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Autore: mikyintheclouds    13/08/2019    0 recensioni
Lily, James e tutti i loro compagni stanno per iniziare il sesto anno ad Hogwarts, ma un evento improvviso, inaspettato e molto triste sconvolge l'estate di tutti, in particolare quella di James.
Questo, quindi, lo porta a maturare e Lily, che l'aveva sempre accusato di essere un bambino, inizia a vederlo con occhi diversi, inizia a considerarlo un uomo, forse il suo uomo.
Tra la guerra, la resistenza, i compiti e i piccoli grandi drammi di Hogwarts, vi propongo una storia James/Lily, in cui sono presenti ovviamente anche i Malandrini, le amiche di Lily e gli altri personaggi che tanto amiamo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily Evans si svegliò la mattina successiva attorno alle otto e trenta, disturbata dal rumore dei ragazzi che scendevano nella Sala Comune.
Aprì gli occhi alla flebile luce di fine novembre, impiegando qualche minuto a rendersi conto di dove si trovasse, poi vide il caminetto e il fuoco che, evidentemente, era stato alimentato per tutta la notte dato che non aveva patito freddo e, di colpo, ricordò della nottata appena trascorsa sul divano, tra le braccia di James Potter che, osservò guardandosi intorno, non era da nessuna parte.
Lentamente si alzò, si stiracchiò facendo scrocchiare le articolazioni della schiena e si stupì di quanto avesse dormito bene nello spazio così limitato del divano.
‘Forse’, pensò, ‘è stato anche merito di Potter che ti ha tenuta stretta tutta la notte.’
Mise subito a tacere la vocina nella sua testa scuotendo decisa il capo e risalì le scale a chiocciola per andare a cambiarsi nel dormitorio femminile.
Aveva dormito bene, sì, ma allora dov’era finito Potter? Perché non si era svegliato accanto a lei? Troppo imbarazzante, forse? Ora che aveva una ragazza e lei un ragazzo non voleva che le cose venissero fraintese? Ma perché, allora, non aveva fatto nulla la sera prima per rimandarla da dove era venuta quando aveva capito in quale direzione sarebbe andata la serata?
Immersa in questi pensieri, che un po’ le stavano facendo crescere un enorme nervosismo, non fece inizialmente caso ai rumori che provenivano dal suo dormitorio, fino a che non aprì la porta e non venne quasi stordita dalle urla entusiaste delle sue amiche.
“Ed ecco l’altra che ritorna, dopo la sua nottata con James Potter!” Esclamò Marlene, appena Lily mise piede nella stanza.
“Amiche mie, non vi posso lasciare sole un secondo che vi date alla pazza gioia, eh?” Continuò con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
“Ma cosa stai dicendo?” Domandò Lily, buttandosi sul suo letto e soffocando uno sbadiglio.
“Come cosa sto dicendo? Non sai l’ultimo scoop? Ti ricordi sul treno, quando Alice ammise che avrebbe aspettato fino al matrimonio per andare a letto con Frank? Ecco, diciamo che non è riuscita a mantenere la promessa.” Sputò fuori maliziosa, senza nemmeno provare a controllarsi.
“Marlene!” Esclamò Alice lanciando un cuscino in faccia all’amica, nel momento stesso in cui Lily esclamava “COSA?!”
Alice si girò verso Lily, rossa in viso, ma inequivocabilmente felice. Allora era successo veramente.
“Beh…” Ammise. “Frank era molto su di giri per l’esito della partita… e sai com’è… una Burrobirra tira l’altra, un bacio tira l’altro e siamo finiti nella prima aula vuota che abbiamo trovato a fare l’amore e… oh Lily! È stato così bello! Mi ha fatto malissimo, ma è anche stato molto dolce. Ve lo giuro ragazze, lo amo da impazzire, non vedo l’ora di finire Hogwarts e di sposarlo! Voglio passare la vita con lui. Sono sicura che saremo felicissimi insieme.”
