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Autore: Aesingr    04/07/2019    2 recensioni
"Giovane drago... dove sei finito?"
Con questa domanda ci lascia Ignitus al termine dell'Alba del drago, dopo la sconfitta di Malefor e la scomparsa di Spyro e Cinerea.
Perché il loro nome non appare sul libro dei draghi?
Il loro è stato davvero un sacrificio?
Ma soprattutto... può Spyro amare davvero Cinerea?
______________________
Ali di rubino, corna d'argento, occhi di smeraldo, squame d'ossidiana.
No, non erano queste le sue origini. Lei era qualcos'altro, qualcosa di ben più oscuro. Un frammento d'anima che trovava la pace soltanto nella mera astrazione dell'ombra e della notte, nella tetra e gelida oscurità del vuoto.
Un crepitio, e il guscio si era infranto.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PORTALI



Le porte per un nuovo cammino si stavano aprendo. Il secondo tramonto dopo la vittoria su Malefor era sfumato, il ciclo della vita non aveva arrestato il suo flusso, il cuore del mondo non si era sgretolato.
Cessarono gli attacchi delle scimmie, le talpe furono di nuovo libere di muoversi in superficie senza dover temere di essere aggredite. La città di Belligera avrebbe richiesto del tempo per tornare al suo splendore, ma al sicuro dagli attacchi dei grublins sarebbe risorta più fiorente che mai.
La luce di Avalar risplendeva tra gli scorci d'orizzonte sulla valle verdeggiante solcata dalle acque, dove un guizzante alito di pace e solennità si estendeva su lande intessute nella magia. Nuvole rosee sormontavano il cielo, lontane e immense montagne si affacciavano su un mondo ormai rivestito di quiete e festosa serenità.
I giorni di paura erano finiti. Terrador, Cyril e Volteer avevano cercato senza sosta Spyro dopo che non aveva fatto ritorno insieme a Cinerea. Hunter si era unito a loro, e fu impossibile tener nascosto a Sparx l'accaduto.
In un primo momento fecero di tutto per non coinvolgerlo, sperando di ritrovare Spyro prima che si rendesse conto che era scomparso, ma le voci furono più rapide di un qualunque battito d'ali. Giunsero nelle terre più desolate, nei luoghi più remoti, negli anfratti più oscuri. Ovunque non si parlava d'altro che della minaccia sventata dai due giovani draghi, divenuti eroi sulla bocca di tutti.
Cinerea, fino a quel giorno temuta e disprezzata, venne acclamata allo stesso modo del drago viola. Nessuno avrebbe più biasimato gli orrori a cui aveva portato scorgere la sua massa nera sorvolare isole distrutte e popolazioni schiavizzate, al tempo in cui la dragonessa oscura la faceva da padrona in un regno ormai sprofondato nella disperazione.
"Allora?"
Sparx svolazzava freneticamente da una parte all'altra in cerca di pace. Si rifiutava di credere che il suo fratellone viola fosse scomparso, e neanche voleva pensare alla possibilità che fosse rimasto ucciso nel tentativo di salvarli.
Aveva visto Spyro fare qualunque cosa, dall'impossibile all'inconcepibile, e sempre ne erano usciti vincitori. Quella volta non era andato con lui, era stato rimpiazzato da Cinerea.
Non aveva mai capito se voler essere o meno geloso della dragonessa; in fondo era una guerriera, mentre lui non poteva far altro che tenere su il morale al suo fratellone quando la situazione si faceva critica. Tuttavia la separazione fu estremamente dolorosa, adesso che pareva tutto fosse volto al peggio lo era ancora di più.
Anche lui, dopo diverso tempo, era riuscito ad accettare Cinerea come parte integrante della loro strana famiglia. Ora però se n'erano andati, tutti e due.
Era rimasto solo. Chiedersi il perché non aveva senso, sapeva perfettamente il motivo di quanto accaduto. Spyro avrebbe dato se stesso per proteggere il mondo che Ignitus gli aveva affidato, lo sapeva bene.
