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Autore: Inquisitor95    24/07/2019    1 recensioni
“Valerio e Mirco sono due ragazzi molto diversi, il primo viene da una bella famiglia piena d'amore, mentre il secondo viene da una famiglia distaccata. Valerio è un ragazzo semplice, mentre Mirco è caotico. Il destino di questi due ragazzi si intreccia nel momento in cui si presenteranno nella redazione giornalistica per il quale lavora Valerio e nel quale Mirco inizierà.
Due persone diverse che si troveranno a collaborare e mentre intorno a loro si muovono problemi e situazioni, entrambi troveranno nell'altro un amico e un confidente. Ma quanto i fili del destino si intrecciano e la ruota comincia a girare, non c'è modo di fermarla, e da un'amicizia potrebbe nascere ben presto qualcos'altro...”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mirco

Capitolo Due

mercoledì 22 Maggio

 

 

 

Apro la bocca e sputo via il fumo creando così una nuvola biancastra davanti ai miei occhi, alzo la mano portandomi le dita all'altezza degli occhi, la canna è ormai finita. Senza pensarci due volte la butto a terra e pesto la cicca con il piede per spegnerla del tutto.

Al mio fianco, Franz mi guarda come per chiedermi cosa ne penso, annuisco lentamente: fumo normali sigarette, ma ogni tanto ci scappa una canna in compagnia. Lui scoppia a ridere soddisfatto. «Che ti avevo detto? Roba che spacca!» dice lui insistendo.

«Cazzo, sì. Quanto pensi di farci con questa roba?» gli chiedo indicando il suo bottino, un sacchetto di plastica ben protetto si trova al suo fianco.

Franz prende il pacchetto e se lo infila all'interno del jeans, anche lui termina di fumare e getta la cicca a terra per schiacciarla col piede. «Questa è buona. Devo ancora pensarci, se ne vuoi un po' ti faccio lo scontro però.» dice lui, scuoto il viso e faccio cenno negativo.

«Meglio di no, se lo sapesse Alessia non credo le farebbe piacere. La conosci.» gli dico ridacchiando, prendo una normalissima sigaretta dal pacchetto che ho infilato nella tasca e ne tiro fuori una.

«La tua fidanzata è una vera rompipalle! Come fai a starci insieme lo sai solo tu, Mirco.» dice Franz chiamandomi per nome, ridacchio mentre accendo la sigaretta e faccio alcune boccate, il sapore amaro della sigaretta riempie la mia bocca.

«Sai che sono un romanticone!» gli dico scherzando, lui annuisce restando serio. A quel punto guardo l'ora attraverso il mio cellulare. «Devo tornare a casa. Tu resti qui?» chiedo infine.

«No, me ne torno anch'io. Fai strada.» dice Franz mettendo le mani nelle tasche e lasciando che io esca dal “Vicoletto” per primo.

Lasciamo uno dei nostri punti di ritrovo, in realtà non si tratta che di una semplice stradina abbandonata che abbiamo personalizzato: vecchi divani usati e riadattati da Franz in persona, nonostante il ragazzo spacci fumo per vivere, è un genio nella manovalanza.

«Hai poi ricevuto risposta da Giovanni?» chiede il ragazzo al mio fianco. Per un breve momento cerco di ricordare che cosa avrei dovuto chiedergli, poi mi ricordo che stavano cercando di organizzare una serata di poker.

«No, lo sai che quando si tratta di studiare, nessuno può interrompere Giovanni. So però che aveva chiesto a Leo. Forse lui ne sa qualcosa.» rispondo, porto la mano libera dalla sigaretta al viso e mi gratto la leggera peluria ruvida che ci è sopra. “Dovrei pulirmi il viso, Alessia andrebbe su tutte le furie se mi presento a lavoro così domani.” dico tra me e me pensando, magari lo faccio più tardi.

Io e Franz arriviamo alla fine della stradina abbandonata e superiamo il varco che c'è nella rete metallica tra i due palazzi, ci troviamo immersi nella grande città e fuori dalla nostra realtà.

Le persone ci vengono contro a gran velocità quasi ignorando la nostra presenza, è uno dei quartieri malfamati della città, ma essendo mezzogiorno c'è comunque vita in giro per le strade visto che comincia la pausa pranzo per chi lavora nella zona.

Getto un'occhiata alle spalle verso Franz: sta indossando la giacca di pelle che aveva tra le mani coprendo la canottiera bianca che metteva in risalto il fisico allenato. Ho sempre pensato a Francesco (il suo nome completo) come un fratello maggiore, più che ad un migliore amico.