“Beh, che dire…” Disse Lily, colta totalmente alla sprovvista da quella notizia. “Sono davvero felice per voi. Se tu sei contenta, sono contenta anche io per te.”
“Grazie Lily!” Rispose Alice, scendendo dal letto e scoccandole un bacio sulla guancia. “Scusate ragazze, ora vado da lui!” Riprese, poi, uscendo di corsa dalla camera.
“Ma guardatela! Altro che le farfalle nello stomaco.” Sghignazzò Mary che, a sua volta, era contenta come una Pasqua.
“Ti prego, dimmi che non sono l’unica a non avere ancora fatto sesso. Già mi sento in imbarazzo perché non ho ancora dato il mio primo bacio, ti prego Mary, dimmi che almeno tu fai ancora parte del gruppo delle vergini.” Disse Lily, tristemente.
Era davvero contenta per Alice, ma al contempo triste per essere rimasta l’unica a non aver ancora raggiunto certi traguardi. Si sentiva una bambina in confronto alle amiche e il fatto di essersi svegliata sola dopo una nottata abbracciata a James Potter, unito a quello che aveva appena appreso, la faceva sentire infelice come raramente le era capitato.
“No, tranquilla. Non ho fatto niente con Remus, ancora.” Aggiunse con aria maliziosa. “Ma ieri notte abbiamo passato ore e ore insieme a parlare, a baciarci e a coccolarci. È stato meraviglioso.”
Aspettò qualche minuto prima di ricominciare a parlare, diventando rossa come un peperone, poi aggiunse: “Lui, ecco, mi ha toccata lì e… ecco… non è come fare sesso, ma se è quello che si prova alla fine del rapporto, non vedo l’ora di fare l’amore anche io.” Ammise, diventando dello stesso colore delle tende del letto.
Marlene sorrise intenerita da quell’ammissione. “Vedrai, fare sesso sarà cento volte meglio di quello che hai provato.”
“Oh, beh, bene!” Rispose Mary, poi si alzò a sua volta dal letto, “Scusate, ragazze, vado in biblioteca a finire il tema per la McGranitt. Ci vediamo dopo!”
“A dopo!” Salutò Lily.
“Ci vediamo!” Fece eco Marlene, prima di girarsi verso la sua migliore amica. “Allora! Ora che siamo rimaste sole, c’è qualcosa che devi dirmi, unica ragazza vergine di Hogwarts?” Domandò, prendendola dolcemente in giro.
“No, non mi sembra.”
“Ah no? Avevo le allucinazioni ieri sera o ti ho vista addormentata tra le braccia di James, giù in Sala Comune?”
“Dipende, quanto sesso avevi fatto?”
“Tanto, ma non cambiare argomento e rispondi. Cosa è successo?”
“Niente, non avere quel tono malizioso perché non serve. Non è successo niente. Abbiamo diviso una Burrobirra e ci siamo addormentati, tutto lì.”
“Tutto lì.”
“Esatto, tutto lì. Non mi ha baciata, non mi ha toccata da nessuna parte, non ho provato alcun tipo di sensazione o di emozione e, soprattutto, non ci sono rimasta male quando stamattina mi sono svegliata e non era accanto a me! Probabilmente avrà aperto gli occhi, mi avrà guardata, si sarà reso conto che non ero Margareth, la perfetta Margareth che lo bacia in Sala Grande davanti a tutti, che gli augura buona fortuna e che sta con lui e allora avrà pensato ‘che cosa ci sto a fare con quella matta della Evans su un divano dove tutti potrebbero vederci e interpretare male?’ e allora si sarà alzato, mi avrà lasciata lì da sola per farmi fare una figuraccia e se ne sarà andato da quella, a sbaciucchiarsela!” Lily si zittì di colpo dopo aver sputato fuori tutto quello che covava da quando aveva aperto gli occhi solo una mezz’ora prima e scoppiò a piangere.
Odiava James Potter.
“Oh tesoro!” Esclamò Marlene, scendendo dal letto per stringere l’amica in un abbraccio consolatorio.
