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Autore: fenris    11/08/2019    0 recensioni
Naruto ha perso i suoi genitori la notte della sua nascita a causa della fuga del Kyubi, ma fortunatamente Jiraya e Tsunade hanno deciso di prendersi cura di lui al loro posto. Guardate come la sua vita si sviluppa mentre viene cresciuto dai Sannin, e come questo cambierà non solo la vita di Naruto, ma anche la vita di quelli intorno a lui. Au.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Jiraya, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Asuma/Kurenai, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Minato/Kushina, Sasuke/Sakura
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Il colpo di stato, parte 4: Ripresa o Cominceremo a ricostruire Konoha?

 

La prima legge passata da Jiraya non fu ricevuta bene, ma si aspettava comunque quella reazione. Su trattava di una legge che impediva la discrimazione di chiunque solo per l'appartenenza a un certo clan. Sebbene fosse estesa a tutti i clan, si capì che Jiraya l'avesse diffusa in particolare per difendere gli ultimi tre Uchica, in particolare da chi aveva perso qualcuno durante la battaglia.

 

Infatti, appena la notizia che Itachi, Shisui e Sasuke erano ancora vivi si diffuse, una folla inferocita si diresse verso di loro con l'intenzione di distruggere per sempre i 'demoni dagli occhi rossi'. Fortunatamente, gli Anbu si mossero rapidamente e dispersero la folla prima che potessero fare del male a qualcuno. Jiraya non potè non pensare che senza di lui e Tsunade, simili idioti avrebbero potuto tentare lo stesso con Naruto. Potevano decisamente capire perchè Hiruzen voleva istituire una legge riguardo il Kyubi.

 

Jiraya ebbe un incontro con Shisui e Itachi riguardo il futuro del clan, che divenne più... interessante di quanto si aspettasse. Shisui lo informò riguardo come Danzo l'avesse fermato dall'impedire l'attacco per rubare il suo Sharingan ipnotico. Pur ordinando di controllare la base di Danzo, non trovarono l'occhio e ovviamente lui negò tutto. E considerando che l'anziano era stato tra i primi a sostenere la dubbia fiducia degli Uchica, la popolazione non prese molto bene lo schieramento di Jiraya con loro.

 

Shisui, essendo il più vecchio con ventidue anni sulle spalle, fu nominato dall'eremita come nuovo capoclan. La sua prima azione fu, come d'aspettarsi, annullare l'esilio di Itachi. Donò anche buona parte delle prorietà del clan a Konoha( incluso l'intero quartiere degli Uchica), come risarcimento per l'accaduto, chiedendo solo una nuova casa in cui vivere. Jiraya diede loro una casa a quattro piani vicino al cancello sud, che Shisui vide come la speranza di un nuovo inizio per la sua famiglia.

 

Ovviamente, le cose erano ben lontane dalla perfezione per il più giovane dei tre Uchica.

 

“ Sasuke?”, chiese Itachi, di fronte alla stanza del fratello minore, non osando entrare nonostante la porta aperta. La nuova camera di Sasuke era piuttosto grande, ma aveva solo un armadio, un tavolino e un letto, sul quale era seduto guardando la finestra: “ Mi chiedevo... vorresti venire ad allenarti con me?”. In passato, il piccolo moro sarebbe saltato dalla gioia non appena Itachi l'avesse invitato ad allenarsi, ma in quel momento reagì a malapena.

 

“ Capisco, non sei in vena. Dopo vuoi andare a mangiare qualcosa, tutti e tre insieme?- ancora una volta Sasuke non si mosse. Itachi decise di non insistere per quanto volesse il suo fratellino tornare come prima- va bene... se vuoi parlare sono disponibile?”, chiese sperando in una risposta che non arrivò, quindi scese nel salotto, al momento occupato solo da un paio di divani e Shisui.

 

“ Progressi?”, chiese quest'ultimo all'amico, che scosse la testa triste.

 

“ Ancora niente, ma non posso biasimarlo. Come puoi reagire quando tuo fratello uccide tuo padre e più di metà del tuo clan?”, disse sconsolato l'ANBU, allargando le braccia in segno d'impotenza.

