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Autore: _Light_Yagami_    08/08/2019    0 recensioni
Parte di una raccolta di missing moment ambientati in diversi momenti all'interno di TMI.
Dal testo: "Jace la raggiunse in pochi passi, era bellissimo, proprio come lo aveva sognato durante quelle settimane interminabili.
I capelli biondi e vagamente scompigliati rilucevano di sfumature dorate sotto al bagliore pallido della luna, creando un contrasto quasi ultraterreno. La sua pelle era luminosa, ricordava il colore del sole, il corpo allenato e atletico da shadowhunter era fasciato in un semplice paio di jeans scuri e una camicia nera, era più bello di quanto la sua mente per tutto quel tempo, non fosse riuscita a riprodurre.
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Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli era mancato più di quanto non sarebbe mai stata capace di esprimere, aveva trascorso intere notti all'Istituto china sui libri, bisbigliando con Magnus, cercando un modo, un qualunque modo di ritrovare Jace. Aveva quasi perso le speranze di poterlo rivedere, ed ora, eccolo che le stava andando incontro.

Dietro di lui, Jonathan.

Clary trattenne il respiro, aveva quasi paura di credere a ciò che stava vedendo, perché se si fosse rivelata solo un'illusione della sua mente, probabilmente sarebbe stata la volta buona che avrebbe perso la ragione.

Jace la raggiunse in pochi passi, era bellissimo, proprio come lo aveva sognato durante quelle settimane interminabili.

I capelli biondi e vagamente scompigliati rilucevano di sfumature dorate sotto al bagliore pallido della luna, creando un contrasto quasi ultraterreno. La sua pelle era luminosa, ricordava il colore del sole, il corpo allenato e atletico da shadowhunter era fasciato in un semplice paio di jeans scuri e una camicia nera, era più bello di quanto la sua mente per tutto quel tempo, non fosse riuscita a riprodurre.

Quando le fu di fronte e i loro occhi si incrociarono, per un solo breve istante, Clary ebbe la sensazione che qualcosa fosse fuori posto, ma non ci fu il tempo di farsi domande perché un secondo dopo, le labbra morbide e calde di Jace erano premute sulle sue.

Clary chiuse gli occhi, sentendo il proprio cuore aumentare di velocità, ricordandosi finalmente cosa volesse dire sentirsi viva, sentirsi completa... era come se in tutto quel tempo senza sapere se il suo Jace fosse vivo, le fosse mancato un tassello fondamentale. Qualcosa che le aveva permesso di sopravvivere, ma non di vivere davvero.

Le mani ruvide di Jace, teatro di tante battaglie, le strinsero il viso dapprima, poi lentamente la destra si allacciò intorno alla sua nuca facendo fondere i loro respiri sempre di più, mentre la sinistra scivolando lenta ma inesorabile lungo la sua schiena, la fece rabbrividire inarcandosi contro di lui, le era mancato così tanto il suo corpo... Che ora poteva stringerlo, toccarlo, sentirlo di nuovo premuto contro il proprio, le sembrava finalmente di tornare a respirare davvero, era come se Jace riuscisse a rimettere insieme ogni pezzo di lei che in quella guerra si era sgretolato e perso. Senza di lui, era solo un cumulo di cocci rotti senza motivo di esistere.

Un suono basso e impregnato di sarcasmo, riportò Clary alla realtà, alla fredda strada buia in mezzo alla natura di Central Park e scostandosi appena da Jace, ma senza interrompere il contatto dei loro corpi vicini, fissò suo fratello.

-Ti trovo bene, Clarissa. Ho un appartamento se avete intenzione di continuare, un parco in piena notte non mi sembra il luogo più consono a soddisfare i vostri istinti.-

Clary stava per rispondere, ma Jace fu più veloce, aprendosi in un sorriso di scherno replicò -Come se tu non l'avessi mai fatto vero?-

Jonathan gli sorrise a sua volte stringendosi nelle spalle -Qualche insignificante nascosta non merita troppo disturbo, ma vorrei evitare di vederti prendere mia sorella contro un albero Jace.-

Clary osservava lo scambio di battute tra i due senza capire cosa diavolo stesse succedendo, c'era qualcosa di surreale nel modo in cui scherzavano insieme. Jace odiava Sebastian... come poteva ridere con lui a quel modo? Quasi come se fossero... Amici.

