...And her SOUL skipped a beat
Capitolo 7 - Lo capì tra le sue braccia
Alphys
riuscì a mugugnare solo versi incomprensibili. Nella sua
testa confusa viaggiavano pensieri contrastanti, e le ci volle un po'
per riacquistare coscienza di se stessa e dell'ambiente intorno a lei.
Alla fine i ricordi della sera precedente iniziarono a fare capolino
nella sua mente e pian piano, con una certa flemma, aprì gli
occhioni.
Il divano... Undyne...
l'anime...
Si destò dal suo letto in un baleno; ebbe appena il tempo di
notare con stupore che aveva dormito con addosso il camice da
laboratorio quando vide Undyne avvicinarsi a lei a passo svelto.
-Ti sei svegliata! Tutto bene?- le chiese mentre raggiungeva il
letto color turchese.
-U-Undyne! Perché sei... qui al laboratorio?-
In circostanze normali avrebbe risposto con gentilezza senza fare
domande a sua volta, ma si sentiva ancora intorpidita da quella che le
era sembrata una lunga dormita e soprattutto non capiva
perché la guerriera si trovasse lì di prima
mattina. Per fortuna
l'altra parve comprendere e le spiegò con calma l'accaduto:
-Ecco... ieri sera ti sei addormentata mentre guardavamo l'ultima
puntata. Ti ho portata di sopra e... sono rimasta qui a dormire-.
-Mi sono addormentata?! Aspetta, dove hai dormito tu?-
L'amica si grattò il capo con una mano, abbozzando un
sorriso.
-Tranquilla, ho sistemato un po' il divano e ho dormito lì.
Ho il sonno pesante io, riesco a dormire un po' ovunque.-
-Oh no... mi dispiace... non avrei dovuto...-
Il mostro pesce ammorbidì ulteriormente il suo sguardo.
-Ti ho detto di stare tranquilla, Alphys. Può capitare di
addormentarsi così di colpo. E in ogni caso mi sono
divertita ieri.-
Mai parole furono più vere. Aveva passato un intero
pomeriggio in allegria con la sua migliore amica, a ridere di gusto e
parlare animatamente, e questo per lei era sufficiente. Ma senza
dubbio, quella sera le sarebbe rimasta nell'ANIMA anche per un altro
motivo.
Non avrebbe mai dimenticato che era stato in quel frangente nel
quale aveva compreso i suoi sentimenti per Alphys. Solo dopo si sarebbe
preoccupata delle conseguenze del suo innamoramento, in quel momento
era ancora fresca della scoperta e tutto quello che sentiva era la sua
ANIMA pervasa da un immenso calore che le regalava una sensazione di
benessere indescrivibile.
Mentre pensava questo udì il tono preoccupato della
scienziata e venne riportata alla realtà.
-Undyne, scusami... sei dovuta... andare in bagno? Hai fatto come ti
avevo detto, v-vero?-
-Ah, intendi l'ascensore? Sì, ho premuto il pulsante che mi
avevi mostrato.-
Il mostro dinosauro strinse le mani al petto e sembrò
rilassarsi dopo un lungo sospiro.
-Scusami per... la domanda invadente.- disse mentre scendeva dal letto.
-No, figurati. Mi chiedo solo a che servono gli altri piani, ma
immagino che ogni scienziata che si rispetti abbia i suoi segreti,
ahahah!-
Quella sobbalzò come se qualcuno le avesse appena pestato la
coda e si voltò verso l'amica, terrorizzata.
-I-io non ho segreti, non nascondo nulla, quei piani sono solo
inutilizzati o ridotti molto male, non posso far vedere a un'amica un
p-posto così, mi sento così in colpa anche solo
per averti lasciata di sotto con quel c-casino tutta la notte, ti prego
credimi Undyne, io...-
Continuò a parlare in modo irrefrenabile per minuti interi e
man mano che muoveva la bocca iniziò anche a sudare;
pensò che fosse per via dell'ennesima bugia o dell'argomento
spinoso, ma poi capì il vero motivo: Undyne la stava
fissando divertita, e nonostante avesse un solo occhio la scienziata non
riuscì a immaginarsi alcuna espressione matematica che
potesse emulare l'intensità del suo sguardo.