 
 James Potter si svegliò verso le sei del mattino, disturbato dal rumore di un elfo domestico che stava ravvivando il fuoco nel caminetto.
Uno sguardo attorno alla Sala Comune gli fece capire che la piccola creatura aveva già riordinato la baraonda che lui e i suoi compagni avevano messo in piedi la sera prima.
Avrebbe ringraziato l’elfo come sempre faceva ogni volta che li incontrava nel corso delle sue scorribande per il castello, ma poteva aspettare ancora qualche secondo.
In quel momento, infatti, gli occhi di James si persero ad osservare la figura di un’altra creatura, umana questa volta, che era rannicchiata al suo corpo e stretta tra le sue braccia.
Era davvero la ragazza più bella che avesse mai visto ed era assurdo che lo pensasse ogni singola volta che la guardava, ma era la verità; Lily Evans era di una bellezza unica, era pura, semplice, trasparente, con un visino pulito, un corpo esile, ma con tutte le forme al posto giusto, due occhi limpidi e verdi come lo smeraldo e i capelli rossi come il fuoco.
Merlino solo sapeva quanta voglia avesse di baciarla. Averla lì a pochi centimetri, così tranquilla, così serena e non poterci fare nulla era straziante. Avrebbe voluto baciare ad una ad una quelle piccole lentiggini che aveva sugli zigomi e sul naso, scendere fino alle labbra che erano leggermente socchiuse e decisamente invitanti e assaporarla fino a quando entrambi non avessero avuto più fiato.
Ma non poteva farlo, non era sua (ancora) e non avrebbe mai osato farle nulla contro la sua volontà.
Non poteva pensare al fatto che aveva quasi rischiato di perderla per colpa di quegli idioti dei Serpeverde e si sentì nuovamente montare dentro una rabbia incontrollabile. Non vedeva l’ora di parlare con Sirius e gli altri per organizzare una vendetta.
Nessuno poteva far male all’amore della sua vita. Era così piccola, innocente e indifesa tra le sue braccia che avrebbe voluto cullarla e proteggerla per il resto della sua vita.
Si accontentò, però, di accarezzarle la schiena, notando il leggero cambio di respiro involontario che lei ebbe quando la sua mano scese lungo i fianchi, fermandosi poco prima del sedere.
James si stava decisamente eccitando, doveva allontanarsi all’istante da quella ragazza, o avrebbe rischiato di fare un danno irrimediabile.
Si sciolse delicatamente dal loro abbraccio, sistemò Lily sul divano in modo che fosse comoda e ringraziò il piccolo elfo domestico per il suo lavoro, raccomandandosi che attizzasse bene il fuoco, in modo che Lily non prendesse freddo.
“Certo, Signorino Potter.” Squittì la piccola creatura, aumentando immediatamente la fiamma del caminetto.
James guardò ancora una volta Lily, maledicendosi per lasciarla dormire sola su quel divano, ma non aveva il coraggio di svegliarla; era così profondamente persa nei sogni che non se la sentiva di disturbarla.
Si avviò, quindi, verso le scale del suo dormitorio e quando raggiunse la porta della sua stanza, sentì che dall’altra parte i ragazzi stavano parlando con voce sommessa. Vista l’ora, era probabile che non fossero andati affatto a dormire.
Quando entrò nella camera, Sirius e Remus si zittirono all’istante.
“Ah, sei tu.” Disse Sirius con voce stanca.
“Non troppo entusiasmo, mi raccomando.” Scherzò stancamente James, buttandosi sul suo letto. Notò che Peter e Frank se la dormivano della grossa.
“Scusa, pensavamo fosse qualcun altro.” Intervenne Remus. “Sirius mi ha raccontato cosa vi hanno detto Mulciber e Avery dopo la partita e stavamo discutendo sul da farsi.”
“C’è poco da fare. Se sono stati loro, la devono pagare. Hanno fatto del male a Lily. Non posso tollerare una cosa simile.”
