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Autore: Edeia_Hex    10/08/2019    4 recensioni
"L'apocalisse che avrebbe dovuto distruggere l'intero pianeta Terra e con esso tutti i suoi abitanti... non era avvenuta. La vita, sia a Tadfield, che in tutto il resto del mondo, sembrò ricominciare da capo, ripercorrendo dal principio una giornata potenziale disastrosa, che adesso, però, risultava essere del tutto normale.[...]
C'era qualcosa di diverso, però...
Sembrava mancasse all'appello un certo pezzo di carta scivolato per sbaglio da un certo libro di profezie."
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Che la punizione abbia inizio!



 


-Un'ora dopo il rapimento.
Hell & Heaven Palace, Sede Centrale.-


"Allora, veniamo alle cose serie adesso. Dunque, il punto è questo: devi riuscire a dimostrarci che c'è ancora qualcosa di angelico in te, così che tu possa davvero meritare la posizione che ricopri."
La voce di Gabriele risuonò nell'ampia e vuota (tranne che per loro due, Sandalphon e qualche altro angelo sparpagliato qua e là) stanza in cui si trovavano attualmente, forte ed autoritaria come il rombo di un tuono... uno di quelli emessi da un fulmine che si è appena schiantato per terra a pochi metri dai tuoi piedi.

"Dimostraci di essere un essere superiore, " Sibiló al contempo la voce del Principe degli Inferi, il quale si trovava nel suo ufficio personale, molti metri più in basso (e qualche altro in più sottoterra) rispetto al primo.

"ed impara ad agire nuovamente come se fossi uno di noi," continuò Gabriele.

"e non uno di loro." Concluse Beelzebub.

Sia Aziraphale che Crowley si ritrovarono improvvisamente a passare i più lunghi e sofferti sessanta minuti della loro intera esistenza... il che è molto singolare se sei un essere praticamente immortale.

Nonostante ormai avessero intuito che, per il momento, la loro anima sarebbe stata in salvo, sia i piani alti, che quelli bassi, sembravano essere riusciti nel tanto agognato intento di spaventarli a morte.
A quanto pareva l'avevano fatta davvero molto grossa, pensò Crowley, se, nonostante tutto, entrambe le controparti avevano deciso addirittura di cooperare per terrorizzarli.
Se ne erano spuntati con una vasca colma fino all'orlo con dellastra-maledettissima (tanto per dire)Acqua Santa, dicendo che, secondo loro, un bel bagno sarebbe stato l'ideale per risolvere una volta per tutte l'intera faccenda... perPOI fare spallucce e dire con disinvoltura che " No, sai cosa? Ci ho ripensato, facciamo in un altro modo."

Lo stesso giochetto era stato propinato anche ad Aziraphale... naturalmente non con una vasca piena di Acqua Santa, non sarebbe stato per nulla divertente, ma con un bel focolare demoniaco, tanto tanto caldo e per nulla accogliente.

Tutto questo, a quanto pare, era stato programmato solo per il semplice gusto di farsi quattro grasse risate.

La vera punizione, però, stava cominciando proprio adesso.

"Le regole sono semplicissime: avrai come limite di tempo la durata di una singola vita umana, meno, ovviamente, l'età che in tutti questi millenni hai dato l'illusione di possedere-" disse Gabriele, in modo totalmente tranquillo, come se stesse spiegando le regole di un qualsiasi gioco da tavolo.

"e come restrizioni, tutte quelle che vivere una vita umana comporta." Beelzebub, al contrario, sembrava molto divertito dalla faccenda. Non stava spiegando delle regole... stava raccontando una vera e propria storia dell'orrore.
"Emergi tra la folla e potrai finalmente riprendere la tua posizione originale-"

"-nei cieli,"

"-negli inferi,"

"come è giusto che sia." Sorrise infine Gabriele.

Ogni parola enunciata dalle due autorità, gravava come un pesante fardello sulle spalle dei due amici ed improvvisamente, sia Aziraphale che Crowley si sentirono come soffocare.