-Oh Alphys, sei così buffa! Ahahah!- ridacchiò la
leader delle guardie portandosi una mano sulla bocca.
Il mostro giallo finì la sua tiritera e fece lo stesso;
c'era qualcosa nella guerriera che le alleggeriva sempre l'ANIMA, e
anche questa volta non poté fare a meno di sorridere
mostrando tutti i suoi dentoni squadrati.
Undyne fece qualche passo in avanti e parlò di nuovo: -Dai
Alphys, andiamo di sotto a pulire-.
-M-ma... tu sei l'ospite, ci devo pensare io a...-
-Anche io ho contribuito a fare disordine, è giusto che ti
aiuti. È per questo che sono rimasta qui a dormire. E poi...
non potevo andarmene senza salutarti.-
-Oh, sei... gentile.-
E appena sussurrò l'ultima parte le sue guance diventarono
rosse
come il foulard dell'amica. Il sorriso di quest'ultima non
falliva mai.
***
La conversazione era caduta in quel
punto dolente per puro caso.
È successo un tardo pomeriggio
a casa di Undyne; lei e Alphys si erano sedute al tavolo della cucina
per leggere qualche volume di un manga che la scienziata aveva portato
fin lì dal suo laboratorio. Era una di quelle serie che
spesso le ammazzava dalle risate, e anche quel giorno entrambe non
riuscirono a trattenersi.
-Ahahah oh mio dio ma 'sti umani sono troppo scemi! Ahahahah!-
sghignazzò il mostro pesce.
-S-sono... mezzi pazzi, ahahah!-
L'altra cercò di contenersi più che poteva, in
fondo si trovava nell'abitazione di qualcun'altro e inoltre credeva di
conoscere il vicino dell'amica... ma probabilmente ormai qualche
schiamazzo l'aveva sentito.
Una volta terminata la lettura, la guerriera posò il suo
fumetto sul legno duro e si lisciò una ciocca di capelli con
una mano palmata.
-Uff, certi pezzi di storia sono troppo demenziali. Ahah sto sudando!
Se penso ancora a quella scena... ahahah...!-
-Forse hanno pensato... di d-dover trascrivere anche gli avvenimenti
più stupidi per chi voleva solo farsi qualche risata.- il
mostro dinosauro fece un timido sorrisino mentre appoggiava anche lei
il manga che stava leggendo sul tavolo.
-Ti ricordi? Avevamo visto la versione animata di questo... pezzo di
storia.- continuò.
-Oh, giusto. Sì, mi ricordo! E ricordo... una di quelle
canzoni che partono alla fine. Quella che... uhm...-
Senza preavviso si alzò dalla sedia e si diresse verso il
pianoforte che teneva sempre nel lato ovest della stanza.
-Undyne, cosa...- mormorò Alphys, poi si azzittì
mordendosi il labbro inferiore quando capì le intenzioni
dell'amica.
Undyne si accomodò davanti alla tastiera e la
guardò un istante, dopodiché abbassò
l'occhio e cominciò a suonare.
Passarono pochi secondi e già la piccola scienziata
riconobbe la melodia: era una delle sigle di chiusura di quell'anime,
ed era anche la sua preferita. Era dolce, romantica, e la leader delle
guardie riuscì a trasmettere tutte queste caratteristiche
con pochi ma decisi movimenti delle dita.
Non osò aprir bocca fino a che l'altra non smise di suonare.
Allora si rivolse al mostro pesce, le parole che le arrivavano dritte
dritte dall'ANIMA: -Oh, adoro questa musica. Sei b-bravissima a
suonare,
Undyne-.
