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Autore: The_stampede    06/08/2019    5 recensioni
La storia prosegue negli anni dopo lo scontro con Safulan e il mancato matrimonio. La situazione non è cambiata molto tra loro, ma sono cambiati loro con l'unica, inevitabile costante della vita: il tempo che trascorre. Mentre Akane è maturata sia in senso fisico che mentale, Ranma ancora si crogiola nella folle quotidianità della loro vita, ma l'inizio del terzo e ultimo anno scolastico finirà per fargli fare un brusco risveglio, peggiore di quelli a cui lo ha abituato la fidanzata.
Ranma 1/2 è il mio manga preferito, lo rileggo spesso e ogni volta non posso fare a meno di scoppiare a ridere per le disavventure, i personaggi e il nonsense, che percorre tutta la storia. Come la maggior parte dei suoi fan, anche a me è rimasto l'amaro in bocca per il finale aperto. Negli anni e nelle varie riletture ho finito per apprezzarlo maggiormente, ma non è passata la voglia di creare qualcosa che soddisfacesse il mio bisogno di una conclusione. Così eccomi qui; spero possiate apprezzare la storia e, come succede a me quando leggo le fanfiction altrui, passiate qualche momento di svago e stacco dal quotidiano nel leggerla.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Akane si buttò sul letto, si sentiva esausta, ma non era lo sforzo fisico a metterla in quelle condizioni.
Ranma, dopo l’incidente delle lettere quella mattina, l’aveva ignorata tutto il tempo con un evidente malumore che lo aveva accompagnato tutto il giorno, addirittura peggiorando dopo pranzo.
Anche l’ora di pranzo della ragazza con il caschetto non era stata propriamente rilassante, uno dopo l’altro aveva rifiutato una quantità spropositata di pretendenti, quasi tutti del primo e del secondo anno.
Le era sembrato di sentire la voce di Ranma, lì nel cortile posteriore, ma aveva scacciato immediatamente il pensiero che lui potesse essere minimamente interessato alla corte serrata a cui lei era sottoposta.
Emise un sospiro, per assurdo la situazione le faceva rimpiangere i tempi in cui poteva liberarsi dei ragazzi a suon di calci nel tempo in cui la campanella segnava l’inizio della giornata scolastica. Con questi spasimanti però non poteva certo comportarsi così, erano per lo più ragazzi timidi e normali, che le chiedevano una normale relazione romantica *Normale* pensò sorridendo mestamente tra se, *Questa parola non si abbina più alla mia vita da moltissimo tempo, ma in fondo, da quando mamma è morta niente è stato più davvero normale*

Nemmeno Akane era una ragazza normale, con il trascorrere degli anni e l’avvicinarsi della maturità aveva iniziato a perdere i connotati adolescenziali e lasciato intravedere chiaramente la splendida donna che stava diventando. Non era solo una questione meramente fisica, la piccola delle sorelle Tendo era una fusione delle maggiori. Assomigliava a Kasumi nella disponibilità verso il prossimo, nel sorriso dolce e nello sguardo sincero. Mentre da Nabiki aveva preso la tendenza a non arrendersi mai per ottenere ciò che voleva, una certa fascinazione verso i piani arzigogolati, anche se non era astuta come la sorella nell’attuarli, e quel po’ di malizia: come la mezzana, non disdegnava mettere pantaloncini corti e calze parigine o qualche top che mostrasse leggermente il seno, senza esagerare però!
Sua totale e inconfondibile caratteristica era l’irascibilità, la gelosia e la perdita del bene dell’intelletto quando il fidanzato la provocava facendo uscire l’Oni, ereditato dal padre Soun, che albergava in lei. Ranma e le sue fidanzate, o presunte tali, erano le uniche persone capaci di farla imbestialire tanto. Per cui i compagni di scuola, che non la conoscevano bene, vedevano solo la fantastica ragazza e non l’orco spaventoso, inevitabile quindi innamorarsi di lei e farla diventare la più desiderata del Furinkan.

Il giorno dopo, con grande sollievo notò che le lettere erano diminuite, se ne domandò il motivo, ma si disse che la spiegazione poteva facilmente trovarsi nel fatto che ormai aveva rifiutato una buona quantità di persone. Non sospettava minimamente che il fidanzato ci avesse messo il codino! Tra le lettere arrivate quella mattina ce ne fu una che attirò particolarmente la sua attenzione. Non era intestata come le altre, ma in una grafia perfetta il mittente aveva scritto solamente “Akane Tendo”.

