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Autore: Apollonia Storie    29/08/2019    2 recensioni
Lily. Harry. Ania. Draco. Voldemort.
Gli scacchi principali di questo gioco mortale.
Ania aspettava da anni di conoscere finalmente il grande Harry Potter, eppure, da quel momento in poi una serie di eventi agitano acque pericolose.
Draco non sa cosa ci vede in quella lí, sa solo che lo scava dentro, che é fragile e pericolosa allo stesso tempo, e che a lui i giochi pericolosi sono sempre piaciuti.
E il Signore Oscuro pensa davvero di conoscere bene il suo servitore Severus? E se il piú grande segreto dell'uomo fosse una figlioccia maledetta, per cui darebbe la vita?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Luvgwarts newspaper I
 
- Oh mio Dio! Ania Linguamozza ha una cotta per te Harry –
- Cosa? –  
Hermione guardava ad occhi spalancati un giornaletto di sole quattro pagine, tenuto insieme da una spago rosa, che emanava un forte odore di Aloe Vera e cocco.
 
- Chi è Ania Linguamozza? –
- E che robaccia è quella? –
 
- Oh questa è, eh eh, è solo … - iniziò Hermione imbarazzata, come se si fosse appena pentita di aver cacciato l’argomento.
 
- … aspetta non sarà mica…. –
- Eh va bene Ron si, sto leggendo Luvgwarts , contento? –
- Non ci posso credere! –
- Scusate, vi dispiace spiegarmi di che diavolo state parlando? –
- Hermione sta leggendo quella schifezza di giornalino creato da Hannah Abboth e le sue amichette, in cui scrivono un mucchio di bagianate… -
- Non sono bagianate! Beh, si in parte si, ma… -
- In parte? –
- D’accordo sono tutte bagianate, ma è per farsi quattro risate,, ok? Non posso sempre chiudermi in Biblioteca, avrò diritto anch’io di… HEY! –
 
Harry, stanco di non aver avuto risposta alla sua prima domanda, strappò il giornalino dalle gambe di Hermione e prese a leggerlo.
L’articolo in questione contava al massimo una decina di righe, e tutto quello che si poteva evincere era che…
 
- Insomma, Ania Linguamozza ha una cotta per me. –
- Già. –
- Ma chi è? –
- Oh, Harry, sul serio? E’ del nostro anno, come fai a non conoscerla? –
 
Hermione si volse verso Ron, cercando un appoggio, ma anche il rosso scosse la testa, disorientato.
 
- Andiamo… capelli neri sempre legati? Occhi verdi? Non parla con nessuno e siede sempre in fondo alla classe? –
- Ah - Ah –
- Nessun idea di chi sia. –
- Neanche mezza –
 
Hermione sbuffò spazientita, poi riprese il giornalino tra le mani.
 
- D’accordo, hm, stando all’articolo …-
- Chiamalo articolo. –
- Taci Ron! Dicevo, stando all’articolo due giorni fa, al corridoio del secondo piano ti è sbattuta addosso, è rimasta tre secondi a fissarti senza dire nulla e poi è scappata in lacrime correndo. –
- Oh. – esclamò finalmente Harry.
 
Ora ricordava.
In realtà non era andata esattamente così.
Erano tutti diretti alla Sala Grande, e anche con una certa urgenza data la fame. Lui e Ron stavano camminando allegramente per i corridoi, quando una ragazza dall’aria distratta gli era sbattuta addosso.
- Oh scusami – aveva detto lui, raccogliendo da terra il quaderno che gli era caduto. Quando aveva rialzato lo sguardo, la ragazza era ancora lì, aprendo e chiudendo la bocca come se avesse voluto dire qualcosa senza riuscirci e stringendo convulsamente le mani.
Poi si era come riscossa e aveva ricominciato a camminare nella direzione opposta.
Senza correre né lacrimare come era stato descritto nell’articolo.
 
- Oh, ora ce l’ho presente ma non si è messa piangere. In realtà non credo abbia una cotta per me, forse è solo timida. –
- Ora che ci penso invece a volte ti fissa. – esclamò Ron masticando una gelatina
- Cosa? –
- Beh, è vero. Ogni tanto ti fissa, imbambolata. –
- Ma se fino a qualche secondo fa nemmeno sapevi chi era. –
- Ma ora ce l’ho presente. E’ che non l’ho mai calcolata più di tanto. –
- Oh  nessuno calcola Ania Linguamozza. – esclamò Hermione con una risatina, attirando due occhiate sconvolte degli amici
- Hermione, da quando sei cosi cattiva? Sembri Pansy Parkinson –
- Beh, mi spiace dirlo ma è vero. Non parla mai con nessuno … una volta al primo anno eravamo in Biblioteca, le ho chiesto se potevo sedermi al suo tavolo dato che non c’erano posti e lei ha detto di si… -
- Non mi sembra così male… -
- … così mi sono seduta, e dopo tre secondi, e giuro tre secondi si è alzata e se n ‘è andata, come se emanassi un brutto odore o non so che… -
- Sei sicura che non sia successo dopo la vicenda del Troll nel bagno? Perché in quel caso è probabile che avessi sul serio un brutto odore. –
- Oh ma piantala Ronald.- sbuffò Hermione costringendosi per orgoglio a non unirsi alle risatine.
 