-Ti ringrazio. Quella canzone mi è rimasta impressa appena
l'ho sentita per la prima volta. Ha un bel ritmo, forse non
è il massimo da suonare con il pianoforte, ma... non so, mi
è piaciuta subito.-
-È... la mia p-preferita di quel pezzo storico.- ammise lei.
-Oh!- Undyne la guardò sorpresa. -Credo sia... anche la mia,
Alphys. Dico davvero.-
A quelle parole Alphys strizzò gli occhi e fece ondeggiare
delicatamente la sua coda tozza.
L'altra ricambiò l'occhiata cordiale scoprendo i denti
affilati, ma durò solo qualche secondo. La sua espressione
si fece tutt'a un tratto malinconica e chinò il capo,
l'occhio inchiodato sui tasti bianchi e neri.
-Mi mancava sai... suonare con... qualcuno. Anche solo come pubblico,
nel tuo caso.-
La scienziata strinse le manine e la guardò con del puro
dispiacere dipinto sul muso. Era strano vedere Undyne col morale a
terra; di solito era così gioviale, allegra...
-Ero solita... dare lezioni di piano a Shyren. Anche se non aveva
braccia aveva talento...! Ma... è da molto, moltissimo tempo
che non la vedo. Era una buona amica.-
Il mostro ceruleo fece un lungo sospiro, poi alzò di nuovo
l'occhio sull'amica, e sbiancò.
Alphys stava tremando. Le pupille sembravano fisse sul nulla
più totale, le guance erano disseminate da goccioline di
sudore e la coda era rigida, il lieve scodinzolio di qualche attimo
prima un lontano ricordo.
-A-Alphys?- per una volta fu l'altra a balbettare.
Quella sbatté le palpebre e parve riprendersi da quello
stato di shock.
-S-sto... sto bene.- disse mentre scuoteva la testa, evitando di
guardarla in viso.
La guerriera si alzò dalla sua postazione e fece per
avanzare verso di lei, ma si bloccò e allungò
solo un braccio.
-No, non stai affatto bene. Alphys, è colpa mia? Ho detto
qualcosa di sbagliato?-
La scienziata continuò a scuotere il capo con ostinazione, e
quando parlò non riuscì a controllare i propri
balbettii: -Sto b-bene Undyne. Mi hai f-fatto solo venire in mente
che... anche io n-non mi vedo da tanto con i miei a-amici. Le mie due
amiche Catty e Bratty non le v-vedo da quando sono diventata scienziata
reale. E... e Mettaton n-non sembra più così
attaccato a me. Io ho... ho s-solo te, Undyne-.
In un certo senso, aveva mentito. Non era questa la ragione per la
quale si era sentita malissimo, ma non avrebbe mai potuto dirlo
apertamente, non ad Undyne.
Quest'ultima in ogni caso fu colpita profondamente da quella
confessione e tentò di nuovo di avvicinarsi al mostro
tarchiato, tuttavia ancora una volta dovette rinunciare e si portò invece una mano sulla bocca socchiusa. Tutto quello che voleva fare era
abbracciarla forte e consolarla, appoggiare la testa sulla sua spalla
e parlarle con dolcezza. Ma non voleva, non poteva lasciarsi
andare così.
Alphys non avrebbe mai ricambiato i suoi
sentimenti, e ora, in seguito alle sue parole, era convinta che per la
scienziata lei fosse effettivamente solo una grande amica. E piuttosto
che perderla per sempre a causa di un suo capriccio, preferiva rimanere
tale.
-È... davvero colpa mia allora. Se non avessi parlato...
Scusami Alphys, mi dispiace...-
Il mostro dinosauro cercò di allontanare dalla mente tutti
quei pensieri terribili che la attanagliavano e alzò il muso
per guardare finalmente l'altra nell'occhio.
