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Autore: Bea_143    08/07/2019    1 recensioni
Mi posizionai davanti all'apparecchiatura preparando il campione che avrei dovuto analizzare. Accesi la macchina, sistemai le impostazioni e misi il materiale con cura all'interno della cella.
Attesi poi osservano il timer e la luce rossa lampeggiante appartenenti al macchinario.
«E io?» Mi chiesi.
Qual è ora la mia composizione chimica? Da quali elementi sono formata? In quale miscuglio strano e caotico mi hai lasciata dopo tutto quello che mi hai fatto passare?
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un raggiò di sole mi colpì gli occhi non appena ebbi la pessima idea di aprirli.

Dalle mie labbra screpolate uscì un rantolo quasi sovrumano e affondai la testa nell'angolo del cuscino, visto che Maya se ne era appropriata durante la notte.

Sentii subito una forte fitta attraversarmi le tempie e cercai di lenire il dolore massaggiandole delicatamente.

«Donna recuperami un'Aspirina dall'armadietto del bagno.» Dissi alla bionda affianco a me che stava rispondendo ad alcuni messaggi.

«Perché?» Si lamentò seccata.

«Maya l'acido acetilsalicilico blocca la produzione delle prostaglandine e dei trombossani che inviano il segnale di dolore  al cervello  e modulano la temperatura corporea a livello dell'ipotal-»

Venni interrotta da una cuscinata in faccia e dalla risata cristallina di Louis che si era appena svegliato, visti gli occhi ancora totalmente chiusi.

«Nives non fare la saputella. Intendevo perché devo andare io.» Puntualizzò fulminandomi con lo sguardo. 

«Alza il tuo bel culo e comportati da donna di casa.» Misi il broncio guardandola male e mi accucciai di nuovo sotto le calde coperte attaccandomi a Louis.

Era sempre stata la mia stufa personale. Ero una persona incredibilmente freddolosa e, quando dormivamo, Louis mi permetteva di sfruttarlo mentre, al contrario, Maya non mi voleva vicino perché la infreddolivo.

Il mio migliore amico fece un verso strozzato e mi staccai improvvisamente ricordandomi quello che era successo la sera precedente.

«Hey Rocky... come ti senti?» Il mio migliore amico assottigliò gli occhi fulminandomi con lo sguardo.

«Niv avrei potuto stracciare quel pallone gonfiato anche ad occhi chiusi. Ero solo incredibilmente ubriaco e non sono riuscito a dare il mio meglio.» Disse convinto ripensando sicuramente a come sarebbe potuto andare lo scontro se fosse stato sobrio.

Maya scoppiò a ridere e si alzò dal letto «Non ho intenzione di ascoltare nessun'altra strozzata Tomlinson.» Si diresse verso il bagno per farsi una doccia con un ghigno stampato in volto.

Intervenni prima che cominciasse una discussione e interruppi Louis.

«Ieri sera nessuno è stato capace di dirmi cosa fosse successo.» Chiesi incuriosita sedendomi e incrociando le gambe sul letto aspettando una spiegazione dal moro.

«Ti spiegherò tutto dopo un'aspirina e davanti ad un'enorme tazza di caffè.» Mi sorrise sbadigliando e si alzò dal letto.

«Mi stai davvero dicendo che quel presuntuoso ha semplicemente fatto dei commenti poco carini su di me e tu e Benjamin avete cominciato a discutere con lui?» Louis annuì distrattamente mentre io lo guardai sbigottita. 

«No» fece una pausa.

Mi misi seduta più comoda stringendo le gambe al petto e mi portai la tazza alle labbra per assaporare il caffè.

«Cioè si. Abbiamo sentito quel tipo che ha cominciato a dire cose a caso su di te e...» si fermò sbuffando e fece passare una mano tra i capelli spettinandoli «...veramente, non erano solo commenti poco carini. Non riuscirei neanche a ripeterli in realtà.» 

Aggrottò le sopracciglia fissando con insistenza la tazza piena di caffè. 

«Gli ho detto, tipo, di tacere in modo poco carino. Lui mi ha insultato a sua volta e sinceramente non mi ricordo come il mio pugno sia arrivato alla sua mascella, ma è stato un grande colpo.» Sorrise vittorioso e io scossi la testa riconoscendo l'orgoglio maschile far capolino. 

