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Autore: Lady K    05/07/2019    2 recensioni
[Alphys/Undyne, primo della serie “Their SOULs are filled with love”]
Con questa Fanfiction cercherò di raccontare, secondo la mia interpretazione, come si è evoluto nel tempo il rapporto tra Alphys e Undyne: dal loro incontro nella discarica in poi, fino a prima che Frisk cada nel Sottosuolo e comincino gli eventi di Undertale. Il tutto rispettando i piccoli indizi sparsi nei dialoghi (anche nascosti) del gioco. Tanta tenerezza e shippamento alle stelle, accorrete numerosi xD
Rating giallo e Avvertimento per via del primo capitolo.
[Revisione in corso: 2 capitoli su 8 completati.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT SOUL skipped beat capitolo 7
Ultimo minuscolo accenno al tema forte del capitolo 1, promesso. Questo capitolo... Enjoy...

...And her SOUL skipped a beat


Capitolo 7 - Lo capì tra le sue braccia

Alphys riuscì a mugugnare solo versi incomprensibili. Nella sua testa confusa viaggiavano pensieri contrastanti, e le ci volle un po' per riacquistare coscienza di se stessa e dell'ambiente intorno a lei.
Alla fine i ricordi della sera precedente iniziarono a fare capolino nella sua mente e pian piano, con una certa flemma, aprì gli occhioni.
Il divano... Undyne... l'anime...
Si destò dal suo letto in un baleno; ebbe appena il tempo di notare con stupore che aveva dormito con addosso il camice da laboratorio quando vide Undyne avvicinarsi a lei a passo svelto.
-Ti sei svegliata! Tutto bene?- le chiese mentre raggiungeva il letto color turchese.
-U-Undyne! Perché sei... qui al laboratorio?-
In circostanze normali avrebbe risposto con gentilezza senza fare domande a sua volta, ma si sentiva ancora intorpidita da quella che le era sembrata una lunga dormita e soprattutto non capiva perché la guerriera si trovasse lì di prima mattina. Per fortuna l'altra parve comprendere e le spiegò con calma l'accaduto: -Ecco... ieri sera ti sei addormentata mentre guardavamo l'ultima puntata. Ti ho portata di sopra e... sono rimasta qui a dormire-.
-Mi sono addormentata?! Aspetta, dove hai dormito tu?-
L'amica si grattò il capo con una mano, abbozzando un sorriso.
-Tranquilla, ho sistemato un po' il divano e ho dormito lì. Ho il sonno pesante io, riesco a dormire un po' ovunque.-
-Oh no... mi dispiace... non avrei dovuto...-
Il mostro pesce ammorbidì ulteriormente il suo sguardo.
-Ti ho detto di stare tranquilla, Alphys. Può capitare di addormentarsi così di colpo. E in ogni caso mi sono divertita ieri.-
Mai parole furono più vere. Aveva passato un intero pomeriggio in allegria con la sua migliore amica, a ridere di gusto e parlare animatamente, e questo per lei era sufficiente. Ma senza dubbio, quella sera le sarebbe rimasta nell'ANIMA anche per un altro motivo.
Non avrebbe mai dimenticato che era stato in quel frangente nel quale aveva compreso i suoi sentimenti per Alphys. Solo dopo si sarebbe preoccupata delle conseguenze del suo innamoramento, in quel momento era ancora fresca della scoperta e tutto quello che sentiva era la sua ANIMA pervasa da un immenso calore che le regalava una sensazione di benessere indescrivibile.
Mentre pensava questo udì il tono preoccupato della scienziata e venne riportata alla realtà.
-Undyne, scusami... sei dovuta... andare in bagno? Hai fatto come ti avevo detto, v-vero?-
-Ah, intendi l'ascensore? Sì, ho premuto il pulsante che mi avevi mostrato.-
Il mostro dinosauro strinse le mani al petto e sembrò rilassarsi dopo un lungo sospiro.
-Scusami per... la domanda invadente.- disse mentre scendeva dal letto.
-No, figurati. Mi chiedo solo a che servono gli altri piani, ma immagino che ogni scienziata che si rispetti abbia i suoi segreti, ahahah!-
Quella sobbalzò come se qualcuno le avesse appena pestato la coda e si voltò verso l'amica, terrorizzata.
-I-io non ho segreti, non nascondo nulla, quei piani sono solo inutilizzati o ridotti molto male, non posso far vedere a un'amica un p-posto così, mi sento così in colpa anche solo per averti lasciata di sotto con quel c-casino tutta la notte, ti prego credimi Undyne, io...-
Continuò a parlare in modo irrefrenabile per minuti interi e man mano che muoveva la bocca iniziò anche a sudare; pensò che fosse per via dell'ennesima bugia o dell'argomento spinoso, ma poi capì il vero motivo: Undyne la stava fissando divertita, e nonostante avesse un solo occhio la scienziata non riuscì a immaginarsi alcuna espressione matematica che potesse emulare l'intensità del suo sguardo.
-Oh Alphys, sei così buffa! Ahahah!- ridacchiò la leader delle guardie portandosi una mano sulla bocca.
Il mostro giallo finì la sua tiritera e fece lo stesso; c'era qualcosa nella guerriera che le alleggeriva sempre l'ANIMA, e anche questa volta non poté fare a meno di sorridere mostrando tutti i suoi dentoni squadrati.
Undyne fece qualche passo in avanti e parlò di nuovo: -Dai Alphys, andiamo di sotto a pulire-.
-M-ma... tu sei l'ospite, ci devo pensare io a...-
-Anche io ho contribuito a fare disordine, è giusto che ti aiuti. È per questo che sono rimasta qui a dormire. E poi... non potevo andarmene senza salutarti.-
-Oh, sei... gentile.-
E appena sussurrò l'ultima parte le sue guance diventarono rosse come il foulard dell'amica. Il sorriso di quest'ultima non falliva mai.