-N-non è colpa tua. Non potevi s-saperlo. Undyne...- fece
una pausa, poi proseguì: -D-domani sei libera? Se ci...
i-incontrassimo alla discarica?-
-Sì, certo... Per me va bene.-
-Io v-vado ora. Ci vediamo d-domani. Ciao, Undyne.-
Senza aspettare il saluto dell'amica afferrò i manga sparsi
per il tavolo, scese dalla sedia e si mosse verso la porta, ma Undyne
si affrettò a seguirla e si incamminò con lei.
-Ti accompagno, Alphys.-
Quella la scrutò di sfuggita e fece del suo meglio per
sorridere, ma il risultato fu misero.
-G-grazie.- disse allora come vago tentativo di rimediare, e le due si
lasciarono alle spalle la casa a forma di pesce.
***
Alphys sentiva i suoi piedi pesanti
come il
metallo più duro esistente.
Non era passato un solo istante
nel quale non aveva pensato con orrore a quello che aveva fatto alle
creature che teneva nascoste nel laboratorio sotterraneo. A quello che
aveva fatto ad Undyne.
Sì, il mostro giallo sapeva perché Shyren non si
era
più presentata alle lezioni di pianoforte: la sua cara
sorella
era una dei mostri in coma che si erano fusi con altri dopo le
iniezioni di DETERMINAZIONE, e a causa del silenzio della scienziata Shyren non aveva più avuto sue notizie. Aveva evitato fino a quel
momento di rispondere al telefono fisso e alle lettere mandatole dai
mostri che aspettavano ancora di poter ricevere le polveri dei loro
cari; come avrebbe potuto dire alle famiglie ciò che era
successo? Come poteva essere ancora amica della guerriera dopo tutto
questo?
In meno di 24 ore si era posta innumerevoli volte quest'ultima domanda,
ed era giunta ad una singola dolorosa conclusione: non c'era alcun
modo. Non poteva essere sua amica e nello stesso tempo vivere nelle
menzogne.
Per questo quel pomeriggio le avrebbe detto che avrebbe rotto i
rapporti con lei. Le avrebbe regalato la videocassetta che aveva
trovato il giorno in cui si erano incontrate per la prima volta,
così forse avrebbe avuto un bel ricordo di lei... e tutto
sarebbe finito.
Alphys inghiottì la saliva con fatica quando sotto i suoi
piedi il
terriccio blu fu sostituito da acqua stagnante e si addentrò
quindi nella grotta. Non era sicura di come aveva fatto a fare tutta
quella strada in quelle condizioni, ma ora era lì, nella
prima
delle tre caverne dove era stata allestita la discarica del Sottosuolo,
l'oggetto incriminato stretto a sé e un gelido tremolio che
le
percuoteva tutto il corpo.
Undyne... mi dispiace. Mi
dispiace. Ho fatto cose terribili. Non merito la tua amicizia.
Stai benissimo con lei.
Sei sempre
stata benissimo. Per una volta che ti fa ricordare qualcosa di triste
vuoi rompere questa amicizia? Sei... vigliacca? Egoista?
No! Voglio solo
proteggerla... dalle mie frottole. Vorrei solo... essere una buona
amica. Ma non posso... non...
Si arrestò nel bel mezzo della grotta. Intorno a lei vi era
solo
acqua, immondizia e... il soffio del vento. Già, il vento le
stava parlando di nuovo, ma le sue parole non sembravano maligne come
una volta.
Per te Undyne
è molto importante. E tu lo diventi in sua presenza, forse
perché lo sei per lei. Ascolta la tua
ANIMA, Alphys. Non mollare...
Calde lacrime caddero dai suoi occhioni.
Abbassò il muso e
strinse al petto la custodia, e scoprì così che
tra le
mani non aveva affatto una videocassetta, ma un DVD. Quel giorno era
talmente fuori con la testa che prima di uscire dal laboratorio aveva
preso la cosa sbagliata. E ripensandoci, che uso ne poteva fare Undyne
di quel regalo? Non aveva alcun tipo di lettore CD o VHS!