Continuammo a parlare e a scherzare fino all'arrivo di Maya che si unì a noi e volle sentire anche lei il racconto della sera precedente. Fu molto meno delicata della sottoscritta e cominciò a prendere in giro Louis punzecchiandolo sulla sua poca mascolinità.

Erano ormai le 14, quindi decisero di pranzare e di passare con me il pomeriggio. Louis fu il primo ad abbandonare la combriccola visto che doveva uscire con un paio di suoi amici, mentre la bionda sarebbe rimasta anche per la cena.

«Non ti sembra strano che Louis e Benjamin abbiano reagito così alle provocazioni di quel pezzo di manzo?» Lanciò la bomba improvvisamente e quasi mi strozzai con la pizza cominciando a tossire.

«Cos-?» Cercai di riprendermi «Maya sei felicemente fidanzata e poi in che modo dovrebbe sembrare strano?» Ricevetti dei colpetti sulla schiena dalla bionda.

«Andiamo Niv sei cieca? Non hai visto da quale Dio greco ha avuto il privilegio di prenderle Louis?» Continuò a mangiare ignorando le occhiate stranite che le stavo inviando.

Non risposi, non sapendo bene come replicare, riprendendo a mangiare. 

«Comunque stavo dicendo.» Le sue sopracciglia si piegarono donandole un aspetto pensieroso. «È strano che abbiano reagito in quella maniera solo per delle insinuazioni dette da un tipo a caso.»

«Penso solo che siano stati tutti e tre molto ubriachi e che l'alcool abbia amplificato tutto e li abbia resi veramente poco lucidi.» Alzai le spalle incurante e la discussione si concluse. 

Cominciammo a guardare Moulin Rouge, come spesso accadeva quando restavamo da sole, finché Maya non mi lasciò per tornare a casa visto che l'indomani sarebbe dovuta andare a trovare i suoi nonni.

Attraversai il vialetto di casa mia ed entrai in macchina affrettandomi verso il supermercato visto che erano già le 17 e che quel giorno avrebbe chiuso alle 18. Fortunatamente non era molto distante. 

Canticchiai tranquillamente la canzone che passava in radio, battendo le dita sul volante a tempo quando sentii un rumore meccanico provenire dalla carrozzeria della macchina seguito da uno stridio fastidioso.

L'auto cominciò gradualmente a rallentare fino a fermarsi. Ebbi la decenza di sterzare verso il ciglio della strada per non essere d'intralcio al traffico.

Disorientata mi fermai osservando il cruscotto e vedendo che ora la spia del motore stava lampeggiando di un rosso acceso.

«Oh al diavolo.» Battei le mani davanti a me premendo il clacson per sbaglio. 

«Non ti sembra tardino per accenderti?» Parlai alla spia infuriata.

Non sapendo cosa fare, decisi di chiamare la persona disponibile più vicina a me. Mio fratello Nathan.

Ero abbastanza informata sulle auto visto che mio padre aveva sempre avuto questa passione che, prima di morire, aveva tramandato sia a me che a mio fratello. Ero sempre stata un'appassionata di auto d'epoca delle quali, ovviamente, non potevo permettermi neanche uno specchietto.

Scesi dall'auto e aprii il parabrezza. Dal lampeggiare della spia dedussi che il problema era il catalizzatore ma la nuvola di fumo che fuoriuscì dalla carrozzeria della macchina non mi permise di capirci nulla.

Mio fratello mi raggiunse in poco più di dieci minuti.

«Nate grazie al cielo sei qui! Devo assolutamente andare a fare la spesa perché la mia dispensa è totalmente vuota ma la macchina mi ha abbandonato ed è domenica quindi le officine sono chiuse e non voglio lasciare la mia auto qui fino a domani mattina.» Cominciai a straparlare per il panico e gemetti per il fastidio portandomi la mano sporca alla fronte.

«Tranquilla Nives respira» Mi si avvicinò poggiandomi la mani sulle spalle cercando di tranquillizzarmi. «Il supermercato non dista molto quindi: incamminati a piedi, prendi quello che devi e poi ti passo a prendere e ti riporto a casa.» 

Continuò trovando una soluzione a tutto. «Per quanto riguarda la macchina, ora chiamo il mio amico che lavora nell'officina non troppo lontana da qui e chiedo se riesce a venirla a prendere.» Mi sorrise rassicurante e subito mi tranquillizzai.

Mio fratello aveva sempre avuto l'innato potere di calmarmi solo con uno sguardo.

