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Autore: Mav_7    28/08/2019    6 recensioni
It doesn't hurt me.
Do you wanna feel how it feels?
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I love you more than any man
But something's getting in the way
I do you harm because I can

Crowley sapeva perfettamente di avere un problema. Un problema che proprio non era in grado di gestire o di affrontare. Questo problema aveva dei capelli ricciolini e biondi, occhi azzurri come il cielo più terso e un nome: Aziraphale.

Se solo fosse stato in grado di ammetterlo a se stesso ora avrebbe posato la bottiglia di vino che stingeva tra le mani e sarebbe andato alla libreria oppure avrebbe cenato con l'angelo al Ritz, invece ingollò un altro sorso così da poter annebbiare ulteriormente la propria mente per sfuggire ai suoi pensieri.

C'era però un ulteriore problema con cui Crowley doveva fare i conti: poteva continuare a riempirsi d'alcool per impedirsi di pensare ma di certo non esisteva alcool a sufficienza per impedirgli di provare certi sentimenti.

“Maledizione!” imprecò tra i denti scaraventando la bottiglia contro la parete.

Si rannicchiò ai piedi del divano con la testa tra le mani.

Doveva smetterla di affogare così il suo dolore perchè si era reso conto che certi sentimenti sapevano nuotare benissimo.

Lo squillo del telefono trapassò la mente annebbiata del demone come il rumore di un trapano.

Sobbalzò sentendo alla segreteria telefonica la voce dell'angelo.

“Maledizione! Maledizione!” si era dimenticato di staccare quel fottuto telefono.

Ciao caro, ti aveva chiamato per proporti di andare a provare quel nuovo locale aperto da poco. Dicono facciano i migliori hamburger di tutta Londra. Non fa niente, vedo che sei occupato. Baci baci” cinguettò la voce di Aziraphale dall'altra parte del telefono.

Il suono della sua voce, l'allegria che sprigionava e l'entusiasmo con la quale aveva fatto la proposta non fecero altro che peggiorare l'umore del demone, il quale avrebbe volentieri lanciato dalla finestra il telefono.

Caro. Baci, baci. Vaffanculo Aziraphale pensò.

 

Is there so much hate for the ones we love?

 

L'unica cosa che era stato in grado di fare fin ora era stato ingannare se stesso, trasformando quel sentimento ingombrante in ira. Si chiedeva però a chi fosse rivolta tutta quella rabbia. Ad Aziraphale? No a se stesso. Era un vile perchè non sapeva affrontare la realtà, non sapeva ammettere a se stesso quanto di fatto amasse l'angelo, quanto avesse bisogno della sua presenza nella sua vita. Anzi non riusciva ad ammettere che la sua vita stessa era Aziraphale. E la cosa che ancor più lo faceva incazzare era che invece Aziraphale riusciva benissimo a stare senza di lui. L'angelo aveva i suoi libri, poteva vivere mille e più vite tramite i personaggi dei suoi romanzi preferiti, mentre a lui cosa restava? Una bottiglia vuota.

Si alzò con fatica dall'angolo in cui si era rintanato per sfuggire a se stesso.

Bip, bip.

“Crowley!” esclamò l'angelo “non pensavo mi avresti richiamato così presto”

“Come facevi a sapere che ero io?” si passò una mano sul viso. Si sentiva così stanco.

“Bhe..”

“Non importa, non ho voglia di subirmi un'eterna spiegazione”

“Siamo scontrosi sta sera?” il tono di voce non aveva perso nemmeno una nota di allegria.

Crowley non potè non invidiarlo come diavolo fa ad essere sempre così felice? Lanciò un ennesima imprecazione.

“Cosa vuoi?” rispose in tono piatto.

“Se mi hai richiamato suppongo che tu abbia ascoltato il messaggio che ti ho lasciato, quel posto è davvero favol”

“Sisi, non mi interessa” tagliò corto Crowley.

“E allora si può sapere per l'amor del cielo perchè tu mi abbia richiamato!?” si spazientì.

Perchè l'aveva chiamato, bella domanda. Dimmelo tu perchè ti ho richiamato perchè io proprio non lo so.

“Crowley ci sei ancora?” domandò non sentendo alcuna risposta.

“Si, sono ancora qua” rispose con il tono di voce sempre più basso.

