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Autore: SweetPaperella    09/08/2019    3 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Trenta 


È pomeriggio tardi, Emma è appena rientrata a casa da lavoro, insieme al piccolo Henry, stanno giocando insieme, quando qualcuno bussa alla porta di casa. In realtà non aspettava nessuno e infatti, la ragazza si domanda chi possa essere. Killian l’avrebbe raggiunta solo in serata, in quanto fuori con spugna per delle commissioni per la nave.
Va ad aprire e si ritrova davanti l’ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere. Suo padre. 
David non ha telefonato prima di presentarsi a casa sua, ma è stato anche sicuro che Emma non lo avrebbe mai mandato via e anzi, è deciso una volta per tutte a chiarirsi con lei. Il loro rapporto da dopo il rapimento è a poco a poco tornato quello di un tempo e non vuole aspettare ancora per mettere fine a quella discussione. Sa anche che Regina vuole invitarla alla festa che è stata organizzata per il suo fidanzamento, quindi quasi sicuramente chiariranno in quella circostanza, ma lui vuole poterlo fare prima. 
La ragazza nel vederlo gli sorride e gli fa segno di entrare e subito gli offre qualcosa. Nota che c’è un po’ di imbarazzo, in realtà nemmeno lui sa bene da dove cominciare, ma spera che possano davvero mettere da parte l’orgoglio e parlare. Quanto meno Emma. È proprio come sua madre. 
È il bambino che corre verso suo nonno a smorzare un po’ di disagio, ed entrambi sono contenti che ci sia anche lui. 
«Vieni, ti mostro casa.» gli dice Emma, fare un tour della casa che non ha mai visto, può far allentare un po’ la tensione. Henry poi felicissimo di mostrare la sua nuova camera a tema Cars al nonno. Infatti, la prima cosa che gli viene mostrata al piano superiore è proprio la stanza del piccolo. Lui orgoglioso gli mostra ogni dettaglio e David sorride felice nel vederlo pieno di entusiasmo, com’è felice di sapere che lui e Emma sembrano passarsela molto bene. 
«Quindi ti piace stare qui?» chiede al bambino e lui annuisce felice.
«Pensa che mamma è anche diventata brava in cucina, non ai livelli di mamma Regina, ma è brava.» ride e anche David si ritrova a ridere a quella confessione del bambino. Emma li segue a sua volta, scoppiando inevitabilmente a ridere anche lei.
«Grazie ragazzino. Vedrai che riuscirò con il tempo a battere anche Regina.»
Henry a quel punto la guarda un po’ dubbioso della cosa. Nessuno può battere Regina e le sue lasagne.
«Non credo mamma. Come lei non ti potrà mai battere ai videogiochi, tu non la potrai batterla in cucina.» le risponde subito prontamente. 
E la ragazza deve ammettere che abbia ragione. 
Continuano il tour della casa e David apprezza molto ogni cosa. 
Tornano in cucina per far fare la merenda ad Henry, con un panino con il prosciutto e una spremuta d’arancio, il bambino ne va matto ed Emma ne approfitta per preparare anche per lei e per suo padre. 
Mangiano tutti e tre raccontandosi le ultime novità, Henry parla della scuola, della recita di fine anno che stanno iniziando a preparare. Lui farà il ruolo del re. 
Solo una volta finito di fare merenda, Emma capisce che l’uomo ovviamente è lì per parlare con lei e manda Henry in salotto a guardare un cartone della Disney. Chiede a David solo un momento per inserire al bambino il dvd e torna poi in cucina, dove lui è rimasto ad aspettarla.
Entrambi sono decisamente imbarazzati, non è per niente facile affrontare il discorso. Emma non sa decisamente da dove partire, nonostante abbia capito che cosa lui le voglia dire. David non vuole rovinare ancora di più il loro rapporto e probabilmente non è mai stato così ansioso in vita sua, preferisce di gran lunga parlare davanti a un gruppo di avvocati, a un convegno o in tribunale. Tutto ciò é decisamente più facile che aprirsi con la propria figlia.