Fu per questo che l’aprì per prima all’ora di pranzo, decidendo di prendersi una pausa dagli appuntamenti sul retro del cortile per rifiutare i ragazzi, e la lesse con alle spalle le inseparabili amiche d’infanzia. Un’esclamazione di stupore e ammirazione di Yuka attirò l’attenzione del gruppetto di maschi formato da Hiroshi, Daisuke e Ranma che stazionavano qualche banco più in là. “Cavoli Akane! Ti ha scritto Daichi Asuka!!” “E chi è?” chiese la bella moretta all’amica. “Solo il ragazzo più bello, ricco e desiderato del secondo anno. Pensate è anche il migliore della scuola, prende voti altissimi!” rispose Yuka con un dito puntato al soffitto, stando ad indicare che lei ne sapeva più di tutti. “Oh!” fece Akane arrossendo. “E cosa vuole da te Akane?” chiese Sayuri conoscendo già la risposta e provando un pizzico d’invidia per l’amica. “Bhe…” apostrofò la piccola Tendo al culmine dell’imbarazzo e lanciando un’occhiata in direzione del fidanzato, “mi ha chiesto di uscire con lui.” “Che imbecille!” commentò Ranma, “Per quale motivo uno come lui dovrebbe mai interessarsi ad una racchia come te!” Ad Akane si inumidirono gli occhi, perché nel tono del fidanzato c’era rabbia e un malcelato desiderio di mortificarla, quasi fosse responsabile delle attenzioni che riceveva.

“SMETTILA!” L’urlo rimbombò nell’aula semi vuota, ma non proveniva da Akane. Era stato Hiroshi a dar sfogo alla propria rabbia. “Sei il più colossale degli idioti Saotome! Sono anni che ti sento ripetere le solite stronzate e non ne posso più. Akane è una ragazza stupenda e tu dovresti baciare la terra dove cammina!” Ranma si alzò dal banco su cui si era seduto e fronteggiò Hiroschi, iniziando ad emanare una minacciosa aura combattiva. I nervi del codinato erano stati messi a dura prova in quei giorni e lo sfogo dell’amico non capitava nel momento migliore. “Che c’è Hiro, vuoi aggiungerti alla lista dei pretendenti?!?”.
Il ragazzo non indietreggiò di un passo di fronte all’artista marziale, scosse la testa e un sorriso di amarezza gli si dipinse sul volto. “Proprio non riesci a capire, vero Ranma? No, Akane non mi interessa in quel senso. Oh, se me lo chiedesse non le rifiuterei certo un appuntamento, ma ci conosciamo fin da bambini e tengo a lei a prescindere. Sei un’idiota davvero. Lei è la migliore di noi, quando la signora Tendo morì eravamo tutti tristi, andavamo all’asilo del quartiere ed era impossibile non affezionarsi alla mamma di Akane. Era dolce come Kasumi e cucinava sempre dei dolcetti per tutti, aveva anche la battuta pronta e non mancava di redarguire qualche bullo quando questo ti dava fastidio. Fidati! Ti sistemerebbe per le feste se ti sentisse trattare così Akane!”
Un lieve singulto scosse le spalle della piccola Tendo, sentire il ricordo della madre attraverso le parole dell’amico era dura da affrontare senza piangere. “Dai Hiro, lascia perdere.” Disse Daisuke, pur condividendo la disapprovazione per il comportamento di Ranma.
“No che non lascio perdere! Te lo ricordi, vero, come si comportò Akane alla morte della madre?!” disse alzando nuovamente il tono e voltandosi verso l’amico che aveva cercato di interromperlo.
"E chi potrebbe dimenticarlo?” intervenne Sayuri con il capo chino verso il pavimento, troppo imbarazzata per guardare in faccia chiunque.
Piantando nuovamente gli occhi in quelli di Ranma Hiroschi proseguì il racconto. “Tutto il quartiere era disperato, un via vai di gente si recava al Dojo per porgere le condoglianze. Akane rimase al fianco del padre, con lo sguardo fiero e risoluto cercando di consolarlo al meglio che poteva. Tornata all’asilo, dopo i funerali, ci trovò tutti tristi e cercando di tirarci su il morale decise di farci dei dolcetti con il fango della zona giochi, dicendo che sarebbero stati buoni come quelli della sua mamma”
“La cucina non è mai stata proprio il tuo forte è ‘Kane-Chan?” Disse con dolcezza Yuka, cercando di alleviare un po’ la tensione. Il commento in effetti strappò una piccola risata a tutti, tranne Ranma.
Hiroshi proseguì “Con i dolcetti di fango iniziammo a fare la guerra e a ridere e poi tutt’ad un tratto Akane si accucciò e iniziò a piangere disperata.”
“Mi abbracciaste tutti” disse la protagonista del racconto, che con lo sguardo limpido guardava in viso i quattro compagni di infanzia. “Già” disse Hiroschi facendo qualche passo verso di lei e scoccandole un dolce bacio sulla guancia. “Non ti merita!” disse guardandola negli occhi e voltandosi poi di scatto verso Ranma “NON LA MERITI!” gli urlò in faccia il giovane, “E SAI QUAL’E’ LA PARTE PEGGIORE!?! Sono sicuro che lei ti piaccia, ma sei troppo orgoglioso per ammetterlo, capisco la timidezza nel dichiararsi, ma che cavolo di amicizia è la nostra se non sei nemmeno capace di essere sincero con noi? Ho aspettato in questi anni che ti aprissi un po’, che ci chiedessi qualcosa su Akane. Ma niente! Solo le tue mirabolanti avventure in cui lei rischiava la vita e per cosa poi? Per essere la tua fidanzata e tu nemmeno ammetti di volerla! Sei un codardo, UN MEZZ’UOMO!”
Accadde tutto in pochi secondi, Ranma tentò di avventarsi su Hiroshi e Akane si mise in mezzo per far scudo all’amico di infanzia, incrociando le braccia davanti a se per parare quello che l’istinto le diceva sarebbe stato un colpo incredibilmente forte.
Non arrivò però, il codinato era riuscito a deviare la propria rabbia per un soffio prima di colpire la fidanzata, distruggendo il banco a fianco a lei. Abbassate le braccia Akane lo guardò negli occhi, Ranma era il dolore personificato. Hiroshi era riuscito a colpirlo in un punto in cui i suoi avversari non sarebbero mai arrivati. Il fidanzato emanava una strana aura nera che le mise i brividi e non le fece sostenere oltre lo sguardo.
Abbassando gli occhi si accorse che il braccio dell’artista marziale sanguinava. “Ranma dobbiamo medicarti, avrai delle schegge nel braccio!”, fece per toccarlo, ma lui si ritrasse come una belva spaventata. Akane d’istinto gli si avvinghiò con le braccia al collo perché qualcosa dentro di lei le diceva che se l’avesse lasciato scappare da quell’aula, lui non sarebbe più tornato. “Non m’importa, capito? Non fa niente se mi offendi, calmati adesso!” gli sussurrò nell’orecchio. Ranma allora, con un rapido gesto, le passò un braccio sotto le ginocchia sollevandola e saltò fuori dalla finestra dell’aula. Corse per un po’ sui tetti di Nerima, fermandosi a poca distanza dallo studio del Dott. Tofu. Akane aveva ragione, doveva farsi medicare. Stette per un po’ immobile, con la fidanzata tra le sue braccia, che aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Il sole iniziò a calare, le giornate si erano accorciate e un vento freddo sferzava le cime delle case.
Akane tremò leggermente, nonostante il calore del corpo di Ranma. “Dai, andiamo, entriamo da Tofu e poi torniamo a casa, va bene?” Gli disse sorridendo con tutta la dolcezza di cui era capace. Il codinato non le rispose per un po’ e poi, a bassissima voce, disse “Scusami” scoccandole un lieve bacio sulla guancia proprio dove qualche ora prima lo aveva fatto Hiroshi, quasi a voler riaffermare la proprietà di quel pezzo di viso della fidanzata. Infine si decise a saltar giù dal tetto e, fatta scendere Akane dalle proprie braccia, entrarono entrambi nello studio del dottore.
 