-Non dire assurdità, ci stavamo solo salutando.- borbottò Jace lasciandola andare, ma continuando a tenerle la mano.

Clary lo fissò sconcertata, non sapeva bene cosa dire. Ancora una volta, fu Jace ad anticiparla.

-Verrai con noi? Verrai con  me? Non ci saranno altre occasioni Clary, abbiamo già rischiato troppo oggi, se non vorrai seguirmi lo capirò, ma non potremo raggiungerti in futuro.-

-Cosa... Cosa vuol dire “noi” stai dalla sua parte ora?- il tono di Clary era freddo adesso, dopo tutto il dolore provato, dopo tutta la fatica per ritrovare Jace, non riusciva ad accettare che quello che aveva di fronte, potesse non essere lui.

Jace sospirò stanco e solo in quel momento, Clary si rese conto delle ombre scure sotto i suoi occhi, sembrava non dormire da settimane.

-Penso che sarebbe più utile parlarne con calma, dovresti almeno sentire la versione di Sebastian, potrebbe sorprenderti, non era come credevamo Clary!-

-Sei impazzito? Non puoi dire sul serio!- replicò lei strattonando la mano e incrociando le braccia davanti a sé.

Sebastian sbuffò infastidito -Te l'avevo detto che non potevamo fidarci di lei Jace, andiamocene.-

Clary voltandosi come un falco lo fulminò con tutto l'odio di cui era capace -TU non potevi fidarti di me? Stai facendo sul serio Jonathan? Jace rimarrà qui con me, vattene tu prima che ti uccida.-

Suo fratello si aprì in una risata educata e composta, l'ilarità delle labbra tuttavia, non raggiungeva gli occhi -Penso che sarebbe davvero divertente vederti che provi a uccidermi, ma purtroppo per questa sera Clarissa, sono già abbastanza in ritardo, se vuoi venire con noi, tieni la mano del tuo ragazzo e datti una mossa, altrimenti allontanati e continua a cercarlo senza risultati.-

-Clary ti prego, abbi fiducia in me, sono sempre io, guardami.- le mormorò Jace all'orecchio attirando la sua attenzione.

Lei alzando gli occhi verdi e incrociandoli con i suoi dorati, cercò tracce delle parole appena pronunciate, ma quando lo fissò davvero per la prima volta negli occhi, un brivido profondo che non aveva nulla a che fare con il freddo della notte le risalì lungo schiena quasi paralizzandola. In quegli occhi non c'era Jace. Era lui in tutto e per tutto, dai modi al modo di muoversi, a quello di parlare, ma in quegli occhi non riconobbe il ragazzo che amava, in quegli occhi non c'era nulla. Erano semplicemente vuoti. Oro opaco senza la luce che li animava.

Non fece in tempo a prendere una reale decisione, sentì lo spostamento d'aria di una freccia che le ronzava accanto alla testa, percepì Jonathan appena di sfuggita che mettendole una mano sulla nuca la costringeva ad abbassarsi e nello stesso istante lanciava un kindjal contro i loro aggressori.

Fece in tempo a sentire un lamento di dolore e poi tutto divenne buio.

 

 

 

Il rumore tintinnante di una spada sbattuta continuamente contro un corpo metallico le fece spalancare gli occhi di colpo.

Clary si mosse di scatto rendendosi conto solo quando sbattè la testa contro il ginocchio di Jonathan, che era stesa a letto e lui, sedeva accanto a lei su una sedia dall'aria piuttosto scomoda.

-Ahia.- bofonchiò assonnato passandosi una mano sul viso e portandosi indietro i capelli sbadigliando.

-Jonathan...- mormorò lei confusa. Non capiva cosa fosse successo o dove si trovasse, inoltre quel suono fastidioso continuava a martellarle il cranio. Aveva un bel mal di testa ora che ci pensava.

-Sorellina.- replicò lui improvvisamente sveglio, lanciando una breve occhiata torva alla sedia sulla quale era accomodato.

-Immagino tu abbia un dolore piuttosto fastidioso alla nuca, bevi, è aspirina.- le disse indicandole un bicchiere sul comodino.