«Sai Emma, vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei tornare a diciotto anni fa, prenderti tra le mie braccia e non lasciarti andare più via. Vorrei tornare indietro nel tempo per insegnarti ad andare in bicicletta, a sentirti pronunciare la tua prima parola, per stringerti e rassicurarti a ogni caduta. Ma non ho mai fatto niente di tutto questo... Quattro anni fa, ho avuto l’occasione di rimediare, ma per non farti capire la verità, mi sono nascosto dietro la maschera di amico, ma in realtà avrei voluto stare con te in sala parto e dirti chiaramente che ero felice che avessi messo al mondo mio nipote. Avrei voluto spaccare la faccia a Graham quando sei tornata a casa in lacrime perché lui ti aveva lasciato e ferito. Avrei voluto spaccarla a Jones quando si è insinuato così pericolosamente nella tua vita. Avrei voluto accompagnarti a comprare questa casa, avrei voluto fare tante cose con te, ma che non ho potuto fare... Ma sai una cosa?» fa una pausa, un lunga pausa per riprendere fiato da quel lungo discorso che sta facendo e per guardare sua figlia negli occhi e notare che sono diventati lucidi. Per poi continuare a parlare.
«Non voglio più perdermi un solo attimo della tua vita, quindi Emma, io ci sono, sono qui, anche se continuerai a respingermi, io ci sono. Sarò al tuo fianco. E non mi arrenderò, nemmeno per un attimo, non smetterò mai di dimostrarti che ti voglio bene e che sono un padre migliore di quello che pensi. Voglio fare il padre, voglio essere tuo padre. Permettimi di esserlo, permettimi di rimediare.» le dice in conclusione del suo discorso, non si era preparato nulla, ciò che ha detto é semplicemente uscito spontaneamente da suo cuore. Ed Emma lo sa bene, perché le lacrime che ora rigano il suo viso sono la dimostrazione che le crede, che sa che lui é stato sincero e che quelle non sono altro che parole di un papà che le vuole bene, un papà che non ci è stata per gran parte della sua vita, ma che ora è disposto ad esserci e rimediare. Non è troppo tardi per rimediare.
«Ci voglio provare anch’io. Non ti nego che mi hai fatto molto male. Per anni ho desiderato una famiglia, avere qualcuno che mi proteggesse, che mi asciugasse le lacrime e che... come hai detto tu, mi insegnasse ad andare in bicicletta e mi conducesse verso la vita adulta, ma ciò non è stato possibile... sono cresciuta troppo in fretta e questo mi ha segnato. Fino a che non vi ho incontrato e finalmente avevo una famiglia mia. Tu, Regina, Mary, Henry, ero felice... Venire a scoprire che foste voi i miei genitori mi ha spezzato di nuovo il cuore. Ma ho sbagliato a non parlare con voi.» si apre a sua volta, rivelando a David tutta la sua sofferenza, parte di ciò che ha scritto nella lettera che le ha fatto scrivere il Grillo per liberarsi dal suo dolore e dal suo passato.
E poi senza pensarci ulteriormente lo abbraccia forte, non riesce ad aggiungere altro, ma sa che a volte un abbraccio vale più di mille parole, é più sincero di mille parole.
David prontamente l’accoglie tra le sue braccia, non desiderando altro che abbracciarla. Ci vorrà ancora tempo affinché possano costruire un vero rapporto padre-figlia ma senza dubbio, quel preciso istante, può essere considerato il momento in cui hanno deciso di provarci, seriamente. Entrambi. Il momento in cui tutti e due hanno abbassato le loro difese per fare spazio all’amore che nutrono l’uno per l’altra.
Si separano solo perché è il piccolo di casa che reclama le loro attenzioni, chiedendo di andare a guardare il film con loro. Emma lo invita a rimanere almeno fino alla fine del film, in quel loro primo momento da famiglia. 
Si siedono infatti, tutti e due sul divano, con Emma in mezzo e David che la guarda abbracciare il suo piccolo ometto, David a sua volta l’abbraccia e lei appoggia la testa sulla sua spalla. 
