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Autore: HistoryFreak_91    06/07/2019    1 recensioni
6000 anni sono davvero un'infinità. Tante sono le vicende, gli eventi storici e non che si susseguono e Crowley ed Aziraphale erano nei paraggi per molti di essi.
Questa fanfiction ha la volontà di evidenziare alcuni momenti salienti delle vite delle due entità, cercando di essere il più possibile storicamente accurata (con alcuni cambiamenti per rendere più vivace ed anche più semplice la lettura) e soprattutto fedele ai due personaggi principali.
Gli avvenimenti saranno in ordine sparso. Potrebbero essere solo un paio di capitoli oppure una bella raccolta di numerose oneshot/flashfic/drabble.
Genere: Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale osservava in silenzio la scena davanti a sé: aveva aspettato a lungo l’arrivo di Abramo che adesso arrancava su per la montagna che il Signore gli aveva indicato e raggiungeva alfine il luogo pattuito. L’angelo rimase impassibile mentre osservava l’uomo raccogliere la legna e preparare il luogo del sacrificio.

 

“Ehi, angelo! Che luogo curioso dove incontrarti.” La voce improvvisa di Crawly fece sussultare Aziraphale che si voltò di scatto per vederlo avvicinarsi, un sorriso sornione in volto, la tonaca nera che strusciava nell’erba alta ed una mano che scostava un ramo per permettergli il passaggio impedendo alle foglie di intrecciarsi nei lunghi capelli rossi. Dalla rigidità nel corpo dell’angelo, il demone non ci mise più di qualche secondo per capire che qualcosa lo turbava. “Che succede?” Aziraphale non sapeva bene spiegare, non così su due piedi. Si morse il labbro inferiore e si voltò a guardare oltre i cespugli, un gesto che Crawly interpretò come un invito a fare altrettanto. Il demone non se lo fece ripetere due volte e raggiunse l'angelo, facendosi breccia tra il fogliame per scorgere davanti a sé Abramo che legava un bambino all’altare. Gli occhi gialli del demone si illuminarono di stupore. Gli ci volle un po’ per trovare qualcosa da dire: “Non è da te, angelo: stare a guardare mentre succedono cose di questo genere.” Provò a scherzare ma il tono della voce lo tradiva.

 

“Non ho scelta.” Lo interruppe Aziraphale e Crawly non poté fare a meno di notare come il suo sguardo sembrasse ansioso, quasi nervoso. L’angelo sentì gli occhi del demone fissarlo così intensamente da perforargli il cranio e scoccò un veloce sguardo al terreno prima di spiegare con un tono concitato: “È stato Dio a mandarmi qui.” All’espressione corrucciata dell’angelo corrispose quella incredula del demone. Aziraphale sospirò e riportò gli occhi all’uomo ed al bambino, seguito dallo sguardo di Crawly. “Vuole che sorvegli e controlli che tutto vada bene, che Abramo… porti a termine il sacrificio di suo figlio, Isacco.”

 

“Suo figlio?” Il volto di Crawly si fece ancora più incredulo; i suoi occhi si spostavano dall’angelo al rituale come se cercassero una spiegazione per ciò che stava accadendo. Ma no, non c’era nient’altro da spiegare, nulla di più da comprendere. Il demone forzò un sorriso inebetito. “Sembra tanto qualcosa che la mia fazione mi chiederebbe di fare.” Crawly sentì l’angelo accanto a sé irrigidirsi: teneva le labbra serrate e gli occhi fissi sull’orribile scena, i pugni chiusi, le spalle strette come a volersi fare piccolo fino a sparire. Possibile che il suo Dio, il suo Padre onnipotente potesse volere una cosa così crudele? Eppure gli ordini erano stati chiari, Aziraphale li aveva ricevuti dal Metatron in persona. Ma perché doveva assistere ad una cosa così dolorosa, lui che era un angelo pieno d’amore e, nello specifico, di amore per il genere umano? Sì, perché Aziraphale, sin dai giorni del Giardino dell’Eden, si era grandemente affezionato a quelle creature così indifese ma così ingegnose da domare qualunque altra creatura e trovare un modo di sopravvivere e persino usare a proprio vantaggio una natura spesso sfavorevole. E lui, questo angelo messo a loro guardia, non poteva fare a meno di avere insita nella sua natura la volontà di aiutarli, di proteggerli come meglio poteva e quanto più gli era permesso. Perché allora il suo Dio, suo Padre lo aveva mandato ad osservare un atto tanto orribile? Aveva visto generazioni nascere e crescere a partire da Eva, aveva compreso l’amore ed il più sincero diniego dei genitori per i propri figli fino a realizzare quanto innaturale fosse un atto del genere. Eppure era questo che Dio voleva ed ad Aziraphale aveva chiesto di essere il suo testimone. Era parte del grande piano.

