“Questa storia partecipa
alla Parole Intraducibili Challenge
indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”.
Prompt: 9) Eleutheromania. Dal greco:
desiderio di sentirsi
liberi.
Cap.6 Voglia di libertà
James rientrò correndo.
“Ho il bicchiere
d’acqua!” esultò.
“Allora
il mondo è
salvo” ironizzò Tony.
Bucky arrossì, abbassando
il capo, Steve trattenne un
sorriso, mentre James raggiungeva Stark e gli porgeva il bicchiere
d’acqua.
“Sarà meglio che
io porti qui la strumentazione adeguata”
disse Strange. Venne circondato da una serie di prismi e scomparve.
“Sempre parecchio
scenografico, il nostro ‘Supremo’”
scherzò
Tony.
< Un giorno o
l’altro riuscirò a capire tutte le sue
reference > rifletté Steve.
**************
Steve si allacciò la
cravatta e guardò il proprio riflesso
nella grande porta a vetri della sua camera.
< Ho creduto di essere
precipitato nella follia. Il mio
corpo scivolava languidamente e l’unica cosa che riuscivo a
pensare che c’era
solo lui e il suo profumo. Il suo odore non si limitava a pizzicarmi la
mente,
ma a sconvolgermi i sensi, devastarmi la mente, sprofondando nella mia
anima,
incuneandosi in essa.
Ogni cosa era stata cancellata:
sogni, realtà, desideri,
pensieri. Il mio stesso essere era stato modificato.
Thanos doveva essere ossessionato da
Stark e questo ha
portato al suo mal utilizzo delle gemme.
Delle semplici pietruzze possono
decidere della mia vita.
Ho sempre pensato di dover combattere
per la libertà, che
potessi realmente fare qualcosa. Mi sono sempre sacrificato
dimenticandomi di
vivere.
Quella semplice mezzora, in cui non
è successo un disastro
solo per la compostezza di Stark e la sua integrità, o
almeno penso fosse tale
anche se mi è sembrata durare
un’eternità, mi ha cambiato.
Voglio provare ad essere me stesso
per una volta.
‘Tony’ mi ha
sempre detto di iniziare a vivere la mia vita.
Forse è tempo che io lo faccia.
Dopo la Civil War non sono
più un ragazzino. Mi sono sentito
dilaniato vedendo ridotto in quel modo l’uomo che amo.
Non commetterò adesso
l’errore di essere cieco davanti ai
miei sentimenti.
Quell’incantesimo, non
saprei in che altro modo chiamarlo,
mi ha dato un segnale fin troppo forte e chiaro. Bucky ha anche dato
una mano,
mettendolo definitivamente in chiaro >.
Sospirò pesantemente,
controllò la propria giacca, scattò
facendo scricchiolare le scarpe di vernice nera ed uscì
dalla sua stanza.
Percorse i corridoi della Tower col battito cardiaco accelerato.
“Dove vai, Cap? Ad una
sfilata militare?” domandò Stark,
appoggiato contro una parete. Era intento a sorseggiare un
caffè,
massaggiandosi le tempie.
< Il dottore continua a dire
che sto bene, anche se
potrei avere qualche difficoltà con la mano destra in
futuro. Capirei fossi mancino,
ma non essendolo, la cosa in realtà è
preoccupante.
Eppure non la smette di farmi analisi
e controllo. Penso ci
abbia preso gusto. Deve trovarmi estremamente affascinante come cavia
da laboratorio…
O solo affascinante > rifletté.
“Ve-veramente cercavo
te” esalò Rogers.
La luce del sole inondava la cucina,
illuminando i mobili
bianchi e facendo risaltare il metallo cromato.
Tony ghignò,
posò la tazzina e lo raggiunse, alzò il capo
sfilandogli gli occhiali da sole e lo fissò. Mise gli
occhiali sul capo, la sua
espressione sembrava felina.
“Sembri avere una missione,
Cap” soffiò.
“S-sai… In greco
si diceva eleutheromania quando si
parlava del desiderio di sentirsi liberi”
biascicò Steven.
Tony inarcò un
sopracciglio e rispose: “Interessante lezione
di letteratura, ‘prof.’”.
Rogers incassò il capo tra
le spalle ed espirò
profondamente.
“Quello che sto cercando di
dirti è che voglio essere libero…
insieme a te.
Usciresti con me?”
domandò.
Tony ghignò, gli
posò le mani sul petto e alzò il capo.
< Dirgli che iniziavo a
credere che non me lo avrebbe mai
chiesto sarebbe troppo da ‘Piccoli problemi di
cuore’> pensò.
“Perché uscire
quando possiamo andare in camera mia?” lo
invitò.
Steve arrossì.
“T-Tony” gemette
stridulo, sentendo l’altro scoppiare a
ridere.