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Autore: EleNicka_MM    28/07/2019    1 recensioni
E se...?
E se Lou fosse riuscita a far cambiare idea a Will? Se lui avesse deciso di non andare in quella clinica in Svizzera?
Gli equilibri della coppia saranno presto sconvolti da nuove notizie e nuove sfide, che Will e Lou faticheranno ad affrontare, aggrappati però sempre l'uno all'altra e guidati dal loro amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Eravamo nel letto, erano poco più delle dieci: a cena, rientrati dal parco, non avevamo né parlato né tanto meno mangiato molto, ognuno immerso nei propri pensieri.

Completai la nostra routine serale quasi automaticamente, talmente abituata ai movimenti che dovevo fare, agli step da seguire prima di mettere Will a letto, che potevo permettermi di pensare e rimuginare mentre le mie mani si muovevano automaticamente.

Ora ero raggomitolata al suo fianco, mentre aspettavo che qualcuno trovasse la forza, gli argomenti, ma soprattutto le parole per iniziare quella funesta conversazione.

"Di quante settimane sei?" mi chiese all'improvviso Will.

"Sette".

"E' del Maratoneta?", continuò secco, come se volesse sfidarmi ad affermare il contrario. In ventisette anni ero andata a letto con tre ragazzi: il primo in quinta superiore, il terzo era coricato accanto a me. Di chi cavolo poteva essere il bambino?

"Sì." risposi io "Di chi pensavi che fosse?".

"Del fottuto giardiniere!" sbottò con un sorriso sardonico, alzando gli occhi al cielo.

Io mi sollevai di scatto e lo guardai torva: "Non è il momento per fare lo stronzo, Will! E' un momento difficile per me: sto cercando nello stesso momento di lottare con i miei sentimenti, senza ferire i tuoi. Lo so che non è una situazione idilliaca, non sono felice di questo, ma almeno potresti provare a mostrare un po' di rispetto, di amore e di comprensione nei miei confronti!"

Lui mi guardò, sorpreso dalla mia reazione. Mi alzai e mi diressi nella stanza degli ospiti, ignorando Will che chiamava il mio nome.

Me ne sarei dovuta accorgere subito che vivere con Will Traynor non sarebbe stato semplice e in quei momenti arrivai addirittura a provare un po' di compassione per Alicia, la sua vecchia ragazza e, mi vergognai ad ammetterlo, riuscii a capire perché se n'era andata.

D'altro canto, però, capivo cosa significava questo per Will: come si potrebbe sentire un uomo, incapace di fare determinate cose, sapendo che la propria promessa sposa sta aspettando un figlio dal suo ex, che tra l'altro è l'incarnazione (stronza, per carità) di tutto quello che lui era prima?

Sprofondai in un sonno agitato e mi risvegliai un paio di ore dopo con un'emicrania pazzesca. Ero lì, con gli occhi spalancati a guardare il riflesso dei lampioni del parco sul soffitto, quando percepii delle voci smorzate arrivare dalla camera a fianco:

"Non è andata con qualcun altro, vero?". Riconobbi la voce come quella del padre di Will.

"E come avrebbe potuto? Se davvero è di sette settimane, vuol dire che è successo prima che partissimo per le Mauritius. E lei in quel periodo aveva appena lasciato il Maratoneta e si era trasferita qui. Poi non l'ho mai persa di vista.", gli rispose Will.

Ci fu un momento di pausa: “Che cosa vuole fare lei?"

"Io... io non lo so. E' confusa"

"Will, se non le permetterai di tenerlo, lei ti odierà per tutta la vita."

"E se invece lo volesse tenere e tornare dal Maratoneta?"

Steven rise sommessamente: "Quella ragazza ti ama più di qualunque cosa. Ha fatto di te la sua missione di vita, ha dedicato corpo e anima a tutto ciò, per farti sentire amato, per farti ritrovare la forza di vivere"

"E io? Che razza di padre sarei, che non lo potrò mai tenere in braccio, non lo potrò mai accarezzare per consolarlo, non gli potrò mai stringere la mano quando vorrò complimentarmi con lui?"

"Will, sarai uno che ha fatto del suo meglio, come tutti i padri del mondo. Questo bambino ti amerà e, se avrà anche solo un decimo della forza della madre, capirà e saprà tirare fuori amore, comprensione e insegnamento da ogni parola che uscirà dalla tua bocca."

Rimasi ad ascoltarli fino a quando non fui sicura che Steven se ne fosse andato. Non avevo mai avuto un'alta considerazione di quell'uomo, ma dopo quel discorso che aveva fatto al proprio figlio, aveva guadagnato un milione di punti sulla mia scala di gradimento.

Perché è vero, ogni genitore fa del proprio meglio con i figli e nessun padre, nessuna madre è diversa dagli altri: sono solo persone che, con una responsabilità immensa, devono accudire e preparare una piccola persona per il suo ingresso nel grande e cattivo mondo.



Come promesso, due capitoli assieme!  Mi scuso ancora infinitamente per il ritardo (anche se, come credo abbiate capito, la puntualità negli aggiornamenti non è il mio forte).

Se avete letto fino a qui, vi ringrazio immensamente per la fiducia e per il tempo speso ad aspettarmi.
A breve, si spera, il prossimo capitolo.

Arrivedorci.

  
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