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Autore: Aesingr    03/08/2019    1 recensioni
"Giovane drago... dove sei finito?"
Con questa domanda ci lascia Ignitus al termine dell'Alba del drago, dopo la sconfitta di Malefor e la scomparsa di Spyro e Cinerea.
Perché il loro nome non appare sul libro dei draghi?
Il loro è stato davvero un sacrificio?
Ma soprattutto... può Spyro amare davvero Cinerea?
______________________
Ali di rubino, corna d'argento, occhi di smeraldo, squame d'ossidiana.
No, non erano queste le sue origini. Lei era qualcos'altro, qualcosa di ben più oscuro. Un frammento d'anima che trovava la pace soltanto nella mera astrazione dell'ombra e della notte, nella tetra e gelida oscurità del vuoto.
Un crepitio, e il guscio si era infranto.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL FUOCO CHE PORTERÀ ALLA CENERE



Lascia che l'acqua scorra attraverso quest'anima infranta.

Mostrami ora
Come posso ritrovare casa mia
E tutto ciò che sono.
Deponi le armi

Ho combattuto al tuo fianco.
Le ceneri ancora bruciano.
Ti ho mostrato quanto valgo,
Dimmi quindi perché

Ho perso la strada
La tua voce è silenzio.
Ho bisogno di te
Per poter ricordare.
...

L'aria era satura di tensione, di un feroce alone d'energia che si espandeva in ogni dove per ghermire il corpo e lo spirito di chiunque ne fosse rimasto schiacciato. Nessuno era più al sicuro, nessuno sarebbe potuto sopravvivere.
Stava per accadere. L'ambizione di Katlas poteva infine attecchire, in un suolo pervaso dal terrore e dalla distruzione. Le creature stavano crescendo a vista d'occhio. Il flusso era inarrestabile, qualunque terra avrebbe cominciato a tremare d'innanzi alla venuta di una simile catastrofe.
Fra le scure masse deformi, si ergeva la figura di una creatura di cui il mondo si sarebbe presto dimenticato.
"Che sorpresa, Katlas aveva ragione"
Il loro scambio di sguardi, intenso e violento, non si sarebbe potuto infrangere neanche se tutto fosse saltato per aria in quell'istante.
"Chi sei" rispose Cinerea con freddezza. Sulle sue squame si riflettevano i tetri bagliori di un nuovo, pericoloso tramonto.
"Izric"
Fu quella l'unica parola che uscì dalle labbra del drago nero, prima che attorno a lui le creature si diradassero e si facessero distanti. La dragonessa captava un maligno ed oscuro sentimento d'odio provenire da quell'individuo. Aveva percepito sul proprio corpo il disprezzo che Malefor aveva provato nei confronti del suo tradimento, ma non era nulla in confronto.
Non capiva come qualcuno che neanche conosceva potesse inviarle una tale sgradevole sensazione. Drizzò la coda e distese le ali, cominciando ad avanzare verso di lui.
"E che cosa vuoi... Izric?"
"Niente in particolare, Katlas mi ha chiesto di togliervi di mezzo e semplicemente devo provvedere"
Gli occhi di Cinerea si ridussero a due fessure.
"È così? In questo caso puoi accomodarti. Se vuoi chiedo ad Irasu di prepararti la cena"
"No" rispose l'altro con un ghigno. "Mi accontenterò di banchettare con quello che rimarrà di voi"
Le sue zampe vibrarono. Avrebbe voluto chiedergli qualcosa a riguardo di quanto stava succedendo. Poteva sfruttare l'occasione per mostrarsi ignorante, non che ne sapesse realmente abbastanza, per carpire quante più informazioni possibili.
Ma non ci riuscì.
"Addirittura?"
La frustrazione per la debolezza mostrata di fronte al pericolo, la rabbia accumulata in quegli ultimi minuti, non facevano altro che riempirla di un'ardente brama di combattere. Niente pareva poterla riportare alla calma, nel suo cuore erano troppe le emozioni.
Voleva lottare. Dietro di lei sentiva Irasu borbottare qualcosa, ma non distinse le sue parole. Sentì solo il nome di Hunter che la chiamava.
Lo ignorò. Non avrebbe permesso che qualcuno minacciasse lei e i suoi compagni. Non erano solo amici di Spyro, erano anche i suoi amici. Come se avrebbe mai potuto sognare di trovarne altri.