Il guardiano del fuoco aveva riposto in lui speranze e sentimenti, e così avevano fatto anche gli altri. I ghepardi, i minuscoloidi, le libellule, i draghi, tutti erano riuniti in un solenne canto elevato al firmamento in nome del leggendario drago viola, in cui avevano fermamente creduto fino all'ultimo istante.
Il mito sidivise:  Spyro e Malefor. Il fatto che si fossero incontrati aveva dato vita ad una serie di eventi che neanche il destino stesso avrebbe potuto prevedere. Senza Cinerea, il giovane drago non sarebbe arrivato dov'era infine giunto; senza Spyro, Cinerea non avrebbe mai ritrovato se stessa e il mondo sarebbe da tempo sprofondato nella desolazione più nera.
"Non si sono inceneriti dentro al vulcano, vero? Sai a Spyro piaceva arrostire tutto, pure se stesso a volte!"
Erano ore che Hunter ascoltava distrattamente gli sfoggi d'ironia di Sparx,  che nonostante la sua spensierata allegria risuonavano spenti e ovattati.
I loro pensieri si perdevano in un eco di tristezza e di vuoto che niente in quel momento avrebbe potuto colmare, se non il ritorno dei loro compagni.
Incredibilmente anche Volteer sembrava meno chiaccherone del solito; il che valeva a dire non comunque del tutto. Il giorno in cui il guardiano del fulmine fosse diventato taciturno probabilmente si sarebbe visto Malefor andare in giro vestito con una gonnellina di foglie ed un girocollo di perline.
"Non so cosa sia accaduto, Sparx. Avrai capito che è inutile tu continui a chiederlo"
"Ma... sono vivi, vero?"
Il ghepardo sbuffò. Ormai Sparx non faceva che ripetere le solite tre domande in sequenza, anche la sua allegra voce squillante si stava incrinando in un tono rauco e rassegnato.
"Ehi correte!"
Trasalirono entrambi.  "Questo è incredibile! Straordinario! Spettacolare! Fantasmagorico!"
Volteer li raggiunse in tutta fretta, come fosse stato inseguito dal Distruttore in persona. Per la foga ci mancava poco che trascinasse via di peso il povero Hunter, che con un agile balzo si tolse dalla traiettoria appena in tempo per non venir investito. "Stupefacente! Magnifico! Sensazionale!"
Sparx gli rivolse un'occhiataccia torva.
"Quando avrai finito di elencare tutti i sinonimi dell'universo saremo tutti orecchie"
"Ma tutto ciò è indescrivibile! Strepitoso! Stavo cercando notizie sul nostro giovane amico, ma non ho trovato niente. Poi ho volato da una parte, planato dall'altra, e quando sono tornato indietro all'improvviso davanti a me si è generato un... un qualcosa!"
Volteer che non sapeva definire un "qualcosa"? Quello si che aveva dell'incredibile, strepitoso e stupefacente. Sentire una sua frase interrompersi era tanto raro quanto incontrare un drago del vento.
"Calmati, dicci cos'è successo" lo incitò Hunter, accomodandosi la tracolla dell'arco da cui negli ultimi giorni non si era mai separato.
Una strana sensazione, legata al fatto che i guai potevano non essere finiti con la sconfitta di Malefor, lo invitava ad essere prudente. Non era riuscito a togliersi di dosso i il pensiero che ci fosse qualcosa di inquietante nell'aria, per quanto fosse l'unico da quelle parti a vederla in quel modo.
"Venite, sembra che... per tutti i generatori elettrici venite a vedere!"
Corse nella direzione da cui era venuto, e Sparx gli si incollò alle calcagna come una zecca. Ovviamente cominciò a bersagliarlo di domande su individui resuscitati e sciocchezze simili, per quanto il drago stesse facendo di tutto per sbrigarsi senza alzarsi in volo così che anche Hunter potesse seguirli.
Si allontanarono dal tempio, dalla palude e dalle zone limitrofe, per dirigersi su un promontorio piuttosto isolato dove chi sa come Volteer era finito.