«Quello ha un'ossessione per lo studio! Come se fosse possibile per chi nasce in questo posto di merda riuscire ad uscirne!» dice Franz con voce profonda, allunga la mano verso la sigaretta che sto fumando, senza problemi gliela passo e tira alcune boccate.

“Non tutti sono come te, Franz.” mi ritrovo a pensare. “Neanche io voglio vivere in questa merda per sempre.”

Impedisco che i miei pensieri diventino realtà visto che so bene quanto Franz non sopporti la vita del quartiere malfamato, ma lui ha un carattere forte e resistente.

«Ehi passo da Lily prima di tornare a casa. Magari mi offre qualcosa. Vuoi venire anche tu?» chiedo al ragazzo prima di svoltare l'angolo della strada, Franz scuote però il viso cominciando a camminare verso il parcheggio dove ha lasciato la propria auto.

«No, grazie. Salutamela però.» dice Franz senza voltarsi indietro, annuisco e gli do anch'io le spalle, rendendomi conto che si è fregato la mia sigaretta.

Cammino velocemente mentre rifletto: del nostro gruppo, Liliana è l'unica che si meriterebbe davvero di uscire da questo posto di merda. Lei e Giovanni, il ragazzo che studia medicina da oltre quattro anni e finalmente quest'anno dovrebbe riuscire a laurearsi nonostante la scommessa contro di lui di Leonardo.

Anche Franz all'inizio gli aveva scommesso contro, ma poi si era ricreduto man mano che gli anni sono passati.

Lily invece è più semplice, mezzo maschiaccio ma divertente, non a caso si trova d'accordo anche con Franz a differenza di Alessia. “Pensandoci bene, è l'unica ragazza che si trova davvero bene nel gruppo.”

Mi viene da ridere quando penso al fatto che Lily ha più volte scherzato al riguardo. «Alessia ed Eva sono bionde. Sono stupide e per questo sono amiche, sei sprecato per lei!» Ricordo la prima volta che lo disse, Alessia aveva gettato un urlo talmente acuto da farmi venire il mal di testa.

Senza sapere come mi ritrovo davanti la tavola calda dove lavora la ragazza, entrò all'interno attraverso la porta sul quale c'è un cartello che dice: “Solo per oggi, in omaggio patatine fritte.”

L'ambiente è molto spazioso, i tavoli sono tutti rotondi e messi al centro della sala con l'eccezione di quelli che si trovano vicino le finestre che sono rettangolari e si ci possono sedere più di quattro persone.

Mi accomodo in un angolo della tavola calda vedendo che la carta del giorno riguarda un menù con un panino, patatine fritte in omaggio e bibita a scelta. Sento il mio stomaco lamentarsi per la fame e nuovamente un prurito alla barbetta ispida mi assalta.

Alzo lo sguardo trovando Lily che si avvicina a me con un largo sorriso e il blocchetto delle ordinazioni già pronto in mano. «Ehi, bel ragazzo dagli occhi di ghiaccio, posso fare qualcosa per te?» chiede lei facendo la sensuale, o almeno provandoci, la cosa mi fa scoppiare a ridere.

«Wow, me lo hai quasi fatto venire duro!» dico stando al suo gioco, la ragazza scoppia a ridere insieme a me e per punizione ricevo un colpo sulla testa. «Mi hai fatto male, la politica del locale è quella di picchiare tutti i suoi clienti affezionati?» le dico.

«No, ma posso picchiare tutti quelli che vengono qui per scroccare mangiare!» dice lei incrociando le braccia al petto, la divisa che indossa si limita ad una maglia nera col logo della tavola calda sul quale c'è scritto “L'Angolo del panino” e un jeans normalissimo.

«Non sono venuto per scroccare. Ho i soldi per il menù con patatine incluse.» dico sventolandole davanti il pezzo di carta plastificato, Lily fa una risata dolce e comincia a scrivere qualcosa sul blocchetto delle ordinazioni.

«Dove hai lasciato la bionda killer?» dice lei riferendosi alla mia fidanzata. Scrollo le spalle non sapendo esattamente la risposta visto che non ci sentiamo da alcune ore.

«Le ho scritto ma non mi ha ancora risposto. Ero in giro con Franz.» faccio un attimo di pausa nel quale Lily alza lo sguardo per confermare i suoi pensieri. «Lo sai che quello ha sempre affari loschi tra le mani.»