 
 
 
II
 
- Oh Mio Dio! –
- Cosa? –
- OH MIO DIO –
- C.O.S.A? –
- Ragazzi, questa dovete leggerla. Indovinate chi ha una cotta per Harry Potter? –
- Hmm,  Ronald Weasley? –
- No, Draco. – esclamò Daphne chinando la testa di lato con un sorrisetto tra le risatine generali.
- Ania Linguamozza. –
- OH MIO DIO! – esclamò Pansy spalancando gli occhi.
- Ma che dici? –
- Giuro! Guarda qui! Gli è quasi svenuta addosso al secondo piano due giorni fa… -
- Non ci credo… ora che ci penso mi sembra di averla vista piangere in dormitorio. –
- Beh, piangerei anche io con quei capelli. –
- Non vede un parrucchiere dalla nascita, a parer mio. –
- E nemmeno un’estetista. –
- Scusate ragazze, non vorrei interrompervi ma chi è Ania Linguamozza? –
- Blaise! Ania Linguamozza! E’ del nostro anno. Serpeverde! –
 
I due amici si guardarono stringendo gli occhi. Raro che non conoscessero una ragazza, specialmente se del loro anno, ma non riuscivano a collegare nessuna faccia a quel nome.
 
- Andiamo… Ania NinnaNanna? Musolungo? –
- Zero proprio –
- Andiamo, sta sempre con Millicent. E’ l’unica persona con cui parla in tutto il castello in realtà.
- Ah! – esclamò infine Blaise
- Ho capito chi è… ha sempre il cerchietto e due bocce enormi. –
- No idiota, quella è Emily Taylor. –
- Ah,  grazie che me l’hai detto, erano giorni che ci pensavo. –
- DIO BLAISE! come fa a piacerti quel pescepalla con la fronte di un metro e… -
- Sentite – tuonò Draco poggiando la testa sullo schienale della sedia.
- La piantate di strepitare, vi sembra il club del gossip questo? Non mi interessa sapere di questa Linguastorta… -
- Linguamozza –
-… Quello che è! E mi interessa ancora meno se va dietro a quel quattrocchi… deve essere una proprio con i problemi se ha certii gusti. –
- Problemi? Ah, quanti ne vuoi! Ti dico solo che vive a Royton in un monolocale, la madre scompare per mesi e non sanno nemmeno chi sia il padre. –
- Che puttana! –
- Se sei poverà più dei Weasley devi pur fare qualcosa no? Sono senza un soldo, è per questo che lei hai iniziato due anni più tardi Hogwarts… -
- Io invece ho sentito che la madre è rimbambita come i genitori di Paciock. Chissà che un giorno non si sposino, sarebbero una coppia perfetta ahahah –
- Oh, sì! già vedo le partecipazioni: “Matrimonio al San Mungo, tra amore e psicofarmaci”. –
 
Draco scosse la testa, nonostante le dicerie solitamente lo divertissero un mondo, con il passare del tempo era diventato sempre più difficile resistere alle intensive ore di gossip delle ragazze.
Con uno scatto si alzò dalla poltrona e lasciò la sala comune, dimenticando completamente, per il momento, l’argomento.
 
 
 
 
 
 
III
 
 
Toc Toc
 
- Tesoro, apri tu la porta? -
- Vado io. Ma solo perché quanto torno voglio trovare un bel piatto di pasta fumante già a tavola. –
- Sarà fatto, mia signora. –
Lily baciò con un sorriso la guancia di suo marito, impasticciata di sugo di pomodoro e chissà che altro, e si diresse alla porta.
 
Quella giornata di inizio settembre non avrebbe potuto essere peggiore. Pioveva copiosamente e il cielo era così grigio da far sembrare notte nonostante fossero appena le cinque.
 
- Chi è ? – chiese prima di aprire, con la bacchetta ben pronta nella tasca dei pantaloni.
Erano tempi scuri, quelli.
 
- Lily … -
 
Fu appena un sussurro, difficile a sentirsi tra i tuoni e la pioggia, ma fu abbastanza.
Il cuore le volò in gola, e quando aprì la porta per poco non si strozzò.
 
Sull’uscio di casa sua, con il volto affilato e pallido, i lunghi capelli biondi e i vestiti inzuppati d’acqua che delineavano quello che sembrava un accenno di pancia, vi era l’ultima persona che aspettava di vedere.
 
 
Esattamente due anni e 123 giorni dopo, il meteo fu più clemente, e dalle vetrate di quella piccola casa nel Sussex una bambina di quasi un anno e mezzo circa pettinava i capelli ad una bambola vestita di viola.
 
- Hey tesoro, guarda chi è venuta a trovarci. –
 
La bambina alzò lo sguardo e il volto le si illuminò di gioia.
 