Il primo colpo fu uno dei più devastanti che le sue fauci ebbero mai generato. Impiegò pochi secondi a convogliare tutto il male che la stava eviscerando nel profondo, per concentrarlo in un gigantesco soffio verdastro. Un cono di sostanza corrosiva scaturì dalla sua bocca e investì qualunque cosa le si trovasse davanti.
Il veleno era forse l'elemento più pericoloso tra quelli acquisiti a causa di Malefor. In quel momento dovette ringraziarlo; l'euforia che provò nel travolgere quel drago con tutto il dolore che covava dentro fu indescrivibile.
Un lato di lei, quando era veramente arrabbiata, riesumava il piacevole tepore dei giorni in cui non si poneva alcuna domanda. Era stata il veleno, l'ombra, la paura.
Provò un immenso piacere nel constatare che Izric aveva risentito del colpo. Attorno a lui alcune creature si erano letteralmente disciolte in una poltiglia disgustosa, mentre il suo corpo sfrigolava come fosse stato inghiottito dall'acido.
Sollevò il muso e spavalda esibì le zanne, mentre il drago nero emergeva dalla pozza d'acido che l'aveva sommerso.
"Non avevi intenzione di divorarci?"
Quello rimase per qualche istante immobile, interdetto.
"Non ho mai visto un drago nero fare una cosa simile. Impareremo a controllare un potere così aggressivo?"
Lei lo ignorò, balzando in aria per scagliarglisi addosso. Non si era resa conto che il suo avversario non aveva risentito minimamente del suo soffio acido, o meglio la sua mente sembrò non mettere insieme i pezzi.
In un certo senso, una parte di lei se l'aspettava. Solo quando lo aggredì con gli artigli però ricordò di un dettaglio non esattamente trascurabile.
I draghi neri possono ignorare il dolore.
Si scagliarono uno contro l'altra con veemenza, sferzando con le ali e la coda per intercettare e deviare gli attacchi dell'avversario. Estremamente agili e rapidi, ben presto si confusero in un fumoso miasma fatto di zanne, artigli e sangue. L'aura nera che li avvolgeva ben presto si irradiò tutt'attorno. Cinerea scomparve nelle tenebre per apparire sul dorso di Izric, ma quest'ultimo si rovesciò di scatto e la sbilanciò con un colpo di coda. Con altrettanta prontezza, lei abbassò la testa per far sì che impattasse sulle sue corna e affondò gli artigli sulle sue spalle, trascinandolo verso il basso per poi spingerlo a terra con una raffica di vento.
Il drago nero riuscì a rimanere in aria con un vigoroso battito d'ali, e appena Cinerea gli fu addosso la afferrò con le zampe anteriori. Strinse gli artigli sul suo dorso, affondandoli sulle squame con un ringhio.
La dragonessa si divincolò dalla presa con un ruggito di dolore, scalciando come una furia.  Affondò le zanne e la lama in cima alla coda sul ventre di Izric, aggredendolo con tutte le sue forze pur sapendo che non poteva sconfiggerlo in quel modo. Per quanto sembrasse assurdo non avrebbe potuto infliggergli alcun dolore neanche strappandogli la carne di dosso.
Prima che potesse reagire, avvicinò il muso al suo orecchio ed emise un potente stridio. Evocando lo spaventoso grido che incuteva il terrore, sperava di stordirlo quanto bastava per poterlo annientare.
Il piano sembrò funzionare, perché Izric dovette lasciarla andare per scendere frastornato verso il suolo. Senza dargli tregua, Cinerea si confuse di nuovo fra le tenebre per sorprenderlo con un attacco definitivo, lanciandosi su di lui come un mercenario sul proprio obbiettivo.
Ma il drago nero spalancò le fauci per accoglierla.
Tutto si fermò. Cinerea rimase sospesa a mezz'aria, per poi planare di fianco a Izric con l'animo sgombro dalla foschia.
"Ti ringrazio, sei stato un toccasana" fece grattandosi il collo con la coda mentre si ricomponeva.
Il drago non sembrava altrettanto soddisfatto. L'aveva messo in seria difficoltà, forse non si aspettava un'avversaria così agguerrita.
"Tu non sei una di noi, dico bene?"
"Certo che no. Come potrei unirmi a te e a quel pazzo!"
"Non fingerti stupida, sai che mi riferisco alla nostra razza"
Cinerea dovette perdersi nei propri ricordi per attingere alla memoria di quei giorni. Certo che sapeva di cosa stava parlando, il problema era un altro. Non era facile, era tutto molto opaco e frammentato, Malefor l'aveva trasformata poco dopo e in quel momento si infranse gran parte del suo passato.