Lily sbuffa preoccupata per il nostro amico. «Davvero, ha del potenziale, ma non capisco come fa a sprecare il suo tempo in questo modo. Anche tu e Leo non avete un lavoro, eppure riuscite a trovare sempre qualcosa che vi permetta di non finire nei guai.»

«Se non sapessi che ti piacciono le donne direi che ci stai in fissa!» dico ridacchiando, Lily mi rimprovera con lo sguardo. «Hai ragione. E comunque, da domani il sottoscritto ha un lavoro ben pagato!»

Lily sgrana gli occhi incredula e ricevo un altro colpo in testa. «Sono la tua migliore amica! Com'è che non sapevo nulla di questo lavoro? Di che si tratta?»

«Ah-ah. Ve ne parlerò quando sarò sicuro di quello che si tratta. Alessia dice che riguarda un ufficio. Non ho idea di che cosa possa trattarsi ma è un posto pulito, almeno.» dico in risposta.

«Senza dubbio. Sono contenta per te. Voglio che poi mi racconti tutto. Intesi?» chiede lei, a quel punto annuisco e lei mi saluta dicendo che deve andare dagli altri clienti.

La guardo allontanarsi dal mio tavolo e subito dopo arriva una notifica al mio cellulare, lo tiro fuori dalla tasca e leggo che è un messaggio da parte di Alessia.

 

°Mirco:

Ehi, dolcezza. Che stai facendo?

°Alessia:

Sono al centro commerciale con Eva e Melissa.

Tu? Ti stai organizzando per domani?

PS: ti salutano.

°Mirco:

Sì, ho tutto pronto anche se non so di che

si tratta. Stasera ci prendiamo qualcosa fuori?

O preferisci che io venga da te?

°Alessia:

Meglio vederci fuori. Dopo la volta scorsa

credo che i miei genitori non siano felici

di vederti gironzolare in casa. Dagli tempo,

gli passerà in fretta. Lo sai come sono.

°Mirco:

Va bene, non vedo l'ora vederti.

 

Rileggo il modo in cui ho scritto l'ultimo messaggio e la risposta quasi automatica di Alessia col cuoricino e non riesco a non pensare a quanto sembri priva di significato.

Non passa molto dal momento in cui ho ordinato che vedo tornare Lily con una bevanda, la solita cola che prendo senza ghiaccio. La ragazza si guarda intorno vedendo che il locale sembra essere apposto.

«Ti sei rabbuiato di botto, successo qualcosa?» chiede lei, scuoto il viso ma so bene che non posso nascondere la verità alla ragazza. Nonostante questo, lei resta in silenzio.

«Tutto bene, non preoccuparti. Solo alcuni brutti pensieri, lo sai no? Le mie solite cose.» dico in risposta, la ragazza si fa bastare quello che lo ho detto.

“Con Lily è sempre stato così; basta uno sguardo per intenderci e se non vogliamo parlare di qualcosa non insistiamo.” penso tra me e me, sento una stretta allo stomaco però, sarebbe bello poterle parlare dei miei problemi con Alessia ma non voglio coinvolgerla.

Passano altri dieci minuti quando la mia ordinazione arriva, il panino gigantesco fuoriesce dal piatto nel quale sono immerse anche delle patatine fritte, la cameriera che mi ha servito non è Lily ma una ragazza altrettanto carina, mentre si allontana colgo l'occasione per lanciarle un'occhiale al movimento del posteriore.

Un altro colpo mi arriva nella testa, è già il terzo colpo sferrato da Lily in meno di un'ora. «Roba mia. Capito?» dichiara lei marcando il territorio, rimango sbalordito dalla sua dichiarazione e mi sincero di quello che ha detto tornando con lo sguardo sulla cameriera.

«Quella tipa!? Ma sei seria?» chiedo stranito.

Lei mi fa segno di stare zitto e di abbassare la voce, si china leggermente in avanti verso di me. «Non proprio, è un'universitaria. Le piace sperimentare. E io le do una mano.» dice Lily facendomi l'occhiolino, torna con la schiena dritta e si allontana ancora una volta.

Comincio a mangiare il grande panino, la salsa rosea che c'è sopra l'hamburger mi cola sul mento e cade infine sul vassoio, mi asciugo alla meno peggio con uno dei tovaglioli posizionati sul tavolo e mi interrompo solo per prendere alcune sorsate. Sto per addentare nuovamente il panino quando sento la notifica dei messaggi.

Getto una rapida occhiata e mi soffermo pochi istanti per leggerla. Si tratta di Leo che scrive sul gruppo.