La ragazza per la prima volta avverte che cosa vuol dire avere un papà della sua vita. Ed é una sensazione bellissima, si maledice per essersi comportata come una bambina immatura nei loro confronti, ha sprecato tempo inutilmente quando l’unica che che andava fatta era rivelare loro i sentimenti che provava e rimettere le cose a posto. 
Quando è il momento di andare via, Henry felice saluta prontamente suo nonno, ringraziandolo di essere passato.
«Ciao nonno.» dice il piccolo.
«Ciao... papà.» fa eco Emma, un po’ titubante per come chiamarlo, ma alla fine opta per chiamarlo così, per la prima volta. 
David la guarda sorpreso, per un attimo incerto su come risponderle, ma i suoi occhi parlano chiaro. È felice. 
«Ciao piccola.» sorridendo, un sorriso sincero, di quelli veri che nascono solo davanti a una gioia pura. 


Il giorno dopo, ad Emma aspetta un’altra sfida. Chiarire con Regina. Il loro rapporto è sempre stato diverso da quello con David, quindi se con lui è stato facile in un certo senso chiarire, con Regina non è altrettanto. In realtà, le due nell’ultimo periodo si sono avvicinate molte, Emma ha voluto lei al suo fianco dopo la crisi di pianto, è da lei che è andata per un consiglio ulteriore su come comportarsi con Killian. Il problema è che non è riuscita ancora a parlare con lei sinceramente, ad aprirle il suo cuore. 
Ma forse ha l’occasione per farlo e ciò l’agita parecchio, lo deve ammettere. 
Mary Margaret, ha organizzato per Regina una festa di fidanzamento e ha invitato tutte le amiche della donna, ed ovviamente Emma. A dirla tutta ha fatto tutto la prima, Regina non aveva nessuna intenzione di festeggiare il suo fidanzamento, la sua sorellastra e amica, ha insistito fino ad esasperarla e alla fine, per disperazione ha ceduto. 
Emma è ancora davanti al suo armadio in crisi totale perché non sa che cosa mettersi, ma in realtà il vero problema è che è nervosa per questo incontro.
«Cosa si mette a una festa di fidanzamento?» chiede sbuffando a Killian, il quale non sa se confortarla o ridere nel vederla così nervosa nello scegliere un vestito. Non è proprio da lei, ma capisce il suo nervosismo. 
«Eri così nervosa anche per scegliere l’abito del nostro primo appuntamento?» replica con un’altra domanda per allentare la tensione del momento, sa che quando fa lo sbruffone lei alla fine riesce sempre a calmarsi. 
«Ma cosa c’entra adesso Jones. Comunque certo, ma stavolta è diverso.»
«Swan, volevo solo allentare la tensione.» risponde dolce e guardandola negli occhi, ma non può nemmeno ridere nel vederla così nervosa. 
«Non ridere o ti picchio.» gli dice notando la sua espressione divertita. 
«Corri all’inseguimento di malviventi e ti spaventi a parlare con tua madre, è più che divertente, non trovi?» la prende in giro ancora e prima che Emma possa replicare o dargli una botta sulla spalla con l’intento di fargli male, l’attira a sé e la bacia con passione.
La ragazza prontamente ricambia il bacio, stringendosi a sua volta a lui. 
Ma poi prontamente si separa, allontanandolo. 
«Aiutami a scegliere che cosa mettere o esco in pigiama o ancora meglio, non vado proprio.» lo trascina davanti al suo armadio. 
«Lo andare in pigiama te lo impedisco, questi pantaloncini corti e questa canottiera striminzita tu lo chiami pigiama? Sei irresistibilmente sexy e io sarei troppo geloso.» la guarda da capo a piedi e lei finalmente scoppia a ridere alla battuta del suo bel pirata geloso. E deve ammettere che ancora una volta è riuscito nel suo intento. 
Alla fine opta per un semplice vestito nero, che le arriva a metà coscia e con lo scollo a V, scarpe dello stesso colore del vestito, con del tacco non troppo alto. Lascia i capelli sciolti e leggermente mossi che le scendono sulle spalle e un po’ di trucco giusto per non risultare troppo pallida. 