"Non sono un drago nero. Questo non è il vero colore delle mie squame, si sono corrotte e scurite per colpa della magia che mi ha ridotta così"
Il muso di Izric trasudava allo stesso tempo rabbia e curiosità, come se prima di eliminarla volesse sapere altro da lei. Poteva essere un buon attracco, considerando che per lei valeva lo stesso.
"Certo, draghi neri non si nasce... si diventa. Ma non è la magia ad averti trasformata, è l'odio. Tu sai che è l'odio, perché lo stai negando? Lo sento, è il tuo odio!"
"Datti una calmata" lo zittì lei secca, "o ti tolgo io quell'atteggiamento insolente. Tu non conosci la mia storia, da quanto ne so sono cambiate molte cose"
Stava ricostruendo il castello un po' alla volta. Maledet era nato drago nero, non lo era diventato.
"Cosa vuoi dire?" chiese Izric, la cui espressione sembrava per qualche ragione starsi ammorbidendo.
Era riuscita ad attirare la sua attenzione prima di quanto potesse sperare.
"Ho conosciuto qualcuno come te, non credevo avrei incontrato un altro drago nero da queste parti. Comunque non al servizio di Katlas"
"In effetti è insolito" rispose lui mentre si passava la lingua fra i denti. "Che vuoi farci, ero io quello strano"
Cinerea si passò un artiglio sotto al mento. Quel tipo aveva decisamente voglia di raccontare.
"Di cosa stai parlando?"
"Non credevo me l'avresti chiesto. Anche se..."
"Certo, certo. Non ci vuole un genio, e io lo sono, per capire che fremi dalla voglia di parlarmene"
Izric restò alcuni secondi in silenzio, poi scoppiò a ridere.
"No! Fidati, sono più curioso di scoprire cos'hai da dire tu"
Non immaginava sarebbe stato così facile.
"Niente di particolare. Ma vengo da un mondo futuro, so come andrà a finire. Di Katlas non rimarrà nulla, la sua ambizione è destinata a scomparire nel tempo. Il drago nero che ho conosciuto mi ha raccontato dei supplizi subiti dai suoi antenati, mi ha anche detto di esser nato con quelle squame e di poter ignorare il dolore. Questa facoltà nasce proprio dalla resistenza della sua razza, che ha dovuto trascorrere momenti molto difficili. Trasmettendolo ai figli fanno in modo che questi non soffrano"
Rapito dalle sue parole, Izric si lasciò andare ad un sospiro.
Fu un attimo. Cinerea con uno scatto lo afferrò per un'ala e lo ribaltò su un fianco, salendogli sopra e bloccandolo sotto le zampe. Gli avvicinò un artiglio al collo prima che potesse tentare una reazione, e con freddezza accostò il muso al suo. "Ora però sarai tu a rispondermi"

"Una forza come la tua non andrebbe sprecata in questo modo"
Malefor era riuscito ad incassare il colpo di Katlas. Aveva prontamente eretto la barriera per proteggere Cinerea, lasciando stupito persino il suo avversario. In effetti non conoscevano i rispettivi poteri e Malefor aveva più di una carta da giocare, ma la loro determinazione era comunque ben diversa.
Spyro, in un primo momento esterrefatto, capì di doversi fare coraggio e di dover reagire.
"E cosa proporresti tu?" chiese il Maestro delle ombre, grugnendo.
Prima che la conversazione si portasse su binari pericolosi, il giovane drago viola si immise fra i due.
"No. Fermi! Katlas, perché sta accadendo tutto questo?"
Lo sguardo vuoto che ricevette in cambio fu di quanto più agghiacciante potesse aspettarsi. Il volto di quel drago aveva qualcosa di perversamente malevolo, più di quanto non si fosse avveduto in precedenza.
"Perché? Ovviamente perché sono io a volerlo"
"Voglio saperne di più! Voglio capire perché devo combattere, sono stanco di lottare per niente!"
Katlas  mosse un passo verso di lui, indicandolo con l'artiglio dell'ala destra.
"Puoi riposarti allora. Se non vuoi combattere, ti sarà sufficiente aspettare. Quello che deve avvenire avverrà comunque, che tu mi affronti o no"
"Smettila!"
Non capiva se aveva bisogno di essere spaventato, sconcertato o furioso. Sapeva solo che quell'individuo era dannatamente pericoloso anche semplicemente quando parlava, senza attingere ai suoi poteri. "Voglio solo sapere cosa sta succedendo. Cosa sono queste creature? Devi rispondermi!"