“E su questo siamo tutti d’accordo, James, ma dobbiamo pensare bene a come agire. Per favore, per una volta nella vita non seguire l’impulso, ma ragiona.” Lo rimproverò Remus che lo conosceva bene.
“Tranquillo, era proprio quello che volevo fare. Ho elaborato un piano.”
“Prima o dopo esserti sbaciucchiato con la Evans?” Scherzò Sirius, lanciandogli un cuscino.
“Ma smettila!” Ribatté James, rilanciandogli a sua volta il cuscino. “Abbiamo solo dormito insieme.”
“Abbracciati.”
“Beh, il divano è piccolo e faceva freddo.”
“Certamente.” Sghignazzò Sirius con la sua risata che sembrava il latrato di un cane.
“Torniamo seri, ragazzi.” Si intromise Remus. “Anche noi stavamo pensando ad un piano, ma sentiamo prima il tuo, James.” Continuò, rivolgendosi all’amico.
“Dovremmo parlarne tutti e quattro insieme. Serve anche Peter.” Disse James, indicando con un cenno del capo il loro compagno addormentato che russava.
“Abbiamo provato a tenerlo sveglio, ma non c’è riuscito. Dopo lo aggiorniamo, tanto fa quello che gli diciamo di fare. Va’ avanti.” Incalzò Sirius.
“Pensavo che, per essere sicuri che quello che hanno detto quei due idioti sia vero, dovremmo intrufolarci nella Sala Comune dei Serpeverde.”
“Cosa?!” Sputarono fuori all’unisono Sirius e Remus cercando, invano, di mantenere un tono di voce basso.
“Shh! Non vorrete svegliare Frank. A proposito, penso che abbia finalmente fatto sesso con Alice, ma tornando a noi… ragazzi sì, è l’unico modo.”
“Tu sei impazzito, James. Abbiamo fatto tante cavolate, sì. Abbiamo rischiato più volte di farci sospendere, sì. Ci siamo beccati tante punizioni (più voi due, onestamente) e va bene. Ma questa cosa che proponi è da espulsione diretta.” Cominciò Lupin.
“Anche per me è rischioso, fratello, ma se sai già come fare, sono con te come sempre.” Disse, invece, Sirius dopo essersi ripreso un attimo dalla proposta bomba di James.
“Certo che ho già pensato a come fare, ed è per questo che volevo che anche Peter fosse sveglio. Abbiamo bisogno di lui e delle sue abilità di Animagus.”
“Non ti seguo.” Ammise Sirius.
“Beh, è ovvio che non saremo mai invitati ad entrare in quella Sala Comune, non conosciamo nessuno che potrebbe fare la spia per noi e anche intrufolarci con il Mantello dell’Invisibilità sarebbe troppo rischioso. Abbiamo, quindi, bisogno di qualcuno piccolo, rapido e che passi inosservato e chi meglio di Peter che sa trasformarsi in un topo? La Sala Comune dei Serpeverde è nei sotterranei e, se fossi uno di loro, non mi stupirei affatto di vedere un topo che scorrazza qua e là.” Spiegò James.
“È rischio.” Ammise Remus, “Ma nemmeno troppo impossibile da fare. Ma se dovessero scoprirlo, finiremmo nei guai anche noi, e sarebbero guai seri. Nessuno crederebbe al fatto che uno come Peter Minus sia in grado di essere un Animagus e verrebbero diretti da noi che siamo suoi amici. Potreste essere arrestati ragazzi, ed io cacciato dalla scuola.”
“Remus ha ragione, James. È un ottimo piano, ma davvero ti fidi così tanto di Peter?”
“Certo, gli affiderei la mia stessa vita. Mi fido di lui tanto quanto di voi. E poi, lo facciamo per Lily.”
