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Autore: Fujiko91    27/07/2019    1 recensioni
Ho usato due attori famosi come presta volto: Richard Armitage è Adam e Mia Wasikowska è Catherine.
La storia è ambientata negli anni '50.
Un'estate e l'incontro con Adam cambiò ogni cosa nella vita di Catherine.
Non tutto però fu positivo, molti segreti vennero a galla e nulla fu come prima.
Catherine perdonerà Adam?
E Alan quale ruolo avrà in questa storia?
Auguro una piacevole lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Note: ringrazio Crazy Lion per la sua correzione! :*
 




Quella sera quasi non cenai e me ne andai subito nella mia stanza. Non mi sentivo affatto bene.

Il signor Wood creava in me davvero una forte ansia.

Mi ero appena cambiata e avevo indossato la mia camicia da notte, quando sentii un leggero bussare. Andai ad aprire la porta e mi trovai davanti lui.

“Signorina Catherine, mi volevo scusare per ciò che ho detto sulle razze, so di averla turbata nell’usare quella espressione, risvegliando in lei dei tristi ricordi.”

“Scuse accettate Adam. Sono sicura che non fosse sua intenzione farlo. In fondo la guerra qui è finita nel 1940!”

“Già, ma in Europa signorina, si ricordi che l’inferno si è concluso da soli cinque anni.”

“Cosa vorrebbe far intendere, che io sia una ragazzina viziata , che non sa quante sofferenze abbia causato la guerra?”

“Non intendevo questo… perché deve sempre travisare le mie parole?”

“Non so il perché.”

Mi accorsi che il signor Wood c’era rimasto male , quindi gli chiesi se avremmo potuto darci del tu, sperando che questo avrebbe placato la tensione fra noi. Quando mi disse di sì, gli chiesi:

“Mi hai detto che sai dipingere, non è così?”

“Sì.”

“Allora domani verrai con me, Adam! Andremo in un incantevole luogo, che conosco solo io.”

“Sarebbe magnifico, ma prima dovrò chiederlo a Thomas.”

Non replicai, perché il signor Wood se ne andò, lasciandomi senza parole. Ma come doveva chiedere il permesso a mio padre?

 

Richiusi la porta della camera e mi infilai sotto le coperte. Verso mezzanotte venni svegliata dal brontolio del mio stomaco, il quale chiedeva cibo.

Mi dovetti alzare, indossai la mia vestaglia, mi misi le ciabatte e accesi la lampada ad olio. Poi mi incamminai giù per le scale e andai verso la cucina.

Lì aprii il frigo e ne tirai fuori un piatto con su scritto un biglietto di mia madre:

Per Catherine, la prossima volta mia cara scendi per la cena!

La ringraziai mentalmente. Richiusi il frigo , appoggiai la lampada sul tavolo, mi presi una forchetta e mangiai quel porridge.

Era davvero molto buono. Appena finito, presi il piatto e lo misi nel lavandino, poi ripresi la lampada e stavo per tornare nella mia camera, quando risentii quel rumore della notte prima.

Nello studio mio padre e il signor Wood stavano parlando molto animatamente.

Ma stavolta non mi soffermai ad ascoltare, me ne tornai in camera mia e mi rimisi a dormire.

 

Il mattino dopo mi vestii e poi scesi, era davvero molto presto. Ma mia madre era già sveglia ad impartire vari ordini alle cameriere.

“Cara! Devi andare al villaggio.”

“Perché?”

“Ovvio, questa sera tuo padre vuole dare un ricevimento per presentare Adam all’alta società inglese. Bisogna comprare un bel po’ di cose!” 

“Capisco, ma madre, in realtà io dovevo andare a dipingere con il signor Wood...”

“Non se ne parla! Adam deve stare con me, dobbiamo parlare di alcune cose importanti” intervenne mio padre.

Annuii, e alla fine presi le chiavi della mia macchina.

A quel tempo avevo una graziosa Spider di colore rosso. Per me era il massimo della bellezza degli anni ‘50.

Mi diressi a gran velocità verso il  villaggio, ma appena passai una curva per poco non investii Angus. Dovetti sterzare e andai quasi a sbattere contro una quercia. Mi girava la testa e il mio cuore batteva all’impazzata. Avrei voluto urlare ma raccolsi tutte le forze per trattenermi.

“Catherine! Stai bene?” Angus era corso verso di me. Appena mi ripresi dallo shock gli risposi:

“Sì, sto bene! Ma che diavolo stavi facendo, in mezzo alla strada?”

“Nulla. E invece a te pare il modo di guidare?”

Aveva volutamente cambiato argomento per spostare tutta l’attenzione su di me. Compresi perfettamente che non voleva parlare di lui e di ciò che stava facendo.

“Vuoi un passaggio?”

“Dove vai?”

“Vado al villaggio. Ah, prima che me ne dimentichi, questa sera mio padre darà una festa, che ne dici di venirci? Così gli parlerai.”