Clary lo guardò confusa, dimenticandosi per un momento di rispondere male -Da quando gli shadowhunter si curano con l'aspirina?-

Jonathan ghignò -Da quando hanno deciso che nella stessa stanza in cui ci sei tu non ci sarà uno stilo per un bel pezzo. Complimenti Clarissa, la tua runa di localizzazione è stata davvero formidabile, i tuoi amichetti ti hanno seguita fino al luogo dell'incontro senza che io riuscissi ad accorgermene.-

Clary abbassò lo sguardo imbarazzata -Non era niente di eccezionale, dove siamo piuttosto? Dov'è Jace? Che cosa hai fatto ai miei amici?- le domande le erano uscite come un fiume in piena senza che potesse controllarle.

Jonathan le posò una mano sulla spalla e la spinse contro la testiera del letto -Calma sorellina. Una domanda alla volta. Bevi la tua aspirina, potresti avere una commozione cerebrale.-

Clary sbuffò infastidita da quel contatto e cercò di ritrarsi, replicando acida – se pensi che possa avere una commozione cerebrale devo informarti che l'aspirina non servirà a molto. Una runa sarebbe senz'altro più pratica.-

-Non ne dubito, ma prima di rimetterti in forze preferirei spiegarti la situazione, poi potrai decidere se andartene o rimanere, ti curerò in entrambi i casi. E ti prego, chiamami Sebastian, preferisco.-

-Il tuo nome è Jonathan. Sebastian è...- iniziò aggressiva, ma lui la interruppe.

-So qual è il mio nome. So chi era Sebastian Verlac. Ma mi sento più simile a lui che al vecchio me... Jonathan è il nome che mi ha dato nostro padre, il nome che condivido con nostro fratello, il nome di un soldato creato solo per annientare chiunque si ponesse tra Valentine e i suoi scopi. Io non sono un assassino Clarissa, non sono un mostro, se mi darai il modo di provartelo te lo dimostrerò.-

Non credeva sul serio di poterla abbindolare vero? Lo squadrò cinica -Non mi lascerò imbrogliare da te, non so cosa hai detto a Jace per convincerlo delle tue buone intenzioni, non so cosa diamine stia succedendo, ma una cosa la so. Ascoltami attentamente.- prese un respiro profondo e fissandolo dritta nei suoi occhi neri e tenebrosi sibilò feroce -Qualunque cosa abbia Jace io lo riporterò da me, ti fermerò a qualunque costo, pagherai per aver uccido Max, per quello che hai fatto a Idris e per ogni vita che hai distrutto. Ti impedirò di spezzarne altre. È una promessa.-

Sebastian sospirò sconsolato -Devi odiarmi davvero molto, ma non mi stupisce, il tuo sangue è quello dei Morgenstern, le stelle del mattino, hai la stessa passione di nostro padre. La stessa che ho avuto io nel perseguire i suoi ordini sperando che un giorno quell'uomo avrebbe potuto amarmi, sono forse condannato a farmi odiare anche da mia sorella fino alla mia morte? Non voglio farti del male, non ne ho fatto nemmeno a Jace, se c'è una persona al mondo a cui non farò mai del male sei tu. Sei la mia famiglia.-

Clary sentì un nodo in gola toglierle il respiro, quel bastardo manipolatore stava riuscendo a metterla in crisi. Se non sapesse chi era e quanto poteva essere bravo a mentire, sarebbe stato facile credergli tanto era limpida la sua voce e contrito il suo sguardo, ma lui... era un bugiardo no?

-Non...- si morse la lingua, avrebbe voluto rispondergli, ma la verità è che non sapeva cosa dire.

Sebastian si sporse verso di lei -Ti chiedo solo fiducia, nient'altro. Non giudicare un libro dalla copertina che gli è stata affibbiata. Vieni, ti porto da Jace prima che distrugga l'armeria. Parla con lui e poi decidi.-

Senza dirle altro si alzò dalla sedia e le fece strada fuori dalla stanza.








Grazie per aver letto questo breve missing moment ambientato in città delle anime perdute, spero vi sia piaciuto, se così fosse fatemelo sapere e ne scriverò altri!  LY_ 

  
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