Una fiacchezza innaturale li colpì all'improvviso, causando ad entrambi delle vertigini così forti, che riuscirono a farli barcollare al suolo.
Dopo qualche lungo istante, la debolezza iniziale mutò gradualmente in... qualcos'altro. Iniziaro ad avvertire dei formicolii lungo tutto il corpo e, dentro di loro, riuscivano a percepire il movimento di ogni singolo muscolo, il quale sembrava come generarsi dal nulla, per poi scattare ed avvinghiarsi a quelle che, indubbiamente, dovevano essere delle ossa.
Un dolore lancinante al petto li fece urlare dal dolore.
La loro anima ed il loro corpo sembrava stessero mutando in qualcosa di diverso e man mano che la trasformazione avveniva, il dolore sembrava mutare con essa, fino ad assumere un livello sempre più fisico.

Sempre più. .. umano .

"Certi errori non possono di certo essere ignorati, ma fortunatamente, si trova sempre un modo per rimediare, non è fantastico?" Chiese Gabriele ad Aziraphale, il quale però, in quel momento non lo stava decisamente ascoltando.

Non si era mai sentito tanto male in vita sua. Non riusciva a sentire una sola parola di quello che l'Arcangelo gli stava dicendo, anche se avrebbe voluto ascoltarlo.
Era spaesato e dolorante come non mai e avrebbe davvero voluto sentire qualche informazione in più sulla sua redenzione.
Ma la sua anima era debole ed il suo corpo diventava sempre più pesante e sempre più difficile da controllare...

Nel frattempo, ai piani inferiori, il suo amico sembrava essere in una situazione non molto differente. Attualmente si trovava rannicchiato per terra e sembrava aver scoperto quella cosa che gli umani facevano continuamente per poter continuare a vivere: respirare.

...Anche se lui, forse, stava avendo qualche problema.

Era affannato e non riusciva in nessun modo a controllarsi. Si sentiva stanco e debole, le orecchie avevano cominciato a fischiargli insistentemente e la testa aveva continuato a girargli ugualmente, nonostante avesse provato a chiudere gli occhi.

Una voce divertita risuonò improvvisamente nell'aria e Crowley intuì che Lord Beelzebub stava nuovamente parlando con lui.

Chissà cosa stava dicendo, però.

"...Direi che ci siamo detti tutto. D'ora in poi, dovrai sbrigartela da solo."
Il principe degli inferi aggiustò la sua posizione, appoggiandosi goffamente allo schienale della sedia.

"La tua punizione, comincia adesso." Disse infine, schioccando le dita.

"La punizione, comincia adesso." Disse l'Arcangelo Gabriele, battendo due volte le grandi mani.

Improvvisamente un fuoco eruttó dal suolo sottostante Crowley, circondandolo con delle alte e minacciose fiamme rosso scarlatto, mentre una luce vivida ed abbaggliante inghiottì completamente l'amico che si trovava al piano superiore.

"Buona fortuna, Aziraphale." Sorrise Gabriele.

Così come era comparsa, la luce intensa si affievolì lentamente fino a scomparire, portandosi con se l'ormai ex-angelo.

"Buona fortuna, Anthony." Ghignò malignamente Beelzebub.

La controparte sparì anch'essa, inghiottita dalle fiamme.


---



Driiiiin!

Driiiiiin!

"Signor Crowley!!"

...

Driiin! Driiiiiiiiin!
Driiiiiiiiiiiin !

"Signor Crowley! È in casa!?" Urlò per l'ennesima volta il Signor Bennett.

"Cavolo, George, secondo me è morto. Non lo vedo uscire di casa da più di una settimana! Dovremo chiamare la polizia??" Chiese con trepidazione la signora Bennett al marito.

"Shhh! Zitta Rose, fammi fare! Nessuno chiama nessuno qui, non voglio finire nei casini! Non siamo neanche sicuri che sia veramente in casa..."

Il Signore e la Signora Bennett erano una coppia di sposini novelli, anche se, non rientravano esattamente nello stereotipo a cui tutti starete pensando. Entrambi erano sulla quarantina e avevano deciso di sposarsi e di trasferirsi dalla loro noiosa città, per poter cambiare totalmente vita e godersela come si deve. Pochi mesi prima, avevano scelto di prendere casa proprio in questa zona, perché avevano notato che le abitazioni, qui, erano parecchio grandi e luminose... quel tipo di case molto moderne, tutte angoli e superfici piane, che piacevano tanto sia a George che a Rose.
Riguardo i loro vicini... beh, erano gentili, ma essendo tutta gente particolarmente benestante, tendevano sempre a stare sulle loro, cosa che non dispiaceva affatto ai due sposini.