 

“ Non preoccuparti, prima o poi capirà che hai fatto la cosa giusta. Ha solo bisogno di tempo per aggiustarsi i pensieri. Una volta fatto si aprirà a te.”.

 

“ Sembri molto sicuro.”.

 

“ Avanti, Itachi, tuo fratello bacia il terreno su cui cammini. Si riprenderà prima o poi.”, insistette ancora Shisui, facendo del suo meglio per sorridere ad Itachi.

 

“ Ma niente sarà più come prima. Sasuke non potrebbe passare attraverso un'esperienza simile senza venirne influenzato. Senza contare quanto il resto di Konoha ci odi.”.

 

“ Lavoreremo per migliorare le cose! So quanto sia terribile quello che abbiamo passato, ma Sasuke non si riprenderà se il suo fratellone non sarà il primo a farlo.”.

 

“ E perchè tu sei così allegro? Il bastardo che ti ha fregato l'occhio l'ha fatta franca, dovresti essere furioso.”, notò quindi Itachi, leggermente insospettito dal buon umore decisamente fuori luogo di Shisui, che trasformò il suo sorriso rassicurante in un ghigno.

 

“ E lo sarei... se la dottoressa più carina di Konoha non mi avesse concesso un appuntamento.”.

 

“ Shizune ha accettato un appuntamento con te?! Ha perso una scommessa o cosa?”, commentò Itachi inarcando un sopracciglio, mentre l'altro incrociò le braccia.

 

“ Sai, Itachi, normalmente ti avrei ucciso per questo battuta, ma significa che hai ancora un po' di senso dell'umorismo... e quindi per te c'è speranza.”.

 

“ A proposito, ho ricevuto la risposta di Nekoba. E' d'accordo con spostarsi al villaggio.”, cambiò argomento Itachi.

 

“ Ottimo, abbiamo bisogno di tutti gli alleati possibili al momento.”.

 

“ Ha detto di farlo soprattutto per Tamaki, una città abbandonata non è posto per lei. Forse si iscriverà all'accademia.”.

 

“ Ancora meglio, a Sasuke non farebbe male un'amica in più. Non mi sembra se ne sia fatti molti, senza offesa”, commentò Shisui.

 

“ E' vero, purtroppo. Era più impegnato col proprio allenamento, e considerava fare amicizie una perdita di tempo.”, commentò Itachi.

 

“ Mhh, un po' di amici lo aiuterebbero ad attraversare questa merda.”, concluse Shisui prima che l'altro Uchica si ricordasse di un piccolo dettaglio.

 

“ Shisui, hai pensato a un trapianto d'occhi? Ora ci saranno decine di Sharingan a disposizione.”.

 

“ Shizune mi ha chiesto la stessa cosa. E preferisco non avere l'occhio di qualcun altro nell'altra orbita. Mi arrangerò con un occhio fino a quando non recuperò l'altro.”.

 

“ Potrebbe non accadere mai.”.

 

“ E così sia.”.

 

*****

 

Hiruzen aprì lentamente gli occhi. Si sentiva incredibilmente debole. No, debole non era la parola giusta... si sentiva vuoto. Come se il cervello non riconoscesse il resto del corpo. Eppure alcune sensazioni erano familiari, dovevano essere l'effetto dei medicinali somministratigli, tra cui antidolorifici. E guardandosi intorno, s'accorse effettivamente di essere in una stanza d'ospedale. E davanti al suo letto si trovava un uomo dai capelli bianchi con uno sguardo tagliente come daghe.

 

“ Ti ci è voluto parecchio per riprenderti, vecchia scimmia.”, gli spiattellò in faccia Jiraya. Poteva dire che il tono del suo allievo era arrabbiato, sebbene più per una causa di preoccupazione che collera.

 

“ E' questo il modo ti parlare al tuo Hokage e sensei, Jiraya?”, chiese debolmente il capoclan dei Sarutobi con una risatina.

 

“ Lo sarebbe, se tu fossi ancora Hokage. Saluta pure il tuo nuovo boss. E sarai tu a dire alla tua famiglia quanto li ami.”, disse passando all'uomo una pergamena, che una volta letta gli fece strabuzzare gli occhi, riconoscendo il proprio testamento.