"Sei venuto qui a cercare informazioni?" chiese Hunter, sorridendo.
Non era solito fare dell'ironia, più che altro non capiva come potesse esser giunto in mezzo a quelle rocce immerse nel nulla se stava viaggiando alla ricerca di tracce che riconducessero a Spyro.
"Stavo tornando al tempio, e ho sentito l'aria farsi denza d'elettricità e mi sono diretto in quella direzione e volando ho intravisto una luce e quindi mi sono avvicinato e..."
"D'accordo d'accordo, ho capito"
Per fortuna del ghepardo, proseguirono così velocemente che non ci fu tempo di chiaccherare ancora. Non riusciva a capire se il guardiano del fulmine fosse sconvolto o entusiasta della sua scoperta, probabilmente entrambe le cose.
Quel che trovarono ad attenderli, però, aveva un che di tremendamente sbagliato.
"Guardate!"
Con un artiglio Volteer indicò a qualche metro di distanza, fra gli speroni di alcuni massi che si gettavano verso il crinale di una piccola collina.
Un vortice di luce era sospeso fra le rocce, come una piccola stella fluttuante a mezz'aria. Emanava fasci splendenti tutt'attorno che sembravano convergere al centro, come stessero cercando di ghermire il cielo circostante per trascinarlo al suo interno.
Né Sparx né Hunter seppero cosa dire, ma sul musetto della libellula non poté che dipingersi un sorriso. Qualsiasi novità andava bene per ritrovare la speranza, poco importava in che modo si sarebbe manifestata.
Si avvicinò sbattendo le piccole ali azzurre fino a portarsi a pochi centimetri sopra al turbine d'energia, ma appena ne cominciò a percepire la pressione cercò di invertire velocemente la rotta.
"Cosa fai! Non sappiamo cosa sia, fermo!"
Hunter provò ad avvisarlo a parole senza intervenire fisicamente ed afferrarlo per riportarlo a distanza di sicurezza, ma non fece in tempo. Con un gridolino spaventato Sparx venne risucchiato dalla gravità che quell'energia esercitava, scomparendo fra i raggi di luce.
Il ghepardo rimase a bocca aperta.
"Dannazione..."
Sibilando contrariato, con un balzo si lanciò nel punto in cui Sparx si era letteralmente smaterializzato senza pensarci due volte.
Volteer era allibito, quei due erano completamente impazziti! Nessuno si sarebbe gettato dentro a qualcosa di tanto inquietante e sconosciuto, soprattutto dopo gli ultimi eventi di cui erano stati protagonisti, anche se probabilmente sia lui che il ghepardo avevano avuto la stessa intuizione.
Quel vortice ricordava il portale per la convessità aperto da Cinerea, perlomeno il potere da cui sembrava generato appariva molto simile.
Hunter scomparve nel vortice come Sparx pochi istanti prima. Quell'incoscente di una libellula non avrebbe potuto starsene di certo ferma ad aspettare, mentre il ghepardo non si sarebbe mai perdonato se gli fosse accaduto qualcosa.
Non potevano perdere nessun altro. Già molti erano caduti. Se quello fosse stato un messaggio del loro amico drago o qualcosa di ben più sinistro, lo avrebbero scoperto insieme.
Il guardiano del fulmine cominciò a sbraitare frasi senza senso a profusione, inveendo in ogni maniera possibile e con ogni vocabolo di sua conoscenza contro quei due screanzati. Doveva assolutamente avvertire Terrador e Cyril.

***

L'antro era freddo ed umido, oscuro e al riparo da occhi ed orecchie indiscrete. Sotto tutti quei metri di terra neanche Katlas avrebbe potuto raggiungerli.
Il fatto che fossero ricomparsi all'interno di una caverna tanto isolata le suggerì che Malefor aveva già esaminato la situazione e sapeva perfettamente ciò che stava facendo. In lei il desiderio di ribellarsi era forte, ma quello di starlo ad ascoltare lo era ancora di più.