Ma stiamo spaziando troppo, dopotutto sono solo dei personaggi secondari.
Ritorniamo alla nostra storia.

Il motivo per il quale il Signore e la Signora Bennett stavano suonando alla porta del loro vicino in modo così insistente, era che non avevano avuto più sue notizie da ben nove giorni. Non che avessero chissà quale tipo di rapporto, ma erano soliti vederlo uscire e rientrare in casa più e più volte durante l'arco della giornata.

Adesso, era come se fosse letteralmente sparito.

La macchina era parcheggiata proprio li davanti, e lui non usciva mai senza la sua macchina, la Signora Bennett lo sapeva benissimo.
Doveva essere per forza in casa... e se era davvero in casa, allora doveva essergli successo qualcosa.
Non che ai due sposini importasse più di tanto dello stato di salute del loro minaccioso vicino, sia chiaro... ma alla signora Bennet piacevano tantissimo i pettegolezzi e se lo avessero trovato morto in casa sua, allora avrebbe avuto di che parlare con le sue amiche per intere settimane.
Non poteva assolutamente lasciarsi scappare un'occasione così ghiotta.

Per quanto riguarda il vicino in sé, egli... sì, era in casa, ma ( purtroppo per la signora Bennett) era ancora abbastanza vivo e vegeto.

...Anche se, ad un primo sguardo, qualcuno avrebbe potuto benissimo dire il contrario.

Attualmente, si trovava stravaccato sul suo letto matrimoniale, in un disordinato groviglio di vestiti e lenzuola... e se la dormiva che era una meraviglia.
Avrebbe anche continuato a farlo, ma il trillo insistente del campanello riuscì finalmente a destarlo dal suo sonno profondo.

E fu così che, dopo nove lunghi giorni, Anthony J. Crowley riaprì nuovamente gli occhi.

Occhi che, adesso, erano di un bel color castano chiaro.

La prima cosa che pensò da appena sveglio fu... assolutamente nulla.

Non riusciva a ricordare niente e non riusciva a pensare a niente, ma aveva immediatamente capito che c'era qualcosa che non andava. Si sentiva strano, quasi pesante e anche leggermente appiccicaticcio.
Avvertiva anche uno strano odore nell'aria, ma non riusciva a capire cosa fosse o cosa potesse averlo provocato.

Si sarebbe limitato nel continuare a fissare il muro di fronte a lui fino a che qualche molla non fosse scattata improvvisamente nel suo " diabolico" cervello, ma il suono prolungato del campanello lo fece sobbalzare dal letto.

...Era a casa.

Ok , fin qui tutto bene... ma come diavolo ci era arrivato?

Non ricordava assolutamente di essere rincasato, né tantomeno di essersi messo a letto.

...

...C'era qualcosa che gli stava sfuggendo.

" SIGNOR CROWLEY!"

Ah, giusto, il campanello.

Senza neanche tentare di sistemarsi o di mettersi un paio di pantofole ai piedi, Crowley scese dal letto e si diresse goffamente verso la porta. Una volta che essa fu aperta, si ritrovò di fronte due persone che era sicuro di non aver MAI visto in vita sua.
Erano in due: un uomo ed una donna.
La donna sembrava essere decisamente sconvolta, mentre, quello che Crowley credeva dovesse essere il marito... anche, ma diciamo che riusciva a nasconderlo un po' meglio. Aveva il dito fermo a mezz'aria, pronto a suonare nuovamente il campanello.

"...Salve...?" Disse Crowley, in modo incerto.

"Oh! S-salve! Scusi l'insistenza, ma... avevamo paura che potesse esserle successo qualcosa di brutto! Sa, non la vedevamo da più di una settimana e la sua macchina era parcheggiata qua fuori... quindi ci siamo allarmati!" Disse la signora, la quale, adesso, sembrava essere leggermente in imbarazzo.

"Si, infatti. Tutto qui! Scusi il disagio... non volevamo disturbarla, ma mia moglie era solo molto preoccupata." Disse a sua volta il marito, rivolto a Crowley.

"...Ah- uuh...O-ok."

No .

No, non era ok.
Non era assolutamente ok.