***

La conversazione era caduta in quel punto dolente per puro caso.
È successo un tardo pomeriggio a casa di Undyne; lei e Alphys si erano sedute al tavolo della cucina per leggere qualche volume di un manga che la scienziata aveva portato fin lì dal suo laboratorio. Era una di quelle serie che spesso le ammazzava dalle risate, e anche quel giorno entrambe non riuscirono a trattenersi.
-Ahahah oh mio dio ma 'sti umani sono troppo scemi! Ahahahah!- sghignazzò il mostro pesce.
-S-sono... mezzi pazzi, ahahah!-
L'altra cercò di contenersi più che poteva, in fondo si trovava nell'abitazione di qualcun'altro e inoltre credeva di conoscere il vicino dell'amica... ma probabilmente ormai qualche schiamazzo l'aveva sentito.
Una volta terminata la lettura, la guerriera posò il suo fumetto sul legno duro e si lisciò una ciocca di capelli con una mano palmata.
-Uff, certi pezzi di storia sono troppo demenziali. Ahah sto sudando! Se penso ancora a quella scena... ahahah...!-
-Forse hanno pensato... di d-dover trascrivere anche gli avvenimenti più stupidi per chi voleva solo farsi qualche risata.- il mostro dinosauro fece un timido sorrisino mentre appoggiava anche lei il manga che stava leggendo sul tavolo.
-Ti ricordi? Avevamo visto la versione animata di questo... pezzo di storia.- continuò.
-Oh, giusto. Sì, mi ricordo! E ricordo... una di quelle canzoni che partono alla fine. Quella che... uhm...-
Senza preavviso si alzò dalla sedia e si diresse verso il pianoforte che teneva sempre nel lato ovest della stanza.
-Undyne, cosa...- mormorò Alphys, poi si azzittì mordendosi il labbro inferiore quando capì le intenzioni dell'amica.
Undyne si accomodò davanti alla tastiera e la guardò un istante, dopodiché abbassò l'occhio e cominciò a suonare.
Passarono pochi secondi e già la piccola scienziata riconobbe la melodia: era una delle sigle di chiusura di quell'anime, ed era anche la sua preferita. Era dolce, romantica, e la leader delle guardie riuscì a trasmettere tutte queste caratteristiche con pochi ma decisi movimenti delle dita.
Non osò aprir bocca fino a che l'altra non smise di suonare. Allora si rivolse al mostro pesce, le parole che le arrivavano dritte dritte dall'ANIMA: -Oh, adoro questa musica. Sei b-bravissima a suonare, Undyne-.
-Ti ringrazio. Quella canzone mi è rimasta impressa appena l'ho sentita per la prima volta. Ha un bel ritmo, forse non è il massimo da suonare con il pianoforte, ma... non so, mi è piaciuta subito.-
-È... la mia p-preferita di quel pezzo storico.- ammise lei.
-Oh!- Undyne la guardò sorpresa. -Credo sia... anche la mia, Alphys. Dico davvero.-
A quelle parole Alphys strizzò gli occhi e fece ondeggiare delicatamente la sua coda tozza.
L'altra ricambiò l'occhiata cordiale scoprendo i denti affilati, ma durò solo qualche secondo. La sua espressione si fece tutt'a un tratto malinconica e chinò il capo, l'occhio inchiodato sui tasti bianchi e neri.
-Mi mancava sai... suonare con... qualcuno. Anche solo come pubblico, nel tuo caso.-
La scienziata strinse le manine e la guardò con del puro dispiacere dipinto sul muso. Era strano vedere Undyne col morale a terra; di solito era così gioviale, allegra...
