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Autore: Daerys the Drow    06/07/2019    0 recensioni
[Ctrl-Z](Winter Fairy è il prologo di questa storia, se ne consiglia la lettura per comprendere la situazione iniziale)
Nelle steppe a nord-ovest la vita scorre tranquilla per la giovane coppia e sembra non avere nuvole all'orizzonte... ma nulla è così facile come sembra, quando il destino decide di intrecciare i fili delle vite dei mortali e li conduce lungo una via oscura.
Un mistero inquietante che si svelerà essere una delle più antiche profezie del mondo: per i sei compagni la strada verso il pericolo è ormai l'unica certezza.
Genere: Comico, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo in pista

 

-Ma come cazzo fai a perdere una capra?!-

-E se fosse rimasta chiusa fuori senza più possibilità di dormire al calduccio? E se l'erba del nostro prato non le fosse più piaciuta? E se avesse deciso di andare all'avventura anche lei? E se si fosse allontanata troppo e si fosse persa nei boschetti qua dietro? Oddio, come faremo a ritrovare il nostro Signor Beh?!-

-E se la attirassimo con l'odore di salsicce?-

-Io, Skull, non ho capito. La capra è una capra capra o è una capra capro?-

Mentre Dani tentava -senza successo-  di reprimere un attacco di panico, Etan proponeva piani di ricerca diversamente proponibili, Hugo sclerava per l'assurdità della situazione e Skull era occupato a comprendere la natura del fuggitivo, Greyl si mise con calma a togliere le cose dalla tovaglia.

Una volta che fu tornata una parvenza di quiete, riuscirono a ragionare sulla mossa successiva.

-Questa casa è protetta da una barriera che lascia passare solo coloro che hanno il mio permesso, sia in un senso che in un altro. La barriera ha rilevato un codice anomalo in uscita e poco dopo il tentativo di accesso da parte di un codice non approvato.-

-Quindi qualcosa è uscito e poi ha provato a rientrare?- chiese Hugo e l'amico annuì.

-Ciò che è strano è che la barriera ha riconosciuto chi è uscito, altrimenti non l'avrebbe fatto passare.-

-Quindi dev'essere stata per forza la capra-non-capra.-

Greyl annuì di nuovo e Dani si asciugò una lacrimuccia.

-L-la nostra capretta…-

Hyugo gli mise una mano sulla spalla: -La troveremo, tutti insieme.-

Si ritrovarono un’ora dopo sulla sponda del fiume su cui Dani aveva cercato di camminare per due inverni di fila.

-Nessuno ha trovato nulla?-

-Niente di niente. Anche i boschi nei dintorni sono puliti.-

-Io ho trovato dei marroni!- Etan mostrò tutto fiero il suo bottino da scoiattolo, ricevendo come compenso l’occhiataccia di Hugo e l’indifferenza degli altri.

Greyl non aveva neanche ascoltato.

-Non possiamo restare qui- disse.

-Ma il Signor Beh? Non possiamo abbandonarlo così!- l’elfo cercò di fermarlo.

-Qui non c’è e non lo troveremo restando fermi. Abbiamo cose più importanti a cui pensare.-

-E dove andiamo?-

-All’Accademia di Magia.-

 

Il viaggio verso lo scalo più vicino della nave volante fu lungo e relativamente silenzioso. Si sentiva una certa tensione tra l'elfo e lo stregone e neanche Etan riusciva a risollevare il morale del gruppo con le sue idiozie.

Avevano superato da tempo il villaggio a sud del rifugio dello stregone e si erano diretti ancora più giù, ignorando del tutto la città. Il cammino li aveva portati ad attraversare una fitta foresta, in cui però Greyl sembrava sapersi muovere senza grandi problemi.

Hugo si era trovato ad osservare spesso la schiena dell’amico d’infanzia. Credeva di conoscerlo da sempre, eppure sembrava qualcuno di completamente diverso da quello che credeva e la cosa lo turbava: quanto di quello che vedeva era effettivamente il Greyl di una volta?