Chiuse gli occhi, e fu pervasa da un'improvvisa ondata di
rabbia. Cinse talmente forte l'oggetto che i suoi piccoli artigli ne
graffiarono i bordi, e con uno scatto d'ira e disperazione
scaraventò la custodia in acqua.
Si precipitò fuori dalla discarica e corse a perdifiato per
la
regione delle cascate, l'angoscia come unica emozione a guidarla verso
Hotland.
Il mostro pesce la stava aspettando
nel punto prestabilito da parecchio. Si guardò
di nuovo gli
stivali rossicci tanto per ingannare il tempo, ma stava seriamente
cominciando a preoccuparsi.
Era ancora così dispiaciuta per quello che era successo il
giorno prima, non avrebbe mai scordato l'espressione assente e il
corpicino tremante di Alphys. Sembrava... disperata.
Disperata...
Un'immagine terrificante si materializzò nella sua
mente ed ebbe l'impressione di sprofondare nella pozza sotto ai suoi
piedi.
No... NO!
Si lanciò nella caverna limitrofa e osservò con
orrore la
cascata che puntualmente trasportava e inghiottiva in fondo all'abisso
i detriti e la spazzatura ammucchiati vicino alle pareti.
L'oscuro pensiero che l'aveva assalita si affievolì appena
si fermò a ragionare.
No, non può
essere. Ero nella caverna accanto, l'avrei sentita.
Continuò a camminare in mezzo all'acqua grigia
finché non raggiunse la grotta che conduceva fuori dalla
discarica.
Dopo qualche passo si bloccò; c'era un oggetto luccicante
che
sbucava dall'acqua, ed era sicura che non fosse presente quando quel
pomeriggio era passata di lì per incontrare la scienziata.
Si
abbassò all'altezza della scatolina colorata e
spalancò la
bocca:
quella era una custodia che conteneva un film storico sugli umani, solo
lei avrebbe potuto...
Oh dio.
In quel momento notò i graffi sui bordi dell'oggetto di
plastica. Erano di sicuro i suoi. Ma perché?
-N-no... vi prego...-
Le parole che quella volta Alphys aveva detto nel sonno le risuonarono
nelle orecchie.
Undyne non esitò ulteriormente. Si alzò in un
lampo e cominciò a correre
sempre
più veloce, l'ANIMA a mille per l'apprensione e dentro la
testa
un unico obiettivo. Attorno a lei il paesaggio cambiò
più
volte e alla fine raggiunse il laboratorio della regione arida; non si
era nemmeno fermata lungo la strada per prendere da bere dal
refrigeratore, e perciò quando entrò nella
struttura
tirò un sospiro di sollievo mentre le gocce di sudore
scorrevano
fastidiose lungo il suo volto.
La vide subito. Il mostro dinosauro era accucciata sul pavimento,
davanti alla porta dell'ascensore. Aveva le manine sugli occhi serrati
e ogni tanto scuoteva il muso da destra a sinistra.
L'altra si mosse
rapidamente verso di lei, poi pian piano rallentò il
passo fino a che non fu a pochi centimetri da quel fagottino
bianco e giallo. Ora riusciva a sentire molto bene i suoi deboli
gemiti, e il suo stomaco si contorse dal dispiacere. Si
inginocchiò di fronte a lei e l'amica si accorse della sua
presenza: aprì gli occhi di scatto e la guardò
con un'espressione sorpresa, ma con anche un pizzico di vergogna. I
suoi
occhiali erano umidi e il viso era solcato da inarrestabili lacrimoni
mentre ogni tanto era scossa dai singhiozzi.
-Alphys...- la chiamò Undyne, turbata da quella visione.
E di colpo al mostro pesce non importò più nulla
delle
conseguenze. La scienziata poteva anche non ricambiare, poteva anche
rifiutarsi di restare sua amica dopo quello che stava per fare, ma lei
non
poteva
sopportare di lasciarla così, a piangere in solitudine per
terra
con indosso un camice mezzo bagnato troppo grande per lei.
