Vorrebbe, quella notte, Maria Antonietta, veder le lucciole, vividi e rari diamanti.
Ma non ve ne furono.
Attese sino all’alba in quel ballo vuoto.
Allora, Regina, ordinò ch’apparissero la notte successiva.
Si vestiron di nero, dei servi, candele fra le mani e passi confusi.
Apparvero, quella notte, le lucciole, danza cieca sul prato invisibile.
 
 

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Vorrebbe, quella notte, André, veder le lucciole, sfocati ed effimeri baluginii.
Ma non ve ne furono.
Come potevano danzare, s’un cielo strappato?
Allora, Illuso, ordinò ch’apparissero la notte successiva.
S’atteggiò ad altera, una donna condiscendente, soldi sul comodino e spirito avvezzo.
Apparvero, quella notte, le lucciole, pezze su amor mendace, stoffe strappate e veleno.
 
 
 

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Vorrebbe, quella notte, Oscar, veder le lucciole, metallici scintillii lampanti.
Ma non ve ne furono.
Troppi luccichii attorno, di lame ed onorificenze e mostrine.
Allora, Guerriera, ordinò ch’apparissero la notte successiva.
S’ostinò, sfinimento testardo, estranea in un mondo ostile.
 Apparvero, quella notte, le lucciole, gocce vermiglie s’un abaco di ordini adempiuti.
 
 

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Vorrebbe, quella notte, Fersen, veder le lucciole, baci di bionda bambola bambina.
Ma non ve ne furono.
Si perdevano in mille baci, e poi altri cento; e di nuovo mille sapori artefatti.
Allora, Idolo, ordinò ch’apparissero la notte successiva.
E le cercò su prati americani, una guerra non sua ed ideali propri – anacronistici. Apparvero, quella notte, le lucciole, morale vana da amore, coscienza e stelle mosse.
 

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Vorrebbe, quella notte, Girodelle, veder le lucciole, spettacolo di Natura.
Ma non ve ne furono.
Troppi tumulti quieti d’intorno, girandole di uniformi, femminei abiti rinnegati.
Allora, Nobile, le aspettò.
Le cercò in un ordine insoluto per rispetto. In una ammirazione senza divisa.
Apparvero, una notte, le lucciole s’un prato svizzero.
 

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§*§ Angolo di Minerva §*§*
 
Vorrei ringraziare di cuore coloro che stanno leggendo queste parole e quelle sopra.
So che la “notte delle lucciole” è un Momento Intoccabile della saga, per coloro che amano Oscar e André insieme.
E nel pomeriggio successivo, s’illuminano lucciole che però lucciole non sono.
Artificiali. Sbagliate. Mendaci.
I personaggi le anelano, ed insoddisfatti, provano ad ottenerle in altro modo, dalla sola Maria Antonietta al tormentato Fersen, passando per Oscar e Andrè che coppia non sono.
Giordelle – resiliente monolite – aspetta e a modo suo le ottiene; sasso levigato dal fiume cui non si oppone.
Forse, molto probabilmente, altre lucciole al neon spunteranno per unirsi alle altre – devo solo avvitare le lampadine.
 
Un sentito grazie a Tixit, che con la sua “Cala novembre[…]” ed i messaggi che ci siamo scambiate, ha inconsapevolmente fornito la spintarella di coraggio necessaria a farmi creare e pubblicare le prime lucciole al neon.