Si tratta di una chat secondaria, il nostro gruppo è molto ampio e contando tutti possiamo arrivare ad almeno venti persone, io però mi trovo più legato a Franz, Leo e Giovanni piuttosto che ad altri col quale però rido e scherzo tranquillamente. Ovviamente le ragazze non ne fanno parte.

Leggo l'unico messaggio che Leo rivolge principalmente a Franz e ovviamente anche a noi, un messaggio che sappiamo bene non necessita di risposte o commenti.

“Ragazzi, mi serve la Villa per tutto il pomeriggio. Nome in codice: Principessa Lisa.” leggo nella mia mente. Scoppio a ridere senza volerlo quasi attirando l'attenzione di tutti quelli nella tavola calda.

«Scusate.» dico ad alta voce, tutti gli altri si girano tornando ad ignorarmi mentre io mi concentro sul messaggio, sapendo però che nessuno risponderà e quindi lascio perdere il cellulare prendendo una manciata di patatine e ingozzandomi.

Ci sono quattro nomi in codice nel nostro gruppo, quattro motivi validi per non rispondere. Il primo tra tutti è Principessa Lisa, che utilizziamo nel caso in cui siamo con una donna nella Villa e quindi non dobbiamo dare le chiavi d'ingresso a nessuno, avendo quattro copie che teniamo noi. Il secondo è Cavallo Pazzo che utilizza Franz quando sta facendo degli affari con dei clienti, o se la Villa ci serve come nascondiglio per qualche motivo. Il terzo nome in codice è Pirata Rosso, che utilizziamo per riunirci, vuol dire che abbiamo bisogno di compagnia, magari giocare a carte o sfogarsi o qualsiasi cosa che sia personale.

Credo di essere stato io quello ad aver utilizzato più volte questa parola d'ordine. Il primo ad accorrere è sempre Franz, essendo libero da impegni di lavoro e non avendo più una famiglia, è il primo che ti raggiunge in caso di bisogno.

Solitamente poi segue Leo che abita a pochi isolati dalla Villa, è stato lui a scoprire quel posto completamente abbandonato e così come il Vicoletto, lo abbiamo personalizzato in modo da essere il nostro rifugio.

Giovanni è il più saltuario, dovendo studiare ed essendo molto impegnato, specie in questo periodo di esami, spesso non si è neanche presentato. Il suo posto di ritardatario viene sostituito da me nel caso in cui sia uno degli altri ad avere bisogno, visto che tra un lavoretto e l'altro e lo stare con Alessia ho quasi sempre da fare.

E poi c'è l'ultimo nome in codice che utilizziamo solo per le emergenze. Nessuno di noi ha ancora avuto il bisogno di usarlo ed effettivamente non sappiamo neanche cosa accadrebbe se dovessimo usarlo. “E spero proprio di non vederlo mai scritto sul cellulare!” penso infine.

Il cellulare riprende a squillare, stavolta si tratta di una chiamata e dal nome vedo che si tratta di Franz. Rispondo non appena ho le mani pulite. «Ehi, dimmi tutto.»

«Non sapevo che Leo avesse una tipa con cui scopare. Hai idea di chi possa trattarsi?» chiede lui scherzando un po', ridacchio ma non posso rispondere visto che non so di chi possa trattarsi.

«Non ne ho idea, amico. Almeno lui però può divertirsi con chi vuole e senza problemi.» dico in risposta. Allontano il piatto sul quale sono rimaste le ultime patatine fritte e finisco pure la bevanda.

«In effetti ho notato che da un po' di mesi non usi più Principessa Lisa. Alessia te le fa odorare solamente? O si è ripromessa di arrivare casta al matrimonio?» dice Franz canzonandomi, gli faccio una smorfia imitando la sua risata, è proprio uno degli argomenti che mi mette di cattivo umore e non è bello che ne parli così.

«Fottiti, Franz.» e con quelle due parole taglio il discorso. Il ragazzo capisce al volo e resta in silenzio.

«Stasera ci vediamo alla Villa quindi? Niente fumo o droga, promesso. Ho sentito gli altri, dovrebbero venire quasi tutti. Invitiamo anche le ragazze, mi serviranno le cheerleaders per quando vi avrò tolto pure le mutande!» propone il ragazzo.

Sto per dire di sì visto che giocare a poker è uno dei nostri momenti migliori. Tuttavia mi ricordo che solo pochi minuti prima ho scritto ad Alessia.

«Non posso amico, stasera mi vedo da solo con Alessia. Ci facciamo un giretto in tranquillità. Se finiamo presto potremmo raggiungervi.» dico in risposta.