“Ottima idea, verrò di certo.”

“Perfetto, ora sali che devo anche andare ad incontrare Annie.”

Angus non ebbe alcuna reazione, ci rimasi quasi male. E pensare che io, lui e Annie eravamo un trio molto accanito prima della guerra... 

 

Per fortuna il viaggio durò poco, lo lasciai davanti a casa sua ed io raggiunsi Annie al pub. Parcheggiai la macchina e scesi.

Il pub all’interno era davvero molto accogliente, un bancone con il solito barista un tipo assai divertente, i soliti avventori che parlavano delle solite cose davanti ad una bella e buona birra. E poi seduta ad un tavolo lei, Annie.

“Catherine, ma si può sapere cosa ti è successo?”

Le raccontai di Angus, di come l'avevo trovato a vagare per i campi. E che per puro miracolo non l’avevo investito.

“Poveretto! I miei genitori hanno parlato con i suoi, dicono che è impazzito, sai soffre di quella malattia di cui soffrono quasi tutti i soldati tornati dal fronte.”

“Lo sospettavo… mi dispiace così tanto per lui. Comunque questa sera ci sarà una festa per presentare Adam all’alta società.”

“Adam?”

Mi andò di traverso la birra fresca.

“Scusa, non mi ricordavo che tu l’avessi visto solo quella sera. Sì, Adam, il nostro ospite…”

“Il tipo super carino? Allora verrò di sicuro!” Rise. “Ma dimmi, cosa c’è che non va?”

“Ecco, ieri mentre camminavamo mi ha detto una parola… non so se sia il caso di parlarne…”

“Sono la tua migliore amica!”

“Va bene, ma non dirlo a nessuno e poi si è scusato. Comunque mi ha detto che faccio parte di una bella razza…”

“Oh! Ma no mia cara, sono sicura che intendesse che sei davvero una bellissima ragazza. Siamo ancora tutti molto suscettibili, ma sono certa che lui non intendesse in quel senso, perché tu sei bionda e tutte quelle cose!”

“Già, ma ci sono rimasta male. Avrebbe potuto farmi un apprezzamento diverso… e poi chiama mio padre per nome!”

Annie scoppiò a ridere.

“Questo sì che è strano! Nemmeno mio padre chiama il tuo per nome. Eppure sono vecchi amici d’infanzia.”

“Pensa che ieri sera l’ho invitato per andare a dipingere, nel mio luogo. E lui se ne esce che deve chiedere a Thomas.”

“In poche parole intendi dire che lui deve chiedere a tuo padre il permesso? Oddio!”

“Sì, e questa mattina mio padre mi dice che non se ne parla.”

“Forse è solo una coincidenza. E tua madre cosa dice?”

“A me nulla, a tua madre ha detto qualcosa?”

“Che io sappia niente. Ma se vuoi glielo chiedo.”

“Grazie, devo andare sennò faccio tardi e devo comprare un mucchio di cose, Poi devo portarle alle cuoche. Allora a questa sera.”

Mi alzai e le diedi un bacio sulla guancia, poi la salutai con affetto. Uscii dal pub e salii in macchina.

 

Andai dritta al negozio di alimentari e comprai tutto ciò che c’era scritto sulla lista, poi tornai alla villa e lasciai ogni cosa nelle mani di mia madre.

Io me ne tornai in camera , presi il mio cavalletto e tutto il necessario per la pittura, scesi e mi feci preparare il pranzo in una borsa di vimini, la presi e uscii.

 

Camminai verso la grande quercia al limitare del antico bosco. Ad un certo punto sentii dei passi dietro di me, così mi voltai di scatto e con mia grande sorpresa era il signor Wood.

“Adam! Avrei potuto colpirti con il cavalletto!”

“Scusami, ma volevo venire con te, sai ti ho sentita parlare con tua madre, di quel Angus e mi sono preoccupato. Purtroppo chi soffre di quella malattia non è più lo stesso.” 

“E pensare che il povero Angus era un così bravo e bel ragazzo! Visto che ormai sei qui, è meglio che tu venga con me.”

“E’ un invito, signorina Catherine?”

“Se ci diamo del tu non c’è bisogno che mi chiami signorina, non ti pare?”

“Hai ragione. Allora, Catherine, dove andiamo?”

“Lo vedrai.”

Dopo aver parlato con Annie, ora mi sentivo più sicura di me stessa con il signor Wood, o meglio con Adam - mi dovevo ancora abituare a chiamarlo per nome -, quindi stavo iniziando ad aprirmi e la sua compagnia mi stava facendo piacere.

 


Angolo dell'autrice:
ringrazio chi la sta recensendo! Per ora grazie tesoro! :*

Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? Il povero Angus porta su di se gli orrori della seconda guerra mondiale. Più avanti approfondirò la sua malattia ;.;
Tra Adam e Catherine le cose stanno migliorando *-* Ora si danno del tu... :3

Ancora grazie e a presto! :*
Fuji.

 
  
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