“Senti facciamo così, non insisterò per portarti in un posto in cui ho capito benissimo non hai alcuna voglia di andare. Un bicchiere te lo fai?”

“Certo. Uno più, uno meno cosa cambia?”

“Perfetto” continuò l'altro senza accorgersi del tono sarcastico che aveva assunto il demone “vieni da me?”

“No angelo, non prenderla sul personale ma preferisco un pub”

“Ma certo, non fa differenza. Allora a tra poco al solito posto”e riattaccò.

Non fa alcuna differenza per te, angelo. Avrebbe voluto urlargli con quanto fiato aveva in gola. Per me invece fa differenza, stupido idiota che non sei altro!

Prese il telefono lo scagliò contro una mal capitata e tremante pianta. Non contento però afferrò il vaso e lo lanciò il più lontano che potè.

Resirò a fondo.

Si sentiva decisamente meglio.

Angelo non è vero che sei uno stupido idiota, quello sono io.

Si guardò allo specchio e decise che doveva decisamente darsi una sistemata.

Stentò quasi a riconoscersi: i capelli erano arruffati, gli occhi spenti, due solchi sul viso a testimonianza del pianto.

Si sciacquò il sale dalle guance e si pettinò al meglio che potè ma gli occhi, quelli restavano tristi e nulla poteva fare se non coprirli con gli occhiali da sole, come sempre d'altronde.


 

You're always ahead of the game
I drag behind
You never get caught in the rain
When I'm drenched to the bone every time

 

Lo vide attraverso il vetro ancor prima di entrare.

Aziraphale era seduto al loro solito tavolo.

Rigido e nervoso come sempre, guardandosi in giro ansioso.

Rimase lì impalato a fissarlo, senza riuscire a compire quei pochi passi che lo separavano da lui.

Fuori era scoppiato un forte temporale ma Crowley non sentiva né la pioggia né le raffiche di vento che gli sferzavano il viso.

Come fa, si domandava come diavolo fa a non rendersi conto di quanto risplenda?

 

I just got to get off my chest
That I think you're divine

“Crowley! Ma sei impazzito?” lo rimproverò.

Aziraphale lo aveva visto sotto il diluvio ed era uscito di corsa dal locale

“Stai bene?” gli domandò più dolcemente. “Sei fradicio, vieni dentro stai tremando”.

Ma il demone rimase fermo finchè Aziraphale non lo prese per il polso trascinandolo dentro il locale.

“Crowley mi stai facendo preoccupare, sei sicuro di sentirti bene?” il tono seriamente preoccupato per il mutismo dell'altro.

“Forza mettiti la mia giacca così starai al caldo” e detto ciò aiuto il demone a togliersi gli indumenti bagnati coprendolo con il proprio cappotto.

“Cos'hai nel cervello, eh?!”

“Niente, mi piaceva starmene lì sotto”. Te, angelo. Ho te nel cervello, maledizione!

“Proprio non ti capisco” scosse la testa sconsolato ma accennandogli un sorriso come a volergli dire “Non ti capisco ma va bene lo stesso perchè sei tu”. Non riuscendo però a pronunciare quelle parole gli afferrò le mani iniziando a frizionarle perchè si scaldassero.

Crowley cercò di scansare quel tocco inaspettato ritraendosi ma l'angelo strinse ancora di più la presa.

“E' come avere a che fare con un bambino con te” e il sorriso si allargò ulteriormente.

Crowley a quell'affermazione non potè far a meno di lasciarsi scappare un sospiro spazientito ma al contempo ricambiò il sorriso.

“Cameriera due birre” urlò.

“Caro, ne abbiamo già parlato devi essere più educato con le persone”

Sbuffò, se lui era un bambino certamente Aziraphale era una maestra bacchettona!

“Ho solo voglia di riscaldarmi al più presto e per quanto tu ti stia impegnando credo proprio che un po' d'alcool sia l'unica soluzione efficace”.

“Ei io sto cercando di fare del mio meglio. Non è certo stata mia l'idea di rimanere sotto ad un temporale invernale!” rispose offeso.

La cameriera portò le birre e Crowley colse l'occasione per ritirare le mani dalla stretta dell'angelo.

Tracannò la birra tutta d'un fiato.

“Mooolto meglio” decretò.

L'angelo lo guardò duro.