 

“ Come fai ad averla? Il sigillo si sarebbe dovuto spezzare con la mia morte.”.

 

“ Sei morto. Per tre minuti. Grazie ai Kami per i nostri medici- gli rispose Jiraya, prima che il suo volto si trasformasse in una maschera di furia- Ma cosa pensavi a mandar via gli ANBU prima di affrontare tutti quegli Uchica da solo?”.

 

“ Come ho detto a Fugaku- san, io posso difendermi da solo, altre persone no- ribattè Hiruzen incredibilmente calmo- A proposito, che gli è successo?”.

 

“ Morto, ucciso dal suo marmocchio. Così come buona parte del clan.”. Hiruzen imprecò sottovoce alla tragica notizia. Anni di lavoro per stabilizzare il villaggio e quella strage ne era il risultato.

 

“ Questo è... catastrofico, per lo meno. Uchica sopravvissuti?”.

 

“ Tre, per quanto ne sappiamo: i due figli di Fugaku e Shisui. Che tra l'altro afferma che su tuo ordine avrebbe utilizzato uno strano genjutsu per fermare l'attacco,a uno dei suoi occhi è stato rubato da Danzo. Ne sapevi niente?”, domandò Jiraya e l'uomo più anziano sospirò.

 

“ Sì, Shisui era il mio asso nella manica per fermare tutto senza spargere sangue. E Fugaku mi ha confermato di aver visto Shisui con alcuni ANBU. Questo conferma tutto.”.

 

“ Ho già controllato le basi di Danzo senza trovare niente e lui afferma che Shisui stia mentendo. Quanto ti ha detto Fugaku però potrebbe permetterci di arrestarlo.”.

 

“ Dubito che la testimonianza di un Uchica conti molto al momento, soprattutto uno morto. Limitati a tener d'occhio Danzo. Lo controlleremo fino a quando non farà un errore e sarà il momento adatto a prenderlo.”.

 

“ Va bene. Ora devo tornare alla torre, ho una montagna di documenti e quei due bacucchi dei tuoi vecchi compagni di squadra non vedono l'ora di criticarmi.”.

 

“ Ah, il lavoro d'ufficio... ecco qualcosa che non mi mancherà.”, osservò Hiruzen dando all'allievo un sorriso sornione molto familiare, che Jiraya ricambiò.

 

“ Spero che tu ti goda il cibo dell'ospedale, ne avrai ancora per qualche settimana. Ti farò visita quando posso.”.

 

*****

 

I prossimi giorni furono un inferno per Jiraya. Tra incontri, relazioni con altri villaggi, approvare missioni e quant'altro era sicuro sarebbe diventato pazzo da un momento all'altro. Poteva sentire la voce di Sarutobi ridere di lui dall'ospedale. L'incontro di quella giornata era però qualcosa che attendeva con più piacere.

 

Di fronte a lui stavano un ragazzino dall'aspetto androgino( l'aveva anche scambiato per una ragazza prima d'essere corretto)della stessa età di Naruto e un uomo adulto molto muscoloso tenuto in catene da due ANBU.

 

“ Zabusa Momochi, sei molto lontano dal Paese dell'acqua. Fallito il tuo attacco a Kirikagure, speravi di riprovarci qui?”, cominciò Jiraya incrociando le mani sotto il mento.

 

“ Non ho interesse in Konoha, era solo un lavoro. Non sapevo comunque tu fossi tornato qui, nientemeno come Hokage.”, replicò calmo Zabusa, per niente intimidito dalla situazione.

 

“ La mia promozione è recente, e causata da come i tuoi datori di lavoro abbiano messo fuori gioco il mio vecchio capo. Ora avrei già mandato la tua testa a Yagura per aver aiutato gli Uchica, ma il bambino con te potrebbe cambiare le carte in tavola.”.