Se avesse voluto ucciderla, o ancor peggio sottometterla di nuovo, non avrebbe avuto bisogno di articolati sotterfugi. Sapevano entrambi che da sola non era alla sua altezza. Il dragone non si era curato minimamente della ferita che gli era stata inferta, come fosse solo un fastidioso insetto che gli si era posato fra le squame.
Era sicura non si fosse difeso, o difficilmente avrebbe mandato a segno un colpo con quella semplicità; il suo potere era micidiale e la sua conoscenza millenaria, era improbabile che l'avesse colto di sorpresa.
Lo fissò attraverso l'oscurità, nei suoi occhi profondi e carichi d'infinito. Non sapeva dove l'avesse condotta, né aveva idea di come riuscisse a teletrasportarsi in quel modo.  Doveva sentirsi come una preda in trappola?
"Vuoi dirmi come fai ad essere ancora vivo? Non mi fiderò mai di te, comunque vadano le cose. Quindi parla"
La risata cavernosa di Malefor riecheggiò nell'ampio vano sotterraneo mentre si avvicinava a quella che fino a qualche anno prima era stata la sua più potente servitrice, la quale lo fissava con titubanza in cerca di una risposta di qualunque tipo.
"Tu che dai ordini a me? Al tuo maestro?"
"Non sei più il mio maestro" rispose lei seccamente.
Una piccola fiamma fluttuante di color rosso vivo si generò da una delle zampe di Malefor, andandosi a posizionare fra lui e Cinerea. Nonostante le dimensioni riusciva a rischiarare la caverna fino alle pareti, dandole una buona visione d'insieme dell'ampio spazio circostante.
La prima cosa che le balzò all'occhio fu l'assenza di un ingresso. Erano giunti lì dentro tramite la magia di Malefor, e solo grazie ad essa ne sarebbe potuta uscire. La cosa non le piaceva per nulla, ma a giudicare dal suo inaspettato atteggiamento non era nelle sue intenzioni imprigionarla di nuovo. Non per il momento almeno.
I suoi non erano mai stati veramente metodi subdoli. Quando agiva, anche se dietro le quinte, non aveva timore di esporre la sua immensa potenza per ottenere ciò che bramava.
"Questo lo vedremo. Non vedo l'ora che tu torni da me in cerca di nuovo potere, cara Cinerea. In ogni caso... vi avevo detto di essere immortale, voi non siete in grado di sconfiggermi"
"Smetti di dire stupidaggini. Abbiamo visto chiaramente gli spiriti degli antichi trascinarti nell'oblio che meriti, neanche tu puoi esserne emerso da solo"
Malefor era già fuggito dalla prigione della convessità, sospeso fra il mondo e le tenebre in un limbo senza voce. Fu proprio lei a permettergli di uscire.
Che avesse resistito ai guardiani suoi antenati? Che non fossero stati abbastanza forti per intrappolarlo ancora?
Non era possibile, doveva esserci una spiegazione valida. Lo avevano visto scomparire nel cuore del mondo, non poteva essere nuovamente libero.
"Se vuoi saperlo anch'io sono sorpreso di quanto accaduto"
Il fuocherello cominciò a tremolare, fino a moltiplicarsi. una corona di piccole fiamme rosse si formò attorno al corpo del drago millenario, conferendogli un aspetto ancor più imponente e maestoso. "E ciò che più mi ha lasciato perplesso è che è grazie al tuo amichetto viola se sono scampato al mio destino"
Spyro? Che accidenti stava dicendo?
"Qualunque cosa sia successa, non ti ha certo voluto salvare"
"Ovviamente no. È proprio questo a rendere il tutto più divertente. Quel giovane drago ha un potere simile a quello che avevo io alla su aetà, ma in qualche modo il suo soffio ha scelto un percorso diverso"
Cinerea digrignò le zanne.
