulla fosse, come se il suo aspetto non risaltasse. Era diverso dalle persone che venivano Akumatizzate, sembrava tranquillo, come se la sua personalità non fosse stata estremizzata.
Aspettò persino che il semaforo diventasse rosso prima di attraversare la strada.
Nessuno lo notò, nemmeno quando per sbaglio gli passavano accanto finendo per sbattere contro la testa di capra sulla sua spalla. Si limitavano a scusarsi imbarazzati per non averlo notato e proseguire per la loro strada.
Ma le bestie, si sa, hanno riflessi molto superiori agli umani. l’istinto gli diceva di cacciarlo via, di gridargli contro, di urlare, e ai più deboli, di scappare.
I padroni si scusavano per i propri animali domestici e le loro azioni, non riuscendo a realizzare il perché di un tale comportamento verso un uomo così distinto.
La sua passeggiata si concluse dinanzi all’Arc de triomphe, non si notava il sorriso sornione sotto la maschera metallica da belva.
<< Chissà come mai è stato costruito?>> Un ragazzo guardava la colossale costruzione che segnava l’ingresso di una delle vie più importanti del mondo intero con una certa curiosità
<< Napoleone Bonaparte, dopo la battaglia di Austerlitz, disse ai suoi soldati che “si tornerà alle vostre case solo sotto archi di trionfo” e con un decreto del 1806 ne ordino la costruzione. Interessante, vero?>> Si aggiunse alla conversazione da solo, alzando una mano. Lui probabilmente era lì quando accadde. Finita la sua lezione toccò l’opera con una mano. << Peccato che non ci sarà nessuna casa in cui tornare.>>
E fu un magnifico, inebriante, orrendo, disturbante, freddo, caldo, indefinibile, incoerente, rogo di fuoco. Bruciava tutto con riflessi arancio, un fuoco inestinguibile.
Solo poi lo videro per come era realmente, quel grande uomo coperto da uno scuro mantello, le due teste di metallo, la lunga coda di serpe mal nascosta che sembrava pronta a colpirli. Come avevano fatto a non notarlo?
Il cervello umano si rifiuto di vedere quello che non riesce a comprendere, lui si limitava a sovrapporre una nuova immagine per permettersi una discussione.
Le urla erano iniziate, corse, fughe.
Umani disperati, che gioia. Era quello in momento in cui si vedeva la vera natura degli uomini. Chi era davvero degno dell'appellativo di coraggioso, chi era codardo, chi era pronto a sacrificare la sua vita per i più deboli.
Ma ora c’era bisogno di un capolavoro di distruzione, cosa avrebbe potuto colpire? Magari uccidere il loro rappresentante politico più importante, sarebbe stato un buon segno della sua presenza.
<< Fermo lì, cattivo!>>
Eccoli, gli eroi di cui parlava. Ma con Superpoteri era facile farlo, non erano adatti alla sua teoria.
<< Ladybug e Chat Noir, presumo. È la prima volta che ci incontriamo vero?>>
<< Un nuovo Tenshizzato. Però, appariscente.>> Commentò il felino sarcastico. Ma perché, se riusciva a fare una battuta, stava tremando come se fosse in mezzo ad una tempesta di neve?
<< Tenshizzato? No, ti sbagli. Io sono in me.>> Si avvicinò, gli altri arretrarono per istinto. << Fratello Plagg, sorella Tikki, è un piacere rincontrarvi dopo tanto tempo. Non ci vediamo da quando mi avete quasi ucciso anni fa, ma all’epoca servirono tutti i portatori dei Miraculous e, ad eccezione di quei due vecchiacci, ho “”gettato via” tutti gli altri.>>  Attese qualche secondo sperando in una risposta, poi ricordò. << Giusto, voi non potete usare la telepatia, ho causato un'interferenza.>>
Si limitò a schioccare le dita, ma nelle orecchie dei due ragazzi si poteva sentire urlare una semplice parola, detta con terrore puro.
<< Scappate!>>
Quello che avevano davanti non era come quelli che avevano incontrato sino ad allora, lui era davvero cattivo. Sapeva bene cosa stava facendo, ne era conscio al 100% e non gli importava, non aveva chissà quale stupido motivo, era semplicemente desideroso di fare il male.