«Sei uno schianto Swan, ma lo sei sempre per me.» abbracciandola da dietro, mentre si guarda per l’ultima volta allo specchio.
«Mi ricordi perché non vieni anche tu?» voltando lo sguardo verso di lui e mettendogli le braccia al collo, quasi a volerlo supplicare con lo sguardo. 
«Perché tuo figlio, per quanto intelligente, non può ancora stare a casa da solo e perché sarete tutte donne.» 
Emma sbuffa e lo bacia un’ultima volta prima di lasciarlo andare o non uscirebbe più da quella stanza, resterebbe ancorata a lui, pur di non andare a quella festa. 
Arriva a casa Mills, ancora più agitata di quando è uscita da casa. 
Ad aprirle la porta è Mary Margaret, la quale prontamente l’abbraccia, già totalmente su di giri dalla serata. A lei piacciono le feste, sarebbe una perfetta regina se vivesse in un castello e ogni volta quando si entusiasmata per un evento del genere, le ricorda tanto Biancaneve, eroica, ma ottimista allo stesso tempo, entusiasta della vita in generale, mai triste per qualcosa. A volte, Emma, se la immagina a cantare per casa anche di prima mattina o a ballare mentre passa l’aspirapolvere, non sarebbe da meravigliarsi se lo facesse davvero. 
Una volta in salotto, nota che è complemento addobbato per l’evento, c’è il tavolo del salotto al centro di esso, con sopra diverse prelibatezze ed è tutto bianco, palloncini bianchi, tovaglia bianca. Solo i fiori situati al centro del tavolo danno colore. Nonostante sia molto esagerato, ad Emma piace e dalla faccia di Regina si accorge che anche lei è soddisfatta. 
Le due si salutano con un semplice “ciao”, ma è chiaro che la donna più grande sappia che ha chiarito con David, quindi è scontato che dopo, dovranno parlare anche loro. 
Al momento però nessuna delle due ha voglia di pensarci e decidono di godersi la serata. 
La più giovane va subito a riempirsi il bicchiere con qualcosa di forte, per sua fortuna ci sono diversi cocktail, sicuramente opera di Regina e si versa, prontamente, un moijto. La ricetta perfetta è stata proprio lei a darla a Regina, spera che lo abbia fatto esattamente come lei gliel’ha suggerito. Lavorando al pub è diventata molto esperta di cocktail e anche il saper mettere gli ingredienti al momento giusto è importante e come si mettono. Si porta il bicchiere alla bocca e subito ne manda giù un altro sorso, è squisito.
Ne prenderebbe subito un altro, ma non è il caso di bere troppo in una circostanza del genere e si siede accanto a una delle invitate, per cercare di inserirsi nella conversazione. Per sua grande gioia, Mary Margaret ha avuto la brillante idea di invitare anche Granny e quindi, di conseguenza è venuta anche sua nipote Ruby, o Emma si sarebbe davvero sentita un pesce fuori dall’acqua, oltre che ad annoiarsi. Non sa nemmeno se Regina ha rivelato a tutte le presenti che in realtà sono madre e figlia, ma sinceramente non ci tiene nemmeno a scoprirlo. 
Nel corso della serata hanno fatto diversi giochi per far imbarazzate Regina e regalandole completi intimi nuovi e cose inerenti al matrimonio. 
Emma anche ha pensato a un regalo per lei, ma non sa se darglielo davanti a tutti o aspettare fine serata che sono sole. È Ruby a convincerla a darglielo subito e quindi, prende il pacchetto dalla sua borsa e glielo porge. 
Una foto che raffigura lei e Robin, in un momento che sono presi a guardarsi negli occhi, senza accorgersi di essere immortalati, arricchita da una cornice rossa, simbolo dell’amore e spera che il loro amore possa durare davvero per il resto della vita.
«Emma è... bellissimo, grazie.» talmente è emozionata che nemmeno riesce a parlare. Se con gli altri regali ha riso e si è imbarazzata, con quello di Emma si è commossa letteralmente. Da persona orgogliosa quale è, trattiene le lacrime, se pur sono di gioia, ma è evidente per la giovane che è rimasta felice del suo dono. 
