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Autore: kamy    07/07/2019    0 recensioni
[Stony].
Steve inizia a comportarsi in modo strano davanti a Tony. Sente uno strano odore e presto Stark si accorgerà che questo porterà parecchi guai.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Questa storia partecipa alla Parole Intraducibili Challenge indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”.

Prompt: 9) Eleutheromania. Dal greco: desiderio di sentirsi liberi.

 

Cap.6 Voglia di libertà

 

James rientrò correndo.

“Ho il bicchiere d’acqua!” esultò.

 “Allora il mondo è salvo” ironizzò Tony.

Bucky arrossì, abbassando il capo, Steve trattenne un sorriso, mentre James raggiungeva Stark e gli porgeva il bicchiere d’acqua.

“Sarà meglio che io porti qui la strumentazione adeguata” disse Strange. Venne circondato da una serie di prismi e scomparve.

“Sempre parecchio scenografico, il nostro ‘Supremo’” scherzò Tony.

< Un giorno o l’altro riuscirò a capire tutte le sue reference > rifletté Steve.

 

**************

 

Steve si allacciò la cravatta e guardò il proprio riflesso nella grande porta a vetri della sua camera.

< Ho creduto di essere precipitato nella follia. Il mio corpo scivolava languidamente e l’unica cosa che riuscivo a pensare che c’era solo lui e il suo profumo. Il suo odore non si limitava a pizzicarmi la mente, ma a sconvolgermi i sensi, devastarmi la mente, sprofondando nella mia anima, incuneandosi in essa.

Ogni cosa era stata cancellata: sogni, realtà, desideri, pensieri. Il mio stesso essere era stato modificato.

Thanos doveva essere ossessionato da Stark e questo ha portato al suo mal utilizzo delle gemme.

Delle semplici pietruzze possono decidere della mia vita.

Ho sempre pensato di dover combattere per la libertà, che potessi realmente fare qualcosa. Mi sono sempre sacrificato dimenticandomi di vivere.

Quella semplice mezzora, in cui non è successo un disastro solo per la compostezza di Stark e la sua integrità, o almeno penso fosse tale anche se mi è sembrata durare un’eternità, mi ha cambiato.

Voglio provare ad essere me stesso per una volta.

‘Tony’ mi ha sempre detto di iniziare a vivere la mia vita. Forse è tempo che io lo faccia.

Dopo la Civil War non sono più un ragazzino. Mi sono sentito dilaniato vedendo ridotto in quel modo l’uomo che amo.

Non commetterò adesso l’errore di essere cieco davanti ai miei sentimenti.

Quell’incantesimo, non saprei in che altro modo chiamarlo, mi ha dato un segnale fin troppo forte e chiaro. Bucky ha anche dato una mano, mettendolo definitivamente in chiaro >.

Sospirò pesantemente, controllò la propria giacca, scattò facendo scricchiolare le scarpe di vernice nera ed uscì dalla sua stanza. Percorse i corridoi della Tower col battito cardiaco accelerato.

“Dove vai, Cap? Ad una sfilata militare?” domandò Stark, appoggiato contro una parete. Era intento a sorseggiare un caffè, massaggiandosi le tempie.

< Il dottore continua a dire che sto bene, anche se potrei avere qualche difficoltà con la mano destra in futuro. Capirei fossi mancino, ma non essendolo, la cosa in realtà è preoccupante.

Eppure non la smette di farmi analisi e controllo. Penso ci abbia preso gusto. Deve trovarmi estremamente affascinante come cavia da laboratorio… O solo affascinante > rifletté.

“Ve-veramente cercavo te” esalò Rogers.

La luce del sole inondava la cucina, illuminando i mobili bianchi e facendo risaltare il metallo cromato.

Tony ghignò, posò la tazzina e lo raggiunse, alzò il capo sfilandogli gli occhiali da sole e lo fissò. Mise gli occhiali sul capo, la sua espressione sembrava felina.

“Sembri avere una missione, Cap” soffiò.

“S-sai… In greco si diceva eleutheromania quando si parlava del desiderio di sentirsi liberi” biascicò Steven.

Tony inarcò un sopracciglio e rispose: “Interessante lezione di letteratura, ‘prof.’”.

Rogers incassò il capo tra le spalle ed espirò profondamente.

“Quello che sto cercando di dirti è che voglio essere libero… insieme a te.

Usciresti con me?” domandò.

Tony ghignò, gli posò le mani sul petto e alzò il capo.

< Dirgli che iniziavo a credere che non me lo avrebbe mai chiesto sarebbe troppo da ‘Piccoli problemi di cuore’> pensò.

“Perché uscire quando possiamo andare in camera mia?” lo invitò.

Steve arrossì.

“T-Tony” gemette stridulo, sentendo l’altro scoppiare a ridere.

 

 

  
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