Malefor lo afferrò per la coda e lo proiettò a diversi metri di distanza senza alcun preavviso. Si ritrovò a capitombolare per terra e a rotolare nell'erba, finendo con il muso di fronte ad una delle orride bestie striscianti.
Un violento grido scaturì con prepotenza dalla sua bocca. Appena vide l'essere avvicinarglisi, una poderosa fiammata emerse dalle profondità della sua gola e lo incenerì all'istante, ancor prima che la sua mente avesse pensato di reagire.
Rapidamente si rimise in piedi. Non era ferito, ma non capiva per quale motivo Malefor dovesse agire in quel modo. Se era dalla sua parte perché non lo lasciava dialogare? Avrebbe solo voluto scoprire il motivo di quello scempio, ma si sentì maledettamente ingenuo.
Non fece in tempo ad avvicinarsi che Katlas aveva compreso il messaggio di Malefor ed era partito all'attacco. Quella era la prima volta che lo vedeva durante un assalto fisico, quando aveva combattuto contro di lui era rimasto immobile.
Significava che reputava Malefor abbastanza interessante da doversi spostare? Non si sentiva neanche ferito nell'orgoglio per la poca considerazione che gli veniva dedicata, però non sopportava di dover assistere senza intervenire.
Venne abbagliato da un tripudio di luci ed esplosioni, in una tremenda danza di distruzione e d'energia. Gli artigli cozzavano con le zanne, il fulmine si infrangeva sul ghiaccio. Neanche lui poteva credere che si sarebbe verificato uno scontro di quella portata di fronte ai suoi occhi, non senza che lui potesse influenzarlo in alcun modo.
Voleva porre solo qualche domanda, se fosse stato necessario si sarebbe battuto. Era soltanto stufo di doverlo fare in nome di un destino da compiere.
Lui non era la profezia da cui era nato il suo uovo, lui era Spyro. Non aveva alcun bisogno di sottostare ad un ordine superiore, neanche l'Aedo avrebbe potuto dirgli cosa fare. Si era rifiutato di rimanere al riparo mentre calava la notte eterna, così si sarebbe rifiutato di arrendersi a Katlas e al dover fare del male senza poter scegliere.
Malefor scagliò una sfera d'energia sullo stomaco dell'avversario appena questo fu abbastanza vicino da essere esposto. Katlas tuttavia si circondò di un'aura infuocata e avvolse il globo in un mantello di fiamme per dissiparlo. Il colpo infatti non lo raggiunse mai, divenendo fumo e disperdendosi nell'aria.
Quando gli artigli incandescenti del drago raggiunsero il maestro delle ombre, quest'ultimo aveva già preparato la sua contromossa. Con una poderosa zampata fracassò il terreno, sprigionando una devastante scossa tellurgica attraverso il suolo.
Tutto prese a tremare. Katlas si ritrovò senza una superficie su cui poggiare le zampe e le sue fiamme si attenuarono. Quando fece per alzarsi in volo, Malefor cercò di investirlo con un gigantesco tornado di fulmini e gli si gettò incontro nel tentativo di travolgerlo per schiacciarlo con la sua grande mole.
Fu l'ennesimo attacco che mancò il bersaglio. Per quanto sembrasse impossibile Katlas aveva creato un tornado di vento ancor più prorompente di quello del suo avversario. Malefor venne spinto indietro e l'elettricità schizzò tutt'attorno, creando un campo elettrico di pura energia da cui emergevano fiotti di scintille luminose.
La portata di quello scontro era epocale, ma Spyro in quel momento aveva soltanto paura. Temeva che Katlas potesse fare ben altro, mentre sapeva che Malefor stava dando il meglio di sé.
A lasciarlo di stucco però fu anche quella consapevolezza. Il drago che lo stava proteggendo era proprio il suo più temibile nemico; era lui che stava dando fondo anche al più piccolo grammo del suo potere, per fronteggiare un drago viola che sembrava aver abbracciato una filosofia spaventosamente prossima alla sua.
Stava davvero accadendo tutto questo?
Nessuna parola, nessuna voce. I due draghi si fronteggiavano con inaudita brutalità. Ad un colpo ne seguiva un altro, ogni elemento si scontrava con il suo opposto.
Fu a quel punto che non ci vide più. Senza pensarci un'altra volta caricò in direzione di Katlas, attingendo ad una forza che non ricordava di aver mai avuto. Per un attimo gli sembrò che i sentimenti d'impotenza stessero per mutarlo nella sua forma più oscura e violenta, ma non accadde.