-Ero solita... dare lezioni di piano a Shyren. Anche se non aveva braccia aveva talento...! Ma... è da molto, moltissimo tempo che non la vedo. Era una buona amica.-
Il mostro ceruleo fece un lungo sospiro, poi alzò di nuovo l'occhio sull'amica, e sbiancò.
Alphys stava tremando. Le pupille sembravano fisse sul nulla più totale, le guance erano disseminate da goccioline di sudore e la coda era rigida, il lieve scodinzolio di qualche attimo prima un lontano ricordo.
-A-Alphys?- per una volta fu l'altra a balbettare.
Quella sbatté le palpebre e parve riprendersi da quello stato di shock.
-S-sto... sto bene.- disse mentre scuoteva la testa, evitando di guardarla in viso.
La guerriera si alzò dalla sua postazione e fece per avanzare verso di lei, ma si bloccò e allungò solo un braccio.
-No, non stai affatto bene. Alphys, è colpa mia? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
La scienziata continuò a scuotere il capo con ostinazione, e quando parlò non riuscì a controllare i propri balbettii: -Sto b-bene Undyne. Mi hai f-fatto solo venire in mente che... anche io n-non mi vedo da tanto con i miei a-amici. Le mie due amiche Catty e Bratty non le v-vedo da quando sono diventata scienziata reale. E... e Mettaton n-non sembra più così attaccato a me. Io ho... ho s-solo te, Undyne-.
In un certo senso, aveva mentito. Non era questa la ragione per la quale si era sentita malissimo, ma non avrebbe mai potuto dirlo apertamente, non ad Undyne.
Quest'ultima in ogni caso fu colpita profondamente da quella confessione e tentò di nuovo di avvicinarsi al mostro tarchiato, tuttavia ancora una volta dovette rinunciare e si portò invece una mano sulla bocca socchiusa. Tutto quello che voleva fare era abbracciarla forte e consolarla, appoggiare la testa sulla sua spalla e parlarle con dolcezza. Ma non voleva, non poteva lasciarsi andare così.
Alphys non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, e ora, in seguito alle sue parole, era convinta che per la scienziata lei fosse effettivamente solo una grande amica. E piuttosto che perderla per sempre a causa di un suo capriccio, preferiva rimanere tale.
-È... davvero colpa mia allora. Se non avessi parlato... Scusami Alphys, mi dispiace...-
Il mostro dinosauro cercò di allontanare dalla mente tutti quei pensieri terribili che la attanagliavano e alzò il muso per guardare finalmente l'altra nell'occhio.
-N-non è colpa tua. Non potevi s-saperlo. Undyne...- fece una pausa, poi proseguì: -D-domani sei libera? Se ci... i-incontrassimo alla discarica?-
-Sì, certo... Per me va bene.-
-Io v-vado ora. Ci vediamo d-domani. Ciao, Undyne.-
Senza aspettare il saluto dell'amica afferrò i manga sparsi per il tavolo, scese dalla sedia e si mosse verso la porta, ma Undyne si affrettò a seguirla e si incamminò con lei.
-Ti accompagno, Alphys.-
Quella la scrutò di sfuggita e fece del suo meglio per sorridere, ma il risultato fu misero.
-G-grazie.- disse allora come vago tentativo di rimediare, e le due si lasciarono alle spalle la casa a forma di pesce.

