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Autore: Hikari_1997    16/08/2019    0 recensioni
Nella valle protetta da generazioni dal clan Haruno, vi è un millenario albero di ciliegio, il rosa dei suoi petali riflesso ogni giorno nelle acque del lago che gli fornisce linfa vitale.
Ogni equinozio di primavera un piccolo e fragile bocciolo fiorisce a rimpiazzare quello sfiorito in autunno
Se il giorno 21 marzo la nuova vita nata sul ciliegio verrà distrutta, allora anche il mondo ne subirà le conseguenze.
Crossover tra Naruto, Inuyasha e Detective Conan
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Territori clan Nara, 21 anni dopo.

Un raggio di sole colpì le ciocche rosa sparse sul futon, una smorfia infastidita si disegnò sul giovane volto, prima di aprire le iridi verdi e indirizzarle verso le coperte disfatte.

Si alzò sbadigliando camminando lentamente fuori dalla stanza quando inciampò nel lembo rialzato del tatami, cadendo rovinosamente a terra –SHANNARO- si massaggiò il fondoschiena prima di trovarsi davanti Kakashi con un sorrisetto divertito –Sakura, Sakura … la tua goffaggine non cambierà mai-

Mise il broncio afferrando la mano dell’uomo per alzarsi, scosse il kimono dirigendosi in cucina, dove era pronta la colazione.

Prese un’abbondante porzione di riso bianco mentre sorseggiava di tanto in tanto la zuppa di miso e assaggiava le verdure al vapore.

-Più tardi ho bisogno che mi recuperi l’acqua al pozzo, per pranzo ho intenzione di preparare un bello stufato-

Sakura alzò il sopracciglio contrariata – parli tutto il giorno di faccende domestiche, cibo o condizioni climatiche, mi sembri un vecchio brontolone decrepito invece di un uomo nel fiore degli anni-

-Oh- disse Kakashi –questi sono gli aspetti che mostro a te-

-Sono curiosa di sapere che cosa nascondi sotto il tuo futon- disse lei sfoggiando un ghignetto malefico dal bordo della ciotola.

-Non sono cose adatte ad una ragazza pura come te- rispose sincero – a meno che non mi nascondi qualche cosa sotto il tuo di futon, hittai-

Sakura gli aveva tirato un calcio nel fianco –Non ho pensieri pervertiti come i tuoi-

Kakashi sorrise massaggiandosi il fianco –verrà anche per te Sakura, il momento che ti innamorerai di qualcuno-

-Come è successo a mamma e papà? -  l’espressione di Kakashi cambiò, erano poche, le volte che parlava dei suoi genitori a Sakura.

Ovviamente le aveva detto che non era lui suo padre, ma c’era sempre qualcosa che gli impediva di rivelarle la verità –Sakura-

-Oh per favore, io non so praticamente nulla di loro a parte il nome di mia madre, tu li hai conosciuti dimmi come erano- sospirò abbassando la ciotola –prima o poi lo farò-

Sakura sbuffò –dici sempre la stessa cosa-

Terminarono la colazione nel silenzio più assoluto, poi Sakura andò a cambiarsi, indossando il kimono rosso che le piaceva tanto, sistemò i capelli meglio che poteva per nascondere quella, a suo detto, abnorme e spaziosa fronte che si ritrovava.

Sfiorò una delle ciocche fermandosi a fissare il suo riflesso … capelli rosa, e da dove erano spuntati?

A quanto diceva Kakashi ce li aveva dalla nascita, nessuna strana pozione o maleficio glieli avevano tinti, ma era tutto così innaturale, dal suo aspetto al mistero intorno alla sua nascita … chi era lei?

Si recò sul retro della modesta abitazione afferrando il secchio di legno.

-Stai attenta mentre vai al pozzo- disse Kakashi arrivando in quel momento –il numero delle guerre è aumentato negli ultimi anni-

Sakura annuì –non preoccuparti, tornerò prima di mezzogiorno- dunque la ragazza salutò Kakashi e iniziò ad avventurarsi lungo la stretta stradina che conduceva al pozzo.

Era difficile camminare tra sassi e radici, i tacchi delle scarpe franavano a contatto con la terra arida.

Oltrepassò la radice a vista di una quercia per poi svoltare a sinistra e ritrovarsi in una piccola piana dove vi era il pozzo –uff- sbuffò asciugandosi le goccioline di sudore –questa estate è bella calda, spero il pozzo non sia a secco-

Le tremarono leggermente le mani nell’assicurare il secchio alla vecchia corda del pozzo, lasciò cadere il recipiente e, dopo un po’, iniziò a issare.