Remus e Sirius si scambiarono una lunga occhiata, poi si voltarono verso James e lessero la determinazione nei suoi occhi, quel fuoco che lo aveva animato tante volte e che significava solo una cosa, che non si sarebbe mai fermato fino a quando non avesse vendicato Lily. Tanto valeva, quindi, seguirlo in quella pazza idea. Non l’avrebbero mai lasciato solo.
“D’accordo, per Lily.” Cedette Remus.
“Per la Evans. Speriamo solo che Codaliscia sia dalla nostra parte.” Si unì Sirius, guardando in maniera scettica l’amico che ancora russava rumorosamente.
 
“A-assolutamente no!” Ribadì per la terza volta Peter Minus più tardi quella mattina a colazione.
I quattro amici erano scesi tardi, aspettando che la maggior parte degli altri ragazzi si fosse dispersa nel castello, divisa tra i compiti da fare dei ritardatari e le passeggiate tra i gelidi sentieri che portavano al Lago Nero di quelli che sapevano studiare volta per volta e potevano godersi il fine settimana in santa pace.
James aveva esposto il suo piano a Peter, facendosi dare man forte da Sirius e Remus che avevano visto giusto riguardo la reazione del loro amico. Minus, infatti, non aveva la minima intenzione di assecondare il folle piano di James.
“Ma lo faresti per Lily! È stata la sola che ti ha sempre considerato, non dimenticartelo Peter!” Sbottò nuovamente James.
“Mi scopriranno, James! Mi denunceranno! Mi arresteranno e finirei ad Az-Az-Azkaban!”
“Non ti accadrà nulla di tutto ciò. Noi saremo fuori dalla Sala Comune, pronti ad entrare in azione se qualcosa dovesse andare storto.” Ripeté pazientemente Sirius per rassicurare l’amico.
“Ed io farò in modo di essere di turno per la ronda dei Prefetti quella sera, così non vi dovrete preoccupare.” Aggiunse Remus.
“Ma se tu sei di turno, anche Lily lo sarà.” Puntualizzò Minus.
“Certo, ma farò in modo che lei vada a pattugliare altre ali del castello. Sarai coperto, non ti potrà accadere nulla.”
“No, certo, solo venire scoperto, denunciato e mandato ad Azkaban!” Squittì terrorizzato il ragazzino.
“Nessuno farà caso a un piccolo topolino, Codaliscia.” Lo rassicurò James. “So che ce la puoi fare, conto su di te. Sei uno dei miei migliori amici e mi fido.” Proseguì facendo leva sulla vanità del suo piccolo amico.
La cosa sembrò funzionare, perché, finalmente, Peter accettò la missione che gli era stata affidata.
“Cosa devo fare esattamente?” Cedette, anche se non ancora del tutto convinto.
“È semplice, amico. Devi entrare nel dormitorio di Mucliber e Avery e controllare che effettivamente abbiamo quel costume con le maschere.” Spiegò James.
“Va bene. E poi?”
“E poi nulla, esci e ce lo riferisci.” Rispose Sirius.
“Un momento.” Frenò subito gli animi Remus, “Manca anche la terza persona. Come facciamo a sapere chi è? Avery e Mulciber non l’hanno proprio accennato?”
“No.” Rispose prontamente James, “Ma sono sicuro che sia stato quel verme di Mocciosus.”
“Tu dici, James?” Domandò Remus. “Si è unito ai Mangiamorte e su questo non c’è alcun dubbio. Ha chiamato Lily in quel modo l’anno scorso, ma non credo che sia arrivato a tanto. È stato il suo migliore amico per anni e ha anche tentato di fare pace con lei.” Espose razionalmente.
“E chi altri può essere stato? Lei lo odia e ha voluto vendicarsi.” Spiegò altrettanto chiaramente Sirius.
“Sicuramente è stato lui.” Decise James dopo un attimo di silenzio. “Controlla anche il suo baule Peter, per favore.”
“Va bene.” Soffiò con un filo di voce Minus. ‘Cosa devo fare per avere degli amici.’ Pensò rassegnato.
“Grande, amico, grazie. Sono in debito!” Disse James, dandogli una pacca sulla spalla.