“Caro ecco.. c'è una cosa di cui volevo parlarti” iniziò titubante, non sapendo cosa aspettarsi dal demone. Si fece coraggio e coninuò “ho come l'impressione che tu stia bevendo un po' troppo in questo periodo, come se volessi scappare da qualcosa. Volevo che tu sapessi che con me puoi parlare di tutto, se c'è qualcosa che ti fa male a me puoi dirlo” posò dolcemente una la mano su quella di Crowley.

Il demone lo guardò di traverso e spostò scottato la mano.

Oh certo angelo. Ciao, scusa il disturbo ma sai sono fottutamente innamorato di te! Grande idea perchè non ne parliamo?!

“E' tutto okay, lo sai che mi piace bere” rispose con voce piatta.

 

And when I get drunk
You take me home and keep me safe from harm
When I get drunk, you take me home.

You know, I'm grateful, I appreciate
But in fact, it's baleful how I suck you dry

 

“No Crowley non è tutto okay” si fece coraggio “Non è okay che tu sia ubriaco già dal mattino, non è okay che tutte le sere finisci in qualche rissa, non è okay che ti debba riaccompagnare a casa perchè non sei in grado di reggerti sulle gambe. Tutto questo non è okay” quasi piangeva, come se potesse sentire lui stesso il dolore che lacerava Crowley.

Il demone rimase spiazzato da quelle parole pronunciate con voce rotta dall'angelo. Aveva la gola secca e lo sguardo fisso negli occhi dell'altro, il quale allungò una mano per sfilargli gli occhiali.

“Scusa” fu l'unica cosa che riuscì a dire.

“Non ti devi scusare, io voglio solo sapere come posso aiutarti. Lo sai quanto tengo a te? Se solo potessi, farei un patto con Dio, e farei in modo che lui invertisse i nostri ruoli”


 

You don't wanna hurt me,
But see how deep the wound lies.
Unaware and tearing you asunder.
There is thunder in our hearts

Crowley si sentì spezzato in due da quelle parole.

Sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi ma il suo orgoglio non gli permise di gettare la maschera, così si alzò di scatto rovesciando la sedia e scappò fuori dal locale e saltò sull'auto parcheggiata poco distante.

Aziraphale chiuse gli occhi e ispirò profondamente.

Pagò il conto e si diresse sconsolato verso la libreria.

 

Hard to breathe I try and try
I'll get asphyxiated

Every sky is blue
But not for me and you

Come home

Arrivato a casa però trovò Crowley sul marciapiedi, di nuovo fradici sotto la pioggia battente, ad attenderlo.

“Crowley!” gli corse incontro.

“Angelo ti prego non dire niente” gli intimò “hai ragione, io non sto bene ed è vero c'è un problema che sto cercando di annegare” fece una pausa.

“Il mio problema sei tu. Cioè non proprio tu, ma quello che io sento per te. Al diavolo! Io ti amo” le lacrime ormai scendevano copiose lungo le guance mescolandosi con le gocce di pioggia.

Aziraphale gli aveva preso entrambe le mani tra le sue.

“Caro”la sua voce mai era sembrata così dolce al demone e i suo occhi mai così carichi di amore e, aspettativa?

“Secondo te io perchè ti sono sempre venuto a riprendere nei posti peggiori di Londra? Perchè ti ho sempre portato a casa e fatto addormentare? Perchè ti amo, sciocco di un demone”

“Cosa? Tu mi hai messo a letto?” era sgometo.

“Sì ma non è questo il punto”

Aziraphale afferrò i capelli del demone strattonandoli perchè si chinasse su di lui e lo baciò sotto il temporale.

Le lingue si intrecciarono facendo tremare entrambi. Più che un bacio fu una lotta.

Si morsero per poi leccarsi le ferite e si strinsero per sentire il calore dell'altro.

“Caro” ansimò “entriamo, sono stanco di tutta questa pioggia”.

Can you imagine a love that is so proud?
It never has to question why or how

 

 

 

Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui.

 

Mi ero ripromessa di non far più soffrire il povero Crowley ma è più forte di me.

 

Spero vi sia piacita e se qualcuno volesse lasciare un commento ne sarei molto felice<3

 

Le canzoni riportate sono dei Placebo

-Bosco

-Drag

-Running up that hill

-Come home

-Loud like love

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

   
 
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