Katlas dovette lasciar perdere Malefor per concentrarsi su di lui, alzando la guardia e portando le ali a proteggere la testa. Spyro cambiò direzione all'ultimo secondo. Scivolò sotto le sue zampe e con un balzo sferrò un'incornata sul suo ventre, bersagliandolo con una tempesta di artigli e fuoco incandescente.
Colto alla sprovvista, Katlas vacillò. Neanche Spyro si aspettava di riuscirci. Capì solo voltandosi verso Malefor che non era andato a segno con le sue sole forze: il drago millenario si era a sua volta lanciato sul suo avversario, approfittando del suo momento di distrazione per bersagliarlo con il suo soffio elettrico.
Il corpo di Katlas vibrò mentre sopportava la scossa. Spyro venne di nuovo lanciato via malamente da una frustata di coda, questa volta finendo a zampe all'aria. Fu talmente rapido che ebbe solo il tempo di accorgersi della botta.
Erano comunque riusciti ad assestargli qualche colpo.
"Oh, bene. Se combatteste insieme sareste quasi una minaccia" puntualizzò Katlas, allontanandosi da entrambi.
Mentre tornava sulle quattro zampe, Spyro si prese qualche momento per osservarlo meglio. Il suo corpo non appariva nemmeno troppo muscoloso e navigato se paragonato con quello del giovane drago e soprattutto con quello del maestro delle ombre. Spyro ebbe la sensazione che nei suoi attacchi vi fosse qualcosa di strano, di insolito. Non tutti erano mirati e decisi, altri sembravano in qualche modo insicuri.
Era troppo potente per non conoscere a pieno la sua stessa forza. Non poteva semplicemente aver compiuto degli errori, una così grande energia elementale doveva essersi sviluppata con il tempo e con un duro allenamento.
Anche solo fissarlo gli incuteva timore, ma sentiva che c'era qualcosa di strano. Qualcosa che non andava in quella sua figura, tanto insidiosamente ineluttabile quanto controllata.
Malefor possedeva un aspetto mostruoso, esibiva la sua potenza ed era subito evidente quanto fosse corrotto. Per Katlas era diverso, sotto un aspetto in apparenza semplice e immacolato si celava un vulcano pronto ad eruttare, un oceano iracondo, una pioggia di meteore in grado di riversarsi attraverso il cielo.
Attorno ai tre draghi viola, il mondo stava conoscendo la sua più spaventosa epoca di distruzione. Gli alberi si stavano riducendo a piccoli fuscelli secchi, le radici sprofondavano, i colori dei petali erano soltanto un remoto ricordo.
Neanche un esercito di migliaia di draghi avrebbe potuto ridurre quelle floride lande a ciò che erano diventate. Le acque, ormai quasi totalmente inquinate, si stavano trasformando in liquami torbidi e maleodoranti. Il fiume violaceo scorreva silenziosamente su un letto di detriti e foglie strappate. Le creature ancora vive non avrebbero resistito a lungo, nei dintorni non vi era luogo su cui la vita potesse continuare a proliferare.
Spyro sgranò gli occhi di fronte a tale aberrante spettacolo.
"Non può essere, pochi minuti fà era tutto verde..."
Le parole uscirono senza quasi se ne accorgesse. Era sconvolto. Come aveva potuto quell'essere fare una cosa del genere?
Si poneva quell'interrogativo in ogni sfaccettatura possibile. Non capiva né come ci fosse riuscito, né tanto meno come avesse trovato il coraggio di attuare un piano tanto efferato.
Per Katlas certamente un valido motivo doveva esserci. Anche con i poteri che possedeva, arrivare a quel punto doveva essergli costato tutto. Ma quella visione era impossibile da digerire.
Fu proprio lui a destarlo dal suo torpore, riportandolo alla realtà.
"Anche a me piaceva tutto quel verde. La luce dell'alba, l'acqua cristallina, il fuoco del tramonto. Era così splendido che non potevo lasciare andasse perduto, per questo ho deciso di farne il mio nutrimento. Di farlo parte di me, il primo drago viola della storia"
Se la situazione fosse stata meno deprimente, Spyro avrebbe anche potuto sorridere. Come avevano creduto fino ad allora che Malefor fosse stato il primo, anche Katlas avrebbe potuto avere degli antenati. "Prima venne il gelo, perché nessuno potesse sottrarsi al proprio destino"
Dal corpo di Katlas fuoriuscì un prorompente vento ghiacciato. L'erba divenne bluastra, le creature serpentiformi si congelarono all'istante, i fori vennero rivestiti da un sottile strato di gelo trasparente. Spyro, spiazzato da quel repentino cambio di temperatura, balzò indietro e scagliò una vampata per contrastare istintivamente il freddo.