 

“ Ah, sì, per l'Arte del Ghiaccio. Vuoi aumentare le abilità innate di Konoha. Haku è persino più utile di quanto mi aspettassi.”, disse Zabusa con una risata. Quelli della sezione Torture e Investigazione avevano scannerizzato la sua memoria, e quindi gli ANBU avevano trovato il bambino in una tenda poco fuori dal villaggio. Apparentemente Haku era l'ultimo dsopravvissuto del suo clan dopo la purga attuata nel Paese dell'acqua. L'opportunità era troppo buona per lasciarla andare.

 

“ Perciò, il demone della nebbia, i fratelli demoni, lui è il bambino demone o qualcosa del genere?”, chiese Jiraya, prima di pentirsi della battuta. Alcuni abitanti del villaggio usavano ancora quel soprannome per Naruto.

 

“ Lo sarà quando l'avrò cresciuto a dovere.”.

 

“ Sei una delle ultime persone che mi aspetterei a prendersi cura di un bambino, Zabusa.”.

 

“ Haku ha poteri che vorrei usare per raggiungere i miei scopi, non vuoi fare lo stesso? Forza, Jiraya, smetti di girarci intorno e dicci cosa vuoi.”.

 

“ E' Hokage- sama per te- chiarì Jirarya rilasciando un po' di istinto omicida- Il piano è che tu vada in prigione, mentre Haku frequenterà la nostra accademia. Diplomatosi, ammesso non ci siano incidenti, tu sarai fuori sulla parola per estinguere il tuo debito con Konoha attraverso varie missioni. Fatto questo, entrambi sarete liberi di andarvene senza nessun problema.”.

 

Ovviamente Jiraya non lo disse ad alta voce, ma sperava che Haku si affezionasse al villaggio e decidesse di non partire con Zabusa, che capì comunque questa parte del piano.

 

“ Se rifiutassi?”.

 

“ Saresti giustiziato all'istante e darei Haku a una mia conoscenza che lo trasformerà nel nostro burattino. Giunto all'età adatta, dovrà poi avere bambini con varie donne di Konoha per darci altri utilizzatori dell'Arte del ghiaccio. La scelta è anche tua, ragazzino, che dici?”, domandò nuovamente Jirya rivolto al ragazzino. Haku stava tremando è guardo il suo mentore negli occhi. Il demone della nebbia si limitò ad annuire, gesto imitato dal bambino.

 

“ Va bene, farò ciò che volete, ma non fate del male a Zabuza- sama.”.

 

“ Lui andrà in prigione, e anche se non è un posto sicuro, confido la sua reputazione lo aiuterà non poco- disse Jiraya prima di fare un cenno con la mano, lasciando entrare una donna dai capelli viola e un moro in preda a una brutta tosse- questi sono Hayato Gekko e Yugao Uzuki, si sono offerti di prendersi cura di te mentre starai qui. Ti tratteranno bene.”. Haku guardò dubbioso i suoi nuovi tutori. Sembravano brava gente, ma la tristezza nel suo cuore non svanì.

 

“ Potrò andare a visitare Zabusa- sama?”.

 

“ Se i tuoi nuovi custodi ti daranno il permesso, potrai visitarlo tutti i martedì e venerdì per quarantacinque minuti. Altre domande?.”

 

“ No, è tutto, Hokage- sama.”.

 

“ Forza, Haku- kun, ti mostreremo la tua nuova casa. Ti piacerà vivere con noi.”, disse Yugao prendendo la mano del bambino di Kiri.

 

“ Sono certo che lo farò, Yugao- san.”, rispose cordiale questi, pur avendo i suoi dubbi.

 

*****

 

Mentre Naruto camminava verso la residenza Hyuga, una parte di lui gli urlava continuamente di voltarsi indietro. Il clan era stato tra i più danneggiati dopo l'attacco, non erano probabilmente dell'umore per ricevere gente. E se anche fosse stato il caso, non era sicuro che Hinata avrebbe voluto vederlo. Però lui doveva incontrarla, per assicurarsi che stesse bene e perchè sapesse che lui era lì per lei. Vedendo finalmente l'entrata, sospirò.

 

' Facciamola finita', pensò prima di dirigersi verso il cancello, come al solito custodito da Tokuma Hyuga. Il fatto che uno dei pochi Hyuga che conoscesse oltre a Hinata ce l'avesse fatta migliorò il suo umore e andò a salutarlo.