"Spyro non avrebbe mai scelto la strada della distruzione"
"Non è a quello che mi riferisco. Nonostante siamo entrambi draghi viola, i nostri poteri sembrano complementari, non identici. Evidentemente è trascorso troppo poco tempo perché potesse svilupparli a dovere, eppure è riuscito a contenere l'esplosione come fosse nato per questo"
Sentirlo parlare con una simile pacatezza, come le stesse impartendo una semplice lezione sui draghi viola, la metteva a disagio. Ricordava la sua voce unicamente come fonte di pericolo e distruzione.
Poté scorgere una strana incrinatura nella solidità del suo sguardo, come per un attimo le immagini di un qualche ricordo avessero offuscato la sua vista. Il drago mosse le facelle luminose verso Cinerea e con gli artigli prese a farle ruotare attorno al suo corpo per gioco.
Lei rimase in silenzio, la curiosità aveva preso il sopravvento.
"Io possiedo una grande influenza sullo spazio. Avevo cercato di trasmettere anche a te ciò che ero in grado di fare, per quanto fossi del tutto inesperta e incapace di controllare un potere simile. Spostarsi attraverso la materia e generare scudi d'energia sono solo due delle mie capacità, un drago viola può fare ben altro. Il tuo giovane compagno, invece, sembra aver ereditato dalla stirpe dei grandi draghi  a cui appartiene un potere opposto al mio, quello di influenzare parzialmente lo scorrere del tempo"
Sapeva delle potenzialità di Spyro. Ma non aveva mai sentito parlare di una dualità tra spazio e tempo fra i draghi viola. In fondo anche lo stesso Malefor parlava come se fosse rimasto stupito di una simile scoperta, non poteva che sentirsi molto piccola di fronte ad una tale affermazione.
In realtà, anche lei possedeva grandi frammenti del suo potere di un tempo, ma quello di cui stava parlando Malefor doveva andare ben oltre ciò che immaginava.
"Spyro ha perso i poteri di cui parli, cristallizzando il tempo per proteggerci dal crollo della montagna"
Il dragone allungò il collo verso di lei, inspirando energicamente col naso.
"Perso i suoi poteri? Sciocca, un drago viola non perde mai i propri poteri. Possono sopirsi per breve tempo, anche per molti anni, ma restano parte della sua natura. Le nostre squame contengono così tanta magia che talvolta risulta necessario imbrigliarla per tenerla a freno, per poi scatenarla in tutta la sua potenza quando è il momento"
In effetti era proprio quanto accaduto a Spyro. Vedeva in quelle parole molte più risposte di quelle che si aspettava, ma non quella che veramente le interessava.
"Anche fosse come dici, cosa c'entra questo con Spyro?"
Malefor allontanò il muso, cominciando a camminare a passi pesanti lungo il perimetro della caverna e facendo in modo che la scia di luci seguisse i suoi movimenti.
"Una vera risposta non c'è. Sono sicuro che la mia energia oscura e quella pura del tuo amico abbiano creato un portale attraverso lo spazio ed il tempo. Io ho sprigionato il mio potere per sfuggire al cuore del mondo, e lui per contenerne l'esplosione. Il suo potere primordiale si è risvegliato in quel momento, e ha reagito in risposta al mio"
Era incredibile. Sembrava un'assurdità, tuttavia Malefor aveva di gran lunga molta più esperienza di lei e nessuno meglio di lui poteva conoscere i segreti celati nelle squame di un drago viola. Inoltre non avrebbe avuto alcun motivo per inventarsi una fandonia simile.
Due forze potentissime che impattano sulla superficie di un cristallo che contiene l'energia di tutto il mondo, a pensarci era un evento di portata biblica. Neanche Spyro conosceva del tutto se stesso, come dimostravano le sue improvvise mutazioni quando perdeva la ragione.
"Quindi adesso..."
"Adesso siamo finiti in un'epoca ben precisa. All'inizio credevo che avessimo alterato il tempo e fossimo finiti casualmente qui, ma non è così. Un'altra energia simile alla mia si sta espandendo in questo mondo, e sembra volerlo divorare"
Cinerea socchiuse le palpebre, sospirando.