-Si! – esultò vittoriosa vedendo l’acqua limpida nel secchio –Pancia mia preparati, a pranzo assaggerai il famoso stufato di Kakashi-

-Sakura Haruno-

La ragazza poté udire una roca voce dietro di lei, a causa dello spavento mollò il secchio che perse il liquido al suo interno.

Si voltò lentamente ritrovandosi di fronte ad un uomo sulla quarantina; i lunghi capelli argentati erano legati in una coda di cavallo che ricadeva sul kimono nero con guarnizioni rosse.

La cosa che le fece raggelare il sangue nelle vene, furono gli occhi dello sconosciuto –quegli occhi, uno sguardo distaccato e freddo come quello appartiene a chi è in grado di uccidere senza esitazione- Sakura non capiva, chi era? Cosa voleva da lei? Kakashi le aveva insegnato qualche tecnica di autodifesa ma quello lì non scherzava affatto.

Deglutì afferrando il piccolo kunai che teneva dietro la schiena –Chi sei tu? Cosa vuoi da me? E perché mi hai chiamata in quel modo? –

L’individuo fece scivolare le dita della mano sul codolo della sua katana, il sole estivo batteva sulla lama tagliente –è il tuo nome … questa è la prima volta che lo senti nominare- si avvicinò –e sarà anche l’ultima-.

Lo sconosciuto fece per estrarre la spada dall’ Obi, ma d’un tratto una freccia venne scoccata passando vicinissimo all’uomo, ferendogli una guancia per poi conficcarsi nel tronco di una betulla.

Sakura indietreggiò inciampando nel secchio vuoto, un secondo uomo era uscito dalla vegetazione parandosi tra lei e l’uomo in nero.

Si voltò –scappa-

Dal vestiario bianco e verde sembrava un funzionario del palazzo Nara, il cappello a cono in testa nascondeva il suo viso fatta eccezione per i suoi vermigli occhi puntati su di lei –ma … io-

-Corri, ORA-  parò un colpo con la sua Katana permettendo a Sakura di correre nella boscaglia.

Corse con tutta la forza che aveva in corpo … che cosa stava succedendo?

**************

Territori Clan Kudo, palazzo.

Yukiko si aggirava pensierosa nei corridoi della magione sbuffando di tanto in tanto –quando beccherò quel bellimbusto gli darò una lavata di capo- bussò piano sul legno dello shoji per poi entrare nello studio del marito Yusaku, capo del clan Kudo.

Non la sorprese affatto scorgere il capo del consorte immerso da rotoli, pergamene e pennelli, mentre si puliva i segni di china rimasti in viso.

-Oh Yukiko, sei tu- esclamò poggiando il pennello –Shinichi è scappato di nuovo per caso? –

-Centro- sospirò esasperata lei – proprio oggi che dovete recarvi al Palazzo Nara per il torneo di Katane-

-Lo conosci- rispose il marito –a differenza di Kaito è un topo di biblioteca appassionato di libri, in questo momento sarà sicuramente immerso in qualche lettura o impegnato a studiare strategie per il nostro clan-

Yukiko afferrò alcuni manoscritti sparsi sul pavimento –a che punto sei col tuo nuovo manoscritto? A quanto rammento il capo Clan Nara è appassionato dei tuoi scritti-

Il marito sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi mostrando un plico di pagine legate insieme con uno spago, gli ideogrammi sulla copertina rossa recitavano il titolo “Il mistero del pozzo maledetto” –Finito, e devo dire che mi sento piuttosto soddisfatto del risultato finale, devo solo trovare qualcuno disponibile a farne delle copie –

Yukiko prese una cassa di legno, posandoci all’interno libri, rotoli e il necessario per scrivere –sei l’unico che si porta appresso più carta che kimono per un viaggio-
Il marito ridacchiò colpevole –già, ma conosco qualcuno che si porterebbe dietro tutta l’armeria … non è vero Kaito? –

Yukiko sgranò gli occhi nel vedere il figlio minore nascosto dietro un armadio –cosa ci fai lì? –

-Volevo solo dare un’occhiata al manoscritto di papà- spiegò lui

-Uhm- disse Yukiko – non è da te, è più una richiesta che farebbe Shinichi-

-Beh ma siccome lui non c’è- si affrettò a dire Kaito.