«Come vuoi. Ciao bello.» dice infine il ragazzo, la chiamata si chiude prima che possa rispondere e ripongo il cellulare nella tasta facendo un mezzo sorriso.

Sospiro pesantemente stiracchiandomi sul divanetto e allargando gambe e braccia, con lo sguardo fisso nel vuoto rivolto al soffitto. Cerco di liberare la mente massaggiandomi le tempie e rifletto sulle parole di Franz: è vero che sono mesi che non ho un momento di intimità con Alessia, neanche me ne sono reso conto.

Ma sono stati mesi strani tra noi due e ne siamo comunque usciti tranquillamente. Anche se la nostra crisi non si è ancora del tutto risolta. “Ci vorrebbe davvero una bella vacanza, solo io e lei. Lontani dalla città, magari in qualche spiaggia tranquilla.” rifletto.

I miei pensieri vengono però interrotti dalla mano di Lily che sventola davanti ai miei occhi riportandomi alla realtà. «Ehi, non ti buttare giù così. Qualunque cosa sia, si risolverà presto, lo sai.» dice lei, mi vengono i brividi alla pelle, è come se mi leggesse nella mente.

«Speriamo. Quanto ti devo? Meglio che ritorni a casa. È l'unico posto dove posso stare tranquillo per adesso.» dico tirando fuori il portafogli, Lily però mi guarda torvo e scuote il viso più volte.

«Oggi offro io. Ma giuro che questa è l'ultima volta che ti offro il pranzo.» dice lei in maniera stizzita, poi mi fa la linguaccia e capisco che sta scherzando.

«Grazie.» mi limito a dire, prende il vassoio e se lo porta via insieme al bicchiere di cola svuotato. La saluto con un cenno e lascio una banconota sul tavolo come mancia, poi me ne esco dalla porta d'ingresso salutando Lily con la mano da lontano.

Mi muovo velocemente così da raggiungere la mia automobile, anche quella si trova nel parcheggio vicino al Vicoletto; prendo le chiavi dalla tasca e apro la portiera, sono pronto per tornare a casa quando mi arriva un messaggio prima di accendere il quadro.

 

°Giovanni:

Ciao, Mirco. Hai da fare? Avrei bisogno

che qualcuno mi interrogasse. So che

sei l'unico al quale potrei rivolgermi.

°Mirco:

Ehi, amico. Dammi quindici minuti e sono

da te. Sai che per gli amici ci sono sempre.

°Giovanni:

Lo sapevo! Sei un mito! Ti offro una birra

come ringraziamento!

 

Faccio un ultimo sorriso allo schermo prima di azionare il motore, esco dal parcheggio ritrovandomi nella strada e selezionando la cartella “rock” dal mio cellulare: parte l'assolo di chitarra che echeggia intorno a me e muovo una mano come se le mie dita fossero bacchette che battono sulla batteria che parte dopo pochi secondi.

«Questa spacca di brutto!» dico accelerando fuori dal parcheggio immettendomi nella strada.





Angolo dell'Autore:
Buongiorno  miei cari lettori, oggi vi propongo una storia diversa da tutte quello che sono sul mio profilo, era da molto che non pubblicavo qualcosa qui su EFP e voglio segnare il mio ritorno con una storia che sento molto personale. Fatti ed eventi sono di fantasia e riferimenti a persone o nomi sono puramente casuali. Ho voluto pubblicare i primi due capitoli insieme, farvi leggere di brevi momenti di vita dei due protagonisti ma mi riprometto di pubblicare un capitolo alla volta. Purtroppo, visti i vari impegni della giornata e del lavoro non posso promettervi una pubblicazione giornaliera, o settimanale. Vado molto a come sono ispirato in questo periodo, di base però la storia è scritta per intero ed è già arrivata all'ultimo capitolo. Ma sedermi con la giusta concentrazione per Editarla mi riesce non poco difficile. 
Quindi per ora non posso fare altro che salutarvi con la promessa di non metterci tanto a pubblicare il Terzo Capitolo (anche per creare un po' di suspance, insomma.)
Se vi capita, lasciate una recensione con le vostre impressioni, e vi chiedo scusa per tutti gli errori ortografici, grammaticali e tutto che troverete qui, adesso e nel futuro. Ma come già accennato, non ho massima concentrazione per editare (anche adesso sono abbastanza di fretta).
Quindi niente, rinnovo i saluti e ci vediamo alla prossima! 
Ciao cari.
 

  
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