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Autore: HistoryFreak_91    05/07/2019    2 recensioni
6000 anni sono davvero un'infinità. Tante sono le vicende, gli eventi storici e non che si susseguono e Crowley ed Aziraphale erano nei paraggi per molti di essi.
Questa fanfiction ha la volontà di evidenziare alcuni momenti salienti delle vite delle due entità, cercando di essere il più possibile storicamente accurata (con alcuni cambiamenti per rendere più vivace ed anche più semplice la lettura) e soprattutto fedele ai due personaggi principali.
Gli avvenimenti saranno in ordine sparso. Potrebbero essere solo un paio di capitoli oppure una bella raccolta di numerose oneshot/flashfic/drabble.
Genere: Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aziraphale si trovava lì quando il vulcano aveva eruttato: aveva sentito la terra tremargli sotto i piedi, il cielo coprirsi di nuvole minacciose che si erano riversate sulle sponde dell'alta montagna facendosi sempre più nere, come se Satana in persona stesse regurgitando l’Inferno sulla Terra. E poi era giunta la cenere, fitta e soffocante, incandescente, a coprire i tetti delle case, a soffocare uomini ed animali riversati per le strade, incapaci di comprendere l'entità di ciò che stava accadendo mentre i tetti ai sgretolavano causando orrendi incidenti a cui l'angelo non era sempre pronto ad ovviare. Altri fuochi divampano accessi da schegge impazzite ed il cielo iniziò a tuonare, come se si spaccasse in due, nero di fumo e cenere. 

 

Passarono le ore ed il tramonto bruciava il cielo rendendolo tutt'uno con l'orrendo spettacolo che si stava riversando sulla Terra. Ormai non c'erano che rovine tutto attorno, rovine, fuoco e fumo. L'angelo aveva fatto il possibile per soccorrere le gli innocenti abitanti ma cosa sperava di poter far senza avere i mezzi per farli allontanare abbastanza velocemente da permettere loro la salvezza? Alcuni li aveva miracolati, tenendoli in vita fino al mattino successivo, ma solo in pochi erano riusciti ad evacuare la città ed allontanarsi abbastanza da evitare la terribile onda di cenere che si era riversata tutta attorno al vulcano Il mattino dopo dell'eruzione: l'urto era stato così potente, incontrollato, impossibile da bloccare che aveva raso al suolo la città già in rovina e ricoperto ogni cosa, animali e persone compresi. Aziraphale era sopravvissuto per miracolo ma quando aveva aperto le ali per scuoterle dalla cenere si era ritrovato dinanzi ad un orrendo spettacolo fatto solo di morte e distruzione. 

 

Senza parole, aveva cominciato a camminare sulle ceneri incandescenti per poi librarsi nuovamente in volo, non sopportando le ustioni ai piedi: era forse così che ci si sentiva camminando su fuoco infernale? Si era guardato intorno incapace di comprendere quanto fosse accaduto e, comprendendo che nessuno fosse più in vita per vederlo, aveva spiccato il volo. Dall'alto dei cieli aveva visto che il danno era molto più esteso di quello che immaginava ed i suoi occhi si erano posati su città semi-distrutte dove ancora percepiva un briciolo di vita e fervore. 

 

Si diresse verso sud dove vedeva barche ancora attraccate ai porti, una speranza che lo mosse a tal punto da prendere a volare ad una velocità mai vista prima quando i suoi occhi caddero su due uomini solitari che stavano in piedi ai bordi della città di Stabia. Uno di loro vestiva interamente di nero, i lunghi capelli rossi che fluttuavano al vento, mentre l'altro aveva un'aria importante, una folta barba e scriveva, scriveva senza fermarsi. 