 

“ Ehi, Tokuma, posso entrare?”, chiese grattandosi la testa e ricevendo un sorriso dall'uomo.

 

“ Ovviamente, Naruto- san, sei sempre il benvenuto qui. Sei qui per incontrare Hinata- sama?”.

 

“ Sì, era ancora molto depressa al funerale e vorrei vedere come sta. Se avrà voglia di vedermi...”.

 

“ Non preoccuparti, Hinata- sama ha avuto la reazione che ci aspettavamo, ma sono convinto che sarebbe felicissima di vederti oggi.”.

 

“ Spero tu abbia ragione, comunque non la farò aspettare.”, concluse il bambino prima di entrare nella residenza. Girando tra le sale potè notare che il luogo era decisamente più vuoto del solito. Ricevette saluti dai pochi Hyuga che incontrò, ma non risposero a nessuna domanda su Hinata, fino a quando uno non lo informò che era nel dojo. Andando lì lo trovò però vuoto.

 

“ Stai cercando qualcuno?”, disse una voce dietro Naruto. Voltandosi trovo il ragazzo con cui l'amica si allenava in genere... Nejii, se non ricordava male.

 

“ Sì, Hinata, sai dov'è?”.

 

“ Hinata- sama ha appena finito d'allenarsi, si sta facendo un bagno. Considerando quanto ama lavarsi, credo dovrai aspettare una mezz'ora prima che sia presentabile.”, spiegò il ragazzo con tono neutrale.

 

“ Va bene. Tu sei Nejii, giusto?”.

 

“ Esatto.”.

 

“ Perso qualcuno durante l'attacco?”, chiese all'improvviso Naruto sorprendendo Nejii con la sua sfacciataggine. Ma in effetti quando sentiva i parenti parlare del biondino, era una delle caratteristiche più citate. Aveva fatto una certa impressione la prima volta che entrò nella residenza.

 

“ No, se escludiamo Hiashi- sama. Ma non siamo mai stati vicini, perciò non mi ha fatto molto effetto.”.

 

“ Neanch'io ho perso qualcuno. Immagino siamo stati entrambi più fortunati di Hinata.”.

 

“ Non è stata fortuna, era il destino.”.

 

“ Destino? Pensi che il papà di Hinata fosse destinato a morire?”, s'accigliò Naruto.


“ Non lo penso, ne sono sicuro.”, insistette Nejii, sicuro della sua affermazione.

 

“ Cazzate, se fosse stato davvero predestinato ad andarsene, avrebbe potuto fare qualcosa per impedirlo.”,

 

“ Non intendo che sapevo Hiashi- sama sarebbe morto, ma che la sua perdita era stata decisa da forze oltre il nostro controllo, senza che potessimo fare niente.”.

 

“ Cioè?”.

 

“ Permettimi di fare un altro esempio, sai della divisione del nostro clan?”.

 

“ Hinata mi ha spiegato a grandi linee la storia del sigillo. Sto cominciando a studiarli a proposito.”.

 

“ Ha specificato anche che oltre a sigillare il Byakugan se morissi, un membro della casata principale può infliggermi del dolore?”.

 

“ Ma... perchè dovreste permettere una simile schifezza?”, rispose Naruto facendo sospirare l'altro ragazzo.

 

“ Perchè non possiamo fare niente a riguardo. Mio padre e Hiashi- sama erano gemelli, ma in quanto fratello maggiore lui divenne il capo clan mentre papà entrò nella casa cadetta, segnando anche tutti i suoi futuri figli, incluso me. Durante l'attacco degli Uchica, i membri della casa cadetta hanno protetto chiunque non potesse combattere e li hanno aiutati a scappare, mentre buona parte della casata principale è rimasta a combattere, perdendo molti più membri. Se mio padre fosse stato il primogenito, sarebbe morto al posto di Hiashi- sama. Capisci ora?”.

 

“ Pensò di sì, ma non credo assolutamente a questa stronzata del destino. Vuoi dire che è già stato deciso se diventerò Hokage o no?”.