Crowley non riusciva a seguirli... ma che accidenti stavano blaterando!?

"Va bene! Quindi se è tutto apposto noi ce ne andiamo! vieni Rose. Arrivederci!" Disse il marito improvvisamente, rompendo l'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare.

"Oh- sì certo! Arrivederci, e scusi ancora! Ci chiami se ha bisogno di qualcosa!" Rispose Rose, camminando dietro al marito e salutando il vicino con una graziosa ed affusolata mano ben curata.

"...Va- va bene." Rispose Crowley, ricambiando il saluto allo stesso modo, quasi in maniera meccanica, per poi bloccarsi di scatto con la mano a mezz'aria.

Ma che stava facendo!?
Per tutti i gironi infernali , sembrava un deficiente.

Senza pensarci due volte, si chiuse la porta alle spalle ed iniziò a dirigersi verso la cucina, deciso a versarsi una bella tazza di caffè.

Ridicolo .

Un demone del suo calibro che saluta gli altri agitando la manina.

Che. Vergogna.

Sperava davvero che non lo stessero tenendo d'occhio laggiù, o avrebbe fatto davvero la figura dell'idiota, questa volta-

E fu proprio con questo imbarazzante pensiero in testa, che il primo ingranaggio nel suo cervello scattò finalmente in posizione.

...

OH , Satana.

Ricordava tutto .

Ricordava esattamente cosa era successo ieri o- ... era stato ieri, vero!?...

Vabbè, poco importa!

Non riusciva a crederci .
I suoi superiori lo avevano punito e lo stavano mettendo alla prova in uno dei modi più perversi e meschini che avessero mai potuto escogitare... e adesso spettava a lui dover trovare una soluzione a tutto questo casino!

...E se i suoi ricordi non lo stavano tradendo (cosa che, per la prima volta, si trovò a sperare ardentemente) adesso, lui si ritrovava ad essere in tutto e per tutto un...

Un ...

"OH-... CAZZO!"

Preso dal panico Crowley l'anciò le mani alla testa ed iniziò a guardarsi intorno, non sapendo bene cosa dovesse fare in una situazione del genere.

"Cazzo, cazzo, cazzo, CAZZO!" Sempre più sconvolto e col cuore che gli batteva a mille, Crowley si decise che la cosa più sensata da fare in quel momento, fosse quella di chiamare il suo migliore amico... poi, però, si ricordò che non sapeva affatto che fine avesse fatto Aziraphale.

Era stato rapito anche lui, dopotutto... e forse anche lui, adesso, era nei suoi stessi guai!

O ... o peggio!

"MERDA!"

Ecco... diciamo che oggi il vocabolario dell'ex-demone sembrava essere un tantinello limitato e decisamente ai limiti dell'osceno... ma direi che almeno per questa volta possiamo perdonarlo.

Senza neanche aggiustarsi i vestiti addosso e senza nemmeno indossare i sempre presenti occhiali da sole, il demone arraffó velocemente il telefono da sopra il tavolo e corse via di casa, puntando alla sua macchina.
Una volta che si trovò al suo interno, gesticolò distrattamente con mano tremante al volante (come era solito fare per mettere in moto la macchina), mentre con l'altra, fece partire una chiamata verso il numero fisso della libreria dove Aziraphale lavorava.

"Rispondi, brutto idiota! Rispondi, dannazione! ! "

Dopo una lunga e snervante serie di squilli, partì infine la segreteria telefonica.

"Fanculo!!" Preso dalla rabbia, Crowley lanciò il telefono nel sedile accanto e premette furiosamente il piede sull'acceleratore, deciso più che mai a raggiungere la libreria in meno di due minuti e mezzo.

La macchina però non partì.

Evidentemente, nella fretta, l'ex-demone aveva proprio dimenticato il fatto che la sua macchina, probabilmente, non aveva più visto una singola goccia di benzina dal lontano 1949.
Dimenticó anche il piccolo, ma per nulla insignificante dettaglio, che, di norma, per mettere in moto un qualsivoglia veicolo motorizzato, era necessario l'inserimento di alcune chiavi nell'apposito blocchetto di accensione.

Con un'ultima parola poco graziosa ed un pugno ben assestato al volante, il demone si catapultò fuori dalla vettura e scattò, a piedi, verso la strada principale.