 

“Crawly.” A quel richiamo, l’uomo dai capelli rossi si voltò per vedere l’angelo posarsi a terra, un'espressione inebetita sul volto mentre nascondeva nuovamente le ali per non farle notare all'altro uomo che non lo degnò comunque neanche di uno sguardo. Il demone non parlò, osservò l'angelo che ricambiava il suo sguardo, incapace di mettere insieme un pensiero coerente: la sua espressione era ancora quella di un uomo che aveva perso le parole, un uomo talmente sotto shock da non essere in grado di somatizzare neanche un minimo delle informazioni che aveva raccolto. Eppure c'era qualcos'altro nei suoi occhi, dietro quella patina di doloroso stupore; uno stupore diverso, uno stupore positivo, quasi gioioso alla realizzazione di avere davanti una faccia amica. Aziraphale non si era reso conto di ciò, ovviamente: ritrovarsi a provare conforto alla vista di un demone sarebbe stato uno scorno per un angelo come lui. Ma in quel momento, inebetito com'era, l'unica cosa che gli interessava era quella sensazione di calore che gli si era dipanata nel petto prima di fare spazio ad una fredda realizzazione. Il suo sguardo si fece improvvisamente cupo e Crawly poté vedere i suoi occhi spegnersi come una candela.

 

L'angelo non fece in tempo a dire una parola che l'uomo accanto a Crawly cominciò ad accasciandosi a terra. 

 

“Ugh, non di nuovo.” Crawly sbuffò, piegandosi sull'uomo a terra. “Ehi tu, forza, rimettiti in piedi.” Gli prese un braccio e l’aiutò a rialzarsi. Aziraphale corrucciò la fronte.

 

“Chi è quest'uomo?” Domandò spontaneamente mentre Crawly si assicurava che il romano tenesse ben saldi calamo e pergamena e continuasse a scrivere.

 

“Un folle.” Rispose, la smorfia sul suo viso a metà tra disgusto ed un sorriso beffardo. “Comandante della flotta a Miseno, appena ha visto tutto il trambusto ha deciso che non poteva lasciare tutto il divertimento agli altri e si è tuffato nella mischia.” Aziraphale avrebbe voluto commentare che non c'era niente su cui scherzare, ciò che era accaduto era una tragedia, ma l'amarezza nelle parole che seguirono il discorso di Crawly lo fecero tacere: “Ovviamente non potevo dirgli di non andare, non sarebbe stato degno di un demone, così gli ho dato carta e penna. Gli ho detto: se proprio devi farti ammazzare dall’esplosione, che sia continuando a lavorare, stupido umano assetato di conoscenza.” Il demone sorrise come se si aspettasse una pacca sulla spalla ma c'era qualcosa che non andava nel suo ragionamento ed Aziraphale, in quella situazione così concitata, non riusciva ad additarlo. 

 

“Cosa sta scrivendo?” L'angelo fece qualche passo avanti, sbirciando sulla pergamena dell'uomo che ogni tanto alzava la testa e si osservava attorno: era ormai tardo pomeriggio e le nuvole bianche si stagliavano vorticose contro un cielo di un blu irreale. Tutt’attorno la terra era bianca di soffice cenere e sembrava che il Paradiso avesse ricoperto la terra. Aziraphale tremò a quel pensiero, stringendosi nelle spalle. 

 

“Tutto e niente.” Fece spallucce il demone. “Sono due giorni che scrive tutto ciò che vede. Per la scienza, dice.” Aziraphale voleva replicare e ricordare al demone che ci aveva messo lo zampino lui stesso, che nessun uomo sano di mente sarebbe rimasto così a lungo in un luogo così pericoloso e Plinio il Vecchio, per quanto l'angelo ne sapeva, doveva essere un uomo intelligente visto che non solo era a capo di una flotta ma sapeva leggere e scrivere. 

 

“Chi pensa che leggerà questa sua impresa se si lascerà uccidere dalle esalazioni del vulcano?” Domandò l'angelo, indicando la maestosa montagna ormai placata. Crawly rimase in silenzio per qualche istante, incrociando le braccia sul petto e voltandosi a guardare l’angelo con un sopracciglio alzato. 