***

Alphys sentiva i suoi piedi pesanti come il metallo più duro esistente.
Non era passato un solo istante nel quale non aveva pensato con orrore a quello che aveva fatto alle creature che teneva nascoste nel laboratorio sotterraneo. A quello che aveva fatto ad Undyne.
Sì, il mostro giallo sapeva perché Shyren non si era più presentata alle lezioni di pianoforte: la sua cara sorella era una dei mostri in coma che si erano fusi con altri dopo le iniezioni di DETERMINAZIONE, e a causa del silenzio della scienziata Shyren non aveva più avuto sue notizie. Aveva evitato fino a quel momento di rispondere al telefono fisso e alle lettere mandatole dai mostri che aspettavano ancora di poter ricevere le polveri dei loro cari; come avrebbe potuto dire alle famiglie ciò che era successo? Come poteva essere ancora amica della guerriera dopo tutto questo?
In meno di 24 ore si era posta innumerevoli volte quest'ultima domanda, ed era giunta ad una singola dolorosa conclusione: non c'era alcun modo. Non poteva essere sua amica e nello stesso tempo vivere nelle menzogne.
Per questo quel pomeriggio le avrebbe detto che avrebbe rotto i rapporti con lei. Le avrebbe regalato la videocassetta che aveva trovato il giorno in cui si erano incontrate per la prima volta, così forse avrebbe avuto un bel ricordo di lei... e tutto sarebbe finito.
Alphys inghiottì la saliva con fatica quando sotto i suoi piedi il terriccio blu fu sostituito da acqua stagnante e si addentrò quindi nella grotta. Non era sicura di come aveva fatto a fare tutta quella strada in quelle condizioni, ma ora era lì, nella prima delle tre caverne dove era stata allestita la discarica del Sottosuolo, l'oggetto incriminato stretto a sé e un gelido tremolio che le percuoteva tutto il corpo.
Undyne... mi dispiace. Mi dispiace. Ho fatto cose terribili. Non merito la tua amicizia.
Stai benissimo con lei. Sei sempre stata benissimo. Per una volta che ti fa ricordare qualcosa di triste vuoi rompere questa amicizia? Sei... vigliacca? Egoista?
No! Voglio solo proteggerla... dalle mie frottole. Vorrei solo... essere una buona amica. Ma non posso... non...
Si arrestò nel bel mezzo della grotta. Intorno a lei vi era solo acqua, immondizia e... il soffio del vento. Già, il vento le stava parlando di nuovo, ma le sue parole non sembravano maligne come una volta.
Per te Undyne è molto importante. E tu lo diventi in sua presenza, forse perché lo sei per lei. Ascolta la tua ANIMA, Alphys. Non mollare...
Calde lacrime caddero dai suoi occhioni.
Abbassò il muso e strinse al petto la custodia, e scoprì così che tra le mani non aveva affatto una videocassetta, ma un DVD. Quel giorno era talmente fuori con la testa che prima di uscire dal laboratorio aveva preso la cosa sbagliata. E ripensandoci, che uso ne poteva fare Undyne di quel regalo? Non aveva alcun tipo di lettore CD o VHS!
Chiuse gli occhi, e fu pervasa da un'improvvisa ondata di rabbia. Cinse talmente forte l'oggetto che i suoi piccoli artigli ne graffiarono i bordi, e con uno scatto d'ira e disperazione scaraventò la custodia in acqua.
Si precipitò fuori dalla discarica e corse a perdifiato per la regione delle cascate, l'angoscia come unica emozione a guidarla verso Hotland.