 

“ Sì, ma non mi preoccuperei fossi in te. Tuo padre adottivo è appena diventato Hokage, come lo è stato il suo sensei. Il fato sembra sorriderti da questo punto di vista.”.

 

“ Idiozie! Papà è diventato Hokage perchè ha lavorato sodo per essere un grandissimo ninja, non per qualche stupido destino.”, urlò Naruto, ora sentendosi toccato da vicino da quel discorso.

 

“ Credi a quello che vuoi, non cambieranno le cose. Comunque dovresti aver finito di aspettare.” disse Nejii indicando la direzione dietro Naruto, che voltandosi vide Hinata vestita coi suoi soliti abiti.

 

“ Naruto- kun?”.

 

“ Hinata- sama, Naruto è venuto per vederla.”, disse Nejii con un piccolo inchino.

 

“ Grazie per avergli tenuto compagnia, Nejii nii-san.”.

 

“ Visto che non avete più bisogno di me me ne andrò.”.

 

“ Quindi, come va, Hinata- chan?”, le domandò Naruto, ora un po' più a suo agio senza la presenza opprimente del cugino dell'amica.

 

“ Bene, più o meno. Sto cercando di essere forte. Grazie per interessarti, significa molto per me.”.

 

“ E' a questo che servono gli amici- la incoraggiò Naruto con uno dei suoi sorrisi contagiosi- per qualsiasi cosa devi solo chiedere.”.

 

“ Già averti qui aiuta molto. Per curiosità, di cosa stavi parlando con Nejii? Giurerei di aver sentito qualcosa sul nostro sigillo.”.

 

“ Sì, ne stavamo parlando. Perchè continuate a indossare quella merda?”, domandò Naruto, inquietando un po' Hinata. Sperava davvero che non cominciasse a vedere in maniera negativa lei e il suo clan solo per quello.

 

“ E' una tradizione vecchia di generazioni, sebbene non la renda minimamente giusta. Se dovessi diventare capo clan, farò del mio meglio per abolirlo. Non ha creato altro che attriti e miseria, specialmente ai membri della casata cadetta come Nejii.”.

 

“ E' per questo che sembra uno stoccafisso?”.

 

“ Sì, è una persona gentile, ma l'organizzazione del nostro clan e il sigillo l'hanno peggiorato non poco. Anni fa non smetteva mai di sorridere.”.

 

“ Allora quando diventerò Hokage, ti aiuterò a demolire questa stupida tradizione.”

 

“ Davvero? Sarebbe grandioso, Naruto- kun.”.

 

“ A proposito, con tuo padre... non più tra noi, chi prenderà il ruolo di capo clan, tua madre?”.

 

“ Sì, fortunatamente la pensa come me, magari possiamo cambiare le cose insieme. Tsunade- sama come sta invece?”.

 

“ Sta bene, una katana nel petto non è abbastanza per metterla fuorigioco. Qualche settimana e starà bene.”.

 

“ E' bello sentirlo. La perdita di Tsunade- sama sarebbe stato un brutto colpo per tutti.”, disse sollevata la mora.

 

“ Ti andrebbe di andare a trovarla? Si annoia da morire all'ospedale, le piacerebbe tantissimo vederti.”.

 

“ Ovviamente, Naruto- kun. Dammi il tempo di indossare qualcosa di meglio.”, concluse Hinata sorridendogli.

 

*****

 

Fuori da Konoha, due figure femminili dai capelli rossi si avvicinavano al villaggio. La più giovane, sui nove anni, indossava gli occhiali.

 

“ Guarda, Karin, siamo finalmente arrivati.”.

 

“ Perchè pensi sarà diverso dal solito, mamma?”.

 

“ Perchè qui vive un'Uzumaki, bambina mia. Tsunade Senju, uno dei leggendari sannin. Ci proteggerà.”.

 

“ Come può essere un'Uzumaki se si chiama Senju?”.

 

“ Perchè discende dal nostro clan. Avanti, ci aiuterà a farci una casa a Konoha.”.

 

“ Spero tu abbia ragione, mamma. Sono stanca di continuare a fuggire.”.

 

*****

 

Iruka nel frattempo stava entrando nell'ufficio di Jiraya, intento a leggere qualcosa.