“Quando avevi intenzione di farlo?” Domandò, poi Minus.
“Tra una settimana, il tempo di mettere in atto un piano dettagliato in modo che non ti possa accadere nulla. Siamo ancora a novembre, quindi non c’è pericolo nemmeno per Remus, giusto Lunastorta?”
“La luna piena cade nei primissimi giorni di dicembre. La data che hai programmato è perfetta, sono ancora in forze.”
“Ottimo allora! Penserò io a tutto, non preoccupativi!” Concluse James.
 
I quattro Malandrini finirono in fretta la colazione e si apprestarono ad uscire dalla Sala Grande, quando videro entrare Marlene e una Lily Evans decisamente scura in viso.
Quando posò i suoi occhi su di lei, il cuore di James mancò un battito e nella sua testa cominciarono a farsi strada i ricordi della sera precedente; i loro corpi caldi stretti l’uno all’altro, il respiro di lei sul suo collo, l’emozione che aveva provato nel tenerla stretta e al sicuro per tutta la notte.
Remus salutò le ragazze, poi si congedò dicendo: “Scusate amici, ho promesso a Mary che l’avrei aiutata con il tema della McGranitt. La raggiungo in biblioteca, ci vediamo dopo.”
“Anche io devo fare quel tema, posso venire con voi Remus?” Chiese, quasi squittendo, Peter.
Remus avrebbe preferito di gran lunga restare solo con Mary, soprattutto dopo quello che era successo tra di loro la sera prima, ma non voleva deludere l’amico, non dopo quello che lui, James e Sirius gli avevano appena chiesto.
“D’accordo.” Rispose, un po’ amareggiato.
Mentre i due ragazzi se ne andavano, Marlene gettò le braccia al collo di Sirius e lo salutò con un bacio appassionato.
James lasciò che i suoi due migliori amici si scambiassero effusioni in santa pace e, sistemandosi i capelli con una mano, si rivolse a Lily: “Buongiorno Evans, dormito bene?” Chiese, alludendo alla loro nottata sul divano.
La risposta che ricevette, tuttavia, lo lasciò basito.
“Lasciami perdere, Potter.” Sputò, infatti la ragazza, evidentemente infastidita dalla presenza del bel moro.
Lily si allontanò di qualche passo da Potter e da Marlene e Black che continuavano a baciarsi come se il mondo non avesse un domani e con gli occhi cercò di vedere se al tavolo dei Corvonero ci fosse ancora Sebastian.
Non che avesse realmente voglia di vederlo, ma voleva farla pagare a Potter per averla lasciata sola come una scema su quel divano. Voleva punirlo per essere ancora fidanzato con quella finta secchiona di una gatta morta di Margareth. Voleva umiliarlo perché in realtà lo desiderava con tutta sé stessa, ma non l’avrebbe mai ammesso e lui non ci provava abbastanza.
James, però, non era tipo da lasciar correre queste cose. Piuttosto avrebbero litigato, piuttosto si sarebbero presi a parole, si sarebbero insultati e scaldati e arrabbiati e odiati per il resto della vita, ma doveva sapere che cosa frullava in quella pazza testolina rossa.
“Fermati, Evans!” Esclamò, trattenendola per un braccio. “Cosa diavolo stai facendo?”
“Non è evidente, Potter? Devo ancora fare colazione e sto cercando il mio ragazzo per farla insieme a lui. Te l’ho già detto, lasciami perdere!”
“No che non ti lascio perdere, non dopo l’altra notte. Per me ha significato molto dormire con te.” Si stava maledicendo per quello che stava dicendo. Non avrebbe voluto esporsi così tanto, ma era anche stufo di quella situazione tra loro. Era chiaro che non amava Margareth, non le importava nulla di lei, ed era altrettanto chiaro che alla Evans importava ben poco del Cercatore dei Corvonero. Per quale dannato motivo, allora, non potevano dirsi una volta per tutte quello che provavano l’uno per l’altra?