---

Aziraphale non dormiva mai.

Crowley, sì.
Era una strana abitudine che aveva acquisito nel corso degli anni dagli umani e più di una volta aveva anche provato a convincere lo stesso Aziraphale, dicendogli: "Aah! Dovresti provarci, sai! È una goduria. Questi umani sanno davvero come gira il mondo!"... ma Aziraphale ci credeva poco.
Per lui, dormire era soltanto una perdita di prezioso tempo.
Tempo che, per esempio, avrebbe potuto impiegare nel leggere qualche libro, o nel fare le parole crociate.
Così, tanto per dire.

La sola idea di passare anche soltanto venti minuti sdraiato su uno scomodissimo giaciglio a fare assolutamente nulla, riusciva a fargli aggrottare nervosamente le sopracciglia.

No, non era decisamente il suo stile...

Ecco perché, quando lo squillo del telefono al piano inferiore lo destò bruscamente dal suo lungo sonno, l'ex-angelo ne fu letteralmente sconvolto.

Non aveva mai utilizzato la sua stanza da letto prima d'ora, e adesso, si sentiva molto disorientato e confuso... come se si fosse appena svegliato in casa di qualcun altro.

La prima cosa che fece, fu quella di mettersi a sedere sul letto.
Cercando di trovare una qualche "traccia", o un qualcheindizio, che potesse spiegare questo suo comportamento tanto anomalo, iniziò a guardarsi attorno, analizzano minuziosamente la stanza.
Il suo sguardo cadde immediatamente sul grande specchio alla sua destra, attraverso il quale riusciva a vedere la sua immagine riflessa.

Aziraphale sobbalzò all'indietro in preda allo shock, per poi sporgersi nuovamente in avanti, totalmente incredulo.

Era ... diverso.

Cioè, sembrava essere comunque abbastanza uguale al solito... ma c'era qualcosa nel suo aspetto che non lo convinceva.
Affatto .

Per prima cosa, era sudato.
Lui non aveva mai sudato una singola goccia di sudore da quando aveva messo piede sulla Terra.
MAI .

Secondariamente... era letteralmente una pezza.

I suoi bei capelli, sempre curati e sempre impeccabili, adesso erano scompigliati ed avevano perso la loro caratteristica lucentezza, mentre, in viso, aveva un'espressione davvero molto ma molto stanca.

Lui non aveva mai avuto un'espressione simile in volto! Era sempre ben "riposato", ed in forma! E-...

...E- Erano delle occhiaie quelle lì!?

Decidendo bruscamente di ignorare la sua immagine, per il momento, Aziraphale inizò a sistemarsi gli abiti stropicciati e, una volta finito, guardò scrupolosamente ai piedi del letto, cercando di intercettare le sue scarpe.

C'era qualcosa che non andava .

Riusciva a sentirselo fin dentro l'anima... la situazione in cui si trovava in questo momento non gli quadrava. Per niente.
Doveva essere successo qualcosa...
Ma...cosa??
Più si sforzava di ricordare e più la memoria gli veniva a mancare...

Oh, aveva un'orribile sensazione!

Qualcosa non andava e lui si sentiva uno schifo e-

No ! No, Doveva calmarsi! Ecco cosa doveva fare...

Avrebbe dovuto prendere una bella tazza di thè e ragionarci su a mente più leggera.
Tutto qua.

...Se solo avesse trovato quelle dannatissime scarpe !

Sbuffando nervosamente, si fermò nella sua infruttuosa ricerca e, per accelerare i tempi, decise di fare un piccolo miracolo. Solo per stavolta.
Era una situazione particolare, dopotutto.

Aziraphale schioccó quindi le dita ben curate e aspettó infine la comparsa delle sue scarpe.

... Cosa che non avvenne, per la cronaca.

Confuso, riprovò nuovamente, stavolta cercando di mettere più enfasi nello schiocco.

...

Niente.

Riprovò un'altra volta.

...Nulla.

Assolutamente nulla .

...

Ok.
Era ufficiale.

Adesso poteva farsi prendere dal panico.

"MA CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO!?"
In preda al terrore, Aziraphale strizzó gli occhi e cercò con tutte le sue forze di spremersi le meningi, ripercorrendo all'indietro, nella sua mente, i fatti avvenuti nei giorni precedenti.