Allora lo fece.
Si piegò leggermente e avvolse Alphys in un forte abbraccio.
A quel gesto al mostro più basso uscì uno strano
verso dalla bocca, un misto tra un singulto e uno squittio.
Undyne cercò di mantenere un contatto ferreo ma non
soffocante.
Sapeva di avere dei muscoli particolarmente forti e per questo voleva
essere cauta. Non voleva farle del male.
-Alphys... se non vuoi dirmi cos'hai non importa. Mi basta che tu ti
riprenda. Ma se... se è stato qualcuno a ridurti
così o
se lo farà in futuro io giuro che... gli
spaccherò la
faccia. Chiunque egli sia.-
Undyne...
-Capito, Alphys? Tranquilla...-
Oh, Undyne...
Nuove lacrime le scivolarono da sotto gli occhiali rotondi, e
affondò il
muso nella
spalla dell'altra. Non riuscì più a contenersi;
iniziò a piangere a dirotto in quella posizione, il calore
confortante della guerriera che riempiva l'aria tutt'intorno a lei, la
sua mano palmata
che occasionalmente sfregava con delicatezza sulla sua schiena...
-Sono qui... ci sono io...-
Undyne... Undyne...
Il suo nome fu tutto ciò a cui riuscì a pensare
in quel
momento.
Lei era davvero lì, al laboratorio, ad abbracciarla con
vigore e
rassicurarla con quella voce ovattata... Percepiva la sua pinna
solleticarle la guancia, la sua ANIMA bianca che batteva contro il suo
camice...
Ma poi accadde qualcos'altro, e Alphys si domandò
con un brivido se per caso non si trovasse in un sogno.
Undyne aveva cominciato a canticchiare a bocca chiusa la melodia di
quella sigla, la
sigla che aveva suonato al piano, la sua preferita... Ed emessa dalla
sua gola le sembrò come una dolcissima ninna nanna. Ora vi
era anche
quel suono nella sua ANIMA: i suoi battiti non erano più
soli, e
non lo sarebbero stati mai più.
...e la sua ANIMA perse
un battito.
Ecco, era successo.
La scienziata comprese solo ora, dopo tanto tempo, il significato di
quella
sensazione così inusuale ma meravigliosa.
Undyne... io...
Il suo pianto gradualmente si attenuò, poi alzò
piano la testa
dalla
maglietta ormai bagnata dalle lacrime e mosse le
braccia
grassottelle per stringersi al mostro pesce.
Ti amo... Ti amo,
Undyne...
Quella sussultò; non si aspettava che la sua amata
ricambiasse
il gesto, eppure era riuscita a superare la barriera della timidezza e
stava anche agitando la coda felicemente. Allora la guerriera
rilassò le labbra e si
lasciò sommergere dall'intensità di
quell'abbraccio, mentre la sua ANIMA batteva all'impazzata e
non accennava a calmarsi.
Quel magico momento spazzò via ogni brutto pensiero e
ricordo, e alla fine Alphys sussurrò una sola parola, questa
volta pura e sincera:
-Grazie...-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Piccola nota: se si parla con un NPC a Snowdin, si può intuire che i mostri di Undertale non producono scorie mangiando i loro particolari cibi (?), quindi Undyne all'inizio del capitolo è semplicemente andata a lavarsi le mani suppongo xD Anche perché non avendo sangue non credo nemmeno debbano urinare... Vabbè, cose strane fatte da Toby Fox ahahah. Eh sì, capitolo decisamente intenso e anche triste... ovviamente ho inventato io la quasi rottura, voi l'avreste immaginato così? Comunque ringrazio chi sta leggendo e l'immancabile Aes che mi fa i papiri OwO Preparatevi per l'ultimo capitolo!
See yaaaa!