“Ah, sì? Ha significato molto? E com’è allora che mi sono svegliata ed ero sola in Sala Comune con tutti i ragazzi che scendevano dai dormitori che mi guardavano e ridevano perché mi trovavo su quel maledetto divano?” Sbottò Lily.
“Questo sarebbe il problema? Che ti sei svegliata sola? Non pensi che sarebbe stato peggio se ci avessero visto insieme e abbracciati?”
Potter aveva ragione e Lily lo sapeva, sarebbe stato sconveniente farsi vedere insieme in quella situazione, ma non voleva ammetterlo, quindi cambiò discorso.
“Io sono un Prefetto, non posso farmi vedere in pigiama sul divano della Sala Comune con accanto una bottiglia di Burrobirra finita e due calici vuoti. Cosa penserà ora di me la gente? Come farò a mantenere la mia autorità?” Sputò.
Per fortuna la Sala Grande era quasi vuota, perché stavano decisamente urlando, tanto che anche Sirius e Marlene si erano staccati e osservavano impotenti quel siparietto.
“E come pensi che avrebbero reagito se ci fossi stato anche io? Sei solo una stupida, Evans! Mi incolpi di cose che non esistono. Ti ho protetta andandomene da lì prima che ci vedessero e nemmeno te ne rendi conto, ma a te interessa solo quell’inutile distintivo! Come se poi fosse la prima volta che ti addormenti sul divano!”
“Dopo una festa, e dopo aver bevuto sì, dannato Potter! Le altre volte mi sono addormentata perché stavo studiando ed ero troppo esausta per andare in stanza. Ma tu, ovviamente, queste cose non le puoi capire, dato che non studi mai.”
“Stai tirando fuori argomenti che non hanno nulla a che vedere con quello che è il reale problema, io me ne vado perché discutere con te è inutile!”
“Ecco, bravo, vai! Vedi che ogni tanto ci arrivi a dire una cosa giusta?”
James fece per andarsene, ma poi ci ripensò e si girò nuovamente verso Lily.
No che non avrebbe concluso in quel modo quella discussione.
“Il problema è che anche tu hai provato delle emozioni a dormire abbracciata a me, ma non lo vuoi ammettere! Sei stata bene, come lo sono stato io. Avresti voluto andare oltre, come l’avrei voluto io, ma io ho il coraggio di ammetterlo, tu no. Io ho il coraggio di dire che mi piaci da morire, tu ti nascondi sempre dietro un dito!”
Fu come se Lily fosse pugnalata al petto. Quanto aveva ragione!
“Tu non mi piaci affatto!” Mentì. “Mettitelo in quella stupida testa sempre spettinata. Io. Ti. ODIO!” Sputò Lily, quasi ansimando dalla rabbia.
James rimase in silenzio per un po’ a guardarla, poi abbassò la testa.
“Continua a ripetertelo, forse un giorno ci crederai davvero.”
Poi si girò e se ne andò.
Avevano dato abbastanza spettacolo per quel giorno e sicuramente sarebbero sorti pettegolezzi da quello che avevano fatto trapelare.
Sicuramente quelle voci sarebbero arrivate anche a Margareth e ad Harrison.
Di lui non poteva importargli di meno, ma lei si sarebbe meritata delle spiegazioni.
Ma dopo, ora doveva pensare ad altro.
Doveva elaborare un piano per entrare nella Sala Comune dei Serpeverde perché, anche dopo quello che era appena successo, lui avrebbe vendicato Lily ad ogni costo perché la amava e nessuno poteva permettersi di farle del male.




Scusate, scusate, scusate! So che è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, ma tra il lavoro e il resto è sempre difficile trovare del tempo libero per scrivere...quindi ne approfitto questa settimana che sono in ferie =)

Spero che comunque la storia vi piaccia e ringrazio tantissimo chi lascia recensioni, o chi l'ha messa tra le preferite/ricordate/seguite.

A presto,

BACI!

 
  
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