“Hai esagerato!” Yuka rimproverava Hiroshi “Lo sappiamo tutti che Ranma tiene ad Akane, solo si diverte un po’”
“E tu sei d’accordo che la tratti così?” “Bhe, no. Però non sono affari nostri giusto?” “Sbagliato! Siamo amici e sono d’accordo, tengono l’uno all’altra, ma come pensate andranno avanti le cose?” ”Cosa intendi dire?” Chiese Sayuri. “Avete visto la quantità di lettere che riceve Akane? Mi state dicendo davvero che prima o poi non incontrerà qualcuno di interessante e che non sarà così scemo da insultarla ogni mezza frase?” Daisuke intervenne “Non riesco a capire dove vuoi arrivare Hiro” A Hiroshi cascarono le braccia.
“Bho! Forse avete ragione voi, avrei fatto meglio a stare zitto. Speravo di smuovere un po’ Ranma, chissà… magari avrebbe ammesso di tenerci” disse con fare imbarazzato. I tre amici lo osservarono per qualche secondo e poi scoppiarono a ridere tenendosi la pancia per il dolore addominale. “Cche diavolo avete da ridere in quel modo?!” Daisuke asciugandosi le lacrime diede dell’ingenuo all’amico e una volta finito di ridere propose di andare a mangiare un gelato in centro. La relazione tra Ranma e Akane non era qualcosa che dei normali studenti delle superiori potessero pensare di gestire.
   
 
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