Il mostro pesce la stava aspettando nel punto prestabilito da parecchio. Si guardò di nuovo gli stivali rossicci tanto per ingannare il tempo, ma stava seriamente cominciando a preoccuparsi.
Era ancora così dispiaciuta per quello che era successo il giorno prima, non avrebbe mai scordato l'espressione assente e il corpicino tremante di Alphys. Sembrava... disperata.
Disperata...
Un'immagine terrificante si materializzò nella sua mente ed ebbe l'impressione di sprofondare nella pozza sotto ai suoi piedi.
No... NO!
Si lanciò nella caverna limitrofa e osservò con orrore la cascata che puntualmente trasportava e inghiottiva in fondo all'abisso i detriti e la spazzatura ammucchiati vicino alle pareti.
L'oscuro pensiero che l'aveva assalita si affievolì appena si fermò a ragionare.
No, non può essere. Ero nella caverna accanto, l'avrei sentita.
Continuò a camminare in mezzo all'acqua grigia finché non raggiunse la grotta che conduceva fuori dalla discarica.
Dopo qualche passo si bloccò; c'era un oggetto luccicante che sbucava dall'acqua, ed era sicura che non fosse presente quando quel pomeriggio era passata di lì per incontrare la scienziata. Si abbassò all'altezza della scatolina colorata e spalancò la bocca: quella era una custodia che conteneva un film storico sugli umani, solo lei avrebbe potuto...
Oh dio.
In quel momento notò i graffi sui bordi dell'oggetto di plastica. Erano di sicuro i suoi. Ma perché?
-N-no... vi prego...-
Le parole che quella volta Alphys aveva detto nel sonno le risuonarono nelle orecchie.
Undyne non esitò ulteriormente. Si alzò in un lampo e cominciò a correre sempre più veloce, l'ANIMA a mille per l'apprensione e dentro la testa un unico obiettivo. Attorno a lei il paesaggio cambiò più volte e alla fine raggiunse il laboratorio della regione arida; non si era nemmeno fermata lungo la strada per prendere da bere dal refrigeratore, e perciò quando entrò nella struttura tirò un sospiro di sollievo mentre le gocce di sudore scorrevano fastidiose lungo il suo volto.
La vide subito. Il mostro dinosauro era accucciata sul pavimento, davanti alla porta dell'ascensore. Aveva le manine sugli occhi serrati e ogni tanto scuoteva il muso da destra a sinistra.
L'altra si mosse rapidamente verso di lei, poi pian piano rallentò il passo fino a che non fu a pochi centimetri da quel fagottino bianco e giallo. Ora riusciva a sentire molto bene i suoi deboli gemiti, e il suo stomaco si contorse dal dispiacere. Si inginocchiò di fronte a lei e l'amica si accorse della sua presenza: aprì gli occhi di scatto e la guardò con un'espressione sorpresa, ma con anche un pizzico di vergogna. I suoi occhiali erano umidi e il viso era solcato da inarrestabili lacrimoni mentre ogni tanto era scossa dai singhiozzi.
-Alphys...- la chiamò Undyne, turbata da quella visione.
E di colpo al mostro pesce non importò più nulla delle conseguenze. La scienziata poteva anche non ricambiare, poteva anche rifiutarsi di restare sua amica dopo quello che stava per fare, ma lei non poteva sopportare di lasciarla così, a piangere in solitudine per terra con indosso un camice mezzo bagnato troppo grande per lei.
Allora lo fece.
Si piegò leggermente e avvolse Alphys in un forte abbraccio.