«Ve l’ho scattata parecchio tempo fa, l’ho ritrovata per puro caso nella galleria del mio telefono.» le dice un po’ imbarazzata, si è messa volontariamente al centro dell’attenzione con le sue stesse mani. Ma ormai il danno è fatto. 
Ciò che di cui è certa, è che la foto l’apprezzerà anche Robin. L’ha fatta incorniciare di proposito, in modo che potranno metterla in bella vita nel salotto di casa Mills, o meglio quella che diventerà poi, la loro casa.
Hanno sistemato la vecchia camera di Emma, rendendola una perfetta camera per Roland, visto che è comunicante con quella di Henry, la quale è rimasta intatta, esattamente come il bambino l’ha lasciata, per tutte le volte che vorrà andare a dormire lì. 
È stata proprio Emma a suggerire a Robin, di creare la camera per Roland nella sua vecchia stanza, immaginando che i due bambini, le volte che dormiranno insieme, vorranno sentirsi vicini. E così alla fine hanno fatto. Se lei mai dovrà andare per qualche ragione a dormire da loro, si può arrangiare nella camera degli ospiti.
Regina prontamente quasi avesse letto nella mente di Emma, si alza dal divano e va a mettere la cornice sul mobile principale, in modo che si veda perfettamente. 
Non si dicono altro, ma quel gesto per entrambe vale più di qualsiasi sguardo, abbraccio, più di qualsiasi parola.
Nonostante qualche amica di Regina e Mary sia stata piuttosto pettegola e ha voluto sapere da Emma se fosse fidanzata, come si chiamasse il suo fidanzato e alla scoperta che vivesse da sola se aveva intenzione di andare a convivere con il suo fidanzato, tutte domande a cui Emma ha risposto cercando di essere gentile; la serata non è andata tanto male e si è divertita in compagnia di Ruby a immaginarsi anche loro adulte è già sposate o intente a farlo... Entrambe si sono dette non intenzionate a sposarsi tanto presto in realtà, ma sanno pure che la vita è imprevedibile. Emma prima di Killian non avrebbe mai creduto di potersi innamorare seriamente, invece da quando lui fa parte della sua vita tutto è cambiato. 
E sono l’esempio lampante anche Robin e Regina, lui già sposato che ha perso la sua prima moglie, Regina che ha perso il suo primo amore Daniel con il quale sarebbe stata disposta a fare in grande passo. Entrambi usciti da una situazione difficile e insieme hanno ritrovato l’amore e ora lo sigilleranno in modo speciale, attraverso l’unione del matrimonio. 
È a fine serata, mentre tutti sono andati a casa, visto anche che sono le due inoltrate, che Regina ed Emma restano da sole. Anche Mary Margaret è andata via per lasciare alle due donne il modo di parlare, ma anche perché particolarmente stanca, tanto che è venuta a prenderla David, per non farla guidare da sola di notte e anche visto il suo stato di gravidanza. 
Le due donne rimaste sole, sistemano la casa dalle ultime cose, ma nessuna delle due riesce a dire nulla, si limitano a pulire in silenzio. 
La prima a rompere il ghiaccio è la donna più grande. Anche perché è lei in dovere di dire qualcosa in quanto madre e in quanto è lei che ha sbagliato nei confronti di sua figlia. Se vuole chiarire, deve abbassare totalmente le sue difese e parlarle con il cuore. 
«Emma... Mi dispiace. So che non te ne fai niente delle mie scuse, so che avrei dovuto fare la madre quando dovevo farlo... Ma, ho avuto paura. Ho avuto paura di essere una pessima madre per te, ero giovane e non avevo niente da offrirti. Ho pensato che farti dare in adozione fosse più semplice. Invece, invece così non è stato.» è così difficile aprirsi con qualcuno, figuriamoci per la prima volta sinceramente con la propria figlia. È sempre stata sincera con lei in quei quattro anni che le loro strade si sono riunite, ma ora, ora deve esserlo fino infondo e rivelarle tutto quello che non le ha mai detto. 