Riprese ad avvinarsi a loro con calma, facendo un breve passo alla volta.
<< Wang Fu ha scelto dei portatori davvero giovani, vi avrà sottoposto a qualche stupido test come aiutare ad attraversare la strada, immagino. O magari aiutarlo ad alzarsi. “I piccoli gesti rendono grandi gli uomini”, diceva nostro padre e creatore. E anche Fu lo ripeteva spesso. Era così fottutamente fastidioso. Me lo sentivo risuonare nelle orecchie ogni giorno. “Chimaira, fai il bene”, “Chimaira, aiutiamo gli umani!”, sempre con questi stupidi, insignificanti umani.>>
<< Cosa stai dicendo, anche se ha un Miraculous anche tu sei un umano!>>
Scoppiò a ridere. << Allora non glielo avete detto, fratello e sorella, della mia esistenza. IO sono Miraculous della Chimera, sono un Miraculous che si veste della pelle di un umano. Scelgo un contraente e ne prendo il controllo, il contrario di quello che fanno gli altri. Chimaira, greco antico per Chimera! Il Miraculous del Feng Du!>>
Feng Du, l’Inferno cinese. Si stava autodefinendo l’Inferno stesso. Purtroppo era una descrizione azzeccatissima.
Era come se fosse il demonio in persona.
Riapparve davanti a loro all’improvviso, quanto era stato veloce? Non erano riuscii a percepirlo.
I loro volti erano a poca distanza dal suo, gli occhi rossi brillavano sotto la maschera come braci incandescenti.
Li prese di forza per la gola, uno alla volta. Li sollevò da un metro di terra e cominciò a immettere pressione sulle loro carotidi, un po’ di impegno e li avrebbe soffocati a morte. Già il respiro cominciava a mancargli, la saliva non riusciva a scendere.
Era così semplice? Avrebbe voluto lasciarli al suo apprendista, per umiliare Fu, ma a quan… abbassò lo sguardo al suo lato.
<< … Cosa stai facendo, Le Papilllon?>> La spada del “cattivo” gli aveva attraversato entrambe le mani, la nascondeva nel lungo bastone da passeggio. << Mi ripeto, cosa stai facendo, Le Papillon?>>
<< Ti fermo.>>
Lasciò andare i due eroi, per quanto forte il suo era comune il corpo rubato a qualche sventurato. Non si aspettava che il suo discepolo si sarebbe ribellato.
<< Lo dovevo immaginare, che un giorno ti saresti ribellato a me. Voi umani siete infedeli.>>
<< Non mi sto ribellando, ma abbiamo un accordo. Solo una persona fisicamente deve farsi male, tu vuoi umiliare moralmente Wang Fu e tutto l’ordine. Io voglio i Miraculous per realizzare il mio desiderio. Se fossi tu ad ottenerli non avresti una vera vittoria, non ti pare?>>
Rimase qualche secondo a rifletterci, era un'obiezione niente male. Forse si era fatto prendere un po’ dalla fretta e rischiava di rovinarsi il divertimento.
Era ancora un bambino come suo fratello e sua sorella.
<< E sia, per stavolta li lascerò andare. Ma non accetterò che tu mi colpisca nuovamente in tal modo, Le Papillon.>>
Si allontanò con tutta calma scomparendo dalla loro vista lasciando i tre da soli.
Chat si avvicinò all’altra. << Milady, stai bene?>>
<< Sì, grazie.>> Tossì. << Perché ci hai salvati? Dovresti essere suo compagno.>>
<< La mia morale sarà anche distorta, ma sono in grado di distinguere tra bene e male.>> Rimise la spada al suo posto. << Finché riuscirò a farlo, lui non vi ucciderà. Voi state attenti a vostra volta.>>
Si allontanò a sua volta con calma.
Se Chimaira era il demonio, lui era l’arcangelo Samaele.

 

Vi avevo detto che lo stile sarebbe stato diverso, no? Nei miei racconti seri uso un sacco di simbologia religiosa e mitologia, quindi ho pensato di metterne un po' qui basandomi sulla Cina.
Vi lascio ancora i miei link per i miei racconti seri. Si consiglia la lettura dai 15 anni in su.
Blog: http://aliasor.altervista.org/
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