Malefor sapeva di Katlas. Probabilmente nelle ultime ore aveva già raccolto qualche informazione a riguardo, con i suoi poteri non sarebbe stato difficile.
"Non è quello che volevi fare tu? Dovresti essere felice di aver trovato un alleato. O forse il grande Maestro è troppo spavaldo per ammettere che ha bisogno di aiuto? E che non ha fatto altro che approfittare dei suoi nemici per raggiungere il..."
Il dragone si lanciò in avanti. Un enorme getto luminoso schizzò dalle sue fauci ed esplose alle spalle di Cinerea, facendola sobbalzare.
"Non provocarmi, sciocca presuntuosa. Posso annientarti quando voglio, tutto ciò che sei è merito mio"
Scandì ogni sillaba con forza, sibilando a pochi centimetri dal muso della dragonessa. Lei si ricompose e non indietreggiò, limitandosi a ricambiare al suo sguardo con decisione, piantando gli artigli al suolo.
"Purtroppo hai ragione, è proprio a causa tua se sono così. La tua corruzione ha impregnato le mie squame, sento le ombre come un vestito sopra la pelle. Nonostante tutto come te anch'io sono libera di scegliere adesso, non lascerò che tu possa controllarmi di nuovo. Combatterò piuttosto, e se dovrò morire così sia."
Il Maestro delle ombre Si aspettava una risposta del genere e come lei restò impassibile. Imperitura come una statua di diamante, la sua immagine era impressa anche nei più reconditi angoli della mente di Cinerea, che nonostante tutto non si era arresa.
"Cocciuta come non mai. Anche durante il nostro scontro sei riuscita a sfuggire al mio controllo, ma solo grazie a quel tuo amico che ha rovinato i miei piani in tutti questi anni. La tenebrosa Cinerea ha conosciuto l'amore a quanto pare, nauseante!"
La coda della dragonessa saettò a mezz'aria.
"Non sono certo affari tuoi. Cosa vuoi saperne tu? Definirei un miracolo che tu possa conoscere almeno il significato della parola amicizia!"
Lui la squadrò intensamente, poi si voltò e spense le fiammelle rossastre, riportando la caverna nell'ombra.
"Li conosco entrambi, meglio di quanto pensi. Per questo li rinnego"

***

Spyro era sul punto di allontanarsi. Non potevano varcare quel portale senza avere idea di dove conducesse,non potevano neanche esser sicuri che si affacciasse veramente da qualche parte. Irasu aveva detto che Katlas inviava attraverso varchi come quello delle creature a piantare i loro dannati semi, ma non aveva ancora avuto il piacere di assistervi di persona.
Cinerea tuttavia non si trovava da nessuna parte e lui non poteva abbandonarla. Il tasso gli afferrò saldamente la coda e lo tirò indietro prima che potesse anche solo pensare di cambiare idea, avendo notato le sue zampe che si muovevano in direzione del vortice.
Il drago si voltò, fissandolo di sott'ecchi.
"Ti prego, non posso stare qui"
"Non avevo intenzione di rimanere a far nulla, ma bisogna usare il cervello. Non possiamo entrare lì dentro, è così evidente che sia una trappola da non esistere neanche la possibilità che non lo sia! Non ti sembra strano che appena Cinerea è scomparsa qui si sia formato quel portale?"
Spyro divincolò la coda, senza però avanzare verso il vortice che pareva invitarlo come un'esca per i topi.
"Infatti è Cinerea ad usare il cervello fra noi due, io non ne sono molto capace. Se fosse stata presa da Katlas a quest'ora potrebbe..."
"Ehi strano drago viola, ora devi starmi a sentire"
Con uno strattone Irasu portò Spyro a qualche metro dal portale, fissandolo truce. Dal canto suo Spyro non si ribellò, se avesse ragionato razionalmente avrebbe capito che in effetti il tasso aveva ragione.
"Sento che non è una trappola, questo portale potrebbe condurci dai tuoi nemici! Così potremmo..."