Il padre gli tese il libro –richiesta strana o meno, mi fa piacere questa tua domanda, hai una grande tecnica nel combattimento, ma grazie ai libri puoi non solo allenare il tuo fisico, ma anche la mente-

Il padre gli mise una mano sulla spalla –ricorda Kaito, ci saranno persone più forti di te che incroceranno il tuo cammino; in quel caso la tua intelligenza sarà l’unica arma in grado di proteggerti-

-Della serie … ferisce più la penna della spada? – domandò scettico
–qualcosa del genere, anche se so benissimo che la tua azione è volta al mio permesso per partecipare al torneo di Katane del clan Nara-

Kaito sussultò colpevole scaturendo una risatina da parte della madre –ora ti riconosco Kaito, sta di fatto che il cervellone della famiglia non è presente-

-non preoccuparti Yukiko- disse Yusaku –è da 2 giorni che non lo vedo in giro, questo significa che si è già messo in marcia da solo-

-E perché? – domandò la moglie
–questo non so dirlo ma forza, è ora di prepararci-

Kaito sistemò i pacchi sul suo fidato destriero per poi seguire il padre verso il clan Nara –Baka Shinichi- pensò – alza tutto questo polverone, allungando il viaggio per passare dal clan Mori, e tocca a me coprirlo-

-Kaito hai già iniziato a leggere il libro? –

-A no papà, lo stavo giusto per fare-
Yusaku sorrise –bene, ci sono proprio un paio di punti che vorrei leggessi con più attenzione … in assenza di Shinichi fai tu la sua parte-

Kaito sorrise forzato, chiedendosi poi cosa avesse fatto di male per avere un fratello del genere.

**************

Non era rientrata a casa, non dopo tutto quello che era successo.

Le sue gambe si erano istintivamente mosse verso il villaggio, e ora era lì a fissare le pagode verdi del Palazzo Nara.

Lo sapeva per certo, che l’unica persona in grado di far luce sui suoi misteri risiedeva lì.

Spinse la porta circolare dell’entrata principale, svoltò a destra percorrendo un vasto cortile che conduceva ad una passerella di legno sospesa, i raggi estivi illuminavano le acque dei laghetti mosse lievemente dalle carpe che nuotavano al loro interno.

Mosse uno shoji e scese delle scale fino a raggiungere una vasta stanza completamente ricoperta di scaffali stracolmi di libri.

-Sakura –chan-

La ragazza si voltò notando un dolce viso sorridergli –Rin –chan come stai? – chiese abbracciandola.

Rin era la sorella più piccola del capo clan, i suoi occhi innocenti erano costantemente fissi su ideogrammi di ogni tipo, passava ore ed ore chiusa nella biblioteca di famiglia, considerata la più ricca dopo quella della famiglia Kudo.

Sakura sapeva che in uno di quei manoscritti, forse avrebbe capito qualcosa di più su chi lei fosse.

-Rin ascolta, so di averti già fatto questa domanda un sacco di volte ma-

La ragazza la bloccò subito –No Sakura-

-Ascoltami- disse seria –oggi sono stata avvicinata da un losco individuo-

L’espressione di Rin cambiò –quanto losco? –

-A tal punto da farmi correre a gambe levate, aveva una katana e mi ha chiamata Haruno capisci? Il cognome di mia madre! –

-Ma- Rin era titubante – Come fai a-

-Questo risale a 10 anni fa, ho per puro caso spiato una conversazione tra Kakashi e tuo fratello, tranquilla so che Shikamaru non ti permette di parlarmi su mia madre ma, ora è diverso Rin … io voglio sapere chi sono! –

Gli occhi nocciola della ragazza si chiusero in una rassegnata espressione –d’accordo-

Un sorriso si dipinse sul volto di Sakura –Davvero? –

-Si- rispose lei –Ci dovrà essere qualcosa che ti interessi … ma solo per oggi; devi promettermi che se non troverai nulla smetterai di cercare e aspetterai che sia Kakashi a rivelarti di più sulla tua famiglia-

-Promesso, allora da quale scaffale incomincio? –

-Non da questi di sicuro, vieni seguimi- disse Rin prendendo un mazzo di chiavi dalla tasca del kimono e dirigendosi verso l’uscita
–e dove? –

Lei si fermò voltandosi verso l’amica –Nella sala Hokage-

   
 
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