- LILY! –
- Cosa ci fa questa piccola peste già in piedi? Niente sonno eh? – sorrise Lily prendendo tra le braccia la piccola, che scosse la testa.
- Sono tre notti che va avanti così, ha gli incubi. –
- Lei ha gli incubi o tu? – osservò la donna gettando un occhio alle occhiaia profonde sotto il viso dell’amica
 
Clelia sorrise amaramente, versandosi un po' di caffè e riempendo una seconda tazza per la sua ospite, che la raggiunse al tavolo portandosi la bambina tra le braccia.
 
- E’ una casa rumorosa questa. E’ così che funziona negli appartamenti. - disse come se fosse una spiegazione valida alla sua insonnia
- Hai mai pensato che magari potresti tornare? Sai Sirius… -
- Come vanno le nausee? – la interruppe bruscamente Clelia accennando al pancione di quasi nove mesi di Lily
- Oh beh, non sono le nausee il problema. Questo diavoletto non la smette di scalciare… Hey ! – si interruppe ridendo, mentre la bambina che aveva in braccio le alzava la maglia scoprendole il pancione.
- Voglio sentire Harry. Perché non bussa? –
- Ti svelo un segreto. Harry è un gran dormiglione, scommetto che a quest’ora sta ancora dormendo, come dovresti fare anche tu, d’altronde… -
- Ma io voglio sentirlo, Lily. –
- Tesoro, non frignare e lascia stare la zia Lily. Giocherai con Harry tra qualche mese. Dico bene? –
- Già, per la fine di luglio si spera… oh, ma guarda un po', si è svegliato. –
- Vuole parlare con me. –
- Ma certo che vuole parlare con te. – sorrise Lily mentre la bambina le alzava di nuovo la maglia e premeva le manine sulla pancia.
- Aspetta, è qui. –
 
Le prese una manina, e delicatamente la spostò verso il fianco sinistro. Proprio in quel punto dopo qualche istante, avvertì quella che doveva essere la mano di suo figlio premere contro quella della bambina.
 
- Oooh – esclamò quest’ultima, estasiata.
La sua risata candida riempì le pareti di quella piccola casa, colmando di gioia i quattro cuori che vi battevano dentro.
 
 
Ma il sole è un caldo amico che appare e scompare, specialmente in Inghilterra. E chissà perché, quando va via, si porta dietro la spensieratezza dei bei momenti, per lasciare spazio ai nuvoloni grigi pieni d’angoscia.
 
- Non può essere! Perché tu? Perché voi? Perché HARRY? –
- Non lo so, non lo so, non so cosa fare Clelia, ho paura… -
- Lily… - Clelia si inginocchiò difronte all’amica in lacrime, prendendole le mani tra le sue, e guardandola con occhi fermi.
- Lily faremo tutto quello che è necessario per… -
- NON E’ ABBASTANZA CLELIA! Non capisci? Lui crede che la profezia parli di Harry… di MIO FIGLIO! –
- Mamma ! –
 
Le due donne si voltarono di scatto, completamente dimentiche dei due bambini che giocavano vicino al camino.
 
- Mamma guarda Harry si è incastrato nella scatola dei giochi – rise di cuore indicando il bambino, piccolissimo che goffamente si sfilava la testa dal cartone.
- Tesoro, vai di la, e porta Harry con te. –
- Ma mamma, i giochi… -
- Porta anche i giochi. –
- Ma… -
- Niente, “ma”, vai di là ORA! –
 
La bambina parve sull’orlo delle lacrime per qualche secondo, ma poi abbassò lo sguardo e prese di peso il bambino biascicando lamentele.
 
- Dobbiamo affrontarlo, tutti insieme, prima che sia troppo tardi. –
- Lily non farti sopraffare dalla disperazione, migliori di noi hanno provato a fronteggiarlo. Sai che è troppo forte. – sussurrò con fervore, battendo una mano sul tavolo.
- Dovete nascondervi, quanto più possibile, ascolta Silente! –
- Silente è un grande mago Clelia, ma lui.non.ha.figli! Lui non può capire! – sbottò Lily alzandosi, il sangue agli occhi e la voce rotta dalla rabbia.
- Fossi in me faresti lo stesso Clelia… TU faresti lo stesso per tua figlia! –
 
Clelia stava per rispondere quando un rumore le fece trasalire.
La porta della cucina si era aperta per metà e dalla soglia una bambina le fissava ad occhi aperti, spostando lo sguardo dall’una all’altra, impaurita.
 
- Ti avevo detto di andare di là! –
- Scusa ma… -
- Hai lasciato Harry da solo? – 
 
Lo stress e la rabbia caricarono le parole di Clelia e come era prevedibile grossi lacrimoni scesero dalle guance della bambina.
 
- Tesoro, mi dispiace… -
 
Ma la bambina era già scappata su per le scale, allontanandosi piangente da sua madre.
 
- Ania, tesoro scendi. Ania…. ANIA! –
 
   
 
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