Lo abbracciai di slancio e dopo averlo ringraziato più di una volta mi incamminai velocemente verso il supermercato. 

Una volta alla cassa ricevetti la chiamata di mio fratello che mi avvertiva di essere appena arrivato al parcheggio. Misi la spesa nel bagagliaio e salii nella calda macchina. Nathan partì subito.

«Cole ha detto che puoi andare a prendere l'auto lunedì sera visto che il problema non è troppo difficile da risolvere.» Annuii silenziosamente scusandomi ancora per averlo fatto venire da me di corsa di domenica.

Mi riaccompagnò a casa fermandosi per cena e parlammo del più e del meno fino a che fu costretto ad andarsene visto che l'indomani avrebbe dovuto lavorare come me.

«Quindi hai bisogno anche di essere scarrozzata dal meccanico per recuperare la tua macchina?» Louis alzò gli occhi scherzosamente al cielo ed io lo spinsi. La giornata al lavoro era passata abbastanza velocemente.

«So che ami la mia compagnia Lou, quindi non lamentarti.» Lo tirai per il braccio per velocizzare il passo visto che Cole aveva chiamato mio fratello dicendo che la macchina era pronta e che mi stava aspettando.

Arrivammo velocemente dal meccanico ed entrammo dentro al grande deposito pieno di macchine.

Vidi i piedi di Cole spuntare da sotto una macchina posta sopra un sostegno. Mi schiarii la voce per rendere nota la mia presenza al ragazzo che fece scorrere il carrellino rendendosi visibile e regalandomi un sorriso radioso, alzandosi.

Conoscevo Cole da quando ero piccola grazie a mio fratello ed avevo sempre avuto un debole per i suoi capelli mossi e gli occhi verdi.

«Nives Blain da quanto tempo.» Si avvicinò e mi strinse in un abbraccio inaspettato che ricambiai sentendo subito le guance pizzicare.

«Beh da quando Nate si è trasferito direi.» Sorrisi imbarazzata staccandomi dall'abbraccio e continuando a fissarlo come un'ebete.

«Eh già. Troppo tempo direi.» Inclinò la testa studiandomi portando poi la sua attenzione su Louis.

«Tomlinson sempre al suo seguito ovviamente.» Gli sorrise e lui e il mio migliore amico si presero il pugno avvicinandosi in un veloce abbraccio. Anche loro si conoscevano da tanto tempo.

Ci fece, poi, cenno di seguirlo nel retro. Louis, nel frattempo, si perse tra le moto nuove visto che lo avevano sempre appassionato.

«Niv ho risolto il problema ma, se devo essere sincero, non credo che ne valga più la pena. L'auto è vecchia ormai e ti conviene cambiarla.» Mi diede le chiavi e chiuse il parabrezza con un tonfo sordo.

«Hai ragione. Devo cominciare a cercarne una nuova.» Annuii d'accordo mettendo i documenti che mi stava porgendo nella borsa.

Cole si girò verso di me e si grattò la testa incerto. «Beh se vuoi lasciarmi il tuo numero ti avverto se qualcuno passa di qui con un'offerta.».

Arrossii ancora di più, se possibile, annuendo e prendendo il telefono che mi stava porgendo per salvare il mio contatto.

Una voce roca proveniente dall'ufficio dietro di me ci interruppe. «Cole smettila di fare il casca morto con le clienti, tanto non ti si fila nessuno.».

Il moro scoppiò a ridere e guardò alle mie spalle con uno sguardo fintamente minaccioso trattenendo un sorriso.

«Andiamo Harry se mi lascio scappare una bella ragazza come Nives sono da prendere a pugni.» Gli restituii il telefono e mi girai curiosa.

Spalancai gli occhi riconoscendo il ragazzo riccio dagli occhi verdi dell'Hologram che mi stava guardando con un ghigno stampato in volto.

--

Salve a tutti amici!

Ecco a voi il quarto capitolo... spero che vi sia piaciuto.

Abbiamo introdotto un nuovo personaggio... rullo di tamburi, squillino le trombe: Cole Sprouse.

Vi è piaciuta la scelta del personaggio o avreste preferito qualcun altro? 

Mi raccomando fatemi sapere quello che pensate del capitolo e fatemi sapere se vi è piaciuto.

Chapter's question: Quanti anni avete? Io venti già compiuti.

Baci stellari

Bea

  
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