 

“È ineffabile.” Si decise finalmente a parlare, dopo quella lunga digressione, l’angelo e Crawly lo guardò come se fosse ammattito.

 

“Giusto.” Ghignò, dopo alcuni istanti di silenzio, alzando le braccia al cielo. “È tutto parte del Suo piano.” 

 

“Aziraphale.” D’improvviso una voce riempì la mente dell’angelo che si portò due dita alle tempie, riconoscendo il Metatron. “Fermalo.” Aziraphale non se lo fece ripetere due volte ed accorse a fermare la mano di Abramo prima che fosse troppo tardi. Crawly rimase a guardare la scena da dietro i cespugli e si spostò appena in tempo per non farsi colpire dall’ariete che l’angelo aveva fatto accorrere con un miracolo. L'animale si intrecciò con le corna fra i cespugli rendendo facile ad Abramo catturarlo e sacrificarlo a Dio al posto del figlio. 


Crawly aspettò fino a quando Abramo ed Isacco non si furono allontanati dopo aver pregato insieme all'angelo ed assicurato a Dio la loro più completa fiducia. Allora il demone raggiunse Aziraphale sul bordo del dirupo, le braccia incrociate al petto ed uno sguardo ancora piuttosto perplesso.


“Davvero un bel bluff, c'ero quasi cascato pure io...” Commentò mentre Aziraphale abbassava il braccio che aveva fino ad allora sventolato per salutare i due umani.

 

“Era necessario.” Si limitò a ribattere, rinfrancato dal fatto che il Metatron gli avesse concesso di intervenire appena in tempo. “Era una prova per testare la fede nella misericordia di Dio.” Continuò, voltandosi a fissare Crawly con sguardo soddisfatto, come a dire te l'avevo detto. Il demone sbuffò: sapeva benissimo che Aziraphale era rimasto tutt'altro che calmo e che il suo tanto amato Dio gliel'aveva fatta anche a lui. Eppure si morse la lingua e decise di non infierire, forse spinto dall’intima realizzazione che dover vedere la parte notoriamente buona agire in maniera così crudele faceva uno strano effetto anche a lui.


“Testare la fede, giusto, giusto.” Scosse il capo e fece un gesto con la mano. “Grande piano, grande prova, bravo.” Rise ma era un riso amaro, beffardo ed al tempo stesso seccato. Cominciò ad allontanarsi, gesticolando come suo solito: “Meno male che ci sei tu, angelo, a rimanere impassibile.” Aziraphale si irrigidì ancora una volta ma subito si sforzò di scrollarsi di dosso quella sensazione.

 

“Nessuno di noi può conoscere il Suo piano.” Rispose seraficamente, ricevendo uno sbuffo da parte di Crawly. “L'unica cosa che ci è dato fare è credere in Lui.”

 

“Continua a ripeterti queste parole, angelo.” Scosse il capo il demone. “Sono certo che ti saranno utili anche in futuro.” E così lo lasciò, perdendo il sorriso, andandosene pensieroso.

 

Aziraphale rimase a fissare il punto in cui Crawly era scomparso, le mani giunte davanti al corpo immobile. Cercava di non pensare, di tenere la testa libera perché sapeva che se si fosse fermato ad ammettere ciò che lo turbava non ne avrebbe mai visto la fine. Dopo qualche lungo istante, si volse e gli occhi gli caddero su ciò che rimaneva dell’ariete: certo che a volte il suo Dio sapeva essere davvero crudele.

 

​Edit: Per qualche ragione la mia memoria pensava che il cambio di nome da Crawly a Crowley avvenisse ai tempi dell'Arca di Noé ed invece è attribuito al giorno della morte di Cristo. Il nome sarà modificato per correttezza. 

 

 
   
 
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