 

“Tu?” A quell'affermazione, l'angelo aprì e poi richiuse immediatamente la bocca come un pesce, abbassando il braccio teso. Strinse le labbra e fece il broncio all'altro che sembrava piuttosto divertito. 

 

I due rimasero in silenzio: le urla che avevano accompagnato Aziraphale per due intere giornate si erano fatte sorde e l'angelo ne provava quasi dispiacere al pensiero di tutte le persone che le avevano esalate prima del loro ultimo respiro. Il ricordo dei corpi inceneriti, cristallizzati per sempre, ombre contro i muri ed i pavimenti lo assalivano come un incubo da cui era incapace di svegliarsi. Si chiedeva se fosse questo l’Inferno perché non poteva immaginare nulla di più terribile. Non che potesse immaginare alcunché: gli angeli erano privi di immaginazione per natura; era prerogativa degli umani creare dal nulla.

 

“È stato Lui?” Domandò d'improvviso l'angelo, indicando verso il basso, destando l’attenzione dell'uomo in nero accanto a sé che corrucciò la fronte prima di capire. Aziraphale aveva un'espressione severa, cupa, sconfitta. Non lo aveva mai visto così arrabbiato… anzi, no, non lo aveva mai visto arrabbiato. 

 

“Così sembrerebbe.” Decise di non mentire: personalmente, lui non aveva avuto niente a che fare con l'eruzione, era semplicemente stato avvertito, gli era stato detto di andate ad osservare, di bearsi – e qui avevano riso – dello spettacolo. Lui ci aveva trovato ben poco da ridere ma aveva fatto buon viso a cattivo gioco e quando si era imbattuto in Plinio aveva deciso che fingersi schiavo ed accompagnarlo nelle sue peripezie sarebbe stato di certo più interessante che osservare intere città andare in fumo. L'aveva accompagnato ed osservato mentre cercava di salvare il numero più cospicuo di persone e sì, lo aveva convinto a rimanere ed a scrivere tutte le sue impressioni sapendo che sarebbe morto ma non importava: le memorie di un naturologo come Plinio avrebbero certamente giovato alle future generazioni umane; l'uomo era comunque abbastanza vecchio, più di cinquant'anni, ed aveva fatto la sua vita. Un piccolo sacrificio: l'Inferno lo avrebbe premiato per questo ma Crawly in cuor suo sapeva che la cosa più importante sarebbe stata trasmettere quelle informazioni ai posteri. Per questo era rimasto con lui fino alla fine, pronto a consegnare i suoi scritti al nipote in un modo o nell'altro e l'angelo era capitato a fagiolo, giusto per non farlo sentire in colpa di aver fatto, in fondo, una cosa buona.

 

Plinio lasciò cadere il calamo a terra e prese la pergamena a due mani.

 

“È fatta.” Tossì e le ginocchia gli cedettero ma il pronto intervento dell'angelo fece sì che non cadesse a terra. L’uomo era piuttosto pesante e Crawly, sbuffando, si apprestò a prenderlo per l'altro braccio, portandoselo sulle spalle. Aziraphale l'osservò sorpreso e, prima che potesse aprire bocca dietro quello spontaneo sorriso intenerito, Crawly sibilò:

“Non dire una parola.” L'angelo strinse le labbra e soffocò un risolino: incredibile come il demone lo facesse sorridere persino dopo degli avvenimenti così tragici.

 

Le due entità aiutarono Plinio a raggiungere nuovamente la spiaggia e lì lo aiutarono a stendersi a terra. 

 

“Sei stato un uomo veramente coraggioso.” Lo confortò Aziraphale nei suoi ultimi momenti; Plinio era ormai incapace di parlare. I suoi occhi si spostavano dai rossi capelli del demone al viso rassicurante dell'angelo senza più riuscire a chiedersi neanche a chi appartenessero.