Proseguirono con ritmo serrato per altre due ore e Hugo notò che Etan e Dani cominciavano a dare segni di stanchezza. Anche a lui le gambe facevano un male cane, dato che non era abituato a procedere con quel passo a lungo, ma fece un piccolo sforzo per raggiungere lo stregone.

-Greyl, facciamo una piccola pausa…-

-Dobbiamo portare i cristalli al sicuro.-

-Ma non…-

-Proseguiamo- lo interruppe di nuovo, come se non l’avesse neanche ascoltato, allora Hugo gli afferrò il braccio, costringendolo a voltarsi e a guardarlo.

-Ti sto dicendo che non ce la facciamo, porca puttana! Lo so che sei abituato a stare da solo, ma hai chiesto il nostro aiuto, quindi devi considerare anche la nostra presenza! Abbiamo bisogno di una pausa!-

Greyl passò lo sguardo sugli altri, notando solo allora i segni di stanchezza e Dani che si appoggiava al bastone nel tentativo di dare un po’ di riposo alle gambe che tremavano. Senza dire nulla, appoggiò la bisaccia a terra e si sedette con la schiena contro un albero, lasciando implicito il messaggio.

Gli altri si misero a preparare il necessario, srotolando i sacchi e preparando la cena; Dani porse la ciotola a Greyl, ma lui non la accettò, lo sguardo perso nelle fiamme danzanti…

 

-Ho portato gli ingredienti che hai chiesto, padrone.-

-Ti ha visto qualcuno?-

-Pf, fammi il favore, devo ricordarti chi sono?-

-Appoggiali qui-  il giovane non lo guardò neanche, troppo impegnato a seguire la pozione.
-”Oh, grazie Sargatana, sono così fortunato a poter richiedere i suoi servigi! La mia gratitudine nei suoi confronti non sarà mai sufficiente a…”-
-Ma finiscila.-

Il ragazzo interruppe il vociare petulante del demonietto, che lasciò il bottino sul banco da lavoro e si appollaiò su una mensola lì vicino, stizzito.

Erano insieme da diversi mesi e ormai la loro collaborazione era quasi naturale, nonostante la palese insofferenza del demone per quel luogo, cosa che, dopotutto, il giovane studente poteva anche capire e un po’ lo compativa.

Era confinato in un posto dove non apparteneva, che lo logorava, lontano da casa e senza potervi tornare. Però era un demone e poteva servire.

Poteva liberarsene quando voleva…

-Serve qualcosa, padrone?- Una voce soave che ricordava il suono di mille arpe angeliche e un odore delicato di rosa avvolsero il ragazzo. Le cose sembrarono quasi perdere consistenza mentre delle mani dal tocco delicato come seta che passa tra le dita si poggiavano sulle sue spalle, la bocca che profumava di rosa si avvicinava al suo orecchio.

-Posso darti tutto ciò che desideri, mio signore… chiedimi… ordinami…-

L'alchimista cercò di voltarsi per vedere chi aveva osato toccarlo, ma il corpo non rispondeva più mentre la voce si faceva sempre più potente nella sua testa.

-Prendimi.-

 

Greyl spalancò gli occhi nel buio della notte, accorgendosi di aver sudato nel sonno e avere il respiro leggermente accelerato. Si voltò e vide Dani steso lì accanto, che lo guardava preoccupato.

-Are you ok?- gli chiese sottovoce.

Per tutta risposta, Greyl si girò dall'altra parte.

Nel successivo giorno di marcia il castano continuò ad apparire impassibile da fuori, quasi perso a fissare il vuoto, ma in realtà stava solo cercando di resistere, resistere alla tentazione di aprire lo zaino e sentirlo un'altra volta tra le mani, sentirne il potere, sentirlo suo…

Ma non doveva accadere. Abbandonarsi a quel tipo di magia poteva mettere in allerta i loro nemici e svelare potenziali informazioni sul loro piano e questo non doveva accadere.

-Secondo la mappa, non dovrebbe mancare molto al porto, la foresta si estende solo per un'altra cinquantina di metri.-

Hugo pensava ad alta voce, guardando la mappa, quando fu interrotto da una sgradevole voce stridula: -E saranno cinquanta metri che non percorrerete mai!-

   
 
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