Non ricordava nulla, ovviamente.

Ok , sicuramente era stato insieme a Crowley... e sicuramente, o erano andati a mangiare qualcosa al Ritz (il quale aveva sempre un tavolo libero per loro, stranamente), o erano andati insieme a fare un bel picnic al parco e-

...

...Il parco.

Sì, erano andati proprio là, ma non per fare un picnic.

Crowley voleva... voleva prendersi un ghiacciolo-...

Dopo qualche minuto di riflessione, Aziraphale riuscì finalmente a ricordare.

Ricordava il gelato.
Ricordava la paperella ferita.
Ricordava di essersi ritrovato imbavagliato e legato come un salame, mentre veniva trascinato a forza dai suoi colleghi.
... Ricordava tutto.

Ignorando completamente la ricerca delle scarpe e maledicendo insultando malamente il tappeto di lino che aveva appena attentato alla sua vita, Aziraphale uscì dalla stanza da letto e si diresse speditamente verso il piano di sotto.

Doveva parlare con qualcuno .

Doveva assolutamente avere qualche spiegazione in più , in merito a questa faccenda.

Una volta arrivato a destinazione, alzò il grande tappeto che si trovava nella stanza principale, sotto il quale sapeva di aver cautamente nascosto un passaggio segreto per il Paradiso.

Quello che trovò ad accoglierlo però, fu solo un banale ed ordinario pavimento pulito.

...Doveva stare calmo.

Doveva. Stare. CALMO.

AGITARSI AVREBBE SOLO PEGGIORATO LE COSE.

Aziraphale si sentì mancare.

Per un attimo riuscì quasi a vederla, una luce... ma era più che sicuro che non fosse quella corretta.

Stava giusto cercando di non cadere come una pera cotta al suolo, tenendosi saldamente dalla libreria alla sua sinistra, quando sentì qualcuno bussare violentemente al portone d'ingresso.

Oh.. oh, no. Non era proprio il momento giusto per ricevere dei clienti...

SBAM! SBAM! SBAM!

" AZIRAPHALE !!"

...?

...Crowley?

SBAM! SBAM! SBAM !

"AZIRAPHALE, SE CI SEI, APRI IMMEDIATAMENTE QUESTA PORTA!!"

" Crowley !! "

L'ex-angelo si fiondò alla porta all'istante, spalancandola in preda all'euforia, non aspettandosi completamente la comparsa improvvisa dell'amico.

Il pugno che lo colpì all'occhio subito dopo, però, fu ancora più inaspettato.

"AZR- OH- AAH!! SCUSA!! SCUSA- Mi... mi dispiace!! Ti- ti sei fatto male!?" Chiese in preda al panico il demone, gesticolando come in forsennato.

"TU MI HAI FATTO MALE!" Urlò Aziraphale in tono accusatorio, tenendosi con una mano l'occhio dolorante.

"Ooh! mi- mi dispiace!! Ma... tu stai bene, vero!? Stai- ... sei tutto intero, giusto!?" Chiese Crowley, cercando di riprendere il controllo sul suo corpo.

" Io... io non lo so! Credo di sì, ma-..." Aziraphale tolse la mano dal viso, tentando di aprire entrambi gli occhi per poter guardare meglio l'amico.

Quello che vide, lo fece restare senza parole.

Crowley aveva i capelli scompigliati ed i vestiti totalmente zuppi di sudore. Aveva il fiato corto... evidentemente era arrivato fino alla libreria a piedi, correndo come un forsennato.

La cosa che sconvolse maggiormente Aziraphale, però, fu quella di guardare in un paio di occhi totalmente e rigorosamente umani.

...Gli stavano molto bene, in realtà, ma non era questo il momento adatto per perdersi in dettagli.

Avevano una gatta molto più grossa da pelare, adesso.

"... credo, credo che abbiamo un problema." Disse infine Aziraphale, con voce sommessa.

"Sì..." Confermò Crowley, il quale, ormai, si era calmato quasi del tutto.

"Sì, direi di ."



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Salve! Eccoci al secondo capitolo! Pfui! È stato davvero una sfida scriverlo, ma alla fine, sono molto soddisfatta del risultato.
Spero vi piaccia, fatemi sapere, se potete, lasciando una piccola recensione!:3
Alla prossima✋

  
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