Si bloccò. L'espressione di Irasu era contratta in una smorfia terrificante. Il suo muso si era stirato e la sua bocca si era allargata in un ringhio impossibile.
"Proprio per questo non voglio che tu vada, perché potrebbe portarci dai miei nemici. La tua venuta sembra un miracolo disceso dalle lune, non ho intenzione di sprecarla in questo modo. Ti impedirò di andare, a costo di affettarti le zampe"
Quando Irasu portò il pugnale ad uno dei suoi arti fingendo di volergli strappare una squama, la tenzione anziché accumularsi si diradò.
Ad entrambi sfuggì un piccolo sorriso.
"Quello che dici è molto logico Irasu, senza le zampe potrò sicuramente esserti d'aiuto"
Quasi come fosse stata proprio la loro agitazione a tenere in piedi il portale, appena si rilassarono questo esplose dissolvendosi nel nulla. Spyro non poteva credere a quel che vide, quando i suoi occhi caddero sulle due familiari sagome che erano apparse dove fino ad un momento prima si trovava il vortice.
Questa volta fu Irasu a balzare sull'attenti, mentre il drago viola gli si parò davanti per evitare un disastro.  In effetti non potevano non rimanere sbalorditi, il vivace groviglio d'emozioni che venne a formarsi tra i presenti avrebbe stordito chiunque.
Fu piuttosto difficile dare un senso a quanto stesse accadendo, ma per una manciata di secondi le spiegazioni dovettero passare in secondo piano.
"Spyro!"
Sparx, del tutto fuori di testa, si scagliò su Spyro e gli si spiaccicò sulla fronte a tutta velocità. "Lo sapevo che eri tu! Come hai fatto, come hai fatto ad evocare un portale! Sei grande fratellone, io lo sapevo!"
Chiedergli di calmarsi sarebbe stato superfluo. Con un'ala prese Sparx e se lo strinse al petto, senza domandarsi come fosse arrivato fin lì.
"Sparx! Che sollievo ritrovarti più impazzito che mai!"
"Impazzito? Impazzito? Tu sei pazzo bello! Mi hai fatto spaventare a morte! Talmente a morte che stavo per morire io al posto tuo! Appena Volteer ci ha condotti al portale comunque ho capito che fossi tu, ne ero certo!"
Perplesso, Spyro alzò lo sguardo e salutò con un sorriso Hunter che era arrivato insieme a Sparx. Non fu semplice smaltire tutte quelle sensazioni in una sola volta, il poco di cui però era sicuro era che entrambi stessero bene e quello gli era sufficente.
Si sentiva rincuorato, almeno aveva ritrovato qualcuno del suo mondo che sarebbe rimasto al suo fianco. Non si sarebbe separato mai più da nessuno. Il terrore che potesse esser accaduto qualcosa a Cinerea lo attanagliava, ma con i suoi compagni vicino l'avrebbe ritrovata, avrebbe sconfitto Katlas e avrebbe ricomposto le tessere di quel puzzle che, non riusciva a spiegarsi come, si stava costruendo fra i mondi di due diverse epoche.
"Sei salvo" disse il ghepardo, avvicinandosi e scambiando una rapida occhiata con Irasu prima di rivolgersi di nuovo a Spyro. "Credono tutti che tu abbia sacrificato la tua vita per salvarci, non pensavo ti avrei rincontrato"
"Come sarebbe a dire? Mi hai detto che eri sicuro fosse ancora vivo! Maledetta pantera maculata, questa non te la perdono!"
"Calmo Sparx"
Spyro non mollò la libellula dall'abbraccio. Anche se si fosse lamentato che lo stava soffocando, come al solito, se lo sarebbe tenuto stretto per proteggerlo per sempre.
Doveva proteggere tutti, doveva riuscirci. Era quello il suo destino. "In realtà... è ciò che ho fatto, Hunter. Non so neanch'io cosa sia successo, è tutto dannatamente troppo complicato"
"Cosa?" chiese il ghepardo, guardandosi attorno. "Dove siamo?"
...
"Siete in casa mia, e io detesto gli intrusi"
  
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