A quel gesto al mostro più basso uscì uno strano verso dalla bocca, un misto tra un singulto e uno squittio.
Undyne cercò di mantenere un contatto ferreo ma non soffocante. Sapeva di avere dei muscoli particolarmente forti e per questo voleva essere cauta. Non voleva farle del male.
-Alphys... se non vuoi dirmi cos'hai non importa. Mi basta che tu ti riprenda. Ma se... se è stato qualcuno a ridurti così o se lo farà in futuro io giuro che... gli spaccherò la faccia. Chiunque egli sia.-
Undyne...
-Capito, Alphys? Tranquilla...-
Oh, Undyne...
Nuove lacrime le scivolarono da sotto gli occhiali rotondi, e affondò il muso nella spalla dell'altra. Non riuscì più a contenersi; iniziò a piangere a dirotto in quella posizione, il calore confortante della guerriera che riempiva l'aria tutt'intorno a lei, la sua mano palmata che occasionalmente sfregava con delicatezza sulla sua schiena...
-Sono qui... ci sono io...-
Undyne... Undyne...
Il suo nome fu tutto ciò a cui riuscì a pensare in quel momento.
Lei era davvero lì, al laboratorio, ad abbracciarla con vigore e rassicurarla con quella voce ovattata... Percepiva la sua pinna solleticarle la guancia, la sua ANIMA bianca che batteva contro il suo camice...
Ma poi accadde qualcos'altro, e Alphys si domandò con un brivido se per caso non si trovasse in un sogno.
Undyne aveva cominciato a canticchiare a bocca chiusa la melodia di quella sigla, la sigla che aveva suonato al piano, la sua preferita... Ed emessa dalla sua gola le sembrò come una dolcissima ninna nanna. Ora vi era anche quel suono nella sua ANIMA: i suoi battiti non erano più soli, e non lo sarebbero stati mai più.
...e la sua ANIMA perse un battito.
Ecco, era successo.
La scienziata comprese solo ora, dopo tanto tempo, il significato di quella sensazione così inusuale ma meravigliosa.
Undyne... io...
Il suo pianto gradualmente si attenuò, poi alzò piano la testa dalla maglietta ormai bagnata dalle lacrime e mosse le braccia grassottelle per stringersi al mostro pesce.
Ti amo... Ti amo, Undyne...
Quella sussultò; non si aspettava che la sua amata ricambiasse il gesto, eppure era riuscita a superare la barriera della timidezza e stava anche agitando la coda felicemente. Allora la guerriera rilassò le labbra e si lasciò sommergere dall'intensità di quell'abbraccio, mentre la sua ANIMA batteva all'impazzata e non accennava a calmarsi.
Quel magico momento spazzò via ogni brutto pensiero e ricordo, e alla fine Alphys sussurrò una sola parola, questa volta pura e sincera: -Grazie...-


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.


Piccola nota: se si parla con un NPC a Snowdin, si può intuire che i mostri di Undertale non producono scorie mangiando i loro particolari cibi (?), quindi Undyne all'inizio del capitolo è semplicemente andata a lavarsi le mani suppongo xD Anche perché non avendo sangue non credo nemmeno debbano urinare... Vabbè, cose strane fatte da Toby Fox ahahah. Eh sì, capitolo decisamente intenso e anche triste... ovviamente ho inventato io la quasi rottura, voi l'avreste immaginato così? Comunque ringrazio chi sta leggendo e l'immancabile Aes che mi fa i papiri OwO Preparatevi per l'ultimo capitolo!
See yaaaa!
  
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