 

“ Mi ha chiamato, Hokage- sama?”.

 

“ Sì, Iruka, siediti pure. Vedi, sto cercando di fare un cambiamento piuttosto grosso al curriculum dell'accademia.”.

 

“ Di quanto grande stiamo parlando?”.

 

“ Io e Tsunade abbiamo trovato il programma dell'accademia piuttosto... carente. Sebbene quasi tutti gli studenti riescano a diplomarsi, coloro che superano il vero esame sono appena il 33%, e di questi solo una manciata riprova a essere ninja, il resto va in delle scuole per civili. E' uno spreco delle nostre risorse per l'accademia. Ecco perchè ho intenzione di fari vari cambiamenti.”. Iruka impallidì, temeva di sapere cosa Jiraya aveva intenzione di fare.

 

“ Jiraya- sama, per favore, non tagli il budget. Siamo in pochi, e lavoriamo il più duro possibile.”.

 

“ Calma, calma, Iruka- lo interruppe l'albino alzando una mano a difesa- Non mi riferivo assolutamente a tagli nel budget, lasciami finire.”.

 

“ Scusatemi, Hokage- sama. Sono ancora scosso dall'attacco.”.

 

“ Immagino, ma ora puoi rilassarti. Io e Tsunade- hime abbiamo pensato a un metodo che permetterà a tutti i diplomati di diventare veri ninja.”, spiegò Jiraya dando alcuni documenti al chunin, che dopo aver letto il nuovo programma per ogni anno mostrò un'espressione piuttosto dubbiosa al capo villaggio. Non aveva esagerato parlando di grossi cambiamenti.

 

“ Siete sicuro di voler introdurre tutto questo? Sarei anche d'accordo con il controllo avanzato del chackra, ma le tecniche elementali non potrebbero essere un po' troppo per gli studenti?”.

 

“ Perchè? Naruto sta già perfezionando la sua prima tecnica di vento, e Sasuke conosce già la palla di fuoco suprema.”.

 

“ Non è la stessa cosa, Hokage- sama. Sasuke è stato addestrato fino a poco tempo fa da uno dei più potenti clan del villaggio, mentre Naruto ha sia lei che Tsunade- sama. Altri bambini non sono così avvantaggiati.”.

 

“ Lo considero un complimento, ma mi stai sopravvalutando. Posso insegnare a Naruto cose che altri Jonin non possono, ma ci sono comunque cose che qualsiasi chunin può insegnare. Conosci delle tecniche elementali, no?”.

 

“ Sì, Hokage- sama, me la cavo con fuoco e acqua.”.

 

“ Allora sei già qualificato per insegnarli.”.

 

“ Penso ancora che stia alzando troppo gli standard.”.

 

“ Ovviamente, siamo ninja se tu no non te lo fossi dimenticato. Manderemo questi ragazzini in situazioni tra la vita e la morte. Ho fatto del mio meglio affinche Naruto possa proteggersi dopo il diploma, ma ora le vite di tutto il villaggio sono sulle mie spalle, quindi darò loro lo stesso riguardo che darei ai mei figli. Il curriculum attuale è una barzelletta, gli unici jutsu insegnati sono quelli di base, che qualsiasi insegnante determinato può impartire. Eppure sono oggetto di studio solo all'ultimo anno. Nessuna sorpresa il test dei jonin sia fallito da così tante persone.”.

 

“ Concordo col suo ragionamento, ma dovremmo comunque eliminare degli argomenti per implementare quelli nuovi.”.

 

“ Già pensato. Credo che l'accademia dia troppa importanza alla teoria e ignori la pratica. Matematica e Geografia sono importanti, però avete due corsi sul funzionamento del chackra senza dare nessun esercizio sul suo controllo. Stessa cosa riguardo i genjutsu. Penso di fare queste modifiche dall'anno prossimo in poi, quindi hai tutto il tempo per parlarne coi tuoi colleghi.”.

 

“ Li informerò appena possibile, Hokage- sama.”.