Non servì a nulla, il fuoco si estinse in un lampo. "Poi venne il fulmine, che distrusse ed eradicò ogni cosa"
Sopra le loro teste si erano accumulate miriadi di scariche elettriche, senza che vi fossero nembi o pioggia ad averle generate. Enormi saette scoppiarono sulle creature immobilizzate dal gelo, disintegrandole. Una tempesta di fulmini si abbatté inesorabile come una punizione divina sul mondo sottostante.
Il potere di Katlas non aveva limiti. "Fu il tempo di eliminare i resti, così giunsero i venti"
Se fino a quel momento aveva resistito, quando l'uragano si scatenò anche Spyro venne sbalzato via. Sbatté con un fianco su un masso, rompendosi probabilmente qualche costola. Avrebbe continuato ad esser trascinato da una parte all'altra in balia delle correnti se Malefor non l'avesse afferrato con gli artigli e non l'avesse tenuto stretto.
Se aveva alcune ossa ancora integre il simpatico maestro delle ombre doveva aver gioito nel frantumargliele. Sentì soltanto il fiato mancargli dal dolore, ma in qualche modo fu proprio quel dolore a mantenerlo cosciente.
Non sapeva cosa fosse un abbraccio, non quello di un genitore della sua specie almeno, o avrebbe potuto sentire in quella stretta qualcosa di protettivo.
Il vento si attenuò, lentamente. Abbastanza lentamente da permettergli di assaporare la paura che prima non aveva avuto neanche modo di percepire. "Una volta che si furono placati, era tempo di piantare i semi"
Katlas generò dalle zampe dei piccoli cristalli di luce verde, che incuneò nel terreno spoglio e devastato. Fu proprio in quel momento che anche Malefor si rese conto realmente dell'immensità del suo potere, del perché avesse capito da subito di non avere alcuna speranza.
Spyro non credette a ciò che vide. Da un terreno ormai nudo e arido germogliarono piante e alberi, come si fossero sempre trovati nel sottosuolo e non aspettassero altro che emergere. Nella raccapricciante meraviglia di quella foresta era inciso il seguito dell'incubo.
Era in quella pagina del libro di Katlas che lui e Cinerea erano comparsi. "Fino a ché non venne il momento di assaggiare il dolce frutto dell'opera. Le ombre si estesero, le acque si avvelenarono, il suono dei lamenti di terrore sovrastò il creato"
Ogni cosa piombò di nuovo nel nero. Tornarono i mostri deformi, gli stessi che Katlas aveva distrutto, e divorarono ogni forma di vegetazione circostante.
Era chiaro. Lui poteva distruggere, poteva creare, poteva trasformare. Katlas aveva il potere di attuare qualunque cosa.
Fu allora che le ali di Spyro si afflosciarono. Non ci aveva messo molto a capire la gravità del guaio nel quale si era cacciato, o meglio in cui aveva cacciato tutti quanti. Se si erano creati dei portali per colpa del suo scontro con Malefor anche Katlas avrebbe potuto utilizzarli per viaggiare attraverso il tempo.
Non ne sapeva nulla, non aveva risposte, ma era lecito pensare che il portale con cui Sparx e Hunter erano arrivati in quell'epoca non fosse l'unico. Sarebbe stata una coincidenza troppo ottimista.
Cominciò a sentirsi distante, perso nel vuoto. I sensi si stavano offuscando, stava scivolando nell'oblio.
Il calore lo pervase. Vide soltanto una forte luce arancione, prima di sprofondare nel buio.
"Infine verrà il fuoco, che porterà alla cenere"

___________________________________
Non volevo fare l'angolino anche questa volta, quindi sarò breve!
L'elemento paura, di Cinerea, fa cagare al caiser U.U o meglio il nome dell'elemento. L'ho interpretato a modo mio come "suono", il grido che incute il terrore.
Le frasi all'inizio sono riprese sempre dalla ost "This broken soul" di Cinerea. Oltre ad essere bellissima, è perfetta per questa storia.
Ringrazio di nuovo tutti coloro che stanno leggendo e al prossimo capitolo!

-Aesingr (Aes per amici e nemici)
  
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