«Ho sbagliato tutto. Quando ti ho riaccolto qui, pensavo di darti quello che non avevi mai avuto, senza rivelarti la verità, per paura di perderti ancora. Ma ho sbagliato di nuovo. Sapevo che dovevo dirtelo, sapevo che tu l’avresti voluta sapere, ma ancora una volta ho avuto paura. Sono una codarda a quanto pare. Sono un avvocato di successo, ma non riesco a dire a mia figlia una semplice verità. Ma ora, Emma, voglio smettere di nascondermi dietro la mia paura e voglio starti accanto come meriti. È tardi, tardissimo per rimediare ai miei errori, ma te lo chiedo lo stesso: puoi perdonarmi e ricominciare come mamma e figlia?» le chiede guardandola negli occhi e sperando che la sua bambina le dica di sì. Non pretende il suo perdono, ma nonostante ciò glielo sta chiedendo ugualmente.
«Mi hai ferito. Mi hai ferito due volte come ti dissi un po’ di tempo fa e ammetto che non sarà semplice per me far tornare tutto come prima, scindere tu come madre e tu come mia amica, o far coincidere le due figure in una.» inizia Emma a parlare, facendole capire come ancora si sente. È così che possono davvero ricominciare. 
Regina abbassa lo sguardo, comprende perfettamente quanto sua figlia stia male, quanto ancora soffra per la separazione alla nascita e per le bugie che loro gli hanno detto per anni. 
«Ma si, sono disposta a ricominciare da qui come una famiglia.» le dice poi, Regina alza a quel punto di nuovo lo sguardo e le lacrime stanno rigando il suo viso, le ha trattenute contro la sua volontà quando lei le ha regalato la foto, non può farlo anche stavolta, non ci riesce e poi sono sole loro due, libere di essere se stesse.
Per Regina sono sufficienti quelle parole, le basta sentire che lei è pronta a ricominciare e anche se ci vorrà ancora del tempo per far tornare tutto come prima, è disposta ad aspettare, per ora sa che ha ottenuto anche troppo dalla ragazza. 
Le due tornano a sistemare la stanza, senza aggiungere altro, ma quando Emma sta uscendo per tornare a casa, si ferma davanti alla porta, senza aprire la maniglia. Si volta nuovamente verso la donna, ma prima di sostenere il suo sguardo fa un enorme sospiro e poi lo alza, incrociando i suoi occhi.
«Mamma... Ti voglio bene.» le dice, Regina che é lì vicino a lei resta per un attimo senza fiato, pensando a cosa fare o che cosa dire. 
«Te ne voglio anch’io» le dice a quel punto a sua volta, abbracciandola forte. 
Si abbracciano forte. 
É andata meglio di quello che pensava, non è stato poi così difficile parlare con lei e dirle ciò che sente, dirle che le vuole bene. Non è così difficile ammettere i propri sentimenti. 
 
Spazio autrice: Ciao a tutti, visto che domani parto (come vi avevo anticipato) ho deciso di postare oggi il capitolo, come mi è stato suggerito. In effetti io non avevo pensato a questa soluzione e in questo modo non spezzo nemmeno la continuità che sto dando alla storia, facendovi aspettare una settimana. 
Finalmenre in questo capitolo vediamo Emma rappacificarsi con i suoi genitori, non poteva non esserci un capitolo a riguardo, anzi ci tenevo particolarmente che ci fosse. Ancora sicuramente ci vorrà un po’ di tempo prima di far tornare tutto come prima, ma parlarne é sicuramente il primo passo per poter mettere solide radici per ricominciare. E loro sono famiglia, ci riusciranno. Anche perché OUAT é una serie tv sulla speranza e l’amore in tutte le sue forme, non poteva che essere diversamente anche nella mia storia. Parlare, é la soluzione per risolvere ogni tipo di rapporto.
Detto ciò, vi salutò e vi auguro buone vacanze, buon riposo o buon lavoro a tutti voi, qualsiasi cosa farete nella settimana più calda d’estate. 
A prestissimo. 
   
 
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