 

“ Bene, sei congedato.”. Iruka si inginocchiò e lasciò solo il capovillaggio. Non l'aveva detto ad alta voce, ma temeva che i suoi colleghi non avrebbero preso così bene delle riforme così radicali. Per di più sentiva di aver dimenticato qualcosa, ma non riusciva a collegare.

 

*****

 

Appena uscito, l'Iruka incontrò una kunoichi dai capelli neri che riconobbe come Tsubaki, la fidanzata di Mizuki. Questo gli ricordò che non aveva rivisto l'amico dopo che questi era andato a nascondersi e potè accorgersi che l'amica era preoccupata quanto lui.

 

Ecco cosa si era dimenticato! Con tutto il chaos degli ultimi giorni, non aveva detto a Jiraya di Mizuki. Fortunatamente era ancora in tempo per tornare indietro.

 

“ Iruka, posso parlarti?”.

 

“ Certo, che ti serve?”.

 

“ Riguarda Mizuki... nessuno sa dove sia. Tu sei l'ultimo ad averlo visto. Che gli è successo, sono stati gli Uchica?”.

 

“ Beh, durante la battaglia... ci siamo separati.”.

 

“ Cosa?! E perchè?”.

 

“ Abbiamo sentito dei criminali che attaccavano civili su strade diverse, così ci siamo separati per essere più veloci. Ma una volta finito non l'ho più trovato- vedendo le speranze di Tsubaki cadere, le diede una pacca per consolarla- ma se fosse morto avremmo comunque trovato il corpo. Sono sicuro che sia da qualche parte sano e salvo.”.

 

“ Hai ragione, sarò ottimista. E' quello che Mizuki avrebbe voluto.”.

 

“ Brava. Ricordati che se ti serve qualcosa io sono disponibile.”.

 

“ Grazie, Iruka. Ora devo andare.”.

 

Guardando la ragazza andarsene, Iruka non potè non chiedersi quando avesse veramente mentito. Voleva pensare che Mizuki fosse vivo, ma allora dove diavolo era? Non avrebbe comunque potuto rispendere a quelle domande da solo, meglio andare a riferire l'accaduto a Jiraya- sama.

 

*****

“ Hokage- sama! E' successa una catastrofe!”, urlò un ANBU buttatosi a capofitto nell'ufficio del sannin.

 

“ Calmati innanzitutto. E definisci terribile. A meno che qualcuno non sia morto, sono certo che possiamo rimediare.”.

 

“ Abbiamo fatto un'inventario, e mancava il rotolo delle tecniche proibite! Devono averlo rubato durante l'attacco!”.

 

“ Cosa?! Rapidi, voglio tutti gli ANBU disponibili a cercare quel rotolo!”.

 

“ Sì, Hokage- sama!”, rispose l'uomo prima di sparire. Jiraya grugnì rumorosamente e si mise una mano sulla fronte. Non era Hokage da neanche un mese e già era successo qualcosa di così terribile. Sapeva che quel rotolo poteva essere un'arma incredibilmente pericolosa nelle mani sbagliate, e nel profondo sapeva che il ladro doveva essere già lontano.

 

*****

 

Molto lontano da Konoha

 

Mizuki stava camminando in una stretta strada circondata da alberi, col rotolo proibito sulla schiena. Durante la battaglia si era infiltrato nella torre, dove quel vecchio sciocco dell'Hokage stava combattendo solo gli Uchica, e aveva preso il bottino. Lasciare il villaggio era stato facile.

 

Sapeva che tra tutti i lavori di ricostruzione e i lutti, ci sarebbe voluto del tempo prima che si accorgessero del furto. Pochi giorni erano tutto quello che gli serviva.

 

Mizuki sentiva solo una piccola punta di rimorso per le sue azioni guardando indietro, ma anch'esso sparì rapidamente.

 

“ Konoha è praticamente sul suo letto di morte. Un ninja del mio calibro non ha niente da fare lì.”, disse prima di gettare a terra il suo coprifronte, tagliando tutti i suoi legami col proprio luogo d'origine.


                                                                                                                        *****

Salve a tutti, spero di non essere troppo in ritardo e che il capitolo vi sia piaciuto. Buon lavoro e a presto a tutti i lettori, spero che la vostra estate prosegua bene.

  
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