 

Crawly stava mettendo in ordine le pergamene del Vecchio. Le arrotolò e sigillò per poi consegnarle ad Aziraphale che le prese lanciando un sorriso al demone il quale distolse immediatamente lo sguardo, sbuffando. 

 

“Ecco a te.” Sussurrò con dolcezza l’angelo, prendendo le mani del romano e cingendogliele delicatamente sul petto attorno alla pergamena. “Il tuo lavoro è compiuto adesso.” La sua voce era calma, serafica e Plinio se ne lasciò cullare, chiudendo lentamente gli occhi. “Ti ritroveranno su questa spiaggia l'indomani mattina.” Plinio quasi non sentiva più le sue parole ma provò conforto al pensiero che il suo lavoro non sarebbe stato perduto. “Sei stato un uomo veramente coraggioso.” Ripeté Aziraphale e Plinio si addormentò serenamente.

 

Crawly ed Aziraphale rimasero insieme per tutta la notte in religioso silenzio, vegliando sul corpo dello scienziato da una distanza di sicurezza. Quando il mattino dopo fu ritrovato, osservarono il compianto dei suoi familiari e li seguirono con gli occhi mentre si allontanavano con una barca, il nipote sfogliando tra le lacrime le pergamene che lo zio aveva stretto al petto fino alla fine.

 

“Una tragedia.” Commentò Aziraphale, rompendo il lunghissimo silenzio. Crawly voleva concordare ma riuscì solo a lasciarsi scappare un grugnito. L'angelo l'osservò con la coda dell'occhio: tutti i muscoli del collo e del viso erano tesi ed il corpo eretto era rigido mentre un’espressione imbronciata gli increspava le labbra: Crawly era arrabbiato, Aziraphale lo sentiva. “Alla fine la tua malefatta porterà buoni frutti.” Si decise a dire l'angelo ed il demone si voltò per incontrare un sorriso rassicurante. Lo guardò per qualche secondo sempre con quell'espressione imbronciata, come per assorbire il significato di ciò che gli era appena stato detto. 

 

“Non farti strane idee, angelo.” Sventolò una mano all’aria, cominciando ad allontanarsi. “Non c'era nulla di buono nelle mie intenzioni.”

 

“Oh, non ne ho dubbi.” Rise Aziraphale, quel riso che Crawly trovava oh così irritante e… decisamente adorabile. 

 

“Bene.” Crawly aprì le ali, pronto a volare via. 

 

“Bene.” Ripeté Aziraphale, irremovibile. Crawly alzò lo sguardo al cielo ma, approfittando del fatto di essere di spalle, si lasciò scappare un sorriso soddisfatto per poi alzare una mano e salutare.

 

“Ci vediamo in giro, angelo.” E così dicendo sferzò l'aria con le ali, librandosi in cielo. Le nere piume sfavillavano al contatto con i raggi del sole e si aprirono in tutta la loro estensione per permettere al demone di allontanarsi velocemente. Uno spettacolo mozzafiato.

 

“Ci vediamo, Crawly.”

 

Note dell'Autore: 

  1. Nella Lettera di Plinio il Giovane a Tacito viene citato di come Plinio il Vecchio fosse accompagnato da due schiavi che rimasero con lui mentre osservava l'eruzione. Mi piace pensare che fossero Aziraphale e Crowley. 

  2. L'idea che sia stato Satana a scatenare l’eruzione del Vesuvio l'ho presa da un'altra fanfiction trovata su Ao3, in lingua inglese: https://archiveofourown.org/works/19387417. L'eruzione è trattata in modo completamente diverso in questa fiction ma l’idea di Satana l'ho adottata anch'io basandomi su di essa
​Edit: Per qualche ragione la mia memoria pensava che il cambio di nome da Crawly a Crowley avvenisse ai tempi dell'Arca di Noé ed invece è attribuito al giorno della morte di Cristo. Il nome sarà modificato per correttezza. 
   
 
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